Richard Strauss e l’Italia. Questo il titolo della mostra inaugurata il 2 febbraio scorso e aperta fino al 17 marzo presso l’Auditorium Vivaldi, annesso alla Biblioteca Nazionale Universitaria, nella centrale piazza Carlo Alberto.
Curata dal musicologo Giangiorgio Satriani, l’esposizione propone oltre 150 tra documenti e oggetti d’epoca, per lo più provenienti dall’archivio della famiglia Strauss e per la prima volta esposti in Italia. Il rapporto tra il compositore e l’ Italia fu molto intenso; nell’arte come nella vita privata, tale rapporto attraversò l’intera esistenza del compositore e interesso’ più ambiti, dai viaggi di piacere a quelli di lavoro, dalle relazioni con il mondo culturale a quelle con l’entourage politico italiano. L’autore diresse la prima italiana della Salome’ proprio al teatro Regio di Torino, poco prima del Natale 1906. Sino ad allora l’opera non era stata mai rappresentata fuori dei Paesi di lingua tedesca. Riattribui’ inoltre il carattere di prova generale (e non di prima italiana) alla recita che Arturo Toscanini decise di eseguire della stessa Salome’ al Teatro alla Scala di Milano e che fu considerata da Strauss come uno sgarbo, avendo La Scala programmato l’esecuzione dell’opera soltanto dopo la direzione di Strauss a Torino.
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Proprio il capoluogo sabaudo poté vantare anche la presenza del compositore sul podio, in veste di direttore d’orchestra, anche nella direzione dell’opera “Ariadne auf Naxos”. La Salome’, tratta dall’opera di Oscar Wilde, causa di numerosi scandali, consacrò comunque Strauss come compositore per il teatro. Nel programma di questo Festival, oltre alla sua messa in scena in forma scenica al teatro Regio, la Salome’ sarà al centro di alcuni incontri, di un convegno internazionale, di tre pellicole cinematografiche basate sul medesimo soggetto e di un nuovo spettacolo di prosa. Altre opere si potranno ammirare in video, accanto ad omaggi al repertorio barocco francese, che fu oggetto di curiose e interessanti trascrizioni da parte di Strauss. Trenta istituzioni sono coinvolte nelle tre settimane di Festival dedicato a Strauss, fondamentale, anche se controverso, protagonista della storia musicale europea, nativo di Monaco di Baviera. Il festival di Strauss segue quelli dedicati ad Alfredo Casella, nel 2016, e, lo scorso anno, ad Antonio Vivaldi, di cui si conservano preziosi manoscritti nella Biblioteca Nazionale di Torino. Sono in programma trenta incontri e cinquanta concerti, tra musica sinfonica, da camera e vocale, in parte gratuiti, di cui alcuni verranno eseguiti al Conservatorio Giuseppe Verdi e all’ Auditorium Vivaldi.
Mara Martellotta