ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 686

Sondaggio web: difficile fare una classifica dei portici torinesi!

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Margy Messina: “tutti,  io vivo all’estero , e mi ricordo quando tagliavo , al mattino e camminavo , sotto i portici, che meraviglia . Stucco, archi, marmo, ottone…..uno splendore!”

QUALI SONO I PORTICI PIU’ BELLI DI ‪#‎Torino‬? La nostra città vanta il primato della rete di portici storici più estesa d’Europa: circa 14 chilometri! Ma quale tratto porticato è, a vostro parere, il più suggestivo? Corso Vittorio o via Po? I portici Anni ’30 di via Roma o quelli del salotto di piazza San Carlo? Oppure, ancora, piazza Statuto o piazza Vittorio? Il nostro mini-sondaggio sulla pagina FB del “Torinese” ha dato risposte molto diversificate: non possiamo quindi fare una classifica dei portici torinesi, perché ogni tratto porticato, a modo suo, è affascinante e suggestivo! Ecco alcuni commenti dei nostri lettori.
 
(Foto: il Torinese)
 

    • Grazia Piera Demaria Via Roma, piazza San Carlo

    • Rita Torraco Sono tutti belli ma preferisco quelli di via Po

    • Carla Silano belli tutti, ma il mio cuore è in via Po e piazza Vittorio

    • Maria Di Caprio sono tutti belli!! via Roma!

    • Maria Cristea Via Roma piazza San Carlo .

    • Lidia Gay Ogni tratto ha le sue caratteristiche quindi per me sono tutti belli,

    • Luigi Ciaccio Son tutti belli i portici di Torino, tranne alcuni tratti un pò in stato di abbandono in C.so Vittorio.

    • Marcella Estini Tutti bellissimi ognuno ha il suo fascino….!!!

    • Barbara Toniolo li amo tutti ma via po è magica

    • Renata Pochettino Quelli di via Nizza sono proprio da evitare, tutti gli altri ok.

    • Matilde Pozzo Piazza san Carlo, per affetto.

    • Adriana Paradisi C’è l’imbarazzo della scelta. Sono tutti belli in modo diverso, con i diversi stili .

    • Tiziana Lucchesi Ma ..veramente sono tutti belli

    • Carmela Cocozza Tutti a me piacciono tutti.. Hanno tutti una particolarità .. Torino e’ favolosa…

    • Bruna Adriana Zacco .non saprei scegliere, sono tutti talmente belli! !maaa forse via Roma! !!

    • Cristina Vittone Tutti belli, tutti diversi uno dall’altro

    • Angela Ferrero Torino è bellissima! Tra tutti scelgo i portici di Piazza San Carlo

    • Livia Racca X me quelli di via Roma !

    • Floriana Buzzetti Via cernaia e via Po

    • Eralda Franco Sono d’accordo con Scarantino,li trovo molto eleganti con una bella pavimentazione e anche bei soffitti

    • Emilia Dinunno Via Po. Via Roma corso Vittorio. Pzza San Carlo .Pzza statuto.tutti sono belli e ‘particolari’ con i loro angoli .I loro pavimenti. I deort con le loro sedie colorate i tavoli3ni con posacenere nel mezzo e i porta tovaglioli accanto. . .Belli.Belli .quanti ricordi quanti sogni

    • Elena Rizzi Torino è bellissima ovunque…ogni incrocio, piazza, palazzo ha qualcosa da vedere…solo che lo sappiamo solo noi…vanno a Firenze Roma …Pisa! Mah….

    • Mirella Frola Sono tutti bellissimi!!

    • Giuliana Joy Portici salotto Piazza S.Carlo!!

    • Marisa Morello Sono belli, ma molto sporchi

    • Rosanna Turso Via Roma

    • Rosa Margherita Sperone Per me i portici più belli sono quelli che partono da p.zza statuto cso San Martino porta Susa via cernaia perché sono la mia infanzia

    • Gianna Esposito Li adoro tutti , quanti ricordi!

  • Margy Messina tutti io vivo all’estero , e mi ricordo quando tagliavo , al mattino e camminavo ,sotto i portici, che meraviglia . Stucco, archi, marmo, ottone…..uno splendore!

  • Mariagrazia Fattori Tutti….tutti

  • Bruna Maria Gregori tutti belli

  • Teresa Di Padova Non saprei dire….mi piacciono tutti

  • Cecilia D’Urso corso vittorio!!!

  • Taffy Taffy Via pietro micca

  • Clara Sosso Via PO e piazza S.Carlo

  • Bruna Gho Dimenticate via P Micca….

  • Barbara Cacciatore Via Cernaia

  • Rosella Contri Via cernaia

  • Vilma Colombo Come fare a scegliere? Sono l’uno più bello dell’altro!

  • Luciano Mele Tutti

  • Ilaria Esposito Tutti bellissimi

  • Beatrice Rambaldi Via Po

  • Nuccia Muratore Tutti!

  • Imma Nuzzo Via Po

  • Elenina Pepe Tutti bellissimi

  • Lolly Lorena Via Po…!

  • Sabrina Vitrani P.zza San Carlo

Immigrati come risorsa? Sì, al tessuto sociale del Piemonte servono nuove energie

profughi 2Chiamparino:  “Basta pensare  ai dati anagrafici della nostra regione: innovare nel tessuto sociale vuol dire portare gente giovane, che ha voglia di cambiare la propria condizione”

“L’immigrazione non è solo un fenomeno inarrestabile che va gestito, ma anche uno dei non molti elementi di innovazione sociale per l’Italia e l’Europa”. Così il  presidente Sergio Chiamparino, di recente, alla presentazione del progetto Anabasi per l’accoglienza attiva di 80 richiedenti asilo, svoltasi nella sede dell’Unione Industriale di Torino.

La situazione immigrazione è ben presente anche a Richard Stengel  numero 2 di John Kerry, come sottosegretario di Stato americano alla Diplomazia e agli Affari pubblici. A Roma, come riferisce il Corriere della Sera, ha avuto un icontro presso la Comunità di Sant’Egidio, con profughi e volontari, in seguito al vertice sulla lotta all’Isis con i ministri degli Esteri Kerry e Gentiloni. La sua decisione è di stanziare 1,3 milioni del budget a sua disposizione per finanziare programmi europei per l’integrazione di migranti e rifugiati». Le Ong italiane disporranno del 10% del totale. «E’ una questione esistenziale per l’Europa – dice – che sta cambiando la visione dell’unità europea e del futuro dell’Europa”.

Sulla stessa linea il presidente del Piemonte che ha recentemente dichiarato: “Basta pensare  ai dati anagrafici del Piemonte: innovare nel tessuto sociale vuol dire portare gente giovane, che ha voglia di cambiare la propria condizione. Queste persone entrano in tensione con il tessuto più statico che è presente e questo fenomeno deve essere governato. Per ottenere questo risultato il presidente è convinto dobbiamo inserire nel modo più innovativo possibile questi nuovi elementi, sapendo che per la nostra società non si tratta solo di un problema ma anche di una opportunità”.

La Regione anticipa i fondi per aiutare una bimba malata di tumore

REGIONE PALAZZOSaitta: ” in attesa dell’approvazione dei nuovi Lea abbiamo deciso di anticipare i fondi necessari per il trattamento”

La Regione Piemonte anticiperà i fondi per sottoporre a protonterapia una bimba di quasi tre anni affetta da un raro tumore cerebrale e che potrebbe ottenere miglioramenti  da questo tipo di cura.Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, rispondendo al  question time in Consiglio regionale.

“Il caso umanamente molto doloroso era già noto ai nostri uffici, che hanno cercato di individuare una soluzione nel rispetto della normativa e dei vincoli a cui è sottoposta la Regione Piemonte. La protonterapia – ha puntualizzato Saitta – non è una prestazione prevista dai Livelli essenziali di assistenza e non viene erogata in nessuna struttura della Regione Piemonte, che essendo sottoposta a piano di rientro non può rimborsare la spesa ai pazienti che vi si sottopongano in altre Regioni. Ma in attesa dell’approvazione dei nuovi Lea abbiamo deciso di anticipare i fondi necessari per il trattamento”.

Politiche Alimentari Sostenibili per le Città

garauIL MONDO DEL BIO / di Ignazio Garau*

L’agricoltura, e il cibo, devono ritrovare una loro centralità nelle decisioni politiche ed economiche se vogliamo uscire dall’emergenza e dalla crisi che attanaglia molti paesi

ll Cibo é l’opportunità per sviluppare un’economia che privilegi il lavoro e promuova la qualità dei territori, la qualità delle produzioni, la qualità della vita. L’agricoltura biologica modello culturale, oltre che colturale. Nuove relazioni tra territori urbani e territori rurali. Una nuova consapevolezza, sta emergendo in Europa, e non solo, sull’insostenibilità dei modelli alimentari correnti di produzione e di consumo, con l’evidenza che le città hanno una grande ruolo in proposito. Oggi, più della metà della popolazione vive nelle aree urbane e questa tendenza si sta accentuando ulteriormente: si stima che nel 2030 la popolazione mondiale sarà concentrata per il 70% nelle aree urbane. Una situazione che impone una riflessione, dato che sono le città che mangiano, che domandano i prodotti della pesca e dell’agricoltura, che creano lavoro nei campi e nel mare.

mondo cibo grano

Nel corso degli ultimi decenni, in tutte le attività economiche, si è perseguita una spasmodica ricerca di soluzioni per ridurre i costi di produzione e in particolare il costo del lavoro, che ha comportato la delocalizzazione degli impianti e la conseguente distruzione di molti tessuti produttivi locali e l’omologazione delle produzioni verso standard qualitativi inferiori.

Anche il settore agro-alimentare ha subito gli effetti della globalizzazione, con trasferimento della produzione in paesi dove la manodopera e l’energia costano di meno. Due i principali effetti negativi: in primo luogo la distruzione dei sistemi agricoli locali e la contrazione del numero di occupati, in secondo luogo l’aumento delle emissioni di gas serra per il crescente numero chilometri percorsi dal cibo che mangiamo.

Ma non mancano anche altre pesanti conseguenze sulla nostra salute e sulla qualità della nostra vita. Senza dimenticarci che in molti paesi la popolazione più povera soffre per la scarsità di cibo, mentre in altri ci si ammala per la quantità e la qualità del cibo consumato. L’incongruenza ulteriore è che gli stessi paesi che esportano materie prime alimentari, vedono parte della loro popolazione soffrire di carenze alimentari. L’agricoltura, e il cibo, devono ritrovare una loro centralità nelle decisioni politiche ed economiche se vogliamo uscire dall’emergenza e dalla crisi che attanaglia molti paesi.

La Terra è il datore di lavoro più importante e l’agricoltura può contribuire a ricostruire una nuova economia, orientata al benessere dei cittadini. Occorre, però, scegliere un nuovo modello di agricoltura, biologica e contadina, indispensabile per la sopravvivenza dell’umanità intera. Un’agricoltura multifunzionale, capace di garantire la produzione di cibo di qualità, ma anche il governo, la conservazione e la qualità del territorio, del nostro ambiente.

In un tale contesto le città assumono un ruolo determinante per implementare filiere alimentari sostenibili, capaci di innescare sinergie tra lo spazio urbano e le zone rurali, perché la città mangia, mangia il cibo, ma anche, in qualche modo, i terreni necessari per produrre questo cibo. I flussi che l’alimentazione di una comunità urbana induce sono intensi, importanti e, per certi versi, ineluttabili.

Occorre definire nuovi modelli economici, passare da una economia basata esclusivamente sulla finanza a un’economia orientata al benessere dei cittadini. Un modello di economia sostenibile deve ripartire dal cibo (dall’agricoltura) e considerare tutti i fattori che ad esso sono legati: produzione, trasformazione, distribuzione, logistica, integrando più dimensioni, per esempio la dimensione ambientale con le emissioni di CO2 conseguenti al trasferimento di certi alimenti, che viaggiano per migliaia di chilometri.

Occorre riportare il cibo, e l’agricoltura in un processo di sostenibilità complessivo e prendere atto che l’agricoltura biologica rappresenta un’esperienza concreta e positiva, capace di fornire risposte e soluzioni sia per i paesi del nord che del sud del pianeta. Una soluzione gradita dai cittadini, considerato che il consumo di alimenti biologici continua a crescere, anche in situazioni di decremento della spesa alimentare.

Qualcosa si è mosso, molte città hanno iniziato un percorso virtuoso. In Italia, nel Palazzo Reale di Milano, lo scorso 15 ottobre in conclusione dell’Expo, 110 città hanno firmato il «Milan urban food policy pact», il patto dei Sindaci sull’alimentazione che è stato consegnato al Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-Moon. I sindaci «delle grandi città hanno deciso di agire e di passare dalle parole ai fatti», ha detto il Sindaco di Milano Pisapia, per «mettere a sistema le politiche» sull’alimentazione sperimentate con un «impegno comune per avere cibo sano e sviluppo sostenibile».

Analogamente a Torino, nell’ambito del terzo Forum Mondiale dello sviluppo economico locale, anche qui con la partecipazione del segretario generale delle Nazioni Unite, Il Sindaco Fassino, pure in veste di Presidente dell’ANCI, ha lanciato “un patto dei sindaci per il cibo l’alimentazione e l’agricoltura sostenibili”. Due iniziative simili e complementari che possono costituirsi come riferimento e iniziativa importante su questi temi.

Le città possono compiere scelte efficaci adottando politiche alimentari che costruiscano la sostenibilità a partire dal cibo e dall’agricoltura. Le città, come ha evidenziato il Sindaco Fassino, possono indirizzare gli acquisti istituzionali per la ristorazione scolastica e collettiva verso i prodotti biologici e locali, favorire i mercati dei produttori agricoli e utilizzare i mercati su aree pubbliche per favorire la ricostruzione di circuiti economici locali, favorire il contenimento dello spreco di cibo e la nascita di mense sociali per aiutare le persone maggiormente in difficoltà, favorire il recupero e l’utilizzo delle aree agricole cittadine, anche con creazione di orti urbani. Il Sindaco Fassino ha preannunciato che “Torino sarà la prima città italiana a inserire nello statuto comunale il valore del bio come fonte di ispirazione per tutte le nostre scelte politiche e di qualità della vita”.

E’ importante che queste scelte e queste dichiarazioni divengano impegno quotidiano degli amministratori, coinvolgano gli operatori economici, gli agricoltori e i cittadini, fino a condizionare le scelte dei governi e anche delle istituzioni europee e internazionali.

*Presidente ItaliaBio – ciao@italiabio.net

Sicurezza, il controllo del vicinato si estende nel Torinese

bava vicinato

Pioniere è stato il Comune di San Mauro Torinese che ha approvato un anno fa la mozione presentata dal consigliere Ferdinando Raffero

 

Cresce il Controllo del Vicinato nella Città Metropolitana di Torino. Pioniere è stato il Comune di San Mauro Torinese che ha approvato un anno orsono la mozione presentata dal consigliere Ferdinando Raffero, che è anche il referente per la Città Metropolitana stessa. Un impulso particolare si è avuto nelle ultime settimane con il passaggio, proprio in San Mauro da uno a tre gruppi operanti nell’ambito cittadino, frutto del lavoro di semina effettuato dallo stesso Raffero e dai suoi collaboratori. Ma anche nella direzione della cosiddetta “dorsale protettiva” o meglio della creazione di un continuum di centri aderenti sulla direzione della collina Po verso la Valcerrina, il lavoro si sta dimostrando in crescendo. Così a San Raffaele Cimena sono partiti tre nuovi gruppi e l’amministrazione comunale dovrebbe recepire a breve la condivisione del sistema con un’apposita delibera, mentre le medesime condizioni dovrebbero aversi anche a Gassino dove Raffero ha incontrato il sindaco Paolo Cugini, il quale era stato sollecitato recentemente in questa direzione anche dal Movimento 5 Stelle. E nella vicina San Sebastiano da Po una recente serata ha posto le basi per un lavoro di collaborazione con il primo citadino Giuseppe Bava. Sempre nella Città Metropolitana ci sono da segnalare i gruppi costituiti a Givoletto ed a Riva di Pinerolo, mentre nei giorni scorsi un colloquio telefonico tra il sindaco di Chieri, Claudio Martano ed il referente regionale dell’Associazione, Massimo Iaretti, hanno posto le basi per un incontro a breve termine nel quale iniziare un cammino in uno dei principali centri dell’area metropolitana.

 

Le letterature arabe ospiti al Lingotto per Librolandia

Il Salone 2016 ha l’ambizione di mettere insieme le voci utili a compilare una sorta di «vocabolario dell’arabo nuovo», che parta da una lettura critica della storia che abbiamo alle spalle

 

salone libro 2016Al posto del Paese ospite d’onore del salone del Libro, l’edizione 2016 propone una nuova formula che offre un focus allargato e traversale su realtà culturali che superano le rigide divisioni degli Stati nazionali. A criteri puramente geopolitici subentrano più ampi criteri geoculturali. La letteratura come patria, come rifugio, come portatrice di diritti, come luogo deputato al dialogo, al confronto con l’altro. Non una semplice vetrina, ma un’occasione di scambio, un comune discorso in progress da opporre alle semplificazioni e ai pregiudizi.

 

 È il caso della letteratura e della cultura araba, che dal Marocco all’Iraq offre un quadro quanto mai mosso e variegato, che ci aiuta a capire l’anima profonda e segreta di Paesi che pur affacciandosi sul nostro stesso mare rimangono poco conosciuti. La letteratura è appunto in grado di fornire quel «più» di conoscenza di cui abbiamo bisogno, di supportare le ricerche storiche, le riflessioni politiche, persino l’agenda delle cose da fare.L’accelerazione che ha subito la storia nel Nord Africa e in Medio Oriente ha coinvolto anche noi, con un impatto la cui forza è stata sino ad oggi sottovalutata. Oggi persino il pubblico più avvertito fatica a decifrare la complessità di storie e civiltà di cui sino a ieri credevamo di poter fare a meno.SALONE 569

 

Il Salone 2016 ha l’ambizione di mettere insieme le voci utili a compilare una sorta di «vocabolario dell’arabo nuovo», che parta da una lettura critica della storia che abbiamo alle spalle. In questo compito Il Salone si avvale della competenza e della passione di un nutrito gruppo di arabisti italiani e internazionali, che fanno capo a Paola Caridi e a Lucia Sorbera dell’Università di Sidney, con il concorso attivo di giovani studiosi torinesi. Grazie a loro potremo avere una miglior conoscenza dell’evoluzione in corso, della persistenza di problemi antichi, e degli apporti innovativi delle nuove generazioni. Le rivolte del 2011, anche se incompiute, hanno portato alla ribalta protagonisti, movimenti, tendenze, richieste che negli anni precedenti erano cresciute nell’ombra di regimi politici islamautoritari e corrotti, affrontando l’emarginazione e l’esilio, ma senza mai rinunciare a mettere a confronto mondi diversi.

 

Hanno già confermato la loro presenza il direttore del Museo del Bardo di Tunisi, Moncef Ben Moussa; il poeta siriano-libanese Adonis, considerato l’autore più significativo della lirica in lingua araba, ma anche lucido osservatore delle derive dell’Islam radicale; il narratore algerino Yasmina Khadra (nome d’arte di Mohamed Moulessehoul), che nel suo ultimo libro ha ricostruito le ultime ore di Gheddafi.

 

(foto: il Torinese)

Angelo e Claudio, i due "ragazzi terribili" del Cit Turin

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Ora Claudio dà una mano ad Angelo.  Anche loro si sono rivisti dopo anni.  E sono ritornati a collaborare nel sociale sportivo

 

Due “ragazzi “terribili che da oltre 45 anni si dividono tra politica ed impegno sociale nello sport. Angelo Frau da decenni presidente del Centro sportivo Cit Turin. Ora che è in pensione è stabilmente fisso in sede.Claudio Bianchi da quando aveva i calzoni corti organizza tornei. Tutti e due hanno un elemento comune : determinati e testardi. Per Angelo, sardo,  un atto dovuto. 

 

Ricorda quando ha conosciuto, metà anni ’70 l’instancabile Piero Fassino. Organizzatore delle giornate dei Giovani Comunisti a Berlino Est al Festival mondiale della Gioventù Democratica. Non c è che dire : bei tempi. O quando il sindaco Diego Novelli veniva in quartiere per capirne i problemi. Molte volte un vero  spettacolo il seguito di gente che lo ascoltava e che faceva mille domande. cit turin

 

“Ora il mio modo di non mollare è stare in mezzo alla gente più di 500 ragazzini e le relative famiglie”. Sono stato per alcuni giorni nel centro scoprendo un’ enclave di civiltà e di gaiezza. Splendida l’ integrazione tra  i ragazzi, ciò che conta sono i colori delle maglie. Stupendo. I genitori rissosi o cambiano o vengono allontanati. 

 

Ora il municipio mette i bastoni tra le ruote. Mancanza di fondi e la legge Bosam. Burocrati che fanno finta di non capire la differenza tra le associazioni sportive e le multinazionali. Il  Direttore del Guerin Sportivo è determinato nel giudizio : lo sport dilettantistico reggerà fin tanto che  persone come Angelo metteranno a disposizione la propria passione. 

 

Non meno appassionato è Claudio. Combatte le avverse circostanze reagendo. È stato ai massimi livelli della pallavolo femminile. Ha dovuto rinunciare ad offerte pallavolistiche in Giappone, dove è importante e nazionale e tenuto in notevole considerazione.  Claudio parte sempre dal basso.  Si è fatto conoscere per un suo progetto di sviluppo del vivaio. Insomma, largo alle giovani generazioni.  Capisce al volo se la ragazza ha talento.

 

Dopo essere stato direttore sportivo in Lombardia e Piemonte è stato contattato da ex giocatrici che lo hanno indotto a diventare procacciatore,  agente.  Qui l’originalità. Obietto ” Non far bruciare le tappe ai giovani talenti. Cosa non facile ma non impossibile.  Vi può sembrare strano ma nel 2016  c è chi non pensa ai soldi. 

 

Ora Claudio dà una mano ad Angelo.  Anche loro si sono rivisti dopo anni.  E sono ritornati a collaborare nel sociale sportivo. In fondo un “pallino”. Convinti che i partiti di sinistra,  non essendo più radicati, difficilmente posso fare ciò che dicono di voler fare.  In bocca al lupo amici e compagni miei. 

In Regione dibattito contro la violenza sulle donne: dai punti di ascolto alla castrazione chimica

consiglio X 1consiglio lascarisconsiglio campanaLa legge contro la violenza sulle donne sarò approvata nelle prossime settimane dell’Assemblea regionale piemontese. Sul  Disegno di legge n. 142 “Interventi di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli”, presentato dall’assessore Monica Cerutti. è intanto iniziata la discussione in aula
 

Valentina Caputo (Pd), ha svolto la relazione di maggioranza, in cui ha sottolineato come “con il provvedimento venga ampliato il quadro delle disposizioni normative già esistenti, per l’inserimento o il reinserimento socio-lavorativo delle donne vittime di violenza, per la sperimentazione di interventi per gli autori della violenza, alla formazione degli operatori dei servizi, ad azioni di sensibilizzazione e prevenzione del fenomeno nell’ambito del lavoro, del sistema scolastico, educativo e del tempo libero, con una costante e specifica attenzione anche alla presenza di eventuali minori vittime di violenza assistita. Si prevedono 500mila euro per il primo comma e per il secondo 150mila euro annui, per il biennio 2016-2017, vale a dire gli oneri destinati all’istituzione del fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di violenza”.

Le risorse destinate agli interventi in conto capitale (200mila euro) servono a sostenere la diffusione sul territorio dei punti ascolto dei centri antiviolenza, gli interventi di accoglienza per le donne vittime di violenza, sole o con figli. Centomila euro andranno per le donne vittime di tratta.

Stefania Batzella (M5s), Maurizio Marrone (Fdi) e Daniela Ruffino (Fi). il compito di tenere le relazioni delle minoranze consiliari.  Batzella ha ricordato che “il gruppo 5 stelle si è sempre impegnato su questo provvedimento, integrandolo anche con diversi emendamenti, perché è compito fondamentale della Regione garantire la salute e la dignità delle donne e dei loro figli. Importante aver inserito l’esenzione dal pagamento del ticket sanitario per le donne che abbiano subito violenza. C’è poi l’istituzione del codice rosa ed è stato inserito anche lo sfruttamento della prostituzione e mutilazioni genitali”. Marrone ha espresso contrarietà per alcune parti del provvedimento, spiegando di apprezzare “le misure concrete di assistenza per il minore e tute le azioni pratiche e utili inserite nella legge: queste non possono che essere approvate anche da noi. Ma un errore politico è stato fatto, perché la violenza alle donne deve essere combattuta in ogni campo. Assistiamo a conflitti generazionali con ragazzine nate qui, represse dalle famiglie quando va bene con violenze leggere e quando va male persino con la morte, ma di questo non si parla. Ci sono le mutilazioni genitali e grazie al cielo la cultura giuridica italiana continua ad avere un rigore contro queste pratiche, mentre negli Stati Uniti a volte configura una scriminante penale. Quindi vediamo molti spunti favorevoli, ma forse per ideologia, forse per calcolo elettorale, riscontriamo elementi negativi in questo disegno di legge, a esempio sull’identità di genere, inserita in modo subdolo”. Ruffino, infine, ha sostanzialmente dato un parere positivo al testo, dicendo che “l’Onu ci raccomanda di assicurare alle vittime una vasta gamma di servizi e di assistenze. Ci vogliono fondi certi per la gestione ordinaria e quotidiana per tali interventi. Abbiamo la preoccupazione per l’allontanamento del minore dalla madre, per timore di ritorsioni da parte del padre violento. Per noi è fondamentale una prospettiva metodologica per garantire aiuto alle vittime di violenza; favorire l’informazione, in raccordo con le campagne nazionali; avviare un confronto strutturato tra Regioni, Enti locali, istituzioni scolastiche; implementare la dotazione di strutture e servizi territoriali; garantire l’indipendenza economica delle donne vittime di violenza.

IL DIBATTITO IN AULA

Nel dibattito generale è  intervenuto Marco Grimaldi (Sel), plaudendo “all’ottimo lavoro dell’assessora Cerutti. Rispondo a Marrone dicendo che spesso le violenze sono frutto di una distorta visione dei rapporti tra uomo e donna e del bullismo, anche quello omofobo. Questo Paese è ancora figlio di alcune derive autoritarie e maschiliste: c’è poco da discutere di Colonia, se non sappiamo cosa succede nelle case italiane da parte di bianchi, di italiani o di Wasp”. Per la Lega, Gianna Gancia ha sostenuto che “questo approccio ai progetti è fallito, c’è un crescendo di violenza che occorre estirpare, non sono sufficienti questi metodi e lo dico pur apprezzando il lavoro fatto. Bisogna pensare alla castrazione chimica per chi commette violenze: non bastano più le parole, anche le donne devono imparare a difendersi ed è opportuno puntare sull’autodifesa”. Silvana Accossato (Pd) ha espresso “soddisfazione per questo provvedimento, credo sia la testimonianza tangibile e concreta di un impegno sostanziale su questi temi. Un risultato importante dopo 18 mesi dal nostro insediamento”. Secondo Gianluca Vignale (Fi) “ dobbiamo chiederci perché una legge in contrasto sulla violenza sulle donne introduca alcuni principi che nulla hanno a che vedere con tale norma, come l’identità di genere. Con 500mila euro possiamo garantire poco, più o meno quello che già oggi si fa”.

È quindi intervenuta l’assessore Cerutti, ringraziando tutti “per il lavoro di condivisione in Commissione e anche precedente, che ha permesso di costruire un Disegno dei legge che certo è molto ambizioso. Lo capiamo anche dalle critiche che riceve, perché pensiamo che la Regione abbia un compito di coordinamento e non tanto o soltanto di intervento. Rispetto al testo iniziale abbiamo recepito una serie di modifiche, per cercare di migliorarlo il più possibile. Alcune di queste in effetti concernono anche il linguaggio di genere ed è corretto che sia così”.

E' il Piemonte la regione più "radioattiva" d'Italia

centrale nucleare energiaPresenti il sito di Saluggia, di Trino vercellese (centrale Fermi) e di Bosco Marengo

 

E’ il  Piemonte la regione con la maggiore concentrazione di rifiuti radioattivi, pari ai due terzi del totale, oltre alle  presenza di vecchi  impianti e  di combustibile irraggiato e di rifiuti liquidi ad alta attività. Il dato scaturisce dai sopralluoghi della commissione Ecomafie, il cui presidente Alessandro Bratti, riferisce di “luci e ombre”. Nella nostra regione vi sono il sito di Saluggia, di Trino vercellese (centrale Fermi) e di Bosco Marengo. Per quanto riguarda l’impianto Eurex di Saluggia  è in corso  la cementificazione dei rifiuti liquidi, con termine dei lavori di costruzione previsto per giugno 2019. A Trino si è invece alle prese con il problema  delle resine, con un progetto di ossidazione.

Senior Italia FederAnziani: frena aumento spesa sanitaria, crescono farmaci a carico dei cittadini

Nel periodo preso in considerazione continuano a diminuire ricoveri (-400.000) e dipendenti dell’SSN (-13.500), mentre aumentano di 962.000 gli stranieri residenti in Italia; boom di farmaci per ipertensione (+74,2%), colesterolo (+183,9%), diabete (+57,1%), e depressione (+68%)

anziani2Anche quest’anno Senior Italia FederAnziani, attraverso il suo Centro Studi SIC Sanità in Cifre, ha messo sotto la lente d’ingrandimento i numeri della Sanità italiana. In ambito generale si è visto che crescono popolazione e indice di vecchiaia, numero di ricette e consumo dei farmaci per diverse patologie (ipertensione, diabete, depressione, colesterolo); in lieve calo le prestazioni specialistiche (-62.675.000). Sfonda i 110 euro ogni anno la spesa dei cittadini per l’acquisto di farmaci. Sono alcuni degli elementi salienti del Compendio SIC Sanità in Cifre 2014 che apre una finestra, nella Giornata Mondiale del Cancro, anche sulle patologie oncologiche

Molto preoccupante il +4,7% nel tasso di incidenza dei tumori in Italia rispetto alla media UE, salito nel nostro paese a 278,6 su 100.000 abitanti. Schizza a +23% rispetto alla media UE il tasso di incidenza del cancro al seno (pari a 91 su 100.000 abitanti), per quanto riguarda le donne, mentre per quanto riguarda gli uomini, quello alla prostata è -2,8% rispetto alla media UE (pari a 68 su 100.000 abitanti); in Italia nel 2012 sono state effettuate oltre 3,7 milioni di prestazioni specialistiche ambulatoriali oncologiche (+16,8% rispetto al 2011); secondo i Registri della Salute di Senior Italia, i cui risultati sono inclusi nel Compendio SIC, il 41,9% degli intervistati (over 65), ha avuto una diagnosi di tumore in famiglia nel corso della sua vita; il 14,4% del campione convive con una pregressa diagnosi di tumore. La modalità terapeutica più diffusa nel nostro campione per fronteggiare il tumore è stata quella chirurgica: il 59,2% di chi ha avuto una diagnosi positiva nell’ambito del campione intervistato ha subito un intervento chirurgico. In 13 delle 21 Regioni Italiane le attività di screening di primo livello per cervice uterina, mammella e colon retto risultano inadeguati.

“Il dato delle patologie neoplastiche superiore alla media UE è un dato che deve far riflettere le istituzioni nazionali e regionali sulla necessità di investire ancora di più sulla prevenzione e sugli screening, su cui alcune Regioni non sono in linea con gli obiettivi dati – dichiara Roberto Messina Presidente di Senior Italia FederAnziani – Anche le associazioni di pazienti possono fare molto, promuovendo iniziative volte all’accrescimento della consapevolezza dei cittadini-pazienti rispetto ai corretti stili di vita e alle sane abitudini quotidiane. Senior Italia prova a fare la sua parte: stiamo portando avanti su tutto il territorio nazionale una campagna informativa sulle patologie oncologiche e parallelamente la campagna Due passi in centro dedicata all’importanza dell’attività fisica per la prevenzione delle patologie croniche e di quelle oncologiche”.