ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 672

Il Club Dirigenti Vendite & Marketing continua la propria crescita

 decarolisRende protagonisti anche i giovani nelle reti di vendita e marketing del futuro

www.cdvm.it

Il Club Dirigenti Vendite & Marketing, una densa storia condensata in una sigla CDVM (www.cdvm.it), nasce nel lontano 1950 all’interno dell’Unione Industriale, per costituire il punto d’’incontro tra le aziende e le figure dirigenziali che rivestivano un ruolo cruciale in ambito Marketing e Vendite. Un bilancio assolutamente positivo, tanto che, soltanto nell’ultimo anno, sono entrati trenta nuovi soci tra Senior e Junior. Presidente del CDVM presso l’’Unione Industriale di Torino è Antonio de Carolis, che ne entrò a far parte già dagli anni Novanta.
mole vittorioDe Carolis vanta una lunga esperienza in aziende leader del settore assicurativo, della moda e della comunicazione pubblicitaria, nelle quali ha ricoperto ruoli manageriali nell’area Marketing e Commerciale. A lui si deve il contributo alla costituzione di un’importante Corporate Business School, nella quale ha svolto attività di docenza e progettazione di percorsi formativi rivolti alle reti di vendita. Ha anche promosso l’organizzazione di un Master universitario in collaborazione con il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino che, con il nome di Master in Marketing, Sales & Digital Communication, vedrà partire a novembre 2016 la sua quinta edizione. Un percorso di studi dove Il corpo docente, composto da professori universitari e da manager aziendali, opera in stretta sinergia con i partecipanti stimolando relazioni e sentimenti simili più a quelli di un gruppo di colleghi aziendali che di studenti in una normale dinamica d’’aula.

decarolis2” La mission del nostro Club – spiega il presidente Antonio de Carolis – che è stato il primo di quelli tecnici costituitosi all’interno dell’Unione industriale torinese, è quella di sviluppare la cultura del marketing attraverso convegni, seminari e soprattutto, attraverso lo scambio di esperienze tra professionisti che, pur operando con ruoli diversi in ambiti e contesti differenti, sono accomunati dal fatto di confrontarsi costantemente con il mercato e con i competitors.

Fondamentale, infatti, è anche il clima che si crea tra i soci che, rappresentando tutte le varie fasce di età ed esperienza, sono una reale rappresentazione del mondo delle aziende in un ambiente più disteso e orientato alla crescita personale.

Il professionista del Marketing e delle Vendite deve confrontarsi tutti i giorni con le aziende, i consumatori e i colleghi, quindi con le persone, pertanto la competenza e la capacità di relazione sono indispensabili.

Tra gli obiettivi fondamentali del CDVM, che tra soci “reali” e “soci virtuali” (da social network) vanta circa un migliaio di followers , non vi è soltanto lo sviluppo del marketing e della cultura di vendita, ma anche quello della formazione dei giovani attraverso percorsi specifici, stage in azienda, tutoraggi e corsi. Questa nostra vocazione alla formazione si coniuga con la promozione dello scambio di conoscenze e informazioni tra gli associati che, di fatto, favorisce anche la collaborazione con altre associazioni “.perna foto mole mongolfiera

“Nell’ambito della formazione ai giovani, promossa dal CDVM – aggiunge Antonio de Carolis – uno dei nostri “fiori all’occhiello” è il Master in Marketing & Sales ma altrettanto significativo, ed apprezzato dalle aziende che ci contattano per entrare in contatto con gli studenti, è il corso “Trovare lavoro nell’’area commerciale” si è appena conclusa la sua terza edizione), che si propone di ridurre il gap esistente tra teoria e pratica, tra apprendimento e professione, consentendo ai giovani di acquisire competenze essenziali per operare nel mondo del commerciale e del marketing, sia in qualità di risorsa interna all’’azienda sia di imprenditore.

“CDVM è sensibile alla formazione non soltanto rivolta ai giovani, ma anche a un pubblico adulto – spiega De Carolis – e proprio dalla volontà di soddisfare questa esigenza è nata la collaborazione tra il nostro Club e Skillab, la società di formazione manageriale dell’Unione Industriale di Torino, che ha portato a organizzare ad oggi, 11 edizioni di “Sales cult”, un percorso di formazione articolato in 8 giornate e 3 incontri monotematici, rivolto a chi si occupa di gestione di strutture commerciali e di vendita diretta con i clienti e i canali distributivi. Salescult rappresenta un’’opportunità di crescita personale e professionale perché consente di perfezionare le proprie conoscenze e stimolare cambiamenti comportamentali nelle relazioni economiche. Il percorso, rivolto all’inizio a chi in azienda si occupa delle vendite, è in realtà poi venuto a coinvolgere anche chi desidera migliorare la propria relazione con il mercato per generare strategie e new business, attraverso approcci adatti a un mercato globale”.decarolis 3

“L’’ iniziativa che rappresenta invece uno dei punti di forza del CDVM nel rapporto con il mercato e con le aziende – prosegue De Carolis – è il Premio Odisseo (www.premiodisseo.com), nato nel novembre 2004 da un’idea del Consiglio Direttivo del Club Dirigenti Vendite e Marketing dell’’Unione Industriale di Torino che, accogliendo una serie di sollecitazioni pervenute da alcuni consiglieri e da alcuni componenti del gruppo giovani, ha organizzato un tavolo di lavoro per valutarne la fattibilità.

Nella sua prima edizione, quella del 2005, il Premio era rivolto alle aziende del Piemonte e Valle d’Aosta distintesi per i risultati ottenuti attraverso strategie innovative di marketing e comunicazione. Le aziende vincitrici hanno visto i loro manager premiati con attestato ed opera d’arte “messa a disposizione “ da giovani artisti contemporanei. Nelle successive edizioni, Odisseo si è arricchito della partecipazione di partner d’’eccellenza e di altre importanti associazioni dell’’Unione Industriale e del tessuto imprenditoriale torinese. Nella quinta edizione del 2015, il Premio, la cui struttura di base è rimasta invariata, ha deciso di “seguire” il tema proposto dall’’evento Expo e, con il progetto “Alimentare l’EccellenzaL’eccellenza alimentare”, l’’apposita giuria di specialisti ha premiato alcune aziende del settore agroalimentare per le performances ottenute nelle categorie: produttori,   trasformatori, distributori, attrezzature e sostenibilità”.

Antonio de Carolis, che ha anche gestito il CUM, Club universitari del Marketing, dal cui “incorporamento” nel CDVM è stato costituito il Gruppo Giovani del CDVM, è inoltre autore di articoli in materia di marketing e vendita per alcune prestigiose riviste italiane e collabora con il quotidiano online “il Torinese” attraverso la rubrica inserita nell’’area economia: Marketing People.

Mara Martellotta

Donne in politica ed economia dal mondo nel Canavese

donna managerIl Castello di San Giorgio Canavese ospita dal 30 giugno al 2 luglio “Expoelette – I Forum internazionale delle donne in politica ed in economia, promosso per il settantesimo anniversario del riconoscimento del diritto all’elettorato passivo ed attivo delle donne. Momento importante sarà il convegno “I piccoli comuni affrontano la sfida delle unioni e delle fusioni”, promosso da Anci Piemonte, che si terrà il 1 luglio, dalle 10 alle 12. Interverranno Franca Cargnello sindaco di Borgiallo, Gianluca Forno, vice presidente Anci Piemonte con delega ai piccoli comuni ed alle unioni e sindaco di Baldichieri d’Asti, Anna Paschero, assessore al bilancio del Comune di Chieri, Emanuele Ramella, presidente della consulta aree vaste di Anci Piemonte e presidente della Provincia di Biella, Dimitri Tasso, coordinatore nazionale Anci delle Unioni di Comuni e sindaco di Montiglio Monferrato, il senatore Magda Zanoni e Laura Zoggia, presidente dell’Unione dei Comuni della Valchisone e Germanasca e sindaco del Comune di Porte.

Massimo Iaretti

L’Egitto chiama Torino

Egypt Economic Development Conference - preparationsL’esigenza è di aziende che operano principalmente nei settori delle energie rinnovabili e dell’ambiente, dell’edilizia e contract, infrastrutture e logistica all’Energy Environment & Building Partnering Event

di Paolo Pietro Biancone *

L’ex Primo Ministro Egiziano Dott. Essam Abdelaziz Ahmed Sharaf e l’ex Ministro del Petrolio Ing. Osama Mohamed Kamal in missione a Torino per promuovere i loro piani di sviluppo territoriali. In particolare, l’obiettivo illustrare le riforme già implementate e future del Governo, per assicurare prosperità e migliori servizi sociali all’intero Paese e gli accordi economici italo-egiziani, già discussi in occasione del convegno internazionale tenutosi nello scorso aprile a Sharm El Sheikh. L’Egitto rappresenta un’area straordinaria di opportunità e sviluppo per le aziende italiane: il piano di sviluppo egiziano prevede, in estrema sintesi, un investimento totale di 150 miliardi di dollari, da reperire tra fondi pubblici e privati. Un piano di sviluppo imponente, in cui compaiono anche molti progetti legati all’industria turistica, da sempre uno dei motori principali dell’economia egiziana.

Basti pensare al previsto ampliamento dell’aeroporto internazionale del Cairo, per un investimento complessivo di 10 miliardi di dollari in sette anni, ma anche al fondo per il raddoppio del Canale di Suez, che prevede anche molte iniziative legate all’industria dei viaggi e dell’ospitalità per un totale di 8 miliardi di dollari. <Con la creazione di due nuove zone economiche attorno al nuovo Canale ha sottolineato l’ex Ministro del Petrolio, Osama Mohamed Kamal, intervenuto, tra l’altro, ad un incontro organizzato con gli studenti del corso di laurea in economia aziendale del Dipartimento di Management dell’Università di Torino e rappresentati della comunità egiziana del Piemonte, lo scorso 27 novembre – e la realizzazione di un tunnel che collegherà la penisola del Sinai al resto d’Egitto, c’è ampio spazio per le imprese italiane e piemontesi, per nuovi investimenti nell’area sia nel settore delle infrastrutture che nella logistica.

L’esigenza è di aziende che operano principalmente nei settori delle energie rinnovabili e dell’ambiente, dell’edilizia e contract, infrastrutture e logistica all’Energy Environment & Building Partnering Event. L’interesse è a trovare in Piemonte prodotti, soluzioni e competenze innovative in tema di: edilizia, interni, consulenza e ingegneria in campo energetico, ambientale, geologico, territoriale e infrastrutturale, tecnologie costruttive innovative.

Si tratta, quindi, di una relazione strategica quella tra Egitto – Italia – Piemonte, fortemente voluta anche dalla Comunità egiziana del territorio piemontese, che è attiva per far sì che l’integrazione economica e sociale dei due Paesi sia sempre più stretta. Il centro di ricerca sulla finanza islamica dell’Università di Torino (www.ercif.org) è impegnato nello studio di nuovi approcci scientifici per incrementare le opportunità di business egiziano-piemontesi, cercando di ampliare i settori di interesse, per esempio, alle aziende del settore alimentare, delle bevande e della moda.

* Director of the European Research Center for Islamic Finance
Editor in Chief European Journal of Islamic Finance
Department of Management
University of Turin

Il primo Rights Village in luglio a Torino Esposizioni

Con un format innovativo, il Rights Village sarà dunque un’occasione per diffondere i principi di non discriminazione e uguaglianza e promuovere le pari opportunità per tutti

IMG_5063Un mese di dibattiti, incontri, spettacoli, performance teatrali, musica e mostre per discutere in modo nuovo di diritti e uguaglianza. E’ la prima edizione del Rights Village, un “villaggio dei diritti” aperto per tutto il mese di luglio a Torino Esposizioni, per l’occasione reso di nuovo vivibile, con ingresso da Viale Boiardo, lato Parco del Valentino. Con un format innovativo, il Rights Village sarà dunque un’occasione per diffondere i principi di non discriminazione e uguaglianza e promuovere le pari opportunità per tutti, in un contesto di aggregazione e divertimento, con concerti gratuiti oltre al coinvolgimento delle più prestigiose serate del nightclubbling torinese, con importanti dj set e animazione.IMG_5066 “Come sede della prima edizione – ha sottolineato Roberto Vella, Presidente di Concept Event, la società privata che, assieme all’Associazione iNova, ha ideato e organizza il Rights Village, in collaborazione con il Coordinamento Torino Pride e l’Associazione LOFFICINA – abbiamo scelto Torino, valorizzando così il suo ruolo di laboratorio in tema di diritti”. “Non credo – ha spiegato, presentando l’iniziativa, Silvia Magino, Project Manager di Rights Village – che nessuno degli attori della promozione sociale abbia mai pensato prima d’ora ad una cosa tanto semplice quanto efficace: coniugare, come faremo noi, intrattenimento e informazione, divulgazione e partecipazione”. Il Rights Village – la cui realizzazione ha richiesto un investimento di oltre duecentomila euro – si aprirà sabato 2 luglio con il Party ufficiale di Torino Pride 2016 e proseguirà per tutto il mese con conferenze e incontri con la partecipazione di politici, delle varie associazioni di riferimento, esperti, studiosi e giornalisti. Tra gli argomenti trattati: la legge della Regione Piemonte contro ogni forma di discriminazione, i modelli di inclusione di una società multiculturale, le discriminazioni nella comunicazione pubblicitaria, il bullismo e il cyber bullismo, i diritti delle donne e il contrasto agli stereotipi, l’importanza delle differenze di genere nel linguaggio. In alcuni casi alle conferenze seguiranno pièces teatrali. torinoesposizioniSi parlerà anche di libri, di problemi e casi pilota di carattere legale, delle attività Lgbt nell’ Europa orientale, di storie di donne uscite dalla spirale della violenza domestica, della giornata europea per le vittime dei crimini d’odio. Sono pure previste proiezioni di film e di documentari, mostre fotografiche sulle donne e su sport e atleti paraolimpici, una esibizione di circo in carrozzina (Circus Ability), serate danzanti, spettacoli (il 26 ci sarà Sabina Guzzanti) e concerti. Per il cibo si è scelto di dare spazio al territorio: una selezione di operatori di San Salvario sarà sempre presente, alternandosi, al Rights Village per offrire delle proposte variegate per soddisfare tutte le esigenze. Il Rights Village sarà aperto dal lunedì alla domenica dalle ore 18, l’ingresso è gratuito, alcuni eventi, che si svolgeranno nell’area Emiciclo, saranno a pagamento.

Pietra di Luserna, materia prima piemontese alla conquista del mondo

luserna pietraSarà agli onori della cronaca all’inaugurazione del Museo previsto nel 2016 della cultura museale: l’edificio avveniristico, progettato da Jean Nouvel, punterà sulle suggestioni di luci e colori del corpo centrale con una doppia cupola in acciaio e vetro

di Paolo Pietro Biancone*

La Pietra di Luserna è il materiale scelto per la pavimentazione dell’edificio che ospiterà il Museo del Louvre di Abu Dhabi. La pietra piemontese è stata scelta per le sue caratteristiche di resistenza alle diverse temperature, durevolezza, resistenza alle macchie e alle abrasioni. La Pietra di Luserna, infatti, è una roccia metamorfica scistosa appartenente al gruppo degli gneiss. Si tratta in particolare di gneiss di tipo lamellare, cioè che si presenta in un insieme di strati sovrapposti come i fogli di un libro. Viene estratta da cave situate nelle Prealpi Cozie del Piemonte centro-occidentale, tra la Val Pellice e la Valle Po, nei territori dei Comuni di Luserna San Giovanni, Rorà, Bagnolo Piemonte e Barge, per i quali ha sempre rappresentato un’importante risorsa economica.

Sarà agli onori della cronaca all’inaugurazione del Museo previsto nel 2016 della cultura museale: l’edificio avveniristico, progettato da Jean Nouvel, punterà sulle suggestioni di luci e colori del corpo centrale con una doppia cupola in acciaio e vetro. Il progetto è ambizioso e di certo avrà ripercussioni importantissime sulla cultura del mondo arabo e non solo.

Il progetto è ambizioso: il museo sorge sull’isola naturale di Saadiyat, a cinque minuti dalla capitale degli Emirati; nello stesso sito, prevede la costruzione di altri quattro musei firmati da altrettante Archistar e circondati da ville, alberghi, servizi di lusso. Il Louvre-bis di Abu Dhabi, l’emirato più esteso e più ricco del Paese, un milione e 300mila abitanti e l’80 per cento dell’oro nero posseduto dall’intera nazione, è una scommessa da 27 miliardi di dollari.

Si tratta, dunque, di un altro tassello del made in Italy, grazie dalla materia prima piemontese. E non solo, è un chiaro esempio di come Investire nella cultura abbia riflessi positivi anche in settori e in territori apparentemente estranei all’investimento. La chiave di volta è puntare sulle eccellenze territoriali e metterle a disposizione del mondo.

Occorrono però, opportune e mirate strategie di internazionalizzazione aziendale, che mirino a diffondere l’eccellenza, senza perdere l’originalità del made in Italy. La prospettiva è la crescita territoriale e la diffusione dell’italianità nel mondo.

* Director of the European Research Center for Islamic Finance
Editor in Chief European Journal of Islamic Finance
Department of Management
University of Turin

Dal caveau alla reputazione delle banche: alla ricerca della fiducia dei risparmiatori

banca2islam moda2Un tempo la fiducia da parte dei risparmiatori si conquistava grazie alla solidità che essa comunicava nell’immaginario collettivo: una solidità concreta, visibile, tangibile. Il caveau delle banche erano il simbolo della sicurezza e della protezione: era il biglietto da visita per presentarsi alla clientela. Ora al caveau si sostituiscono tutta una serie di informazioni, che costituiscono il “patrimonio” reputazionale di una banca e ne certificano o meno la credibilità

Di Paolo Pietro Biancone*

Sotto la spinta della congiuntura si sono modificati gli equilibri strutturali che connotavano, in parte, la morfologia dell’intero sistema finanziario del nostro Paese. Si registra una sorta di “crisi di modello” che va affrontata non solo sotto il profilo degli assetti di governo (cioè, ad esempio, attraverso la creazione di un gruppo economico in grado di offrire alle banche appartenenti ad esso adeguate garanzie patrimoniali e reputazionali da far valere sui mercati del credito e della liquidità), ma anche e soprattutto rivisitando la formula imprenditoriale, l’orientamento strategico di fondo, in modo da poter assicurare uno sviluppo durevole e sostenibile ed una effettiva, riconosciuta permanenza nell’arena competitiva a condizioni economicamente, patrimonialmente e finanziariamente adeguate. In particolare, soprattutto per le banche del territorio, il primo obiettivo è riportare il giusto grado di fiducia tra i risparmiatori per permettere l’instaurarsi di relazioni sociali, giuridiche ed economiche stabili, proficue e trasparenti. Recuperare credibilità e fiducia, insomma.


Un tempo la fiducia da parte dei risparmiatori si conquistava grazie alla solidità che essa comunicava nell’immaginario collettivo: una solidità concreta, visibile, tangibile. Il caveau delle banche erano il simbolo della sicurezza e della protezione: era il biglietto da visita per presentarsi alla clientela. Ora al caveau si sostituiscono tutta una serie di informazioni, che costituiscono il “patrimonio” reputazionale di una banca e ne certificano o meno la credibilità. Gestire l’immagine dell’affidabilità diventa più complesso, coinvolge elementi variegati: La reputazione è un costrutto multidimensionale, cioè è determinata o influenzata da diverse variabili; un unico indicatore non è pertanto in grado di coglierne in modo adeguato l’essenza. Alcune dimensioni che concorrono alla misurazione della reputazione sono, ad esempio: i prodotti/servizi dell’azienda, la performance, la qualità del management, la responsabilità sociale per il territorio.
Le esperienze di questi ultimi tempi hanno mostrato come la mancata considerazione delle Banche abbia fatto vittime eccellenti e per questo, il fattore di rischio reputazionale deve essere affrontato senza possibilità di ulteriori ritardi: rappresenta una grave minaccia per le banche che per loro stessa natura presuppongono il mantenimento della fiducia del mercato. Fallimenti, truffe, licenziamenti nelle più importanti istituzioni bancarie mondiali, fatti di cronaca ed evoluzioni normative hanno dato al rischio di reputazione delle banche un maggior rilievo rispetto al passato e ne hanno ampliato i contenuti, trovando spesso le suddette aziende impreparate nei confronti di un fattore di rischio che da sempre rappresenta uno dei pilastri strategici fondamentali per il successo, e che consente di garantire la continuità aziendale, intesa come “licenza di operare”.

Le banche islamiche garantiscono al momento un’affidabilità reputazionale di alto livello: non si registrano, infatti, casi fallimento e di truffe ai risparmiatori. Nel caso della finanza islamica, la liceità dell’attività di una banca islamica e dei suoi manager viene controllata da appositi organismi denominati “Shari’a Supervisory Board” con funzione consultiva e certificativa, ex ante ed ex post, ma non gestionale (vedasi il caso emblematico del Regno Unito). Ne è un esempio, Al Rayan Bank, prima banca commerciale islamica d’Europa, che possiede uno dei conti di risparmio più competitivi del mercato inglese. Tuttavia, mancano gli sforzi istituzionali fondamentali per regolamentare e incoraggiare questi settori emergenti, che possono essere un’eccellente fonte di ricrescita per le piccole e medie imprese Italiane.

* Director of the European Research Center for Islamic Finance
Editor in Chief European Journal of Islamic Finance
Department of Management
University of Turin

Made in Italy e innovazione: la chiave per il successo

 Il distretto di Valenza Po, insieme a quello di Arezzo e a quello di Vicenza, è uno dei principali poli della manifattura orafa a livello nazionale. È qui, infatti, che molti dei principali marchi del lusso fanno realizzare ai maestri gioiellieri i preziosi che finiranno nelle boutique di tutto il mondo

di Paolo Pietro Biancone*

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Qualità, sostenibilità ambientale e innovazione sono gli elementi forti per le aziende che intendano sopravvivere alla crisi e consolidarsi nel mercato. In particolare, il cambiamento, l’innovazione, devono partire dai punti di eccellenza delle aziende italiane. Non mancano i comparti che rappresentano l’Italia nel mondo, per tecnologia e innovazione, ma anche per la capacità di fare sistema. Per fare qualche esempio: il Distretto Veneto della Giostra. Si tratta di distretto come sistema locale per l’innovazione, basato su una catena di valore che comprende tante diverse specializzazioni finalizzate alla creazione di un prodotto d’eccellenza. Una realtà di grande rilevanza per il Veneto e l’Italia, con un fatturato globale annuo complessivo di circa 250 milioni di euro in sensibile crescita, che garantisce un’occupazione complessiva di oltre 1.500 addetti. Il 70% delle giostre sul mercato globale vengono prodotte in Europa, il 90% delle produzioni in Europa sono effettuate in Italia, l’80% nel Veneto. Il GC CANTONI INTERVISTAsuccesso è frutto di una logica vincente: il Distretto Veneto della Giostra rappresenta un’eccellenza del Made in Italy, dovuta alle innovazioni tecnologiche, alle ideazioni scenografiche, agli “ambienti” ricreati, alle soluzioni proposte alla sicurezza, alle emozioni che procurano a chi sale su una giostra o a chi assiste ad uno spettacolo pirotecnico. Il distretto di Valenza Po, insieme a quello di Arezzo e a quello di Vicenza, è uno dei principali poli della manifattura orafa a livello nazionale. È qui, infatti, che molti dei principali marchi del lusso fanno realizzare ai maestri gioiellieri i preziosi che finiranno nelle boutique di tutto il mondo. E proprio Valenza, negli ultimi periodi, sta facendo registrare dati interessanti. Per la prima volta nella storia, infatti, nel secondo trimestre 2015 le esportazioni dell’oreficeria locale hanno superato quelle di Arezzo e Vicenza, confermandosi il miglior distretto italiano per crescita sui mercati esteri. L’oreficeria valenzana, infatti, ha fatto registrare esportazioni in crescita soprattutto verso Francia, Svizzera e Regno Unito.Qui ogni giorno aziende grandi e piccole si misurano, in un contesto regionale, quello del Piemonte, in cui l’export sta dando segnali di accelerazione, per arrivare ad un progresso tendenzialeGC ARTIGIANO 2 del 20,1%. Non è un caso, quindi, che Bulgari abbia scelto proprio Valenza Po come luogo ideale per edificare il suo nuovo quartier generale produttivo. La nuova Manifattura di gioielleria punta a diventare la più grande sede produttiva nell’ambito dell’oreficeria in tutta Europa e sarà costruita anche grazie all’utilizzo di tecnologie innovative e di materiali a basso impatto ambientale. Con questo investimento, Bulgari aumenterà la capacità produttiva del marchio, tramite anche l’assunzione di oltre 300 persone, con le quali arriverà a circa 700 il numero di maestri orafi, impiegati e manager che lavoreranno nella struttura. Il successo del Made In Italy sta nella capacità di realizzare prodotti di ottima qualità e bellezza, la crisi e la globalizzazione chiedono uno sforzo nel guardare in faccia il cambiamento.Tutta la cultura d’impresa – quel complesso connubio di tecnologie, ricerca, innovazione, risorse umane, relazioni tra industria e territori e portatori di interesse (stakeholders) – necessita di una profonda riflessione critica e autocritica per poter affrontare nel lungo periodo la competizione globale.

* Director of the European Research Center for Islamic Finance

Editor in Chief European Journal of Islamic Finance

Department of Management

University of Turin

 
 

Torino e lo sport per promuovere il territorio

I dati di bilancio della Città, spiegati in maniera più semplice e accessibile con il Popular Financial Reporting, dimostrano limpegno della città sullo sport e le sue ricadute ad impatto positivo

palaalpitour madonna

Di Paolo Pietro Biancone*

La notizia è rilevante: Torino ospiterà i Mondiali di Pallavolo maschile 2018 e al Pala Alpitour si svolgeranno gli incontri della fase decisiva per lassegnazione della coppa più ambita da tutte le Nazionali. Un risultato importante sia sotto il profilo sportivo sia sotto il profilo economico: la macchinaorganizzativa di eventi sportivi simili è in grado di generare ricadute positive sul territorio anche sotto il profilo turistico e di immagine di Torino e del Piemonte. Il risultato è frutto di un lavoro intenso della Città nel tempo, con momenti importanti di successo, quali le Olimpiadi invernali di dieci anni fa e la designazione di Torino Capitale dello Sport 2015.

I dati di bilancio della Città, spiegati in maniera più semplice e accessibile con il Popular Financial Reporting, disponibile anche su http://www.unito.it/sites/default/files/popular_financial_reporting1.pdf, dimostrano limpegno della città sullo sport e le sue ricadute ad impatto positivo sul territorio.

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Le strutture comunali volte alla promozione dello sport e del benessere sul territorio cittadino sono 168: alcune a gestione centrale, altre assegnate alle Circoscrizioni, altre ancora affidate in concessione a terzi. Il Comune gestisce direttamente la Piscina Stadio Monumentale, lo Stadio del Ghiaccio, il Palazzetto dello Sport, lo Stadio Nebiolo, il Palazzetto Le Cupole. Gli accessi di utenti sono stati oltre 630 mila nel 2014, dato in aumento nel 2015. Limpegno di spesa del gruppo Comune di Torino sulle attività sportive è stato di oltre 1,94 milioni di euro: dato considerevole, di poco inferiore allimpegno per le attività culturali.

I frutti di politiche per lo sport sono cosistenti: secondo BIT 2016, Borsa del Turismo Internazionale è confermata la tendenza che da tempo interessa il turismo italiano e internazionale, ovvero la voglia di trasformare la vacanza in unoccasione per vivere esperienze diverse. In particolare, il turismo sportivo muove un giro daffari di 6,3 miliardi di euro, 10 milioni di viaggi e 60 milioni di pernottamenti censiti dallOsservatorio Nazionale del Turismo. Lo sport rappresenta uno dei segmenti più promettenti del turismo anche perché consente la promozione di aree meno note e la destagionalizzazione dei prodotti. Anche per questo sarà sempre più importante valutare le ricadute economiche di eventi sportivi e lavorare per promuovere iniziative, che stimolano benessere ed economia.

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*Docente di Economia Aziendale e Coordinatore del corso

di dottorato in Business & Management dellUniversità di Torino

(Foto: il Torinese)

 

Luci su Torino

L’energia elettrica impiegata per illuminazione pubblica è pari a 80.000.000 di Kwh, equivalenti al consumo indicativo di 29.700 famiglie composte da 3-4 persone. Al fine di ridurre il consumo di energia elettrica è stato avviato un programma di sostituzione lampade con la nuova tecnologia Led per complessivi 24 milioni di KWH su 55.000 punti luce (fine intervento previsto a luglio 2016)

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di Paolo Pietro Biancone*

Chi illumina le strade della Città? Qual è la spesa per l’illuminazione pubblica?  Anche a queste domande risponde Il bilancio POP del Comune di Torino, http://www.comune.torino.it/sfogliato/pfrtorino/. Il bilancio è fonte di numerose informazioni, che il bilancio POP estrapola e comunica in maniera trasparente ed accessibile ai non addetti ai lavori. La comunicazione del bilancio della Città nella sua interezza è la chiave della condivisione, della comprensione e della partecipazione alle decisioni politiche.
LUCI PERNA SAN CARLOTorino ha affidato a Iren Servizi S.p.a. la gestione dei servizi di illuminazione pubblica, degli impianti semaforici, elettrici, termici e speciali degli edifici comunali. A tali attività va aggiunta la gestione (global service) del Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia” di Torino e di svariati edifici di particolare interesse (es: Museo del Cinema, Mole Antonelliana, Palazzo Madama ecc.). L’energia elettrica impiegata per illuminazione pubblica è pari a 80.000.000 di Kwh, equivalenti al consumo indicativo di 29.700 famiglie composte da 3-4 persone. Al fine di ridurre il consumo di energia elettrica è stato avviato un programma di sostituzione lampade con la nuova tecnologia Led per complessivi 24 milioni di KWH su 55.000 punti luce (fine intervento previsto a luglio 2016). Il Led permette di avere una durata di circa 50.000 ore contro le 5.000 ore circa delle vecchie tecnologie.
Iren Servizi S.p.a. gestisce il servizio di gestione degli impianti termici, elettrici e speciali di circa 850 edifici comunali (Municipio, Circoscrizioni, musei, impianti sportivi, ecc.) per una volumetria riscaldata di 8.100.000 metri cubi pari all’8% degli edifici torinesi. Non solo, gestisce ed eroga i servizi di teleriscaldamento sul territorio cittadino. Al 2014 ha raggiunto 560.000 abitanti, vale a dire il 55% delle case, attestando Torino come la Città più teleriscaldata d’Italia. PO VITTORIO LUCIA GRANDE
Iren servizi è parte del Gruppo Iren, multiutility quotata alla Borsa Italiana, che opera nei settori dell’energia elettrica (produzione, distribuzione e vendita), dell’energia termica per teleriscaldamento (produzione e vendita), del gas (distribuzione e vendita), della gestione dei servizi idrici integrati, dei servizi ambientali (raccolta e smaltimento dei rifiuti) e dei servizi per le Pubbliche Amministrazioni.

Iren è strutturata sul modello di una holding industriale con sede direzionale a Reggio Emilia, sedi operative a Genova, Parma, Piacenza e Torino, e Società responsabili delle singole linee di business. Alla holding Iren S.p.A. fanno capo le attività strategiche, di sviluppo, coordinamento e controllo, mentre le Società operative garantiscono il coordinamento e lo sviluppo delle linee di business:

Iren Energia nel settore della produzione di energia elettrica e termica e dei servizi tecnologici;
Iren Mercato nella vendita di energia elettrica, gas e teleriscaldamento;
IRETI nella distribuzione di gas ed energia elettrica e nel servizio idrico integrato;
Iren Ambiente nella raccolta dei rifiuti, nella progettazione e gestione degli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti e nel settore rinnovabili.
La città di Torino è tra gli azionisti Iren per via indiretta, attraverso la Società controllata FCT e anche attraverso La Finanziaria Sviluppo Utilities (FSU), che è, a sua volta, controllata pariteticamente dal Comune di Torino e dal Comune di Genova, i quali detengono il 100% del capitale sociale.
Iren è, quindi, indirettamente parte del Gruppo Comune di Torino: le due aziende si intrecciano per ragioni di servizio e per esigenze di strategia e di governo; e si sintetizzano ogni anno per esigenze di misurazioni di risultati, presenti nel bilancio consolidato.

*Docente di bilancio consolidato dell’Università di Torino

Il "Torino Pride" compie 10 anni

pride2Sarà allestito il ‘Rights Village’. Un bimbo che sorride  sotto un asciugamano arcobaleno. Il claim è ‘Il domani ci appartiene’. Così il Torino Pride  quest’anno festeggia i suoi 10 anni e alla consueta sfilata, il 9 luglio, abbina un grande happening musicale in piazza San Carlo, oltre al l’allestimento di un ‘Rights Village’ a Torino esposizioni, che sarà inaugurato il 2 luglio insieme al party ufficiale di finanziamento, una mostra fotografica alla Fondazione Merz, un’ asta a favore di Casa Oz, e la conferenza internazionale sui dirittipride5 nell’Europa Balcanica. La sfilata ricorderà anche la tragedia di Orlando, e partirà da via San Donato fino a raggiungere  piazza Castello. Sarà aperta dal carro del Coordinamento Torino Pride, e un bus di Torino City-sightseeing allestito da un gruppo di bambini. In serata l’happening musicale condotto da Platinette e con  Levante, Dolcenera, i Perturbazione, Carlo Gabardini e il coro del Teatro Regio che esegue due arie della Carmen con la soprano Gabriella Sborgi.

(foto: il Torinese)