ilTorinese

Torino in Prima Linea: Confimi Industria Piemonte Sostiene la Cybersecurity 

Torino – Si è svolto con grande partecipazione nei giorni scorsi l’evento organizzato da Confimi Industria Piemonte presso il prestigioso Palazzo Saluzzo di Paesana, dedicato alla sicurezza informatica e alle nuove sfide introdotte dalla Direttiva NIS2.

L’incontro, che ha visto la presenza di imprenditori, esperti del settore e studenti, ha approfondito il tema della cybersecurity in un momento storico segnato da crescenti attacchi digitali alle infrastrutture critiche. L’attenzione si è concentrata sull’importanza di implementare strategie di difesa efficaci e sull’impatto delle nuove normative europee per il mondo aziendale.

Tra i punti salienti dell’evento: L’analisi dello scenario attuale e dei rischi legati alla vulnerabilità digitale.

Approfondimenti pratici su come adeguarsi alla Direttiva NIS2.

Presentazione di strumenti innovativi per le imprese a cura di Smart4Engineering e Eurosystem.

La partecipazione di una classe di studenti ha dato un tocco speciale all’iniziativa, evidenziando il valore della sensibilizzazione delle nuove generazioni. “La sicurezza informatica è un tema che tocca tutti: imprese, cittadini e giovani. Investire nella loro formazione è il primo passo per costruire un futuro più sicuro,” ha dichiarato la Presidente Hella Soraya Zanetti Colleoni.

Confimi Industria Piemonte ringrazia tutti coloro che hanno preso parte all’evento, contribuendo a un dibattito di grande attualità e importanza. Questa iniziativa conferma l’impegno dell’associazione nel fornire supporto alle imprese e nel promuovere una cultura digitale responsabile e sicura.

Un evento che ha tracciato nuove strade per la sicurezza digitale, con un occhio al futuro e alla formazione delle generazioni di domani.

CS

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Elkann e la fine della Fiat – La Francia di Macron vicina al tracollo – Lettere

Elkann e la fine della Fiat
Quando conobbi il giovane John Elkann trassi l’ impressione positiva  di un giovane a modo consapevole che lo zio Umberto Agnelli, succeduto a Gianni, era il Capo. In effetti Umberto fu costretto a vivere all’ombra del fratello senza poter svolgere quel ruolo che Gianni non si rivelò all’altezza di affrontare, prigioniero tra Romiti e Ghidella. L’unico vero protagonista della storia della Fiat fu Vittorio Valletta che non viene riconosciuto, se non nella biografia di Piero Bairati.  Adesso, dopo il disastro di Stellantis, dare un giudizio su Elkann e il suo degno amministratore delegato dimissionario – un nuovo genere di “portoghese” abilissimo nel prendere soldi – appare inutile tanto vistoso è il fiasco imprenditoriale. Gli Elkann dovrebbero andarsene dall’Italia e tornare da dove sono arrivati, volendo  noi essere gentili con loro. Il danno prodotto è gigantesco. Ma la debacle rivela anche l’assenza di ogni politica industriale italiana almeno dall’epoca di Prodi e delle privatizzazioni, che hanno distrutto il patrimonio industriale italiano passato in altre mani con tante aziende chiuse o delocalizzate. C’è stato un alto tradimento perpetrato contro l’Italia che è diventata succube ruota di scorta. Di questo disegno si è reso complice anche l’ultimo rampollo Agnelli. Il penultimo, dopo la gestione non felice della Juve, è scomparso. La liquidazione al portoghese Tavares è l’ultimo episodio scandaloso che offende Torino e gli operai che stanno per perdere il lavoro. La politica e soprattutto il sindacato bisbiglia un dissenso indecente forse dovuto a connivenze passate. Guardate la fotografia di Elkann in ultima posizione e ad una certa distanza da Umberto Agnelli. Se fosse rimasto li’ o avessero lasciato Montezemolo, forse non saremmo dove siamo. Espressione drammatica della situazione  odierna sono la lettera di Elkann ai dipendenti  a cui vorrebbe infondere fiducia e speranza e la rivolta parolaia di Landini che fa rigirare nella tomba Luciano Lama. La situazione industriale italiana richiederebbe la mano pesante della Magistratura perché ci sono troppe oscurità.
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La Francia di Macron vicina al tracollo
La lunga storia della repubblica gaullista in Francia è al capolinea  dopo aver garantito molti decenni di stabilità di governi di diverso orientamento, per merito di un sistema elettorale che aveva salvato la Francia anche oltre De Gaulle, l’unico grande statista del 900 francese. Oggi quel sistema retto da un ambizioso e incapace come da noi è stato Renzi, è  alla fine. L’estrema sinistra e l’estrema destra hanno avuto il sopravvento, elidendosi a vicenda. Le ragioni non sono solo riconducibili a Macron, ma ad un mutamento economico e sociale di cui erano segni premonitori allarmanti  i gilet gialli e una immigrazione aggressiva che sta distruggendo la sicurezza delle grandi città. La protesta populista che si manifesta è un grave pericolo per le istituzioni repubblicane. La Le Pen rivela una incapacità politica vistosa che si manifesta anche nel nuovo fronte popolare il peggio della gauche. Sono due elementi segno di un ritorno al passato che sradica la Francia dal contesto europeo, dove Macron ha cercato di esercitare un ruolo egemone senza averne le capacità. Anzi, Macron  è uno dei padri della crisi  della UE. La Francia potrà riprendersi solo liberandosi dalla sua politica personalista, riuscendo a rilanciare un nuovo gaullismo, anche se anche in Francia manca una classe dirigente. Il problema vero dell’Europa è la mancanza di statisti sostituiti da comparse che rivelano tutti i loro limiti. Magari c’è qualche politicante in circolazione definito leader , ma gli uomini e le donne di Stato sia pure potenziali latitano. La prima comparsa è stata Macron che spera di passare alla storia per un discutibile restauro di Notre Dame dove temo si terrà il suo
funerale politico l’8 dicembre.
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LETTERE  scrivere a quaglieni@gmail.com
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I treni in Liguria
Lei che vive in parte in Liguria mi vorrebbe esprimere un giudizio sui trasporti pubblici tra Liguria e Piemonte?  Francesco Casula
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Giudizio pessimo. L’autostrada insufficiente è sempre paralizzata da lavori di manutenzione non fatti da decenni. Quindi le code sono all’ordine del giorno. Per i treni la situazione è ancora peggio soprattutto a Ponente. Cerco di sintetizzare anche dopo aver sentito chi lavora da trent’anni in ferrovia.  Genova e il Levante ligure sono serviti oltre che dal servizio locale / regionale anche da molti treni intercity, che già da soli elevano il servizio ad un buon livello. Ciò non accade nel Ponente dove treni di collegamento diretto con Torino, Milano, Venezia, Firenze, Roma sono praticamente inesistenti. Per questo sarebbe già sufficiente a giudicare il servizio con un voto basso: se aggiungiamo la bassa frequenza e qualità dei treni locali (vere tradotte per immigrati), allora il servizio merita un voto pessimo. Nel Levante nessuna delle 31 fermate è stata mai soppressa dalle Ferrovie e il servizio ha mantenuto quel livello di capillarità necessario per una regione montuosa come la Liguria, difficile per le comunicazioni. A Ponente si evidenzia un’altra situazione: treni veloci quasi inesistenti, il raddoppio della linea appare una scusa per spostare a monte i treni e decimare le stazioni che sono poche e lontane dai centri abitati e hanno provocato una diminuzione di utenti. Il raddoppio in posti come Alassio ed Albenga si rivelerà un disastro. Il nuovo governo non ha mosso un dito. I collegamenti col Piemonte sono pessimi. Io sono almeno vent’anni che non prendo treni, che sono quasi sempre in ritardo.
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Il referendum del 2 giugno 1946 in Tv
Il giornalista Aldo Cazzullo ha dedicato una trasmissione alla data storica del 2 giugno 1946, giorno del referendum. Come monarchico non ancora trentenne protesto per la faziosità di Cazzullo che ha dato spazio solo alla voce repubblicana e ha taciuto l’ipotesi di brogli elettorali e di violenze che ci furono.  Rita Assale
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Non posso giudicare perché non ho seguito la trasmissione e non intendo vederla in differita. Cazzullo ha la tendenza ad un protagonismo che non mi piace. Nelle sue interviste sul
“Corriere” è invece godibilissimo. La lettrice non deve stupirsi per le forti simpatie repubblicane dell’albese Cazzullo che forse giudica i monarchici estinti, mentre in realtà sono vivi ed operanti, malgrado alcuni gruppi siano penosi. Se conoscesse il “Regina Elena”, ad esempio, si ricrederebbe. Da quanto ho colto cercando di documentarmi, ho notato che Cazzullo ha elogiato Umberto II, come fece Mieli. Di più non posso dire. Certo è antimonarchico.
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Segre alla Scala
Ho sentito sul tg Sky che alla prima della Scala  il presidente della Repubblica Mattarella ha delegato a rappresentarlo la senatrice Segre. Mi sembra che il presidente  sia di norma sostituito dal presidente del Senato ai sensi dell’articolo  86 della Costituzione. Cosa ne pensa? Franco Franchini  
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Le funzioni presidenziali sono esercitate dal presidente del Senato  in caso di impedimento del Capo dello Stato. Andare ad assistere alla prima   della Scala  non credo però che sia una funzione istituzionale legata alla carica, anche se io ricordo di aver accompagnato il presidente del Senato  Spadolini che sostituiva il presidente Cossiga assente alla prima del Regio. La Russa non va proprio giù. Ma anche la Segre ai contestatori non piace perché filo israeliana o almeno non antisemita. Nel casino di stasera a Milano c’era un pessimo clima che mi ricorda il ‘68.  E questo mi preoccupa molto.

Poca adrenalina: tra Genoa e Torino finisce 0-0

Genoa e Torino pareggiano senza adrenalina nell’anticipo della 15/a giornata di Serie A. Vojvoda è stato il solo a tentare un gol finendo sul palo alla fine del primo tempo. Karamoh al 43′ della ripresa si è visto annullare la rete. I granata sono a quota 16 con l’Empoli.

Non esiste più un nuovo Partito Popolare Italiano

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Si moltiplicano, e per fortuna, le iniziative sulla presenza politica e pubblica dei cattolici. O meglio, per essere più precisi, sulla presenza e sul ruolo dei cattolici nella politica del passato. Si tratta, prevalentemente, del ricordo dei leader democristiani attraverso la pubblicazione di libri o pamphlet o della rilettura di esperienze politiche quasi sempre riconducibili ad una stagione storica che ha visto e registrato il protagonismo politico indiscusso dei cattolici italiani sulla scena pubblica.

 

 

 

 

Ora, per non continuare a rifugiarsi nel passato, è di tutta evidenza che a fronte di quella straordinaria stagione che si è snodata per vari decenni, fa da contraltare una fase – quella attuale – dove si registrano, purtroppo e forse anche inspiegabilmente, atteggiamenti caratterizzati dalla testimonianza, dal ricordo e dal rimpianto. Categorie decisamente importanti ma che, al contempo, denunciano una sostanziale impotenza dei cattolici nei confronti della politica contemporanea. Una impotenza che campeggia nei molti convegni che vengono organizzati nella vasta periferia del nostro paese e che stenta, per ragioni complesse e molto articolate, a trasformarsi in una concreta iniziativa politica. Certo, si tratta di un tema che non può essere affrontato con criteri banali e superficiali, ma è indubbio che non possiamo non dire che, dopo la decisione di chiudere l’esperienza – scelta forse troppo affrettata e non sufficientemente meditata – del Partito popolare italiano, la presenza organizzata dei cattolici si è andata progressivamente disperdendosi sino al punto di diventare del tutto irrilevante. Almeno sotto il profilo politico, culturale e anche programmatico. Certo, la cultura e la tradizione del cattolicesimo popolare e sociale continua ad esserci in alcuni partiti attraverso la presenza attiva di esponenti che, seppure con molte difficoltà e contraddizioni, si rifanno a quel filone di pensiero.

 

Ma è di tutta evidenza che si tratta di apporti che, nella migliore delle ipotesi, si riducono ad essere delle vere e proprie foglie di fico rispetto al progetto politico e culturale complessivo del partito di riferimento. Ed è anche per questa ragione, semplice ma essenziale, che la presenza di questa tradizione e di questa definita e precisa cultura politica fanno notizia solo quando vengono ricordate le gesta, le iniziative e il magistero dei grandi leader e statisti democratico cristiani del passato. Certo, oggi non ci sono più i partiti identitari e con l’avvento dei partiti plurali – anche se, il più delle volte, si riducono ad essere partiti personali o del capo – sono molte le culture e le sensibilità politiche che contribuiscono a costruire e a definire l’identità e il progetto stesso dei partiti. E sono anche queste le ragioni che portano ad attenuare una presenza politica autonoma ed organizzata dei cattolici italiani, malgrado le decine e decine di esperimenti locali e nazionali – tutti puntualmente falliti a livello politico ed elettorale – che si sono succeduti i questi ultimi anni.

 

Ecco perchè, e senza alcuna presunzione, al di là di continuare ad escogitare strumenti organizzativi che siano in grado di rappresentare e ricomporre la maggioranza dei cattolici che hanno una comune e spiccata sensibilità politica, la vera scommessa oggi è quella di saper contribuire a ricostruire un progetto politico e di governo che non sia eccessivamente lontano da ciò che ci hanno trasmesso i leader e gli statisti del cattolicesimo politico del passato. Sarebbe, questo, già uno straordinario e qualificato passo in avanti sulla strada di un rinnovato protagonismo politico e culturale dei cattolici popolari e sociali. Senza illusioni e senza velleitarismi.

“Bambini nuovi poveri”, colletta Lions

Si rinnova l’impegno diretto dei Lions sostenitori del progetto “Bambini nuovi poveri”, che da più di dieci anni raccoglie in città e provincia beni di prima necessità per stare a fianco dei più piccoli che vivono in famiglie in difficoltà. Sabato 14 dicembre i volontari dei Club Lions di Torino e cintura saranno nuovamente alle casse dell’ipermercato Carrefour “La Certosa”, in via Spagna 10/12 a Collegno (TO), dalle 09:00 alle 19:00, per la “Colletta per l’infanzia” volta a raccogliere i giocattoli che i clienti vorranno acquistare e generosamente donare.

Da sempre dalla parte dei bambini, con questo tipo di operazioni i Lions di Torino e cintura, in 10 anni hanno aiutato oltre 4.000 famiglie residenti sul territorio. «Solo a Torino e cintura ci sono 5.900 bambini poveri ogni anno. Aumenta il numero di persone bisognose di aiuto ma, dall’altra parte, diminuiscono l’offerta e il numero di donatori. Un calo dovuto alla crisi economica generalizzata, che interessa ormai larga parte della società» ha spiegato la Coordinatore Service Lions Bambini Nuovi Poveri, Giovanna Sereni «Per questo è importante presidiare il territorio stando sempre dalla parte dei più piccoli. Abbiamo allargato la tipologia dei prodotti per le donazioni e, oltre all’alimentare, adesso raccogliamo anche prodotti per l’igiene, materiale scolastico e vestiario. In questo caso, data la vicinanza al Natale, sabato ci concentreremo soprattutto sui giocattoli».

Il grande raduno dei Babbi Natale

Iniziativa di Fondazione FORMA

 

Dalle ore 11 in Piazza Polonia 14° edizione del “Raduno dei Babbi Natale”. Obiettivo di questa edizione è la ristrutturazione del reparto di Patologia Neonatale e della Prima Infanzia dell’Ospedale Regina Margherita.

Per partecipare alla manifestazione è necessario indossare il vestito da Babbo Natale.

  • Punti distribuzione KIT Babbo Natale
    Le casette in legno allestite in piazza Polonia, di fronte al Regina Margherita sono aperte tutti i giorni fino a venerdì 20 dicembre – dalle ore 9.30 alle ore 17.30
    I kit di Babbo Natale saranno disponibili anche in altri punti distribuzione a Torino e in alcuni comuni limitrofi. Elenco dei punti di distribuzione

Roberto Repole è cardinale

Cardinale con il titolo di Gesù Divino Maestro alla Pineta Sacchetti il 7 dicembre l’Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa Roberto Repole ha ricevuto la berretta da Papa Francesco. In San Pietro autorità e amici arrivati dalle due diocesi. La foto di Repole Cardinale è del Centro Televisivo Vaticano.

Canalis – Valle (pd): “la Regione non paga la prima rata delle borse di studio”

7.12.2024 – La giunta Cirio lascia a dicembre più di 18 mila borsisti Edisu (l’ente regionale che amministra i fondi del diritto allo studio universitario) senza erogazione della prima rata, mettendo così in grave difficoltà famiglie e giovani che con questi soldi pagano gli affitti mensili, fanno la spesa quotidiana e di solito comprano i biglietti di viaggio per rientrare a casa per le vacanze di Natale.

A causa della cattiva amministrazione della Giunta Cirio e della gestione allegra delle finanze regionali, Edisu Piemonte non potrà pagare a dicembre nessuna prima rata delle borse di studio.

Una situazione gravissima che non si era mai verificata con questa portata.

La Regione ad oggi non ha le risorse da trasferire ad Edisu nei tempi e nelle modalità consuete e ha comunicato ad EDISU che il trasferimento avverrà solamente a fine gennaio.

Se tutto andrà bene i borsisti vedranno soddisfatto il loro diritto a febbraio, con 2 mesi di ritardo.

Un brutto biglietto da visita alla vigilia delle Universiadi e una doccia fredda per gli studenti, che disvela finalmente quello che il Partito Democratico denuncia da anni: la giunta Cirio ha gestito con leggerezza il bilancio della Regione.

Oltre al ritardo della prima rata delle borse di studio già concesse, ci preoccupano le incertezze sulla governance di Edisu e le continue minacce della Lega di ridurre i fondi sul 2025. Cirio e Fratello d’Italia saranno capaci di contenere l’alleato riottoso?

Daremo battaglia.

Monica CANALIS e Daniele VALLE – consiglieri regionali PD

Carovana del Tango Argentino e la Via del Sale , da Torre Pellice a Sanremo

Quale potrebbe essere il trait d’union fra due tradizioni apparentemente così lontane come il Tango Argentino e la Via del Sale che unisce Torre Pellice a Sanremo?

Apparentemente poco o niente. Eppure, scavando fra le pieghe di alcuni fatti umani, si possono scorgere strette connessioni; il tango è una danza creata nei più poveri barrios di Buenos Aires tra immigrati europei arrivati nel Nuovo Mondo alla ricerca di riscatto e di un futuro unicamente da scavare con le proprie mani. Sono uniti da solitudine affettiva, una cultura diversa ed emarginante, il relativo prezzo di emarginazione sociale che ogni immigrato deve sempre pagare e da profonde nostalgie per una terra natìa che probabilmente non rivedranno mai più.

Nei barrios malfamati, evitati dalla borghesia ispanica, giovani uomini e donne del vecchio continente ‘malati di vita’ iniziano ad incontrarsi al suono di pochi strumenti, su palchetti improvvisati, unendo i loro corpi al suono di ritmi spontanei, desiderio di trasgressione, un erotismo non più da nascondere come nei Paesi d’origine (la leggenda del tango argentino nasce a fine XIX secolo), ma da valorizzare al ritmo di un’unione precisa nei movimenti, creata per atletiche fisicità. Come non poche volte nel cammino umano, l’esigenza, l’abitudine, la continua sperimentazione si solidificherà in Cultura, in un discorso complesso, un valore sempre più globale e simbolicamente più tardi riassunto dal famosissimo Tango de Gardel di Piazzolla.

Le vie del sale, rotte commerciali la cui origine si perde nella notte dei tempi, erano antichi percorsi e rotte di navigazione. Non esisteva un’unica via del sale: vari popoli utilizzavano diverse reti di collegamenti per portare varie merci, in cambio di un elemento indispensabile per la conservazione degli alimenti nel lungo periodo. Ogni produzione alimentare aveva estremo bisogno di elevate quantità di sale marino, ma anche attività artigianali come la concia delle pelli e la tintura ne richiedevano l’uso.

Per quanto riguarda la nostra piccola parte di mondo, incastonata fra il mediterraneo occidentale e le alpi, l’antica comunicazione fra la pianura padana, la Liguria, i territori francesi di Provenza, Savoia, Svizzera, permetteva il commercio di questo materiale prezioso, di difficile reperibilità per regioni lontane dal mare.

Fu il Sacro Romano Impero a costituire feudi con lo scopo di mantenere un passaggio sicuro verso il mare; assegnò questi territori a famiglie fedeli che per secoli controllarono le vallate, garantendone la sicurezza dei convogli. Il trasporto su terreni accidentati veniva effettuato a dorso di mulo. Le pianure, dove possibile, trasportavano invece il sale per via fluviale mediante grandi chiatte.

Da lontanissime origini e storie si arriva perciò all’oggi. L’umile saliera presente in ogni cucina, rappresenta l’ultimo anello di una catena lunghissima che ha permesso alle genti di vivere, viaggiare, far prosperare economie.

Quindi abbiamo forse trovato il l’emblematico trait d’union fra questi lontani argomenti. La carovana del Tango Argentino e la Via del Sale, che da Torre Pellice arriva a Sanremo racconta – su differenti scale – l’incessabile cammino dell’uomo, il suo nomadico spostarsi per placare bisogni e sete di conoscenza. Dietro ogni nuovo insediamento si creano codici che, inizialmente partiti da esigenze di sopravvivenza, si sedimentano in culture, mix di informazioni che si spostano, contaminandosi vicendevolmente in millenari rivoli che saranno a loro volta nuovamente rielaborati in un cammino polisemico senza fine.

A breve questo racconterà la bellissima Capitale dei Valdesi, con una serie di avvenimenti a partire da domenica 8 fino al 15 dicembre, grazie alle idee e la direzione artistica di una sempre effervescente e coltissima Monica Nucera Mantelli.

Ferruccio Capra Quarelli

Sauze d’Oulx,  via alla stagione invernale con il weekend dell’Immacolata

SAUZE D’OULX – Quest’anno niente ponte dell’Immacolata e di Sant’Ambrogio per via del calendario che vede l’8 dicembre di domenica, ma non cambia la tradizione che vuole in questi giorni il via ufficiale alla stagione invernale.

Il meteo annuncia per il weekend una nuova spolverata di neve che contribuisce ad abbellire il paesaggio.

Vialattea per questo weekend apre anche la Seggiovia Sportinia, la Seggiovia Lago Nero ed il Tappeto Sportinia con la possibilità di sciare sulla Pista 11 dallo Chalet Mollino a Clotes.

Il weekend dell’Immacolata si preannuncia quindi ricco di iniziative per dare il via alla stagione all’insegna del divertimento così come è proprio nel DNA di Sauze d’Oulx.

In questo weekend il via al concorso “Presepi in vetrina” promosso dal Consorzio Fortur che permette a tutti i frequentatori di Sauze d’Oulx di girare per il paese e ammirare i presepi realizzati e messi in mostra su piazze e vie da cittadini e commercianti.

Sabato 7 e domenica 8 dicembre tornano i tanto attesi Mercatini di Natale. Un mercatino che per tutto il weekend propone dalle ore 10 nella centralissima piazza Assietta oggetti di artigianato, vintage, oggettistica, arte popolare, antiquariato e collezionismo.