ilTorinese

“La Primavera” secondo Pejrone al Castello di Miradolo

Prosegue al ritmo delle stagioni, la mostra “Oltre il Giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone”

Fino al 15 maggio

San Secondo di Pinerolo (Torino)

Architetto-paesaggista fra i più celebri a livello internazionale. Ha raccontato di “giardini e orti felici” in numerosi libri, è fondatore e presidente dell’“Accademia Piemontese del Giardino” ed è l’ideatore della mostra-mercato “Tre giorni per il Giardino” al Castello di Masino. Nel 2013 è stato insignito del titolo di “Chevalier de l’Ordre des Art et des Lettres” dal Ministero francese della “Cultura e Comunicazione”. Creativo a larghe mani. Geniale. Originale e un po’ (quel tanto che basta) visionario, solo a Paolo Pejrone poteva venire in mente di organizzare una mostra nella mostra, incentrata sul viaggio nel tempo, “una mostra che segue il corso delle stagioni, che accompagna il loro trascorrere nel tempo, che muta prospettive, colori, luci e ombre, come un giardino”. Una rassegna che cambia pelle, voce, armonie e s’arricchisce di nuove opere e proposte a seconda del mutar delle stagioni. Così, dopo l’estate, l’autunno e l’inverno, “Oltre il Giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone” è arrivata finalmente, da alcuni giorni, alla primavera. E in tal veste proseguirà fino al 15 maggio. Il progetto espositivo, distribuito nelle sale storiche del Castello e nei sei ettari del Parco all’inglese che lo circondano, è stato immaginato come un cammino ideale lungo un anno, dove le opere in mostra, per l’appunto, cambiano con il variare delle stagioni. Nella sua inedita e ultima veste, quella primaverile, saranno esposti nuovi modelli e disegni pomologici di fragole, albicocche, mele e pere ( in tema con la stagione ) di Francesco Garnier Valletti (Giaveno, 1808 – Torino, 1889), ultimo ineguagliato modellatore e riproduttore di frutti artificiali, artigiano, artista e anche scienziato, e il “Tappeto natura – Cavolo canario” di Piero Gilardi. I “tappeti natura” (realizzati dall’artista torinese a partire dal 1965) riproducono fedelmente scenari naturali con intento ironico e polemico: l’artista prende spunto dalla Pop Art statunitense, in particolare dalle creazioni di Claes Oldemburg (origini svedesi di Stoccolma), per denunciare l’intervento dell’uomo che ha trasformato la natura in realtà asettica e del tutto artificiale. Le nuove opere si affiancano a quelle già presenti – provenienti per la maggior parte da collezioni private – di Andy Warhol, Giorgio Griffa, Lucio Fontana, Giovanni Frangi, Francesco Menzio, Arrigo Lora Totino, Gilberto Zorio, Umberto Baglioni, Paola Anziché, Robert Rauschenberg, Giuseppe Penone, Mario Merz e Giovanni Anselmo. Obiettivo: costruire un dialogo immaginario con le parole di Paolo Pejrone intessendo riferimenti e suggestioni e suggerendo letture e possibili interpretazioni del percorso di visita per costruire un cammino, “oltre il giardino”.

La mostra, realizzata dalla “Fondazione Cosso” al Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (Torino), a cura di Paola Eynard e Roberto Galimberti, si sviluppa attorno al concetto di abbecedario: un “ABC” del giardino, in rigoroso “dis-ordine alfabetico”, secondo le parole e i pensieri di Pejrone, ma soprattutto una riflessione profonda e intima su temi come la luce, l’ambiente, la calma, i dubbi, le speranze, le sfide che il mondo contemporaneo offre al rapporto tra uomo e ambiente. L’esposizione è completata da un’installazione sonora appositamente dedicata, a cura del progetto artistico “Avant-dernière pensée”, articolata attorno a tre nuclei essenziali. Il primo, al piano terra, si concentra sulla musica di Gioachino Rossini proponendo un’architettura sonora nello spazio dell’opera giovanile del compositore “6 Sonate a quattro”. Nelle sale del primo piano l’installazione sonora presenta una reinterpretazione della Sesta Sinfonia, “La Pastorale”, di Ludwig van Beethoven. Infine, dedicata all’opera “Venti frammenti” di Giorgio Griffa, un’inedita riscrittura di “Apartment House 1776” di John Cage, nella versione per quartetto d’archi. Le ricerche iconografiche per la mostra sono a cura di Enrica Melossi.

g.m.

“OLTRE IL GIARDINO. L’abbecedario di Paolo Pejrone”

Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino); tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com; solo su prenotazione

Fino al 15 maggio

Orari:ven. sab. dom. e lun. 10/18,30

Nelle foto

–         Paolo Pejrone

–         Piero Gilardi: “Tappeto natura. Cavolo canario”, poliuretano espanso, 2020, Courtesy Biasutti & Biasutti

–         Orto Castello di Miradolo

Moderati, Fissolo: Bilancio e maratona consiliare

Nella discussione sul bilancio comunale, un paragone con una maratona: la sua partenza, i primi ostacoli, i compagni di gara, l’arrivo. E le prossime corse.

Il paragone non è casuale: posso definire questi primi 5 mesi di Consiliatura come una vera e propria maratona.
Al segnale di partenza abbiamo dovuto affrontare la delibera 155 della Corte dei Conti, del dicembre 2021, che ci aveva introdotto ai tre principali problemi della città: lo squilibrio strutturale della parte corrente, il ripianamento del disavanzo derivante dal fondo crediti di dubbia esigibilità e FAL e infine l’ammortamento dell’ingente debito. In sintesi, 888 milioni di disavanzo e 4,2 miliardi di debito.
Nell’affrontare questi ostacoli abbiamo avuto altri compagni gara: l’Unione Europea, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero delle Infrastrutture.
Dall’Europa arrivano i 113 milioni del PNRR con i quali realizzeremo la città della prossimità, intervenendo con le manutenzioni straordinarie in luoghi rilevanti della città: un ottimo energetico per riavviare Torino.
La Presidenza del Consiglio, invece, ha sostenuto l’impegno dell’amministrazione con un accordo che stanzia 150 milioni per la città: un “Patto per Torino”, per affrontare un sovraindebitamento pregresso, che pesa come sacco portato durante la corsa.
Il Ministero delle Infrastrutture ha inserito altra energia e altro slancio, pari a 1 miliardo di euro per la Metro 2.
All’arrivo di questa maratona, cioè la presentazione del bilancio, il traguardo toccato su alcune, importanti, voci della vita cittadina, come il + 39,8 % per le manutenzioni ordinarie, il + 29,5 % per i servizi educativi, il + 16,1 % per cultura, eventi, sport e turismo, il + 8,5 % per servizi sociali e le 2222 nuove assunzioni in 3 anni.
Sono particolarmente soddisfatto, e ringrazio la Giunta, per la fine dell’applicazione del principio del massimo ribasso sugli appalti delle mense scolastiche. Ricordo quanto sia un fattore importante e di sviluppo la qualità del cibo che i nostri bambini e le nostre bambine mangiano a scuola, luogo in cui compiamo i nostri passi per la costruzione di una comunità giusta, che parte anche dal cibo a disposizione dei più piccoli.
Ribadisco la mia attenzione al tema delle infrastrutture informatiche del Comune e, in particolare, ricordo che nel bilancio non è ancora stata indicata chiaramente una voce dedicata alla formazione del personale per la prevenzione degli attacchi hacker. C’è bisogno di operare segmentando la rete comunale e questa azione probabilmente riceverà altre risorse per trovare esecuzione.
Questa amministrazione prende, inoltre, un corposo impegno per il sostegno al settore sociale e agli enti del terzo settore. Se prima sono stati fortemente colpiti dalla pandemia, il caro energia ha accentuato le loro difficoltà. Il Comune deve quindi accompagnarli concretamente nella co-progettazione delle politiche comunali e garantire l’erogazione tempestiva dei contributi già assegnati per le attività svolte.
Simone Fissolo Capogruppo Moderati

Sanità, Grimaldi (LUV): Se non assumeremo i precari fuggiranno 

“Per una volta siamo d’accordo con l’Assessore Icardi: speriamo che il Governo non aumenti le spese militari per poi non riuscire a coprire quelle sanitarie. Oltre ai costi legati alla pandemia, la Regione ipotizza spese superiori legate al caro energia intorno ai 100 milioni di euro, di cui 80 sarebbero spese fisse delle ASL (come il riscaldamento) e 20 spese per i carburanti di ambulanze etc. Per non parlare della carenza di personale: circa 5500 unità di personale sanitario (secondo le stime dei sindacati) vivono una condizione insostenibile di precarietà e tengono in piedi il servizio nell’attesa di essere stabilizzati, secondo Icardi solo 1150 di loro avranno i requisiti per la stabilizzazione. Significa che, escludendo gli amministrativi, fra infermieri, oss e medici i precari sono più di 4400, quindi se solo 1150 saranno stabilizzabili che ne sarà degli altri 3400? Resteranno precari proprio mentre tante regioni hanno bisogno di personale? Il rischio è che se ne vadano e interi sistemi sanitari restino senza personale, non appena molti dipendenti andranno in pensione” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi durante la discussione in Commissione Sanità sul bilancio di previsione.

“Qual è la strategia per quei circa 3400? E quale sarebbe il costo di stabilizzazione di tutti i 4400? Quale quello dell’assunzione a tempo indeterminato dei 1150? Sono le domande che pongo all’Assessore e a cui la Regione deve dare risposta con delle analisi dettagliate” – prosegue Grimaldi. – “E ancora: se Icardi ipotizza meno uscite in previsione per circa 36-37 milioni relative alla mobilità passiva, significa che rispetto ai circa 80 milioni usuali, lo scorso anno abbiamo speso solo 43-44 milioni? È accaduto per un miglioramento del sistema sanitario o perché le persone non si sono spostate a causa del Covid? Inoltre è davvero possibile che, a fronte di 648milioni di euro inseriti nello scorso bilancio per far fronte al Covid, non ci siano stati risparmi, dati i tanti interventi saltati e i reparti chiusi? Credo siano necessarie analisi approfondite su tutti questi aspetti”.

A Carmagnola torna Ortoflora & Natura

32^ Mostra Mercato Regionale del settore florovivaistico ed orticolo che quest’anno si svolgerà nel centro della città.

 

sabato 2 e domenica 3 aprile 2022

dalle ore 9:00 alle ore 19:30 a CARMAGNOLA (TO)

Giardini del Castello e Giardini Unità d’Italia

INGRESSO GRATUITO –  www.ortofloraenatura.it

 

Dopo due anni di pausa, torna a Carmagnola una tra le mostre-mercato più importanti in Piemonte per ciò che riguarda le produzioni del settore florovivaistico ed orticolo con attrezzature ed arredi da orto e da giardino.

La grande novità di questa edizione consiste nel fatto che la manifestazione non si svolgerà più nel periferico Parco Cascina Vigna ma in centro città, nei Giardini del Castello e nei Giardini Unità d’Italia.

In un’area espositiva di circa 20.000 mq a ingresso libero, ci saranno la tradizionale degustazione del ravanin e del porro, uno spazio con i bellissimi animali dell’associazione Natural Farm, la grande mostra “Vita nei Campi” nel Salone Chiesa di San Filippo, “Ca’ Peperone Green” con laboratori, incontri e presentazioni, l’iniziativa Gusto Diffuso Carmagnolese con menù che avranno come protagonisti l’orto e le erbe aromatiche in molti locali della città, l’iniziativa AspOrtò con gustose specialità da asporto preparate, il lancio del nuovo contest “peperone Urbano”, presentazione della favola sociale della resilienza 10 E LVE, animazioni e intrattenimenti vari per grandi e piccini con giochi, musica, balli, esposizioni, pic nic urbano e mercatino degli hobbisti.

Allevi e non solo al teatro Colosseo

 

TEATRO COLOSSEO
Via Madama Cristina 71 – Torino

La stagione 2021 – 2022

 

Mercoledì 30 marzo ore 21
OPEN
poltronissima € 33,70 | poltrona A € 28,50 | galleria € 25,50 | galleria B € 22,50

Open, scritto a quattro mani dal coreografo americano – innamorato dell’Italia – Daniel Ezralow con la moglie Arabella Holzbog, è un patchwork di piccole storie che strizzano l’occhio allo spettatore con numeri a effetto, multimedialità, ironia e umorismo, all’insegna del più puro entertainment.  “Un antidoto alla complicazione della vita“, come dichiara lo stesso Ezralow. Uno spettacolare inno alla libertà creativa, al ciclo della vita e alla rivisitazione dei successi da lui creati, volto a trasportare il pubblico in una nuova dimensione dove umorismo e intensità danno vita a una miscela esplosiva di straordinaria fantasia creativa ed emozione scenica. “Prima di chiamare lo spettacolo Open, pensando a Calvino avevo pensato a Recostruction, perché dobbiamo continuamente rimuovere e ricostruire. Il titolo però non funzionava, così mia moglie mi ha suggerito Open: una parola che, con le sue quattro lettere molto bilanciate ha in sé tanta energia. I motivi per cui ho deciso di chiamare lo spettacolo Open sono diversi: aperti possono essere il cuore, la mente, gli occhi, una finestra. Open vuol dire aperto al mondo, al lavoro, al business, agli altri. Bisogna guardare al presente senza remore, appunto con mente aperta. La vita è spesso pesante, ma abbiamo tanta energia positiva che aiuta a risolvere i problemi. Il titolo fa riferimento a un’apertura culturale ma anche stilistica. A me piace mescolare. La mia formazione non è classica, quindi ci sono poche punte; non è neanche la break dance, quindi non roteo tanto sulla testa. Posso però usare ognuno di questi elementi per comunicare il senso del momento”.
Sul palcoscenico, oltre ad una scenografia molto semplice composta di quattro pannelli su cui vengono proiettati una successione di quadri visivi e vignette in movimento, vi sono otto ballerini della sua compagnia americana che, nelle numerose sequenze di gruppo così come negli assoli, coniugano con scioltezza il linguaggio neoclassico e la modern dance, incantando il pubblico in un mix tra sorpresa, divertimento, leggerezza e agilità. Nella coreografia di Open si susseguono emozioni e sensazioni differenti, come l’ironia, il dolore, o la speranza, fino ad arrivare a un’idea ecologista. “In Open c’è il contrasto tra città e natura, laddove solo quest’ultima può liberare l’uomo dalla frenesia della vita. Il filo conduttore è che attraverso la città arrivo alla natura. Ritengo che oggi i più giovani siano cresciuti con dei nuovi valori che noi non avevamo, come il rispetto per l’ecologia. L’ho visto in mio figlio che a dieci anni nella sua scuola di Los Angeles aveva seguito programmi innovativi sul rimboschimento. Saranno loro a salvare il mondo. Con questo spettacolo la mia intenzione non è raccontare una storia, tant’è che il clima è piuttosto astratto, ma sono i vari elementi messi insieme a fare la storia. I danzatori per metà spettacolo sono vestiti, l’altra metà sono nudi ma dipinti. È stato a diciannove anni che avevo scoperto che potevo esprimermi e raccontare col corpo. Del resto, il nostro linguaggio nasce dal corpo, che è il nostro strumento. La tecnica, invece, è un modo di esprimersi; a differire sono solo le finalità


OPEN – Olympiads -Photo by Fabio Diena
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Venerdì 1 e sabato 2 aprile ore 21
MAURIZIO BATTISTA
Tutti contro tutti
sold out

Maurizio Battista torna sul palco con uno spettacolo inedito, “Tutti Contro Tutti”.
È proprio vero che si è destinati a vivere tutti contro tutti? Che si è costretti ad assecondare i ritmi frenetici di una vita mandandola spesso fuori giri? Che i social sono l’unico momento di aggregazione o non piuttosto il modo migliore per alienarsi e soffrire di solitudine?
A queste e a tante altre domande risponde nel suo nuovo show Battista che, con la sua indiscutibile capacità di far ridere, riesce ad unire tutti gli spettatori all’insegna del divertimento e delle risate.
«Perché la risata, udite udite, unisce tutte le persone! – afferma – Visto che la cosa più bella che abbiamo in questa vita, sono proprio gli altri! Oddio, non proprio tutti, eh…»

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Domenica 3 aprile ore 18
GIOVANNI ALLEVI
Estasi Tour
poltronissima € 50,00 | poltrona A € 39,80 | galleria € 32,60 | galleria B € 25,50

Il  nuovo  tour  europeo  del  compositore  e  pianista Giovanni Allevi, il 3 aprile, al Teatro Colosseo di Torino. In questo concerto presenta live  i  brani  della  sua  ultima  opera  musicale,  Estasi,  per  pianoforte solo.
Attraverso  le  note  del  pianoforte,  il compositore  Giovanni  Allevi  conduce  per  mano  l’ascoltatore  nelle molteplici emozioni dell’essere umano, fino alla più sublime: l’estasi, percorrendo  momenti  di  riflessione,  di  sognante contemplazione, impennate aggressive e rarefatta tenerezza. Le coinvolgenti note del nuovo lavoro del compositore-filosofo, saranno l’occasione per il pubblico di avvicinarsi all’esperienza meravigliosa  dell’estasi,  attraverso  il  tocco  inconfondibile  del  suo pianoforte.


Giovanni Allevi – Photo credit Max Valerio

Tutte le informazioni sul sito www.teatrocolosseo.it e sui profili social del Teatro.

 
 

 

Grandi vini e bed & breakfast nel Roero, alla Costa Catterina

Al confine tra Castagnito e Castellinaldo, in località Djun nelle terre del Roero, è situata la Costa Catterina Wine & Rooms, l’azienda agricola di Antonio Coscia che insieme alla moglie Antonella e con validi collaboratori, porta avanti l’attività di famiglia producendo tutti i più caratteristici vini D.O.C. e D.O.C.G del Roero e delle Langhe, grazie all’esposizione delle vigne in diversi territori. Costa Catterina, nata nel 1897 con il bisnonno, ufficializza la propria forma giuridica quando Antonio, quarta generazione della famiglia Coscia, prende in mano le redini dell’azienda di famiglia, dedicandone alla madre l’attività.

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Grandi vini e bed & breakfast nel Roero, alla Costa Catterina

Nasce in Piemonte il primo Comitato Nazionale per la tutela della Biodiversità 

Si è tenuta  a Torino nel Palazzo della Regione Piemonte, la conferenza stampa per la presentazione del progetto “Oasi fiorite per la Biodiversità”, promosso e realizzato da Regione Piemonte in collaborazione con Fondazione Agrion.

Un progetto che riguarda il tema della biodiversità e della salvaguardia dei pronubi e che prevede il coordinamento e il supporto di iniziative volte ad arricchire gli ambienti agricoli e urbani di superfici ricche di fioriture che, in periodi diversi dell’anno, riescano a garantire un ottimo approvvigionamento di alimenti per le popolazioni di questi insetti indispensabili per l’impollinazione.

Con questo progetto, il Piemonte è infatti la prima Regione a dotarsi di un Comitato Tecnico-Scientifico per la Biodiversità, con l’obiettivo di costruire nuove progettualità, insieme ai principali attori impegnati su questo tema, condividendo idee e trovando ispirazioni per la creazione di percorsi di sviluppo che favoriscano la tutela e l’attività dei pronubi per la crescita economica e sostenibile del Piemonte.

L’impollinazione è uno dei processi chiave nella riproduzione delle piante selvatiche e delle colture che ci garantiscono buona parte degli alimenti di cui ci nutriamo, ecco perché la salute dei pronubi non interessa solo agli apicoltori, ma anche agli agricoltori. Il forte impatto dei cambiamenti climatici, assieme ad una serie di altri fattori ambientali negativi, stanno compromettendo sempre di più l’esistenza degli insetti che svolgono questo importante compito per il pianeta: più del 40% di essi, in particolare api e farfalle, sta rischiando di scomparire mettendo quindi a rischio l’equilibrio ecosistemico e, di conseguenza, il benessere dell’uomo.

Per salvaguardare la vita degli insetti impollinatori, e quindi delle api domestiche e di tutti i loro parenti selvatici, non basta tuttavia limitare i fattori di inquinamento ambientale, ma è necessario ristrutturare i nostri territori per arricchire le aree urbane e gli ambienti agricoli di spazi fioriti che garantiscano il cibo necessario per la loro sopravvivenza. Nasce da queste considerazioni il nuovo progetto di Regione Piemonte e Agrion per la conservazione della biodiversità, nel pieno rispetto degli obiettivi dell’agenda ONU 2030.

L’8 febbraio 2022 la Camera dei Deputati ha approvato definitivamente una integrazione al testo della Costituzione Italiana che, con un nuovo comma all’art. 9, inserisce nell’ambito dei principi fondamentali enunciati nel testo Costituzionale quello della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Una scelta che conferma l’attenzione crescente alle questioni ecologiche e che ci rende tutti più consapevoli sulle responsabilità nei confronti delle generazioni presenti, ma soprattutto future, a cui il Piemonte risponde immediatamente con un lavoro di ricerca e sperimentazione dedicato.

Anche le filiere agricole piemontesi sono ben consapevoli della grande importanza del tema della sostenibilità e del ruolo cruciale che i pronubi rivestono per l’agricoltura. Le api domestiche e selvatiche sono infatti responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi sul pianeta, garantendo circa il 35% della produzione globale di cibo. Senza di essi molte specie di piante coltivate si estinguerebbero e gli attuali livelli di produttività potrebbero essere mantenuti solamente ad altissimi costi attraverso l’impollinazione artificiale.

L’attività di impollinazione degli insetti pronubi genera un fatturato prossimo ai 15 miliardi di euro di produzione agricola annuale in ambito comunitario – ha dichiarato il Presidente di Agrion, Giacomo Ballari – .Attraverso tecniche agronomiche come l’utilizzo di cultivar locali resistenti ai patogeni, l’incremento delle varietà di colture agrarie, la rotazione e l’avvicendamento delle colture con trifoglio o altre leguminose, si possono incrementare sia l’abbondanza che la diversità degli impollinatori, che a loro volta migliorano la resa delle colture e la qualità di molte delle eccellenze agroalimentari del Piemonte”.

A questi obiettivi di carattere ambientale e produttivo, vi sono poi da aggiungere i vantaggi economici e sociali di cui potranno beneficiare i territori. Favorire la ricchezza di biodiversità, oltre ad arrecare benefici all’ambiente e alla nostra agricoltura, consentirà la diffusione di paesaggi sempre più unici grazie alle spettacolari fioriture, per una valorizzazione turistica dei nostri territori.

Nessuno di noi ha tutte le soluzioni in tasca per affrontare sfide così importanti. Sono convinto che un lavoro comune con tutti quei soggetti che già oggi stanno dimostrando sensibilità verso questi temi sarà il modo di alimentare costantemente iniziative in grado di rimodellare i nostri territori, le filiere produttive e di trasformare parchi, giardini, cortili, parchi fotovoltaici a terra ed ogni spazio libero che potremo individuare in nuovi pascoli per le api, i, rendendo l’intero territorio più resiliente all’azione dei cambiamenti climatici, ma anche più attraente dal punto di vista paesaggistico – ha aggiunto Ballari –.‘Think global, act local’, come ci ricordano i giovani di Fridays For Future che proprio oggi sono scesi nuovamente in piazza in occasione dello sciopero globale per il clima”.

Un progetto di ricerca e sviluppo che mira, quindi, alla conservazione della biodiversità e allo sviluppo dei territori, e che vedrà coinvolte le istituzioni, le organizzazioni agricole e le rappresentanze territoriali, per garantire un maggiore sviluppo delle iniziative e una più rapida diffusione delle stesse.

Creare consapevolezza, in questa fase, è fondamentale se si auspica un netto cambio di direzione per il futuro dei nostri territori – ha concluso Ballari -. Per citare un esempio concreto, sono già 198 i Comuni della provincia di Cuneo che hanno aderito al progetto API+ di Fondazione CRC per la creazione sui territori di ampi spazi fioriti per le api e gli altri insetti impollinatori. A breve, infatti, con il supporto di Agrion, inizieranno le attività di semina per dare vita alle oasi fiorite della biodiversità. Questo è solo l’inizio di un percorso virtuoso che guarda a una maggiore tutela dei pronubi, ma anche alle innumerevoli ricadute economiche e sociali di cui potranno beneficiare i territori piemontesi”.

La biodiversità è la ricchezza dei territori, sono il nostro più grande patrimonio, per questo abbiamo voluto sviluppare il progetto Oasi fiorite per la Biodiversità, in collaborazione con Agrion. – ha dichiarato l’Assessore regionale all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa – Una sperimentazione che potrebbe avere ricadute positive per il mantenimento degli insetti impollinatori e, parallelamente, per la conservazione della biodiversità e la qualità dei nostri paesaggi agricoli e urbaniSiamo orgogliosi di essere la prima Regione italiana a dotarsi di un Comitato per lo sviluppo di nuove progettualità volte a proteggere e ripristinare gli ecosistemi, e che assicuri, al contempo, la tempestività nel trasferimento dei risultati. Sono certo che le diverse attività comprese nel progetto contribuiranno alla crescita economica e sostenibile del Piemonte e delle filiere agricole piemontesi, garantendo un ambiente sano in cui vivere e prodotti agroalimentari sempre più di qualità. Ancora una volta la dimostrazione di come il Piemonte sia sensibile ai temi di sostenibilità ambientale e di quanto sia forte la spinta delle filiere nell’offrire dei prodotti sani perché espressione di un ambiente salubre. Questi saranno sempre di più gli elementi che si affiancheranno ad una già indiscussa qualità dei prodotti made in Piemonte”.

Abbiamo la fortuna di vivere in una Regione ricca di varietà vegetali e di specie animali – ha affermato il Vicepresidente e Assessore regionale allo Sviluppo della Montagna, Foreste, Parchi ed Enti locali, Fabio Carosso –. Ritengo il progetto Oasi fiorite per la Biodiversità una grande opportunità per raggiungere gli obiettivi del Green Deal europeo e della biodiversità, per questo spero che sempre più istituzioni e cittadini comprendano il valore del paesaggio inteso come risorsa e che aderiscano alle iniziative proposte per accrescere la capacità di adattamento all’ambiente dei nostri territori, in funzione di un futuro sostenibile, lavoreremo con l’assessorato dell’Agricoltura per introdurre misure sperimentali sulla nuova programmazione dei fondi europei per sostenere nuovi modelli di agricoltura innovativa”.

Nei piani di Stellantis Torino sarà centro ingegneristico dell’elettrificazione

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Per Stellantis Torino rappresenta una posizione centrale come polo di produzione di veicoli e “cuore del design di tutti i marchi italiani del gruppo”. Il capoluogo piemontese diventerà centro di competenza ingegneristico internazionale per l’elettrificazione. E’ la promessa dell’amministratore delegato Carlos Tavares nella riunione con il presidente della Regione Alberto Cirio, il sindaco Stefano Lo Russo e il presidente dell’Unione Industriale di Torino, Giorgio Marsiai.

Bere il territorio, raccontare il vino attraverso un viaggio

Ventunesima edizione per il Concorso Letterario Nazionale di Go Wine

Il bando di concorso scade il 30 aprile 2022
L’associazione Go Wine promuove la ventunesima edizione del Concorso Letterario Nazionale
“Bere il Territorio”. Il Bando viene divulgato più avanti rispetto ai tempi abituali di tutte le
precedenti edizioni, con scadenza per la consegna degli elaborati al prossimo 30 aprile 2022.
La cerimonia di premiazione è fissata per sabato 28 maggio ad Alba.
Il Concorso Nazionale “Bere il Territorio” è un progetto culturale che ha sempre accompagnato la
vita dell’associazione fin dalla sua costituzione, caratterizzandosi come un’iniziativa qualificante
per Go Wine e sempre molto partecipata.
Il Concorso anche quest’anno rimane fedele all’idea che l’ha originato e risponde alla volontà di
contribuire in modo concreto ad accrescere e diffondere la cultura del vino e il consumo
consapevole di un prodotto strettamente connesso con il suo territorio. “Bere il Territorio” per
attribuire un valore aggiunto a ciascun vino di qualità ed apprezzare, attraverso il calice, non solo
il prodotto in sé, ma anche la cultura e l’ambiente che esso racchiude.
Il tema del concorso si lega da alcuni anni in modo più diretto all’idea che ha ispirato fin dalla
costituzione l’associazione Go Wine: ovvero guardare ad una figura qualificata di consumatore
che non ama solo conoscere e degustare i vini, ma avverte il desiderio di farsi viaggiatore per
scoprire i luoghi dove ciascun vino si afferma e dove uomini e donne del vino operano.
Si mantiene peraltro inalterato lo spirito di fondo che anima l’iniziativa culturale: storia, tradizioni,
paesaggio e vicende culturali sono diversi i fattori che distinguono il vino da una qualsiasi
bevanda e che si esaltano nel percorrere un territorio del vino.
“Raccontare il vino attraverso un viaggio”: il Bando si lega a uno dei temi ispiratori
dell’Associazione Go Wine e invita i partecipanti a farsi idealmente viaggiatori, narrando un
percorso in un territorio del vino italiano, raccontando un’esperienza, evidenziando il rapporto
con i valori cari all’enoturista: paesaggio, ambiente, cultura, tradizioni e vicende locali.
La sezione generale del Concorso Nazionale “Bere il Territorio” si divide in due categorie – una
riservata agli over 24 anni senza distinzioni e una riservata a giovani dai 16 ai 24 anni – con la
finalità di stabilire un ideale confronto fra generazioni.
A fianco delle due categorie della sezione generale e agli altri riconoscimenti, si inserisce in questa
edizione la novità di un nuovo Premio Speciale con una connotazione più rivolta ai temi
dell’ambiente: è destinato infatti a realtà del comparto vinicolo che si siano distinte per aver
salvaguardato il patrimonio territoriale in un’ottica di valorizzazione del paesaggio, come recita
l’art. 8 del Bando.
È prevista inoltre la sezione speciale riservata agli studenti degli Istituti Agrari: in questa sezione
il Bando intende valorizzare e premiare lavori di ricerca rivolti al tema dei vitigni autoctoni, anche
tenendo conto di interessanti contributi che in ogni edizione pervengono.
Gli elaborati saranno sottoposti al vaglio della giuria composta da Gianluigi Beccaria e Valter
Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La Stampa),
Massimo Corrado (Associazione Go Wine). Saranno quindi selezionati dalla sezione generale i due
migliori testi, uno per ciascuna categoria: i vincitori riceveranno ciascuno un premio di euro
500,00. Sarà selezionato dalla sezione speciale riservata agli Istituti agrari il migliore lavoro di
ricerca: il vincitore (o il gruppo) della sezione speciale riceverà un premio di euro 500,00.
Oltre ai premi riservati agli aspiranti scrittori, Bere il territorio conferma altri due Premi: ovvero il
riconoscimento a “Il Maestro” e il Premio Speciale a favore di un libro, edito durante l’anno
2021, che abbia come tema il vino o che, comunque, riservi al vino una speciale attenzione.

Sostengono questa iniziativa la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un Comitato di aziende
vinicole italiane che sostengono i progetti culturali di Go Wine:

Per informazioni:
Associazione Go Wine tel. 0173 364631 gowine.editore@gowinet.it – www.gowinet.it

Bilancio comunale, il dibattito in Sala Rossa

DA PALAZZO CIVICO

Dopo la relazione relativa al Dup e al Bilancio, da parte dell’assessora Gabriella Nardelli il Consiglio Comunale ha dato vita al dibattito con gli interventi di consiglieri di maggioranza e opposizione e la conclusione da parte del sindaco Stefano Lo Russo.

Nadia Conticelli (Partito Democratico) ha evidenziato come questo Dup e questo Bilancio rappresentino un cambio di tendenza dato non solo da una situazione finanziaria che potrà beneficiare di nuove risorse ma dall’idea di dare alla Città un ruolo propulsivo, nel rapporto con i cittadini e con il privato. La Città recupera l’orgoglio di essere perno di sviluppo, di innovazione sociale, tecnologica e ambientale. Ha scelto di non dismettere le quote di aziende pubbliche, di investire su decentramento, scuola, verde pubblico. Conticelli ha quindi illustrato la mozione di accompagnamento proposta dal Pd con la quale si sottolinea la necessità che il Consiglio riprenda la funzione di programmazione, soprattutto su temi legati al welfare, al funzionamento della macchina amministrativa e al patrimonio dove occorre individuare quali siano i luoghi strategici e quelli che si possono dismettere

Andrea Russi (M5S) ha rimarcato che per la prima volta viene messo nero su bianco che il disavanzo arriva da lontano, dalle precedenti Amministrazioni di Centro-sinistra. Ha quindi evidenziato che il Patto per Torino per ripianare il debito è un piano finanziario ed impegna per più anni la Città e quindi avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio Comunale. Il Patto, inoltre, è ancora in fase di formazione, non si è perfezionato – ha aggiunto – ed è quindi una violazione di legge inserirlo nel bilancio previsionale. Ha perciò proposto di stralciare dal bilancio le entrate (e le conseguenti uscite) derivanti dal Patto per Torino, per poi inserirle in un successivo assestamento di bilancio. Inoltre, in mancanza di politiche di contenimento della spesa, ha sostenuto che nel 2026 non sarà possibile coprire le spese ripetibili. Infine, ha chiesto di mantenere la gratuità dei dehor sino alla fine della stagione estiva.

Giovanni Crosetto (FdI) ha evidenziato come il Dup non preveda azioni significative nel settore automobilistico, settore che sviluppa un giro d’affari di 18-20 miliardi l’anno pari al 15 per cento del PIL piemontese con sessantamila addetti; il Documento di programmazione si concentra invece a dismisura sul mondo della mobilità ciclabile. Il Dup trascura anche la questione dei costi della transizione energetica e il rischio di perdere la permanenza di Stellantis nel territorio è sempre più elevato. La critica più forte del consigliere è rivolta all’aumento dell’Irpef definita una scelta politica e non tecnica perché – ha spiegato – c’erano tanti altri modi per reperire i fondi e non aumentare le tasse dopo che il governo le aveva abbassate ma l’assessora Nardelli, ha sottolineato, non ha fornito informazioni e risposte dettagliate.

Anna Maria Borasi (PD) si dichiara consapevole di cosa si accinge a votare. Convinta che il dibattito non possa prescindere dal contesto internazionale e dal conflitto Russo-Ucraino alle porte dell’Europa, dagli esiti non prevedibili e dalle conseguenze già visibili in città sia per gli aumenti dei costi energetici sia per la tenuta del sistema produttivo e della coesione sociale. Al netto di varianti non controllabili, alla presidente della commissione Bilancio sembra essenziale specificare gli elementi di discontinuità, capaci di fare ripartire la città, renderla attrattiva, senza lasciare indietro nessuno. Anche il DUP riporta una scelta di spesa corrente precisa, la scelta politica di non variare le tariffe e i canoni dei servizi educativi, degli impianti sportivi, delle aree mercatali, e delle concessioni patrimoniali per il terzo settore, mantenendo per le famiglie le medesime agevolazioni ISEE.

Caterina Greco (PD) ha sottolineato come il DUP sia uno strumento per la realizzazione delle linee programmatiche. Nuove assunzioni, nell’attuale scarsità di personale, consentiranno di far fronte agli adempimenti richiesti dal PNRR. Torino non è strutturalmente deficitaria ma servono forti azioni per ridurre il debito: l’accordo col governo, ha ricordato Greco, ci impegna a reperire una quota di fondi per poter ottenere i contributi statali. Con essi finanzieremo welfare, assunzioni, cultura e altro, senza tagli. Il nostro bilancio, ha aggiunto Greco, è in pareggio, con la scelta politica dell’invarianza delle tariffe per i servizi a domanda individuale: servono politiche per le famiglie, per frenare il calo demografico.

Elena Apollonio (Lista civica per Torino) sottolinea come la Città dovrà affiancare alle nuove risorse e ai sacrifici dei cittadini per l’aumento dell’Irpef una forte progettualità necessarie per contrastare le disuguaglianze che il periodo pandemico ha accentuato e le disparità fra i generi. Ritiene necessario rimettere al centro la cittadinanza, investire in partecipazione civica e in ascolto, con un coinvolgimento attivo dei territori, sostenendo progetti inclusivi dal basso, come primo passo di una città che sappia curarsi e prendersi cura dei suoi cittadini, perché una città che cura e accoglie è anche più attrattiva.

Simone Fissolo (Moderati) evidenzia come in questi 5 mesi di consiliatura si sia fatta una vera e propria maratona, sia dal punto di vista amministrativo che della discussione, a partire dalla delibera 155 del dicembre 2021, che ha riconosciuto 888 milioni di disavanzo e 4,2 miliardi di debito. Un percorso – ha specificato – fatto con tre compagni di strada: l’Unione Europa, il Pnrr, la presidenza del Consiglio dei Ministri con il Patto per Torino, il Ministero delle Infrastrutture per la linea 2 della metro. Finalmente si potrà ripartire – ha spiegato – realizzando biblioteche, scuole, impianti sportivi, investendo nelle manutenzioni e facendo nuove assunzioni. Ha quindi ringraziato l’assessora Salerno per aver messo fine al massimo ribasso negli appalti delle mense scolastiche e ha proposto più formazione del personale della Città per prevenire attacchi hacker. Infine, ha chiesto un maggior sostegno al Terzo settore, duramente colpito dalla pandemia e ora dal caro energia.

Elena Maccanti (Lega) ha dichiarato che il proprio gruppo rinuncia all’ostruzionismo plaudendo l’azione governativa del patto di Bilancio che consente di chiudere un previsionale senza conseguenze gravi a carico dei cittadini. Maccanti ricorda che i problemi di Torino, amministrazione più indebitata d’Italia, risalgono alle gestioni delle giunte Castellani e Chiamparino. La Lega voterà contro la delibera, ha detto la consigliera, e ha espresso preoccupazione per l’aumento dell’Irpef; per le previsioni di aumento degli introiti dalla multe (15 per cento) e delle strisce blu (1.700 posti). Decisioni, ha aggiunto, che demonizzano i possessori delle auto e penalizzano il settore automobilistico.

Giuseppe Catizone (Lega) da cittadino prova un senso di colpa, per i troppi torinesi che si vedranno aumentare l’Irpef comunale. Un contributo che non può essere definito, come fa il Sindaco, di solidarietà, perché la solidarietà non viene imposta. Con riferimento al DUP, il consigliere della Lega ha centrato la sua analisi sugli aspetti politici del provvedimento. A preoccuparlo è il trend in calo dei residenti: Torino manca di attrattività, qualità della vita e sicurezza. E i torinesi preferiscono spostarsi verso la prima cintura. Un esodo che comporta anche una perdita dovuta a minore gettito e minori entrate. Superare il contrasto fra periferia e centro non deve rimanere solo uno slogan elettorale e per farlo servono risorse e interventi mirati. 

Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha espresso l’appoggio a un Bilancio che riduce spese di funzionamento amministrativo per incrementare quelle di servizi educativi, sociali, culturali, politiche giovanili e dello sport, difesa dell’ambiente, dei diritti di mobilità, Circoscrizioni. Per una rivoluzione del welfare, ha affermato Ciampolini, occorre che sia comunitario, plurale e reticolare, con una solida governance pubblica. Occorrono “servizi al servizio dei cittadini” per metterli in grado di vivere con dignità, abitare, relazionarsi e lavorare con qualità

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha evidenziato come non si possa spendere più di quanto ci si possa permettere, mentre ora, osservando i bilanci, si prevedono ulteriori disavanzi per il futuro. Nel bilancio non si riscontrano risorse a favore dei più bisognosi ha sottolineato, ma si mettono le mani nelle tasche dei cittadini con l’aumento delle tasse e l’incremento delle multe, scelte che sul lungo periodo determineranno l’attrattività della città, per viverci o per investire. Infine, citando i giochi d’acqua previsti in alcuni giardini che richiedono frequenti manutenzioni, ha concluso, occorre investire per far crescere la città e non per incrementare le spese.

Fabrizio Ricca (Lega) ha definito il Dup un libro dei sogni, anche se sono mancate scelte coraggiose. Sarebbero serviti – ha affermato – esenzioni dal pagamento delle tasse per chi lavora nei pressi dei cantieri delle grandi opere pubbliche, ad esempio in corso Grosseto, e un iter più rapido per il rilascio della carta di identità: otto mesi per ottenerla non è un tempo degno di un Paese civile – ha denunciato. Abbiamo però condiviso con un emendamento – ha aggiunto – l’aumento dei trasferimenti alle Circoscrizioni.

Claudio Cerrato (Partito Democratico) ha definito il Bilancio in approvazione un documento di programmazione improntato a una svolta per materie e settori chiave come il verde pubblico, le manutenzioni del suolo pubblico e le Circoscrizioni. Dopo parecchi lustri, ha aggiunto, si torna a vedere il segno ‘più’ su voci di bilancio molto ridimensionate in passato.

Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) è convinta che la città sia ad un punto di svolta. Con il Patto per Torino si può uscire da un quadro a tinte fosche anche perché non comporta anzi riduce la possibilità di fare nuovi debiti. La capogruppo di Sinistra Ecologista considera equa la misura dell’aumento dell’Irpef e positivo non dismettere ulteriori quote di partecipate, così come non aumentare il costo degli spazi per le associazioni del Terzo settore. Si deve poi insistere sulla lotta all’inquinamento, anche attraverso la mobilità dolce, per avere una città con qualità dell’aria superiore e un impatto ambientale minore. Significativa, in tal senso, la scelta della Giunta di non inserire, nel piano alienazioni della città, il prato Parella.

Giuseppe Iannò (Torino Bellissima) ha definito “una fortuna”, dovuta in realtà al forte disavanzo della Città, l’arrivo dei fondi governativi di Patto per Torino e PNRR. Ha poi criticato la mancanza di una politica industriale e di attenzione all’innovazione. Iannò ha anche giudicato negativamente la tariffazione degli impianti sportivi, sottolineando infine la necessità di incrementare le risorse destinate al welfare.

Paolo Damilano (Torino Bellissima) ritiene che il bilancio sia da un lato il libro dei sogni, dall’altro lo scontro con la dura realtà perché se fondi PNRR e Patto per la città rappresentano boccate d’ossigeno, non c’è certezza per i bilanci futuri. Ritiene necessario che aumenti il reddito della città creando posti di lavoro duraturi nel tempo perché si ricrei la voglia di tornare a vivere a Torino. E’ d’accordo con la costruzione delle linee della metro ma bisogna frenare l’emorragia di popolazione, ritiene indispensabile portare Torino nel mondo per attirare imprenditori e ed esprime critiche sulla riduzione di spesa per la sicurezza. Considera il bilancio scritto da due entità distinte, una che ha fatto i proclami che non vengono tradotti in numeri, l’altra che redige i conti senza tenere conto delle progettualità.

Lorenza Patriarca (PD) ha ringraziato sindaco, assessora Nardelli, giunta e consiglieri di maggioranza per il cambio di passo. Ha evidenziato l’aumento delle risorse per la cultura (+11%), con un incremento di 2 milioni di euro rispetto al 2021 e gli stanziamenti per la fondazione per la Cultura triplicati (da 570mila a 1.800.000 euro). Anche le risorse per il turismo sono aumentate (+16%) – ha aggiunto. Ha poi evidenziato l’investimento su progettualità e azioni integrate per la ricerca di risorse. Ha anche spiegato che le tasse non sono un furto, ma sono il contributo che ogni cittadino deve sostenere per i servizi e il benessere di tutti, e che i debiti della Città vengono certamente da lontano, ma perché Torino ha subito in maniera più profonda di Milano la crisi industriale.

Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima) si è detto sconcertato dal programma di bilancio che ha definito ragionieristico e noioso, senza novità e progetti per il futuro. Si è detto dispiaciuto per l’importanza di Torino, una città che dovrebbe essere innovativa per l’importanza che riveste e invece manca di una connotazione definita. Torino, ha aggiunto, è una città con tante potenzialità non sfruttate.

Antonio Ledda (PD), ritiene che il Bilancio rappresenti il passaggio di consegne tra questa e la precedente amministrazione. Costruito con fatica, con la necessità di acquisire i fondi europei e governativi necessari per mettere in salvo il Bilancio e progettare un futuro importante per la città, serviranno per investimenti che aiuteranno a crescere. Allo stesso tempo, Ledda sottolinea soddisfatto l’assenza di polemiche verso la situazione trovata e le gestioni precedenti. Un atteggiamento del Sindaco, della Giunta e di tutta la maggioranza che dimostrano responsabilità e serietà per il ruolo assunto. Giusto guardare avanti lavorando per il bene della città.

Silvia Damilano (Torino Bellissima) ha auspicato per Torino un turismo più intenso e reiterato, spazi più sicuri per il gioco dei bambini, l’attenzione all’ambiente e alle energie alternative, l’educazione al rispetto delle donne, poi una migliore edilizia scolastica e l’impegno per una città che sappia trattenere i suoi giovani. Sarebbero alcuni dei progetti che Torino Bellissima realizzerebbe se governasse la città, ha concluso la consigliera.

Vincenzo Camarda (Partito Democratico) respinge le accuse di mancanza di attenzione alle famiglie e sottolinea come, invece, siano stati previsti interventi per minori, disabilità, anziani e diritto alla casa. Ha evidenziato l’attenzione al Terzo Settore per il quale non sono stati aumentati i canoni per gli spazi utilizzati e al decentramento e alle manutenzioni. E’ un bilancio non tecnico, ha sostenuto, ma politico che guarda al futuro.

Pierino Crema (PD) ha elogiato la scelta dell’Amministrazione di non procedere a ulteriori dismissioni di quote di aziende partecipate, visto il loro valore strategico, e di procedere a un’attenta valorizzazione del patrimonio per liberare risorse per investimenti. La macchina comunale si rimetterà in moto – ha spiegato – anche grazie alle assunzioni di 2.100 giovani, che permetteranno di offrire più servizi e opportunità di creazione di posti di lavoro.

Silvio Viale (Lista civica per Torino) ritiene che l’Amministrazione comunale dovrebbe ragionare come un condominio, dedicandosi alle cose concrete. E invece, ha aggiunto, si ascoltano proposte di aumenti di spesa e riduzioni di entrate. Per nostra fortuna il Bilancio in approvazione è pragmatico grazie all’ottimo lavoro svolto dalla giunta e dall’assessore – ha aggiunto – augurandosi che in prospettiva l’opposizione ragioni come se fosse in maggioranza e viceversa.

Enzo Liardo cita Don Sturzo “Un programma politico non si inventa, si vive”, per segnalare il pericolo di ripetere gli stessi errori del passato, con questo Bilancio che rappresenta la restaurazione del Sistema Torino che ci ha portato ad essere una delle città più indebitate d’Italia. Per il consigliere di Fratelli d’Italia, le linee programmatiche citano spesso la mobilità dolce e fanno scomparire la grande industria automobilistica, significativa per il territorio: la città è a un bivio “ma stiamo andando dalla parte sbagliata”. Infine si sofferma sul problema delle tasse: “sarà anche brutto sentire dire che la Città mette le mani nelle tasche dei cittadini, ma i cittadini vorrebbero avere un riscontro, una ricaduta nei servizi. E la Città non ha risposto”. Chiusura d’intervento per criticare l’enfasi con cui viene citata come grande conquista la linea due della Metropolitana quando a Milano sono arrivati alla quarta.

A conclusione del dibattito, la replica del sindaco Stefano Lo Russo, che ha ricordato come a fronte di una situazione difficile la nuova amministrazione comunale si sia mossa rapidamente, discutendo in aula le linee di indirizzo che hanno portato a questo bilancio. L’azione del governo Draghi, con il Patto per Torino, è stata positiva per la città. L’interlocuzione con il governo ha portato a un’entrata – stimata, come stimate sono molte entrate, salvi poi gli spostamenti di bilancio – pari un miliardo: il presidente del Consiglio dei ministri verrà in Sala Rossa a firmare il Patto per Torino. Lo Russo ha definito il bilancio come un’inversione al trend degli scorsi anni, quando la scarsità di fondi imponeva scelte di un certo tipo. Un bilancio, ha detto il sindaco, che dice la verità sul disavanzo e ne limita le quote con i fondi statali in arrivo nei prossimi anni. Sullo stock del debito, più di 4 miliardi con tassi di interesse oggi fuori mercato: rinegoziare il debito per dare alla città gli standard di servizi che merita. L’opposizione dia una mano in questo senso.

Nell’ambito del risanamento, ha specificato Lo Russo, si sono fatte scelte precise su come co-finanziare il 25% del Patto per Torino, come non dismettere quote di partecipazione societarie, pur essendoci mercato. Aumentare addizionale Irpef è stata una scelta, come lo è stato l’escludere da essa i redditi più bassi. Era prioritario evitare il dissesto e rimettere risorse in circolo, ha sottolineato il sindaco, spiegando che comunque questo bilancio non risolve tutti i problemi della città. I servizi AMIAT sono costosi rispetto alla loro qualità, ad esempio.

Il bilancio non comprende i fondi PNRR legati a progetti speciali. Quando arriveranno i fondi per la metro 2 sarà un successo per la città intera, non solo dell’amministrazione, che pure ci ha lavorato, ha proseguito Lo Russo, spiegando che si sta lavorando alla riorganizzazione dell’ente. Il sindaco ha quindi espresso la propria disponibilità a raccogliere proposte costruttive, definendo il DUP come ambizioso e importante, ringraziando Giunta e maggioranza per l’impegno comune sugli obiettivi, per accompagnare la ripartenza della città, che ha tante potenzialità.

Dopo la relazione relativa al Dup e al Bilancio, da parte dell’assessora Gabriella Nardelli il Consiglio Comunale ha dato vita al dibattito con gli interventi di consiglieri di maggioranza e opposizione e la conclusione da parte del sindaco Stefano Lo Russo.

Nadia Conticelli (Partito Democratico) ha evidenziato come questo Dup e questo Bilancio rappresentino un cambio di tendenza dato non solo da una situazione finanziaria che potrà beneficiare di nuove risorse ma dall’idea di dare alla Città un ruolo propulsivo, nel rapporto con i cittadini e con il privato. La Città recupera l’orgoglio di essere perno di sviluppo, di innovazione sociale, tecnologica e ambientale. Ha scelto di non dismettere le quote di aziende pubbliche, di investire su decentramento, scuola, verde pubblico. Conticelli ha quindi illustrato la mozione di accompagnamento proposta dal Pd con la quale si sottolinea la necessità che il Consiglio riprenda la funzione di programmazione, soprattutto su temi legati al welfare, al funzionamento della macchina amministrativa e al patrimonio dove occorre individuare quali siano i luoghi strategici e quelli che si possono dismettere

Andrea Russi (M5S) ha rimarcato che per la prima volta viene messo nero su bianco che il disavanzo arriva da lontano, dalle precedenti Amministrazioni di Centro-sinistra. Ha quindi evidenziato che il Patto per Torino per ripianare il debito è un piano finanziario ed impegna per più anni la Città e quindi avrebbe dovuto essere approvato dal Consiglio Comunale. Il Patto, inoltre, è ancora in fase di formazione, non si è perfezionato – ha aggiunto – ed è quindi una violazione di legge inserirlo nel bilancio previsionale. Ha perciò proposto di stralciare dal bilancio le entrate (e le conseguenti uscite) derivanti dal Patto per Torino, per poi inserirle in un successivo assestamento di bilancio. Inoltre, in mancanza di politiche di contenimento della spesa, ha sostenuto che nel 2026 non sarà possibile coprire le spese ripetibili. Infine, ha chiesto di mantenere la gratuità dei dehor sino alla fine della stagione estiva.

Giovanni Crosetto (FdI) ha evidenziato come il Dup non preveda azioni significative nel settore automobilistico, settore che sviluppa un giro d’affari di 18-20 miliardi l’anno pari al 15 per cento del PIL piemontese con sessantamila addetti; il Documento di programmazione si concentra invece a dismisura sul mondo della mobilità ciclabile. Il Dup trascura anche la questione dei costi della transizione energetica e il rischio di perdere la permanenza di Stellantis nel territorio è sempre più elevato. La critica più forte del consigliere è rivolta all’aumento dell’Irpef definita una scelta politica e non tecnica perché – ha spiegato – c’erano tanti altri modi per reperire i fondi e non aumentare le tasse dopo che il governo le aveva abbassate ma l’assessora Nardelli, ha sottolineato, non ha fornito informazioni e risposte dettagliate.

Anna Maria Borasi (PD) si dichiara consapevole di cosa si accinge a votare. Convinta che il dibattito non possa prescindere dal contesto internazionale e dal conflitto Russo-Ucraino alle porte dell’Europa, dagli esiti non prevedibili e dalle conseguenze già visibili in città sia per gli aumenti dei costi energetici sia per la tenuta del sistema produttivo e della coesione sociale. Al netto di varianti non controllabili, alla presidente della commissione Bilancio sembra essenziale specificare gli elementi di discontinuità, capaci di fare ripartire la città, renderla attrattiva, senza lasciare indietro nessuno. Anche il DUP riporta una scelta di spesa corrente precisa, la scelta politica di non variare le tariffe e i canoni dei servizi educativi, degli impianti sportivi, delle aree mercatali, e delle concessioni patrimoniali per il terzo settore, mantenendo per le famiglie le medesime agevolazioni ISEE.

Caterina Greco (PD) ha sottolineato come il DUP sia uno strumento per la realizzazione delle linee programmatiche. Nuove assunzioni, nell’attuale scarsità di personale, consentiranno di far fronte agli adempimenti richiesti dal PNRR. Torino non è strutturalmente deficitaria ma servono forti azioni per ridurre il debito: l’accordo col governo, ha ricordato Greco, ci impegna a reperire una quota di fondi per poter ottenere i contributi statali. Con essi finanzieremo welfare, assunzioni, cultura e altro, senza tagli. Il nostro bilancio, ha aggiunto Greco, è in pareggio, con la scelta politica dell’invarianza delle tariffe per i servizi a domanda individuale: servono politiche per le famiglie, per frenare il calo demografico.

Elena Apollonio (Lista civica per Torino) sottolinea come la Città dovrà affiancare alle nuove risorse e ai sacrifici dei cittadini per l’aumento dell’Irpef una forte progettualità necessarie per contrastare le disuguaglianze che il periodo pandemico ha accentuato e le disparità fra i generi. Ritiene necessario rimettere al centro la cittadinanza, investire in partecipazione civica e in ascolto, con un coinvolgimento attivo dei territori, sostenendo progetti inclusivi dal basso, come primo passo di una città che sappia curarsi e prendersi cura dei suoi cittadini, perché una città che cura e accoglie è anche più attrattiva.

Simone Fissolo (Moderati) evidenzia come in questi 5 mesi di consiliatura si sia fatta una vera e propria maratona, sia dal punto di vista amministrativo che della discussione, a partire dalla delibera 155 del dicembre 2021, che ha riconosciuto 888 milioni di disavanzo e 4,2 miliardi di debito. Un percorso – ha specificato – fatto con tre compagni di strada: l’Unione Europa, il Pnrr, la presidenza del Consiglio dei Ministri con il Patto per Torino, il Ministero delle Infrastrutture per la linea 2 della metro. Finalmente si potrà ripartire – ha spiegato – realizzando biblioteche, scuole, impianti sportivi, investendo nelle manutenzioni e facendo nuove assunzioni. Ha quindi ringraziato l’assessora Salerno per aver messo fine al massimo ribasso negli appalti delle mense scolastiche e ha proposto più formazione del personale della Città per prevenire attacchi hacker. Infine, ha chiesto un maggior sostegno al Terzo settore, duramente colpito dalla pandemia e ora dal caro energia.

Elena Maccanti (Lega) ha dichiarato che il proprio gruppo rinuncia all’ostruzionismo plaudendo l’azione governativa del patto di Bilancio che consente di chiudere un previsionale senza conseguenze gravi a carico dei cittadini. Maccanti ricorda che i problemi di Torino, amministrazione più indebitata d’Italia, risalgono alle gestioni delle giunte Castellani e Chiamparino. La Lega voterà contro la delibera, ha detto la consigliera, e ha espresso preoccupazione per l’aumento dell’Irpef; per le previsioni di aumento degli introiti dalla multe (15 per cento) e delle strisce blu (1.700 posti). Decisioni, ha aggiunto, che demonizzano i possessori delle auto e penalizzano il settore automobilistico.

Giuseppe Catizone (Lega) da cittadino prova un senso di colpa, per i troppi torinesi che si vedranno aumentare l’Irpef comunale. Un contributo che non può essere definito, come fa il Sindaco, di solidarietà, perché la solidarietà non viene imposta. Con riferimento al DUP, il consigliere della Lega ha centrato la sua analisi sugli aspetti politici del provvedimento. A preoccuparlo è il trend in calo dei residenti: Torino manca di attrattività, qualità della vita e sicurezza. E i torinesi preferiscono spostarsi verso la prima cintura. Un esodo che comporta anche una perdita dovuta a minore gettito e minori entrate. Superare il contrasto fra periferia e centro non deve rimanere solo uno slogan elettorale e per farlo servono risorse e interventi mirati. 

Tiziana Ciampolini (Torino Domani) ha espresso l’appoggio a un Bilancio che riduce spese di funzionamento amministrativo per incrementare quelle di servizi educativi, sociali, culturali, politiche giovanili e dello sport, difesa dell’ambiente, dei diritti di mobilità, Circoscrizioni. Per una rivoluzione del welfare, ha affermato Ciampolini, occorre che sia comunitario, plurale e reticolare, con una solida governance pubblica. Occorrono “servizi al servizio dei cittadini” per metterli in grado di vivere con dignità, abitare, relazionarsi e lavorare con qualità

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha evidenziato come non si possa spendere più di quanto ci si possa permettere, mentre ora, osservando i bilanci, si prevedono ulteriori disavanzi per il futuro. Nel bilancio non si riscontrano risorse a favore dei più bisognosi ha sottolineato, ma si mettono le mani nelle tasche dei cittadini con l’aumento delle tasse e l’incremento delle multe, scelte che sul lungo periodo determineranno l’attrattività della città, per viverci o per investire. Infine, citando i giochi d’acqua previsti in alcuni giardini che richiedono frequenti manutenzioni, ha concluso, occorre investire per far crescere la città e non per incrementare le spese.

Fabrizio Ricca (Lega) ha definito il Dup un libro dei sogni, anche se sono mancate scelte coraggiose. Sarebbero serviti – ha affermato – esenzioni dal pagamento delle tasse per chi lavora nei pressi dei cantieri delle grandi opere pubbliche, ad esempio in corso Grosseto, e un iter più rapido per il rilascio della carta di identità: otto mesi per ottenerla non è un tempo degno di un Paese civile – ha denunciato. Abbiamo però condiviso con un emendamento – ha aggiunto – l’aumento dei trasferimenti alle Circoscrizioni.

Claudio Cerrato (Partito Democratico) ha definito il Bilancio in approvazione un documento di programmazione improntato a una svolta per materie e settori chiave come il verde pubblico, le manutenzioni del suolo pubblico e le Circoscrizioni. Dopo parecchi lustri, ha aggiunto, si torna a vedere il segno ‘più’ su voci di bilancio molto ridimensionate in passato.

Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) è convinta che la città sia ad un punto di svolta. Con il Patto per Torino si può uscire da un quadro a tinte fosche anche perché non comporta anzi riduce la possibilità di fare nuovi debiti. La capogruppo di Sinistra Ecologista considera equa la misura dell’aumento dell’Irpef e positivo non dismettere ulteriori quote di partecipate, così come non aumentare il costo degli spazi per le associazioni del Terzo settore. Si deve poi insistere sulla lotta all’inquinamento, anche attraverso la mobilità dolce, per avere una città con qualità dell’aria superiore e un impatto ambientale minore. Significativa, in tal senso, la scelta della Giunta di non inserire, nel piano alienazioni della città, il prato Parella.

Giuseppe Iannò (Torino Bellissima) ha definito “una fortuna”, dovuta in realtà al forte disavanzo della Città, l’arrivo dei fondi governativi di Patto per Torino e PNRR. Ha poi criticato la mancanza di una politica industriale e di attenzione all’innovazione. Iannò ha anche giudicato negativamente la tariffazione degli impianti sportivi, sottolineando infine la necessità di incrementare le risorse destinate al welfare.

Paolo Damilano (Torino Bellissima) ritiene che il bilancio sia da un lato il libro dei sogni, dall’altro lo scontro con la dura realtà perché se fondi PNRR e Patto per la città rappresentano boccate d’ossigeno, non c’è certezza per i bilanci futuri. Ritiene necessario che aumenti il reddito della città creando posti di lavoro duraturi nel tempo perché si ricrei la voglia di tornare a vivere a Torino. E’ d’accordo con la costruzione delle linee della metro ma bisogna frenare l’emorragia di popolazione, ritiene indispensabile portare Torino nel mondo per attirare imprenditori e ed esprime critiche sulla riduzione di spesa per la sicurezza. Considera il bilancio scritto da due entità distinte, una che ha fatto i proclami che non vengono tradotti in numeri, l’altra che redige i conti senza tenere conto delle progettualità.

Lorenza Patriarca (PD) ha ringraziato sindaco, assessora Nardelli, giunta e consiglieri di maggioranza per il cambio di passo. Ha evidenziato l’aumento delle risorse per la cultura (+11%), con un incremento di 2 milioni di euro rispetto al 2021 e gli stanziamenti per la fondazione per la Cultura triplicati (da 570mila a 1.800.000 euro). Anche le risorse per il turismo sono aumentate (+16%) – ha aggiunto. Ha poi evidenziato l’investimento su progettualità e azioni integrate per la ricerca di risorse. Ha anche spiegato che le tasse non sono un furto, ma sono il contributo che ogni cittadino deve sostenere per i servizi e il benessere di tutti, e che i debiti della Città vengono certamente da lontano, ma perché Torino ha subito in maniera più profonda di Milano la crisi industriale.

Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima) si è detto sconcertato dal programma di bilancio che ha definito ragionieristico e noioso, senza novità e progetti per il futuro. Si è detto dispiaciuto per l’importanza di Torino, una città che dovrebbe essere innovativa per l’importanza che riveste e invece manca di una connotazione definita. Torino, ha aggiunto, è una città con tante potenzialità non sfruttate.

Antonio Ledda (PD), ritiene che il Bilancio rappresenti il passaggio di consegne tra questa e la precedente amministrazione. Costruito con fatica, con la necessità di acquisire i fondi europei e governativi necessari per mettere in salvo il Bilancio e progettare un futuro importante per la città, serviranno per investimenti che aiuteranno a crescere. Allo stesso tempo, Ledda sottolinea soddisfatto l’assenza di polemiche verso la situazione trovata e le gestioni precedenti. Un atteggiamento del Sindaco, della Giunta e di tutta la maggioranza che dimostrano responsabilità e serietà per il ruolo assunto. Giusto guardare avanti lavorando per il bene della città.

Silvia Damilano (Torino Bellissima) ha auspicato per Torino un turismo più intenso e reiterato, spazi più sicuri per il gioco dei bambini, l’attenzione all’ambiente e alle energie alternative, l’educazione al rispetto delle donne, poi una migliore edilizia scolastica e l’impegno per una città che sappia trattenere i suoi giovani. Sarebbero alcuni dei progetti che Torino Bellissima realizzerebbe se governasse la città, ha concluso la consigliera.

Vincenzo Camarda (Partito Democratico) respinge le accuse di mancanza di attenzione alle famiglie e sottolinea come, invece, siano stati previsti interventi per minori, disabilità, anziani e diritto alla casa. Ha evidenziato l’attenzione al Terzo Settore per il quale non sono stati aumentati i canoni per gli spazi utilizzati e al decentramento e alle manutenzioni. E’ un bilancio non tecnico, ha sostenuto, ma politico che guarda al futuro.

Pierino Crema (PD) ha elogiato la scelta dell’Amministrazione di non procedere a ulteriori dismissioni di quote di aziende partecipate, visto il loro valore strategico, e di procedere a un’attenta valorizzazione del patrimonio per liberare risorse per investimenti. La macchina comunale si rimetterà in moto – ha spiegato – anche grazie alle assunzioni di 2.100 giovani, che permetteranno di offrire più servizi e opportunità di creazione di posti di lavoro.

Silvio Viale (Lista civica per Torino) ritiene che l’Amministrazione comunale dovrebbe ragionare come un condominio, dedicandosi alle cose concrete. E invece, ha aggiunto, si ascoltano proposte di aumenti di spesa e riduzioni di entrate. Per nostra fortuna il Bilancio in approvazione è pragmatico grazie all’ottimo lavoro svolto dalla giunta e dall’assessore – ha aggiunto – augurandosi che in prospettiva l’opposizione ragioni come se fosse in maggioranza e viceversa.

Enzo Liardo cita Don Sturzo “Un programma politico non si inventa, si vive”, per segnalare il pericolo di ripetere gli stessi errori del passato, con questo Bilancio che rappresenta la restaurazione del Sistema Torino che ci ha portato ad essere una delle città più indebitate d’Italia. Per il consigliere di Fratelli d’Italia, le linee programmatiche citano spesso la mobilità dolce e fanno scomparire la grande industria automobilistica, significativa per il territorio: la città è a un bivio “ma stiamo andando dalla parte sbagliata”. Infine si sofferma sul problema delle tasse: “sarà anche brutto sentire dire che la Città mette le mani nelle tasche dei cittadini, ma i cittadini vorrebbero avere un riscontro, una ricaduta nei servizi. E la Città non ha risposto”. Chiusura d’intervento per criticare l’enfasi con cui viene citata come grande conquista la linea due della Metropolitana quando a Milano sono arrivati alla quarta.

A conclusione del dibattito, la replica del sindaco Stefano Lo Russo, che ha ricordato come a fronte di una situazione difficile la nuova amministrazione comunale si sia mossa rapidamente, discutendo in aula le linee di indirizzo che hanno portato a questo bilancio. L’azione del governo Draghi, con il Patto per Torino, è stata positiva per la città. L’interlocuzione con il governo ha portato a un’entrata – stimata, come stimate sono molte entrate, salvi poi gli spostamenti di bilancio – pari un miliardo: il presidente del Consiglio dei ministri verrà in Sala Rossa a firmare il Patto per Torino. Lo Russo ha definito il bilancio come un’inversione al trend degli scorsi anni, quando la scarsità di fondi imponeva scelte di un certo tipo. Un bilancio, ha detto il sindaco, che dice la verità sul disavanzo e ne limita le quote con i fondi statali in arrivo nei prossimi anni. Sullo stock del debito, più di 4 miliardi con tassi di interesse oggi fuori mercato: rinegoziare il debito per dare alla città gli standard di servizi che merita. L’opposizione dia una mano in questo senso.

Nell’ambito del risanamento, ha specificato Lo Russo, si sono fatte scelte precise su come co-finanziare il 25% del Patto per Torino, come non dismettere quote di partecipazione societarie, pur essendoci mercato. Aumentare addizionale Irpef è stata una scelta, come lo è stato l’escludere da essa i redditi più bassi. Era prioritario evitare il dissesto e rimettere risorse in circolo, ha sottolineato il sindaco, spiegando che comunque questo bilancio non risolve tutti i problemi della città. I servizi AMIAT sono costosi rispetto alla loro qualità, ad esempio.

Il bilancio non comprende i fondi PNRR legati a progetti speciali. Quando arriveranno i fondi per la metro 2 sarà un successo per la città intera, non solo dell’amministrazione, che pure ci ha lavorato, ha proseguito Lo Russo, spiegando che si sta lavorando alla riorganizzazione dell’ente. Il sindaco ha quindi espresso la propria disponibilità a raccogliere proposte costruttive, definendo il DUP come ambizioso e importante, ringraziando Giunta e maggioranza per l’impegno comune sugli obiettivi, per accompagnare la ripartenza della città, che ha tante potenzialità.