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I teatri torinesi: Teatro Macario

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Torino e i suoi teatri

1 Storia del Teatro: il mondo antico
2 Storia del Teatro: il Medioevo e i teatri itineranti
3 Storia del Teatro: dal Rinascimento ai giorni nostri
4 I teatri torinesi: Teatro Gobetti
5 I teatri torinesi :Teatro Carignano
6 I teatri torinesi :Teatro Colosseo
7 I teatri torinesi :Teatro Alfieri
8 I teatri torinesi :Teatro Macario
9 Il fascino dell’Opera lirica
10 Il Teatro Regio.

8 I teatri torinesi: Teatro Macario

Per tutto il 2020 un’istallazione, progettata dallo studio di architettura di Loredana Iacopino, ha caratterizzato l’ampio e regale spazio di Piazza Castello. La struttura è stata ideata per festeggiare i primi vent’anni dall’apertura del Museo Nazionale del Cinema e la nascita di Film Commission Torino Piemonte; si tratta di un’opera composta da diversi pilastri specchiati, in cui fanno capolino iconici attori e attrici che hanno interpretato i loro film in ambienti torinesi e dintorni. Tra i volti antichi, stampati in bianco e nero sulle superfici riflettenti, compaiono un “facciotto” rotondo, due grandi occhi spalancati ed un ciuffetto sbarazzino di capelli neri. Ironia della sorte: negli ultimi anni sono diverse le occasioni in cui la città della Mole ha esaltato e riconosciuto l’importanza del comico torinese Erminio Macario, personaggio burliero e geniale che tanto ha dato al capuluogo, ma che in cambio non ha ricevuto granché.
Non sempre dietro ai sorrisi dei grandi “clown” si celano vite altrettando ilari, ma il pubblico giudicante vuole solo divertirsi e difficilmente si interessa di chi si è adoperato affinché tutto andasse per il verso giusto. La vicenda di Erminio Macario si riflette nel suo omonimo teatro, anche conosciuto come “La Bomboniera”, situato in via Santa Teresa, un tempo uno dei cuori pulsanti dell’intrattenimento torinese ed oggi solamente una logora saracinesca tirata giù.

La storia di Erminio è tutta torinese. Egli nasce nella nostra città il 27 maggio 1902, in una piccola soffitta di via Botero, ed è ultimogenito di una famiglia umile ma numerosa. Frequenta poi la scuola Petacchioni, la stessa che aveva ispirato la stesura del celebre romanzo “Cuore”, scritto dal ligure De Amicis e pubblicato nel 1886.
La primissima esibizione di Macario avviene nel 1913, sul palcoscenico dell’oratorio Don Bosco della Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice; in questa occasione Erminio riveste un ruolo marginale ne “Il sacrificio di un innocente”, ma ha così l’opportunità di scoprire, già in giovane età, la sua vera vocazione.
Nel 1917 il futuro attore si inserisce nel mondo del lavoro e ricopre un impiego alla FIAT come operaio tuttofare, egli stesso ricorderà in seguito così quel turbolento momento della sua vita: “feci tutti i mestieri; se non imparati almeno iniziati”.
Nell’anno successivo Erminio continua a dimostrare la sua versatilità e il suo essere “resiliente” – per utilizzare un termine molto in voga in questo periodo – questa volta però sfrutta i suoi talenti per gestire una piccola filodrammatica di sua proprietà, situata in San Donato, all’interno della quale egli svolge tutte le mansioni, da costumista a cassiere, da primo attore a regista.
L’anno della svolta è il 1924, quando il giovane Macario si imbatte nel cavalier Molasso, coreografo, ballerino e celebre impresario. Caso vuole che quest’ultimo fosse alla ricerca di nuovi volti per lo “spettacolo di balli e pantomime” che si sarebbe tenuto di lì a poco al tetro Romano. Macario ha così il suo primo ingaggio a 15 lire al giorno: esordisce con “Sei solo stasera?” a cui segue “Senza complimenti!”.

La fortuna sorride al genio torinese e nel 1925 la carriera di Erminio è positivamente segnata dall’incontro con Isa Bluette, famosissima soubrette, che lo scrittura come “comico grottesco” all’interno della sua compagnia. Macario fa ormai parte “del giro buono” del teatro, non solo di Torino, ma italiano. A segnare la sua affermazione definitiva all’interno della scena della recitazione è lo spettacolo “Valigia delle indie” di Ripp e Bel-Ami (pseudonimi di Luigi Miaglia e Anacleto Francini), eseguito al teatro Odeon.
Il destino però non è sempre benigno e, una volta arrivato all’apice del successo, Macario è costretto a fronteggiare il funesto periodo della crisi del 1929. Erminio si ritrova così a sgomitare nuovamente per non cadere nel “dimenticatoio”, si sposta tra San Remo, Milano e Roma, ma alla fine torna fiducioso tra le braccia della sua amata Torino. Questa volta a venirgli in soccorso è Umberto Fiandra, il direttore della compagnia teatrale La Stabile del teatro Rossini. Macario si dedica così al teatro dialettale, occasione che si rivela una mossa decisamente strategica, poiché da una parte egli riesce a superare la crisi economica senza perdite irreparabili, dall’altra ha l’opportunità di collaborare con i grandi protagonisti della prosa.
Arrivano gli anni Trenta e una nuova ondata di positività colpisce la cittadinanza, si ha di nuovo voglia di ridere. Tra il 1932 e il 1933 Erminio – con un gesto tra il coraggioso l’incosciente – investe 12.000 lire, che all’epoca erano una somma assai ingente, per fondare la sua seconda compagnia teatrale, per la quale sceglie come sede principale il Teatro Maffei, meglio noto con l’appellativo “Bal tabarin”. Lo spettacolo di debutto è “Pelle di ricambio”; il successo non tarda a sostenere l’attività, ma la Seconda Guerra è ormai alle porte e il 20 novembre 1942 un bombardamento distrugge lo stabile, costringendo lo stoico Erminio a ricominciare ancora una volta quasi da zero.
Nel dopoguerra Macario si dedica principalmente al cinema. Tra i suoi maggiori successi vi sono “Come persi la guerra”, primo film comico neorealista, scritto da Monicelli e Benvenuti, Pinelli e Steno e “Il monello della strada”, in cui Erminio riveste il ruolo del primo anti-eroe del cinema italiano.

Il comico decide di espandere ancora le sue attività e si occupa, sempre nel dopoguerra, della rivista “Votate per Venere”, che riscuote grande successo anche a Parigi.
Negli anni Cinquanta Macario è fra i maggiori industriali dello spettacolo italiano: la media giornaliera di incasso è un milione.
Tra gli anni 1958 e 1963 il torinese lavora in ben sette film a fianco di colossi della pellicola come Totò, Peppino e Fabrizi; nel 1965, invece, partecipa alla riedizione della commedia musicale “Febbre Azzurra”, campione d’incasso della stagione.
Negli anni Settanta, Erminio si riavvicina al teatro, recitando in dialetto piemontese ed esaltando sempre più la sua ormai nota “Maschera Macario” che altro non è che il suo stesso volto, bonario, espressivo e soprattutto tanto amato dal grande pubblico. In questi anni ottiene grande successo la rivisitazione del famoso testo piemontese “Le miserie ‘d Monsù Travet”, eseguito con Lo Stabile di Torino presso il Teatro Alfieri. Dopo una vita trascorsa sui palcoscenici di altri, Macario decide che è ora di averne uno tutto suo. Sul finire degli anni Settanta inizia la realizzazione de “ La Bomboniera”, situata al numero 10 di via Santa Teresa e inaugurata ufficilamente nel 1977, con la commedia di Molière “Sganarello medicosifaperdire”.
E così Erminio, con la determinazione di chi non si è mai arreso, riesce a concretizzare il suo sogno più grande: avere un teatro tutto suo.
Tutte le storie però sono destinate ad avere un finale, e la vicenda di Erminio non può fare eccezione. Il 26 marzo 1980 il comico torinese smette per sempre di ridere, i funerali si svolgono la mattina del 28 marzo presso la chiesa di via San Dalmazzo, dopo la funzione la salma viene trasportata al Cimitero Monumentale di Torino, dove ancora oggi riposa.
Dopo la scomparsa, Torino non gli dedica nessuna via, piazza o monumento, in anni più recenti solo alcuni comuni come Grugliasco o Trofarello hanno avuto dei rimorsi di coscienza e hanno inserito il nome dell’attore all’interno della propria struttura urbana.

Il Teatro Macario è diretto negli anni Novanta da Pier Giorgio Gili e dopo la dipartita di quest’ultimo la struttura viene convertita in discoteca, il “Theatrò”.
Tuttavia, senza la forza d’animo dello storico fondatore, anche tale attività fallisce, le saracinesche si abbassano e i torinesi ci passegiano frettolosi accanto, dimentichi del fragore che un tempo caratterizzava quel quartiere. A portare avanti la memoria della vita e delle opere di Erminio Macario sono soprattutto i figli, aiutati dai parenti più stretti e dagli amici più vicini. Nel 2002, in occasione del centenario della sua nascita, viene fondata l’Associazione Culturale Erminio Macario “MacarioCult”.
Attualmente vi è stato un tentativo di rianimare gli impolverati spazi dell’ ex “Bomboniera”, si tratta della recente Galleria D’Arte “This is not Torino”, che ha deciso di aprire proprio in via Santa teresa 10, nella speranza di riabilitare, attraverso l’arte, uno dei luoghi storici della città.
Incrociamo le dita, come si suol dire, e dimostriamoci cittadini attivi, partecipiamo all’impresa di questa galleria anticonformista, che si vuole proporre più come “cantiere” che come luogo di esposizione.
Cari lettori e cari torinesi, prendiamo parte compatti a tali iniziative, poiché sappiamo bene che di Torino è facile innamorasi, ma difficilmente Torino si innamora a sua volta.

Alessia Cagnotto

Stemma del Piemonte, i disegni dei ragazzi del 1979

La mostra – primo appuntamento delle celebrazioni per la Festa del Piemonte del 19 luglio – è stata inaugurata l’11 luglio alla presenza del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e dell’assessore alla Cultura Vittoria Poggio.
“Questi disegni ci riportano alle emozioni dei bambini di quarant’anni fa – ha sottolineato il presidente Allasia – che già comprendevano l’importanza di dare alla nostra Regione uno stemma, un simbolo riconoscibile. Molti dei ragazzi partecipanti al concorso lo hanno disegnato a modo loro, molti hanno inserito il Drapò nei loro disegni, quel Drapò che domenica 16 luglio porteremo al Colle dell’Assietta per la Festa del Piemonte”.
Hanno partecipato lo storico Michele D’Andrea e Sabrina Gonzatto dell’associazione Linguadoc, curatori della mostra. Erano presenti all’inaugurazione cinque autori dei disegni in mostra, realizzati del 1979: Fabrizio Geuna, Edi Accornero, Dario Mastallone, Andrea Bozzola e Roberto Ambrosio. (nella foto)
Hanno partecipato all’inaugurazione i consiglieri regionali: Sarah Disabato (M5s), Gianluca Gavazza(Lega), Valter Marin (Lega), Ivano Martinetti (M5s), Michele Mosca (Lega).

Nel dicembre 1979, in vista dell’adozione dello stemma del Piemonte, il Consiglio regionale bandì un concorso d’idee che coinvolse ben 82 scuole piemontesi di ogni ordine e grado, dalle elementari all’università, per un totale di oltre mille elaborati.
Dopo più di quarant’anni, in occasione della Festa del Piemonte, il Consiglio regionale ha deciso di esporre una selezione di quei lavori: una testimonianza preziosa della mentalità degli studenti di allora, che crescevano e si formavano in una società e in una scuola così diverse dalle attuali.
Nei disegni dei ragazzi di allora affiora il Piemonte degli anni ’80, marcato da una forte presenza industriale e da pochi altri riferimenti: le fabbriche e le automobili, le risaie, il vino e lo sci, Gianduja e Cavour, la Mole e San Gaudenzio, con qualche interessante incursione nel design. Non manca il filone araldico, che individuava già nella combinazione della croce e del lambello lo stemma regionale adottato poi nel 1984.

La mostra rimarrà esposta fino al 2 settembre. Se qualcuno degli autori di allora si riconosce nei lavori esposti, contatti gli addetti dell’URP: riceverà in dono il catalogo pubblicato su quel concorso.

Europei Juniores, straripante Sara Curtis: 3 ori e 2 argenti

Torna il Festival della birra artigianale piemontese

Il Festival della birra artigianale piemontese (F.B.A.P.) fa finalmente il suo ritorno dopo una lunga attesa, suscitando un enorme desiderio di rivivere questa festa di grande successo. Gli appassionati di birra artigianale saranno entusiasti di sapere che i “Mastri birrai on the Road” sono pronti a sfidarsi a colpi di boccali spumeggianti, questa volta nel comune di Vinovo.

Tutta Torino Sud è chiamata a raccolta per ripetere i fasti di febbraio a Nichelino, dove abbiamo registrato il pienone in occasione del primo evento street food del 2023 di Sapori dal Mondo. Preparatevi a immergervi in un’esperienza culinaria straordinaria, con la combinazione perfetta di birra artigianale di alta qualità e cibo street food gourmet dei truck food selezionati.

Ma non è tutto! Ogni sera ci saranno concerti live che vi faranno ballare e divertire fino a notte fonda. E per rendere l’atmosfera ancora più coinvolgente, giovedì 13 avremo anche la notte bianca, che vedrà tutti i negozi aperti fino alle 24 e la musica live itinerante per tutta la città. Sarà un’esperienza indimenticabile!

Quindi segnatevi le date: 13, 14, 15 e 16 luglio a Vinovo. Il F.B.A.P. Mastri birrai on the Road vi aspetta con una selezione di birre artigianali straordinarie, truck food gourmet e concerti live che vi faranno vibrare. Non perdete l’occasione di unirvi a noi in questa festa unica nel suo genere.

Ricordatevi di passare a trovarci a partire da giovedì 13 fino a domenica 16 luglio, compresa, presso la piazza L. Rey a Vinovo. Non vediamo l’ora di accogliervi con birra fredda, cibo delizioso e un’atmosfera festosa.

Per ulteriori informazioni, potete contattare:

Nome: Sapori dal Mondo Telefono: 3519719096 Email: saporidalmondo019@gmail.com

Evento Facebook: https://fb.me/e/3HEngC9ys

In cammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla Via Francigena

In programma a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino dal 13 luglio al 10 ottobre 2023.

 

TURISMO RELIGIOSO E DEI CAMMINI STORICI: VIAGGIO IMMERSIVO A PALAZZO MADAMA CON GLI OCCHI DELLA SINDONE

 

IL PROGETTO INTERATTIVO PER SENSIBILIZZARE AL VIAGGIO SOSTENIBILE, ACCESSIBILE E SPIRITUALE

Il turismo religioso, inclusivo e sostenibile al centro del progetto “Via Francigena for All” con la mostra “In cammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla Via Francigena” in programma a Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica di Torino dal 13 luglio al 10 ottobre 2023.

Si tratta di un percorso multidisciplinare e interattivo, un vero e proprio cammino virtuale che dalla storia conduce all’attualità con una prospettiva di visita aperta, dove la comunità e il suo territorio diventano accoglienti a 360 gradi.

A realizzarlo è il Museo Civico d’Arte Antica e la Fondazione Carlo Acutis, in collaborazione con la Regione Piemonte.

Enit supporta il progetto che vede al centro la via Francigena come una delle massime espressioni della promozione del turismo religioso e inclusivo e come occasione per soffermarsi su uno dei cammini più importanti italiani: quelli che attraversano il Piemonte con la mostra/percorso che narra il territorio mettendo in risalto le centralità storiche e contemporanee della regione, casa della Sacra Sindone e accesso principale alla Penisola lungo il pellegrinaggio sulla Via Francigena.

Ad accompagnare il percorso c’è la riflessione sul tema del pellegrino — colui che si muove per la salvezza materiale, del corpo e dello spirito — e del viaggio dei Santi di Carità da San Giovanni Bosco a San Giuseppe Cafasso a San Giuseppe Benedetto Cottolengo ai beati Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis e propone una serie di incontri con l’anima della regione tramite un approfondimento visivo dedicato ai suoi temi fondanti.

La mostra è strutturata in quattro sezioni, ognuna connessa a un tema specifico. Nella prima sono presentate sedici illustrazioni originali, realizzate da giovani artisti italiani ormai riconosciuti a livello mondiale. Una serie di opere che si ispirano ai concetti del pellegrinaggio, della spiritualità, della Sindone, dei cammini, dei Santi di Carità ma anche di quelli che sono gli aspetti morfologici essenziali del Piemonte e del rapporto tra uomo, natura e cibo. Nella seconda sezione sono accolti tutta una serie di materiali video appositamente realizzati a illustrare la Via Francigena e gli itinerari sindonici, permettendo ai visitatori di immergersi nei paesaggi dei luoghi attraversati. Nella terza sezione, una grande mappa interattiva evidenzia i cammini del progetto “Via Francigena for all” e i cammini sindonici illustrati nel libro di Sisto Giriodi Le altre Sindoni.

La mappa è affiancata da fotografie delle decine di sindoni affrescate sulle pareti esterne di edifici collocati lungo i cammini del Piemonte. Opere poco conosciute anche da molti piemontesi, nonostante costituiscano un singolare caso di devozione popolare, un ciclo d’arte lungo tre secoli. Nella quarta sezione, infine, è esposta un’installazione ideata dall’artista torinese Carlo Gloria sul tema del cammino.

Il progetto espositivo nella Corte Medievale di Palazzo Madama si propone di offrire al pubblico un’esperienza coinvolgente e interattiva e di sensibilizzare il pubblico sul tema del pellegrinaggio, della spiritualità e della natura, promuovendo il turismo sostenibile e inclusivo.

“Il Piemonte crede nel turismo religioso e lo sta valorizzando in modo da renderlo anche più accessibile attraverso il progetto “Via Francigena For All” che amplia la cultura dell’accoglienza rivolta alle persone in difficoltà” sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Turismo e Cultura Vittoria Poggio.

 

“La Fondazione dal 2022 promuove progetti ispirati al potente messaggio trasmesso dalla Sindone, bene di importante attrattiva internazionale. Con la mostra collegata al progetto “Via Francigena for all” si conferma la proficua collaborazione pubblico – privato.” afferma Adriana Acutis, vice presidente della Fondazione Carlo Acutis

“Un percorso di conoscenza fondato sui temi cardine dell’inclusione e del territorio, che accoglie una delle più significative immagini devozionali della Sacra Sindone, qui voluta dalla prima Madama Reale, Cristina di Francia” dichiara Massimo Broccio, presidente della Fondazione Torino Musei

“Espandere il potenziale italiano andandone a raccontare approfonditamente ogni dettaglio per offrire spunti alternativi narrativi e di conoscenza è centrale per la creazione di un turismo sempre più diffuso in termini temporali e spaziali” dichiarano Ivana Jelinic e Sandro Pappalardo rispettivamente ceo e consigliere Enit.

DOVE: Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica

Corte Medievale

Piazza Castello – Torino

 

QUANDO: 13 luglio – 10 ottobre 2023

Alberi corso Belgio, sì ai lavori ma con nuove modalità

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L’intervento di corso Belgio si farà ma con nuove modalità e tempi diversi. Lo ha spiegato l’assessore al Verde Francesco Tresso precisando che i fondi originariamente previsti sui finanziamenti REACT-EU (Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa) per l’intervento di rinnovo dell’alberata, verranno destinati ad altri progetti di riforestazione in ambito cittadino, riservando all’intervento di corso Belgio i fondi nel frattempo resisi disponibili sulla linea PON METRO PLUS.

Questo aspetto amministrativo offre la possibilità di considerare le richieste espresse dalla cittadinanza nel corso degli ultimi incontri pubblici, rivolte a ridurre al minimo i disagi conseguenti all’intervento nel periodo estivo e ad individuare nuove soluzioni che prevedano di intervenire per tratte, anche nell’ottica di contenere l’impatto provocato da un unico cantiere che interessi tutto l’asse viario.

“Ribadendo la bontà del progetto di rinnovo –precisa Tresso- che guarda in avanti per consentire la conservazione dell’alberata per le future generazioni garantendo migliori condizioni di vita per gli alberi stessi, i maggiori tempi a disposizione consentono di ripercorrere un percorso di maggiore concertazione nella ricerca di possibili soluzioni alternative, che valutino diversi fattori da considerare, quali il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza degli alberi o la riduzione dei posti auto”.
Le diverse soluzioni progettuali saranno oggetto di specifici incontri già a partire dal prossimo mese di settembre, in modo da redigere un nuovo progetto in tempi rapidi per poter poi procedere con una nuova fase autorizzativa che precede l’assegnazione dei lavori.
Nella ricerca di una possibile mediazione che non allontani eccessivamente la fase di realizzazione, l’amministrazione comunale ipotizza di eseguire un primo lotto di lavori limitato ai primi due isolati (da corso Tortona a via Andorno), senza abbattere gli alberi ritenuti non a rischio di crollo, realizzando un filare disallineato (perché i nuovi impianti devono essere pensati più distanti dalla sede tranviaria) e valutando l’eventualità di una riduzione dei posti auto contenuta, proprio perché si interviene su soli due isolati (su uno sviluppo complessivo pari a oltre 1 chilometro e mezzo.
La realizzazione di questo lotto iniziale potrà essere eseguita già in autunno.

Ex ospedale Maria Adelaide, trovato un compratore

 “Dopo la chiusura dell’ospedale – ha specificato in Aula Icardi – le attività furono tutte trasferite al CTO e all’USU. Quindi La Corte dei Conti ha sempre chiesto rendicontazione dei costi di mantenimento e vigilanza sull’immobile non più dedicato ad attività sanitarie. L’Azienda Città della Salute e della Scienza, proprietaria del bene, dopo aver ripetutamente pubblicato bandi di gara per l’alienazione dell’ex Presidio Ospedaliero Maria Adelaide (tutti andati deserti) ha conseguito nel più recente periodo un’offerta d’acquisto. Tale offerta – conclude –  ha ricevuto il parere favorevole dell’Agenzia del Demanio che ritenuto congruo il valore dell’offerta: ora la compravendita è al vaglio tecnico-giuridico degli organi competenti per fissare il rogito notarile”

L’ex Ospedale Maria Adelaide è chiuso dal 2015 a seguito di un piano di riorganizzazione dell’Assessorato alla Sanità. Nel 2020 la Regione Piemonte ha proposto la riconversione della struttura ad hub per ospitare gli atleti che parteciperanno alle Universiadi che si svolgeranno a gennaio 2025. Il progetto iniziale prevedeva, dopo l’utilizzo per le Universiadi, la trasformazione del complesso in uno studentato avente circa 500 posti letto. Con una mozione recentemente approvata la Circoscrizione VII ha ribadito la necessità che all’interno del progetto di riqualificazione dell’ex Ospedale Maria Adelaide vengano destinati 1000 mq ad area per erogazione di servizi socio- sanitari.

“L’impegno a destinare 1000 mq per l’insediamento di servizi socio sanitari dell’Asl Città di Torino  – ha sottolineato a seguito della risposta dell’assessore, Alberto Avetta – all’interno del progetto di riqualificazione dell’ex Ospedale Maria Adelaide non può essere disatteso. Prendiamo atto con favore che la Regione Piemonte condivide questo impegno”.

Durante i question time è stata data risposta anche alle interrogazioni del consigliere Pd Monica Canalis su rischio saturazione per il passante ferroviario di Torino?; di Maurizio Marello su Calamità naturale 6 luglio 2023; della consigliera Sarah Disabato- M5S su Esternalizzazione di alcune attività degli Ospedali di Cuorgnè e Lanzo. Qual è la posizione della Giunta?; di Sean Sacco su aumento del biglietto del trasporto pubblico. La Regione intervenga; di Ivano Martinetti su nuovo ospedale di Cuneo, dopo la decadenza della proposta di partenariato pubblico privato, come intende procedere la giunta? di Silvio Magliano moderati su Volontari nei reparti: questa Giunta intende intervenire per permettere l’accesso in tutte le strutture piemontesi?

Hector ‘Mono’ Carrasco, arte e militanza dal Cile al Monferrato

Hector ‘Mono’ Carrasco è un talento artistico di caratura internazionale grafico, muralista, scrittore – che ha scelto come propria residenza la frazione Cantavenna di Gabiano Monferrato in Valcerrina. Ma ha anche un passato di militanza politica che lo ha costretto nel lontano 1974 a fuggire dal natio Cile dopo il colpo di stato dei militari di Augusto Pinochet che scalzò Salvador Allende, il medico/presidente che era stato eletto in una regolare consultazione sostenuto da Unidad Popular. Carrasco, sempre molto attivo sul piano artistico, intellettuale e sociale, ha raccolto le sue esperienze in un libro, ‘Cile Italia, sola andata – Storia di un profugo cileno’ edito per i tipi di FuoriAsse’. Domenica, alle ore 18.30, l’autore lo presenterà nella rassegna ‘Aperitivo d’autore’ al circolo Il Cortiletto di Villadeati, dialogando con la presidente Nicoletta Piazzo. L’evento segue la ‘prima’ al Circolo dei Lettori di Torino davanti a un pubblico numeroso (“quando sono entrato nella sala e ho visto così tanta gente ho avuto un momento di emozione anche se sono abituato a non esternare i miei sentimenti, retaggio del periodo di clandestinità prima di uscire dal Cile, perché se trovavi per strada un compagno o una compagna dovevi fare finta di niente, avresti potuto mettere a repentaglio la sua o la tua vita” dice Carrasco), poi ad Alessandria al circolo Luigi Longo. Il libro, come spiega ‘Mono’ era già pronto da oltre un anno ma ha preferito l’uscita nel 2023 perché ricorrendo i 50 anni del Golpe con l’assalto alla Moneda, il palazzo presidenziale e l’inizio della dittatura militare, avrebbe potuto essere presentato in diverse manifestazioni di memoria dell’evento. Il testo è introdotto da un prologo di rilievo, quello del presidente del Cile, Gabriel Boric Font. “Non lo conosco di persone, l’avevo mandato alla presidenza se fosse stato interessante, mi è stato risposto di mandarlo anche se ancora in bozza e non importava se il testo fosse in italiano. Poi è arrivato il contributo del presidente che l’ha certamente letto, come ho potuto capire dai particolari che ha ripreso” dice Carrasco. E di Boric Font, capo dello Stato e 38 anni, ricorda un gesto altamente emblematico: “Il giorno del suo insediamento, prima di andare alla Moneda, rompendo il protocollo, si è diretto verso la statua di Allende e gli ha reso omaggio, momento toccante e significativo”.

Il libro, però, non è incentrato interamente su Allende e sull’esperienza ma è, da un lato uno spaccato sulla società cilena dell’epoca, sulle innovazioni introdotte da Allende e da Unidad Popular, sulla vita di ‘Mono’ in Italia e sulle sue esperienze artistiche ed umane e gli incontri maturati nei cinquanta anni da quel tragico giorno. Così si va dall’ingresso nella Gioventù Comunista, alla storia della Brigada Ramona Parra, a Victor Jara che fu barbaramente trucidato nei giorni del Golpe, alla figura dell’artista italo-cileno di fama mondiale Roberto Sebastian Matta che stupì tutti volendo unirsi ai muralisti della Brigada Parra, ai murales fatti ed apprezzati in tutta Italia (ed anche in Monferrato, naturalmente), e nel Cile sua Patria di origine, ma non solo. La presentazione letteraria è in parallelo alla mostra di ‘Mono’ Carrasco, inaugurata la scorsa settimana nella chiesa di San Remiglio, sempre a Villadeati, che rimane aperta sabato e domenica 15 e 16 luglio, dalle 17 alle 22.

Massimo Iaretti

A Torino Airport il più grande impianto fotovoltaico su tetto in un aeroporto italiano

  • A regime l’impianto produrrà il 12% del fabbisogno di energia elettrica annuale dello scalo

  • In un anno verranno risparmiate oltre 400 tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di oltre 13.500 alberi piantati

  • L’installazione rientra tra le azioni del programma Torino Green Airport

Caselle Torinese, 11 luglio 2023 – L’aeroporto di Torino compie un altro passo verso la decarbonizzazione. È entrato in funzione oggi a Torino Airport il più grande impianto fotovoltaico su tetto in un aeroporto italiano, costituito da 3.651 moduli che coprono una superficie complessiva pari a 6.454 metri quadri (pari all’incirca all’estensione di un regolamentare campo da calcio).

Il nuovo impianto fotovoltaico sarà in grado di generare a pieno regime, 1.585 MWh di energia elettrica in un anno. Con questa taglia, il sistema è in grado di soddisfare fino al 12% del fabbisogno annuale dello scalo aeroportuale, ovvero fino al 60% circa del consumo orario in una giornata assolata.

I pannelli fotovoltaici sono stati installati sulla copertura del terminal passeggeri, sul tetto dell’edificio dedicato al BHS-Baggage Handling System e su quello di una palazzina situata in area tecnica.

L’energia elettrica prodotta dall’impianto con la potenza del sole consentirà all’aeroporto di Torino di evitare l’emissione di 406 tonnellate di CO2 all’anno, l’equivalente di 13.552 alberi.

Grazie a una longevità fino a 40 anni e a un indice di prestazione molto elevato, i moduli fotovoltaici installati sono tra i più efficienti sul mercato: i moduli sono infatti progettati per produrre il 60% di energia in più a parità di spazio per oltre 25 anni, offrono un’alta resistenza meccanica agli agenti deterioranti e non generano il fenomeno dell’abbagliamento.

La realizzazione e il collaudo in tempi rapidi del nuovo impianto sono stati resi possibili anche grazie al ruolo e all’impegno dell’Enac a favore della decarbonizzazione del settore e, in particolare, alle recenti Linee Guida elaborate dall’Ente che hanno semplificato il procedimento amministrativo per gli impianti fotovoltaici aeroportuali, agevolandone l’iter di autorizzazione.

Elisabetta Oliveri, Presidente di Torino Airport, ha commentato: “Con l’inaugurazione di oggi Torino Airport dà ulteriore concretezza al proprio piano di sostenibilità e conferma l’impegno ‘Change is possible’ del Gruppo SAGAT. La messa in funzione del nuovo impianto fotovoltaico segna un momento importante di avanzamento nella realizzazione del nostro piano industriale, di cui sostenibilità e innovazione tecnologica sono due fondamentali pilastri, insieme alle molte altre azioni volte a mitigare gli effetti del cambiamento climatico che stiamo realizzando e che confermano l’eccellenza dell’aeroporto di Torino sul fronte della sostenibilità”.

Andrea Andorno, Amministratore Delegato di Torino Airport, ha sottolineato: “Siamo molto orgogliosi di aver realizzato questa nuova opera infrastrutturale, che segna l’inizio del percorso di autoproduzione dell’energia necessaria all’aeroporto. Il nuovo impianto fotovoltaico rappresenta un altro passo nel nostro impegno di riduzione delle emissioni: questa energia verde, combinata alla crescente flotta di mezzi e attrezzature aeroportuali che stiamo via via elettrificando, fa parte di un percorso ben definito della nostra transizione green. Siamo felici di poter contribuire all’azzeramento delle emissioni del comparto, certi che tutta l’industria dell’aviazione proseguirà rapidamente su questa strada”.

Pierluigi Di Palma, Presidente Enac ha dichiarato: “L’inaugurazione di oggi rappresenta un’altra tappa del processo di decarbonizzazione del settore del trasporto aereo. Un percorso che vede coinvolti tutti gli aeroporti italiani e che conferma l’impegno di Enac per la riconciliazione tra il trasporto aereo e l’ambiente. Diamo piena attuazione, pertanto, alla missione dell’Enac che prevede lo sviluppo dell’equa competitività nel rispetto dell’ambiente. L’Ente sta mettendo in campo ogni sforzo per agevolare la semplificazione dei processi autorizzativi che permetteranno agli aeroporti di compiere la transizione verso forme di decarbonizzazione, di riduzione CO2 e di limitazione dell’impatto sull’ambiente”.

Presenti all’inaugurazione dell’impianto fotovoltaico, anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’Assessora alle Attività Produttive della Città di Torino Gianna Pentenero.

Il nuovo impianto fotovoltaico rappresenta un avanzamento del percorso di sostenibilità ambientale ‘Torino Green Airport’, la roadmap di sostenibilità ambientale lanciata nel 2021 che comprende tutti gli interventi già implementati dall’aeroporto di Torino, in via di realizzazione e pianificati per il futuro, con l’obiettivo di raggiungere l’azzeramento delle emissioni sotto il proprio controllo con largo anticipo rispetto alla scadenza del 2050.

Tra le iniziative più rilevanti già avviate, la sostituzione dei veicoli aeroportuali con mezzi full electric che effettuano le operazioni di assistenza agli aeromobili, rendendo possibile un processo di turnaround 100% green, a cui si è aggiunta anche l’entrata in servizio di un’ambulanza elettrica.  Un altro tassello significativo del percorso ‘Torino Green Airport’, è stato il conseguimento nel 2022 della certificazione ambientale ACA-Airport Carbon Accreditation Level 3 ‘Optimisation’. Infine, come partner del progetto europeo TULIPS dedicato all’innovazione a fini di sostenibilità ambientale nell’industria aviation, Torino Airport ha già installato un primo impianto fotovoltaico come parte di una smart grid presso la caserma dei Vigili del Fuoco dell’aeroporto.

Andrea Varese nuovo Segretario Generale della Fondazione CRT

Il Consiglio di Amministrazione di Fondazione CRT, riunitosi oggi sotto la Presidenza di Fabrizio Palenzona, ha deliberato la nomina di Andrea Varese quale nuovo Segretario Generale della Fondazione.
Classe 1964, originario di Torino – città dove si è laureato in Economia e Commercio – Varese è un esperto di processi e temi regolamentari bancari, problematiche di gestione di rischi e ridisegno dei processi aziendali.
Ha lavorato per diversi anni nel Gruppo Fiat, in Italia e all’estero, dove è stato responsabile Global Capital Markets di Fiat Group, Direttore Finanziario e Vice- Presidente del Gruppo in Polonia, oltre che responsabile della Tesoreria per Fiat USA e NAFTA. Successivamente è entrato in Unicredit, dove ha ricoperto incarichi strategici e di primo piano dapprima in Polonia e, successivamente, in Italia, Germania e in altri Paesi europei, occupandosi di gestione dei rischi e problematiche creditizie. Ha operato inoltre nel settore del Corporate and Investment Banking e nello sviluppo e nella gestione dei modelli di rischio.
E’ membro del Supervisory Board di Yunex Traffic, società tedesca leader mondiale nello sviluppo e nella gestione di piattaforme di intelligenza artificiale per la mobilità integrata. Ha fatto parte per oltre 10 anni del Management Board della Fondazione Culturale Hypo-Kulturstiftung, una delle più importanti istituzioni culturali private della Baviera dove ha maturato una esperienza caratterizzante nel settore filantropico.
Il nostro obiettivo è di consolidare sempre più la presenza e l’attenzione della Fondazione alla comunità torinese, dandole al tempo stesso un respiro e una visione internazionali. In questo senso, anche a nome di tutto il Consiglio, voglio dare il mio benvenuto ad Andrea Varese. Il nuovo Segretario Generale è un autorevole esponente della città di Torino che ha costruito, negli anni, una importante e solida carriera internazionale, sia dal punto di vista industriale che finanziario e filantropico. Varese è un esperto nella gestione dei processi aziendali e dei modelli di rischio, oltre che del corporate e dell’investment banking. Siamo certi che la sua esperienza, profusa in diversi ambiti e in diversi business, potrà apportare un contributo determinante alla strategia di sviluppo della Fondazione, a vantaggio della città di Torino e di tutti i nostri stakeholder”, ha dichiarato il Presidente di Fondazione CRT, Fabrizio Palenzona.
Il board della Fondazione ha inoltre espresso il proprio ringraziamento per il Segretario Generale uscente, Massimo Lapucci, per il significativo lavoro svolto in questi anni sul fronte economico-finanziario, oltre che per l’impulso dato allo sviluppo internazionale della Fondazione. Il Consiglio ha formulato i migliori auguri a Lapucci per i nuovi percorsi professionali che intenderà intraprendere. Il Segretario uscente resterà Ceo della società consortile OGR.