POLITICA- Pagina 438

Ravetti e Salizzoni: “Staffista che prega il Duce, prenda posizione Allasia”

Non spetta a noi, come consiglieri regionali, sindacare opinioni e comportamenti degli staffisti della Giunta. Ma neppure liquidare con un’alzata di spalle l’inginocchiarsi in preghiera di fronte al Duce, come fosse un’innocente goliardata giovanile. Su quest’episodio ci aspettiamo una presa di posizione del Presidente Allasia, nella sua veste di titolare del Comitato Resistenza e Costituzione. I valori resistenziali e l’antifascismo non sono un corollario ma le fondamenta stesse delle istituzioni democratiche”

Domenico RAVETTI Capogruppo PD

Mauro SALIZZONI Vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte

Cattolici, tramonta il partito identitario

E’ venuto, forse, il momento di dirlo con chiarezza e senza equivoci: la grande stagione della
Democrazia Cristiana prima e del Partito Popolare Italiano poi sono ormai alle nostre spalle.
Grandi esperienze politiche, culturali, programmatiche e anche organizzative che, semplicemente,
non sono più riproponibili perché sono state archiviate dalla storia. Certo, il dibattito in alcuni settori
dell’area cattolica italiana continua ad essere forte e fecondo. Il che è decisamente positivo e non
va affatto sottovalutato. Anche perché il mondo cattolico contemporaneo continua ad essere un
giacimento culturale, ideale, etico e politico non indifferente e può contribuire, seriamente e con
grande senso di responsabilita’, al rinnovamento della vita politica italiana. Ma, al contempo, non si
può non rilevare che un conto è contribuire al rinnovamento e al cambiamento della politica italiana
attraverso la dimensione valoriale, culturale ed etica; altra cosa è organizzare un forza politica
autonoma che si misura nella cittadella politica nostrana. A livello locale come a livello nazionale.
Ora, dovrebbe essere evidente a tutti che ci sono stati decine di esperimenti politici ed elettorali a
livello comunale, regionale, nazionale ed europeo che si sono infranti contro gli scogli. Esperimenti
che hanno evidenziato ripetute e puntuali sconfitte elettorali, e quindi sconfitte politiche ed
organizzative. Non si tratta, dunque, di ritenere irreversibilmente e definitivamente chiusa quella
pagina. Ma, al contempo, non si può non prendere atto che oggi il decollo di una formazione
politica di ispirazione cristiana che affonda le sue radici nel popolarismo, rischia di trasformarsi in
una semplice, seppur nobile, esperienza testimoniale e politicamente del tutto irrilevante. Non lo
dicono le opinioni di singoli osservatori ma è la stessa realtà a confermarlo nei numeri.
Ripetutamente e a tutti i livelli istituzionali. Del resto, è altrettanto inutile appellarsi alle dichiarazioni
di qualche autorevole prelato che, periodicamente e saltuariamente, lancia appelli all’impegno
politico diretto dei cattolici italiani. Seppur nel rispetto della laicità dell’azione politica e del
superamento di ogni dimensione confessionale e clericale della presenza politica diretta. Sono
appelli e incoraggiamenti importanti all’impegno politico che, coerentemente e correttamente, si
fermano però di fronte ad un sostegno più o meno indiretto alla presenza dei laici cristiani nella
società politica. E non può che essere così. Dopodiché, non possiamo sottacere un altro aspetto
non indifferente ai fini della presenza politica organizzata dei cattolici italiani. Nello specifico, di
coloro che si rifanno al patrimonio storico e politico del popolarismo di ispirazione cristiana. E cioè,
molti esponenti – più o meno autorevoli – di quel filone ideale e culturale sono seccamente e
fortemente impegnati in molti partiti, e nelle relative correnti interne, e non rinunciano affatto a
quella appartenenza per dar vita a qualche altro esperimento politico ed organizzativo. Un nome e
un cognome per tutti. L’ultimo segretario del Ppi Pier Luigi Castagnetti e’, del tutto legittimamente,
fortemente impegnato in una corrente all’interno del Partito democratico e, credo, sarebbe il primo
tenace oppositore per strutturare una iniziativa politica autonoma dei cattolici democratici e
popolari italiani. Ma si potrebbero fare, al riguardo, centinaia di esempi che confermano quella tesi.
E dunque, che fare? Rassegnarsi all’irrilevanza o alla sola testimonianza? Certamente no. Ma è
altrettanto indubbio che non si può lavorare contro i mulini a vento. E quindi, diventa importante e
decisivo continuare a testimoniare la nostra specificità culturale e politica su più fronti. A livello
prepolitico per chi ritiene che sia fondamentale e prioritario la formazione di una futura classe
dirigente preparata, competente e culturalmente orientata e definita. A livello politico e in prima
linea, per chi ritiene che in questa fase storica la cultura politica dei cattolici democratici e popolari
possa continuare a condizionare la linea e il progetto di singoli partiti. Sul fronte dell’ex centro
sinistra o sul fronte moderato. A livello intellettuale e culturale per chi ritiene che l’evoluzione della
politica italiana passa anche e soprattutto attraverso la capacità di saper incidere a livello
mediatico e di formazione della pubblica opinione. Oggi particolarmente disorientata e confusa,
dopo la sbandata trasformistica che ha travolto recentemente la politica italiana.
Ma, per il momento, e per onestà intellettuale, e’ anche bene dire con chiarezza che continuare a
parlare di partiti autonomi e organizzati che ripropongono le esperienze del passato, si rischia
prima o poi non solo di andare controcorrente ma, soprattutto, di non saper leggere ed interpretare
ciò che le dinamiche attuali della società italiana ci trasmettono.
Giorgio Merlo

FdI in piazza Castello contro ius soli e legge Boldrini

Sabato 5 ottobre

“Saremo in piazza Castello per ribadire forte e chiaro il nostro No allo Ius Soli”, a dichiararlo sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e il capogruppo di Fdi in Regione Piemonte Maurizio Marrone, lanciando anche sotto la Mole la campagna nazionale di raccolta firme contro la “legge Boldrini” e la cittadinanza “facile”. “Dalle ore 15 alle 17, saremo in piazza per presentare la nostra iniziativa e dare inizio alla raccolta – ha proseguito Montaruli -. E’ necessario dare un segnale forte e chiaro a questo governo nato contro il volere degli italiani che ora si appresta a regalare la cittadinanza a migliaia di stranieri senza un serio processo di integrazione”. “Pensare che un semplice ciclo scolastico in un sistema di istruzione devastato dal ‘68 garantisca l’inclusione dei minori stranieri è una presa in giro – ha dichiarato Marrone -. Senza garanzie di una reale appartenenza culturale e identitaria alla nostra civiltà faranno votare per il Parlamento pure gli islamici più radicali”. In piazza hanno annunciato la loro presenza anche i giovani di Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fdi.

Federica Scanderebech: “Lavorare nel solo interesse della rinascita di Torino”

Dopo la sconfitta di Piero Fassino alle comunali del 2016 si è concluso un mio percorso politico.Con il conseguente avvento del grillismo a Torino ho anche maturato, con amarezza, l’idea di abbandonare la politica attiva ed in effetti ad oggi non sono più tesserata con nessun partito.

In questi giorni si prospetta la possibilità di subentrare in Consiglio Comunale a Torino, cosa per me del tutto inaspettata, in un momento di vita personale e lavorativa che mi vede impegnata con altri obiettivi.

Pertanto anche se dovessi rientrare in Consiglio Comunale ed ammesso che io accetti, l’unica scelta possibile sarebbe quella di aderire al gruppo misto di minoranza, con il solo interesse di lavorare per la rinascita della mia amata Torino.

Federica Scanderebech

I due Mattei quasi gemelli

I due Mattei hanno molte cose in comune.
Ovviamente ci si riferisce a Renzi e Salvini.
Innanzitutto quasi coetanei. 46 il Lombardo e
44 il toscano. Poi entrambi impazienti e grandi
anfitrioni e tribuni, vivono per essere il numero uno a qualsiasi
costo. Forse non cavalli di razza di fanfaniana
memoria, ma in questi anni qualcosa hanno tentato
di dire. Politicamente parlando, s’ intende. Salvini è
passato da “prima di tutto i milanesi” a “prima di tutto
gli italiani”. Evoluzione.
Renzi: se perdo mi ritiro dalla politica. Scherzetto.
Entrambi hanno capito fino in fondo che vale ciò
che si vede nel presente. Coerenza e logica sono
chiaramente retaggi del passato. Poi si danno
reciprocamente dei consigli. Ad esempio Matteo
Salvini ha creato anche
società e loghi politici. Il perché è semplice. Raccattare
voti e sopratutto raccattare soldi pubblici come
contributi alle spese elettorali. Chi ha fatto da
apripista fu Antonio Di Pietro che , nonostante Italia
dei Valori non esista più, continua a prendere
contributi annualmente. Dunque Matteo Renzi si
adegua ed è l’ unico proprietario del logo di Italia Viva.
Con qualche vezzo in più del Capitano: la produzione
di documentari su Firenze . Qui gli è andata male
e non vendendo il prodotto è andato sotto con i
costi. Pazienza, il padre gli avrà debitamente spiegato
come mettere in liquidazione le società e scaricare
le perdite sui fornitori.
Buon sangue non mente. Su una cosa sono talmente
identici da assomigliare a due gemelli: protagonismo
equivale ad egocentrismo. E come tutti i monarchi
assoluti la Corte è fatta solo da cortigiani.
Per questo Matteo Salvini ci è cascato nel trappolone
che gli hanno confezionato Conte e Pd. I cortigiani gli
hanno garantito: “tu sei più infallibile del Papa”.
C’era cascato anche Renzi. Dopo aver detto “Letta stai
sereno”, grande colpo di reni: adesso tocca a me. A
tutti e due non  è andata molto bene. Altra cosa in
comune : l’ amicizia con Verdini. Addirittura Salvini ne
è diventato parente e tutti sanno. Per lui la famiglia è
cosa molto importante. Cambia spesso, ma nel mentre
dà tutto sé stesso. Verdini grande toscanaccio e
grande massone. Un po’ come Licio Gelli grande
toscanaccio che una loggia massonica però se l’ è fatta
per fatti propri. Negli elenchi della P2 mezza Italia che
contava. Addirittura un presidente della Repubblica
come Giuseppe Saragat.
Dichiarò di essere un grande amico del Presidente della
Repubblica Francesco Cossiga. P2 e Gladio andavano
a braccetto. Con il sardo Antonio Segni presidente colto da malore dopo il tentativo del
golpe Borghese perché accusato da Saragat , ministro
degli interni, di essere complice con Junior Valerio
Borghese, grande fascista, colonnello della X Mas. Tutti
o quasi tutti massoni. Sardi Toscani e Torinesi. Non
devo permettermi supponendo e sollecitando illazioni?
Mai e poi mai oserei tanto. Più semplicemente ho
fatto un elenco di fatti, di persone e di politici. C’ è un
filo che lega questi fatti storici ? Quando qualcosa è
passato appare sempre razionale proprio perché è
avvenuto. O i fatti che legano Salvini e Renzi sono solo  il
loro amore per il Potere.
Ora è il turno di Renzi che si fa
sentire. Eccome. Molti dicono che se non c’ era lui l’ Iva
aumentava. Di  economia e finanza non ne capisco molto
ma ho l’impressione che il problema per ‘ ennesima
volta sia rinviato. Prima o poi si pagherà dazio. I due
comunque non demordono, come Renzi ha saputo
cogliere l’ attimo fuggente magari ( tra un po’) anche Salvini lo
coglierà. Più o meno come i vasi comunicanti . Si riempie un
vaso e se ne svuota un altro. Potere per cosa? Potere
per governare? Questo è un’ altra cosa.
Parafrasando il vecchio detto siciliano: comandare è
meglio che fare all’ amore ( italianizzato ).
Così tra massoneria servizi deviati magistrati un po’
naif ed ex Repubblichini l’Italia del Potere e/o governo
va avanti. Ora con la complicanza dell’ Europa e
( forse ) del mondo. Tutto si è globalizzato. Anche
chi decide facendo e rifacendo i governi. In questo
caso Renzi ringrazia e Salvini mastica amaro. I soliti
esperti raccontano di un mare di telefonate che
arrivavano a Zingaretti dall’ estero. Di Salvini non ne
potevano più. Inoltre (almeno per ora) il Toscanaccio
facendo esperienza sulla propria pelle ha ottenuto
due piccioni con una fava. Accordo con gli incalliti
nemici di ieri – i pentastellati – per far fuori Salvini e un
partito tutto suo determinante per le sorti del governo.
Chiamalo stupido. Mentre il Capitano milanese appare
un pugile suonato. Aveva cercato di mettersi in proprio
bacchettando persino Trump anti Putin.
Troppo in alto . E se non si hanno le spalle coperte
è un attimo cadere. Le Pen ed Orban insufficienti
come alleati. Persino l’ entomologo che ha scritto
il libro La politica degli scimpanzé c’ era arrivato.
Aveva monitorato per 25 anni una comunità di
scimpanzé in cattività.
Loro, attraverso il potere avevano rapporti
sessuali e facevano alleanze
per soppiantare il più forte. Renzi l’ ha capito. Ad
oggi Salvini no.
O perlomeno non lo ammette. Diamogli tempo. Poi ci
sono i compagni di viaggio.
Maria Elena Boschi famosa per la sua tignosità.
Prima di esprimere un giudizio si informa studiando.
Decisamente cattivella con la leghista Lucia
Borgonzoni candidata salviniana alla Regione
Emilia-Romagna. Non sei manco laureata : taci !
Ora non essere laureati non è una colpa.
Ma dire che il Trentino confina con l’ Emilia è
sicuramente una bestialità. Anche qui scenderà l’
oblio e tutto sarà dimenticato. Noi continuiamo nel non
raccapezzarci . Saremo all’antica il potere fine a
se stesso deve solo a chi lo esercita. Il potere per
governare deve prima fra tutti a chi è governato. Tutt’altro che trascurabile la differenza.

 

Patrizio Tosetto

Parco della Salute, Salizzoni: “I 1040 posti letto non sono modificabili”

“OSPITERANNO TUTTE LE ALTE COMPLESSITÀ DELLA CITTÀ DELLA SALUTE ”

Finalmente si parte. Credo sia opportuno ribadire con chiarezza che dopo l’incontro a Roma non c’è più alibi che tenga né c’è spazio per manovre dilatorie. Il progetto del Parco della Salute è avviato e si tratta di progetto che prevede 1.040 posti letto non aumentabili, perché se lo si facesse, allora verrebbe vanificata la procedura avviata secondo la legge. E in questi 1.040 posti letto sono previste tutte le alte complessità dell’intera Città della salute. Oltre ai 127mila metri quadri della parte ospedaliera ed assistenziale, sono previsti 10mila metri quadri per la ricerca e anche spazi per l’attività didattica e per l’accoglienza. Una volta realizzato l’attuale progetto, si potrà pensare a nuove cubature tali da poter contenere le attività che restano nelle vecchie Molinette e negli altri presidi ospedalieri della Città della Salute, mantenendo ciascuno la sua autonomia funzionale.

ANCI Piemonte, adesso parta il dibattito sul futuro dell’Anci nazionale

Il congresso regionale piemontese dell’Anci e, a maggior ragione, il congresso nazionale non
possono ridursi ad un semplice momento di ratifica degli incarichi accompagnato da un dibattito
stanco, burocratico e protocollare. E, in secondo luogo, al vertice dell’Anci piemontese – seppur nel
pieno rispetto delle scelte fatte e frutto estenuante delle trattative tra i vari partiti – sarebbe stato
opportuno investire politicamente sul Sindaco di Torino. A prescindere da chi ricopre pro tempore
quell’incarico. Come, del resto, avveniva nel passato.
Queste le due osservazioni, sostanzialmente di metodo, che ho avanzato durante il mio intervento
al congresso piemontese dell’Anci in qualità di Sindaco di Pragelato.
Ora, se la richiesta di riavere il Sindaco di Torino alla guida dell’Anci subalpina rispondeva più alla
esigenza di ridare autorevolezza e prestigio alla stessa Associazione in una fase storica e politica
che prevede anche il riordino dell’architettura istituzionale del nostro paese con il rischio di
riproporre un nuovo centralismo regionale a scapito del ruolo, della funzione e della stessa
“mission” dei comuni italiani, la necessità di riaprire un forte dibattito all’interno dell’Associazione
risponde, invece, ad una domanda di partecipazione e di approfondimento politico, culturale e
istituzionale che non è più rinviabile. E questo, a maggior ragione, come ho evidenziato al
congresso piemontese, perché la potenziale pluralità di candidature alla Presidenza nazionale
dell’Anci richiede un confronto preventivo, ed approfondito, tra gli attori principali, cioè i sindaci. Del
resto, qualsiasi organizzazione democratica, sociale, radicata nel territorio e di massa – e l’Anci lo
è sin dalle sue origini – non può rinunciare pregiudizialmente alla sua vocazione storica. Che resta
quella di essere uno strumento politico, e non solo tecnico, legato alla cultura della sussidiarietà,
alla difesa delle centrali della democrazia – cioè dei comuni – e, soprattutto, ancorato alla difesa del
valore cardine della autonomia. Di qui la necessità, direi quasi l’obbligo morale, di continuare a fare
dell’Anci una grande palestra democratica, civile e di difesa dei territori. A partire dai piccoli comuni
che restano l’ultimo e vero presidio democratico del nostro paese.

Giorgio Merlo

“Emergenza climatica? Per il Comune di Rivoli non è importante”

Riceviamo e pubblichiamo

Lo scorso 30 settembre, in consiglio comunale a Rivoli, è stata discussa la mozione in cui veniva richiesta la “DICHIARAZIONE DELL’EMERGENZA CLIMATICA ED AMBIENTALE”. All’incontro erano presenti anche una rappresentanza dei ragazzi di «Fridays For Future», che proprio qualche giorno prima, il 27 settembre (giorno del “Global Strike for Climate”), hanno invaso con cortei e striscioni, vie e piazze di Torino insieme ad altri moltissimi studenti, per chiedere alla politica azioni concrete contro i cambiamenti climatici e in generale riguardo ai temi dell’ambiente.Nessuna richiesta è stata approvata e presa a cuore dalla neo giunta rivolese, A TRAZIONE LEGHISTA. La prova la si ha avuta soprattutto quando il Sindaco, ad un certo punto, ha pensato bene di ‘lasciare l’aula’ mentre i giovani attivisti esprimevano le loro richieste, senza dimenticare la più totale indifferenza di diversi esponenti della giunta durante tutta la seduta, ad eccezione degli assessori Montanari e Reinero, visibilmente interessati. La maggioranza, dunque, ha deciso di ‘rinviare’ la mozione nell’opportuna commissione per “riscrivere una mozione fatta come si deve” tutti insieme. Secondo noi VERDI, è un RINVIO gravissimo di cui non si ‘comprende la reale necessità’, visto che questa stessa mozione è stata presentata in centinaia di altri comuni italiani, senza alcun problema e dimostra, ancora una volta, quanto i partiti di destra siano lontani anni luce dai temi verdi. Come Europa Verde Piemonte, ci saremmo aspettati un’altra accoglienza, un nutrito interesse verso i temi dell’ambiente, oltre ad una buona educazione nei confronti di un’istanza che, seppur declamata con voce di ragazzi, ha un timbro adulto che ci dice chiaramente: “FATE PRESTO, E’ IL MOMENTO DI AGIRE!”

I co- Portavoce Regionali dei Verdi del Piemonte Mossa Tiziana e Pizzi Alessandro
Il responsabile dei Verdi di Rivoli Vito Rosiello.

“Togliere il Crocifisso dalle aule? Proposta senza senso”

Riceviamo e pubblichiamo

Quel Simbolo non parla solo a chi ha fede, ma ha un significato profondo per tutta la nostra cultura. L’idea del Ministro Fioramonti non è né nuova né originale: è solo assurda. Davvero pensiamo che sia questo il problema della scuola italiana?

Siamo alle solite, Ciclicamente, qualcuno in cerca di un quarto d’ora di visibilità ipotizza di togliere il Crocifisso dalle aule scolastiche (o da qualche Aula istituzionale). L’ultimo a provarci è stato il neo Ministro Fioramonti.

L’idea è, semplicemente, senza senso e contraria a ogni logica. Quel Simbolo ha un significato profondo all’interno della cultura occidentale e italiana. I problemi della scuola italiana sono tanti e gravi: di certo, nel loro elenco non compare la presenza del Crocifisso nelle aule.

È assurdo pensare che la presenza di quel Simbolo possa offendere qualcuno, in una classe scolastica o altrove. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, con una sentenza definitiva, nel 2011 ha sancito che il Crocifisso può comparire nelle aule delle scuole pubbliche italiane.

Difficile non considerare la proposta e la relativa polemica come sterile, capziosa, strumentale e oziosa.

Il Crocifisso, per chi crede, è un elemento fondante della propria fede; per chi non crede è comunque immagine di tanto bene fatto nella storia, e in questo paese in particolare, da parte di persone che in quel valore credevano e credono.

A maggior ragione in un momento come questo, nel quale lo scontro ideologico è aspro e doloroso, un paese che dimentica le proprie origini religiose e culturali rischia di essere più permeabile al radicalismo e all’estremismo. Cancellare le nostre tradizioni, anche religiose, non ci renderà più forti né più capaci di confronto.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Al via il Festival della nonviolenza e della resistenza civile

Inizia a Torino il 2 ottobre, in occasione della Giornata Internazionale della Nonviolenza promossa dalle Nazioni Unite per ricordare la nascita del Mahatma Gandhi, il Festival della nonviolenza e della resistenza civile, promosso dal Centro Studi Sereno Regis e organizzato in collaborazione con altre realtà e associaziosi locali e non: Associazione Alma Terra, ADL Zavidovici, Associazione Giuliano Accomazzi, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, Carovane Migranti, Casa Umanista, Cattolici per la vita della valle, Cooordinamento di cittadini e associazioni contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi, Disarmisti Esigenti, Donne in nero, Emergengy – Infopoint Torino, Fridays For Future, Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, Mondi In Città Onlus, Operazione Colomba, Peacelink, Pro Natura, Rete Italiana per il Disarmo, Un ponte per… con il patrocinio della Città di Torino e del C.I.S.P. – Centro Interateneo di Studi per la Pace delle Università del Piemonte.

Fino a sabato 5 ottobre In questa rassegna ci saranno momenti di analisi e confronto, presentazione di libri, laboratori partecipativi, proiezioni, letture e testimonianze, mostre e altre espressioni artistiche, presidi e flash mob, che si svolgeranno in diverse sedi; il Centro Studi Sereno Regis, in via Garibaldi, 13, l’Infopoint di Emergency, corso Valdocco, 3, il Collegio degli Artigianelli, corso Palestro, 14, il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino e piazza Castello. Il programma dettagliato dell’iniziativa è reperibile sul sito del Centro Studi Sereno Regis, serenoregis.org

Il primo appuntamento è previsto per mercoledì 2 ottobre alle ore 17.30 presso il Collegio Artigianelli in corso Palestro, 14, con la presentazione del libro  Life in Syria, un progetto fotografico nato con l’intento di  mostrare la realtà che milioni di siriani sono costretti a vivere ogni giorno. Saranno presenti due degli autori siriani Emad Husso e Nour Kelze accompagnati da Filippo Mancini, coordinatore del progetto. La mostra fotografica collegata è visitabile dal 21 settembre al 10 ottobre 2019. L’evento è organizzato dall’Associazione Giuliano Accomazzi. Sempre il 2 ottobre alle ore 21 presso la sala Poli del Centro Studi Sereno Regis in via Garibaldi 13 si svolgerà l’incontro Che cosa insegnano i Balcani. Pace, guerre e nuovi muri. Riflessioni e voci per comprendere il presente. a cura di ADL- Zavidovici, in collaborazione con Alma Teatro. All’incontro partecipa il gruppo musicale Zerevó, ensemble torinese gipsy-balkan-klezmer

Il pomeriggio di giovedì 3 ottobre, a partire dalle ore 14 presenterà presso l’Aula B2 del Campus Luigi Einaudi in lungo Dora Siena 100/A il convegno  “Europa senza armi nucleari: un progetto realizzabile”, a cura del  Coordinamento di cittadini e associazioni contro l’atomica, tutte le guerre e i terrorismi, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino. Alle ore 16 presso l’Emergency Infopoint di corso Valdocco 3 avverrà l’inaugurazione della  mostra Emergency Story. 25 anni: medicina, diritti e uguaglianza e alle ore 18 presso la sala Gandhi del Centro Studi Sereno Regis sarà proiettato il webdoc Storia di una pallottola. La guerra raccontata da chi lavora a contatto quotidiano con le vittime con la voce narrante di Valerio Mastandrea e interverrà Roberto Maccaroni, infermiere di  Emergency. Alle ore 20.30, presso la sala Poli del Centro Studi Sereno Regis, ci sarà la proiezione del documentario DERT  di Mario e Stefano Martone. A cura delle Donne in Nero della Casa delle Donne di Torino. La storia della cooperativa agricola bosniaca INSIEME e dell’amicizia che l’ha resa possibile, un esempio di convivenza a dispetto di tutti i nazionalismi.

La giornata di venerdì 4 ottobre sarà interamente dedicata ai temi della sostenibilità ambientale e dell’ emergenza climatica. Alle ore 14 si prevederà la partecipazione al presidio in piazza Castello delle ragazze e dei ragazzi di Fridays For Future e alle 15.30 presso la sala Gandhi del Centro Studi Sereno Regis ci sarà una conferenza di presentazione del movimento Extiction Rebellion. Nel pomeriggio due gli appuntamenti presso l’Infopoint di Emergency: alle ore 16 sarà presentata l’esperienza del  Mesopotamian Water Forum, a cura di  Un ponte per…: la tutela del patrimonio ambientale e culturale, pratiche di nonviolenza in Medio Oriente. e alle ore 18 si parlerà della situazione a Taranto con la presentazione del libro di Beatrice Ruscio Legami di ferro: lotte per la giustizia ambientale di qua e di là dell’oceano, a cura di  Peacelink. Sempre alle ore 18 ma al Centro Studi Sereno Regis si terrà l’incontro  La terra è una ricchezza, ma non per tutti… con Paolo Pileri e il suo libro  Cento parole per salvare il suolo; Alessandro Mortarino e uno sguardo sulla “Terra fottuta”. A cura del  Forum Salviamo il Paesaggio. Alle ore 20.30 una riflessione sull’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ e la questione Alta Velocità in Val di Susa, a cura di Pro Natura Piemonte e del gruppo Cattolici per la vita della valle.

Il filo conduttore della giornata conclusiva di sabato 5 ottobre è il tema delle migrazioni. Per tutto il giorno, presso il Centro Studi Sereno Regis si esporrà la mostra “Ospiti”, fotografie di Gianni Oliva, ritratti di migranti accolti e aiutati nell’inserimento in Italia dalla comunità di Mezzenile in Val di Lanzo. In collaborazione con l’Associazione Multietnica Mediatori Interculturali (AMMI). Al mattino due laboratori: alle ore 9, ” Esplorazione e pratica della Comunicazione Nonviolenta”, a cura di Extinction Rebellion e alle 10.30 “Il puzzle dei diritti”, per nonni e bambini, a cura di  Emergency. Nel pomeriggio, due gli appuntamenti presso l’Infopoint di Emergency a cura dell’ASGI, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione: alle ore 14.30 un laboratorio dal titolo “Le migrazioni ambientali” e alle ore 18.00 la conferenza  “Diritti annegati: profili giuridici di diritto interno e internazionale sui doveri di recupero e identificazione delle persone decedute durante la traversata del Mar Mediterraneo”. Tre invece gli appuntamenti pomeridiani al Centro Studi Sereno Regis: alle ore 15 la tavola rotonda “Domande sgradite dai migranti”, un incontro interattivo per interrogarci sulle nostre relazioni, curato da Vanessa Maher e dall’Associazione Almaterra; ore 17 la presentazione del libro curato da Fabrizio Cracolici  e Laura Tussi  Riace, musica per l’umanità, con i curatori intervengono Vittorio Agnoletto e Alfonso Navarra, a cura di  Disarmisti Esigenti; alle ore 19.30 ci sarà la presentazione del libro Istanti Donati con Gianni Oliva fotografo, Domenico Quirico giornalista, Tiziana Bonomo curatrice in collegamento alla mostra fotografica “Ospiti” dello stesso autore Gianni Oliva.
Il Festival della Nonviolenza e della Resistenza Civile si chiuderà alle ore 20.45 nella sala Poli – Centro Studi Sereno Regis con l’incontro, Intrecci, attraverso l’intreccio di musica, canto, immagini, letture, testimonianze sarà il momento conclusivo del festival in cui riflettere sui collegamenti tra i processi migratori, la crisi ambientale e le guerre. Sono previsti gli interventi musicali  di Marilù et Camarades e del violinista algerino Nabil Hamai, le letture a cura di Anna Delfina Arcostanzo della Compagnia Marco Gobetti, le testimonianze a cura di Carovane MigrantiOperazione Colomba Karim Metref, l’intervento della dott.ssa Monica Cerutti sulle buone pratiche di integrazione dei migranti in Piemonte e l’intervento video di padre Alex Zanotelli. In chiusura alle ore 23.00 in piazza Castello il Flash mob a cura di Casa Umanista