ilTorinese

Affidi, Nosiglia chiede ai politici: “Moderate i toni”

L’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, invita i politici a “moderare i toni” dopo le polemiche scaturite dalle parole dell’assessore regionale  Chiara Caucino, promotrice della nuova legge ‘Allontanamenti zero’ sul tema degli affidi.

“L’unica priorità è il bene dei bambini, che si tutela con percorsi legislativi adeguati e una cultura dell’infanzia che si deve astenere dall’usare i bambini come braccio armato per imporre un’altra puntata del solito show mediatico”.

Pasta e parmigiano donati ai poveri di don Adriano

La generosità del benefattore torinese Cristiano Bilucaglia ha prodotto pasta e parmigiano artigianali per 1.600 poveri della città

Martedì  18 febbraio, nel pomeriggio, la ‘Mensa dei Poveri’ a Torino in Via Belfiore 12 nel cuore del difficile quartiere San Salvario – che ogni giorno sfama circa 160 indigenti in media – ha ricevuto un gradito regalo: una fornitura di pasta e parmigiano artigianali di prima qualità, con cui sfamare ben 1600 persone in difficoltà.
A donarli, Cristiano Bilucaglia, imprenditore e mecenate piemontese noto per essere stato il primo al mondo ad aver azzerato le bollette di luce e gas: sono infatti oltre 10mila gli italiani che ricevono stabilmente ogni mese energia gratis, grazie a ‘ZERO’, il primo social utility network della storia. “ Ormai da diversi anni l’ingegner Bilucaglia si è appassionato con magnanimità crescente alle attività del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione’, che sostiene puntualmente con impegno e costanza ”, dichiara Don Adriano Gennari, che inaugurò la ‘Mensa dei Poveri’ nel 2008, raccogliendo per primo l’invito alla carità di Sua Eccellenza Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino. “ A Lui, alla ‘uBroker Srl’ e a tutti i Suoi dipendenti va il nostro più sentito grazie, insieme a ogni benedizione con l’augurio vivo e sincero di proseguire con determinazione e coraggio sulla strada dell’attenzione al prossimo, riconoscendo sempre più il Signore Gesù nei poveri”, conclude Don Adriano Gennari, seguitissimo e amato sacerdote dell’Ordine di San Giuseppe Benedetto Cottolengo famoso in Italia e nel mondo per le preghiere di intercessione a favore di indigenti, malati e sofferenti.

A Santhià si sono incontrati i grandi carnevali piemontesi

I quattro grandi carnevali del Piemonte Orientale – Santhià, Borgosesia, Chivasso e Ivrea – hanno chiamato a raccolta le maschere tradizionali delle varie località piemontesi in una serata organizzata martedì 18 febbraio al “PalaCarvè La Stampa” di Santhià

Dopo l’esibizione della Banda musicale cittadina e delle Majorettes, della Banda musicale “I Giovani”, del Corpo dei pifferi e tamburi, che hanno accompagnato l’ingresso dei vertici del Carnevale storico di Santhià, un componente dell’Ufficio di presidenza ha portato il saluto del Consiglio regionale. Un segnale di attenzione per la storia, la cultura e le variegate tradizioni locali che hanno importanti riflessi economici sul territorio piemontese. Il saluto è stato introdotto da un breve ed emozionale video sui 50 anni della Regione Piemonte.

La serata è stata animata, oltre che dai santhianesi Stevulin d’la Plisera e Majutin dal Pampardù, anche dalle maschere dei carnevali storici di Borgosesia, Chivasso e Ivrea. Vi è stato pure il passaggio di consegne tra la coppia uscente e quella entrante di interpreti delle maschere santhianesi.

Uno spazio è stato dedicato al saluto in diretta telefonica del presidente della Regione e ad un momento di riflessione per esprimere solidarietà a Marcello Segre, vittima di atti d’intolleranza.

La serata si è conclusa in un tripudio di colori e musica, con decine di maschere che hanno sfilato nei loro costumi originali e con il brindisi che ha accompagnato il taglio della torta dedicata ai 50 anni della Regione Piemonte (offerta da Pasqua Bistrò).

Chi fuma rischia 15 volte di più…

Chi fuma ha un rischio 15 volte più alto di sviluppare il tumore del cavo orale e della faringe rispetto a chi non fuma. In Piemonte sono 1.200 circa i nuovi casi di tumore testa e collo ogni anno

Giovedì 20 Febbraio 2020 ore 11.30 – 14.00 Azienda Ospedaliera Città della Salute, Ospedale Molinette

AMBULATORIO I, Clinica O. R. L.

Direttore Prof. Roberto Albera

Prof. Giancarlo Pecorari Professore Ordinario presso S. C. D. U. ORL,

Università degli Studi di Torino.  via Genova, 3 – Torino

La Lega Italiana Lotta Tumori LILT di Torino organizza visite gratuite di prevenzione oncologica secondaria al Cavo Orale e della Faringe, presso l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (Clinica Otorinolaringoiatrica universitaria, via Genova 3 – Torino).

Per partecipare alle visite è obbligatorio prenotare contattando la Segreteria della LILT Torino al numero 011/836626, in orario di apertura ufficio LUN – VEN 9/13, 14/17.

 

“Combattere il fumo attivo e passivo è il primo passo della prevenzione, unica arma infallibile contro le malattie croniche“.

Il fumo di sigaretta, come da evidenze scientifiche, è la causa principale del tumore del polmone e della BPCO (Bronco-Pneumopatia Cronico Ostruttiva).

Durante la combustione della carta del tabacco vengono liberate circa 5000 sostanze che noi inaliamo durante l’inspirazione.

La maggior parte di tali sostanze determinano un processo infiammatorio della mucosa bronchiale, che negli anni determina un’alterazione strutturale della molecola della mucosa bronchiale, che può causare un’alterazione del DNA con relativa produzione della cellula neoplastica.

 

I tumori del distretto testa-collo rappresentano un gruppo di neoplasie di varie sedi anatomiche (cavità orale, orofaringe, rinofaringe, ipofaringe, faringe, laringe).

Ogni parte della bocca può subire danni dal fumo.

I denti ingialliscono e si macchiano, sono più soggetti all’accumulo di placca e carie.

Le gengive, a causa dell’aumento di placca e carie e della diminuzione del contenuto di ossigeno nella bocca, sono più soggette ad infezioni batteriche, che possono dare origine a parodontite, nota anche come piorrea.

Si tratta di una grave infiammazione della struttura che sostiene i denti, che si presenta con il ritiro delle gengive, mobilità dentaria fino ad arrivare alla caduta dei denti, che nei forti fumatori è fino a sei volte più probabile.

L’osso alveolare, la parte della mascella cui sono ancorati i denti, ha maggiori probabilità di restringersi, “allentando” i denti nella loro cavità naturale.

Ciò va spesso di pari passo con la parodontite, causando appunto la perdita dei denti. La mucosa della bocca può anche andare incontro a leucoplachia, un’alterazione degli strati superiori dell’epitelio che si presenta come una placca bianca e che può evolvere in cancro della bocca.

 

Nei fumatori sono inoltre più frequenti infezioni del cavo orale, come ad esempio la candidosi. Il fumo, poi, rende più difficile la guarigione delle ferite chirurgiche ed aumenta le probabilità di infezioni dell’osso dopo un’estrazione dentaria che, nei fumatori, sono quattro volte più frequenti rispetto ai non fumatori.

Infine è importante sottolineare che l’80% di tutti i tumori maligni della bocca è attribuibile all’uso di tabacco.

 

Fattori di rischio:

L’alcool ed il tabacco sono i due più importanti fattori di rischio per i tumori della testa e del collo, in particolare per i tumori del cavo orale, dell’orofaringe, dell’ipofaringe e della laringe.

Almeno il 75% dei tumori della testa e del collo è causato dall’abuso di alcool e di tabacco.

Le persone che abusano sia di tabacco sia di alcool sono a maggior rischio di sviluppare questi tumori rispetto alle persone che usano uno solo dei due fattori.

Chi fuma ha un rischio 15 volte più alto di sviluppare il tumore rispetto a chi non fuma.

 

Incidenza:

 

Nel 2017 sono stati stimati circa 9.400 nuovi casi di tumore del testa-collo in Italia (7.200 tra gli uomini e 2.200 tra le donne) e ben 1.200 nuovi casi nel solo Piemonte e rappresentano circa il 4% e l’1% di tutti i tumori incidenti, rispettivamente.

I tumori del testa-collo sono la quinta neoplasia più frequente e rappresentano il 5% dei tumori negli uomini nella fascia di età tra i 50-69 anni e il 2% nelle donne nella fascia tra i 50 e 69 anni.

Il rischio di sviluppare un tumore del testa-collo è più elevato negli uomini (1 su 40) che nelle donne (1 su 182): in entrambi i sessi il rischio aumenta all’aumentare dell’età e soprattutto con le già note abitudini voluttuarie (abuso di alcool e tabacco).

 

Diagnosi precoce:

 

La diagnosi precoce gioca un ruolo fondamentale ai fini della sopravvivenza. Infatti le neoplasie identificate in fase precoce hanno una percentuale di guarigione variabile tra il 75 ed il 100% dei casi. Si rende quindi necessario definire delle strategie indispensabili per smettere di fumare, che oltre alla prevenzione, possano ridurre questi dati appena esposti.

 

 

 

La LILT, in collaborazione con il Ministero della Sanità e con l’ISS, ha ideato e sperimentato già nel 1986 un metodo che rispondesse ai requisiti di efficacia e diffusibilità.

Il metodo che ancora oggi viene proposto ha un approccio cognitivo-comportamentale e risponde ad efficaci assunti di base: motivazione a smettere di fumare e cambiamento delle abitudini. Lavorando con queste basi le persone portano risultati molto soddisfacenti, poiché coinvolte nel processo di cambiamento.

Si parte dal presupposto che, se il fumare è un comportamento acquisito che mantiene una continuità nel tempo rispondendo a bisogni di piacere, rassicurazione, scarico dello stress, abitudine, etc., sarà allora possibile con-durre il fumatore a dis-imparare questo comportamento, modificando atteggiamenti ed azioni.

Pertanto, una volta valutata la motivazione e la volontà a smettere di fumare, la LILT aiuterà la persona a trovare validi e funzionali stratagemmi per ingannare il desiderio di fumare, rimandando il momento della sigaretta fino ad eliminarla, sostituendola con valide alternative.

E’ un’impostazione costruttiva e finalizzata ad incoraggiare gli sforzi che il fumatore deve sostenere per raggiungere il tanto agognato obiettivo di diventare EX FUMATORE.

Tale metodologia, è stato appurato, ha dei risultati continuativi nel tempo, poiché agisce a livello interno della persona e non a livello superficiale.

 

Quando c’era L’Unità

L’Unita’,  il giornale dei lavoratori. Si urlava così per venderlo. L’Unità,  organo del Partito comunista italiano fondato da Antonio Gramsci. Inscindibile il rapporto tra il quotidiano ed il partito. Di più. Come ameba e paramecio. Vivono solo se stanno insieme

Era sempre più importante il Partito. Il segretario nazionale o provinciale era più importante del direttore del giornale o del redattore locale, ma subito dopo nella scala gerarchica,  in terza posizione c’era il responsabile organizzativo. Partito comunista che dell’importanza delle gerarchie ne faceva un vanto, come della disciplina. L’ Unità orientava e dava la linea.

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Precisamente erano i dirigenti che, elaborata la linea (già, si diceva cosi) scrivendo sul giornale comunicavano con tutti. Il Partito era il Re e la Regina l’ Unità. Regina in tutti i sensi. Redazioni in tutti i capoluoghi di regione ed al centro nord almeno dei corrispondenti in tutte le province. Per dirigenti ed attivisti non leggerlo quotidianamente era peccato mortale. 300 mila copie giornaliere con punte massime il venerdì e la domenica. Venerdì  lo speciale scuola. Per dare un ordine di grandezza nel mio liceo oltre 800 studenti con oltre 100 insegnanti e una cinquantina di corpo non docente: 300 copie vendute. Il massimo si raggiungeva la domenica con un milione di copie vendute dai militanti. Vendita casa per casa. Nel 1975 , alla Falchera le case erano occupate. Una signora precisava: sono già passati i vostri colleghi. Scusi? Impossibile, noi siamo i primi stamattina. Pronta la risposta; ecco qua, Lotta Comunista. Ma no, signora, si sbaglia lei! Noi siamo gli originali. Dopo in mio lungo sproloquio mi sono allontanato convintissimo di aver fatto il mio dovere di rivoluzionario…beata gioventù. Mitica la terza pagina di cultura. Persino il lunedì reggeva le vendite con lo Sport. Un giornale a tutto tondo ed un simbolo. Francesco Guccini… ed alcuni audaci in tasca l Unità…

 

E che dire dei funzionari. La loro  importanza si capiva da quanti giornali leggevano. Tutti fascicolati con la copia dell Unità. Il top arrivava fino a otto  Il minimo tre: a Torino Unità, Stampa e Gazzetta del Popolo. Ma una regina ha bisogno della Corte. Il Calendario del Popolo fondato a Marzo 1945 da Teti Editori e patrocinato da Celeste Negarville,  operaio e responsabile stampa e propaganda del PCI. Vie Nuove fondato da Luigi longo, che tra i suoi collaboratori annovera Pier Paolo Pasolini. Riviste mensili o settimanali dove un pezzo di cultura italiana è passata. RINASCITA, creatura di Palmiro Togliatti fondatore e fino alla sua morte direttore. Palestra delle idee della sinistra italiana. Non finisce qui. Critica Marxista e Studi Storici: il titolo dice tutto sugli argomenti trattati. Nel 1974 a Torino l’ Istituto Antonio Gramsci. Il massimo per questa storia. Non solo politica, non solo propaganda ma tanta cultura, filosofia sociologia e scienze. Un immenso tentativo di sintesi della summa dell’Uomo. Quasi un Rinascimento del Novecento europeo. Qualcosa che è andato oltre le stesse intenzioni dei protagonisti. Una storia che ora sembra lontana un millennio. Storia non priva di errori e di limiti, certo. Come la polemica tra Togliatti e Vittorini che non voleva essere il pifferaio della Rivoluzione. Storia di sapere e di studio non riscontrabile ai giorni nostri. Una  storia  oggi non riproponibile ma essenziale nel bagaglio del conoscere. Oggi solo troppa ignoranza ed approssimazione.

 

Patrizio Tosetto

Donna muore in casa soffocata dai fumi dell’incendio

Una donna di 60 anni è morta stamane a Condove, soffocata dalle esaltazioni dell’incendio divampato nel suo appartamento e domato dai vigili del fuoco

Sarebbero state le  candele che la donna aveva acceso in camera da letto a dare inizio al rogo. La vittima era affetta da problemi psichici e si trovava  sola in casa quando si sono alzate le fiamme  non è riuscita a fuggire.

Lavoro, coraggio, successo. La storia di Marazzato

Prosegue l’ascesa del leader italiano nel settore bonifiche ambientali e soluzioni per il pianeta

 

In un’Italia e in un Piemonte vessati da stagnazione, crisi e recessione, c’è ancora qualcuno, invece, in grado di fare la differenza.

E se, da un lato, le stime dei maggiori osservatori economici e istituti di ricerca parlano di circa 400 imprese artigiane in meno solo nel primo semestre del corrente anno, si calcola altresì che a chiudere, nel Vercellese, entro quel periodo saranno almeno una ventina.

A essere in controtendenza, invece, è il ‘Gruppo Marazzato’, storica e solida azienda italiana nata nel lontano 1952 e trasformatasi con impegno e attenzione costante alla qualità dei servizi offerti nel leader italiano sul mercato delle soluzioni ambientali.

Operativo da quasi un settantennio, negli ultimi 15 anni ha sviluppato e consolidato una crescita costante, trascorrendo da circa 15 milioni di fatturato fino ai 45 milioni del 2019.

Una realtà integrata e strutturata che occupa quotidianamente 250 risorse umane distribuite nelle varie sedi ubicate in Piemonte, Lombardia e Valle D’Aosta, di cui ben 180 nell’headquarter sito per l’appunto a Borgo Vercelli.

«La fedeltà ai valori di famiglia riassunti nell’equazione lavoro-coraggio-successo – dichiarano dalla Governance i fratelli Alberto, Luca e Davide Marazzato – è tutt’oggi la chiave di volta per conservare e accrescere la reputazione di cui godiamo nel mercato dei servizi ambientali».

Molteplici, su tutti i fronti, i progetti in corso. A cominciare dalla realizzazione di una seconda palazzina dirigenziale in quel di Borgo Vercelli, accanto a quella già esistente, e la nuova sede di Aosta, il cui atteso taglio del nastro inaugurale è al momento previsto per fine 2020.

Ma c’è di più. Nel 2015 il ‘Gruppo Marazzato’ è entrato a far parte della rete d’imprese ‘Beetaly’, per offrire servizi ambientali con copertura nazionale, mentre nel 2017 si è perfezionata l’acquisizione del prestigioso impianto polifunzionale di Villastellone, al cui interno l’azienda ha posto saldamente le basi per la costituzione ex novo di un centro di sviluppo di trattamenti innovativi per rifiuti speciali dannosi per l’ambiente.

Sul fronte della cultura di settore e d’impresa, svetta invece la fortunata e stretta collaborazione con ‘Assoreca’, presieduta dal noto Avvocato penalista Angelo Merlin, dal 1994 a oggi la prima, più antica e autorevole associazione tra le società di consulenza e servizi per l’ambiente, l’energia, la sicurezza e la responsabilità sociale, che riunisce attorno a sé tutte le principali realtà professionali e industriali che operano a 360° nel delicato settore dell’attenzione, cura e rispetto per l’ecologia.

Senza dimenticare il moderno e riuscito restyling dell’immagine aziendale affidata all’estro del noto creativo milanese Stefano Colombo e presentata con successo lo scorso novembre a ‘Ecomondo’, «insieme allo spazio sempre crescente riservato con affetto e rispetto della memoria e della nostra storia – proseguono i Fratelli Marazzato – alla splendida collezione di camion storici (oltre 250 esemplari unici multimarca del ‘900 finemente restaurati) ideata da Carlo Marazzato in memoria del suo amato papà Lucillo, illuminato fondatore del Gruppo e nostro indimenticato nonno», la distribuzione di ecoborracce e stoviglie sostenibili ai comuni le Pro Loco e gli studenti del Piemonte, e le azzeccate partnership con primarie realtà accademiche italiane, prima fra tutte il Politecnico di Torino.

Oltre a un nuovo canale ufficiale YouTube, disponibile all’indirizzo web https://www.youtube.com/user/GruppoMarazzato, in cui scoprire e approfondire più da vicino la storia, le persone e i servizi di una fra le migliori e più affiatate realtà multinazionali tutte italiane.

Il prossimo 27 e 28 Febbraio, inoltre, il ‘Gruppo Marazzato’ sarà tra i grandi protagonisti di ‘Connext 2020’, il prestigioso incontro di partenariato industriale promosso da ‘Confindustria’ al ‘MiCo’ di Milano per fare il punto sul tema ‘Pianeta Sostenibile’, uno dei quattro grandi driver tematici improntati su argomenti di primaria attualità quali sostenibilità energetica, economia circolare, logistica e infrastrutture digitali e sostenibili, resilienza del territorio e degli insediamenti produttivi.

Operazione “Cristallo”, giocatori truffati: 1000 slot sequestrate, sanzioni per 20 milioni

Centinaia di gestori di apparecchi da divertimento denunciati, più di 3.000 schede manomesse. Controlli in tutta Italia

Sono imponenti i numeri dell’operazione “Cristallo”, condotta dalla Guardia di Finanza di Torino, che ha scoperto quella che sembra una gigantesca frode informatica ai danni dello Stato. Migliaia i giocatori di “slot-machine” truffati.

Le indagini, condotte dai Finanzieri del Gruppo Torino e coordinate dal Procuratore Aggiunto Dott. Cesare Parodi della Procura della Repubblica del capoluogo piemontese, sono partite dalla denuncia di una multinazionale leader nel settore degli apparecchi da divertimento, che aveva riscontrato anomalie nel funzionamento di svariate schede prodotte e installate all’interno di slot machine, poi distribuite in tutto il Paese.

Gli accertamenti dei Finanzieri, che si sono avvalsi del supporto del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e degli ingegneri informatici del partner tecnologico SOGEI S.p.A., hanno scoperto il sistema truffaldino, che, stando all’ipotesi investigativa, consisterebbe nella sistematica manomissione dei contatori fiscali delle schede di gioco, riducendo illecitamente le vincite erogate.

Tale comportamento provocava un duplice danno: da un lato, l’alterazione del software della slot permetteva ai proprietari degli apparecchi e ai gestori compiacenti l’incasso occulto delle percentuali di gioco, moltiplicando così i loro incassi senza, ovviamente, dichiarare nulla al fisco; dall’altro lato, vittime della frode erano gli ignari giocatori, che vedevano drasticamente ridotte le chance di sbloccare i “jackpot”.

La vasta operazione della Guardia di Finanza di Torino, condotta anche attraverso il supporto di quasi 100 Comandi Provinciali delle Fiamme Gialle, ha interessato l’intero territorio italiano. Nella Provincia di Torino, tre sono le aziende del settore coinvolte, distributrici delle slot, con sedi a Torino e Venaria Reale. Gli  amministratori sono stati denunciati per frode informatica.

La tutela delle risorse dello Stato e la sicurezza dei cittadini sono compiti prioritari per la Guardia di Finanza, che ricorda come il gioco illegale, privo delle garanzie previste dalla legge, oltre a sottrarre risorse allo Stato, si può tradurre, di fatto, in una vera e propria truffa ai danni dei giocatori, poiché riduce sensibilmente la possibilità di vincita.

L’opera di Botto&Bruno entra nelle collezioni dei Musei Reali

“The ballad of forgotten places” Inaugurazione: giovedì 20 febbraio alle 17

In arte Botto&Bruno. Entrambi torinesi di Mirafiori Sud, Gianfranco Botto e Roberta Bruno hanno frequentato insieme l’Accademia e ormai da anni lavorano in coppia incentrando la loro poliedrica ricerca artistica sull’immagine dello spazio urbano. Su porzioni di città in crisi d’identità. Spazi rubati alla memoria e di memoria.

Consegnati, in modo scriteriato, a solitudine e disagio. Proprio come, per molti aspetti, è capitato e capita al periferico quartiere torinese in cui i due vivono. Di questo parla e lancia segnali importanti l’ultima loro opera “The ballad of forgotten places” (“La ballata dei posti dimenticati”) che, da giovedì 20 febbraio (inaugurazione ore 17), farà parte delle collezioni dei Musei Reali in piazzetta Reale 1, a Torino. Allestita al primo piano della Galleria Sabauda, in quella preziosa Sala degli Stucchi dall’esuberanza decorativa neobarocca, “La ballata” di Botto&Bruno va a collocarsi, in un contrasto artistico-ambientale di fortissimo impatto, come acuta riflessione, come dito puntato e spietato contro l’incuria riservata spesso ai “luoghi marginali” delle città; quelli che invece “hanno bisogno di essere protetti e curati e soprattutto di persone che si attivino a conservarne la memoria”. Il progetto dei due artisti – promosso dalla Fondazione Merz – è il vincitore della terza edizione del Concorso “Italian Council (2018)”, ideato dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, al fine di promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo, ed è materialmente concepito come una struttura praticabile di grandi dimensioni al cui interno, dalle pareti al pavimento, si dispiega l’immagine sfatta e trascurata di un paesaggio suburbano denso di ossidazioni, macchie e reperti, “trasformato in una sorta di dagherrotipo dall’azione del tempo”. Al centro dello spazio, sopra un basamento, si vede un libro d’artista di trecento pagine che raccoglie una serie di fotografie scattate dalla coppia in vent’anni di lavoro e modificate pittoricamente con la stessa tecnica delle immagini a parete, che testimoniano luoghi scomparsi, alterati e dimenticati.

“L’idea di una casa che seppur fragile, diroccata, scelga di proteggere la memoria di questi luoghi perduti – spiegano Botto&Bruno – ci sembra l’unica via per poter costruire le basi per un nuovo e più costruttivo approccio per affrontare le problematiche sull’ambiente”. Rovine. Una casa che una volta c’era e ora è presente con i resti pericolanti che di essa tristemente raccontano la storia. Storia antica, rimossa dalla memoria collettiva, che come in un gioco di “scatole cinesi”, il Museo ha oggi il compito di proteggere in una sorta di abbraccio benevolo in grado di riattivare, conservare e trasmettere, attraverso essa, la memoria dei tanti luoghi fragili e dimenticati.

La collocazione di “The ballad of forgotten places” ai Musei Reali rappresenta la tappa conclusiva di un viaggio che, prima di approdare a Torino, ha già raggiunto Atene (National Museum of Contemporary Art), per poi spostarsi a Lisbona (Carpintarias de São Lázaro) e a Nizza (Le109: Pôle De Cultures Contemporaine).

 

g. m.

 

 

 

 

Coronavirus, auto isolamento terminato per le persone tornate dalla Cina

Le 31  persone che hanno finito il periodo di autoisolamento dopo essere tornate dalla Cina stanno bene

Sono famiglie e studenti giunti a Torino tra il 29 gennaio e il 2 febbraio, dopo aver passato le vacanze nelle loro città d’origine, in Cina

Sei di loro staranno ancora in isolamento fino alla fine della settimana. Lo ha comunicato il Comitato di emergenza della comunità cinese in Piemonte, costituito da 14 associazioni che stanno monitorando  i propri connazionali per la vicenda coronavirus. Una volta concluso il periodo di osservazione  le persone si sono recate presso il  Servizio di  Igiene e Sanità pubblica dell’Asl di Torino, consegnando la scheda di autovalutazione, registrata e validata con un timbro e ora torneranno a scuola e all’università. Nel gruppo anche sette bambini che frequentano le scuole dell’obbligo.