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Chiamparino: "servono 200 milioni per i disoccupati, ne abbiamo solo 63"

 “Abbiamo convocato il tavolo aperto a tutti i parlamentari piemontesi  per affrontare assieme a loro un tema che nella nostra regione rischia di diventare una vera e propria emergenza sociale”

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Il presidente della regione Sergio Chiamparino e l’assessore al  Lavoro Gianna Pentenero hanno incontrato in Regione  i parlamentari piemontesi.  “Abbiamo convocato il tavolo aperto a tutti i parlamentari piemontesi  per affrontare assieme a loro un tema che nella nostra regione rischia di diventare una vera e propria emergenza sociale, quello delle decine di migliaia di persone che si trovano, o che si troveranno a breve, senza lavoro e senza sostegno al reddito”, affermano Chiamparino e Pentenero.

Al centro della riunione il problema dei circa 100.000 piemontesi disoccupati che non percepiscono alcun ammortizzatore sociale registrati nel 2015 e dei circa 30.000 che potrebbero aggiungersi nel corso del 2016. Chiamparino, a nome della Giunta, ha chiesto ai parlamentari ” l’individuazione di percorsi che consentano a coloro che sono rimasti senza occupazione e che sono vicini alla pensione di essere accompagnati rapidamente verso la quiescenza; dall’altro, sarebbe utile un’accelerazione nella messa a punto della cosiddetta ‘seconda gamba’ del Jobs Act, quella del rafforzamento delle politiche attive del lavoro, prevedendo anche forme di sostegno al reddito per il periodo che va dalla perdita dell’occupazione alla ricollocazione”.

Nell’incontro si è fatta una analisi della situazione occupazionale, che ha mostrato nel corso del 2015 segnali di ripresa nella nostra regione. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, si è assistito ad un aumento di 23.000 posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e ad una diminuzione della disoccupazione del 4,9%. In calo anche il ricorso alla cassa integrazione ordinaria (-32%) e a quella straordinaria, che nel 2015 ha coinvolto 16.405 lavoratori, contro i 27.274 dell’anno precedente. Dati  lontani dai livelli pre-crisi: gli occupati nei primi nove mesi del 2015 sono stimati in 1.791.000, ben 55.000 in meno del risultato raggiunto nello stesso periodo del biennio 2007-2008, mentre la disoccupazione si colloca al 10,5%, il valore più alto del Nord Italia.

“In questo quadro – ha evidenziato l’assessore  Pentenero – la Regione sta cercando di dare maggiore forza alle proprie politiche attive del lavoro, con la messa a disposizione di ogni persona disoccupata, coinvolta da crisi aziendale o svantaggiata, di un buono servizi, una sorta di dote da spendere in percorsi di formazione, riqualificazione e ingresso al lavoro. Il costo a persona di questo buono è stato stimato intorno ai 1.800 euro. Servirebbero quindi circa 200 milioni di euro per potere rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti coloro che non hanno un’occupazione, mentre ad oggi la Regione può impegnare a questo scopo solo 63 milioni, a valere sulla programmazione 2016-2020 del Fondo sociale europeo”.

Il presidente ha dichiarato  “di non volere degli interventi particolari a favore del Piemonte, ma di voler sollevare un tema delicato, che certamente interessa altre realtà italiane e che necessità di essere preso in carico a livello nazionale”. “La commissione Lavoro della Camera – ha concluso Chiamparino – potrebbe mettere in calendario un’audizione delle Regioni su questo tema. Se poi dovesse emergere un’anomalia piemontese, si potrebbe isolare il caso, ma temo che non sia così”.

(foto: www.regione.piemonte.it)

 

“IL PRESENTE E IL FUTURO DELLA MOBILITA’ A TORINO”

INCONTRO PUBBLICO
tram ztl“IL PRESENTE E IL FUTURO DELLA MOBILITA’ A TORINO”
 
Venerdì 11 marzo dalle ore 18:00 al Fabian Cafe’ in Via Pisa 11/A – Torino.

Saluto introduttivo:
Giuseppe La Ganga – Consigliere Comunale di Torino

Intervengono:
Walter Ceresa – Presidente di Gtt
Ottavia Parisi – Architetto, Politecnico di Torino

Modera:
Rosanna Abbà – Segreteria Regionale PD
 

(Foto: il Torinese)

Nuova vita per Sansicario grazie a un'iniziativa della cooperativa "Non solo Neve"

“Abbiamo perseguito uno sviluppo sostenibile – dice il presidente  Giuseppe Peyron – cercando partner più che investitori, ottenendo ottimi risultati”
 
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Sansicario è rinata a nuova vita grazie a una cooperativa d’eccellenza dal nome ” Non solo neve”, gruppo costituito da proprietari di immobili della nota località sciistica della Via Lattea, ormai diventati più di 610 soci.”L’avventura dell’associazione – spiega il presidente di “Non solo neve”, il dottor Giuseppe Peyron, commercialista – è nata nel settembre del 2010, sull’onda di una situazione che vedeva la stazione di Sansicario, da sempre molto frequentata, privata delle sue attività commerciali chiuse per fallimenti in seguito a un’operazione speculativa andata a male. Sarebbero mancati persino i generi di prima necessità, tra cui pane e acqua, per i quali sarebbe stato necessario rivolgersi a Cesana. Sarebbe stato un triste destino per questa località diventata negli anni Settanta un centro sciistico innovativo, a opera di Laurent Chappis, pioniere dell’architettura e inventore dei villaggi di Ski Total.Così abbiamo deciso di pensare a un nuovo modello di sviluppo, creando questa cooperativa con 35 soci fondatori, che potesse andare a acquistare gli immobili commerciali al prezzo di 3 milioni e 100 mila euro. La cooperativa si è arricchita di aderenti e ciascuno ha investito 10 mila euro, riuscendo a rilevare il centro commerciale”.

sansicario 2“La borgata è così tornata a vivere – aggiunge Giuseppe Peyron – proprio grazie a un’operazione che ha portato la cooperativa nell’anno 2013-2014 a cercare dei partner, dei gestori che avrebbero dovuto sostenere un investimento insieme a noi. Ai gestori delle attività commerciali abbiamo concesso, nella fase di start up, un anno di gratuità del canone di affitto, chiedendo soltanto il pagamento delle spese condominiali. Per quelli di ristoranti e bar, che si sono impegnati in un investimento globale anche superiore ai 100 mila euro, abbiamo concesso una gratuità nel canone di locazione per 4 anni””Abbiamo perseguito uno sviluppo sostenibile – afferma Giuseppe Peyron – cercando partner più che investitori, ottenendo ottimi risultati. Per esempio siamo riusciti a riottenere l’apertura di unsansicario8 bar ristorante di ristorazione veloce con una importante capienza, e l’apertura di un lounge bar molto bello, il Corten, che è diventato Centro Porsche Torino Cafe’. È stata anche migliorata la ricettività, con l’acquisto dell’albergo di proprietà di Unicredit da parte di un tour operator di Pescara. Gli amanti dei trattamenti e dell’area benessere possono, inoltre, scegliere di soggiornare all’hotel Majestic (4 stelle). Intanto stiamo progettando una trasformazione dell’attuale piscina in una Spa, che vorremmo dare in comodato d’uso. Sansicario è anche nota come stazione per lo sci d’erba e per il padel. Le montagne olimpiche meritano di essere protagoniste di eventi importanti. Per questo motivo, per il 2016-2017 si prevede il termine dei lavori dell’Olympic Center, con otto campi da tennis, capace di rendere Sansicario sede di un turismo, da giugno a settembre, appassionato di questo sport”.

 

Mara Martellotta

Gli eccessi e l’arte di Modigliani nel testo di Angelo Longoni

Sino a domenica per la stagione di Torino Spettacoli. Il quadro interessante e curioso, scritto egregiamente tra ricerche e aneddotica, quasi un testimone, di quanto era bella e palpitante la Parigi dell’inizio del secolo scorso, bellezza intesa come crocevia dell’arte, dei tanti artisti che vissero e lavorarono
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Non è soltanto il ritratto di un artista quello che Angelo Longoni tratteggia nel suo Modigliani (in scena sino a domenica all’Alfieri per la stagione di Torino Spettacoli) ma pure il quadro interessante e curioso, scritto egregiamente tra ricerche e aneddotica, quasi un testimone, di quanto era bella e palpitante la Parigi dell’inizio del secolo scorso, bellezza intesa come crocevia dell’arte, dei tanti artisti che vissero e lavorarono (Picasso, Soutine, Brancusi, Diego Rivera, Utrillo tra i tanti), delle correnti artistiche che vi si andavano formando, delle muse e degli eccessi, dell’ars amatoria più che tangibile, del tanto assenzio che correva attraverso i tavolini della Rotonde e dell’hashish; e non è soltanto la visione dell’arte a stento compresa di un artista maledetto – Modì o maudit, in un perfetto gioco di parole – ma la scoperta delle tante sue opere, dei visi femminili dal lungo collo, della tubercolosi che lo porterà alla tomba trentaseienne, dei mercanti d’arte che lo scoprono e l’apprezzano, della grande mostra chiusa per offesa al pudore due ore dopo l’inaugurazione, delle passioni e degli amori. Il tutto visto con gli occhi di quattro donne che gli furono accanto, complici nelle avventure o sentinelle nel cercare di mettere un freno all’alcol e alle droghe, a correggerlo e a sostenerlo: da Kiki di Montparnasse, modella e prostituta che accoglie Amedeo all’indomani del suo arrivo da Livorno, facendogli conoscere gli artisti e la vita disinibita della città, a Anna Achmatova, poetessa legatissima alla propria terra e ad un marito, una passione intellettuale e non solo che lo mette davanti alle proprie scelte; da Beatrice Hastings, bella e colta, progressista, una relazione fatta di litigi e rappacificazioni, di ardore e incoraggiamenti, una donna che lo spinge a scegliere definitivamente la strada della pittura a scapito della scultura, altresì pericolosa per la sua salute, a Jeanne Hébuterne, ventenne, che ha voglia di cambiare la follia del suo uomo, che rompe con una famiglia osservante che mai potrebbe accettare un squattrinato ebreo in casa propria, che il giorno successivo il decesso di Amedeo, incinta, disperata, si butta dal quinto piano della casa dei genitori dove qualcuno l’ha a forza accompagnata.Longoni sa illustrare un’esistenza con un gran bel tessuto di scrittura, la movimenta anche attraverso l’uso di una quarta parete che fa da schermo ai contributi video ideati con l’apporto di Gianluca Amodio, porta avanti la vicenda non solo per grumi ben circoscritti ma sa muoverla con efficacia attraverso scene d’insieme che ancor meglio focalizzano i personaggi, le idee, i modi estremamente diversi di essere e di pensare.

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Forse il lungo intrattenimento televisivo fa sì che la figura gigantesca di Modì non riesca a concretizzarsi appieno nella voce, nei tratti, nei movimenti di Marco Bocci, che scivoli a tratti insicura: ma le piccole falle sono immediatamente tappate dalla grossa simpatia che il pubblico teatrale gli dimostra. In più se la deve vedere con le quattro colleghe vincenti che con diversi mezzi tirano fuori le unghie, Romina Mondello, Claudia Potenza, Giulia Carpaneto e Vera Dragone, eccellente poetessa. Un’occasione per ascoltare un testo bello (già avevamo detto un gran bene di L’amore migliora la vita, visto a gennaio all’Erba): se poi volessimo considerare il termometro del successo dalle urla femminili, dovremmo parlare di successone.

 

Elio Rabbione

 
 Foto Marina Alessi

LA BEATA ENRICHETTA DOPO LA MOSTRA

salsasio2Materiale, fotografie e documenti sulla storia della Beata di Salsasio, sulla storia dei luoghi dove lei è vissuta e sulle opere che sono state compiute in suo onore in seguito alla sua Beatificazione

Nei giorni 12, 13 e 14 febbraio presso il Teatro di Borgo Salsasio si è tenuta una mostra dal titolo “Madre Enrichetta: la Santa della quotidianità” dedicata alla Beata Enrichetta Dominici che a Borgo Salsasio di Carmagnola ha avuto i natali.

Nella mostra è stato esposto materiale, fotografie e documenti sulla storia della Beata di Salsasio, sulla storia dei luoghi dove lei è vissuta e sulle opere che sono state compiute in suo onore in seguito alla sua Beatificazione.

Nella mostra inoltre sono state esposte le fotografie in ordine cronologico delle Successori della Beata Enrichetta e quindi delle Superiore Generali della Congregazione delle Suore di Sant’Anna.

All’interno di un’urna è stato esposto l’atto di Battesimo della Beata, la trascrizione e la traduzione e l’atto di Cresima di Madre Enrichetta, a fianco, inoltre erano presenti un quadro con la genealogia della famiglia Dominici della Beata e un manichino vestito con gli abiti che usava la Beata di Salsasio.

Era esposto nella mostra, anche il quadro realizzato da Mario Bergamo e donato alla Parrocchia di Salsasio che rappresenta la Beata Enrichetta di Salsasio, realizzato in occasione dello spettacolo La Santa del Lunedì, sulla vita della Beata e in occasione della Consacrazione della nuova chiesa Parrocchiale di Salsasio, dedicata a Madre Enrichetta.

salsasio4Inoltre è stato proiettato ai visitatori un video realizzato dalle Suore di Sant’Anna della Casa Generalizia di Roma che ha presentato il Processo di Beatificazione e la Beatificazione, con tanto di voce del Papa Paolo VI che ha proclamato Beata, Madre Enrichetta.

A fare da contorno alla mostra era la bancarella a cui si potevano acquistare a offerta libera, libri, oggetti religiosi, gadget e molto altro sulla Beata di Salsasio e un punto ristoro per ricordare che come la mamma della Beata preparava sempre la merenda a Madre Enrichetta quando era piccola, anche i visitatori della mostra potevano fermarsi un momento per uno “spuntino”.

salsasio1Da ricordare inoltre è la presenza nella mostra, della lettera alla popolazione di Salsasio e ai visitatori della mostra, della Madre Francesca Sarcià, Superiora Generale della Congregazione delle Suore di Sant’Anna, attuale successore della Beata Enrichetta. Ricordo anche che copie della lettera in occasione della Mostra e della Festa della Beata e dell’Anno Santo della Misericordia di Madre Francesca, come anche le cartoline ricordo della Beata di Salsasio, si possono trovare presso le due chiese e la Parrocchia del Borgo.

Data la numerosa e entusiasta partecipazione alla mostra, alcune parti della stessa mostra, per più di una settimana e durante la festa della Beata Enrichetta, sono state esposte presso la Chiesa Collegiata di Carmagnola, grazie anche alla collaborazione della Parrocchia Santi Pietro e Paolo e dell’Arciprete Monsignor Giancarlo Avataneo, oltre alla preziosa collaborazione di molti collaboratori della Collegiata.

Sono state molte, inoltre, le presenze alla mostra, tra cui l’Economa Generale della Congregazione delle Suore di Sant’Anna, una Consigliera Generale e anche il Parroco di Carmagnola, Don Giancarlo, quello di San Bernardo, Don Giovanni e quello di Salsasio, Don Mario.

A tagliare il nastro all’inaugurazione della mostra, avvenuta il 12 febbraio erano presenti, la Madre Generale Emerita delle Suore di Sant’Anna, Madre Franceschina, alcune suore, la Presidente dell’Associazione Giovanni Gallo, Amalia Panetto e Irene Canova della Pancalera, che hanno collaborato alla Mostra, oltre al realizzatore del quadro della Beata Mario Bergamo, allo storico di salsasio6Salsasio Francesco Carena e a molti partecipanti.

Numerose inoltre anche le persone presenti alle Celebrazioni della Festa della Beata Enrichetta, dove durante le Messe è stata letta anche la lettera della Madre Generale alla popolazione del borgo Salsasio.

Per la mostra “Madre Enrichetta: la Santa della Quotidianità” ringrazio l’Associazione Giovanni Gallo e la Presidente Amalia Panetto per aver offerto il Teatro di Salsasio al cui interno si è allestita la mostra e per la preziosa collaborazione nell’organizzazione della manifestazione.

Ringrazio la Congregazione delle Suore di Sant’Anna, in particolare ringrazio la Superiora Generale Madre Francesca e le Suore della Casa Generalizia di Roma per la preziosa collaborazione, le Suore di Sant’Anna Suor Sabrina Pollini, Economa Generale per la collaborazione e la partecipazione e Suor Anna Maria Gamba, Consigliera Generale, per la partecipazione e l’interessamento. Grazie anche alla Superiora Generale Emerita, Madre Franceschina Milanesio e alle Suore delle Comunità di San Grato, di San Bernardo, di Moncalieri e della Casa Madre di Torino, in particolare voglio ringraziare Suor Ada della Comunità di San Bernardo, Suor Josephine della Casa Madre e un grazie speciale alla Superiora di Moncalieri Suor Angela Riccardi, oltre alla Superiora Provinciale dell’Italia Suor Gabriella Profita per la collaborazione.

Grazie anche a Suor Renata Lazzari.

Un grande grazie va ai collaboratori della mostra, al giovane di Salsasio Loris Mondino e alla Memoria di Salsasio, il geometra Francesco Carena per la documentazione Storica, grazie anche per la collaborazione alla Parrocchia di Salsasio e in particolare al Parroco Reverendo Don Mario Berardo e alla Parrocchia di San Bernardo e al Parroco Don Giovanni Manella.

Un grazie anche ad Ettore Milanesio per le fotografie, la collaborazione tecnica e la costante presenza alla mostra. Un particolare ringraziamento va anche alla carissima Suor Rosa Maria Torres della Comunità di San Bernardo per la preziosissima collaborazione e per il grande interessamento e lavoro svolto nella mostra.salsasio3

Ringrazio ancora tutti coloro che hanno partecipato e che in vari modi hanno collaborato a titolo gratuito alla mostra, in particolare ringrazio Enrico Perotti, Pierpaolo Boschero, Morleo Pompeo e Rina Rosa per le fotografie, ringrazio Giuseppe Quattrocchio, Patrizia Giraudo, Massimiliano Pampaloni Giulia De Bartolomeo, Riccardo De Bartolomeo, Lorenzo Monterzino, Loredana Burzio, Francesca Bosco, Michelangelo Oglino e Gianfranco Botto per la collaborazione tecnica, grazie a Mauro Novaresio per la collaborazione e che recentemente ha anche trovato il luogo e la data di morte del papà della Beata Enrichetta, ritenuto scomparso. Grazie anche al Comune di Carmagnola.

Un particolare ringraziamento va anche ai commercianti di Salsasio, Lavanderia di Diego Albertino, Macelleria La Bottega del Buongustaio, Pizzeria Antico Borgo, Erboristeria La Luna, Cartoleria – edicola Il Papiro e Ortomattina del Murè per la preziosa collaborazione.

Ringrazio anche i giornali locali per la pubblicazione degli articoli sulla festa e sulla mostra della Beata di Salsasio, grazie a questi mezzi di informazione, infatti, si è potuto informare un numero molto più alto di persone interessate all’iniziativa.

Un grande e speciale ringraziamento va poi alla Pancalera e in particolare alla Direttrice Dottoressa Irene Canova per la preziosa e assidua collaborazione per la realizzazione della mostra.

Data la numerosa partecipazione e all’entusiasmo dei visitatori prossimamente sarà riproposta la Mostra su Madre Enrichetta insieme a molte altre inziative.

Grazie a tutti!

Ivan Quattrocchio

Realizzatore della Mostra

 (Foto: Ettore Milanesio / Piercarlo Nicola della Pancalera)

 

Non dimentichiamo la "notte della repubblica"

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Ci vollero altri morti perché si capisse,  soprattutto a sinistra, che erano solo assassini. Purtroppo ritornano ed in alcuni casi rivendicano la buona fede. Assurdo! Come quando ex terroristi vengono invitati come relatori. Il perdono è una dimensione individuale. Non può e non deve essere una categoria dello Stato

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Largo Rosario Berardi è un importante crocevia, cerniera tra Vanchigla e Vanchiglietta. Ci passo molte volte in tram, a piedi ed in auto. Dietro le case del Gas con grandi serbatoio oramai in disuso, più in là l italgas fondata in città prima dell’unità d Italia.Tutto sommato vicino al Po, chiamato borgo del fumo. In tempo immemore produceva nebbia. Pezzi di storia di questa città. E il 10 marzo 1978 assassini delle Br uccisero Rosario Berardi brigadiere di Ps. Arrivava dall’ufficio politico della questura ed aveva 30 anni di servizio. Ogni volta ci penso e mi ricordo. Alle 7.45 ero nei paraggi. Assonnato nel traffico mattutino udii alcune forti esplosioni. Mi avvicinai ma capendo fuggii da quell’orrore immaginato. Non passava settimana che qualcosa tragicamente avvenisse. 1977, 1978, 1979: La Notte della Repubblica, bel programma ed ottima sintesi di Sergio Zavoli. Ma Torino ha retto. Non perché i terroristi avessero la benché minima possibilità. la città non perse la calma. Ci vollero altri morti perché si capisse,  soprattutto a sinistra, che erano solo assassini. Purtroppo ritornano ed in alcuni casi rivendicano la buona fede. Assurdo! Come quando ex terroristi vengono invitati come relatori. Il perdono è una dimensione individuale. Non può e non deve essere una categoria dello Stato.Hanno scontato la pena. Ma possono rispondere al loro passato in soli due modi : il silenzio o la totale condanna di ciò che hanno fatto. Come si dice adesso senza se e senza ma. Non solo perché hanno ucciso. In nome di quell ‘idea hanno ucciso le idee che dicevano di essere la loro motivazione. Ed è rimasta solo la loro barbarie. Anche per questo io non voglio e non posso dimenticare.

Ancora oggi c’è chi a sinistra considera male le forze dell ordine. Alcuni di loro possono sbagliare. Ma io ricordo la bellissima poesia di Pierpaolo Pasolini che dopo gli scontri di Valle Giulia a Roma solidarizzava con i proletari poliziotti contro i piccolo borghesi studenti. Il mio modo di ricordare e di essere ancora solidale con Rosario Berardi

Per la paura delle multe i mozziconi "in mostra" sui cestini dei rifiuti

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Dopo l’entrata in vigore delle sanzioni antifumo molti torinesi non buttano i mozziconi di sigaretta per terra, giustamente. Ma li spengono direttamente sui cestini della spazzatura, lasciandoli lì in bella mostra. Anche questo non è un bello spettacolo per il  decoro e il rispetto dell’ambiente. Ecco alcuni commenti in proposito, da parte dei nostri lettori.

Silvia Psiko
Silvia Psiko Torino ha solo da diventare più furba. Esistono cestini con sotto l’immondizia e sopra portacenere. 
Meno lamentele e più fatti.

Flavia Bo
Flavia Bo Non Torino deve diventare più furba ma chi ci governa deve mettere più testa !!!! 

Serena Ferrarello
Serena Ferrarello Se ci fossero più posacenere magari sapremmo dove buttarli… 
Io sono la prima per il rispetto altrui, ma se tutti collaborassero sarebbe meglio (in primis il Comune)
 
Flavia Bo
Flavia Bo Sti deficienti fanno la legge senza provvedere prima ai posacenere !!!!  inoltre i bidoni della spazzatura fanno schifo …. Vergogna comuni di Torino !!!

Nika Flash
Nika Flash È un suggerimento per il comune, non puoi fare una legge e non aggiornare le cose!

Fabio Elias
Fabio Elias Aumentiamo il numero dei posacenere.

Fernanda Marcassoli
Fernanda Marcassoli in Italia l’ importante è sanzionare, fornire soluzioni non è previsto…

Mosca Rosa
Mosca Rosa E dove li devono buttare?

Debora Cusimano
Debora Cusimano Attrezzati Torino

Francesco Giustra
Francesco Giustra Non fumate…e meglio!

Record di presenze al Lingotto per le "signore a quattro ruote"

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Al Lingotto  63mila visitatori, circa il 5% in più rispetto allo scorso anno

 

Automotoretrò, la kermesse  delle auto d’epoca, ha portato al Lingotto  63mila visitatori, circa il 5% in più rispetto allo scorso anno. La manifestazione,  era abbinata ad Automotoracing ed è stata meta di tanti collezionisti e addetti ai lavori, così  come semplici appassionati delle vetture e moto d’epoca.

    “Abbiamo avuto un incremento di pubblico e di espositori ed è un dato in controtendenza se si pensa alla crisi economica che sta attraversando il mondo del collezionismo”, dice all’Ansa  Beppe Gianoglio, organizzatore dell’evento. Erano 14 i marchi presenti quest’anno al Salone, che ha anche festeggiato i 50 anni della Lamborghini Miura e del celebre Duetto dell’Alfa Romeo. Altri compleanni quelli dei 70 anni della Vespa e della Cisitalia D46, degli 80 della Topolino e dei 110 anni della Lancia. In mostra anche alcuni prototipi della collezione Bertone, e idee innovative (bella foto) per i motociclisti portatori di disabilita.

“Le Tre Rose Nere” verso il Sei Nazioni a Roma

Tre Rose Casale, 11.10.2015

Ad oggi la squadra  monferrina consta di 33 tesserati richiedenti asilo, dei quali 25 abitualmente in campo, 15  di “formazione italiana” dei quali 10 effettivamente italiani e 2 di “formazione straniera”

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

Tutto il rugby monferrino casalese è in fibrillazione, in attesa della  partecipazione de  “Le Tre Rose  Nere” (ormai  così ci chiama la stampa nazionale), di Casale, su  invito da  presidente della F.I.R., Alfredo Gavazzi, domenica  prossima, 14 febbraio, ad assistere al match del “Sei Nazioni” Italia- Inghilterra allo stadio Olmpico di Roma.  La partita inizierà alle ore 15.00 e tra il primo ed il secondo tempo la squadra interrazziale de “Le Tre Rose”, capitanata da Fabio Lifredi, prima e, per ora, unica i Italia (e forse nel mondo)  che partecipa ad un campionato “federale” con giocatori “richiedenti asilo”, ma con regolare permesso di soggiorno, uniti ai nostri “vecchi” giocatori di formazione italiana ed italiani, sarà presentata agli spettatori dello stadio e, tramite la televisione, a tutto il mondo!

 

Ad oggi la squadra  monferrina consta di 33 tesserati richiedenti asilo, dei quali 25 abitualmente in campo, 15  di “formazione italiana” dei quali 10 effettivamente italiani e 2 di “formazione straniera”.  La a.s.d. Allenatori:  Luca Patrucco (co-fondatore della a.s.d. Le Tre Rose e della squadra interrazziale di rugby), Governale Liborio, Adinolfi Luigi, Battistotti Alessandro. (più gli allenatori under 12, Vecchio Valentino, Radice Matteo, Frassou Giacomo).

 

Le Tre Rose Rugby rappresenta  tutto il nostro  Monferrato casalese, nata a Rosignano, il paese de “le tre rose”, dove mantiene la “sede legale”, i primi passi li ha  mossi in tutte le scuole del territorio, San Martino di Rosignano, Rosignano, Ozzano, CellaMonte, Ticineto, Frassineto, Occimiano, Cerrina, Murisengo, Pontestura, Casale Monferrato, con l’under 14 che giocava ad Ozzano e la prima squadra sul campo della “Junior” a Casale ed una partita è stata giocata anche a Ticineto, per poi approdare definitivamente al campo del “Ronzone” a Casale nel febbraio 2013, dove mantiene la “sede operativa” ( ad oggi ha anche in affidamento il campo comunale di Cerrina).

 

 Il presidente, Paolo Pensa,  con la presidente della cooperativa “Senape”, Mirella Ruo, porterà in dono al presidente della Federazione Italiana Rugby ed a tutto il Consiglio Federale buon “grignolino”, etichettato con la squadra interrazziale, de “La Spinosa Alta” di Ottiglio e, da parte dell’Amministrazione Comunale di Rosignano Monferrato, i prodotti vinicoli della Cantina Sociale del Monferrato.

 

Quest’anno è iniziato con due fiocchi azzurri: il 12 gennaio è nato “Riad”, erede di MOSTAID Ismail  e, ieri 8 febbraio,  “Christian”, erede di Mortara  Alessandro, con i complimenti alle rispettive signore, Martina e Maria.

 

I nostri giovani leoni dell’under 18 continuano ad essere determinanti alle vittorie del “Novara”. Domenica, Abubakar Alì, Buzzi Alessandro Puma Charlie e Magri Kristian hanno, come detto, dato il loro indispensabile contributo: Abubakar Alì con scorribande sulle ali, Puma Charlie e Buzzi Alessandro  autori di una meta a testa e Magri Kristian è stato riconosciuto “man of the match”.

Nuove imprenditorialità in accelerata

startupIl Piemonte è al 5° posto nella classifica della top ten delle Regioni start up friendly, secondo EconomyUp, che ha riaggregato i dati della ricerca “The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who”, promossa da Italia Startup

 

Di Paolo Pietro Biancone*

 

 

Questa è la settimana dedicata alle start up, l’iniziativa promossa dalla Commissione Europea e da Startup Europe con l’obiettivo di sviluppare le idee innovative e supportare l’imprenditorialità in più di 220 città. Anche Torino partecipa: domani, 4 febbraio presso il 42Accelerator, in via Mantova 36, è in programma un intero pomeriggio completamente dedicato agli investimenti per le startup e alla conoscenza dell’ecosistema dell’innovazione.

 

Il Piemonte è al 5° posto nella classifica della top ten delle Regioni start up friendly, secondo EconomyUp, che ha riaggregato i dati della ricerca “The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who”, promossa da Italia Startup e condotta dagli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, con il supporto istituzionale del Ministero dello Sviluppo Economico. La ricerca individua le Regioni che per numero di startup, acceleratori, competition, piattaforme di crowdfunding e altri soggetti attivi costituiscono un ambiente più favorevole per la nascita e lo sviluppo delle startup. Senza mai dimenticare che il “cluster” è solo un punto di partenza, perché i mercati sono ormai globali, ancor di più se digitali. In Piemonte, gli attori che ruotano attorno alla nascita di una nuova impresa, fin dal concepimento dell’idea imprenditoriale, sono oltre 250.

 

Questo dato non tiene conto dei professionisti, in particolare commercialisti, ma anche avvocati, che affiancano numerose imprese anche nell’ambito iniziale di nuova vita. La startup necessita infatti non solo di un forte sostegno economico e finanziario, ma anche di consulenze e, soprattutto, di esperti che siano in grado di mettere il progetto ancora in fase embrionale all’interno di una rete di relazioni e investitori per avere veloci prospettive di sviluppo.

 

Per entrare nella rete dei potenziali investitori, accanto al tradizionale concetto di Incubatore d’Impresa che fornisce alle startup selezionate spazi di lavoro condivisi, programmi di consulenza e servizi di assistenza legati alla fase di avvio, si sta affermando una nuova forma di aiuto: viene definita Acceleratore d’impresa e opera anch’essa all’interno della filiera di creazione e crescita delle startup. Tali programmi accelerano le startup favorendo l’incontro con gli investitori, combinano i servizi di incubazione con risorse, competenze ed esperienze specifiche finalizzate a validare l’idea di business e a lanciarla sul mercato.

 

I programmi di accelerazione sono considerati come l’evoluzione del modello incubatore e vanno a coprire un gap tra i principali modelli di finanziamento per le startup. Si collocano infatti in una fase intermedia tra l’autofinanziamento o il ricorso ad amici e parenti e i Venture Capital (i grandi investitori istituzionali, ma non solo), ricoprendo un ruolo da Business Angels (singoli individui con cospicuo patrimonio disposti a impiegarlo nel capitale di rischio), ma in una forma più strutturata. A differenza dei business angels, i programmi di accelerazione solitamente fanno più investimenti in contemporanea su diverse startup e le decisioni di investimento sono prese dal management team mentre è raro che gli investitori individuali siano coinvolti in tali decisioni.

 

Sono caratterizzati, inoltre, da relazioni più forti e continuative durante i mesi del programma. Come gli incubatori, gli acceleratori forniscono alle startup selezionate spazi di lavoro condivisi, consulenza e assistenza, ma differiscono nel modello di business. Gli incubatori infatti addebitano a tariffe agevolate i servizi offerti alle startup senza trattenere percentuali di equity (spesso sono enti non profit), mentre gli acceleratori si caratterizzano come società che erogano i servizi di incubazione a fronte di un canone e/o di una partecipazione azionaria nella nuova società costituita o da costituire. Tale partecipazione nel capitale della startup è un fattore fondamentale in termini di incentivazione e differenziazione tra incubatore e acceleratore.

 

Mentre gli incubatori forniscono un supporto finalizzato a mantenere l’impresa in vita nei primi anni “formativi” riducendone il rischio di fallimento, il modello degli acceleratori è finalizzato ad incrementare il valore delle startup per trarre guadagno dalla cessione delle quote istaurando con essa un rapporto più duraturo: il successo e il profitto dell’acceleratore è legato al successo e alla crescita della startup e gli sforzi e gli obiettivi vanno nella stessa direzione.

 

Accelerare sì, ma occorre rispettare tutti gli aspetti chiave dell’azienda innovativa: l’analisi dei bisogni di mercato e delle relative risposte attraverso la creazione di un nuovo modello di business, il percorso di finalizzazione dall’analisi di fattibilità al business plan, le attività di comunicazione e marketing specifiche per le imprese di nuova costituzione, gli aspetti giuridici e fiscali peculiari, le diverse categorie di investitori e finanziatori a cui rivolgersi a seconda dello stadio di sviluppo del progetto d’impresa, la descrizione delle diverse organizzazioni che sostengono i neo-imprenditori nel percorso di creazione e lancio d’impresa.

 

Al di là di ogni tentativo di settorializzazione, per stimolare e far sviluppare nuova iniziative imprenditoriali sul territorio occorrono, dunque, professionalità ad hoc che maturino le competenze necessarie allo sviluppo di nuove risposte alla domanda presente sui mercati e colmando la distanza tra la nascita di un’idea innovativa e la sua realizzazione in un business sostenibile.  Plauso, quindi, all’istituzione di percorsi di studio universitari, master, dottorati per i futuri professionisti orientati alle start-up, così come all’introduzione di nuove opportunità professionali in questo campo, rivolte in particolare ai dottori commercialisti.

 

* Presidente del corso di studi in professioni contabili

Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management

Università di Torino