ilTorinese

Malasosta in via Paoli, automobilista multato

Torino, via P.Paoli 
Il lettore Luigi Gagliano  ci scrive: “Malasosta , irrefrenabile l’odiosa abitudine di parcheggiare senza averne titolo, nei parcheggi riservati agli invali e spesso la fanno franca. Ancora più odiosa quando occupano spazi riservati al Centro Socio Terapeutico antistante i cui  utenti sono persone tutte con problemi di deambulazione  e la maggior parte movimentati su carrozzelle. Stavolta all’autista indisciplinato , non è andara bene. Infatti  l’ intervento di una pattuglia dei Civich del comando di via Giordano Bruno , ha provveduto ad elevare contravvenzione. Si spera che l’autore della violazione impari la lezione”.

Storie di matrimoni e ritratti d’immigrazione in Barriera

Flashback Habitat, a Torino

 

“Verrà presentata domani la mostra “Storie di matrimoni e ritratti d’immigrazione in Barriera di Milano a Torino” a Flashback Habitat, in corso Giovanni Lanza 75, che sarà visitabile dal primo maggio al 29 settembre prossimi.

“Storie di matrimoni”, come cita il titolo, è la rappresentazione di un preciso momento della vita famigliare narrato attraverso fotografie. La cura dei dettagli, a partire dagli abiti da cerimonia, rappresenta un’espressione di potente bellezza voluta dai fotografi con la loro sapienza di utilizzo della macchina fotografica, chiamati per conservare per sempre la memoria di quel momento, di un grande evento famigliare.

 

Mara Martellotta

Torino blindata per il G7

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

C’è da augurarsi che il G 7 non crei i problemi del passato. Io non dimentico Genova letteralmente devastata. Mi auguro anzi che il G7 sia politicamente fruttuoso e non motivo di violenze, anche se le notizie che arrivano, mi inducono, molto allarmato, a scrivere a letto dove sono ammalato da giorni, vincendo il dolore perché la preoccupazione è superiore al dolore fisico. L’ ospitalità dei protagonisti con il loro seguito è prevista infatti in pieno centro della città,  mentre i lavori sono a Venaria Reale.

Via Maria Vittoria chiusa

L’ospitalità che è in tre hotel nel centro ha provocato il blocco della città con zone blindate ampie che di fatto intralciano pesantemente la vita e il lavoro dei torinesi. Si teme la guerriglia urbana devastante dei centri sociali e dei nuovi vandali, i Palestinesi. Questa gente andava preventivamente bloccata perché non è accettabile che una grande città venga trattata come una città mediorientale. Il ministro degli interni – un prefetto! – rivela dei deficit preoccupanti.  Gli ospiti andavano alloggiati diversamente. Così rischiamo molto. Non è questione politica, ma un dato di fatto. Auguro al Prefetto e al Questore un ottimo lavoro, anche se la violenza resta sempre violenza.

Controlli in Barriera Nizza, quasi 20 mila euro di multe a tre esercizi

Continuano i controlli straordinari del territorio effettuati dai poliziotti del Commissariato di P.S. Barriera Nizza nel territorio di competenza, volti alla verifica dei titoli autorizzativi e delle norme che regolano i pubblici esercizi, in collaborazione con personale della Polizia Municipale.

L’attività ha complessivamente consentito:

 l’identificazione di 77 persone

 il controllo di 3 esercizi pubblici

 erogazione di 3 sanzioni amministrative, per quasi 20.000 

I controlli hanno riguardato 2 locali commerciali, uno in corso Maroncelli e l’altro in via Baretti, e un circolo privato in zona Piazza Bengasi.

In quest’ultimo, è stata riscontrata la presenza di 14 clienti privi di tessera associativa, la mancanza della valutazione dell’impatto acustico, l’ingresso del circolo non presenziato per la verifica della tessera associativa, alcune carenze igienico sanitarie e strutturali, con sanzioni per oltre 6000 €.

In un esercizio di vicinato di Corso Maroncelli è stata riscontrata la vendita di bevande alcoliche anche dopo le ore 24, pertanto il titolare è stato sanzionato per la violazione dell’art.8bis del regolamento di polizia urbana del comune di Torino per un totale di 6.826,67 €.

Medesima sanzione è stata elevata nei confronti di una gastronomia, con annesso esercizio di vicinato, di via Baretti ove veniva riscontrata la mancata interruzione della vendita di bevande alcoliche e superalcoliche dalla mezzanotte alle ore 6.

I controlli continueranno nelle prossime settimane.

Quali prospettive per la sinistra in crisi?

Miserabili! Impediscono alla Brigata Ebraica di sfilare scambiandola con lo Stato di  Israele. Si sa  che l’estremismo si nutre di ignoranza che il più delle volte si trasforma in violenza. E statene pure certi che anche il 1 Maggio  ci saranno tafferugli. Ovviamente nulla dicono del fatto  che i primi a opporsi ai cordoni umanitari per i palestinesi di Gaza sono quelli di Hamas. Gli israeliani stanno facendo un genocidio? No è il governo di Netanyahu che vuole questo massacro e purtroppo il suo consenso cresce tra gli israeliani. Del resto non è una novità che gli estremi di destra e sinistra sono speculari e complementari.
Intanto metà popolo non va a votare. Sempre meglio precisare. Ora Salvini candidando Vannacci cerca il voto dell’estrema destra cercando di fare concorrenza a Giorgina Meloni barricadiera in Italia ed incline al compromesso in Europa. Pure Lei si candida e vedremo chi è più forte nella destra – destra centro. Ma tanti dubbi non ce ne sono. Intanto zitto zitto, quatto quatto Tajani sta portando Forza Italia a superare definitivamente la Lega che non si capisce se sia Lega d Italia o Lega Nord. Direi  che almeno per adesso non è più né carne né pesce.
Addirittura si parla già di Calderoli come traghettatore verso il nuovo corso con Salvini dimissionario. Del resto, appunto, sono almeno cinque anni che Giorgetti non sopporta Salvini. Ma anche tra le opposizione regna il caos. Pd e grillini ai ferri corti. Sinistra sbrindellata con almeno tre o quattro  “marchi”.
Per loro, da una ventina d’anni la stessa solfa. Punto in più punto in meno, mi sa  che tutto è già stato scritto. Ma la domanda delle domande è:  dopo il Pd farà un congresso?
Poi, se farà il congresso, sarà rifondativo? Prospettive? Strategia per tornare a vincere? Strategia per mettere in campo i propri valori nella società e nella politica? Insomma cercare di essere, forse per la prima volta, un partito vero? Dunque essere organizzato e strutturato, almeno  un minimo.  Francamente la vedo dura augurandogli che il difficile non diventi l’impossibile.
Prezzo da pagare per tornare ad essere competitivi? La verità, dire la verità su ciò che è stato e quello che vorranno essere. Un esempio il  caso Gallo – Sitaf.
Probabilmente ha ragione il suo avvocato che dice: la magistratura ha confuso la morale con il diritto. Dunque? Tutto il Pd, o almeno buona parte del PD sapeva di certi metodi e tacendo li copriva.
Ora sa un po’ di fariseismo varare un codice etico del comportamento dei candidati. Sa proprio di… “tanto i buoi sono scappati”. Se poi, i sondaggi in Piemonte sono fondati e confermati dal voto per il Pd si apre una  voragine politica. 20 punti tra Pentenero e Cirio. Primo partito Fratelli d’Italia e Pentastellati nettamente sotto al 9 %. Nel Piemonte dove il centro sinistra è comunque è stato competitivo, rimane solo il sindaco Lo Russo a tenere in alto la bandiera del PD sempre più lacero.
Patrizio Tosetto

Inter-Torino 2-0

Nel giorno di festa a Milano per lo scudetto dell’Inter la squadra di Inzaghi a San Siro, al cospetto di 70mila tifosi ha battuto 2-0 il Torino. Merito della doppietta di Calhanoglu all’11 della ripresa e  su rigore al 14′. I Granata hanno giocato in dieci dopo l’espulsione di Tameze per gioco falloso. I nerazzurri si godono la sfilata in città con i bus scoperti.

Blitz nell’edificio abbandonato: arrestati spacciatori

Il personale del Commissariato di P.S. Madonna di Campagna ha arrestato due uomini del Gambia, di trenta e venticinque anni, poiché gravemente indiziati di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio in concorso.

Nel corso di un servizio di controllo del territorio in Corso Venezia, le pattuglie del commissariato fanno accesso all’interno di un edificio abbandonato, dove si accorgono di due soggetti che, correndo, si dirigono verso una tendopoli.

Gli agenti raggiungono i due che nel frattempo si scambiano un oggetto di colore bianco per poi tentare la fuga. Poco dopo vengono bloccati, i poliziotti rinvengono quasi 40 grammi di crack, nonostante il venticinquenne cerchi insistentemente di nascondere il materiale pocanzi ricevuto.

Dalla perquisizione personale, si rinviene la somma di denaro di 230 euro, nascosta dal trentenne nella tasca del suo giubbotto insieme ad un telefono cellulare al quale provenivano chiamate in modo incessante.

Entrambi, irregolari sul territorio Nazionale, vengono arrestati.

La Sacra di San Michele: la chiesa più alta che c’è

Avete presente quando Po, morbido protagonista del film d’animazione “Kung fu Panda”, guarda in alto e dice: “Il mio antico nemico, le scale!” Ecco, questa è stata la mia reazione non appena giunta ai piedi della Sacra di San Michele.

 

E dire che un po’ ho barato, poiché non sono partita a piedi da Sant’Ambrogio, come si dovrebbe fare, ma sono salita con la macchina ancora un pochino, fino ad uno spiazzo a circa quaranta minuti di distanza. Non c’è che dire, più in alto non potevano costruirla: l’Abbazia è proprio arroccata sulla vetta del monte Pirchiriano, a ben novecentosessanta metri di altitudine.

Il complesso architettonico si trova all’imbocco della Val Susa, poco sopra la borgata San Pietro, il suo aspetto è maestoso e poetico, imponente e romantico. Apprezzo molto il fascino di questo luogo, soprattutto in alcune giornate autunnali, quando la nebbia avanza e la Sacra sembra sporgersi da tutto quel bianco fumoso, come fosse il soggetto di un quadro di Caspar David Friedrich.

L’atmosfera è senza dubbio coinvolgente,  non per niente il grande Umberto Eco, per il suo celebre romanzo “Il nome della rosa”, si era deliberatamente ispirato alla misteriosa bellezza di questo sito architettonico.
Ho scelto comunque un giorno di sole  settembrino per la mia passeggiata in salita.
Scesa dalla macchia ho imboccato il sentiero che serpeggia nel bosco e porta dritto in cima al monte: una leggera brezza mi ha addolcito la fatica, il verde delle foglie è ancora intenso e l’odore del legno dei tronchi ha sempre qualcosa di magico.

Il vero nome della Sacra è Abbazia di San Michele della Chiusa, essa si erge su un imponente basamento di ventisei metri, appartiene alla diocesi di Susa ed è la prima tappa italiana che si incontra lungo la via Franchigena.
Come ogni complesso architettonico che si rispetti, anche la Sacra ha i suoi misteri.
Leggenda vuole che l’ex arcivescovo, Giovanni Vincenzo (955-100), ritiratosi a vita da eremita proprio tra le nostre montagne, fosse stato incaricato  dall’arcangelo Michele  “in persona” di costruire il santuario. Non solo, ma degli angeli avrebbero poi provveduto a consacrare la cappella, che, infatti, la stessa notte della cerimonia, fu vista dagli abitanti come “avvolta da un grande fuoco”.

Secondo tale versione l’edificio risalirebbe al X-XI secolo, data probabile ma non certa, vi sono tuttavia molti documenti che trattano dell’edificazione della Sacra e che fanno risalire i lavori in quello stesso periodo.
Dove oggi sorge l’Abbazia c’era un tempo un castrum, utilizzato dai Longobardi come presidio militare; proprio tale popolazione iniziò a diffondere il culto micaelico, che si propagò ampiamente nell’Alto Medioevo, come dimostrano i numerosi edifici dedicati a San Michele che sorsero dopo l’anno Mille in Europa.
L’antico insediamento longobardo si trovava dunque alla base del progetto architettonico iniziato da Giovanni Vincenzo, il quale, con o senza l’aiuto dell’arcangelo, diede inizio all’edificazione di un’architettura maestosa e complessa: accanto al sacello più antico ne fece realizzare un secondo che oggi è l’ambiente centrale della cripta della Chiesa. Le nicchie e le colonnine richiamano motivi bizantini, all’epoca largamente diffusi a Ravenna.
Sul finire del X secolo, il conte Hugon di Montboissier, per riscattarsi dai suoi peccati, finanziò ulteriori lavori di ampliamento e fece aggiungere anche un piccolo cenobio per pochi monaci e qualche pellegrino.

In seguito fu l’abate Adverto di Lezat ad amministrare lo stabile. Egli chiamò l’architetto Guglielmo da Volpiano, a cui si deve il progetto della “chiesa nuova”, che sarebbe sorta sulle fondamenta della primitiva chiesetta.
A metà dell’XII secolo la Sacra venne affidata ai Benedettini, che costruirono l’edificio della foresteria, staccato dal monastero, per accogliere i numerosi pellegrini che, percorrendo la via Franchigena, passavano per il Moncenisio. Risale a quest’epoca la parte denominata “Nuovo monastero”, che comprendeva alcune celle, una biblioteca, delle cucine, un refettorio e diverse officine.
La lunga e articolata vicenda sembra concretizzarsi nel percorso impervio che il visitatore percorre, avanzando guardingo per la Sacra.

Io stessa ho passato la visita un po’ con la testa in su, incuriosita e ammaliata dagli archi rampanti e dalla grandiosità dell’insieme, e un po’ a guardarmi indietro, come fossi un Pollicino a corto di briciole.
La spettacolare chiesa odierna è dunque il formidabile risultato di più di un secolo di interventi.
Nella zona più antica, quella eretta sul castrum, priva di finestre e sormontata da volte a crociera, è evidente lo stile romanico di stampo normanno.

Influenze del linearismo della scuola scultorea di Tolosa emergono dal così detto scalone dei Morti, anticamente fiancheggiato da tombe e si evidenziano nella splendida porta dello Zodiaco. La porta ha destato più che mai la mia attenzione, e mi sono soffermata a guardarla nei minimi dettagli: le creature zodiacali risaltano pur consunte dalla pietra bianca, sembrano intrecciarsi le une alle altre, accatastate in una complessa composizione caratterizzata da un evidente  “horror vacui. Cerco l’Ariete, il mio segno zodiacale, l’animale si distingue per le possenti corna e il corpo muscoloso, ovviamente mi sembra che tale rilievo sia più bello degli altri. C’è un’altra motivazione per cui il portale mi colpisce, ed è il significato allegorico dello scorrere del tempo, tale significazione tramuta una semplice porta intarsiata in un poetico memento mori.

Risalgono al XII secolo gli interventi che riprendono lo stile del “romanico di transizione”. Tali lavorazioni sono riscontrabili dalla presenza di bifore, di pilastri cilindrici e polistili e dalle arcate con pilastri a fascio e archi acuti.
Nel XVI secolo la volta della navata centrale crollò e venne sostituita con una pesante volta a botte, che però esercitava una forza eccessiva sulle pareti laterali;  per ovviare alla pericolosità architettonica, nell’Ottocento si decise di intervenire sostituendo tale volta a botte con una triplice volta a crociera, ultimata nel 1937.
Vi sono poi elementi in stile “gotico francese” risalenti al XIII secolo.

Il visitatore, me compresa, si perde ad osservare i molteplici stili artistici che convivono armoniosamente. Molto suggestivi sono anche le terrazze, visitabili lungo il percorso: dall’ambiente poco illuminato tipico dei luoghi di culto, mi sono ritrovata ad osservare la vallata verdeggiante ai piedi delle montagne, illuminata dall’ancora caldo sole di settembre.
Eppure, distratta dalle minuzie interne alla Chiesa e dalla vista mozzafiato, stavo per non fare caso a quella che è una straordinaria peculiarità della costruzione: la facciata.
Essa si trova nel piano posto sotto il pavimento che costituisce la volta dello scalone dei Morti, è sotto l’altare maggiore ed è sovrastata dalle absidi con la loggia dei Viretti.
Potremmo dire che, se si pensa ad un’altra qualsiasi chiesa o abbazia, la facciata della Sacra è in posizione opposta rispetto a quella che la tradizione architettonica religiosa richiederebbe.


In tempi recenti, i lavori ancora non terminano. Tra il XIX e il XX secolo ci furono degli interventi voluti da Alfredo d’Andrade e durante gli anni Ottanta e Novanta si resero necessarie ulteriori modifiche.
Ciò che non cambia, nonostante il trascorrere dei secoli, è il fascino del luogo, reso ancora più prorompente dai misteri che accompagnano queste mura antiche. Si pensi alla vicenda della “Bell’Adda”. Adda era una giovane fanciulla che per sfuggire ai soldati nemici si buttò giù nel precipizio, gli angeli misericordiosi ebbero pietà di lei e la salvarono; Adda raccontò l’accaduto ai compaesani, i quali ovviamente non le credettero, così lei compì nuovamente l’insano gesto. Alcuni la definirebbero “hybris”, altri semplicemente “vanità”, resta il fatto che questa volta Adda non tornò a farsi vedere. Ma neppure il suo corpo venne mai più rinvenuto.

Non sappiamo cosa accadde ad Adda, ma sappiamo che ancora oggi numerosissimi visitatori si inerpicano per la collina per visitare la Sacra e tutti rimangono folgorati dalla bellezza di quel che vedono finita la faticosa salita.
Nel 2017, l’Abbazia è stata candidata a far parte del patrimonio dell’umanità dell’Unesco, nel quadro del sito seriale “Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini dell’Italia medievale”.
Sulla meraviglia del sito non si discute, ma possibile che in tutti questi secoli di interventi architettonici, nessuno abbia ancora pensato all’inserimento di un semplice ascensore?

Alessia Cagnotto