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Quanto tempo ci vuole per vendere una casa a Torino?

Secondo Tecnocasa i tempi di vendita degli immobili sono in media di 109 giorni. Bologna e Milano sono le più veloci con 79 e 83 giorni, Torino vanta 112 giorni

Secondo l’Ufficio Studi del gruppo Tecnocasa i tempi di vendita degli immobili, nelle grandi città, a gennaio 2025, sono di 109 giorni. Si tratta di un dato simile a quello di un anno fa  (108 giorni).

Ancora una volta Bologna e Milano si confermano le città più veloci, con 79 e 83 giorni, in aumento di 11 giorni rispetto a un anno fa.

I tempi più lunghi si segnalano a Genova (142 giorni), che si conferma così la città  in cui occorre più tempo per vendere un immobile, seguita da Palermo con 128 giorni. Nelle realtà dell’hinterland delle metropoli occorrono 142 giorni contro i 137 di un anno fa.

I tempi di vendita più brevi si segnalano nell’hinterland di Firenze (117 giorni), che migliora di tre giorni, soprattutto al traino del mercato della casa vacanza. A seguire ci sono Verona con 125 giorni e Bologna con 126. Per Torino città occorrono 112 giorni, per la provincia 159 giorni.

Nei capoluoghi di provincia chi decide di vendere un immobile deve mettere in conto mediamente 132 giorni, in leggero aumento rispetto a un anno fa quando ne occorrevano 131.

In generale si evidenzia un aumento dei tempi di vendita che confermerebbe una maggiore prudenza da parte dei potenziali acquirenti, soprattutto per determinate tipologie immobiliari.

Mara Martellotta

Lilo & Stitch: il live action che (finalmente) funziona

Torino si divide, ma il remake Disney conquista con cuore e autenticità

Mentre i cinema torinesi – dal Massaua al The Space, passando per il Reposi e Ideal – continuano a proiettare il nuovo Lilo & Stitch in live action, il film dimostra di essere molto più di un semplice remake.

A differenza di altri live in action Disney accusati di sterilità o eccessiva politicizzazione, questa versione diretta da Dean Fleischer Camp (Marcel the Shell) sembra aver trovato il giusto equilibrio tra fedeltà all’originale e rinnovamento. E il pubblico torinese, seppure con qualche riserva, sembra apprezzare.

Una storia già inclusiva, ma non scontata

Come sottolineano alcuni spettatori intervistati dopo aver visto il film al The Space, «la forza di Lilo & Stitch sta nel fatto che la storia originale era già inclusiva, senza bisogno di forzature». La trama – che ruota attorno a una bambina hawaiana orfana, la sua famiglia disfunzionale e un alieno emarginato – tocca temi universali come l’accettazione, la solitudine e la comunità. «Non è una lezione di wokeismo, è semplicemente una bella storia», commenta una studentessa di 25 anni di Torino.

C’è chi, però, storce il naso su alcune scelte: «Il film a volte sembra un TV movie, soprattutto nei villain, un po’ macchiettistici» (riferimento a Zach Galifianakis e Billy Magnussen, citati nella recensione originale).

Ma il tono generale è quello giusto: «È malinconico e dolce, come l’animazione del 2002, ma con una regia più intima», osserva un padre di 33 anni che ha visto il film con suo figlio al cinema Reposi.

Il segreto? Regista indie e cast azzeccato

La mano di Dean Fleischer Camp, regista indipendente abituato a storie delicate come Marcel the Shell, si sente: «Si vede che non è il solito blockbuster senza anima», dice un frequentatore dell’Ideal.

A contribuire al successo anche il cast, con Maia Kealoha perfetta nel ruolo di Lilo e il ritorno di doppiatori iconici come Chris Sanders (voce di Stitch) e Tia Carrere (ora nel ruolo dell’assistente sociale).

Torino divisa, ma alla fine vince il cuore

Non mancano le critiche: c’è chi avrebbe voluto «più avventura» alcune sequenze. Ma la maggior parte degli spettatori sembra concordare su un punto: Lilo & Stitch funziona perché, in un’epoca di remake iper-costruiti, ha mantenuto intatta l’anima dell’originale. «Alla fine mi sono commosso come quando lo vidi da bambino», ammette un trentenne al Massaua.

E forse, in tempi di cinema sempre più calcolato, è già una vittoria.

CRISTINA TAVERNITI

Borgo Dora, nuovo sistema di drenaggio sviluppato da Smat

TORINO – È stato inaugurato a Borgo Dora il nuovo sistema di drenaggio sviluppato da Smat in collaborazione con il Politecnico di Torino.

L’opera permetterà di risolvere il problema degli allagamenti che si manifestano durante gli eventi temporaleschi più intensi causati dalla tropicalizzazione del clima.

«L’aumento in termini numerici e di intensità dei cosiddetti eventi metereologici estremi, connesso al cambiamento climatico, richiede un impegno continuo nella ricerca di soluzioni atte a diminuire la vulnerabilità dei sistemi naturali e socioeconomici, rafforzando la capacità di resilienza del territorio, in particolare negli ambiti urbani caratterizzata da elevati livelli di impermeabilizzazione e alta densità, in una sfida che va affrontata in modo integrato col contributo di tutti”, ha spiegato l’assessora alla Transizione Ecologica Chiara Foglietta.

«In questo luogo simbolo della Città di Torino, il cosiddetto Balon, sono stati effettuati radicali e impegnativi interventi di modifica delle rete di raccolta e di scarico delle acque meteoriche nella Dora Riparia, sostenendo un costo totale di oltre 5 milioni di euro. I risultati positivi sono già stati verificati a seguito degli ultimi eventi temporaleschi che si sono abbattuti sulla Città: le soluzioni adottate consentiranno di evitare gli allagamenti degli scantinati, dei magazzini e dei negozi ai quali la zona era spesso sottoposta» ha sottolineato il presidente di Smat, Paolo Romano. 

 

I dettagli dell’intervento

L’area oggetto dell’intervento è infatti tra le più basse di Torino e raccoglie le acque di scorrimento superficiali e di drenaggio provenienti da via della Consolata, piazza Palazzo di Città, piazza della Repubblica, via San Pietro in Vincoli per una superficie totale fortemente impermeabilizzata di oltre 640mila metri quadri.

Il progetto completo ha previsto la creazione di tre stazioni di sollevamento, una vasca di espansione, il potenziamento della rete di raccolta e drenaggio attraverso la posa di quattro nuove condotte, per una lunghezza complessiva di 510 metri, delle quali un collettore scatolare di dimensioni 160 x 100 cm, lungo 270 metri e la realizzazione di due nuovi sfoci nella Dora Riparia, con valvole di ritenuta e attivazione di 7 pompe di scarico in caso di piena della Dora.

Le soluzioni tecniche adottate rispondono alle indicazioni dello studio realizzato dal Politecnico di Torino in collaborazione con il Centro Ricerche Smat che aveva individuato una forte carenza infrastrutturale nello smaltimento delle acque con frequenti allagamenti quando l’altezza di pioggia caduta supera i 100 mm/ora.

Il nuovo sistema di drenaggio si inserisce nel più ampio piano di riqualificazione di tutto il quartiere interessato anche da lavori di manutenzione del suolo e riqualificazione degli spazi pubblici con fondi Pinqua che prevedono anche l’utilizzo di soluzione improntate sulla resilienza climatica.

Gli interventi, il cui costo complessivo è di 2 milioni e 400mila euro, miglioreranno lo stato dei luoghi nell’area compresa tra piazza della Repubblica, via Cigna, il fiume Dora Riparia e corso XI Febbraio, e si concluderanno entro la fine dell’anno.

Insieme alla manutenzione della pavimentazione lapidea storica e al ripristino delle lastre mancanti, sostituite negli anni da pavimentazioni bitumate, è prevista la realizzazione di  isole permeabili e di verde urbano attrezzate per la sosta pedonale e la mobilità dolce, nel rispetto della vocazione del borgo, luogo di attività commerciali all’aperto e itineranti.

Grande attenzione è stata posta al tema dell’accessibilità, con l’abbattimento delle barriere architettoniche e con alcuni interventi che aumenteranno la sicurezza degli accessi alle scuole presenti nella zona. Verrà inoltre ripristinata la storica modalità di regimazione delle acque meteoriche.

(lineaitaliapiemonte.it)

La sinistra e il pasticciaccio dei referendum

Trarrà qualche insegnamento la sinistra, dal radicale insuccesso politico del referendum? Assolutamente no! Già partita la corsa al giustificazionismo. Non contenti si sono inventati la teoria politica: visto che hanno votato 14 milioni, dato superiore ai votanti del centro destra, il referendum è una vittoria. Unico commento che mi sovviene: straparlano.
Diventando, diciamocela tutta, patetici.
Perché tutto questo? Mi sembra abbastanza elementare, un’opposizione a trazione sinistra sbrindellata e Landini è destinata alla sconfitta perenne. Mi sa che stavolta la Schlein è stata presa in mezzo e continuano a dire che il 30 % è un po’  pochino. Perché, perché tutto questo? Partiamo da chi in buona fede ricorda i bei tempi. Bisogna avere alcuni requisiti. 1) essere vissuti,  facendo politica negli anni 70 e 80. 2) una buona dose di nostalgia per gli anni che furono. Operazione che ha avuto in quest’anno il suo punto massimo nella “santificazione” di Enrico Berlinguer. Indubbiamente grande uomo politico. Tentò di mettere insieme il comunismo con la democrazia rompendo con il Pcus, i comunisti sovietici. Grandissima e coraggiosa operazione politica. Ma aveva un limite: era un ossimoro.
Già sento le orecchie che mi fischiano.
Poi due considerazioni a latere. Perse il referendum sulla scala mobile ed il segretario nazionale della Cgil Luciano Lama era contrario ad indire il referendum stesso.
Prima della sua tragica morte venne messo in minoranza nella direzione del PCI.
A questi compagni ricordo sommessamente che l’estremismo non paga anche a sinistra.
Poi la nostalgia è un inebriante sentimento, ma non può essere una proposta politica.
C’è poi chi non è in buona fede. In poche parole pensa solo a una cosa: la sua ricandidatura o il posto di lavoro al sindacato.
Ora veniamo a Conte e ai pentastellati. Parola d’ordine: fate quello che volete. Ovviamente nessun appello al voto. Fate ciò che volete, anche andare al mare. Tecnicamente un disimpegno con il solo obbiettivo: fare le scarpe alla Schlein e diventare il numero uno del campo largo. Se mai avvenisse la sconfitta è certa. Dunque? Innanzitutto 3 anni di opposizione buttati via. E andando avanti così le cose la Meloni governerà per altri 20 anni.
Ultimo ma non secondario dato. 30% di no sul passare a 5 anni la cittadinanza per i non italiani. Bisogna tenerne conto? Mi sa che tanto la politica farà come sempre. Finta di niente pensando a quello che conviene nel mentre.
Ultimissima considerazione, questa veramente marginale. Il sottoscritto è andato a votare. 2 si e tre no. Cittadinanza e responsabilità del committente si. Gli altri 3 sul lavoro no. E per l’ennesima volta mi fischiano le orecchie. Ma almeno ho coscienza di scrivere ciò che penso.
Sarà poco ma è già qualcosa.

PATRIZIO TOSETTO

In Prefettura contro il degrado e la criminalità nelle periferie

L’Osservatorio regionale per la sicurezza si è riunito in prefettura per fare il punto della situazione nella periferia nord torinese di Aurora-Barriera di Milano e quella sud di Mirafiori. Sono le periferie al centro dei lavori. Presenti le istituzioni locali, forze dell’ordine e magistratura, rappresentanti della scuola e dell’università, sindacati e associazioni. Si cercherà di favorire gli accordi di controllo di vicinato tra cittadini e forze dell’ordine, l’aggiunta di nuove telecamere. È stata proposta l’apertura delle scuole oltre l’orario delle lezioni per allontanare  i giovani dalla strada, il recupero e delle case popolari sfitte per evitare le occupazioni.

«Quadila Festival» ad Albugnano: teatro, letteratura e luoghi non comuni

Il 13 e 14 giugno anteprima 

 

Il Festival ideato da Lo Stagno di Goethe Ets tornerà a luglio 2025

 

Uno spazio per permettere al teatro di recuperare il proprio carattere autentico, magico e sociale, in relazione con le altre arti, con la letteratura, la storia e le scienze. Ed è per questo che il Quadila Festival è teatro, musica e saperi con una quinta edizione dedicata al tema “Tragedia e Libertà”, in programma ad Albugnano e nei paesi vicini del Basso Monferrato, da giovedì 10 a domenica 27 luglio.

Il festival, ideato e organizzato dall’associazione culturale e compagnia teatrale Lo Stagno di Goethe Ets, sarà preceduto – a giugno – da una due giorni di anteprime ospitate ad Albugnano, il balcone del Monferrato: si tratta di iniziative pensate per creare un filo diretto tra la passata edizione e quella del prossimo luglio che trasformano luoghi non comuni in esperienze immersive.

«Il Quadila Festival prevede spettacoli, concerti, scambi di sapere, installazioni letterarie e passeggiate – spiega Diego Coscia, coordinatore del Festival insieme a Marco Gobetti –. Quest’anno, con il tema “Tragedia e libertà”, si cercherà di sviluppare gli esiti delle riflessioni pubbliche, delle suggestioni, delle emozioni e degli scambi empatici che hanno caratterizzato le precedenti quattro edizioni per declinarli in alcune domande che attraversano e ispirano l’intera proposta: quando, la libertà può diventare una tragedia? E viceversa? Si può raggiungere la libertà attraverso il sapere?». Il tema di quest’anno estende, dunque, le riflessioni delle edizioni precedenti e invita a un dialogo profondo sulla relazione tra conoscenza, destino e autodeterminazione.

Vediamo il programma. Venerdì 13 e sabato 14 giugno, in occasione della festa patronale primaverile di Albugnano, il Quadila Festival inizierà a contaminare anime e pensieri. Venerdì 13 giugno, alle 17,30 alla Rsa “Il Giglio”, è in programma un momento dal grande valore simbolico e dal potente impatto emotivo con uno scambio di sapere sulle risultanze di “Come sogni stesi al sole: le fiabe della buona vita”, il laboratorio teatrale per anziani e bambini condotto da Enrica Brizzi e Cristina Sertorio durante l’edizione 2024 del Festival. Il pomeriggio è infatti il punto di incontro tra il passato e il futuro di Quadila Festival, mentre sabato 14 giugno, dal sorgere del sole al tramonto, dalle 5,40 fino alle 21,17, Albugnano ospita “Furore dall’alba al tramonto”, installazione letteraria con, tra gli altri, Marco Gobetti, Diego Coscia, Chiara Galliano, Paolo Andriano, Paolo Forsennati, Gloria Bruno, Luis Abel Valencia Ardiles, Silvia Binello, Gabriele Cico. Attori e attrici, ma anche abitanti del luogo o semplici turisti, si alterneranno nella lettura teatrale ininterrotta di “Furore” il capolavoro di John Steinbeck e intersecheranno la versione in lingua originale – incontrando, così, anche la curiosità dei turisti stranieri – a quelle tradotte in italiano e in spagnolo (due delle quattro lingue parlate ad Albugnano): una storia di cultura contadina, sradicamento e di migrazione che anticipa e introduce l’azione Rerooted, protagonista del primo weekend di luglio di Quadila Festival. Per partecipare attivamente, ed essere parte integrante della lettura collettiva, è sufficiente avvicendarsi via via ad attrici e attori. La maratona letteraria si svolgerà in due luoghi: dal mattino fino alle 12 al Prato dei cinque cipressi accanto all’Abbazia di Vezzolano, poi dalle 14 fino a sera in piazza Serra, nel centro di Albugnano. Infine, alle 21,30, la Corte del Gelso Antico in via Roma, ospiterà “I buoi e la memoria del presente”, uno scambio di sapere, un ragionamento pubblico con attori e attrici de Lo stagno di Goethe per scandagliare il rapporto fra le attività umane e la tradizione, che diventa motore di riflessione sul tempo presente e futuro.

L’azione è in programma in occasione della Festa Patronale di Albugnano, dedicata a Sant’Antonio da Padova, e nell’ambito delle attività derivanti dall’adesione del Comune di Albugnano al protocollo per la creazione della Rete Italiana per la Salvaguardia e Valorizzazione di ‘Uomini, buoi e fiori. Processioni devozionali e cerimoniali agrari’, sotto il coordinamento di Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura. La giornata propone anche un excursus sugli esiti delle iniziative messe in atto ad Albugnano negli ultimi anni, per vivificare la tradizionale festa, studiandone le radici e mettendo a confronto la ritualità sopravvissuta con quella di altri cerimoniali di Comuni aderenti alla Rete e non solo.

   

Il festival è realizzato da Lo stagno di Goethe – Ets con il patrocinio, la collaborazione e il sostegno di Comune di Albugnano e con la co-operazione e il sostegno di Fondazione Enrico Eandi. Ha inoltre il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Comune di Aramengo e Comune di Casalborgone, cui si aggiunge il patrocinio di Comune di Montafia, Comune di Moncucco, Comune di Berzano San Pietro e Comune di Pino d’Asti; fra tutti, collaborano anche le Pro Loco di Albugnano, Aramengo e Castelnuovo Don Bosco, il Politecnico di Milano – Dipartimento di Design e Ideazione srl (nell’ambito di “Trame Locali: Percorsi Sostenibili e Narrativi nel Basso Monferrato”, un progetto PNRR – Changes, finanziato da Next Generation EU), associazione culturale La Cabalesta, associazione Incollina e Direzione Regionale Musei Piemonte.

Fra gli altri partner e collaboratori: Unione Culturale Franco Antonicelli, STEMS – Istituto di Scienze e Tecnologie per l’Energia e la Mobilità Sostenibili, Accademia dell’Agricoltura di Torino, AstaroTheatro, biblioteca comunale “Sarboraria-Giachino”, Casa Rosa aps, PIAM Onlus: Progetto Integrazione Accoglienza Migranti, EO Arte, Associazione Albugnano 549, Enoteca Regionale dell’Albugnano, Azienda agricola Pianfiorito, azienda agricola Cascina Sarassi, Ca’ Mariuccia, Agriturismo Arcobaleno, Terra e gente, Bed & Breakfast Ca d’ Pinin, Ristoro dell’Abbazia di Vezzolano.

 

Informazioni su www.quadila.com/edizioni/2025

Manutenzione straordinaria dei sovrappassi di Pinerolo

Entro la fine di giugno verrà avviato il cantiere per importanti lavori di manutenzione straordinaria su tre sovrappassi della circonvallazione di Pinerolo lungo la Strada Provinciale 23 del Sestriere:

– il sovrappasso di via del Valentino in prossimità della frazione Riva di Pinerolo

– il sovrappasso di Strada Baudenasca

– il sovrappasso in prossimità dello svincolo di San Secondo.

Il progetto esecutivo dei lavori è stato approvato con una Determina della responsabile della Direzione Viabilità 2 della Città metropolitana, per un importo dei lavori a base di gara pari ad 1 milione e 235.000 euro, finanziati con un Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Gli interventi sui sovrappassi di via del Valentino e di Strada Baudenasca prevedono il rinforzo strutturale dell’impalcato, il ripristino corticale della struttura del ponte (spalle e impalcato), il miglioramento della funzionalità dei manufatti mediante l’allargamento della sede stradale a 7 metri e mezzo, il rifacimento dell’impermeabilizzazione, dei giunti e della pavimentazione, la messa in sicurezza della viabilità dei cavalcavia e della strada sottostante mediante la sostituzione delle barriere stradali e l’inserimento dellereti parasassi, al momento mancanti.

L’impalcato di via del Valentino sarà temporaneamente sollevato dal basso, per consentire il rifacimento degli appoggi. L’impalcato di Strada Baudenasca sarà sollevato in maniera permanente di 30 centimetri, al fine di ottenere l’altezza libera di 5 metri rispetto al piano viabile della Provinciale 23, come da normativa vigente.

L’intervento sul sovrappasso in prossimità dello svincolo di San Secondo prevede solamente il ripristino superficiale della struttura del ponte (spalle e impalcato), il rifacimento dell’impermeabilizzazione e della pavimentazione, la messa in sicurezza della viabilità dei cavalcavia e della strada sottostantemediante la sostituzione delle barriere stradali e l’inserimento delle reti parasassi.

I lavori cominceranno dal cavalcavia dello svincolo San Secondo e prevedono a fasi alterne il restringimento della carreggiata del ponte e della sottostante Provinciale 23.

Successivamente saranno effettuati i lavori sul sovrappasso di via del Valentino, che verrà chiuso al traffico per circa 3 mesi a partire indicativamente dalla fine di luglio. A seguire si interverrà sul sovrappasso di Strada Baudenasca, che sarà interdetto al traffico per un tempo stimato di 3-4 mesi a partire dall’autunno. Anche questi ultimi lavori prevedono il restringimento a fasi alterne della Strada Provinciale 23.

Gli interventi nel loro complesso sono fondamentali per migliorare la sicurezza e la funzionalità per il traffico passante sui cavalcavia e sulla sottostante circonvallazione. Le chiusure saranno necessarie per la buona riuscita dei lavori, oltre che per la sicurezza della circolazione e delle maestranze impiegate nel cantiere.

Al fine di limitare al minimo i disagi per i cittadini e le attività del posto, la Direzione Viabilità 2 della Città metropolitana di Torino ha organizzato giovedì 5 giugno un incontro tecnico, al quale hanno partecipato i comuni di Pinerolo e Macello per valutare i possibili percorsi alternativi per il traffico sia leggero che pesante durante le chiusure, a cui ha fatto seguito un sopralluogo congiunto sul territoriolunedì 9 giugno.

I percorsi alternativi definitivi, al momento ancora oggetto di valutazioni tecniche, saranno tempestivamente comunicati a tutti gli Enti interessati e opportunamente segnalati da apposita cartellonistica.

Rapina supermercato: fermato dalla polizia

Un cittadino tunisino di 32 anni è stato fermato dalla Polizia di Stato poiché gravemente indiziato di rapina.

A fine maggio viene perpetrata una rapina in danno di un supermercato cittadino di corso Galileo Ferraris. Nella circostanza, un uomo entra nell’esercizio e, dopo aver spinto per terra un’addetta, si impossessa di 1500 euro, prelevati dal registratore di cassa; poi fugge lungo corso Vittorio Emanuele II. Grazie all’analisi di diversi sistemi di videosorveglianza, si risale al presunto autore del gesto.

A seguito di mirati servizi, l’uomo viene rintracciato e sottoposto a fermo alcuni giorni dopo, in corso Marconi angolo via Nizza da personale della Squadra Mobile.

La Procura della Repubblica di Torino ha disposto per il presunto autore del delitto la misura della custodia cautelare in carcere.

Per il triennio 2025-2028 al teatro Astra le Persone al centro

Un viaggio nell’identità e nelle sue trasformazioni. Tre le tematiche scelte, Mostri per il 2025-2026, Guerra e Amore per gli anni successivi

Il Teatro Astra svela il triennio 2025-2028 che sarà  intitolato “Persone, un viaggio nell’identità e nelle sue trasformazioni”. Di fronte ad un’epoca in cui le certezze vacillano e la realtà ci costringe a riflettere su chi siamo, il direttore artistico del TPE Teatro Astra, Andrea De Rosa, ha scelto per il triennio di esplorare le sfaccettature più intime e complesse del concetto di identità, attraverso le tre tematiche dei Mostri, della Guerra e dell’Amore.

“La Fondazione TPE- Teatro Piemonte Europa- si distingue per l’importanza e la rilevanza all’interno del panorama culturale italiano e internazionale.  Il progetto culturale consolida il TPE nella dimensione di un  teatro regionale- afferma il Presidente Giulio Graglia – ma posizionandolo anche come attore chiave nella scena culturale del Paese, ruolo comprovato dalle tantissime recite fuori sede delle produzioni in tournée.  Il suo fondamento istituzionale vanta soci fondatori di rilievo quali la Regione Piemonte, la Città di Torino e l’Associazione Teatro Europeo e sostenitori multistrato,  quali il MIC, la Regione Piemonte, la Città di Torino, la Fondazione Compagnia di Sanpaolo,  la Fondazione CRT, Intesa Sanpaolo, che evidenziano la stabilità della fondazione, stabilità confermata anche in termini numerici.  La stagione 2024-2025  ha visto la crescita degli abbonati del 10%. Un dato che vogliamo sottolineare è quello dell’incremento dei fruitori under 30 che registra un significativo +19%. Ciò significa che il TPE non è semplicemente un teatro, ma un bene culturale riconosciuto”.

“Il teatro- spiega il direttore artistico Andrea De Rosa – ci permetterà  di giocare e di indossare una maschera, ma il gioco funzionerà  solo se, al calare delle luci in sala, saremo disposti ad ammettere  che, dietro quella maschera, ci sono persone, che potremmo essere anche noi”.

“Nell’etimologia della parola latina- aggiunge Andrea De Rosa – mònstrum è colui che rivela qualità buone o cattive che oltrepassano i limiti della normalità, uomini e donne che si ritrovano, per scelta o per necessità, a diventare qualcosa che non rientra  nei parametri prestabiliti, eroi, assassini, geni, squilibrati, artisti, maghi, maniaci… creature straordinarie, ma pur sempre umane ( fin troppo umane). Il mostro appare all’improvviso nelle nostre vite e le sconvolge perché altera il fluire quotidiano degli eventi . Ci fa paura, ma non lo possiamo ignorare perché ci costringe a guardare come in uno specchio l’immagine di cosa potremmo diventare  e ci pone davanti a un bivio, tra luce e oscurità.

Chi sono le persone che si trasformano in mostri? Dalle leggende più antiche fino ai racconti della cronaca contemporanea,  ogni spettacolo offre una prospettiva unica, trasformando il palcoscenico in uno specchio delle nostre ombre più profonde.

Abbiamo domandato a registe e registi chi fosse il mostro nel loro spettacolo ed essi hanno risposto dandoci  un punto di vista inedito sul loro lavoro. Ci sono mostri inequivocabili come il leggendario Dracula di Bram Stocker per la regia di Andrea De Rosa e quelli reali, come il Charles Manson in “Fanny & Alexander”, ci sono fatti mostruosi come quelli narrati da Nicola Lagioia in “La città dei vivi”, per la regia di Ivonne Capece, e quelli descritti da Günther Anders dal pilota che sganciò la bomba atomica su Hiroshima, in “Atomica” dei Muta Imago. Quindi ci sono “Gli Angeli dello sterminio” di Testori, per la regia di Antonio Latella, “Antigone” , per la regia di Roberto Latini, Macbeth e lady Macbeth protagonisti di “Anatomia di un assassinio”, un progetto di Chiara Muti in collaborazione con il teatro Regio di Torino; Sesto Tarquinio, l’orrido violentatore di Lucrezia  nei Poemetti di Shakespeare di Walter Malosti, Shakespeare stesso per Lucilla Giagnoni nella piéce intitolata “A pelle nuda sul palco”, il Cancro, l’animale mitologico inteso come simbolo di un femminile orgogliosamente mostruoso in “iGirl” di Marina Carr, per la regia di Federica Rosellini. Infine vi sono le mostruosità della realtà,  individuale e collettiva, contenute  nei 26 spettacoli in cartellone: il decadimento ( come in Enrico IV, per la regia di Giorgia Cerruti), la natura umana ( “Improvvisamente l’estate scorsa” per la regia  di Stefano  Cordella), la marginalità ( come in “Bloomsville”, per la regia di Valentina Renna), i regimi ( LUI di Ashkan Khatibi), la normalità ( “Pinocchio” di Davide Iodice), i limiti ( “Biancaneve”, per la regia di Andrea Lucchetta), il Mediterraneo  ( “A place of safety” di Enrico Baraldi  e Nicola Borghesi). Perché in fondo il mostro siamo noi, come dimostra il testo shakespeariano de “La Tempesta” per la regia di Alfredo Arias”.

Dopo una stagione in tournée con la produzione di Edipo Re di Andrea De Rosa e Wonder Woman di Antonio Latella, che ha toccato le principali città italiane, la nuova produzione in circolazione nei teatri sarà  Orlando da Virginia Woolf, con Anna Della Rosa, per la regia di Andrea De Rosa, che partirà da Torino per un’attesissima ripresa. A grande richiesta continuerà il suo tour Wonder Woman di Antonio Latella, la cui delicatissima tematica, la storia di uno stupro di gruppo ai danni di una ragazza di Ancona che ha dovuto lottare per ottenere giustizia, ha riscontrato urgenza di discussione e visione.

Nella stagione del TPE si inserisce la rassegna di Palcoscenico Danza, diretta da Paolo Mohovich, che ha voluto anch’egli imprimere quest’anno la programmazione di creature mostruose: i due vulcani Fuji e Etna dello spettacolo di Roberto Zappalà intitolato “Brother to Brother” in programma il prossimo 25 gennaio,  i “Divine Monsters”, mostruose divinità proposte dalla Hung Dance Taiwan dal 28 febbraio 2026 al 1 aprile 2026, il mostro sacro Maria Callas interpretato da Roberto Tedesco, Adriano Bolognino, Carlo Massari per l’Opus Ballet in “Callas, Callas, Callas” del 5 febbraio 2026; le figure umane deformate grazie all’arte libera di Emanuela Tagliavia, in “Short Cuts” il 24 marzo; le donne insetto create dal trio guidato da Cristiana Casadio  dal titolo “Of restless nature”, cui si aggiungono Interplay link e Made4you di Eko Dance Project il 22 e 23 aprile, giunto alla sua decima edizione.

È giunto alla sua trentesima edizione il Festival delle Colline Torinesi, la cui gestione e realizzazione dal 2018 fa capo al TPE. La riapertura del teatro Astra spetterà proprio al Festival delle Colline e punto di condivisione artistica  sarà “iGirl” di Marina Carr per la regia di Federica Rosellini. Il festival si terrà dall’8 ottobre al 3 novembre prossimo e si snoderà come location tra teatro Astra, Fondazione Merz, Palazzo degli Istituti Anatomici, Fonderie Limone, Museo del Risorgimento,  San Pietro in Vincoli e Le Roi Music Hall

Mara Martellotta