POLITICA
Leggi l’articolo su “L’identità”
IN GIUSTIZIA – In Liguria una condanna preventiva irragionevole
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IN GIUSTIZIA – In Liguria una condanna preventiva irragionevole
Sono 13 le liste provinciali per Torino presentate in vista delle prossime elezioni regionali del Piemonte. La Corte d’appello le ha accettate tutte informando che la valutazione sui cosiddetti listini che accompagnano le candidature alla presidenza della Regione non è ancora stata completata. I candidati a un seggio di consigliere regionale sono in tutto 560
Gli esiti, compreso screening che verrà fatto nelle altre circoscrizioni piemontesi, verranno comunicati lunedì.
I candidati alla presidenza della Regione sono cinque:
il presidente uscente Alberto Cirio (centrodestra),
Gianna Pentenero (centrosinistra),
Sarah disabato (Movimento 5 stelle),
Alberto Costanzo (Libertà) e
Francesca Frediani (Pieonte Popolare).
Visita al Salone del Libro per la segretaria del Pd Elly Schlein (anche) per supportare la candidata presidente del Piemonte del centrosinistra Gianna Pentenero. Ad accompagnare la segretaria anche il sindaco Stefano Lo Russo e la vicepresidente dem Chiara Gribaudo. Schlein ha fatto dichiarazioni sui temi di politica interna ed estera e ha detto di tornare sempre con piacere al salone di Torino
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Attorno alla selezione della classe dirigente persiste, e giustamente, un dibattito che non può
essere aggirato e, men che meno, strumentalizzato o dimenticato. E questo perchè la qualità,
l’autorevolezza e il prestigio della classe dirigente sono la condizione essenziale e decisiva per
ridare credibilità alla politica, alle istituzioni democratiche e alla stessa efficacia dell’azione di
governo. Certo, tutti sappiamo che senza i grandi partiti politici popolari, democratici e di massa
del passato e le concrete modalità organizzative che li caratterizzavano, la politica si è
progressivamente impoverita. I cartelli elettorali hanno sostituito i partiti e la classe dirigente
democraticamente eletta dal basso è stata soppiantata dalle nomine decise dai capi partiti
dall’alto. Almeno questo è capitato concretamente per il Parlamento italiano. E questo perchè c’è
un sistema elettorale che inibisce al cittadino di eleggere i propri rappresentanti.
E qui, però, arriviamo al cuore della questione. E cioè, detto in termini crudi, ma è ancora
possibile fare campagne elettorali nel nostro paese con lo strumento delle preferenze? Certo,
anche i sassi sanno che una delle regole basilari della democrazia è quella di garantire ai cittadini
di scegliere la classe dirigente politica ed amministrativa. A tutti i livelli istituzionali. Ma, detto
questo, c’è anche il risvolto della medaglia rappresentata dal ricorso alle preferenze. Perchè oggi
quello strumento, autenticamente e plasticamente democratico, si espone ad una miriade di
contraddizioni. E, soprattutto, di rischi per i candidati. E non solo nel Sud del paese dove, come
noto, c’è maggior dimestichezza nel ricorrere al voto di preferenza. Perchè è noto a tutti – parlo
ovviamente di tutti coloro, e sono la stragrande maggioranza, che credono nella trasparenza, nella
correttezza e nel profondo rispetto delle regole esistenti – che fare una campagna elettorale con le
preferenze ti espone ad una serie di rischi che prescindono anche dalla tua coerenza e dalla tua
correttezza. Sono tanti e tali le possibilità di incappare in qualche guaio giudiziario che,
paradossalmente, anche per uno come me che culturalmente crede nella democrazia dei partiti e,
soprattutto, nella selezione della classe dirigente dal basso, comincia a prendere in seria
considerazione il ricorso alle fatidiche “liste bloccate”. Cioè a strumenti elettorali dove non è
richiesta nessuna somma di denaro – anche se la legge prevede un tetto alle spese elettorali -,
dove il consenso è praticamente appaltato alla sola buona immagine del leader politico e dove,
infine, gli eletti sono già decisi di fatto al momento della presentazione delle liste. Liste bloccate
che, com’è altrettanto ovvio, sono la negazione della democrazia perchè quello che conta per
essere eletto è solo la fedeltà al capo partito di turno ma che, al contempo, non espone
chicchessia al rischio di qualche guaio post elezioni.
Ecco perchè, e paradossalmente, stiamo arrivando alla mesta e forse anche triste conclusione
che culturalmente e democraticamente diciamo “evviva le preferenze” e umanamente e forse
anche un po’ cinicamente, diciamo anche ad alta voce “evviva le liste bloccate”.
Giorgio Merlo
Il Mit si è trasferito ieri alla reggia di Venaria per illustrare il progresso dei lavori impostati e sbloccati per il Piemonte. Il Ministro Matteo Salvini con il suo staff ha illustrato con immagini e numeri l’impegno del ministero sul territorio piemontese.
amministratori, consiglieri regionali, assessori con il governatore regionale Alberto Cirio, hanno potuto apprendere tecnicamente dell’avanzamento dei cantieri e dei progetti. Imprenditori e rappresentanti delle istituzioni hanno assistito alla kermesse che si è conclusa con un confronto con il ministro.
I TEMI AFFRONTATI
Autostrade,
Codice della strada. Rete ferroviaria. Aeroporti, Metropolitana.
Pinqua, il programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare.
Caserme e opere pubbliche.
Combustibili futuri.
Sviluppo rete elettrica piemontese.
Hydrogen valley.
Energia nucleare.
Infrastrutture idriche, comparto idrico.
Codice degli appalti.
Tunnel del Brennero
Terzo Valico
Diga foranea di Genova
Hub intermodale Alessandria
Ponte degli italiani
Tav Torino Lione.
Innovazione, Sicurezza e velocità.
Di Adolfo Spezzaferro direttore de “L’identità”
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Ieri l’ex premier Giuseppe Conte era al campo volo di Collegno per incontrare i militanti del Movimento 5 Stelle, con la candidata alla presidenza dellaRegione Sarah Disabato, l’ex sindaca Chiara Appendino e i candidati pentastellati alle regionali. Il leader di M5S ha attaccato il governatore Cirio che vuole, ha detto “una sanità per ricchi” e ha incolpato il Pd di aver scelto di non allearsi quando “ha deciso di presentare la sua candidata” Pentenero. Conte ha ricordato poi l’impegno del movimento per la transizione ecologica e le battaglie per la legalità. (foto Facebook)
Lunedì 13 maggio, dalle ore 11.00 alle ore 13.00
Via Carlo Alberto 59, Torino – Sala Conferenze Aldo Milanese
L’ Ordine dei commercialisti di Torino e il mondo delle professioni chiedono alle forze politiche che partecipano alle prossime elezioni regionali come immaginano il futuro di Torino e del Piemonte. Che cosa si è fatto e che cosa si dovrebbe fare per sostenere lo sviluppo della città e della regione? In una parola qual è la loro ricetta?
Introdurranno i lavori:
Luca ASVISIO – Presidente ODCEC di Torino,
Bruno SPARAGNA – Presidente Consulta delle Professioni di Torino
Saranno presenti:
Gianna PENTENERO e Daniele VALLE – Partito Democratico
Alberto CIRIO e Andrea TRONZANO – Forza Italia
Roberto RAVELLO – Fratelli d’Italia
Fabrizio RICCA – Lega Nord
Sarah DISABATO e Marco ALLEGRETTI – Movimento 5 Stelle