POLITICA- Pagina 439

La Regione sceglie il referendum maggioritario

Dall’ufficio stampa di Palazzo Lascaris

Dopo tre giorni di discussione, con due sedute serali, il Consiglio regionale ha approvato con 31 sì della maggioranza – la minoranza ha abbandonato l’Aula e non ha preso parte al voto in segno di protesta contro la decisione di contingentare i tempi – la deliberazione che richiede il referendum abrogativo sulla quota proporzionale della legge elettorale nazionale. Degli otto ordini del giorno collegati l’Assemblea ha approvato quello presentato dal primo firmatario Paolo Ruzzola (Fi) e respinto quelli proposti rispettivamente dai primi firmatari Domenico Ravetti (Pd) e Marco Grimaldi (Luv).

Sempre con 31 sì della maggioranza l’Assemblea ha poi approvato la deliberazione che individua quale delegato effettivo dell’Assemblea legislativa per portare la delibera alla Corte di Cassazione il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia  e quale delegato supplente il capogruppo della Lega Nord Alberto Preioni.

L’iter, previsto dall’articolo 75 della Costituzione, ha coinvolto diversi altri Consigli regionali che si sono espressi durante la settimana.

La proposta di Molinari (Lega) sulle Centrali del Latte diventa legge

Con il voto al Senato 

“Ora c’è anche l’approvazione del Senato: superiamo così l’ingiustizia creata dalla legge Madia, e portiamo il sistema del settore lattiero caseario verso una maggiore tutela pubblica. La legge sul lattiero caseario, di cui sono stato primo firmatario alla Camera,  prevede che per le quote nelle centrali del latte si deroghi a quel principio della legge Madia che imponeva il divieto per le amministrazioni pubbliche, di costituire, anche indirettamente, società aventi per oggetto attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, nonché di acquisire o mantenere partecipazioni, anche di minoranza, in tali società.

Si tratta di una risposta concreta agli enti locali che vogliono mantenere il loro ruolo di garanzia in una filiera importante come quella del latte. Allo stesso tempo è un forte segnale politico dopo gli anni delle liberalizzazioni forzate dei governi Monti e Pd verso gli allevatori: le nostre produzioni agricole di eccellenza hanno bisogno di più tutele dallo Stato, non di essere in balia esclusiva delle logiche del mercato globale.  Speriamo peraltro che il nuovo Governo continui sulla strada tracciata dalla Lega, prendendo atto degli errori compiuti in passato dal centro sinistra.

Grazie a questa legge, frutto di una battaglia che ho portato avanti non appena arrivato in Parlamento, il Comune di Alessandria può mantenere le sue quote nella nostra Centrale del Latte, come fortemente richiesto dagli allevatori e dalle associazioni agricole. Continua lo ‘strabismo’ del Partito Democratico: anche in Senato, come già alla Camera, si è astenuto, mentre in comune si è detto sempre favorevole al mantenimento delle quote. Astenuti anche i senatori di Italia Viva, mentre a favore si sono espressi oltre alla Lega Forza Italia, Fratelli d’Italia, M5S, Gruppo Misto e Leu”.

Lo dichiara Riccardo Molinari capogruppo della Lega alla Camera.

Presentata da +Europa petizione per riforma elettorale

Chiede  legge regionale uninominale e maggioritaria.

Giovedì 26 settembre, alle ore 11, i dirigenti del Gruppo +Europa Torino terranno una conferenza stampa volante di fronte all’ingresso di Palazzo Lascaris in via Alfieri dove presenteranno una petizione popolare, a norma dello Statuto regionale, per chiedere al Consiglio regionale di attuare una riforma della legge elettorale in senso uninominale e maggioritario, suddividendo la Regione in 50 collegi e abolendo il listino. “Dopo che la maggioranza è stata folgorata sulla via di Damasco in merito al convincimento che occorra per il nostro Paese una riforma uninominale e maggioritaria, chi da anni la chiede per la Regione torna alla carica dicendo al Presidente Cirio: ‘ Prima i Piemontesi!”.

Interverranno tra gli altri:
Marco Cavaletto (Coordinatore Gruppo +Europa Torino)
Igor Boni, Silvio Viale, Beatrice Pizzini (Direttivo Gruppo +Europa Torino)

Telecamere negli asili, la proposta di Varaldo e Sacco

Tommaso Varaldo e Rachele Sacco chiedono l’istallazione di telecamere in asili e strutture sanitarie: “Così tuteliamo i minori, gli anziani e i disabili. Ci sono già i fondi, Chieri si faccia avanti”. L’On. Annagrazia Calabria: “Azione politica importante”
I Consiglieri Comunali Tommaso Varaldo e Rachele Sacco hanno presentato una mozione congiunta con la quale impegnano l’amministrazione comunale a intraprendere iniziative a favore dell’istallazione di telecamere negli asili e nelle scuole d’infanzia statali e paritarie, nonché nelle strutture di assistenza e cura per anziani e disabili.
“La nostra mozione, con cui chiediamo all’amministrazione comunale di predisporre un piano esecutivo per l’installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, all’interno dei nidi e delle scuole dell’infanzia statali e paritarie, nonché nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità presenti sul territorio, ha come unico obiettivo garantire una maggiore qualità e sicurezza nell’assistenza e nella cura degli utenti” dichiarano i Consiglieri Comunali di Forza Italia e Progetto per Chieri
“Troppo spesso – continuano i Consiglieri – la cronaca riporta episodi di maltrattamenti fisici e psicologici sia sui minori all’interno di asili nido e scuole dell’infanzia sia sugli anziani e sui disabili all’interno di strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali. Anche per prevenire questi episodi nello Sblocca cantieri è istituito un fondo di 10 milioni nel 2019 e di 30 milioni per ciascun anno dal 2020 al 2024 rivolto ai Comuni che intendano  installare sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso e di apparecchiature per conservare le immagini”
“Il Comune di Chieri dia il buon esempio e sia tra i primi a predisporre un piano esecutivo per l’installazione accedendo ai fondi – concludono Varaldo e Sacco – Lunedì 30 settembre saremo in Consiglio Comunale con la speranza che la maggioranza approvi questa mozione volta unicamente alla tutela dei soggetti più vulnerabili. Una priorità che non deve avere colore politico”
La battaglia sulla videosorveglianza è da tempo una battaglia portata avanti da Forza Italia nelle aule parlamentari e in particolare dall’On. Annagrazia Calabria. Un impegno che ha portato, il 23 ottobre 2018, l’approvazione alla Camera dei Deputati della Proposta di Legge n. 480 –On.CALABRIA ed altri: “Disposizioni in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio e delega al Governo in materia di formazione del personale”
“Desidero ringraziare Tommaso Varaldo e Rachele Sacco che nel loro Comune di Chieri decidono di portare avanti una battaglia di civiltà a favore di chi non può difendersi da solo e che per la sua importanza sociale non può essere derubricata a ordinaria battaglia politica. La mia proposta di legge che è stata approvata a larga maggioranza l’anno scorso alla camera dei deputati è ferma da troppo tempo ormai in aula al Senato. Quindi è ancora più importante l’azione politica a favore della cittadinanza che mettono in campo oggi Tommaso e Rachele a testimonianza della buona amministrazione di Forza Italia che mette al centro la persona e i suoi bisogni” così in una nota la deputata di Forza Italia Annagrazia Calabria commenta la mozione presentata dai Consiglieri.
 
Tommaso VARALDO
Consigliere Comunale e Capogruppo –  Comune di Chieri
 
Presidente –  Associazione Infanzia e Famiglia AIEF

“Il 27 tutti in piazza contro i disastri climatici per il diritto a un futuro vivibile”

Riceviamo e pubblichiamo

No al Tav in Valsusa

Il 27 settembre, a Torino come altrove, Rifondazione Comunista sarà in piazza insieme ai tanti che in tutta Italia e nel mondo parteciperanno allo sciopero globale del 27 settembre contro il riscaldamento climatico. La devastazione climatica su scala planetaria provocata da un modello di sviluppo capitalistico distruttivo non è una minaccia lontana ma una dato della realtà. Secondo i dati dell’Organizzazione meteorologica mondiale gli ultimi cinque anni sono stati i più caldi da quando è iniziata la misurazione delle temperature. Anni di emissioni crescenti di gas serra da parte dei paesi ricchi che continuano a bruciare gas, petrolio, carbone fregandosene delle ricadute ambientali e delle catastrofi umanitarie. Sono passati tre decenni dal giorno in cui governi e scienziati hanno cominciato a discutere sulla necessità di ridurre le emissioni per evitare i rischi di collasso climatico. Da quando sono iniziati questi incontri non è successo nulla, anzi le emissioni globali di CO2 sono salite ben più del 40 per cento, la temperatura si è innalzata di oltre 1 °C. Anche a livello nazionale si continuano a perseguire scelte dissennate come il Tav in Valsusa, lo scavo di un tunnel sotto il Moncenisio di 57,5 chilometri che andrebbe a produrre 12 milioni di tonnellate di CO2 aggravando una situazione già di per sé drammatica. I giovani di tutto il mondo stanno portando allo scoperto questo disastro, scendono in piazza per il diritto fondamentale di avere un futuro vivibile. Il loro motto è cambiare sistema non il clima. Un sistema imperniato sul profitto privato, le guerre economiche e militari, la depredazione dei territori, un modello di sviluppo energivoro. Basta con questo sistema. Scendiamo in piazza per il diritto fondamentale di tutte e tutti di vivere una vita piena e dignitosa. La manifestazione partirà alle 9,30 da Piazza Statuto.

Una nuova giovinezza per il premier

Fa un certo effetto leggere le ultime dichiarazioni
di Conte Presidente del Consiglio: a Malta in un
giorno abbiamo fatto quello che Salvini non ha fatto.
Caruccio, ma non era Lui il Presidente? Va bene,
comunque, altro giro altra corsa. Purché sia appunto
un’ altra corsa. Nell’ accordo Francia e Germania
dovrebbero fare il loro dovere accogliendo in modo
automatico chi sbarca a Malta e nel nostro Paese. Il
condizionale è d’ obbligo. Vedremo.
Per Salvini e leghisti è una sola. Basta aspettare un
po’ è vedremo. La Boldrini si iscrive al PD. Grande
traffico in questo partito con gente che va e gente che arriva.
Non le masse sicuramente. Ma qualche movimento
c’ è. E Portas e Fregolent coordinano i renziani
piemontesi con la presenza del capogruppo Dem
Lo Russo sostenitore dell’ impazzimento dei romani
che sono disponibili alla ricandidatura dell’ Appendino,
che per altro ha già prenotato un seggio romano
in Parlamento. Tanto rumore per nulla. Si Devono
aspettare i risultati in Umbria ed anche qui è una
questione di tempo. Cirio sta parando i colpi
di casa sua. Giunta coesa ma un’ aula con consiglieri
regionali francamente debolucci, senza esperienza ed
in alcuni casi decisamente imbarazzanti nel loro non
sapere. Gita a Genova e  poi maratona per compiacere
Salvini sulla legge elettorale. Oltre 100 giorni un unico
provvedimento sui taglio dei vitalizio. Poca carne
al fuoco e la conferma di Ambrosini in FinPiemonte
sinonimo di mancanza di alternative, eppure Vietti
ottima soluzione  Non finisce qui. Conte chiede all’
Ascari di non visitare il cantiere Tav per non irritare i
pentastellati. Piccole cose di pessimo gusto abbinate
alla Laura Castelli ed alla sua manifesta incapacità
ci danno la certezza che questo governo non pensa alle sorti del Piemonte.

E il reddito di cittadinanza?
Anche qui non c’ è bisogno di tempo per stabilire
che la montagna ha partorito il topolino. Pochi soldi
e soprattutto nessuna offerta di lavoro. Bisogno
di figure professionali qualificate ci sarebbe ma
manca totalmente la domanda. Intanto in Piemonte
flette anche l’ esportazione. E  mentre nel Veneto il
prosecco vola nelle ordinazioni i nostri vini arrancano.
Diciamocelo, cari piemontesi, non siamo messi bene.
Inutile piangersi addosso come é inutile tacere. E
qualche piccolo ed educato urlo si addice alla bisogna.
Effettivamente sono impaziente e come detto più volte
non abbiamo più tempo.
Crisi economica dell’ Europa ma più pronunciata in
Italia come più specifica nella nostra Regione. Che
diciamocela fino in fondo tutta è oramai il Sud d Italia.
Ma anche il cosiddetto popolo non si fa mancare nulla.
Su 40mila alloggi popolari a Roma quasi 5mila
sono abusivi nel senso  che dichiarando il falso hanno
ottenuto l’assegnazione. Scovati perché proprietari di
alloggi, controlli partiti dalla morosità. E a Mestre
un extracomunitario che pulisce i marciapiedi viene multato
di 350 euro. Disperato ha incontrato la solidarietà di
un avvocato che si è attivato per pagargliela. Multa poi
tolta dal capo dei vigili locali. La stupidità non conosce
confini ne’ ceti sociali. Spero proprio di sbagliarmi ma
la matassa del Bel Palese si è ulteriormente incasinata.
Tra immigrazione, mancanza di soldi, ed improbabili
referendum sulla legge elettorale. Sull’ Europa, dove
tutti pur volendo il suo cambiamento, non sanno
dove cominciare. Chi sornionamente gongola è
Zingaretti. La sua pacatezza sta pagando almeno
nei sondaggi. Danni collaterali prodotti da Renzi,
zero. Conte rimane una vera sorpresa. Pare persino
ringiovanito. Finalmente libero dalla morsa soffocante
di Salvini. Ora non è Di Maio che gli passa gli appunti
e diligentemente è sempre due passi indietro. I due
Matteo hanno una cosa in comune: non hanno il senso
del limite. Renzi ha già pagato amaramente e Salvini sta
pagando ora. Chi chiede pieni poteri (almeno in Italia)
non porta bene per se stesso. E passa dall’uso dei voli di Stato tutti i giorni
ad ululare alla luna.

 

Patrizio Tosetto

Regione, Rosso: “Affrontare situazione aeroporto Torino”

“L’aeroporto di Torino continua a perdere passeggeri e traffico merci, mentre tutti gli altri scali italiani registrano aumenti consistenti: è una situazione che va affrontata anche politicamente”. L’assessore regionale Roberto Rosso interviene dopo gli ultimi dati che segnano meno 1.106 tonnellate di merci trasportate da e per Caselle nel periodo gennaio-luglio di quest’anno rispetto allo scorso.

“Invece che migliorare continuiamo a peggiorare. Una grande città come Torino, la quarta in Italia, ha il 14esimo aeroporto e presto scenderemo ancora, visto che gli altri crescono del 5 per cento e noi scendiamo dell’1 per cento quest’anno, come traffico passeggeri”, aggiunge Rosso.

“Credo che il diritto alla mobilità sia importantissimo per chi vive in Piemonte e a Torino. Oggi, con questo aeroporto sempre meno collegato, si stanno ledendo i diritti dei piemontesi e dei torinesi, che devono sobbarcarsi lunghi viaggi verso altri aeroporti quando devono viaggiare. Senza contare il grave danno economico e turistico per tutto il territorio che questo comporta, ma che è di competenza di altri assessorati”.

Rosso conclude: “Mi attiverò al più presto per mettere la questione all’ordine del giorno in Giunta regionale, anche per capire come interagire con il Comune di Torino e soprattutto con Cassa depositi e prestiti, di fatto proprietaria dello scalo”.

Perché non candidare Conte a Roma?

E’ inutile negare che la confusione e il disorientamento regnano sovrani nella cittadella politica
italiana. Non passa giorno che non regali qualche novità politica sino a qualche ora prima esclusa
quasi scientificamente e con solenni dichiarazioni. E’ il trasformismo bellezza, direbbe qualcuno. E,
del resto, in una stagione dominata dal trasformismo non può che essere così.
Ora, seppur all’interno di un contesto come quello che caratterizza la situazione politica italiana,
qualche barlume di chiarezza può essere utile per orientare e condizionare lo stesso dibattito
pubblico. Pur dovendo fare i conti con una cornice politica, appunto, destinata a mutare in
continuazione e senza più potersi appellare alla coerenza e alla trasparenza dei comportamenti
come bussola per orientarsi e tracciare una linea.
Ma, se c’è un aspetto – tra i tanti – su cui adesso molti osservatori e militanti pollici, compreso chi
scrive, si esercitano quotidianamente e non solo da un mese, è quello di creare tutte le condizioni
affinché riparta quel progetto politico che comunemente viene definito come un “centro che guarda
a sinistra”. Recuperando uno dei pochi slogan degasperiani che però ha segnato, in contesti
diversi e in fasi storiche altrettanto diverse fra di loro, l’intero cammino politico e culturale del
cattolicesimo democratico, popolare e sociale nel nostro paese. Un progetto che, però, continua
ad essere straordinariamente moderno a prescindere dal vento trasformistico e dai tatticismi
esasperati che attraversano orizzontalmente la politica italiana. Perché un “centro che guarda a
sinistra” resta l’impegno prioritario per chi non si rassegna al triste epilogo del centro sinistra. E,
soprattutto, resta un impegno decisivo per quella tradizione politica, culturale, etica e
programmatica che va sotto il nome del cattolicesimo democratico, popolare e sociale. Non c’è
progetto più credibile e coerente per chi vuol costruire, senza trasformismi e tatticismi indigeribili,
una alternativa ad un centro destra altrettanto credibile, coerente e affidabile sotto il profilo
democratico e costituzionale.
Sotto questo versante, e’ stata una notizia forte e dirompente quella annunciata dal Presidente del
Consiglio Conte alla Festa di Articolo 1 a Roma di essere un esponente politico che riconduce la
sua “formazione alla sinistra” con una cultura ispirata al “cattolicesimo democratico e al
cattolicesimo sociale”. Ora, noi sappiamo chi sono stati, nella storia, i grandi punti di riferimento
politico e culturale di questa tradizione. Per fermarsi al cattolicesimo sociale non riconducibile alla
storia e alla esperienza della sinistra comunista e socialista, il pensiero corre immediatamente alla
sinistra sociale di Forze Nuove della Democrazia Cristiana interpetata e rappresentata con
autorevolezza e prestigio per molti anni da uomini come Carlo Donat -Cattin e Guido Bodrato. Una
tradizione che conserva, tuttora, una bruciante attualità e una forte contemporaneità. Del resto,
cresce la domanda in molte aree sociali e culturali del paese, e non solo nell’arcipelago cattolico,
di dare una rappresentanza, seppur non più autonoma e solitaria, a queste istanze politiche e
culturali.
Ma, per restare all’oggi, credo che anche alla luce delle considerazioni svolte dal Presidente Conte
alla festa di Articolo 1, non si possa non prendere in seria considerazione la proposta, maturata nel
movimento cattolico democratico e popolare Rete Bianca, di avanzare la candidatura dello stesso
Conte alle prossime suppletive Roma per sostituire il deputato uscente Gentiloni. E questo per
due motivi sostanziali.
Innanzitutto smentire, nei fatti, che il primo ministro continua a non essere un eletto. Un elemento,
questo, che non viene imposto da nessuna legge o regolamento ma che contribuirebbe, semmai, a
rafforzare anche politicamente la figura del Presidente del Consiglio. E, in secondo luogo, una sua
candidatura contribuirebbe anche a qualificare quel “centro che guarda a sinistra” concretamente,
senza ulteriori cambiamenti politici mensili o piroette improvvise.
Per questi semplici motivi la candidatura a Roma del Premier potrebbe rivestire un grande
significato politico e culturale e potrebbe anche ipotecare un progetto politico che deve ancora
essere costruito, definito e perfezionato anche se e’ fortemente richiesto e gettonato.
Giorgio Merlo

“Farsa RoboTò, nessun vantaggio per Torino“

Riceviamo e pubblichiamo
Oltre alla riqualificazione (temporanea) di due Arcate, nessuna vera ricaduta positiva per la nostra città dopo la sperimentazione, nell’estate 2018 ai Murazzi, del bar robotico. L’Assessore Schellino ci mette la faccia, Appendino la nasconde, l’ex Assessore Pisano è ormai a Roma. Milano ringrazia.
Tanto rumore per nulla, dove il “tanto rumore” sono le roboanti e vuote parole spese dalla Giunta in questi mesi e il  “nulla” è il vantaggio netto per Torino. Ho portato in Sala Rossa, con un’interpellanza, il tema di RoboTò, il bar robotizzato. Ha dovuto rispondere in Aula l’Assessore Schellino, mentre la Sindaca Appendino si è ben guardata dal metterci la faccia e mentre la ex Assessore Pisano “si gode” il Ministero a Roma.
Il senso della vicenda è presto riassunto: abbiamo a mio giudizio “stiracchiato” il Regolamento per che cosa…? Solo per garantire una risistemazione di due delle Arcate dei Murazzi.
Perché a questo, alla fine, si è ridotto il beneficio per la città di tutto questo balletto. Con la beffa finale che tutti ormai conosciamo: a Milano e non a Torino ha aperto, lo scorso luglio, il primo bar robotico d’Italia, di fronte al Duomo.
Questo è l’ennesimo schiaffo della Giunta a questa città. Non ho neanche voluto chiedere un approfondimento in Commissione: mi pare infatti che i fatti parlino meglio di ogni ulteriore discussione.
Questo episodio rimarrà tra le pagine più nere di questi tre anni di Amministrazione Cinque Stelle.

Silvio Magliano
Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Napoli (FI): “Sistema funziona solo con politica e idee”

Gli italiani hanno sperimentato tre diversi sistemi di votazione dal 1994 e ora devono prepararsi a conoscere il quarto. Cambiamenti così frequenti del meccanismo elettorale hanno raramente prodotto maggioranze solide e governi durevoli, per la ragione, semplice ma non da tutti riconosciuta e accettata, che il sistema di voto non può surrogare il vuoto della politica e delle idee. La fine dei partiti e l’affermazione del leaderismo hanno anestetizzato ogni passione civile e politica in una certa generazione di elettori e hanno gonfiato la platea del non voto.

Sono d’accordo con Prodi quando afferma che i partiti personali non hanno portato fortuna, ma ne trae delle conclusioni profondamente sbagliate perché Prodi difende quel sistema maggioritario che è stata la causa e la genesi dei partiti personali. Dal 1947 al 1994, quindi per 47 anni, l’Italia ha eletto il Parlamento con il sistema proporzionale e con le preferenze. Per pura curiosità sono andato a vedere le statistiche sui cambi di casacca: si contano sulle dita di due mani. Dal 1994 a oggi, con il maggioritario, la “transumanza” parlamentare da un gruppo all’altro arriva a contare circa 900 cambi di casacca.

Il sistema proporzionale e le preferenze erano fonte di grande responsabilità per chi veniva eletto in quel partito e in quel collegio. Dietro le coalizioni imposte dal maggioritario si sono potute compiere le peggiori nequizie perché chi è eletto in una coalizione non appartiene a nessuno e appartiene a tutti. Io voglio auspicare una riflessione approfondita in Forza Italia e nel centrodestra perché senza un orizzonte politico e ideale non ci sono meccanismi elettorali capaci di trasformare il rame in oro.

 

On. Osvaldo Napoli, direttivo di Forza Italia alla Camera