redazione il torinese

E’ tempo di bilanci e di intenti attorno al “caminetto un po’ tetro” del sistema Torino

L’OPINIONE  di Enzo Biffi Gentili

Quando andranno alle urne i cittadini, ci si passi la volgarità, “inchiappendinati”, rafforzeranno un centro destra che però molte idee precise, e segni di discontinuità rispetto al passato, per ora non mostra. È fine anno, ed è anche tempo di intenti

 

È fine anno, ed è tempo di bilanci. Che non sono solo quantitativi e amministrativi, ma anche qualitativi e politici. I primi sono tragici –entri in un ente o un’azienda pubblica, e scopri la polvere nascosta sotto il tappeto, frutto di gestioni precedenti “esuberanti”- i secondi drammatici. Perché inducono a un complessivo giudizio di inadeguatezza che riguarda sia la cultura di governo che la cultura di opposizione, di oggi e di ieri. Con la sensazione che il “sistema Torino” in fondo sia rimasto lo stesso, e che il grillismo si sia rivelato un ircocervo (con questa parola si indicava, nella antica zoologia fantastica, un ibrido animale, mezzo caprone e mezzo cervide; poi in tempi moderni il termine è stato usato metaforicamente, dal Croce, per definire formazioni politiche caratterizzate da una intrinseca contraddizione intellettuale). Intorno a questo “caminetto un po’ tetro” subalpino -copyright Guido Gozzano ne L’amico di nonna Speranza– nasce spontanea la parodia di quella poesia: “rinasco, rinasco nel mille novecento settanta!”. Perché gli anni Settanta furono quelli del PCI “partito di lotta e di governo”, e della “aggregazione” e partecipazione come primi obbiettivi dichiarati dal sindaco dell’amministrazione rossa torinese, soprattutto per le periferie (teorie che furono classici esempi di “doppiezza comunista” e carenza progettuale). Attenzione, Appendino, a non confondere Novelli con Olivetti. Non son più quei tempi plumbei, ma stanno emergendo povertà e disoccupazione, con una minor capacità delle forze politiche di insediamento sociale. Non son più nemmeno quei tempi creativi: si pensi al successo internazionale dell’Arte povera d’allora, che ancor oggi, a 50 anni esatti dopo la sua prima mostra, qui si continua a celebrare. Insomma, il principale difetto attuale è quello di prefigurazione del futuro. I “tagli” sono obbligati, ma appaiono indiscriminati, e accanto fioriscono i supermercati. La postura della Sindaca appare alquanto rattrappita, e ancora scarse sono le azioni di apertura alla società civile (ma non quella dei soliti noti, per favore). Si pensi di più a sostenere i giovani. destinatari logici di spese di investimento. che in qualche caso hanno dimostrato buoni propositi, soprattutto nel campo del disegno: sono i casi, in occasione della recente manifestazione Torino Design of the City, degli eventi intitolati Torino stratosferica di Luca Ballarini Bellissimo e Nuove arti applicate “impegnate” di Undesign e altri.

Contemporaneamente si chiamino al confronto esperti anziani tradizionalmente estranei alle idee ricevute e alle pompe della rete di potere: è fondamentale pure una mediazione generazionale. E ancora si tentino di coniugare le nuove forme del pensiero e lavoro manuale e di quello digitale. Altrimenti chi andrà ai seggi lo farà di nuovo solo per licenziare chi aveva il compito di governo (atto compiuto nel 2016, si confessa, anche da chi scrive). Un film del quale già conosciamo la trama: i cittadini, ci si passi la volgarità, “inchiappendinati”, rafforzeranno un centro destra che però molte idee precise, e segni di discontinuità rispetto al passato, per ora non mostra. È fine anno, ed è anche tempo di intenti.

Amianto, una proposta di legge

Se Afeva ha ormai un consolidato nella lotta all’amianto, nell’ultimo anno anche un’altra associazione su questo fronte è stata piuttosto attiva, non tanto per i drammi di Casale Monferrato ma per alte parti d’Italia, l’Ona – Osservatorio nazionale amianto. L’associazione, presieduta dall’avvocato Enzo Bonanni ha recentemente elaborato, tramite Nicola Forte, componente del suo Comitato tecnico – scientifico, una proposta di legge che, se è ormai andata perenta in questa legislatura, potrà senz’altro venire posta all’attenzione del Parlamento in quella che nascerà nei primi mesi del prossimo anno. La proposta, presentata a Roma in Campidoglio, prevede che venga riconosciuto un credito d’imposta per le spese di bonifica dei materiali di amianto, nella misura del 50% per i produttori di reddito d’impresa, del 75% per i privati; e la detrazione del 50% dell’importo di erogazioni liberali finalizzate alla bonifica dell’amianto presente nelle scuole e negli ospedali. E come strumento di contrasto viene indicata la strada della bonifica. Luciano Mutti, oncologo di fiducia dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ribadisce come l’unico strumento veramente efficace per fermare la strage delle patologie da amianto sia quello della bonifica, anche con le detrazioni e bonus fiscali, come previsto dalla proposta di legge, mentre Bonanni sottolinea che nei prossimi 10 anni, a causa delle pregresse esposizioni a polveri e fibre di amianto, si registrerà un picco dei casi e purtroppo dei decessi (oltre 50.000), con circa 5 miliardi di euro di spese sanitarie che graveranno sulla collettività e a cui si dovranno aggiungere il peso sociale e i costi per le prestazioni previdenziali e assistenziali, con un conseguente “un rischio collasso del welfare”. In Campidoglio è intervenuto anche il presidente dell’Inps Tito Boeri che ha portato, a livello nazionale, un dato davvero impressionante, prevedendo che l’amianto possa essere bonificato nei prossimi 85 anni: così, però, l’epidemia di patologie asbesto correlate durerebbe almeno 120 anni, e ci sarebbero non meno di 100.000 nuovi decessi solo in Italia. Naturalmente, questa, e per fortuna visto il ruolo di “Città Martire” che ha assunto Casale con il Monferrato, non è il caso della città di Sant’Evasio, dove le bonifiche sono cresciute notevolmente negli ultimi anni, come pure la sensibilità al problema è ormai un patrimonio comune, grazie anche all’impegno delle amministrazioni comunali che si sono succedute sino a quella attuale di Titti Palazzetti.

Massimo Iaretti

 

Fondazione Musei, Appendino assicura mantenimento posti di lavoro

I posti di lavoro saranno mantenuti. Lo ha assicurato la sindaca Appendino ai sindacati al termine dell’incontro sulla questione dei 28 esuberi alla Fondazione Torino Musei, presente l’assessora alla Cultura Francesca Leon. I sindacati hanno dichiarato che Appendino ha annunciato un intervento a tutela dell’occupazione e non saranno stanziati altri contributi alla cultura. Se verrà cambiato il datore di lavoro, la richiesta dei sindacati è di mantenere  tutti i diritti, anche  l’articolo 18.

Museo Risorgimento, boom di presenze

Sono stati 1.710 i visitatori che in questi giorni di festa, da martedì  26 a giovedì 28 dicembre, hanno visitato il Museo Nazionale del  Risorgimento. Sono invece circa 150.000 gli ingressi registrati in tutto  il 2017. Un dato molto positivo che conferma il buon andamento degli  ultimi mesi. Ricordiamo che fino a domenica 7 gennaio 2018  il Museo resterà sempre  aperto, ad eccezione della giornata di Capodanno. Oltre che l’esposizione permanente, il pubblico potrà visitare la mostra  “Cinzano: da Torino al mondo” che è stata prorogata fino all’11 febbraio  2018. In allegato il comunicato stampa e le fotografie di alcune opere  esposte. Inoltre domani, sabato 30 dicembre, nell’ambito del progetto Musei.Amo  saranno proposte due visite guidate teatrali alle ore 15.30 e alle ore  17 a cura di ART.Ò e Oikos Teatro.

La sindaca: “Andremo avanti, stiamo lavorando bene per la città. E dovrebbero farlo tutti”

Conferenza stampa di fine anno per Chiara Appendino e gli assessori comunali a Palazzo Civico. “Non è un miracolo arrivare a fine mandato: ci arriveremo perché stiamo lavorando bene. C’è chi continua a dire che la nostra amministrazione cadrà, ma noi  siamo ancora qui e continuiamo a fare bene per la nostra città. Chiedo la stessa responsabilità a tutti, quella  di lavorare per la città”. Così ha detto la prima cittadina che ha voluto respingere le critiche all’amministrazione municipale per problemi quali il dramma di piazza San Carlo, Gtt, il bilancio e le inchieste giudiziarie.  “Tre i punti fondamentali per il nostro futuro –ha spiegato Appendino -. Il primo è la scelta del piano di rientro; la scelta più difficile, saranno più difficili i mesi di gennaio e febbraio ma che l’unico strumento in grado di dare un futuro alla città. Secondo punto, l’istituzione di un nuovo strumento, l’interpellanza del cittadino: strumento simbolico, che permette al cittadino di entrare in contatto con la Giunta e ritrovare fiducia nelle istituzioni. Perché la politica è farsi parte attiva nelle scelte della città”. Poi il Piano regolatore, “il progetto Torino 2030: laboratorio della sostenibilità. Da gennaio inizia un lavoro di confronto con la Città per costruire un piano di sviluppo con la revisione del Piano regolatore, a partire dai bisogni delle persone. Primi interlocutori i giovani. Ogni mese incontri con soggetti in modo pubblico per la costruzione della nuova città che vogliamo”.

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La replica giunge dall’opposizione, in particolare da Forza Italia, attraverso una nota del capogruppo azzurro in Sala Rossa, Osvaldo Napoli: “Se sindaco e giunta non vogliono usare l’amministrazione di Torino per fare campagna elettorale per il M5s allora dovrebbero, con una punta d’umiltà, spiegare perché nessuna delle promesse elettorali è stata fin qui realizzata. Avrebbero dovuto spiegare perché nel volgere di un anno e mezzo sono esplose situazioni – penso alle difficoltà finanziarie di GTT, ma anche ai licenziamenti della Fondazione Torino Musei – rispetto alle quali è difficile tacere, dai banchi dell’opposizione, mentre è doveroso da parte della giunta trovare risposte credibili e socialmente sostenibili. Di chi la responsabilità? Dei Cinquestelle o del PD? Non c’è bisogno di strumentalizzare, gli elettori torinesi sanno giudicare da sé attribuendo responsabilità a chi ha governato ieri e a chi governa oggi”.

TEATRO STABILE DI TORINO: UN ANNO DI RISULTATI STRAORDINARI

Il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale chiude in maniera molto positiva l’anno 2017: tutti gli indicatori chiave di prestazione sono infatti in forte progresso rispetto all’esercizio precedente.

Confrontando i risultati del 2016 con quelli del 2017, sul fronte dei ricavi lordi dell’attività gli incassi al botteghino passano da 1,95 a 2,3 milioni di euro, facendo segnare un aumento del 19%, mentre il fatturato per la vendita di spettacoli a terzi e per rientri da coproduzioni cresce da 1,3 a 1,6 milioni di euro, ossia del 23%.

Altrettanto significativo è l’aumento degli spettatori in sede: si passa infatti dalle n. 137.382 presenze del 2016 alle n. 158.643 presenze del 2017, in progresso del 15%.

In aumento anche il numero delle recite di produzione e coproduzione, n. 359 (di cui n. 232 in sede, n. 16 in Piemonte, n. 111 in Italia e all’estero), il numero delle recite ospiti, n. 280, e il numero degli spettatori fuori sede, pari a n. 62.477.

Tra spettacoli prodotti, coprodotti e ospitati, in sede e fuori sede, compresi quelli del festival Torinodanza, nel 2017 lo Stabile ha aperto il sipario n. 639 volte, in crescita del 13% rispetto al 2016.

Infine nel 2017 lo Stabile e Torinodanza si confermano al vertice delle classifiche del MiBACT sia tra i teatri nazionali sia tra i festival disciplinari ed entrambi vedono crescere del 7% il contributo Fus (Fondo Unico per lo Spettacolo) rispetto all’anno precedente, totalizzando 2.828.734 Euro.

 

Dati anno 2017 Aumento % su 2016
Spettatori in sede n. 158.643 + 15%
Spettatori in tournée n. 62.477 +   8%
Spettatori totali (in sede e in tournée) n. 221.120 + 13%
Recite totali (prodotte, coprodotte, ospitate) n. 639 + 13%
Ricavi lordi da bigliettazione 2.301.250 € + 19%
Fatturato lordo per vendita spettacoli 1.603.700 € + 23%

 

 

«A nome mio e di tutto il Consiglio di amministrazione – dichiara il Presidente Lamberto Vallarino Gancia – esprimo grande soddisfazione per i risultati ottenuti nell’esercizio che va chiudendosi, che hanno consentito al Teatro non solo di assorbire un forte taglio dei contributi ma addirittura di consolidare le proprie funzioni pubbliche di presidio culturale permanente al servizio della comunità. Un ringraziamento particolare – aggiunge Vallarino Gancia – va ai Soci Aderenti che pur nella difficile situazione generale non hanno mai fatto venir meno il loro sostegno. E un apprezzamento speciale – conclude Vallarino Gancia – va al Direttore Filippo Fonsatti, che con la sua efficiente conduzione manageriale ha saputo affrontare e brillantemente superare le criticità, ai due Direttori artistici uscenti, Mario Martone e Gigi Cristoforetti per la qualità altissima della loro programmazione, e a tutto lo staff del Teatro per la competenza, l’impegno e la passione con cui affronta quotidianamente le nuove sfide».

«Incassi e fatturato, contributo Fus, affluenza di spettatori e produttività hanno toccato livelli mai conseguiti prima nella storia del Teatro Stabile – precisa il Direttore Filippo Fonsatti. Siamo orgogliosi dell’accoglienza riservata alle nostre proposte, che pur incontrando il favore del pubblico più ampio non hanno mai rinunciato al “rischio culturale”. Da questi dati significativi e competitivi – conclude Fonsatti – si parte per istruire l’istanza ministeriale per il prossimo triennio 2018-2010 che dovrà confermare allo Stabile lo status di Teatro Nazionale».

 

Dal 1° gennaio 2018 saranno operativi i nuovi vertici artistici della Fondazione: Valerio Binasco Direttore artistico del Teatro Stabile, Anna Cremonini Direttrice artistica del festival Torinodanza, Gabriele Vacis Direttore della Scuola per attori, Fausto Paravidino Drammaturgo residente. «Una squadra d’eccellenza, ambiziosa e affiatata – commentano il Presidente Vallarino Gancia e il Direttore Filippo Fonsatti – che saprà ridefinire l’identità artistica e culturale dello Stabile e consolidarne la competitività in ogni ambito dell’attività istituzionale: produzione, programmazione, formazione e ricerca. A tutti loro – proseguono Vallarino Gancia e Fonsatti – porgiamo il nostro più caloroso benvenuto e un augurio di buon lavoro».

 

A proposito di futuro prossimo, sul fronte delle produzioni e coproduzioni il 2018 si annuncia fin dai primi mesi ricco di proposte tra grande repertorio e drammaturgia contemporanea: a gennaio debutta al Teatro Gobetti L’illusion comique di Corneille per la regia del giovane Fabrizio Falco, approda al Carignano la coproduzione internazionale Les trois sœurs di Cechov nella versione della star globale Simon Stone e sarà ripreso Il Sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo firmato dal direttore artistico uscente Mario Martone, in tournée al Piccolo di Milano e all’Argentina di Roma; a febbraio Disgraced di Akhtar messo in scena da Martin Kušej, tra i più acclamati registi europei, sarà ospite del Residenz Theater di Monaco di Baviera mentre Valerio Binasco inizierà le prove della sua prima produzione da direttore artistico, Don Giovanni di Molière, in programma al Carignano da aprile.

 

 

Caso Gtt, se la Giunta non ha colpe deve comunque trovare soluzioni

STORIE DI CITTA’    di Patrizio Tosetto
Mi sa che l’unica strada percorribile per tentare di salvare capra e cavoli nella brutta storia di Gtt è la veloce nomina di un commissario con poteri speciali. Commissario con una missione quasi impossibile. Ma é dovere quasi morale: dovrà salvaguardare i posti di lavoro, fare tornare i conti. Soprattutto rendere credibile l’azienda. E serve un piano industriale credibile che destini una parte delle risorse anche al miglioramento dei servizi oggi di fatto al collasso. E alla fine è opportuno attrarre capitali privati. La credibilità aziendale è fondamentale. Questa giunta lasci perdere, cedendo il passo a chi è capace, magari perché ha già affrontato questioni simili. Con un “dettaglio” finale che, pensandoci bene , non è secondario. La città di Torino dovrà saldare i suoi debiti, pena la possibile richiesta di fallimento dell’azienda con i successivi danni patrimoniali da chiedere agli amministratori, responsabili perché maggioranza. Possibilità non tenuta in debito conto dai pentastellati che hanno votato un bilancio contro il parere dei sindaci. Io non l’avrei fatto. Tanta confusione, troppa confusione in chi amministra questa nostra Torino.
 
Confusione in chi dovrebbe, se non risolvere, aiutare a risolvere i problemi della città. Tanti, tantissimi. Prima si poteva e forse si doveva dissentire su scelte non condivise. Ora non ci sono più le scelte da condividere o criticare, per il semplice fatto che non ci sono scelte. Il dramma Gtt é sotto gli occhi di tutti. I penstallati contro l’entrata dei privati in azienda, il Comune che non ha soldi. Sì, proprio gli stessi grillini che sono contro la vendita di azioni. E dicono candidamente che i soldi ce li mettano lo Stato e la Regione. Senza ovviamente aver approvato un adeguato piano industriale. Purtroppo il niente impastato con il nulla. Ricapitalizzare senza mettere dei soldi é semplicemente l’impossibile. E comunque chiedere di mettere dei soldi senza un appropriato piano industriale è velleitario e demagogico. Un’ azienda privata che non va bene ha di fronte queste possibili soluzioni:  chiude ma deve pagare i debiti. Chiede il concordato preventivo in continuità. Ricapitalizza e/o ricapitalizza con l’entrata di nuovi soci. Tragicamente elementare. Orbene, questo non si capisce da parte pentastellata:  quale strada si vuole e si dovrebbe imboccare. Ora il cda deve giudicare ed eventualmente approvare il piano industriale. Secondo Appendino e l’ assessore competente dipende  solo da questa approvazione.

Con questo atteggiamento di fondo: non essendone la causa anche le soluzioni non dipendono da noi amministratori pentastellati.E condividiamo le forti preoccupazioni dei sindacati. Preoccupazioni principalmente occupazionali, timore confermato dall’incontro con l’Appendino. Senza che ad esempio venisse presentata almeno una bozza do questo famoso piano industriale. Vorremmo essere ottimisti, forse abbiamo il dovere di esserlo. Ma non ci riusciamo.Non ci convince la credibilità di chi dovrebbe guidare il progetto di risanamento. Non solo il cda e l’attuale amministratore delegato.  Ma soprattutto il socio di riferimento, il Comune di Torino. Troppo tempo é stato perso e in questi casi la velocità delle scelte é fondamentale, oltre alle necessarie risorse economiche. Il commissariorio rimane l’unica scelta operativa possibile. Chi paga sono lavoratori e cittadini-utenti.

Baby Gang aggredisce due persone all’alba

Era una vera e propria baby gang quella che all’alba di Santo Stefano ha aggredito e rapinato in strada due persone ed è stata individuata dalla polizia. I componenti della banda sono sei giovani, di cui  tre minorenni. Sono stati identificati e denunciati dalla polizia per rapina e lesioni aggravate. Le aggressioni in corso Raffaello e in via Valperga. Le vittime della gang  un egiziano di 30 anni accusato dai ragazzi  di avere molestato una ragazza della banda (lo hanno bastonato sulla testa cercando  di rubargli il cellulare) e  una 32enne, che è stata afferrata per i capelli e presa a calci e pugni per rubarle venti euro. La donna è stata successivamente  medicata in ospedale.

A San Silvestro si balla con Smartrams

La nona edizione di Smartrams (STS) chiude il 2017 e inaugura il 2018 con un ballo lungo tutta la notte  di San Silvestro. Dalle 21.30 alle 2.00 STS9 collega gli eventi del Capodanno di Torino al Pala Alpitour  e allo Spazio211 percorrendo la linea del 4 da Piazza Derna a Piazzale Caio Mario.  A bordo si festeggia con la musica di Dj Morciano (Jazz Club) & Grano (Outcast). A illuminare la città lungo il percorso del tram ci sono le proiezioni video di High Files. Sul tram anche il progetto fotografico “In viaggio” di Emanuele Basile che, con il suo sguardo indagatore filtrato dall’obiettivo della sua inseparabile macchina fotografica, immortala il viaggio degli altri in giro per il mondo ed espone i suoi scatti nella perfetta cornice mobile di STS. Ingresso libero a tutte le fermate fino a capienza massima; è consigliata la prenotazione al costo simbolico di €1,50 euro acquistabile su EventBrite http://bit.ly/2DQI3Nr. Ai prenotati sarà garantita la priorità di salita su Smartrams. Percorso e orari su www.smartrams.it

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Torino, 31 Dicembre 2017 – 1 Gennaio 2018
SMARTRAMS
#STS9_Capodanno

Gtt, arrivano in soccorso Comune e Regione dopo l’incontro tra Appendino e Chiamparino

Il nodo è quello che conti in rosso e del pericolo di 200 licenziamenti

La Città  di Torino e la  Regione Piemonte sono disposte a intervenire a sostegno di Gtt se il piano per salvare il Gruppo Torinese Trasporti avrà adeguata  sostenibilità finanziaria e sarà approvato dal Cda dell’azienda di trasporto pubblico. La decisione è emersa dall’incontro  tra la sindaca Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, tenutosi ieri a Palazzo Civico. Un colloquio durato circa mezz’ora, sembra all’insegna della collaborazione istituzionale, in un clima, scrive l’Ansa, definito dalle parti “sereno e senza alcuna frizione fra i due enti”. Il nodo è quello che conti in rosso e del pericolo di 200 licenziamenti.

 

(foto: il Torinese)