Cosa succede in città- Pagina 378

Eroi di carta, tra fumetto e fantascienza al Mufant

La rassegna Eroi di carta, origini ed evoluzione transmediale del fumetto di fantascienza, che da settembre 2017 propone al MUFANT una serie di eventi incentrati sui rapporti fra il fumetto e gli altri media, giunge al momento decisivo con l’inaugurazione sabato 2 dicembre della mostra “Fantascienza a Fumetti”.  www.mufant.it

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 Il programma:
ore 15,30 visita guidata alla mostra permanente con i curatori Silvia Casolari e Davide Monopoli. Visita guidata alla temporanea con il curatore Gianni Milone.

 

 ore 16,00 Silvano Beltramo, docente Scuola Internazionale di Comics di Torino, lo sceneggiatore Paolo Ferrara, l’autore del design delle astronavi e dei mezzi meccanici Germán Impache presentano il Fumetto Evo-Z. Al termine dell’incontro nell’area Evo-Z gli autori firmeranno le copie del fumetto e realizzeranno tavole dal vivo. Nella stessa area in mostra le tavole in grande formato del fumetto.

 

 ore 16,30 special guest: Maurizio Manzieri, illustratore di fama nazionale e internazionale. Premio Europa, due volte Premio Italia e Chesley Award (il più prestigioso premio per artisti fantastici conferito negli Stati Uniti da ASFA, l’Associazione degli Artisti di Fantascienza e Fantasy), presenta la saga di fantascienza Laniakea, un ambizioso progetto di libro illustrato, lanciato in anteprima sulla piattaforma di crowdfunding PATREON con lo scrittore americano Dean Whitlock.

 

 ore 17,00 BATMAN FOREVER: Adam West e il Batman televisivo più pop di sempre. Intervento con proiezioni a cura di Paolo Di Motoli.

 

 ore 17,40 Gli studenti del corso Transmedia, Ingegneria del Cinema e dei Mezzi di Comunicazione, Politecnico di Torino, presentano i progetti.

 

 Nel corso della giornata gli studenti del liceo Einstein cureranno le iniziative: SuperHero Game, ritrovo con giochi a quiz a tema Supereroi. In palio Marvel Comics per il team vincente. Eroi per un giorno, truccabimbi per bambine e bambini di età compresa fra i 5 e i 10 anni e laboratorio creativo.
• Visite guidate “flash” alla mostra Eroi di carta.
Vittorio Pavesioè  autore del testimonial.

 

 Nel corso di oltre 100 anni il fumetto fantascientifico ha avuto un ruolo da protagonista nella creazione di miti fantastici a diffusione pressoché universale, costituendo un decisivo strumento narrativo capace di mettere insieme contenuti scientifici, artistici, letterari.

 

 La mostra, curata da Silvia Casolari e Davide Monopoli, con la collaborazione di Paolo Bertetti, racconta la storia del fumetto di fantascienza dalle origini ad oggi: dai primi Comics USA – Brick Bradford, Flash Gordon -, alle più curiose produzioni internazionali – Barbarella, Eternauta, etc -, fino agli universi Marvel e Dc Comics. L’attenzione è volta in particolare ai risvolti crossmediali correlati alle icone del fumetto, ossia il fenomeno della diffusione nei diversi media di storie e personaggi nati sui fumetti agli inizi del Novecento: le grandi produzioni cinematografiche – Batman, Superman e gli altri Supereroi -, le serie tv a partire da Buck Rogers e Flash Gordon, fino al recente affermarsi del fenomeno Cosplay nel mondo dei Comics.

 

 La sala GAF, la galleria d’arte fantastica del museo, accoglie inoltre la mostra temporanea Fantastici universi di carta, curata da Gianni Milone, editore, collezionista torinese di fumetti e titolare della Libreria Milone. La mostra è divisa in due sezioni: Protofantascienza a fumetti, con oltre 20 prime pubblicazioni di Little Nemo in Sluberland, fumetto a tema fantastico realizzato da Winsor McCay agli inizi del Novecento che anticipa il genere; Roland Turner disegna Rick Random: rassegna di curiosità e pubblicazioni uniche dedicata all’eroe fantascientifico anni ’50, illustrato da Roland Turner e sceneggiato da un autore d’accezione come Harry Harrison, esponente di punta della fantascienza inglese.

 

 La rassegna ha coinvolto direttamente anche studentesse e studenti del Corso Transmedia – Ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione del Politecnico di Torino. 60 studenti presentano al pubblico le esperienze transmediali basate su realtà aumentata e video interattivi in corso di sviluppo negli spazi del museo.Sempre nel contesto delle attività didattiche sviluppate durante la rassegna, studentesse e studenti del Liceo Einstein di Torino, accoglieranno i visitatori con alcune iniziative per il pubblico giovanile e per le famiglie con bambini.

 

Amerio Costumi si è occupato dei materiali dei laboratori di trucco.Fino al 25 Febbraio.

Fantascienza e fumetti  sabato 2 dicembre al Mufant, Museo del fantastico e della fantascienza di Torino, in via Reiss Romoli 49 bis

 

 

IDEE OVER 50 PER NATALE? REGALA CORSI DI COMPUTER E INGLESE

Regalare a Natale un corso di computer o di inglese, studiati su misura per gli over 50. È la proposta che lancia Euro3, la scuola torinese per la terza età che si trova all’interno dello storico cortile della Cavallerizza Reale, in via Verdi 9, a Torino. In aggiunta al regalo c’ è un omaggio molto suggestivo: un “bagno di gong”, un’esperienza vibrazionale di suonoterapia che aiuta a ritrovare sé stessi, favorendo uno stato di pace interiore profonda.

Euro3 è stata tra i primi, a Torino, a organizzare 20 anni fa corsi di computer, per offrire alle persone anziane i molti vantaggi del saper navigare in Internet. Con la rete sono facilitate le relazioni personali e i contatti e si ha maggiore autonomia. Si può, ad esempio, consultare e utilizzare il sito della propria banca o quello dell’Inps, conoscere le varie offerte di intrattenimento, come mostre, film, conferenze, sapere gli orari di farmacie, mezzi e uffici pubblici. Per quanto riguarda il corso di inglese, quello proposto da Euro3 si basa su una metodologia facile, divertente mirata ad ottenere un rapido uso della lingua, stimolando nel contempo l’amicizia e l’affiatamento. Le lezioni di entrambi i corsi sono per piccoli gruppi (massimo 10 persone) e facilitate da videoproiettori con schermo a muro. Ogni allievo ha inoltre a disposizione un Pc. Due gli obiettivi principali delle lezioni: sviluppare le capacità di apprendimento, rafforzare la memoria, favorire la socializzazione, facendo sentire le persone a loro agio. I corsi durano 30 ore, con una lezione settimanale di tre ore. Quota di iscrizione 150 euro, più 5 per la dispensa, redatta dagli stessi docenti. Regalando un corso di computer o di inglese si riceverà in regalo un bagno di gong.

Un albero di 19 metri illuminerà da venerdì il “Natale coi fiocchi”

La settima edizione di ‘A Torino un Natale coi Fiocchi’ prenderà il via venerdì 1 dicembre, alle ore 18.00, in piazza Castello, con l’apertura delle prime due finestrelle del Calendario dell’Avvento da parte dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Torino e l’accensione del maestoso Albero di Natale a forma piramidale che svetta con i suoi 19 metri di altezza – realizzato grazie al generoso sostegno diUBI Banca – accompagnata dall’esibizione del coro Vox Viva. L’atmosfera natalizia conquisterà la città per più di un mese. Strade, vicoli e piazze del capoluogo piemontese, giàilluminate dalla magia delle opere di Luci d’Artista, accoglieranno iniziative imperdibili: eventi, spettacoli e animazioni per vivere le feste in un clima di grande fermento culturale e assaporare tutti insieme i giorni che condurranno al Natale. Piazza Castello, piazza Solferino e il cortile del Maglio, oltre a ospitare i mercatini, saranno il palcoscenico di una ricca programmazione culturale di teatro, musica e magia, dal vivo, per tutti i week end a partire dal primo dicembre. Gli artisti coinvolti nei vari appuntamenti culturali parteciperanno il 16 dicembre alla Parata del Totano, una sfilata lungo le vie del centro con partenza da piazza Solferino e arrivo in piazza Castello.

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Numerosi concerti sacri porteranno l’atmosfera natalizia dal centro alle periferia. Grazie al Coordinamento delle Associazioni Musicali di Torino che organizza un ciclo di appuntamenti con la musica della tradizione natalizia europea, i torinesi potranno godere di un programma rivolto a tutti. Un viaggio attraverso le tradizioni della musica popolare: dal Medioevo con gli zampognari, le cornamuse e le ghironde, al “Canto di Natale” di Dickens, accompagnato da musica e disegni.   In programma concerti di Natale nelle parrocchie di Santa Giulia, nelDuomoSan Leonardo MurialdoConservatorio “Giuseppe Verdi”, Santuario di Nostra Signora della SaluteGesù NazarenoSanti Bernardo e Brigida. Un appuntamento al quale gli appassionati non potranno rinunciare è il concerto inCattedraledomenica 10 dicembre, dove l’Academia Montis Regalis eseguirà le “Quattro stagioni”. Le iniziative culturali – tra cui rientrano i concerti sacri e gli spettacoli dei fine settimana nelle piazze Castello, Solferino e Cortile del Maglio – sono state organizzate dalla Fondazione per la Cultura Torino con il sostegno di Iren, Autogrup S e Borello Supermercati.

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Tra i tanti appuntamenti diffusi sul territorio cittadino, il 2 dicembre è in programma #ADDOBBATO2017: i cittadini di tutte le Circoscrizioni saranno coinvolti nella creazione di alberi natalizi con materiale di recupero. Il suggestivo allestimento del Presepe ideato dal Maestro Emanuele Luzzati – simbolo del Natale torinese – sarà nuovamente visibile al Borgo MedievaleDall’8 dicembre al 14 gennaio la piazza del Melograno e le vie intorno, regaleranno una suggestiva cornice fiabesca alle novanta sagome – personaggi sacri della tradizione e protagonisti delle fiabe – dipinte su legno dando vita a un gioco di figure illuminate che si rincorrono tra portici, cortili e prati del Borgo. Ancora una volta i protagonisti indiscussi saranno i più piccini: numerose infatti sono le iniziative, i laboratori e le attrazioni dedicate a loro per immergerli in una magica atmosfera, in diversi punti di Torino: Pompieropoli…un giorno da pompiereOperando a NataleUn nobile Nataleun Babbo Natale in formaOgni giorno è NataleAspettando il Natale,Sfilata dei Babbi NataleOlimpiadi della Befana…e molto altro ancora.

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Inoltre, per quattro fine settimana, le Biblioteche Civiche Torinesi organizzeranno attività di lettura, laboratori e musica per i più piccoli nello Spazio ZeroSei di piazza della Repubblica. Il ricco programma terminerà domenica 7 gennaio con gli appuntamenti dell’Epifania dedicati proprio a loro. Per quarantacinque giorni strade, vicoli e piazze del capoluogo piemontese, ospiteranno un cartellone di iniziative imperdibili: dai mercatini legati alla tradizione propriamente natalizia ai concerti, dagli eventi multiculturali agli intrattenimenti organizzati nei diversi quartieri. Le piazze Castello, Solferino, Santa Rita e il cortile del Maglio a Borgo Doraaccoglieranno, dall’1 dicembre al 14 gennaio 2019, i tradizionali Mercatini di Natale. Sarà piazza Solferino a ospitare la pista di pattinaggio su ghiaccio. La patinoire, che sarà inaugurata venerdì 1 dicembre alle ore 17 con lo spettacolo “Piccolo Galà su ghiaccio”, rimarrà aperta fino al 14 gennaio 2018.

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Il programma completo, giorno per giorno, è consultabile sul sito internet all’indirizzo www.nataleatorino.it 

 

Tra Casalegno (che denunciò i terroristi) e Rostagno non ci possono essere legami

di Pier Franco Quaglieni

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“Leader del movimento studentesco , nel 1968, guida una pesante stagione di contestazioni. L’anno successivo è tra i fondatori di Lotta Continua. Accanto a lui, in quegli anni, vi sono personalità come Adriano Sofri, Guido Viale, Marco Boato e Giorgio Pietrostefani.”

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Così si legge nella biografia pubblicata nell’invito della Città di Torino  all’inaugurazione di un piazzale torinese a Mauro Rostagno(1942-1988).

Senza voler nulla togliere al Rostagno successivo a “Lotta continua” e alla sua attività socioculturale in Sicilia (sul suo omicidio da parte della mafia c’è chi ha sollevato dei dubbi) ci sembra che evidenziare come un merito la “pesante stagione di contestazioni” sia quanto meno  fuori posto perché la parola pesante è un eufemismo ipocrita  per non scrivere violenta.
Siamo negli anni che partono dal ’68,passano attraverso l’autunno caldo e gli espropri proletari ,per giungere alla P38 per le strade e al terrorismo armato. Ancora più singolare vantare i rapporti amicali di “personalità” come Adriano Sofri, condannato in via definitiva come mandante dell’omicidio Calabresi che non ha scontato, se non parzialmente, la pena in carcere. Se poi pensiamo a Giorgio Pietrostefani, dobbiamo ricordare a chi ha steso quel profilo biografico ,che quel signore venne condannato a 22 anni con Sofri. Il Pietrostefani che  scontò anche lui  una parte minima di pena, si rifugiò in Francia coperto dalla dottrina Mitterrand  come Cesare Battisti ed altri terroristi. A Torino si commise l’errore (certamente voluto) di commemorare insieme, nell’estate scorsa, Carlo Casalegno e Mauro Rostagno, adesso il Comune di Torino inaugura la piazza Rostagno il giorno dopo di quello in cui ,40 anni fa, morì Casalegno. Vogliono capirlo, lor signori , che  tra Casalegno che denunciò l’estremismo rosso e pagò con la vita il suo coraggio e Rostagno, estremista di” Lotta Continua”, non ci possono essere rapporti di sorta?

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

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Il Corriere Torino – Il nuovo libro di Veneziani – La ritirata – Giordana promosso?

 

 


 

 

Il Corriere Torino
La notizia della settimana è l’uscita del Corriere di Torino che davvero rappresenta una grande novità. La concorrenza e la fine del monopolio de “La Stampa” in Piemonte è un fatto storico. La concentrazione editoriale tra  “La stampa” e “Repubblica” aveva segnalato la fine di un minimo di pluralismo che Torino forse non conobbe se non nei tempi d’oro della “Gazzetta del Popolo” che seppe tenere testa al quotidiano prima di Frassati e poi di Agnelli. Le esili esperienze legate alla rinascita della “Gazzetta” non rappresentarono nulla di significativo,malgrado gli sforzi di Ferruccio Borio che portò il giornale della Fiat ad una diffusione capillare che decretò la fine della Gazzetta di Vecchiato e poi di Torre. Ci si doveva accontentare di un qualche pluralismo interno al gruppo con “Stampa sera” che ebbe direttori autonomi che impressero al giornale una linea non sempre coincidente con quella del giornale del mattino.Luca Bernardelli,ma anche Michele Torre  direttori di “Stampa sera” lo testimoniano. Morta “Stampa sera”, finì anche quell’esperienza che fu vivace ed aperta al confronto di opinioni. L’insignificante “Giornale del Piemonte”,passato alle cronache per non pagare i giornalisti,ha un’incidenza pari allo zero nel panorama informativo torinese.”Torino cronaca”,sempre informatissimo nelle più minute notizie, è un giornale popolare che può soddisfare un pubblico molto modesto e fomentare un certo qualunquismo. Sangue,sesso,soldi  è un ingrediente che può far vendere delle copie,ma immiserisce il giornalismo a livello scandalistico. Solo i giornali on line rappresentano un’altra voce di Torino. Oggi scende in campo il Corriere,il maggiore quotidiano italiano con un inserto torinese di tutto rispetto.Grandi firme nazionali e locali lo caratterizzano. Non è la solita compagnia di giro.Un battitore libero come Gabriele Ferraris è un acquisto importante:un giornalista capace di scrivere ciò che pensa, liberamente. In Via Lugaro i direttori Anselmi e Calabresi hanno ridotto il giornale a portavoce del “sistema Torino”.Soprattutto Calabresi ha inferto un colpo mortale alla “Stampa” ed oggi è direttore di “Repubblica”. Maurizio Molinari ha elevato il giornale nella politica estera,ma le cronache locali lasciano ancora molto a desiderare e non riescono a rappresentare Torino e il Piemonte nella sua ricchezza. Il” Corriere “ ha un grande spazio di potenziali lettori che oggi non si ritrovano più nell’esistente. C’è da augurarsi che Il “Corriere Torino” sappia soddisfare a questa funzione,avvantaggiandosi del fatto di offrire un quotidiano nazionale di grande qualità ,il primo giornale italiano anche perché “Repubblica” ha perso e perderà altri lettori,malgrado la piccola rivoluzione grafica all’insegna di Eugenio (Scalfari) che è diventato anche un corpo tipografico. Un giornale come il “Corriere” deve aprirsi alla città,anche a quella sommersa che si è abituata a sopravvivere avendo imparato a nuotare,se necessario,sott’acqua. Ci sono intelligenze libere a Torino che possono arricchire il nuovo giornale. L’essere uscito con una lunga biografia di Enrico Salza il primo giorno non è un buon segno. Ma un giornale non si giudica dal primo numero.C’è anche gente che non ha mai baciato la pantofola all’ex presidente del san Paolo e che leggerebbe volentieri di altre storie. Il “Corriere” che si presenta con il volto di Cavour deve saper interpretare una città dalle molte voci,non tutte necessariamente di sinistra e non tutte necessariamente al servizio della Fiat o di quanto rimane del vecchio Pci  nel campo della cultura. Richiamarsi a Cavour è molto impegnativo e c’è da augurarsi che i giornalisti che lavorano in quella che fu la storica sede de “La Stampa” in Galleria San Federico  si impegnino a dimostrare che non si tratta solo di un richiamo pubblicitario di esordio. Al di là di Gramellini che celebra una sua vittoria personale dopo che non ottenne la direzione de “La Stampa”.

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Il nuovo libro di Veneziani

Marcello Veneziani è l’unico cervello pensante della destra e non a caso non è un militante che adesso scrive per il “Tempo”e non più sul “Giornale”. Il suo ultimo “Imperdonabili-Cento ritratti di maestri sconvenienti”(ed. Marsilio)  che accomuna in agili ritratti Dante e Oriana Fallaci, Evola ed Eco, Machiavelli e Gramsci, Croce e Gentile, Guareschi a Flaiano, merita di essere letto. E’ scritto bene, è documentato, è davvero “un album di maestri e fratelli maggiori per curiosi e ribelli, conservatori e rivoluzionari, uomini e donne liberi, in cerca di pericolosi compagni di viaggio.” Scrive anche di autori a lui lontani e non usa il sistema di ignorare chi non piace. Si tratta di  cento personaggi quasi tutti riusciti nel campo della cultura, della filosofia, della politica ,del giornalismo. Sfogliandolo  e leggendo qua e là (è un volume di quasi 500 pagine ) si ha l’idea di avere tra le mani un atlante. Non mi ha convinto, anzi mi ha un po’ irritato il medaglione dedicato a Benedetto Croce in buona parte dedicato alla ventennale convivenza del filosofo con Angelina Zampelli morta prematuramente nel 1913. Croce è tanto di più,lo stesso veneziani lo colloca nel capitolo “Le idee che mossero il secolo”.Ben diverso trattamento ha Norberto Bobbio ritratto in modo esemplare, malgrado l’abisso che esiste tra Veneziani e il filosofo torinese. E’ un libro comunque molto apprezzabile, da leggere. Alla libreria Feltrinelli di Galleria “Alberto Sordi” a Roma era esaurito. Già dai primi giorni un grande successo anche “in partibus infidelium”.

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La ritirata

Se si guarda a dopo Piazza san Carlo, si può dire che Torino dalla cena in bianco saltata in avanti ha collezionato solo brutte figure. Il fatto che si salti anche Cioccolatò è significativo. Io ero sempre ad esso contrario nelle piazze auliche dove lo volle Chiamparino, ma si tratta di un evento turistico abbastanza importante. E’ facile accusare gli organizzatori che non rispettano i patti, la verità è che Appendino e i suoi dilettanti non sono all’altezza neppure di gestire un evento come Cioccolatò. E che dire del Capo d’anno trasferito dalla piazza al pala Alpitour,in più anche a pagamento. Bastava farlo in piazza Vittorio o in un’area periferica da lanciare. Ma i grillini mancano di inventiva ,anche quella spicciola. E’ una ritirata su tutta la linea,pressati da giudizi che indagano sui responsabili del disastro di piazza San Carlo.



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Giordana promosso?
Dalle carte d’inchiesta sulla triste vicenda di piazza San Carlo emergono alcune mail “corrette” o sbianchettate  dal capo di Gabinetto della sindaca Paola Giordana, questo oscuro impiegato comunale assurto ai vertici del Comune. L’ex capo di Gabinetto censurava e decideva. Ho il sospetto che una mia lettera alla Sindaca del luglio 2016 non sia mai arrivata al suo tavolo, se è vero il filtro preventivo di Giordana, novello Raspuntin della nuova zarina torinese. Adesso si parla addirittura di promuovere, seguendo procedure non proprio ortodosse, di promuovere Giordana facendolo diventare da semplice impiegato funzionario. Un premio alla sua iperattività e soprattutto ai buoni risultati raggiunti. Spero sia una notizia falsa volta a diffamare Giordana.

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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com

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Che c’entra Di Maio con il Corriere di Torino?

Ho notato alla festa del Corriere al Regio che la sindaca Appendino si è portata al seguito Di Maio, presentato sul palco come candidato premier. Cosa ne pensa?
                                                                                                                         
Luigi De Lascaro

Penso che Appendino non abbia il senso delle istituzioni perché di Maio non c’entra proprio nulla. Per la verità ho visto anche gente alla festa del Regio che mi ha lasciato perplesso. Un signore che non voglio nominare è andato a sedersi nelle file riservate alle personalità, pur essendo un povero travet che forse non doveva neppure essere invitato. E poi ,lo dico con franchezza, “troppo sistema Torino” affollava il teatro. Mi ha dato fastidio,ma io credo profondamente nell’impresa voluta da Cairo con coraggio. Cairo è un vero imprenditore.

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TFF stile austerity

Gentile professore,
Cosa ne pensa di Torino film festival in edizione economica 2017?

Io di Film festival in edizione lusso e in edizione economica ne penso un gran male. Ho anche fortissimi dubbi sul modo in cui è stato gestito il museo del Cinema. In Italia basta il festival di  Venezia,è quasi superfluo quello di Roma voluto da Veltroni. In Francia c’è un festival solo ,quello di Cannes, di livello davvero internazionale. In Italia proliferano i festival con i filmati finanziati dal contribuente e occasione per  incontri tra addetti ai lavori che coinvolgono pochissimo pubblico. Queste sarebbero spese da tagliare inesorabilmente.  Mentre la vera cultura viene silenziata, il panem et circenses, sia pure in modo ridotto, continua ad imperversare.  La rinuncia al Lux la dice lunga sul pubblico di Film Festival.

 

Natale, Iren illumina la Mole per i 110 anni di Aem

Una straordinaria accensione di duemila lampade a LED che creeranno un fantastico scintillio di luce

 

 

Per festeggiare i 110 anni dalla costituzione di Aem Torino, Iren regala a Torino e ai tanti torinesi e turisti che affolleranno le sue vie nel periodo delle Festività, una speciale illuminazione natalizia della Mole Antonelliana, mai realizzata precedentemente. Una illuminazione spettacolare ma nello stesso tempo elegante e rispettosa dei vincoli architettonici e stilistici che un bene storico come la Mole merita. Dalla sera del 4 dicembre prossimo e sino al 6 gennaio 2018 Iren illuminerà il simbolo di Torino nel mondo con 500 lampade stroboscopiche a LED, disposte lungo oltre 1500 metri di filo ancorato a ganci e funi metallici già presenti sulla struttura. A queste si aggiungono circa 1.500 lampadine LED flashing (intermittenti) che arricchiranno la struttura architettonica del tempietto. L’installazione delle lampade è avvenuta grazie al lavoro di alpinisti specializzati che, con l’ausilio di corde ed attrezzature tecniche, hanno proceduto metro a metro al posizionamento delle sfere luminose. Le luci stroboscopiche si accenderanno e spegneranno in sequenze temporalizzate, che sottolineeranno elegantemente le linee compositive della Mole, sia della cupola sia della guglia. In particolare, per quanto concerne la cupola verranno evidenziati con luci stroboscopiche i quattro costoloni di contrafforte. Le luci che si accenderanno e spegneranno in modo assolutamente casuale creeranno il caratteristico brillante scintillio luminoso. Per rendere ancora più spettacolare l’illuminazione della Mole, sono stati inoltre collocati schermi dorati su proiettori di illuminazione già esistenti e installati su pali adiacenti il monumento.

La nuova spettacolare illuminazione si integrerà perfettamente con Il volo dei numeri, l‘installazione artistica di Mario Mertz che ormai da anni ripropone sulla superficie della Mole Antonelliana i primi numeri della successione di Fibonacci.

 

 

 

 

“Abbiamo deciso di festeggiare insieme a tutta la città i nostri 110 anni di storia – ha detto il presidente di Iren Paolo Peveraro – regalando ai torinesi questa suggestivo spettacolo luminoso natalizio che mai prima d’ora aveva decorato la Mole Antonelliana. Aem prima, Iren poi, è un’azienda fortemente radicata nella città e nel suo territorio. Ci è sembrato doveroso condividere con tutti, anche con un gesto simbolico ma spettacolare come questo, il forte legame che abbiamo con Torino, i suoi simboli e la sua gente”.

 

 

La storia di Torino passa anche dagli ex-voto della Consolata

Da più di mille anni la chiesa della Consolata è il cuore religioso della città, il luogo in cui il fedele si reca per chiedere conforto per l’anima e aiuto nei pericoli e nei momenti difficili della vita.

Un segno tangibile di questa devozione alla madonna Consolata sono gli oltre tredicimila ex-voto che la Basilica conserva. Migliaia sono i cuori argentati, centinaia le spalline di ufficiali che ringraziano per la protezione in guerra o al termine di una carriera, centinaia le medaglie o i riconoscimenti di gruppi e associazioni, decine le realizzazioni casalinghe all’uncinetto o al ricamo, molte le fotografie di graziati, oltre 3000 gli ex -voto dipinti. Sono soprattutto questi ultimi, per la immediatezza del messaggio, per la drammaticità della situazione e per la concretezza di vita, ad attirare lo sguardo e l’interesse del fedele o del visitatore, suscitando spesso risonanze di fede o richiami al mistero. Proprio gli ex-voto sono al centro della mostra dal titolo “Momenti di vita negli ex-voto alla Consolata”, sostenuta dal Consiglio regionale del Piemonte, che verrà inaugurata mercoledì 6 dicembre, alle ore 17, presso la Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco” (Torino, via Confienza 14). “Al di là della libertà di culto, che in una società sempre più multietnica mi sembra doveroso ribadire come imprescindibile, non si può tuttavia negare che dall’opera di numerosi religiosi (primi tra tutti San Giovanni Bosco e San Giuseppe Cottolengo) sia partita proprio da Torino una spinta al bene comune e alla giustizia anche sociale le cui opere, attraverso coloro che ne continuano l’opera, si sono estese in tutto il mondo” ha voluto sottolineare il presidente del Consiglio regionaleMauro Laus nella sua introduzione al catalogo della mostra. “L’ottantina di ex-voto che questa mostra presenta sono stati selezionati cercando i segni o le storie di Torino. Possiamo cogliere la nostra città nelle indicazioni delle vie o nelle architetture precise di alcune piazze, la possiamo ricordare negli interni delle case popolari, nei giochi dei ragazzi, ne possiamo ricordare il passato economico nei rumori delle officine e nella ricchezza dei negozi, e la sentiamo ancora soffrire nei terribili giorni dei bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale”, spiega il curatore Lino Ferracin.

 

La mostra sarà visitabile fino al 31 gennaio 2018. Orari: dal lunedì al giovedì ore 9.00 – 12.30; 14.00 – 16.00. Il venerdì ore 9.00 – 12.30.

 

Come spiegare i diritti dei bambini in parole semplici

“Il Comitato regionale per i diritti umani promuove con questa iniziativa l’avvio di un percorso a tutela dell’infanzia, affinché i diritti acquisiti siano preservati e difesi mentre quelli negati siano conquistati. Dobbiamo trattare i minori non come problema ma come risorsa, se vogliamo sperare in un mondo realmente migliore e per questo motivo diventa essenziale investire sulla loro educazione”. Così Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale e presidente del Comitato regionale per i Diritti umani, ha introdotto la presentazione di I diritti dei bambini in parole semplici. La pubblicazione, a cura dell’Unicef, è stata ristampata in 4mila copie dal Consiglio regionale per celebrare con un gesto tangibile la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre. L’opuscolo, che verrà diffuso nelle scuole, attraverso parole, colori e disegni, parla in modo efficace ai più piccoli per spiegare i loro diritti inviolabili riconosciuti dalla Convenzione internazionale approvata dall’Onu nel 1989. Il mondo viene così rappresentato attraverso gli occhi dei più piccoli, secondo il loro punto di osservazione affinché sia chiara l’azione che si intende promuovere, quella di costruire un mondo a misura di bambino. “Mi auguro che questo libretto passi nelle mani di più persone possibili, che se ne parli a scuola e in famiglia perché ritengo essenziale che si creino occasioni per diffondere la conoscenza dei diritti dei bambini e soprattutto che i bambini stessi siano consapevoli dei diritti riconosciuti loro dalla Convenzione Onu”, ha affermato Enrica Baricco, vicepresidente del Comitato regionale per i diritti umani. A ricordare i diritti dei bambini ancora troppo spesso negati è stata Rita Turino, garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, citando le violenze fisiche e psicologiche di cui l’infanzia è ancora vittima, così come gli effetti altrettanto negativi della violenza assistita. La promozione della conoscenza della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza rappresenta, peraltro, uno dei compiti del garante, una figura istituita in Piemonte con la legge regionale 31/2009, due anni in anticipo rispetto all’istituzione dell’omologo garante nazionale, avvenuta nel 2011. L’importanza di diffondere in modo capillare la Convenzione Onu nel linguaggio semplice e diretto utilizzato da questo opuscolo è stata sottolineata da Maria Costanza Trapanelli, presidente del Comitato provinciale di Torino per l’Unicef, che ha ribadito come molto ci sia ancora da fare: sono infatti 385 milioni i bambini nel mondo in povertà estrema e 264 milioni non hanno ancora accesso all’istruzione. Ci sono tuttavia anche buone notizie, dato che, grazie ai vaccini, solo nel 2016 sono stati salvati 56 milioni di bambini. Alla conferenza stampa erano presenti anche Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato regionale per i Diritti umani e Stefania Batzella, presidente della Consulta delle Elette.

ec – www.cr.piemonte.it

Giornata per i Diritti dell’infanzia: la celebra il Consiglio regionale

Il Consiglio regionale celebra la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ricorre lunedì 20 novembre, con una serie di iniziative.

Il Comitato Diritti Umani sostiene e patrocina il progetto socioculturale “Profumo di vita #neldirittodel bambino”organizzato dall’associazione di volontariato Legal@arte. Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Lauspartecipa, lunedì 20 novembre, alle 18, nel Salone d’Onore del Castello del Valentino, all’inaugurazione della mostra fotografica dell’artista torinese Elena Givone, curata da Roberta Di Chiara, per sensibilizzare sul tema della violenza assistita da minori. L’esposizione, costituita da 12 opere fotografiche di grande formato che ritrae bambini appena nati, sarà visitabile fino al 26 novembre.

Nella mattina di lunedì 20 novembre, inoltre, nell’ambito della rassegna cinematografica “Rights on the movie 2017”, al Cinema Massaua di Torino (piazza Massaua 9) viene proiettata la pellicola “Vado a scuola”, destinata a oltre 200 studenti e studentesse delle scuole secondarie piemontesi di primo e secondo grado. La rassegna, promossa dal Comitato regionale per i Diritti umani, presieduto dal presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, in collaborazione con Agiscuola, si focalizza quest’anno proprio sui temi legati ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il film, diretto dal Regista Pascal Plisson,  documenta le sfide quotidiane che devono vivere ogni giorno quattro bambini (Zahira in Marocco, Jackson in Kenya, Carlito in Argentina, in una città della  Patagonia, e Samuel in India) per raggiungere le loro scuole, spinti dal desiderio di conoscenza e la speranza di un futuro migliore. Martedì 21 novembre alle 21 al cinema Massimo di via Verdi 18, a Torino, avrà luogo invece la proiezione aperta alla cittadinanza.

Sabato 18 novembre, alla Cartiera di Torino, sede della Compagnia Tedacà (via Fossano 8), si è inoltre tenuto il secondo laboratorio organizzato dall’Associazione Almateatro, soggetto capofila, in partenariato con Associazione Acti Teatri Indipendenti e Associazione Tedacà,  e previsto dal progetto “Siediti vicino a me – Il Teatro incontra il mondo”, attività per minori migranti. Le attività di laboratorio teatrale hanno coinvolto la Comunità Home blu, comunità di prima accoglienza dei minori stranieri non accompagnati di Torino.

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

Mogna, un medico esemplare –  L’avanspettacolo torinese che finì con l’”autunno caldo” – Il nuovo libro di Piero Fassino – Beppe Fassino, il liberale vecchio Piemonte – L’oratore e patriota Carlo Delcroix

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Mogna, un medico esemplare

A Moretta, ridente e ricco comune agricolo della Provincia Granda tra Saluzzo e Cavour, hanno dedicato la via Pallieri (dove abitò) al dottor Giuseppe Mogna, medico chirurgo e ufficiale sanitario per una vita. Cose che avvengono solo più nei piccoli paesi dove il ricordo delle persone rimane inalterato e chi ha ben operato per la comunità non viene dimenticato. Ho conosciuto e frequentato il dottore che era molto amico di mio padre, a tal punto che spesso viaggiavano insieme. Negli ultimi anni veniva d’estate con la mia famiglia a Bordighera alla linda pensione “Svizzera” gestita da piemontesi trapiantati in Liguria. Ad oltre 90 anni fece partorire una giovane donna, in mancanza dell’ostetrica che era rimasta bloccata a casa. Ne scrisse anche “La Stampa”. Era un uomo dell’Ottocento, medico colto che, anche a tanti anni di distanza dagli studi nel liceo classico di Saluzzo, ricordava perfettamente il latino e il greco, apprezzava la pittura e l’arte in generale. Magrissimo, amava anche la buona tavola e ricordo i pranzi alla “Corona grossa” e alla “Luna” di Saluzzo e a Moretta all’”Italia” dal mitico Remigio Calandri che meriterebbe di essere ricordato. Era sposato con una farmacista ,una donna speciale che a cinquant’anni coronò il sogno della sua vita, vinse la farmacia a Casteldefino in montagna ed affrontò una vita di disagi. Questa signora amava produrre liquori, in particolare il cynar. Era sempre gentile. Un volta lo offrì a mio madre che, non riuscendolo a bere, cercò di liberarsi del liquido versandolo nel vaso di una pianta della casa. La dottoressa si accorse di quel gesto davvero poco gentile e subentrò il gelo che si protrasse per anni. Il dottor Mogna si limitò a dire che capiva mio padre meglio di ogni altro, senza aggiungere altro. Era venerato nel paese. Tutti si rivolgevano a lui per un consiglio, una parola, aveva fatto nascere più generazioni. Mi regalò il suo elmetto da ufficiale nella Grande Guerra che conservo gelosamente. Un gesto d’affetto per un giovane che amava la storia com’ero io. Mi disse che era partito volontario e che non si pentiva di quella scelta perché <<dovevamo completare il Risorgimento iniziato dalla generazione di suo nonno>>. Quando venne con noi in Egitto, aggregato al gruppo del Collegio San Giuseppe di Torino di cui ero allievo, fu lui che mi consigliò -dovendo scegliere – di andare ad El Alamein a rendere omaggio ai 5000 caduti sepolti nel sacrario voluto da Paolo Caccia Dominioni, e non a Luxor. Fummo in pochi a scegliere il sacrario che in quegli anni nessuno conosceva perché della “Folgore” nessuno voleva parlare. Se io mi dedicai allo studio della storia ,lo debbo anche a lui che mi mise sulla buona strada. Uomo semplice, di poche parole, ma quando parlava valeva sempre la pena ascoltarlo.

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L’avanspettacolo torinese che finì con l’”autunno caldo”

Mario Ferrero incarnò più di ogni altro l’avanspettacolo torinese, cioè la rivista che precedeva la proiezione di un film. Iniziò al “Romano” con l’impresa Ventavoli, poi si spostò al “Maffei” e infine all’”Alcione”, a Porta Palazzo. C’erano lui, una spalla (ricordo il grande Carlo Rizzo che partecipò spesso a tanti spettacoli di operetta),una soubrette (rammento con piacere la bellissima Rosy Zampi al secolo Zampini) e 12 gambe 12,cioè 6 ballerine. A volte c’era anche un/a cantante, Nella Colombo partecipava spesso. Al “Maffei” tentarono anche uno spogliarello molto pudico a metà degli Anni 60. A tenere su lo spettacolo erano Mario Ferrero, la sua mimica, le sue battute in piemontese (il muscolo del braccio era il “marciapé” e la fetta di gorgonzola una “slepa ‘d gurgu”). Faceva spesso la parte del metalmeccanico della Fiat, indossando la tuta blu,ma certo non era un operaio sindacalizzato, ma spiritoso e bonario che manifestava il suo disagio di torinese con frasi di buon senso e qualche lamentazione bonaria e scherzosa. Una sorta di Gianduia in tuta. L’autunno caldo era lontano. Molti immigrati meridionali andavano a vederlo e alla fine della spettacolo i suoi affezionati spettatori lo acclamavano : Maiu! Maiu! Si passava un’ora e mezza di allegria spensierata. Non mi vergogno di dire che, ragazzo, andavo a sentirlo al “Maffei” e persino all’”Alcione”. Una Torino semplice che univa torinesi vecchi e nuovi in nome del buonumore. Come sarebbe utile in questa Torino livida e incapace di sorridere un Mario Ferrero! L’”autunno caldo” del ‘69 decretò la fine di questa teatro popolare.

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Il nuovo libro di Piero Fassino

PD davvero è il nuovo libro di Piero Fassino ,pubblicato dalla “Nave di Teseo”. Il libro parla del suo partito e dei problemi che l’ attanagliano e che l’ultimo segretario DS, socio fondatore del PD ,cerca di contribuire a dipanare. Il libro ha tuttavia ambizioni molto più grandi e merita di essere letto per i temi di ampio respiro che affronta e che rivelano come Fassino ,prima di essere un politico, sia un intellettuale a pieno titolo. Analizzando il Novecento ,lo definisce secolo in cui la sinistra è stata egemone <<comprese le tragedie>>.Questa egemonia Fassino la considera finita e il passaggio di secolo obbliga a misurarsi con sfide nuove senza ricorrere pigramente alla <<cassetta degli attrezzi ideologici del Novecento>>. Le scorie radioattive delle ideologie non hanno lasciato segno nel pensiero di Piero. Le culture storiche del secolo scorso, secondo lui, sono spiazzate perché c’è stata la fine del rapporto politica-cittadini instaurato in passato. C’è, secondo l’autore, un disagio, una solitudine, un sentimento di esclusione, un impoverimento generalizzato che creano ansia. <<L’urlo lacera l’aria-scrive Fassino- poi torna il silenzio>> e c’è chi intende cavalcare il malessere . Parlando di immigrazione, egli evidenzia com’essa generi d’istinto paura per gente straniera diversa da noi. Siamo anni luce dalla demagogia dei migranti visti come risorse. Bisogna pensare – afferma l’autore – ad un’accoglienza sostenibile e diffusa che non generi il rigetto. Ma Fassino evidenzia anche che occorre <<la disponibilità a lasciarsi integrare>>,ponendo un problema che appare di difficile soluzione non solo per l’elemento religioso islamico. E’ un libro,ripeto, che val la pena di leggere. Se la sinistra desse retta a Fassino, sarebbe davvero diversa.

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Beppe Fassino, il liberale vecchio Piemonte

Veniva confuso con Piero Fassino, anche se Giuseppe Fassino era senatore quando Fassino ricopriva incarichi minori nel Pci torinese. Beppe Fassino era un liberale piemontese, un seguace di Einaudi e di Soleri, nato a Busca e noto anche come professore che gestiva gli storici istituti scolastici Fassino, concepiti ,come si diceva un tempo un po’ maliziosamente ,più per gli “asinelli” svogliati che per gli allievi normali. Consigliere comunale nella sua Busca per decenni, segretario del Partito liberale cuneese, consigliere regionale eletto nel 1970 e nel 1975, fu uno dei padri costituenti della Regione Piemonte. Senatore liberale dal 1979 al 1992, fu Sottosegretario alla Pubblica Istruzione e alla Difesa. Fu anche componente nell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Mentre altri liberali sciolsero il PLI nel 1993 in maniera ingloriosa per ottenere un seggio parlamentare dalla destra e/o dalla sinistra, Fassino si ritirò a vita privata, diventando dirigente del Centro “Pannunzio” e presidente del Conservatorio di Torino. Si distinse da quell’arcipelago finto- liberale cuneese  che non brillò mai per stile ,ma  solo per cupidigia di potere. Io con  certi  personaggi  cuneesi  mi accorsi che era impossibile andare d’accordo. Erano degli scettici blu, a voler essere eleganti. Fassino tento’ un chiarimento, offrendo a tutti uno splendido pranzo a Centallo al quale mi presentai accompagnato da un avvocato. Si mangiò e si bevve, ma non si parlo ‘ dei problemi legati alla rottura dei rapporti. Fassino alla fine invito ‘ a stringerci tutti la mano e a brindare , passando sopra al passato. Erano dissensi insuperabili  perché il dissenso si era trasformato in disprezzo ,almeno da parte mia. Infatti  , il giorno successivo la morte di Fassino ,gli  scettici blu cuneesi  si esibirono in un volgare e inqualificabile attacco personale nei miei confronti. L’Eccellenza Fassino-come era chiamato nel Cuneese – era un vero liberale che veniva da lontano e non un parvenu improvvisato. Era del livello morale di Vittorio Badini Confalonieri  che fu escluso dal Parlamento dalle cordate clientelari che si erano impossessate del partito liberale a metà degli Anni 70. Mancato cinque anni fa all’età di 88 anni, il 23 novembre alle ore 17 verrà ricordato a Torino a Palazzo Cisterna in via Maria Vittoria 12.

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L’oratore e patriota Carlo Delcroix

A Roma oggi ricordo Carlo Delcroix a cent’anni dal suo sacrificio durante la Grande Guerra e a 40 anni dalla morte. Il mio amico Domenico Giglio ,presidente del prestigioso Circolo “Rex” ,una delle più vecchie associazioni politico-culturali di Roma, nata nel ’44,mi ha invitato a ricordare il grande oratore che fece appassionare le piazze d’Italia. Cieco e senza mani ,in seguito al suo spirito di sacrificio che nella prima guerra mondiale lo portò a bonificare da solo un campo minato nel 1917,Delcroix con le ferite non ancora guarite iniziò come Fulcieri Paulucci de Calboli, altro grande invalido, i suoi discorsi appassionati ai soldati delle trincee per esortarli alla resistenza sul Piave. Amico di mio nonno al fronte, ebbi il piacere di ascoltare più volte i suoi discorsi. Nessun oratore della storia italiana del Novecento ebbe la sua efficacia appassionata e suggestiva. Il mio compagno di scuola Giovanni Minoli , quando lo sentì casualmente in piazza San Carlo, mi disse che era un uomo eccezionale, indimenticabile. Ed era proprio così.

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

CHIAMPA E LAUS: GIOCHI D’AZZARDO
Cosa ne pensa dello scontro istituzionale tra il presidente Chiamparino e il presidente del Consiglio regionale Laus sulle macchinette da gioco ? Mi sembra inaudito.
                                                                             Cristina Vecchio

E’ davvero inaudito perché Chiampa , come lo definivano un tempo, è ammalato di protagonismo e pretendendo che il Consiglio regionale si uniformi ai suoi ordini, sia pure per una causa meritevole come la lotta al gioco d’azzardo, stravolge il senso del rapporto istituzionale tra Giunta e Consiglio Regionale. Il Piemonte non è una repubblica presidenziale e le ragioni dell’assemblea legislativa regionale vanno oltre quelle del presidente della giunta. E’ lo stesso delirio di onnipotenza di quand’era sindaco ed ha accumulato un deficit pauroso alla Città senza che nessuno del suo partito abbia il coraggio di rinfacciarglielo. Fassino si è trovato a fronteggiare il baratro finanziario che aveva ereditato, senza riuscire a colmarlo.
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LUCI E OMBRE
Ho visto che piazza San Carlo, pur riproponendo luci d’artista che rendono più buia la piazza, quest’anno ha delle luci in più .Ricordo che lo scorso anno Lei sollevò il problema delle luci d’artista inadeguate .                  Sveva  Vincenti

Anch’io sono rimasto sorpreso favorevolmente dalle luci in più . A Natale ci vogliono tante luci per rendere allegro il clima natalizio, ma le luci in più occorrono anche tutto l’anno per la sicurezza. Quelle luci d’artista saranno anche suggestive, ma sono assolutamente inadatte ,persino inquietanti. Ovviamente non bastano le luci a rendere sereno e piacevole il Natale, sarebbe necessaria una luce ,anche piccola , se ci accendesse dentro di noi.