redazione il torinese

PALAZZINE EX MOI, DIBATTITO IN AULA

Il Consiglio comunale ha dibattuto “le modalità e le tempistiche riguardo le palazzine ex MOI concordate dalla sindaca Appendino nel corso dell’incontro con il Ministro degli Interni” come chiesto dal capogruppo Francesco Tresso (Lista civica per Torino). In contemporanea è stata discussa un’interpellanza sullo stesso tema, sempre del consigliere Tresso
L’assessore alle Politiche sociali, Sonia Schellino, ha risposto in Aula a nome della Giunta affermando: “Il piano di recupero della disponibilità degli immobili prevede la chiusura totale degli accessi ai locali interessati. Nella palazzina marrone si è provveduto a murare le porte e le finestre al piano terra e al primo piano e a chiudere tutte le porte di accesso. Per quanto concerne l’accesso al locale sotterraneo sottostante alla palazzina arancione, si è provveduto, oltre allo sgombero totale dei rifiuti da parte di Amiat, a murare il portone di accesso, lato via Giordano Bruno, e l’accesso dalle scale interne delle varie palazzine. E’ stata salvaguardata la possibilità di accedere ai locali tecnici, accessibili esclusivamente agli operatori autorizzati.  La proprietà ha inoltre attivato un adeguato servizio di vigilanza privata. Per i prossimi interventi di liberazione degli spazi si utilizzerà la stessa metodologia per evitare una possibile rioccupazione e un aumento delle persone da ricollocare.  Le prossime tappe saranno definite dal Tavolo istituzionalizzante; prevedono la liberazione di tutte le palazzine e il trasferimento delle persone interessate ad aderire alle proposte elaborate dagli enti coinvolti con l’obiettivo di trovare insieme soluzioni che permettano una partecipazione attiva al proprio progetto personale, volto all’autonomia e all’inclusione socio-economica. Un approccio innovativo e umanitario nel quale siano presenti sicurezza e inclusione nel tentativo di mettere fine a un’emergenza sociale e sanitaria e al tempo stesso mettere fine a una situazione di degrado che si ripercuote su tutto il quartiere.  Come espresso dall’Amministrazione comunale, in particolare dopo il tavolo interistituzionale di gennaio, si conferma l’intenzione di concludere la liberazione di tutte le palazzine e la ricollocazione e accompagnamento all’inclusione dei dimoranti entro la fine dell’anno.
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IL DIBATTITO IN SALA ROSSA
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): L’accordo della Sindaca con il Ministro Salvini è un deludente sintomo di allineamento alla linea politica della Lega, poco rispettoso dell’impegno costruttivo, dello sforzo e delle risorse messe in campo da Torino fino ad oggi per ottenere soluzioni incruente e dignitose per i profughi e i torinesi. Il precipitoso impegno che si è assunta la Sindaca Appendino mercoledì scorso, nello stesso giorno dello sgombero del Cara di Castelnuovo Porto a Roma, sembra volersi lasciare alla spalle, da un giorno all’altro, il metodo di concertazione usato fino ad oggi dal Comune di Torino. Sgombero forzato? Come, chiamando l’Esercito? La Sindaca avrebbe dovuto, invece, ricordarsi dell’Ordine del Giorno votato in Consiglio comunale il 13 ottobre contrario al Decreto Sicurezza, che la impegnava ad attivarsi per un’ampia consultazione sull’espulsione dei profughi dalla strutture di accoglienza. E’ vero che le palazzine di via Giordano Bruno non sono una struttura di accoglienza ed è corretto volerle restituire alla legalità. Ma questa Amministrazione non ha ancora chiarito cosa intenda farne e, in assenza di un progetto specifico di riqualificazione arriva oggi, improvvisa, una svolta di tipo muscolare. Per quale ragione?
Fabrizio Ricca (Lega Nord): Possiamo dire che siamo vicini alla fine di un incubo per tutte le persone che vivono in quella zona. Un incubo cominciato tanti anni fa, fatto di spaccio e degrado. Un incubo figlio delle incapacità del Partito Democratico a livello cittadino e a livello nazionale di porre un freno e un rimedio a quella situazione. Oggi abbiamo la fortuna di avere un governo che si è attivato per permettere a quel luogo di tornare ad essere un posto normale, alle persone di sentirsi protette. E alle persone che hanno bisogno di un aiuto umanitario di poterlo ricevere senza essere soggiogati dalle dinamiche che governano un buco nero di illegalità all’interno della nostra città. I fatti parlano chiaro: da quando Matteo Salvini è ministro dell’interno c’è stato uno sgombero, e Torino può contare su mezzo milione di euro in più per portare a termine quell’operazione. Un investimento serio con un progetto chiaro in tempi certi. Grazie anche ad Appendino per essersi messa a disposizione del Governo con la volontà di risolvere questo problema il più in fretta possibile. Sono convinto che entro la fine del 2019 anche quella parte di Torino potrà tornare a vedere la luce
Maria Grazia Grippo (PD): Manca la materia del contendere e, come al solito, l’assessora sull’ex MOI non ha spiegato se, a seguito dell’incontro fra la Sindaca e il ministro dell’Interno, l’intervento diventerà uno sgombero, con tutto quello che ne consegue anche in materia di ordine pubblico. Nel caso, rabbrividisco al pensiero, anche perché uno sgombero non sarebbe di alcuna utilità per chi deve convivere con una situazione difficile. Ci avete costretto di nuovo a fare interventi in un dibattito dove manca il quid della richiesta di comunicazioni sull’argomento. Eppure la domanda formulata dal consigliere Tresso era piuttosto chiara. Mi chiedo perché tutte le volte ci costringete ad ascoltare una sorta di rendicontazione che manca però della sostanza di quelle che sono o dovrebbero essere le intenzioni in capo all’Amministrazione sul problema in questione.
Elide Tisi (PD): Spero in un ulteriore intervento per aggiungere elementi rispetto all’oggetto dell’interpellanza. Intanto la questione delle risorse messe a disposizione dal Ministero e dalla Compagnia di San Paolo per sapere quanto verrà a costare questo intervento. L’improvvisa accelerazione sui tempi per la soluzione del problema ex MOI è stata concordata con gli altri enti che partecipano al Tavolo interistituzionale? Altra questione riguarda il possibile trasferimento di una parte delle persone allontanate dalle palazzine di via Giordano Bruno verso Comuni dell’astigiano in alternativa a Settimo. In caso affermativo, sarebbe interessante capire come si intende sviluppare questa possibilità. Infine, i primi allontanati avevano una situazione di status di rifugiati, con il procedere degli interventi e l’applicazione della Legge Salvini, in molti avranno il permesso di soggiorno in scadenza. Quale progetto esiste per coloro che rischiano in pochi mesi di diventare irregolari?
Antonino Iaria (M5S): Il problema del Moi è molto complesso, più del Barattolo, ma l’interlocuzione con il Ministero ha permesso di portare avanti una linea con successo, affrontando una questione che va avanti da anni, senza particolari problemi.
 
Fabio Versaci (M5S): Mi congratulo con Sindaca e assessora per come stanno gestendo la situazione. Il modello che stiamo portando avanti dovrebbe essere portato come esempio in tutta Italia. Non abbiamo intenzione di intervenire con la forza, ma anzi siamo riusciti ad aprire un tavolo.
 
Deborah Montalbano (demA): È interesse di tutti fare rispettare i diritti di chi vive dentro il Moi. Ascoltiamo anche la voce degli occupanti e dei comitati in Commissione. E non parliamo di sgomberi “dolci”: c’è stato uno sgombero militarizzato.
L’assessore Schellino ha replicato al termine del dibattito: Dallo scorso settembre sta lavorando un’equipe multidisciplinare al quale dedico anche io diverse ore settimanali di tempo. Sono un po’ meno di 500 le persone presenti oggi nei locali dell’ex MOI (anche se i soggetti non possono essere obbligati ad essere censiti) e preciso che l’iter di liberazione degli spazi non è cambiato nel corso del tempo. 
Ricordo inoltre che abbiamo chiesto di usare degli spazi ’polmone’ per coloro che non hanno dato precise disponibilità sulle scelte future, trovando disponibilità a Castello di Annone. 
La sindaca Chiara Appendino ha concluso le comunicazioni: Il quartiere ha diritto di essere riqualificato e le persone che vivono in quelle palazzine devono poter vivere in condizioni dignitose. Ringrazio tutti i soggetti che si stanno impegnando in un progetto considerato all’unanimità prioritario, perseguito nelle logiche del modello che stiamo portando avanti. E in questa direzione stiamo lavorando e continueremo a lavorare.  
(Foto: il Torinese)

LA SALA ROSSA HA RICORDATO MARISA AMATO

In apertura di seduta, il Consiglio comunale si è raccolto in un minuto di silenzio in memoria di Marisa Amato, scomparsa venerdì 25 gennaio al CTO di Torino all’età di 65 anni. Il 3 giugno 2017 la donna fu travolta dalla folla in fuga quando in piazza San Carlo, durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, si scatenò il panico; a seguito delle lesioni riportate la donna era rimasta tetraplegica.

AL REGINA MARGHERITA IL PRIMO PROGETTO DI OSPEDALIZZAZIONE PEDIATRICA A DOMICILIO

“Voglio stare a casa… Vieni tu”, rivolto ai pazienti affetti da patologia oncologica e oncoematologica

Ridurre i disagi psicologici e sociali per i piccoli pazienti e per le loro famiglie attraverso l’ospedalizzazione a domicilio. Garantire un insieme di prestazioni mediche secondo piani individuali, in base ai singoli bisogni ma in piena sicurezza, diminuendo il numero di accessi e il tempo trascorso in ospedale e rendendo così anche più efficiente l’attività ambulatoriale.Sono gli obiettivi del progetto “Voglio stare a casa… Vieni tu”, rivolto ai pazienti affetti da patologia oncologica e oncoematologica in età pediatrica, realizzato grazie all’accordo di collaborazione stipulato fra l’azienda ospedaliera universitaria Città della Salute di Torino, il Dipartimento di Pediatria e Specialità pediatriche dell’ospedale Regina Margherita, Casa Ugi e l’associazione Apl Ail.Il progetto è stato presentato questa mattina in Regione Piemonte dal presidente della Giunta regionale Sergio Chiamparino, dall’assessore alla Sanità Antonio Saitta, dal direttore generale della Città della Salute Silvio Falco, dalla direttrice del Dipartimento di Pediatria e Specialità pediatriche del Regina Margherita Franca Fagioli, dal presidente di Casa Ugi Enrico Pira, dalla presidente dell’Associazione Apl Ail Federica Galleano.Si tratta del primo esempio di ospedalizzazione pediatrica a domicilio. Questo nuovo approccio, che si inserisce nel sempre più importante percorso di umanizzazione delle cure, permetterà ai piccoli pazienti affetti da patologia oncologica e oncoematologica di effettuare a domicilio i prelievi ematici e le medicazioni necessarie, programmando la visita medica in ospedale solo in caso di necessità. La visita, qualora necessaria, verrebbe comunque effettuata il giorno stesso o il giorno successivo all’esame.“Da parte nostra c’è il pieno sostegno e il pieno apprezzamento per l’iniziativa, tanto che questo progetto verrà esteso e inserito all’interno del sistema sanitario piemontese – sottolinea il presidente Chiamparino -. È anche la dimostrazione di come nella medicina dei prossimi anni, più che il numero dei posti letto conterà come questi verranno messi in relazione con il territorio e con la rete dei servizi. La vera sfida sarà rafforzare questa continuità fra ospedale e territorio, rendendola organica nella nostra sanità”.“Mi assumo l’impegno – aggiunge l’assessore Saitta – di organizzare entro il mese di febbraio un incontro con i direttori generali delle aziende sanitarie e con i professionisti che operano nella Pediatria per programmare l’estensione di questo progetto a tutto il Piemonte, anche mettendo a disposizione risorse dedicate. È d’altronde nostra intenzione strutturare una forte rete di pediatria sul territorio regionale, rafforzando la messa a sistema delle competenze per aumentare la qualità delle prestazioni offerte ai pazienti”.Il progetto pilota del Regina Margherita, in questa fase iniziale, si occuperà di 10 pazienti al giorno, residenti a Torino o nei Comuni limitrofi oppure ospitati nelle strutture di accoglienza che collaborano con l’ospedale.Attraverso questo nuovo modello verranno personalizzate le cure in base alle esigenze dei bambini e delle famiglie, offrendo allo stesso tempo un livello di sicurezza pari a quello ospedaliero e riducendo le conseguenze emotive negative dovute ai ricoveri, nell’immediato e a lungo termine.

 

Pierpaolo Berra

 

 

 

 

 

 

 

 

Conversazioni sul Collezionismo

Il calendario da gennaio a marzo degli appuntamenti dedicati al collezionismo, alla scoperta dei protagonisti di questa particolare forma di raccolta e tutela di oggetti legati all’arte, alla moda e alla grafica. Primo appuntamento Martedì 29 gennaio 2019, ore 18.30 Collezionare manifesti Marta Mazza dialoga con Olimpia Soleri. Modera Domitilla D’Angelo. La Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli avvia per il 2019 il calendario del primo trimestre delle Conversazioni sul Collezionismo, il programma di incontri riservati a un tema fortemente sentito dall’istituzione. Ogni incontro è dedicato a una specifica forma di collezionismo e, durante ciascun appuntamento, due personalità legate al mondo del collezionismo dialogheranno degli oggetti scelti per le proprie personali raccolte e, raccontando al pubblico la nascita di questa passione, si confronteranno sul ruolo dei collezionisti ai giorni nostri, nel pubblico e nel privato. Il primo appuntamento in calendario è per martedì 29 gennaio alle ore 18.30 presso la Sala di Consultazione della Pinacoteca Agnelli e sarà dedicato alle collezioni di manifesti. In questa occasione Marta Mazza, storica dell’arte e dell’architettura contemporanee e direttrice della Collezione Salce, dialogherà con Olimpia Soleri, egittologa, figlia di Elvio Soleri, uno dei maggiori collezionisti italiani di affiches, e direttrice dell’omonima collezione, accompagnate di Domitilla D’Angelo, direttrice di Il Collezionista. Pensati come catalizzatori di attenzione e strumenti di informazione rivolti al grande pubblico, i manifesti pubblicitari si sono diffusi nell’800 su tutti i muri delle più importanti città. La loro natura è effimera: creati in numero limitato, una volta assolta la loro funzione, sono strappati dal muro per essere sostituiti da altri annunci. Ed è proprio questa difficoltà a reperire copie originali di manifesti ad alimentare la passione dei grandi collezionisti di affiches pubblicitarie. Nasce così la grande passione di Elvio Soleri (1944-2015), padre di Olimpia Soleri: da semplice hobby, Soleri, con l’assidua frequentazione di mercati e librerie antiquarie, aste specializzate, collezionisti, mostre e biblioteche, ha trasformato la propria raccolta in una delle più preziose collezioni di manifesti pubblicitari e di grafica, incentrati in particolare intorno a tre grandi temi: la montagna la storia dell’automobile e il territorio piemontese. La stessa passione ha animato l’attività di Ferdinando Salce (1877 – 1962) che ha dedicato tutta la propria vita alla ricerca e alla collezione di manifesti e che fin dall’inizio ha espresso un precoce segnale di consapevolezza critica che ha poi connotato il suo intero impegno. La collezione di Ferdinando Salce è conservata oggi nel Museo Nazionale Collezione Salce, inaugurato nel 2017, e raccoglie gli oltre 45 mila manifesti, affermandosi così come più ampia raccolta di manifesti in Italia.

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Contatti Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli | Via Nizza, 230/103, 10126, Torino | www.pinacoteca-agnelli.it Info: 011.0062713 | segreteria@pinacoteca-agnelli.it Da martedì a domenica dalle 10 alle 19, orario continuato

2033 Odissea nella cultura

Domani, sabato 22 gennaio 2033, si svolgerà la cerimonia di apertura di Torino capitale europea della cultura.  Dopo una lunga e dura selezione con le altre città candidate , Carcassonne ( Francia) Cascais  (Portogallo) per la quale tifavano alcuni torinesi nostalgici dei Savoia, Baden-Baden ( Germania) Plovdiv (Bulgaria) e Balaton (Ungheria) , Torino si è aggiudicata la possibilità di essere la capitale europea della cultura. Finalmente dopo diciannove anni un’altra città italiana riesce nell’impresa . Dopo Matera , nel lontano 2019, Torino rilancia una città del nord Italia come sede di un grande evento . Si interrompe una lunga sequenza di eventi svolti e realizzati  nel sud Italia , grazie  all’appoggio del governo nazionale i  cui vertici , come è noto, sono tutti di origine meridionale. Alla cerimonia sarà presente il Presidente della Repubblica Stefania Prestigiacomo con tutte le autorità cittadine e regionali . Si prevede una grande partecipazione popolare. Domani si saprà quanti vi  avranno assistito con gli assistenti digitali, che amplificheranno così il numero dei collegamenti. Ci saranno anche quelli che hanno scelto di vederla  dalla Luna sfruttando il servizio di ascensore lunare tanto che la base di partenza dello stesso ascensore, situato oltre l’atmosfera, ha avuto problemi a contenere quanti transitavano. Negli ultimi giorni è aumentato anche il traffico automobilistico e ci sono stati alcuni incidenti di vecchi veicoli senza autista di prima generazione . Si misurerà anche quanti cambieranno il colore degli abiti indossati , in coincidenza con l’orario di inaugurazione, scegliendo il colore , rispolverato per l’occasione , azzurro Savoia. A Torino nella giornata di sabato sono previsti gli arrivi di molti treni a levitazione magnetica che  in cinquanta minuti permettono di raggiungere Roma. Gli occhiali e gli orologi di ultima generazione  aiuteranno a vedere in qualsiasi momento tutte le fasi della cerimonia. Non si sa ancora se saranno rispolverati i vecchi droni, oramai vintage,  per i fuochi d’artificio  virtuali. Una piccola nota polemica: nessuno si è ricordato di invitare chi , oramai quattordici anni fa, ebbe l’intuito di lanciare la proposta e cioè l’allora Consigliere  comunale Stefano Lorusso. La giustificazione del comitato organizzatore , da verificare, è che lo stesso stia usando degli apparati oramai obsoleti che non hanno permesso di fargli arrivare l’invito.

Tav alla Camera, che fa la Lega?

Di Ibis

La questione Tav è approdata finalmente alla Camera: è proprio il Parlamento infatti che deve decidere su un trattato internazionale come quello che impegna l’Itala a fare l’alta velocità Torino – Lione. E vi approda grazie alle mozioni presentate da Forza Italia e Pd. Quella di Forza Italia porta la prima firma della torinese Claudia Porchietto  e dice : “nel corso di questi mesi lo scontro sociale e tra le forze politiche, anche interne alla maggioranza di governo, si è ulteriormente acuito, anche a causa del sistematico utilizzo di prassi dilatorie poste in essere con l’intento di procrastinare le decisioni” e chiede al governo di “consentire lo sblocco delle gare per l’avvio dei lavori definitivi della Torino-Lione” . Nella mozione si propone anche di “rafforzare l’intervento in favore delle aree e delle popolazioni interessate dalla realizzazione dell’opera” con 150 milioni di Euro di opere compensative, incentivi e defiscalizzazioni e la “possibilità di istituire una zona franca nell’area geografica interessata dalle opere”. Quella del Pd porta come prima firma quella del capogruppo Del Rio, e vi è scritto che “la fase di stallo rischia di avere costi economici e sociali elevatissimi per l’Italia e per la mobilità di persone e merci per l’intero continente europeo, finendo per privilegiare irrazionalmente il trasporto su gomma”. La mozione impegna il governo “a adottare le iniziative di competenza per autorizzare Telt alla pubblicazione dei bandi di gara per la realizzazione del tunnel di base sotto il Moncenisio”. Pare che la Lega voterà contro, insieme ai 5 stelle, sia all’una che all’atra. Ma per i leghisti piemontesi, in testa il capogruppo alla Camera Molinari, sarà dura spiegare alla grande maggioranza favorevole alla Tav un tale voto, dopo aver partecipato alla due manifestazioni di Torino con oltre 60 mila persone in piazza. Quanto potrà ancora la Lega nascondere le gravi divergenze con gli alleati di governo dietro gli slogan anti immigrati? Oltre alla Tav infatti c’è un’altra divisione ,questa volta di politica estera, ma non di poco conto: il Venezuela. Salvini critica il governo perché non prende le distanze dal “dittatore rosso ” Maduro. Si sa che i 5 stelle hanno sempre difeso il regime che applica ( sgangheratamente) certe ricette assistenzialiste care ai grillini. Ricette che hanno devastato l’economia venezuelana: anche a Torino ci sono profughi che vanno mostrando documentari sulla terribile miseria di uno dei Paesi più ricchi di petrolio al mondo. Bene ha fatto Emma Bonino , al congresso di + Europa a Milano , di fronte agli oltre 2 mila delegati, ha denunciare: ” Quanto accade in Venezuela è la dimostrazione di dove porta la strada dell’avventurismo politico, del populismo economico e del disprezzo del principio liberale del rispetto dei diritti individuali e della divisione dei poteri” . Salvini sarà il 27 e 28 febbraio a Washington. La visita Oltreoceano del vicepremier del Carroccio serve, anche in vista delle elezioni europee, a rassicurare la Casa Bianca sul fatto che il fronte sovranista non guarda solamente alla Russia di Putin. Molto probabilmente il leader leghista parteciperà alla Cpac, la Conservative Political Action Conference del 2019. L’evento, che rappresenta la conferenza annuale dei conservatori americani, e lì potrebbe incontrare Trump. Certo non ci può andare come punta di diamante di un governo filo Maduro, visto che Trump ha subito riconosciuto il suo avversario Guaidò. Tav e politica estera sono cose importanti: si può sacrificare tutto in nome di una poltrona di vice premier?

 

Divorzio breve, come e quando conviene

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

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Sono numerose le notizie di coloro, soprattutto uomini e padri, che hanno dovuto affrontare ingenti spese. Di contro, vi sono casi in cui si è optato per una mera separazione di fatto, proprio in ragione dei costi per procedere allo scioglimento definitivo del vincolo matrimoniale.

Il costo medio varia in base ad una molteplicità di fattori: da punto di vista delle spese legali vi sarà l’onorario dell’avvocato e le eventuali spese anche dell’avversario in caso di mancato accoglimento delle domande azionate nel giudizio; i costi vivi di giustizia (contributo unificato, bolli e quant’altro) sono invece gratuiti. Nel merito bisognerà comunque valutare a priori, l’eventuale mantenimento richiesto (moglie e figli, nonostante le più recenti novità giurisprudenziali sul tema, orientate sempre di più ad escludere l’assegno in favore del coniuge, indolentemente dall’accoglimento della domanda di addebito) ed in generale la complessità delle questioni anche in tema di diritto immobiliare da trattare. In costo complessivo oscillerà in ogni caso in base alla tipologia se consensuale (dove c’è l’accordo di entrambi i coniugi), oppure giudiziale, con la relativa causa legale in tutte le sue fasi (di trattazione, istruttoria, decisionale) in entrambi i casi interverrà necessariamente il giudice, che si pronuncerà con sentenza. Più recentemente, grazie all’introduzione della Legge sul Divorzio breve del 26 maggio 2015, n.55 è possibile avviare procedura con tempistiche molto più celeri rispetto al rito ordinario. Se infatti prima erano necessari 3 anni dalla separazione per richiedere il divorzio, ora bastano 12 mesi (in caso di separazione giudiziale) e 6 mesi (se consensuale).  Vi è poi la possibilità di divorziare anche con la comparizione davanti ad un sindaco tramite il c.d. “divorzio breve in comune”.

CONTRIBUENTI, CORRENTISTI, STATO, BANCHE, FISCO E CITTADINI: QUALE DIALOGO?

Le voci autorevoli e preziose di Alessandro Meluzzi, Orlando Formica e Serafino Di Loreto di ‘SDL Centrostudi Spa’

A che punto è giunto, attualmente, il rapporto, in termini di dialogo, equità ed efficacia, tra Stato, banche, cittadini e contribuenti? Sul tema intervengono, ciascuno per parte propria, tre autorevoli esperti. In un Paese all’ombra del rischio terza recessione, ove complesse sono le relazioni fra i soggetti e gli attori di mercato, sociali ed economici che lo compongono, diventa dunque fondamentale trovare nuovi stimoli e altrettanti punti d’intesa.

Banche e Fisco ingiusti costituiscono una delle spade di Damocle del Paese. Il difficile equilibrio tra poteri forti economici e italiani onesti è minato da un livello profondo di contenzioso con due pesi e due misure, costantemente sbilanciato a favore degli istituti di credito, e dei grandi gruppi industriali e lobby di potere a essi correlati. Sono i piccoli correntisti a fare le spese dei maxi errori e delle scelte strategiche e politiche errate dei grandi manager ai vertici della banche. Mentre Bankitalia, il controllore, è controllato a sua volta dalle controllate, le banche, che ne detengono ben oltre il 70% del capitale sociale“, spiega il Professor e Avvocato Serafino Di Loreto, fondatore del team bresciano ‘SDL Centrostudi Spa’, dal 2010 sempre in prima linea su scala nazionale nella lotta legale alle iniquità del sistema fiscale e creditizio italiano. E approfondisce: “Quanto accaduto negli ultimi mesi, maxi-processo per il crack delle banche venete ‘Popolare di Vicenza’ e ‘Veneto Banca’ incluso, aiuta a spiegare sia l’allargamento dello spread, quindi del premio per il rischio richiesto verso asset italiani, che il rallentamento nell’andamento del pil, oggetto di una preoccupante decrescita dello 0,1% nel terzo trimestre dell’anno. E minori investimenti equivale a un rallentamento ulteriore nella dinamica della crescita della ricchezza nazionale, per la semplice ragione che le aspettative di investimento, una volta formatesi, tendono a rimanere stabili nella loro posizione per qualche tempo. Un po’ come lo spread, che una volta raggiunta quota 300 necessita di molti mesi prima di ridiscendere in area 130/150 punti base“, dichiara Serafino Di Loreto. Il rapporto degli uomini col denaro rappresenta la croce e la benedizione, come il rapporto con la natura. Non si tratta né di santificare, né di demonizzare la finanza. Ma quando questo rapporto viene inquinato dalla perdita di libertà e di dignità perché i padroni del denaro, che si chiamino Stato, fisco, banche, finanza internazionale, riducono attraverso il denaro gli uomini liberi in schiavi, allora la faccenda diventa diabolica attraverso le catene del debito“, esordisce invece Alessandro Meluzzi, stimato psichiatra e studioso, opinionista tv, scrittore, saggista e criminologo sempre attento ai fenomeni del cambiamento in atto.

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Ogni intervento di buon governo che spezzi queste catene e restituisca al denaro la sua funzione di mezzo e non di fine – prosegue il Professore – recupera elementi di equità e di giustizia. Lo stesso vale per gli operatori privati che si battono affinchè ciò sia possibile. Parliamo dunque di questioni complesse, ma non per questo irrisolvibili. Il provvedimento della pace fiscale e le misure economiche di questo governo vanno sicuramente nella direzione giusta, poiché considerano l’uomo come un fine e non un mezzo strumentale. E l’economia un mercato di saggezza, ma non uno strumento di oppressione e di sfruttamento“. Per poi concludere: “Ribadisco indiscutibilmente che coloro che fra gli operatori del diritto, come la stimata case history bresciana, aiutano i cittadini a difendersi dall’oppressione fiscale e da quella bancaria e creditizia sono benemeriti, in quanto ricorrono all’impiego virtuoso della legge nella difesa del più debole, nella prospettiva di recuperare dignità e civiltà alla indiscutibile centralità della persona umana“. Preziose e autorevoli in materia anche le parole del Professor Orlando Formica, Garante per il Contribuente della Regione Autonoma della Valle D’Aosta: “Il Garante per il Contribuente delle Regioni d’Italia è preposto a una funzione di mediazione informale tra Fisco e contribuenti. A fronte di atti palesemente illegittimi emanati dall’Amministrazione Finanziaria nei confronti di imprese e famiglie, il nostro Ufficio può attivare l’ “autotutela” a seguito di motivata istanza. L’Amministrazione può modificare totalmente o parzialmente l’atto, o confermarlo. Per quanto concerne le criticità presenti sul rapporto Stato-Contribuente – prosegue l’esperto – queste sono state in parte superate con nuovi istituti vigenti quali l’ “accertamento con adesione” e il “contraddittorio preventivo”. Certo è che Fisco e contribuente si muovono su piani diversi e contrapposti. Il primo quale soggetto passivo impositore, il secondo invece quale soggetto attivo che produce, lavora, investe, risparmia, consuma e che “subisce” i tributi”.Per poi concludere: “E’ importante sottolineare la necessità di meccanismi impositivi equi, trasparenti, che non appesantiscano con eccessivi pesi (tasse, imposte, contributi) la gestione dell’operatività dei soggetti economici che producono il reddito nazionale. Per quanto concerne le banche, è essenziale la loro funzione creditizia volta preliminarmente alla raccolta del risparmio (e alla sua salvaguardia) e all’erogazione dei mutui prevalentemente all’economia reale per gli investimenti e la stessa esistenza e nella prospettiva dello scambio di beni e servizi“.

 

Juve in rimonta, Toro in grande spolvero

Lazio-Juventus finisce  1-2 nel posticipo serale della 21a giornata di Campionato. La Juve,  rimane saldamente prima in classifica con 11 punti di vantaggio rispetto al Napoli, che  ha pareggiato 0-0 con il Milan. I gol : nel st 14′ Emre Can (autogol), al 29′ Cancelo e 43′ Ronaldo su rigore.  “Una vittoria di carattere”, commenta Cristiano Ronaldo Esultano i granata che battono l’Inter per 1-0 con il gol di Izzo. L’Inter, poco brillante, resta in dieci giocatori per l’espulsione di Politano. A 30 punti il Torino è in zona Europa.

“Nuovo locale a Santa Giulia? I residenti non ne possono più”

“Se all’Amministrazione interessa davvero combattere la malamovida in Vanchiglia, ci auguriamo che lo dimostri impedendo nuove aperture indiscriminate”

Secondo voci insistenti sta per aprire in Santa Giulia un nuovo locale di somministrazione al civico 10 D. L’ennesimo che, a quanto risulta, venderà anche alcolici. I residenti, che anche questa mattina si sono svegliati dovendo vedere lo scandaloso spettacolo dei “resti” lasciati dalla notte di malamovida, non ne possono più. Ci chiediamo se all’Amministrazione interessi davvero, o solo a parole, combattere questo fenomeno, ormai sfuggito di mano. La Giunta dimostri le sue positive intenzioni impedendo l’apertura indiscriminata di nuovi locali. Diversamente, serviranno a poco tutte le altre misure, compreso l’impegno relativo ai livelli rilevati dall’Arpa.Sembra quasi che ormai chiunque si senta di improvvisarsi barista o gestore di locali. È ora di iniziare ad applicare daspo urbani.

 

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Ferdinando DApice, Coordinatore II Commissione, Circoscrizione 7.