VOLONTARI E ATTIVISTI DAVANTI AL NEGOZIO DI TORINO PER INVITARE I CITTADINI A SOSTENERE L’APPELLO
Si è tenuta oggi, di fronte al negozio Decathlon di TORINO, la mobilitazione organizzata dalla LAV per chiedere alla multinazionale francese di rimuovere abbigliamento e strumenti da caccia, dai propri scaffali e dal sito di e-commerce.

Oltre che a Torino, decine di volontari vestiti da calciatori, rugbisti, tennisti, sciatori, pallavolisti, hanno incontrato i clienti fuori dai negozi di Milano, Mantova, Padova, Catania, Bassano del Grappa (Vicenza), Bari, Venezia, Reggio Emilia, Firenze, Grosseto e Macerata, e hanno chiesto loro di farsi portavoce di quella stragrande maggioranza di cittadini italiani – circa l’80% – da sempre contraria alla caccia, facendo proprio l’invito della LAV a riconvertire il reparto dedicato alla caccia.
Il codice etico di Decathlon dichiara al pubblico l’obiettivo di voler “creare e rendere accessibile a tutti il piacere ed i benefici dello sport”. Ma la caccia non può certo essere assimilata allo sport. Quale attività sportiva prevede l’uccisione di un essere senziente? Nessuna! Per questo la caccia non può essere definita sport.
“E’ assurdo che un’azienda che vende attrezzature e abbigliamento per ogni sport, includa tra questi anche la caccia – commenta Gualtiero Crovesio, responsabile LAV di Torino – per questo ci siamo recati direttamente nei negozi Decathlon: per dire chiaro e forte che la caccia non è uno sport!”.
Sono ben 464 milioni gli animali che ogni anno possono essere uccisi dai cacciatori. Non bastassero le vittime animali, bisogna anche ricordare le vittime umane: nei soli primi due mesi e mezzo di caccia, quest’anno, ben 17 persone sono state uccise e 47 ferite durante l’attività venatoria. Oltre a procurare milioni di vittime, infine, la caccia comporta lo sversamento di circa 10.000 tonnellate di piombo l’anno sul territorio (dati ISPRA), con il conseguente grave avvelenamento dell’ambiente.
“Siamo convinti che Decathlon non abbia alcun interesse ad associare il proprio nome ad un’attività così violenta e inquinante come la caccia per questo abbiamo coinvolto i suoi clienti, per chiedere assieme a noi che il reparto all’interno dei negozi e del sito sia riconvertito ad altre attività realmente sportive”.
“Siamo molto fiduciosi che Decathlon possa raccogliere il nostro invito – conclude Gualtiero Crovesio – anche perché dal punto di vista economico la caccia rappresenta oramai un mercato residuale destinato ad azzerarsi nel giro di pochi anni, come indicano le stime relative alla popolazione venatoria. I veri sportivi non uccidono né inquinano l’ambiente”.
Oggi pomeriggio si è svolta la cerimonia di inaugurazione della nuova biblioteca Silvio Grimaldi di Rivalta,
guidate per permettere a tutti di conoscere i nuovi locali. Infine, lunedì 18 dicembre alla Cappella del Monastero in via Balegno 2 si terrà il Convegno Biblioteca e Comunità organizzato da SBAM Ovest e Comune di Rivalta, con il patrocinio di AIB e il contributo della Regione Piemonte.
Fondazione e Museo Ettore Fico comunicano “con grande rammarico la scomparsa, avvenuta ieri dopo una breve malattia, della Presidente Ines Sacco Fico
Lunedì 18 dicembre 2017 partirà il servizio di Oculistica universitaria dell’ospedale Molinette
La dottoressa Roberta Rudà, che fa parte della Neuro-Oncologia Clinica dell’ospedale Molinette ed è la Responsabile del Gruppo Interdisciplinare Cure Neuro-Oncologico della Città della Salute e della Scienza che della Rete Oncologica piemontese, è stata eletta al recente Congresso Nazionale
STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Feria. diventando prima di fatto e poi formalmente presidente, poi prontamente riconfermato da Chiamparino. Ma per Gatti FinPiemonte non è l’unica attività lavorativa.Ha incarichi fiduciari ed amministrativi in società controllate da privati nel sistema autostradale del Piemonte e della Valle d Aosta. Viene riconfermato, implicito il giudizio positivo. In FinPiemonte non essendo amministratore unico deve rendicontare al cda e ai soci. Investimenti e operazioni finanziarie sono scelte del cda ed il controllo dei sindaci. Dunque qualcosa non ha funzionato se si parla di in ammanco di 11 milioni di euro. Difficile credere che Gatti abbia fatto – se ha fatto – tutto da solo. Difficile non ipotizzate un atto di responsabilità civile sull’attività verso tutti gli amministratori. Ovviamente siamo tutti garantisti. Aspettiamo cosa farà la magistratura.La Regione è socia di FinPiemonte e ci sono altri soci che debbono decidere se con la conduzione Gatti hanno avuto un diretto danno. E devono deciderlo subito. Ho assistito 10 anni fa allo scorporo di FinPiemonte con FinPiemonte partecipate, costola operativa delle politiche industriali. E, ad esempio, l’operazione sulla palestra di Collegno non mi pare negli scopi della società. Insomma, uno strappo alla regole societarie, qualcosa che è maturato nel tempo e non “farina” del solo Gatti?
Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Torino, Federica
Era in permesso premio di due giorni, il detenuto croato di 32 anni che non è rientrato nel carcere di Torino Lorusso e Cutugno
Sei anni di carcere, questa la condanna per Mouner El Aoual, conosciuto come ‘Mido’, il marocchino di 29 anni che venne arrestato lo scorso aprile