redazione il torinese

Volontari, oppositori, minoranze religiose nella Grande Guerra

Il seminario, organizzato dalla Fondazione Fabretti e dalla Società per la cremazione (SOCREM) di Torino, in collaborazione con Istoreto, si inserisce nell’ambito delle iniziative previste per il centenario della fine della prima guerra mondiale, e approfondirà il rapporto tra la città di Torino e la Grande Guerra

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Torino, 1915-1918.
Volontari, oppositori, minoranze religiose nella Grande Guerra
presso Istoreto
Sala Memoria delle Alpi
Via del Carmine 13, Torino 

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Il seminario, organizzato dalla Fondazione Fabretti e dalla Società per la cremazione (SOCREM) di Torino, in collaborazione con Istoreto, si inserisce nell’ambito delle iniziative previste per il centenario della fine della prima guerra mondiale, e approfondirà il rapporto tra la città di Torino e la Grande GuerraNell’analisi delle interrelazioni tra la complessa e dinamica realtà torinese d’inizio Novecento e il primo conflitto mondiale, verrà dato spazio ad alcuni gruppi sociali per così dire ‘minoritari’ – minoranze religiose, movimento femminista e socialismo intransigente, massoneria e associazionismo cremazionista – che incarnano lo spirito e le contraddizioni del paesaggio civile della Torino dell’epoca.Si cercherà di osservare la storia sociale della Grande Guerra da angolature alternativeinconsuete, attraverso le quali restaurare le vicende di uomini e donne, indagare i perché e icome di allora, accertare come la guerra sia stata, a seconda dei casi, voluta o temuta, appoggiata o contestata, celebrata e ricordata.

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INTRODUCE E MODERA

Giovanni De Luna

RELATORI

Valentina Colombi – Collaboratrice Istoreto
Torino in conflitto: scosse e fratture della città in guerra

Gabriella Ballesio – Direttore Archivio Tavola Valdese
Fedeltà, perseveranza e abnegazione.
Il Comitato di Assistenza ai Militari Evangelici (CAME) di Torino (1915-1918)

Barbara Berruti – Vicedirettrice Istoreto
Emilia Mariani, una donna nella Torino della Grande Guerra 

David Sorani – già insegnante di Storia e Filosofia presso il Liceo Classico e Musicale C. Cavour, assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Torino
Gli ebrei italiani e l’ambigua promessa.
La partecipazione ebraica alla Grande Guerra come culmine dell’identificazione nazionale e la Grande Guerra come premessa al tradimento dello Stato

Marco Novarino – Professore di Storia Contemporanea – Università di Torino
Tra cosmopolitismo e nazionalismo.
La massoneria italiana durante la Grande Guerra

Giacomo Felicioli – Borsista presso Fondazione Fabretti
Archivi e memoria.
La Società per la Cremazione di Torino nella prima guerra mondiale

Ingresso libero e gratuito

Deliziosi dolcetti alle pere 

Un dessert semplice e genuino realizzato con le pere. Un guscio di morbida frolla con un ghiotto ripieno di pere e cioccolato, un connubio davvero irresistibile. 
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Ingredienti 

300gr. di farina 
80gr. di burro 
80gr. di zucchero 
3 pere Kaiser 
2 uova 
1 bustina di lievito per dolci 
2 cucchiai di cacao in polvere 
1 pizzico di sale 
Zucchero a velo q.b. 
Scorza di limone grattugiata 

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Impastare nel mixer la farina con il burro a pezzetti, unire 60gr. di zucchero, 2 tuorli, la scorza di limone, lievito, un pizzico di sale. Dividere l’impasto in due parti e con il mattarello, stendere in due sfoglie sottili.  Foderare con una sfoglia una teglia rettangolare imburrata ed infarinata. Distribuire le pere affettate sottilmente, spolverizzate con lo zucchero rimasto e il cacao in polvere. Ricoprire con la seconda sfoglia, spennellare con l’albume rimasto ed infornare a 180 gradi per 50 minuti. Sformare subito e tagliare in piccoli rettangoli. Quando i dolcetti si sono raffreddati, cospargere con zucchero a velo. 

Paperita Patty 

I macchiaioli dalle origini alla modernità

I macchiaioli, i loro antenati, la nascita e la loro stagione più felice saranno i protagonisti della prossima mostra ospitata alla GAM di Torino dal 26 ottobre fino al 24 marzo 2019. L’esposizione, che ripercorrerà il periodo compreso tra la sperimentazione degli anni Cinquanta dell’ Ottocento fino ai capolavori degli anni Sessanta, comprende ottanta opere provenienti dai più importanti musei italiani, enti e collezioni private. L’esposizione concentra la sua attenzione soprattutto intorno al dialogo tra la pittura dei macchiaioli e la prestigiosa collezione ottocentesca della Gam, che risale, nella sua nascita, proprio al 1863, vale a dire agli anni della proclamazione di Torino a capitale del Regno d’Italia, quando la coraggiosa sperimentazione dei frequentatori del caffè Michelangiolo ottenne la sua prima affermazione alla Promotrice di Belle Arti, nel maggio 1861. In questa prospettiva una particolare attenzione viene restituita al pittore Antonio Fontanesi, nel bicentenario della nascita, agli artisti piemontesi della Scuola di Rivara,   quali Carlo Pittara, Ernesto Bertea, Federico Pastoris ed Alfredo d’Andrade, ed ai liguri della Scuola dei Grigi (Serafino de Avendano ed Ernesto Rayper). La mostra individua anche originali elementi di confronto tra questi artisti e la pittura dei protagonisti della cruciale stagione artistica dei macchiaioli, Cristiano Banti, Giovanni Fattori, Telemaco Signorini ed Odoardo Borrani. L’esposizione vede la partecipazione, oltre alle opere dei maestri accademici di gusto romantico o purista, quali Luigi Mussini, Enrico Pollastrini, Antonio Ciseri, Stefano Ussi, anche delle opere scelte alle prime Promotrici di Belle Arti ed alla prima Esposizione nazionale di Firenze del 1861 con, sullo sfondo, la visita all’Esposizione universale di Parigi nel 1855, che rappresento’, per i giovani macchiaioli, un evento fondamentale capace di suscitare grande curiosità. In mostra anche opere degli anni Cinquanta e dei primi anni Sessanta dell’Ottocento, in cui venne affrontata da questi artisti innovatori la sperimentazione della macchia, applicata ad un rinnovamento paesaggistico e dei soggetti, che venivano dipinti spesso da angolature diverse. Quindi vengono proposte le scelte figurative dei macchiaioli negli anni dall’Unità d’Italia a Firenze capitale, con una attenzione particolare agli ambienti in cui nacque il loro linguaggio, quali Castiglioncello, nelle estati trascorse presso la tenuta Martelli, i pacati pomeriggi autunnali e primaverili nella periferia fiorentina a Piagentina, dove i macchiaioli trovavano riparo dalle trasformazioni della Firenze di allora, divenuta capitale dell’Italia unita nel 1865. L’ultima sezione si concentra sull’esperienza cruciale di due riviste, il “Gazzettino delle Arti del disegno”, pubblicato nel 1867 a Firenze, e l’ “Arte in Italia”, fondata due anni dopo a Torino. La prima vide la partecipazione attiva di Martelli, Signorini ed altri critici, che presentarono il loro spirito di lettura nei confronti delle espressioni artistiche contemporanee europee, la seconda contribuì al rinnovamento dell’ambiente artistico piemontese con personalità come Giovanni Camerana. La mostra, curata da Virginia Bertone e Cristina Acidini, promossa dalla Fondazione Torino Musei, Gam e 24 Ore Cultura, con il coordinamento tecnico di Silvestra Bietoletti e Francesca Petrucci, si avvale anche della collaborazione dell’ Istituto Matteucci di Viareggio.

 

Mara Martellotta

“Condizioni inaccettabili degli infermieri nel carcere di Vercelli”

Il Nursing Up: “Ora basta, si è arrivati ad un solo infermiere per 370 detenuti”

A Vercelli si sta trascinando da anni una situazione assurda e inaccettabile che non può più attendere per essere sanata. Si tratta della drammatica carenza di personale infermieristico assegnato alla Sanità Penitenziaria, presso la Casa Circondariale di Vercelli. Stiamo parlando di una realtà in cui, spesso, si ha un solo infermiere per 370 detenuti (quando la capienza massima della struttura dovrebbe essere di 230 unità). Una condizione di lavoro ingestibile, che si somma a gravi carenze strutturali e igienico-sanitarie, climatiche, organizzative e del lavoro in carcere. Tutto ciò senza la minima considerazione da parte della Direzione dell’Asl di tutti gli appelli inviati in passato. “Il Nursing Up denuncia la grave mancanza di risposte della Direzione della ASL di Vercelli nei confronti di questo enorme disagio più volte manifestato, cui costringe quotidianamente gli infermieri – sottolineaClaudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, sindacato degli Infermieri -. Nonostante la normativa regionale definisca i requisiti minimi di personale infermieristico stabiliti in rapporto al numero dei ristretti, secondo la DGR n. 29-3386 del 30 maggio 2016, con un organico di almeno due unità per una capienza massima di 230 detenuti. Invece, ed è gravissimo, a Vercelli sono mediamente presenti ben 370 persone e spesso un solo infermiere in servizio. Manca inoltre un coordinatore dedicato che, sempre secondo il modello organizzativo della Regione, dovrebbe fare riferimento al responsabile infermieristico del territorio che non c’è”.

Violenza, 280 uomini e tutti da rieducare

L’assessora regionale ai Diritti Civili, Monica Cerutti, durante il convegno ‘Interventi per gli autori di violenza’ tenutosi a Palazzo Lascaris, ha annunciato la firma di un protocollo che rafforzerà l’azione degli operatori e delle operatrici

Uomini che odiano le donne: la regione li vuole recuperare. Sono 280 in Piemonte quelli presi in carico dagli operatori che si occupano del fenomeno. Qualche mese fa, era stata creata una task force per rieducare gli autori di violenza,e ora  c’è da correggere il tiro: ci sono metodi da condividere e risultati da misurare. Così l’assessora regionale ai Diritti Civili, Monica Cerutti, durante il convegno ‘Interventi per gli autori di violenza’ tenutosi a Palazzo Lascaris, ha annunciato la firma di un protocollo che rafforzerà l’azione degli operatori e delle operatrici, in collegamento con i Centri Antiviolenza e le istituzioni carcerarie, per consolidare il sistema e renderlo più efficace, così come previsto dalla legge regionale 4/2016 pensata proprio per prevenire e contrastare alla violenza di genere. Fino a oggi sul territorio sono stati coinvolti in programmi di rieducazione alcune centinaia di persone. Nel carcere di Torino sono 60 i detenuti  con condanna definitiva a sfondo sessuale che beneficiano di un programma ad hoc. Nel carcere di Vercelli sono ben 45. A Biella sono 15. Fuori dal carcere, invece, le otto associazioni che compongono la task force (Cerchio degli uomini, Consorzio socio-assistenziale cuneese,Spam – Paviol, Consorzio socio-assistenziale Ossola, Medea,Gruppo Abele, Elios Coop e Punto a capo),  hanno oggi in carico circa 162 persone. Di queste, sette su dieci sono italiane. E in 7 casi su dieci si tratta di mariti o conviventi delle vittime. “L’obiettivo è uno: cercare di rendere questi uomini non più un pericolo per le donne che hanno maltrattato. Quando escono dal carcere, spesso, vanno a cercare di nuovo le proprievittime. – racconta Cerutti – E quando sono a piede libero diventano stalker, minacciano, o in qualche modo si accaniscono, nei modi più violenti, contro le compagne che li hanno lasciati. Noi vogliamo cercare di impedire che continuino su questa strada. Vogliamo che le donne possano sentirsi più sicure”. Proseguono anche progetti innovativi come l’allontanamento degli uomini dalla casa che condividono con la compagna. A Verbania, il  Consorzio socio-assistenziale Ossola ha una convenzione con la parrocchia e mette a disposizione, di un uomo allontanato dalla propria famiglia, un posto letto in emergenza temporanea. “Ci piacerebbe estendere questa esperienza a tutto il Piemonte – afferma l’assessora – Il problema principale sono le risorse. Servirebbe un sostegno  dal dipartimento pari opportunità per predisporre risorse specifiche  a favore di quegli operatori che affrontano questo tipo di rieducazione”.

Riapre il Tazzoli e riparte la stagione dell’Ice Club Torino

Nella scorsa stagione gli atleti hanno preso parte ad appuntamenti di altissimo livello come i Giochi Olimpici di Pyeongchang 2018, i Campionati Europei di Mosca, tappe di Grand Prix junior, Mondiali junior
Dopo la metà di ottobre, al termine dei lavori di ristrutturazione che hanno reso inagibile l’impianto per parecchi mesi, riaprirà finalmente il Pala Tazzoli. La chiusura del palazzetto del ghiaccio torinese aveva causato grande preoccupazione alle società sportive, agli atleti, alle famiglie e a tutti gli appassionati degli sport del ghiaccio (dal pattinaggio artistico a quello di velocità fino all’hockey)   che avevano già dovuto fare i conti con la destinazione del Palavela ad altri scopi. L’Ice Club Torino Asd, la società piemontese che, negli ultimi anni, si è maggiormente distinta, rappresentando con i suoi pattinatori l’Italia in molte gare nazionali e internazionali, darà inizio ai corsi per la nuova stagione 2018-2019. Nella scorsa stagione gli atleti dell’Ice Club Torino hanno preso parte ad appuntamenti di altissimo livello come i Giochi Olimpici di Pyeongchang 2018, i Campionati Europei di Mosca, tappe di Grand Prix junior e, infine, ai Mondiali junior, sia nella categoria singolo femminile, sia in quella delle coppie di artistico. Inoltre, l’Ice Club Torino, ai Campionati italiani di Milano dello scorso anno, si è aggiudicata la medaglia d’argento nel singolo femminile categoria senior, la medaglia d’oro nel singolo femminile categoria junior e in quella delle coppie di artistico categoria junior, la medaglia di bronzo nella categoria maschile junior. I pattinatori della società si sono aggiudicati, inoltre, l’oro negli Advanced Novice – singolo maschile e l’argento nei Basic Novice – singolo femminile.  Il club torinese, guidato da Claudia Masoero ed  Edoardo De Bernardis, vanta uno staff tecnico di alto livello con esperienza internazionale.  La   società   si   occupa   di   promuovere   il   pattinaggio   in   Piemonte   e   in   Italia   e   si   dedica all’insegnamento delle specialità di singolo femminile e maschile, artistico di coppia e di danza sul
ghiaccio.
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Barbara Castellaro

Gendarmeria con armi da guerra in territorio italiano

Un ordine di investigazione europeo sarà emesso dalla procura di Torino per l’episodio del 2 agosto avvenuto a Gimont – Claviere, quando  due italiani  denunciarono di essere stati controllati da quattro uomini armati, presumibilmente militari francesi. Il procuratore Armando Spataro afferma di disporre di  elementi che consentono di  ritenere i soldati in questione appartenenti ai corpi speciali della gendarmeria d’oltralpe. Il fascicolo è a carico di ignoti e  ipotizza  reati quali il porto illegale di armi da guerra in territorio italiano e la minaccia aggravata dall’uso delle armi a danno di cittadini italiani. Uno di questi  aveva detto  ai carabinieri  che i quattro soldati  gli avevano  intimato di non dire nulla della loro presenza.

Si butta dal treno in corsa per evitare controlli e muore

Un passeggero del treno regionale 20013 Chivasso-Novara  si è lanciato dal convoglio in corsa. La notizia è stata resa nota dal  118. Sembrerebbe trattarsi di un uomo di colore che, secondo le prime informazioni, scrive l’Ansa, si sarebbe lanciato dal treno per evitare controlli. Sospesa e poi riattivata la circolazione ferroviaria, interrotta tra Santhià e Vercelli. I treni ad Alta Velocità non hanno invece subito ritardi.

 

(foto: il Torinese)

Linea 2 Metro? “Lavori conclusi entro il 2028”

Il progetto preliminare della linea 2 della metropolitana torinese  sarà presentato entro maggio del 2019, così da accedere al finanziamento statale. Secondo l’assessore comunale  Maria La Pietra, ascoltata oggi in audizione dai componenti della Commissione Trasporti del Consiglio regionale, i lavori dovrebbero partire entro il 2021 ed il completamento dell’opera è previsto per il 2028.  Il progetto illustrato in Commissione ha evidenziato diversi aspetti della nuova linea che si estenderà da San Mauro e Orbassano, connettendosi con la linea 1 in piazza Bengasi. Il possibile tracciato sarà lungo circa 30 chilometri, particolare attenzione è stata posta dai progettisti alla zona centrale della città che potrebbe custodire resti archeologici. Lungo il percorso saranno predisposti parcheggi di interscambio auto-metro mentre ci saranno due depositi principali: uno a nord a San Mauro – Pescarito e uno a sud fino al centro di Orbassano. Verrà valutato in seguito se i lavori per la realizzazione della nuova linea di metropolitana partiranno dalla zona nord o da sud della città.

 

(foto: il Torinese)