Le associazioni Orizzonti in libertà e Convergenza delle Culture organizzano in piazza Vittorio la 5a edizione della Festa della Repubblica multietnica, all’insegna dell’integrazione e dei diritti delle diverse comunità presenti in città
Alle 10 di lunedì il Corpo bandistico della Polizia Municipale suonerà le note dell’Inno di Mameli che verrà intonato dai militari schierati in piazza Castello. E’ la cerimonia dell’Alzabandiera, per celebrare il 68° anniversario della Repubblica italiana. Presenti le autorità civili e militari e igonfaloni di Comune, Provincia e Regione. I reparti (alpini della Taurinense, carabinieri, polizia, aeronautica, finanzieri, polizia penitenziaria e forestali) renderanno onore alla Bandiera della Scuola di Applicazione dell’Esercito. Stessa piazza, ma alle 18, avverrà l’ammainabandiera.
Alla stazione di Porta Nuova, in contemporanea con le altre grandi città italiane dove si esibiranno bande militari, la fanfara della Brigata alpina Taurinense terrà un concerto. Le Ferrovie distribuiranno ai partecipanti copie della Costituzione. Per celebrare il 2 Giugno il Museo Nazionale del Risorgimento, sede del Parlamento subalpino e del primo Parlamento italiano, resterà aperto tutto il giorno al prezzo ridotto di 8 euro a biglietto e alle 15,30 proporrà una visita guidata sul tema “Costituzioni” (prezzo 4 euro).
Le associazioni Orizzonti in libertà e Convergenza delle Culture organizzano, invece, in piazza Vittorio la 5a edizione della Festa della Repubblica multietnica, all’insegna dell’integrazione e dei diritti delle diverse comunità presenti in città. Si svolgeranno dibattiti e non mancheranno momenti di musica e spettacolo. Alle 20,30 per chiudere la giornata di festa, all’auditorium Rai di via Rossini, a cura del Consiglio regionale e del Comitato per la Resistenza, si terrà il concerto dell’Orchestra Sinfonica nazionale della Rai diretta da Michele Mariotti, con musiche di Verdi e Rossini.
Bisognerà abituarsi all’idea che la città che vedranno e vivranno le nuove generazioni sarà molto diversa da quella delle nostre cartoline. Se sarà una fotografia più bella e suggestiva oppure più insignificante e disarmonica, potrà essere solo il tempo a dirlo
Per chi fosse troppo legato alle tradizioni e per chi non amasse molto il detto “le cose cambiano”, forse è giunto il momento di rassegnarsi e di accettare il fatto che non siano solo le “cose” a cambiare, ma addirittura intere città. Ed è proprio il cambiamento che sta avendo il ruolo da protagonista a Torino. In pochi anni (se tutti i progetti verranno approvati e realizzati) i torinesi vedranno sorgere nella loro città ben otto grattacieli; e così la capitale sabauda sarà costretta ad abbandonare la sua famosa etichetta di “città barocca”, lasciando il posto ad una più moderna e futurista struttura urbanistica.

A Palazzo Civico ci vanno molto ma molto cauti. Dopo l’infortunio dell’inchiesta sui Murazzi, tutti i particolari devono essere presi in esame con estrema attenzione. E così, quello che era stata annunciato come il nuovo corso della movida torinese, rischia di restare impantanato a causa di un cavillo burocratico. L’assessore Mangone, con il sostegno del collega Braccialarghe, aveva predisposto la delibera che avrebbe consentito dai prossimi giorni di far aprire i locali lungo il Po già a partire dal pomeriggio, per consentire a torinesi e turisti di godersi il lungofiume, come se si trattasse della Senna parigina. tra una passeggiata e un drink.
Quando nel 2010 Roberto Cota venne eletto governatore, il primo giro di “ambientazione” nei meandri – o sarebbe meglio dire gironi? – regionali che, in seguito, gli si sarebbero rivelati fatali glielo fece fare Enzo Ghigo: novello “Virgilio” propostosi come guida, forte della sua esperienza di presidente del Piemonte per un decennio. Cota ha telefonato a Superchiampa per congratularsi della vittoria ma chissà se lo accompagnerà a visitare le sedi regionali e a conoscere i dirigenti e funzionari. Forse sarebbe pretendere troppo da entrambi.
Per carità, spiegano da Palazzo Civico, non si tratta di un sollecito di pagamento ma soltanto di una gentilezza rivolta ai contribuenti
Superchiampa lo ha ribadito in più occasioni, vuole fare in fretta. Dieci giorni per dieci assessorati nella nuova Giunta regionale. E, in omaggio all’imperante politically correct di genere, almeno quattro posti saranno al femminile. Nel frattempo, in casa Fassino la maggioranza è alle prese con la disfida per il successore del presidente del Consiglio comunale, ora che Giovanni Maria Ferraris è stato eletto in Regione. Ma andiamo per ordine. 
“Natura Morta in un Fosso” di Fausto Paravidino narra l’indagine sul cruento omicidio di una ragazza, trovata in un fosso nuda e picchiata a morte. Un ispettore cinico e caffeinomane tenta di tirare le fila di un giallo noir, metropolitano, poeticamente contemporaneo. La rappresentazione teatrale intende proporsi come spaccato del mondo reale, dove il dolore invece che sconvolgere fa notizia.
La salvaguardia di Fiat è tra i primi pensieri del nuovo governatore/sindaco del Piemonte. Le prime dichiarazioni del dopo vittoria pronunciate da Sergio Chiamparino vanno in questa direzione. Chiamparino , quando era ancora nelle vesti di politico prestato alla banche, al vertice della Compagnia di Sanpaolo, era stato uno dei più convinti sostenitori del nuovo corso di globalizzazione di Fca. Ora, come presidente di tutti i piemontesi deve pensare un po’ di più alla Fiat domestica e all’impatto che questa potrà avere sul tessuto sociale torinese.
E’ uno spettacolo musicale sul tema del Ricordo, che viene organizzato due volte all’ anno, in primavera e autunno.