POLITICA- Pagina 438

Non si sprechi una storica occasione

So perfettamente di sfiorare l’impopolarità, ma  secondo me, Matteo Renzi non ha tutti i torti. Anche lui zigzaga non essendo lineare. Anche lui si contraddice e provoca. Ma non accetto una cosa dei suoi innumerevoli detrattori. Matteo Renzi sbaglia perché è antipatico.  Ma che c’entra.

Beppe Grillo è stato simpatico al 33 % degli italiani e ci siamo beccati  disastrosi Ministri come Toninelli e Di Maio. Caro Presidente Conte, mi sembra abbastanza chiaro, vuoi fare ancora il Presidente del Consiglio, scordati di essere l’unico che decide dove vanno i soldi dell’Europa e dunque nostri che, nel nostro piccolo, paghiamo le tasse.
 E come dare torto al nostro governatore Cirio che propone un Patto politico ed economico per il Piemonte. I parlamentari, sindacati e “padroni” la devono smettere di litigare e debbono pensare agli interessi dei piemontesi. Chi non ci pensa  perché convinto di aver già dato e John Elkann, degno erede degli Agnelli. Produrrà in Polonia.  Ed allora si faccia dare i soldi dai polacchi che , come tutti sanno, si sono opposti nel dare i soldi agli italiani.  Non mi sembra che sia così difficile da capire. Ma c’ è dell’altro, e non bello.  Il famoso e per certi versi invidiato modello Lombardia fa acqua da tutte le parti. Anche i veneti sono in grossa difficoltà.  La graduatoria delle regioni più virtuose nelle vaccinazioni lo sta a dimostrare.  Così noi piemontesi siamo decisamente più efficienti di Lombardia e Veneto.  Così per dire , no? Cosa vorrei? Una classe politica locale che  battesse i pugni sul tavolo.  Sempre con i dovuti modi, s’intende. Che non si facesse prendere in giro a Roma come a Bruxelles. Insomma, una parte importante del sistema produttivo è rimasto nella nostra Regione e tale dovrà rimanere. Sarà banale ma è essenziale partire da ciò per una efficace gestione delle risorse Europee e dunque nostre. Abbiamo paura. Abbiamo paura che i soldi vengano spesi in modo clientelare e dunque malamente. Non si è cominciato bene visto che la malconcia sanità, per adesso sta facendo la parte della cenerentola. Dunque speriamo che siamo di fronte ad una storica occasione per il Piemonte e per l’Italia. Anche per questo non possiamo essere che contenti della proposta di Cirio per questo Progetto Piemonte. Basta che non sia come la vicenda della Tav, del terzo valico e della Cuneo Asti. Ad oggi una colossale burla, quasi una commedia dell’arte dove imperversano i no Tav  e il governo fa finta di ripartire e non riparte. Conclusione: solo un pazzo si porrebbe il problema di fare investimenti nella nostra regione. Caro nostro Piemonte, cara nostra amata Torino, datevi una mossa ora.  Domani sarà troppo tardi.
Patrizio Tosetto

Ruffino (Fi): “Italia a rischio: la politica trovi colpo d’ala”

Caro direttore, con la maggioranza condannata a sostenere l’impotenza dell’esecutivo per evitare di implodere, il Covid che non abbassa la testa e continua a mietere lutti, il governo prigioniero incatenato ai propri annunci, e il Recovery plan ancora in alto mare, ci sono tutti gli ingredienti per una condizione di rischio elevato per l’Italia. Questo è il momento dei “costruttori”, come ha esortato con saggezza il presidente della Repubblica: è il momento, cioè, perché maggioranza, governo, opposizione escano dal proprio recinto per affrontare le emergenze che assediano il Paese, a cominciare dalla pandemia.

     Mai prima d’ora l’Italia era venuta a trovarsi in una condizione di estrema gravità come l’attuale. Se ne esce nel solo modo possibile alla politica: mettendo da parte pregiudizi ideologici, superando steccati ritenuti invalicabili, attivando tutte le risorse europee, a cominciare dal Mes sanitario. Il ritmo della campagna di vaccinazione va incrementato assumendo personale, perché i dati odierni ci condannano a un anno e mezzo per vaccinare il 55-60%, quindi condannano migliaia di persone a morire: e la politica non può condannare a morte migliaia di persone per un tornaconto elettorale. Mi rifiuto di credere che ci siano leader pronti ad andare alle elezioni facendo perdere all’Italia i soldi del Recovery, rallentando la campagna di vaccinazione e lasciando il Paese allo sbando. Andare alle urne in queste condizioni significa delegittimare la politica. Dalle urne non uscirebbe nessun vincitore, ma solo la sconfitta del Paese.

On. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Stellantis, Chiamparino: “Forti potenzialità”

 “UNA SFIDA DECISIVA PER TORINO E IL PIEMONTE”

«Con Stellantis nasce un gruppo dalle forti potenzialità strategiche a livello globale, con una solida presenza in Europa e nel continente americano, e interessanti prospettive verso i nuovi mercati dell’estremo Oriente. L’ambizione di Torino e del Piemonte, nonostante gli squilibri nella governance del gruppo, deve essere quella di rimanere una delle teste strategiche di Stellantis, sviluppando nuove produzioni dall’elettrico ai motori a scoppio più innovativi. Bisognerà saper fare sistema, sia per garantire nuovi investimenti sia per difendere e accrescere l’occupazione. Credo che per le ambizioni di Stellantis sul versante della mobilità sostenibile, l’automotive torinese costituisca una risorsa importante di imprenditorialità, conoscenza è saper fare».

Sergio Chiamparino – Consigliere regionale Pd

Edilizia convenzionata, Gallo (Pd): “60 milioni fermi”

“CHIEDEREMO CHIARIMENTI ALLA GIUNTA”

4 gennaio 2021 – “Abbiamo appreso dagli organi di informazione che 60 milioni destinati a costruire 400 alloggi di edilizia convenzionata con la conseguente creazione di 1.200 posti di lavoro, sarebbero fermi, dal momento che non è stato pubblicato alcun bando attuativo della delibera del febbraio 2019 della Giunta Chiamparino che aveva individuato i criteri per gli interventi nel campo del Welfare e la classificazione dei comuni ad alta tensione abitativa. Martedì prossimo in Consiglio presenterò un question time su questa vicenda che, se confermata, sarà davvero paradossale e grave soprattutto in un momento di crisi come questo” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Se effettivamente i soldi sono stati stanziati e se il nuovo governo regionale di centrodestra ha confermato l’intenzione di dare continuità a questo progetto mi chiedo che cosa sia successo e perché non sia stata avviata questa azione di rilancio che darebbe uno stimolo concreto all’economia” spiega Gallo.

“Voglio risposte che chiariscano quali siano i motivi che hanno bloccato questo investimento che interessa un tema tanto delicato come quello del diritto all’abitazione, che il Partito Democratico ha sempre messo al centro delle proprie politiche. La creazione di nuovi alloggi rappresenta un aiuto concreto per le fasce più vulnerabili della popolazione che, purtroppo, la pandemia ha reso ancora più fragili” conclude il Presidente Gallo.

Giacometto (Fi): “Cashback? Un fallimento”

“Con la fine del periodo sperimentale, iniziato l’8 dicembre scorso e concluso con l’ultimo giorno dell’anno, possiamo fare un primo bilancio del cosiddetto “extra cashback di Natale”.
Una misura che l’attuale Presidente del Consiglio aveva illustrato con grande enfasi e con tanto di slide dedicata durante la conferenza stampa del 3 dicembre scorso e che, nelle intenzioni del Governo, avrebbe dovuto rappresentare un modo per favorire i consumi interni presso le attività del nostro commercio di vicinato, pesantemente colpite dalle restrizioni del primo e del secondo lockdown.
E qual è stato il risultato? Se, da un lato, la spesa degli italiani nel periodo natalizio ha segnato un crollo, con una contrazione di circa 2 miliardi rispetto all’anno precedente secondo i dati del Codacons (-20%), dall’altro lato i circa 5,8 milioni di italiani che hanno attivato tramite l’app IO il cashback avranno in media poco più di 35 euro di rimborso sugli acquisti effettuati in questo periodo. Ciò in virtù della copertura di bilancio prevista dal Governo per tale misura, circa 228 milioni di euro per il 2020. Una dotazione finanziaria che, come chiaramente indicato nel decreto attuativo, non potrà essere superata, con la conseguente riduzione proporzionale del rimborso spettante ad ogni cittadino per gli acquisti effettuati nel dicembre dell’anno scorso. Altro che i 150 euro a persona promessi!
Insomma, se il duplice obiettivo era sostenere il commercio tradizionale e, attraverso un meccanismo che ricorda molto vagamente il “contrasto di interessi” in vigore in altri Stati, favorire i consumatori, allora abbiamo già chiaro l’esito: non raggiunto. E visto che tale provvedimento sarà in vigore ancora per un altro anno e mezzo fino alla fine del primo semestre 2022, con una dotazione finanziaria di ulteriori 4,1 miliardi, addirittura e in modo del tutto inopportuno proveniente dalle risorse del Recovery Fund, la lettura attenta di questi primi indicatori di risultato consiglia di abbandonare una volta per tutte le logica dei microbonus che hanno già dimostrato la propria inefficacia, impiegando risorse così ingenti per misure strutturali e che abbiano davvero un impatto sull’economia reale del nostro Paese, a cominciare da un non più rinviabile taglio delle tasse per imprese e famiglie”.
Lo afferma in una nota Carlo Giacometto, deputato di Forza Italia e componente della Commissione Finanze

Tav, Casolati (Lega): “ideologismo grillino non ferma il cantiere”

“Con la votazione in commissione Trasporti al Senato del parere sul contratto di programma sulla sezione transfrontaliera della Torino-Lione, e più compiutamente della Kiev-Algeciras, la via che porta al completamento dell’opera è ben tracciata, nonostante la codardia politica dei Cinque Stelle, assenti durante il voto.

Ancora una volta, ciò che è rimasto di quella forza che doveva rivoluzionare la politica italiana, va contro gli interessi del Paese, trincerandosi dietro il peggior ideologismo ambientalista a fasi. alterne. Sappiano, però, che il Paese fa volentieri a meno delle loro incapacità: grazie al voto della Lega e del centrodestra, 90 milioni di euro per le opere compensative arriveranno in provincia di Torino, destinati a quei comuni che hanno subito disagi, sommandosi agli ottomila posti di lavoro che il cantiere svilupperà sul territorio. A questa iniezione di fiducia e lavoro, deve però accompagnarsi una reale tutela fisica delle maestranze coinvolte e delle Forze dell’Ordine poste a difesa del cantiere dalle intemperanze di violenti e sconfitti dalla Storia che si oppongono ai lavori, come accaduto lo scorso 13 dicembre. Il ministro Lamorgese comprenda la necessità e provveda a definire un piano organico e definitivo di protezione, che permetta la speditezza dei lavori, perché il Piemonte e i suoi abitanti possano dotarsi di una infrastruttura moderna e funzionale capace di rilanciare la regione nella ripartenza post-Covid”.

Così la senatrice piemontese della Lega Marzia Casolati

Marello (pd): «La maggioranza ha in mente piste ciclabili al posto dei binari”

Respinto con il parere contrario della Giunta Cirio e della maggioranza di centro-destra un Ordine del Giorno sul “Ripristino delle corse ferroviarie sospese e nuove strategie di potenziamento del servizio”.

 

E’ stato respinto, con il parere contrario della Giunta e il voto contrario della maggioranza di centro-destra, l’Ordine del Giorno numero 404 sul “Ripristino delle corse ferroviarie sospese, cessazione della politica di tagli e progettazione di nuove strategie di potenziamento del servizio ferroviario post-Covid” presentato dal Consigliere Maurizio Marello in qualità di primo firmatario.

Messo in discussione per la prima volta nella seduta del 22 dicembre, l’Odg fu formulato a settembre quando la Giunta aveva rinnovato la sospensione di tratte ferroviarie in diverse aree del Piemonte confermando i tagli effettuati durante la prima fase dell’emergenza Covid.

«In esso ponevo obiettivi semplici ma fondamentali», ha spiegato il Consigliere Marello, «come quello di fermare la politica di tagli in corso in grado di allontanare sempre più i cittadini dal servizio ferroviario: da poco in diverse province piemontesi erano state sospese alcune tratte. Chiedevo poi di revocare la sospensione di linee già avviata nel 2012 quando la Giunta Cota fece una serie di tagli molto pesanti interrompendo collegamenti importantissimi (un esempio su tutti è la linea Alba- Asti- Nizza- Milano chiusa in quell’anno e che oggi necessita di interventi strutturali ma è strategica in quanto potrebbe garantire un collegamento tra Cuneo a Milano). Un ultimo aspetto sul quale vorrei porre l’accento è relativo a quanto la vicenda del Covid stia mutando il sistema della mobilità e per questo sia necessario porre mano a una visione complessiva: il presente e il futuro richiedono nuove strategie».

«Avevo chiesto perciò alla Giunta uno sforzo per cessare la politica dei tagli e cercare nuove opportunità: appello che è caduto nel vuoto », ha proseguito il Consigliere, «Mi colpisce il fatto che il contenuto di questo Odg sia stato, in campagna elettorale, patrimonio di tutte le forze politiche che oggi siedono in Consiglio Regionale e che, all’atto di suggerire linee programmatiche che vadano nella direzione del rafforzamento e dello sviluppo ferroviario, purtroppo si sia giunti ad un voto contrario dei consiglieri della Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia ».

Dello stesso avviso i colleghi Consiglieri Pd Monica Canalis e Alberto Avetta che hanno ricordato la triste sorte delle tratte Pinerolo-Torre Pellice e Chivasso -Asti da tempo abbandonate: «La Giunta regionale sembra fare una scelta molto precisa di sacrificio del trasporto ferroviario», hanno commentato, «Il treno è il mezzo di trasporto più sostenibile e rispettoso dell’ambiente».

«Non possiamo più accettare giustificazioni esclusivamente di tipo economico su questa tematica considerata l’importanza vitale di riaprire le linee sospese», ha aggiunto infine il Consigliere Ivano Martinetti (MoVimento 5 Stelle).

«Chi governa oggi il Piemonte ha gettato la maschera», ha concluso amaramente Marello, «Altro che riaprire le linee sospese come la Alba-Asti-Nizza, la Bra-Cavallermaggiore o la Saluzzo-Savigliano, solo per citarne alcune. Altro che potenziare il treno. Lor signori che ci governano, in testa l’Assessore ai trasporti Marco Gabusi, hanno in mente l’esatto contrario: piste ciclabili al posto dei binari e pullman in luogo dei treni. Da parte nostra, tuttavia, lotteremo per impedire questo scempio».

“A Chieri Regione e Trenitalia per un vero confronto”

CHIERI-RIVAROLO. SICCHIERO: “PARTITI CON IL PIEDE SBAGLIATO”     Il sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero solleva sette questioni: “Un vero sgarbo istituzionale essersi ‘dimenticati’ di invitare il Sindaco di Chieri alla stazione di Chieri! Ora un vero confronto con i sindaci della nostra area, i pendolari e i cittadini.”

 

«Il subentro di Trenitalia nella gestione della linea ferroviaria Sfm1 Chieri-Torino-Rivarolo è un evento molto atteso da lavoratori pendolari, studenti e utenti del chierese, che per anni hanno sopportato ritardi, disservizi ed inefficienze del trasporto pubblico locale.

 Per questo sono profondamente dispiaciuto dal fatto di non aver potuto dare ufficialmente il benvenuto a Trenitalia alla stazione di Chieri la mattina del 1 gennaio. Sarei stato ben felice di accogliere il direttore generale di Trenitalia, l’ing. Marco Dalla Monica, e i sindaci del Canavese che il Presidente della Commissione Trasporti del Consiglio regionale, Mauro Fava, ha ritenuto di coinvolgere nell’iniziativa. Purtroppo non sono stato invitato, e non ho potuto fare gli ‘onori di casa’, nonostante la ‘casa’ in questione fosse la stazione della nostra città. Uno sgarbo istituzionale che non ha giustificazione alcuna. Non è così che ci si comporta.

Quello della Sfm1 è un tema di interesse generale, che richiede una costante interlocuzione con le amministrazioni locali e con i comitati dei pendolari, invece l’iniziativa del consigliere Mauro Fava si è rivelata una semplice passerella.

Si è iniziato con il piede sbagliato. Pertanto, come ho già avuto modo di fare a metà dicembre all’incontro di Rivarolo, rinnovo a Trenitalia e alla Regione Piemonte l’invito a venire a Chieri per un vero confronto con i sindaci della nostra area, i pendolari e i cittadini.

Vogliamo sperare che i nuovi treni “Pop” da ieri in servizio sulla linea Sfm1 siano solo il primo passo verso nuovi investimenti ed interventidopo tante promesse non mantenute, ci attendiamo un netto, rapido e tangibile cambiamento rispetto alla precedente gestione di GTT, così da fare della Chieri-Torino-Rivarolo una vera linea metropolitana che ‘cuce’ Torino con una parte rilevante del territorio metropolitano, il chierese e il canavese.

Restano, però, non poche questioni che devono essere definite. Ovvero:

1.il completamento del nodo di Settimo Torinese: è fondamentale per il collegamento tra Canavesana e la Torino-Milano, e quindi per il rispetto degli orari: ci sono aggiornamenti?;

2.il completamento del sistema SCMT (sistema di controllo della marcia del treno) sulla linea del Canavese, che è fondamentale per tornare alla velocità di 105 km/h e quindi per il rispetto degli orari. Ci sono novità?

3.ulteriori nuovi treni promessi con maggiore capienza: quando entreranno in funzione?

4. fino ad oggi i treni nella tratta del Canavese finivano in un “buco nero”, nel senso che non erano tracciati e non si sapeva se arrivavano in orario o in ritardo. Con Trenitalia sarà risolto questo problema?

5.con la nuova gestione, miglioreranno le condizioni di accessibilità per le persone con disabilità? Oggi, ad esempio, a Chieri le persone con disabilità possono salire autonomamente sui treni solo da uno dei due binari, quindi possono prendere un treno sì e uno no;

6.i Comuni del Chierese avevano approvato un ordine del giorno rivolto alla Regione Piemonte, per riattivare la fermata di Madonna della Scala, al confine tra Chieri, Cambiano e Pecetto, per promuovere una mobilità più sostenibile. Ci sono novità in proposito?

7. come Comune abbiamo investito molte risorse per il nuovo parcheggio dietro la stazione, e per realizzare la ciclostazione (bike box), con l’obiettivo di favorire l’uso del treno. Ora anche gli altri attori del sistema devono fare la loro parte, garantendo un servizio all’altezza delle aspettative e delle necessità dei nostri territori.

Di tutto questo, e di altro, vorremmo parlare quanto prima con Trenitalia, Regione Piemonte e Agenzia della Mobilità».

Meritocrazia Italia: “No a nuove segnalazioni bancarie”

Dall’1 gennaio 2021 entra in vigore la nuova definizione di default prevista dal Regolamento europeo n. 575/2013 e relativa ai requisiti prudenziali per gli enti creditizi e le imprese di investimento.

 

I criteri di classificazione dei clienti a fini prudenziali da parte di banche e intermediari finanziari saranno più stringenti rispetto a quelli finora previsti. Il senso è quello della maggiore armonizzazione normativa, ma, a conti fatti, rispetto ad altri Stati membri l’Italia sconterà forti penalizzazioni.

I principali cambiamenti prevedono che le banche definiscano automaticamente inadempiente il cliente privato, il libero
professionista o la piccola-media impresa che abbiano un arretrato da oltre 90 giorni nel pagamento di una obbligazione
concessa dall’istituto di credito. L’importo di tale arretrato dovrà soddisfare contemporaneamente due condizioni: essere
superiore sia, in valore assoluto, a 500,00 euro per le imprese o 100,00 euro per i privati, e sia all’1% del totale delle
esposizioni verso la banca.

Non sarà più possibile la compensazione degli importi scaduti con altre linee di credito non utilizzate, e si seguirà la logica
secondo la quale ogni concessione, ancorché prestata al medesimo cliente, dovrà venir considerata a sé stante e valutata
separatamente rispetto all’intero assetto delle concessioni utilizzate dallo stesso. Sì che ciascuna concessione dovrà essere
ben ponderata prima di essere sottoscritta non solo da chi la concede ma anche e soprattutto da chi la richiede, atteso il
potenziale livello di rischio.

Inoltre, in caso di rapporti co-intestati (conti correnti o mutui), il default coinvolgerà tutti gli intestatari (c.d. contagio del
default).

È certo che i destinatari sono (e saranno) chiamati a significativi interventi in termini di governance – attraverso l’adozione di
modelli di early warning che anticipino l’evento di default e intercettino in modo più tempestivo i segnali negativi, contenendo
gli effetti del deterioramento – sia in termini di processo, per un costante e tempestivo monitoraggio delle diverse posizioni
creditorie e di audit.

A prova del forte impatto della nuova definizione di default sull’operatività, da uno studio effettuato da Assifact emerge che il
25% delle esposizioni verso le imprese, il 30% delle esposizioni verso le amministrazioni pubbliche centrali, il 63% delle
esposizioni verso le amministrazioni locali e addirittura il 94% delle esposizioni verso gli enti del settore sanitario nazionale
dal 1° gennaio 2021 verrebbero classificate tra i crediti deteriorati (Npl), per un valore stimabile tra i 7,6 e i 12 miliardi di
euro.

Il timore, diffusamente avvertito e non infondato, è che le nuove norme frenino i percorsi di inclusione finanziaria.
Ciò sarebbe gravissimo soprattutto perché mortificherebbe le speranze di una prossima uscita dalla crisi economica in corso
e del rilancio dell’attività d’impresa. Sarebbe come aggiungere acqua a un annegamento in corso.

Compresa la necessità di uniformare il sistema bancario e finanziario ai principi della vigilanza equivalente e della neutralità
normativa, ma considerato il rischio che ulteriori restrizioni affatichino la ripartenza, Meritocrazia Italia richiede la
temporanea disapplicazione della definizione di default e di tutte correlate le conseguenze tecniche, a iniziale
beneficio di aziende e privati cittadini e successiva utilità della Comunità nel suo insieme.
Meritocrazia propone altresì:

– una più ragionevole soluzione interpretativa delle regole dettate in materia di rischio di diluizione; in concreto,
l’applicazione del principio generale secondo il quale per la classificazione a default occorre la continuità dello scaduto su una
singola obbligazione creditizia per oltre 90 giorni dovrebbe aver conto anche delle peculiarità del credito commerciale (la cui
esigibilità cambia, soggetta a clausole, termini e condizioni inserite nei contratti di fornitura);

– maggiore impegno nello sviluppo e nell’adozione dell’invoice fintech (soluzioni tecnologiche applicate all’invoice
finance, a supporto della cessione del credito) a livello mondiale, identificando i casi di successo delle start-up innovative e gli
esempi virtuosi di collaborazione fra queste e gli operatori del mercato, al fine di intercettare e interpretare i trend, con
particolare focus sulla supply chain finance.

Fino a quando gli istituti di credito saranno gli unici soggetti preposti a sostenere gli investimenti e lo sviluppo delle piccole
imprese, non potrà non darsi prioritario rilievo al ‘merito’ sulla reale sostenibilità economica e finanziaria delle richieste di
credito, tenendo conto del progetto imprenditoriale e delle reali prospettive di crescita.

Meritocrazia Italia suggerisce azioni che possano riabilitare il credito, rendendolo accessibile a tutti, invece di nuove chiusure
che andranno ad amplificare il disagio sociale e quindi la povertà.

Meritocrazia Italia
Il Presidente Walter Mauriello

Vaccini, FI: “Gli italiani chiedono chiarezza”

Il governo e il commissario “a tutto” Domenico Arcuri stanno affrontando la vicenda decisiva dei vaccini con il gioco delle tre carte.

Tanto per chiarire: quando si dice che in Italia sono arrivate 470 mila dosi, che cosa si intende? Che sono arrivate 94 mila fiale del vaccino Pfizer-Biontech, poiché da ogni fiala si ricavano 5 dosi, oppure che sono arrivate 470 mila fiale, e dunque disponiamo di 2 milioni e 350 mila dosi del vaccino? Con quali ritmi i circa 300 luoghi individuati per la vaccinazione riescono a somministrare il vaccino? E quando il governo e il commissario ritengono di poter impiegare i 15 mila professionisti selezionati per le vaccinazioni? Queste e mille altre domande avrebbero dovuto trovare risposta in un piano di vaccinazione mai da nessuno predisposto. Tranne la spesa folle dei gazebo “primula” (poi a meravigliarci per la diffidenza dell’Europa sulla vocazione italiana allo sperpero!), tutto il resto è scritto sull’acqua. Per favore, vuole il presidente del Consiglio richiamare il commissario Arcuri e caldeggiare l’immediato ritiro dei gazebo primula? E magari procedere, con il risparmio di una spesa a tutti sconosciuta, tranne che ad Arcuri, ad acquistare altre dosi del vaccino come ha saggiamente fatto la Germania?

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia