redazione il torinese

Non solo scuola di moda

E’ stato inaugurato nei giorni scorsi il nuovo corso di Arte e Moda Casale Monferrato di Cinzia Sassone

La titolare, con accanto la collaboratrice Iris Devasini ha illustrato lo spazio polifunzionale, contenitore di altre esperienze artistiche affini che sarà accanto all’identità formativa della scuola di moda, che già in questa settimana ha fatto partire due corsi. Tra gli intervenuti il critico d’arte, pittore e presidente della Consulta comunale cultura, Piergiorgio Panelli.

Massimo Iaretti

Per informazioni e contatti : tel 0142590395

Facebook: arteemoda Casale Monferrato

mail arteemoda.casalemonferrato@gmail.com

 

 

 

VENARIA, AL VIA IL MOVICENTRO

È dal 2004, quando si è ideato il progetto, che in città si parla di questa area, dedicata al futuro nodo di interscambio della mobilità cittadina. Un luogo di interscambio veicolare per i Venariesi e per coloro che giungono dalla Valli di Lanzo o dalla zona nord di Torino

Posizionato in viale Roma, di fronte alla stazione ferroviaria Gtt Torino-Ceres, collegamento su rotaia per l’aeroporto Pertini e per le Valli di Lanzo a poche centinaia di metri dal Centro Storico. Un cantiere diffuso che interessa una della porte in città, tra Altessano e via Mensa, direttrice pedonale che porta alla Reggia di Venaria.  La svolta arriva nel 2015, all’insediamento di questa Amministrazione comunale, quando il vecchio progetto era prevista per la stazione ferroviaria la realizzazione di un edificio multipiano che si sarebbe spinta a consumare suolo proprio sulla vicina Corona Verde, riorientando la progettazione nella direzione della semplificazione, della sostenibilità ambientale e della migliore aderenza ai concreti bisogni della comunità locale. Ora, il nuovo Movicentro, la cui consegna parziale del cantiere è avvenuta il 28 dicembre 2018, coinvolgendo quattro micro aree che complessivamente misurano circa 22.500 mq, prevedendo un tempo contrattuale di 240 giorni di lavorazione.

Dichiara il sindaco Roberto Falcone «Per la città è una opera strategica che i venariesi aspettano da tantissimo tempo e sulla quale abbiamo lavorato con grandissimo impegno sin da quando ci siamo insediati. Non sarà un pluripiano in cemento che consuma suolo, come era previsto all’inizio, ma sarà un parcheggio verde interamente votato alla sostenibilità ambientale. Sarà anche la riqualificazione di tutta l’area di fronte alla stazione, fino alla passerella di via Filzi, che tante volte i cittadini hanno segnalato come trascurata. I lavori saranno lunghi e, come si è già potuto vedere, ci saranno dei disagi e alcune modifiche ai servizi. L’obiettivo che realizzeremo sarà però davvero importante per tutti». Il Movicentro diventa una fondamentale struttura per rilanciare la città e il turismo e  la Reggia stessa, ora protesi verso un sistema di mobilità sostenibile che si interseca con la mobilità regionale. Tra le novità del nuovo progetto, vi è la valorizzazione della stazione ferroviaria Venaria, ora protesa verso la città, puntando decisamente anche sull’ingresso da via Fabio Filzi angolo corso Garibaldi, come nuovo accesso ai capolinea degli autobus che collegheranno le Valli di Lanzo e il Basso Canavese, in largo Garibadi (zona scuola Lessona) in collegamento con la ferrovia stessa. Inoltre, la riqualificazione della passarella sulla ferrovia, sempre accessibile da via Filzi, darà nuova vita alla stazione e alla fruibilità della mobilità ferroviaria. Una nuova rotonda in viale Roma angolo via Filzi permetterà agli autobus di linea di poter fare manovra, agevolando la viabilità.

Ma chi sono i soggetti promotori e in che cosa consiste questo nuovo progetto diffuso, che darà una nuova identità all’intera area?  I soggetti coinvolti nell’opera sono la Città di Venaria Reale, in qualità di stazione appaltante, la Regione Piemonte, proprietaria delle aree, la GTT Torino in qualità di concessionario della ferrovia, il C.I.P.E. (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), per un investimento totale di € 4.909.236,09. I lavori saranno eseguiti dalla ATI (Associazione Temporanea d’Impresa) tra le Società Bresciani Asfalti srl e Carpetecnica Group srl, entrambe di Torino. Afferma l’assessore ai Lavori Pubblici e MobilitàGiuseppe Roccasalva «L’idea iniziale è del 2004 e nel 2016 abbiamo convinto la Regione Piemonte a mantenere il finanziamento e a ripensare radicalmente il progetto. Questo Movicentro realizzerà principalmente un parcheggio di interscambio, ripensato rispetto alle nuove esigenze e opportunità in tema di sostenibilità e di mobilità (car sharing, ricariche elettriche) e con soluzioni compatibili con l’ambito del parco su cui insiste, perché abbiamo voluto che le superfici fossero permeabili. La nuova piazza della stazione, invece, metterà in collegamento l’edificio passeggeri con i binari. Le nuove funzioni di questa opera sono e saranno frutto di un bel lavoro condiviso tra il Comune, la Regione Piemonte e l’Agenzia per la mobilità Piemontese».

L’intero progetto è diviso in ambiti.

Ambito 1Il bosco-parcheggio: un esempio di verde multifunzionale.

Il parcheggio accoglierà 70 posti auto di cui 10 posti auto elettriche.

L’area comprende, al piano stradale di viale Roma, la piattaforma di interscambio: TPL, Venaria express, linee su gomma verso le Valli di Lanzo, Trenino per la Mandria (come da APQ reggia), bus di trasferimento lavoratori aree industriali di Venaria, oltre a diversi stalli per la sosta a raso (almeno 50).

Ambito 2: La Piazza Passante: uno spazio per la mobilità sostenibile e l’accoglienza dei viaggiatori.

La stazione ferroviaria attuale sarà interessata da un’operazione di restyling e valorizzazione al fine di renderla conforme alla nuova impostazione progettuale. Contestualmente, sempre sospesa sulla ferrovia, ma a Nord di viale Roma, sul sedime dell’edificio “stazione” ipotizzato nella versione di progetto originaria, si realizzerà uno spiazzo mantenendo gli opportuni passaggi per il raggiungimento delle banchine ferroviarie coperte con pensiline e il collegamento diretto (ascensore e scale) al nuovo di parcheggio (ambito 1). Intersecata da viale Roma, opportunamente segnalato e rimodulato come descritto di seguito, si configurerà quindi la “Piazza Passante”: una piattaforma pubblica ciclo-pedonale, funzionalmente destinata all’interscambio con i mezzi di traporto leggeri e innovativi (postazioni di nolo biciclette normali e a pedalata assistita, segway, punti di alimentazione elettrica, accesso ai binari…), al kiss/bike and ride, all’accoglienza dei viaggiatori e dei turisti garantita dall’elevato grado di tecnologia di supporto e dai servizi di base (servizi igienici, bar, biglietteria, edicola, ecc.): saranno pertanto inseriti sulla piattaforma alcuni appositi manufatti prevendo pensiline attrezzate, totem informativi lungo tutte le banchine.

Ambito 3: La rete: le connessioni funzionali, ecosistemiche e infrastrutturali.

Il Movicentro assumerà il ruolo di nodo vitale situato all’interno di una rete di luoghi e attività piuttosto articolata. Per assolvere questo compito, il progetto prevede una serie di interventi che garantiscano in primo luogo la connessione tra le diverse parti del sistema sia urbano sia ecologico: è previsto un ampliamento della sezione stradale di viale Roma per permettere la sosta e la manovra degli autobus e la connessione con la rete delle piste ciclabili a partire dalla stazione e dal Parco di Altessano (Corona Verde), anche al fine di garantire un’agevole accessibilità sia alla Reggia sia al Parco La Mandria. Afferma l’assessore all’AmbienteMarco Allasia «Un parcheggio di interscambio vuol dire meno auto a favore di una mobilità sostenibile e quindi meno inquinamento. Questo Movicentro, in particolare, che si differenzia dagli altri perché non consuma suolo, aiuterà e promuoverà in modo attivo lo sviluppo della mobilità dolce con bike box, car e bike sharing, colonnine di ricarica  elettrica. La scelta di non consumare suolo e ridurre i posti auto sposa coerentemente tutte le posizioni che Venaria Reale ha difeso sul tema della qualità dell’aria e che finalmente è arrivata sul piano nazionale». Una zona in completa trasformazione che vedrà 60 parcheggi per auto su un unico livello, nella zona verde fronte stazione, 13 stalli per car sharing, auto elettriche con relative colonnine di ricarica, e 6 per taxi e veicoli per i diversamente abili. Il “bikebox” con 50 spazi per le biciclette, 25 per i motoveicoli e 40 dedicati al bike sharing (20 con pedalata assistita). È compreso nei lavori, anche un ampliamento di viale Roma, per quanto riguarda la sezione stradale, per permettere la sosta e la manovra degli autobus e la connessione con la rete delle piste ciclabili che collegano la stazione dei treni GTT al parco della Corona Verde, alla Reggia e al parco La Mandria.

(CS)

Omaggio a Gonin. Enrico e Francesco, artisti piemontesi dell’Ottocento

Esposte a Torino anche due copie della “Quarantana” del Manzoni, illustrata da Francesco Gonin

.

Fino al primo febbraio

Pittore ed incisore, fra le figure di maggior spicco dell’Ottocento artistico piemontese, Francesco Gonin (Torino, 1808 – Giaveno, 1889) raggiunse la notorietà a livello nazionale, e non solo, accettando l’invito di Alessandro Manzoni (intermediario il genero dello scrittore milanese, Massimo D’Azeglio) di illustrare l’edizione definitiva dei suoi “Promessi Sposi”, la cosiddetta “Quarantana”, ripulita sotto l’aspetto linguistico – dopo che i panni erano stati “sciacquati in Arno”– e   pubblicata a dispense dal 1840 al 1842. Di quell’edizione del primo esempio in assoluto di romanzo “storico” della letteratura italiana, impreziosita e arricchita di illustrazioni a firma del torinese Gonin (che, in certo senso, sottrasse il lavoro a Francesco Hayez cui Manzoni pare avesse inizialmente pensato di affidare   l’incarico), due copie originali sono esposte nella mostra a lui dedicata, insieme al fratello Enrico, anch’egli abile litografo e sensibile cultore del paesaggio romantico, negli spazi della “Galleria Spagnuolo” di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte, che promuove la rassegna. “Renzo e Lucia, don Abbondio e la monaca di Monza, don Rodrigo e Perpetua, gli umili personaggi narrati dal Manzoni hanno un volto grazie a Gonin”, sottolinea a ragione Arabella

Cifani, curatrice con Franco Monetti della mostra; sono volti, figure e paesaggi (quelli del territorio lecchese, del lago e dell’alto Lario) diventati realmente indelebili nell’immaginario di un esercito infinito di lettori, icone senza tempo – e non solo letterarie – cristallizzate nella raggiera di spadine in argento fissate a fermare i capelli di Lucia, non meno che negli ampi colletti e nelle maniche a sbuffo alla moda spagnola del tempo, o nei larghi cappelli di feltro con piume di struzzo di don Rodrigo e nelle verdi reticelle che raccoglievano le chiome dei “Bravi” con i baffi arricciati e il ciuffo all’ingiù sulla fronte, per meglio nascondere il viso truffaldino. Ancora oggi è questo per noi il mondo di Lucia Mondella e Renzo Tramaglino; un mondo narrato da Gonin attraverso illustrazioni di rigorosa e realistica precisione di segno, che a Giaveno (buen retiro del pittore nei suoi ultimi

anni) sono diventati “dipinti murali” realizzati sulle case del borgo vecchio e documentati in mostra a Palazzo Lascaris attraverso pannelli e filmati ideati dall’Associazione Pics – Proprietari immobili del centro storico di Giaveno. Fra dipinti, acquerelli e disegni inediti dei fratelli Gonin, va in primis segnalato per la struggente delicatezza dell’immagine e della vicenda umana il “Ritratto di Erminia Provana del Sabbione con il figlio Luigi Casimiro” eseguito da Francesco Gonin nel 1846, un anno dopo la morte (a soli 24 anni) della nobildonna sposata al Conte di Giletta e Caselette Carlo Alberto Cays e di cui in mostra è anche esposta una treccia di capelli biondi tenuti da fiocchi di seta azzurra e riposta in una teca di cuoio che in copertina riporta un’immagine ad acquarello della giovane Erminia. Accanto, altri ritratti di membri della nobiltà piemontese (di intensa interpretazione pittorica quello del 1851 dedicato al “Conte Giuseppe Provana di Collegno” che fra il 1822 e il 1831 indossò più volte la fascia di sindaco della Città di Torino) e due grandi tele commissionate sempre nel 1851 a Francesco Gonin dal Duca di Genova e rappresentanti, in un’epica armonia di corpi armi e cavalli lanciati al galoppo, la “Battaglia di Torino” del 1706 contro gli eserciti ispano-francesi e il più pacato e sacrale “Te Deum in Duomo dopo la battaglia” e la vittoria, cui seguì per voto del Duca Amedeo II la costruzione della Basilica di Superga. In rassegna, anche documenti e filmati sugli affreschi pressoché sconosciuti ideati da Francesco per l’Eremo di Belmonte di Busca (Cuneo), mentre fra i prestiti eccellenti è di grande impatto emozionale la tela del 1844 che immortala fra suggestive trame di luce e ombra “L’eroica morte del carabiniere a cavallo Giovanni Battista Scapaccino – 1834”, proveniente dal Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri di Roma. Ad arricchire e a completare il percorso espositivo (pur se un po’ defilate), sono infine le incisioni raffiguranti “I castelli del Piemonte” realizzate dal maggiore dei fratelli Gonin, Enrico (Torino, 1799 – Torino, 1870), apprezzato vedutista, e acquerellate in dodici esemplari (di proprietà del Consiglio Regionale) dalla pittrice di Bene Vagienna Adriana Costamagna. Nota importante: la mostra ha dato anche modo di approfondire gli studi sugli affreschi realizzati da Francesco Gonin all’interno del Palazzo della Prefettura, in piazza Castello a Torino; affreschi che sabato 19 gennaio prossimo saranno eccezionalmente visibili al pubblico.

Gianni Milani

“Omaggio a Gonin. Enrico e Francesco, artisti piemontesi dell’Ottocento”

Palazzo Lascaris – Galleria Spagnuolo, via Alfieri 15, Torino; tel. 011/57571 o www.cr.piemonte.it

Fino al primo febbraio

Orari: dal lun. al ven. 9/17

***

Foto
– Francesco Gonin: “Lucia Mondella” (da: eccolecco.it)
– Francesco Gonin: “Renzo Tramaglino” (da: eccolecco.it)
– Francesco Gonin: “Ritratto di Erminia Provana del Sabbione con il figlio Luigi Casimiro”, olio su tela, 1846
– Francesco Gonin: “Ritratto del Conte Giuseppe Provana di Collegno”, olio su tela, 1851
– L’inaugurazione della mostra con il presidente del Consiglio Regionale, Nino Boeti
Le  foto relative ai disegni di Lucia e Renzo sono tratte da: eccolecco.it

Nuove condizioni per Emil Audero: 20 milioni alla Juve

Il corrispettivo è stato fissato in 20 milioni di euro

Nuove condizioni per il  riscatto di Emil Audero. Ora per il portiere di proprietà della Juventus prestato  alla Sampdoria, la squadra genovese ha l’obbligo invece dell’opzione,  raggiunti gli obbiettivi sportivi, di acquisire il calciatore in via definitiva. Il corrispettivo è stato fissato in 20 milioni di euro. A fronte dell’impegno della Sampdoria i bianconeri hanno rinunciato al diritto di contro-opzione.

Parte il primo treno di «Promemoria Auschwitz»

Dei 1600 giovani che partono e aderiscono a livello italiano, 650 sono piemontesi

Parte giovedì 31 gennaio il primo treno di «Promemoria_Auschwitz», progetto organizzato congiuntamente da Deina e Arci: propone un percorso d’educazione alla cittadinanza che vede il suo apice proprio nel viaggio a Cracovia e nella visita agli ex lager di Auschwitz e Birkenau. Il secondo treno partirà invece l’8 febbraio.

Dei 1600 giovani che partono e aderiscono a livello italiano, 650 sono piemontesi. «Anche quest’anno 650 ragazzi, 650 nuovi soci, partiranno da tutto il Piemonte verso Cracovia, come epilogo di un lungo percorso formativo organizzato dall’associazione Arci Deina» dice Andrea Polacchi, presidente Comitato territoriale ARCI Torino che ricorda una celebre frase scritta in un campo di concentramento “Chi non conosce la memoria è condannato a ripeterla”. «E’ una frase che riassume lo spirito con il quale abbiamo deciso di sostenere questa importante esperienza formativa. La storia come maestra di vita per evitare di ripetere gli orrori del passato e, soprattutto, saper identificare e combattere oggi ogni forma di discriminazione, razzismo, intolleranza e xenofobia. E di questi tempi crediamo ce ne sia veramente bisogno – spiega il presidente – L’antifascismo è da sempre un valore fondante dell’ARCI, oltre che della nostra Costituzione, ed è la lente con la quale crediamo che i giovani di oggi debbano diventare i cittadini di domani».

GLI INCONTRI

I partecipanti si sono preparati al viaggio con incontri di formazione in cui è stato approfondito il contesto storico della Seconda Guerra Mondiale e della deportazione. Con cineforum, laboratori di scrittura creativa e workshop interattivi, il gruppo ha cominciato a conoscersi, dialogare e confrontarsi. La formazione prevede inoltre un approfondimento sulla storia locale gestito con incontri tematici e visite ai musei e ai luoghi storici più significativi.

IL VIAGGIO

Il primo viaggio inizierà il 31 gennaio e si concluderà il 6 febbraio.

Il secondo s’inizierà l’8 febbraio e si concluderà il 14 febbraio.
I partecipanti al progetto, provenienti da nove regioni italiane, viaggeranno tutti insieme in treno.

A Cracovia i giovani vivranno un intenso percorso che li guiderà attraverso le fasi storiche che hanno preceduto la deportazione. Con l’affiancamento di guide specializzate, visiteranno alcuni luoghi fondamentali per ripercorrere quel periodo storico: l’ex ghetto ebraico di Cracovia, la Fabrika Emalia Oskara Schindlera, la fabbrica-museo dedicata alla vita di Oskar Schindler e all’occupazione nazista della città di Cracovia, e il quartiere ebraico di Kazimierz. Una intera giornata sarà dedicata alla visita degli ex lager di Auschwitz e Birkenau, dove hanno perso la vita oltre un milione di persone.  Nel corso del viaggio i giovani scriveranno le proprie emozioni e rifletteranno sulle conoscenze acquisite, si confronteranno, vedranno film e spettacoli teatrali e infine con una grande assemblea plenaria avranno la possibilità di confrontarsi su temi di attualità, e di riflettere sul loro ruolo di cittadini del presente.

PARTNER

Il progetto è organizzato grazie alla collaborazione e il sostegno di numerosi enti territoriali e gode del patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e del sostegno e/o patrocinio di oltre 50 tra province e comuni. Dei giovani che partono e aderiscono a livello italiano, 650 sono piemontesi.

 

I PARTECIPANTI PIEMONTESI

Dal Piemonte partecipano giovani provenienti dai seguenti comuni:

Alba, 265 giovani

Bra, 52 giovani

Cuneo, 32 giovani

Torino, 75 giovani

Grugliasco, 25 giovani

Moncalieri, 55 giovani

Nichelino, 35 giovani

Novara 55, giovani

Orbassano, Pinerolo, Leinì, Volvera: 20 giovani

Università degli Studi di Torino, 42 giovani

Gli enti finanziatori sono la Regione Piemonte, Fondazione CRT, l’Università degli Studi di Torino e i comuni di: Torino, Alba, Bra, Cuneo, Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Novara, Orbassano, Pinerolo, Volvera, Leinì e le circoscrizioni 1, 2, 3, 4 e 5 della Città di Torino.

Venerdì 8 febbraio, alle 8,30 nell’Aula 3 della Palazzina Einaudi dell’Università di Torino in corso Regina Margherita 60 si terrà l’Assemblea di partenza degli studenti provenienti dalla Provincia di Torino. Interverranno l’assessore Leon della Città di Torino e il professor Enrico Pasini per l’Università degli Studi, che saluteranno i ragazzi prima della partenza.

I giovani della città di Alba si riuniranno invece alle 8,30 dell’8 febbraio, al Teatro sociale Giorgio Busca in Piazza Vittorio Veneto 3. È previsto un saluto da parte dell’amministrazione del Comune di Alba e dei presidi delle scuole coinvolte rivolto agli studenti in partenza. Tutti i giovani si ricongiungeranno al Brennero dove saliranno sul treno e partiranno alla volta di Cracovia.

 

  • (foto Simone Cargnoni)

Prostituta spinge cliente al suicidio: arrestata

DALLA CAMPANIA   

L’uomo, un suo cliente,  è stato ricattato fino a commettere il suicidio. La prostituta, una donna romena di 42 anni, residente a San Giorgio del Sannio  è stata arrestata dai Carabinieri con l’ accusa di induzione al suicidio, estorsione e tentativo di estorsione. Ai domiciliari anche un uomo di 63 anni, di Benevento, per favoreggiamento della prostituzione. Era l’ottobre 2017 quando la vittima fu trovata impiccata in un capannone, dopo i continui ricatti della romena, che minacciava di raccontare alla moglie i rapporti avuti con lui.

TAV/+EUROPA E RADICALI ITALIANI: CONFERENZA STAMPA DEI PROMOTORI DEL REFERENDUM COMUNALE FISSATA IL 5 FEBBRAIO

“Deve essere indetto entro febbraio per poter votare quest’anno. Di fronte al tentativo del M5S di sabotare il referendum, le madamine del SI’ non hanno nulla da dichiarare?”

Andrea Maccagno (gruppo +Europa Torino) e Igor Boni (Direzione Radicali Italiani):

“Il 10 novembre scorso, in Piazza Castello, 1000 cittadini torinesi sottoscrissero una petizione al Consiglio Comunale per richiedere un referendum consultivo sul TAV, dopo la presa di posizione per il NO espressa dalla maggioranza consiliare M5S il 26 ottobre scorso. Il 13 novembre depositammo la petizione e le firme in Comune. L’ex presidente del Consiglio Comunale, Fabio Versaci, ha impiegato quasi tre mesi per convocare la conferenza stampa dei promotori del referendum, che si terrà in Municipio martedì 5 febbraio. Ai sensi degli artt. 15 e 18 del Regolamento Comunale sulla partecipazione, il Consiglio Comunale deve indire il referendum consultivo entro il 28 febbraio per poterlo abbinare alle elezioni europee e regionale del 26 maggio 2019. In caso contrario, tutto sarebbe rimandato all’anno prossimo, cioè a mai. E’ del tutto evidente il tentativo della maggioranza M5S di allungare i tempi per sabotare la richiesta del referendum…. Ma non erano loro i campioni della “democrazia diretta”, dell’uno vale uno?! Di fronte a tutto questo, chiediamo che le madamine del “SI’, Torino va avanti” scendano in campo per difendere il diritto dei cittadini torinesi ad esprimersi per il SI’, dopo che la maggioranza consiliare si è espressa per il NO. Occorre una terza grande manifestazione popolare, questa volta sotto le finestre del Sindaco Chiara Appendino”

A giudizio ex parroco della Gran Madre per il conto in Svizzera da due milioni

Il giudizio immediato per don A.M, per trent’anni parroco della chiesa della  Gran Madre di Dio, è stato chiesto dalla procura della repubblica di Torino.  Con suo fratello il sacerdote è accusato di appropriazione indebita, poiché per anni avrebbe versato le offerte dei fedeli su un conto a lui intestato in una banca svizzera, per un totale di 2,4 milioni di euro. Quando è andato in pensione la somma è però apparsa su un conto della parrocchia. I legali del sacerdote dicono che tutto è stato fatto legalmente e che lui non ha mai toccato i soldi delle donazioni.

Gianluca De Grossi, l’amore per l’arte

Il filo conduttore che percorre costantemente le opere di Gianluca De Grossi è l’amore per l’arte. “Questo legame, fortissimo, – spiega l’artista – ha le sue radici nella stagione infantile, quando spesso ritirandomi in isolamento, impugnavo una semplice matita e trasferivo dalla mente al foglio bianco, tutti i miei sogni, le mie “visioni” e le sensazioni di una infanzia comune. Alla base delle mie rappresentazioni, protagonista costante, era un forte intreccio tra fantasia e immaginazione. La fusione tra astrattismo e figurativismo, è evidenziata da un sottile equilibrio di forme e colori”. “Io penso, – prosegue – che nell’anima dell’uomo tutto si produce, le cose prendono forma, l’idea diventa concreta, viva e completa.I suoni e le parole che odo, le immagini che vedo, si fanno immediatamente ” reali “, l’immagine ricca di colori diventa completa e brillante nella mia mente nell’attesa di nascere sulla tela bianca”.

L’attività’ artistica professionale di De Grossi  comincia nel 1994 con esposizioni al pubblico. Sono passati quattro anni di ricerca prima di approdare ad uno stile definitivo, quattro anni in cui la mente spaziava negli orizzonti più svariati senza mai stazionare su una meta conclusiva. “Dopo la profonda fase di eclettismo e di ricerca, – aggiunge l’artista –  le “stanze prospettiche” hanno avuto il sopravvento, un ingresso brusco, forzato, la mia mente non vedeva altro che immagini e situazioni collocate e circoscritte, all’interno di stanze prospettiche, dalle quali si poteva comunque “fuggire” da porte e finestre. In seguito la consapevolezza chiara e nitida che la fantasia e l’immaginazione dei miei pensieri non poteva essere circoscritta, e soffocata all’interno di una stanza; trovò maturazione nell’aprile del 1998, quando i miei occhi poterono spaziare verso orizzonti assai più ampi, oltre quelle mura, verso paesaggismi surreali. I lavori che creo e che dipingo, sono immagini che provengono direttamentegolden goose sneakersda dentro, sono espressioni di una realtà che non esiste, immagini catturate dai sogni, situazioni irreali, desideri e aspirazioni che emergono lentamente alla luce”.

Biografia di Gianluca De Grossi

L’attività artistica orientata verso il mondo dell’arte comincia nel maggio del 1994. Nato nel bolognese nel 1970, l’artista ha sempre avuto la tendenza verso il disegno artistico e verso il mondo dei colori. Conseguito il diploma di maestro d’arte, all’istituto statale d’arte di Bologna, decise di abbandonare i canoni accademici a lui imposti, ricercando al contrario un’espressione artistica e iconografica del tutto personale, scegliendo di essere un’artista completamente autodidatta. I primi anni della sua produzione, l’artista realizza opere proiettate su diversi orizzonti, rientrando nella sfera del puro eclettismo,poi successivamente la sua visione artistica subirà una leggera e graduale trasformazione, alla volta di una più decisa personificazione stilistica, che caratterizzerà la mano e la mente dell’autore. La ricerca tecnico espressiva è alla base della sua pittura. Bisogna sottolineare con particolare rilievo la forte tendenza nel ricercare il contrasto dei colori, i quali emergono carichi di luce ed energia, da fondi scuri o variopinti.

CARATTERISTICA TECNICA: uso del pennello, gli sfondi vengono preparati con colori acrilici diluiti, i soggetti vengono rappresentati con colori a olio,non diluito.

CARATTERISTICA TECNICA DAL 2009 IN POI: uso del pennello, l’opera viene realizzata completamente a olio.

La produzione artistica è divisa in 5 periodi o tendenze:

1° periodo : eclettismo

maggio 1994/maggio 1997

Fase di ricerca, sperimentazione

2° periodo: surrealismo prospettico

maggio 1997/aprile 1998

Le stanze prospettiche: ogni contesto, oggetti e soggetti, sono circoscritti all’interno di stanze. Assenza di una o più pareti nella stanza: periodo transitorio che aprirà le porte alla fase pittorica successiva.

3° periodo : surrealismo onirico

aprile 1998/ settembre 2005

Annullamento della stanza prospettica. La mente è libera di Spaziare nell’infinito, verso un paesaggismo surreale, non più soffocato dalle pareti di una stanza.

4° periodo: surrealismo simbolico

settembre 2005/ dicembre 2007

Fase nuova in cui la terra e il cielo sono rispettivamente al loro posto, non più capovolti e sconvolti come nel periodo

precedente.

5° periodo: realismo e surrealismo

dicembre 2007 in poi… Fase in cui oggetti e soggetti della vita quotidiana vengono inseriti in un contesto, a metà strada tra il reale e il surreale.

Il critico Cristiano Galassi ha scritto:

Nel 1924 Andrè Breton scrive “Io credo alla risoluzione futura di questi duestati, all’apparenza così contradditori, che sono il sogno e la realtà, in una sorta drealtà assoluta, di surrealtà”.
Nei lavori di De Grossi il riferimento a tali principi è chiaro ed automatico; nelle sue opere appaiono vividi riferimenti, contestualizzabili comunque al nostro tempo, prevalentemente alla pittura di grandi maestri quali Renè Magritte e Salvador Dalì. Due realtà, apparentemente antitetiche, si fondono nei lavori dell’artista: scene chiaramente oniriche intrecciano la loro esistenza in ambientazioni del tutto naturali, quasi ad omaggiare l’impianto stesso su cui, appunto, si erge la grande stagione del Surrealismo e del Realismo Magico. La pittura di De Grossi , giustamente dettagliata ed attenta al fin più piccolo particolare, ci proietta in un mondo del non-esistente; paesaggi fatati, a volte su pianeti alieni, alberi che diventano dimore di ipotetici abitanti che solo la nostra fantasia può immaginare, ma ecco la sorpresa! A fianco di tutto ciò compare un’automobile sul ciglio di un dirupo, cartelli stradali o carte da gioco che, portate dal vento, volano verso l’infinito. E’ una pittura positiva che immediatamente ci restituisce uno stato d’animo di estrema serenità e di profonda quiete; Gianluca de Grossi distribuisce sulla superficie dei suoi dipinti i particolari del suo mondo con profonda sapienza ed estrema attenzione anche all’equilibrio formale dei suoi lavori.

***

Tutte le info su Gianluca De Grossi: www.degrossi.it

 

Informazione promozionale

Gianluca De Grossi, l'amore per l'arte

Il filo conduttore che percorre costantemente le opere di Gianluca De Grossi è l’amore per l’arte. “Questo legame, fortissimo, – spiega l’artista – ha le sue radici nella stagione infantile, quando spesso ritirandomi in isolamento, impugnavo una semplice matita e trasferivo dalla mente al foglio bianco, tutti i miei sogni, le mie “visioni” e le sensazioni di una infanzia comune. Alla base delle mie rappresentazioni, protagonista costante, era un forte intreccio tra fantasia e immaginazione. La fusione tra astrattismo e figurativismo, è evidenziata da un sottile equilibrio di forme e colori”. “Io penso, – prosegue – che nell’anima dell’uomo tutto si produce, le cose prendono forma, l’idea diventa concreta, viva e completa.I suoni e le parole che odo, le immagini che vedo, si fanno immediatamente ” reali “, l’immagine ricca di colori diventa completa e brillante nella mia mente nell’attesa di nascere sulla tela bianca”.

L’attività’ artistica professionale di De Grossi  comincia nel 1994 con esposizioni al pubblico. Sono passati quattro anni di ricerca prima di approdare ad uno stile definitivo, quattro anni in cui la mente spaziava negli orizzonti più svariati senza mai stazionare su una meta conclusiva. “Dopo la profonda fase di eclettismo e di ricerca, – aggiunge l’artista –  le “stanze prospettiche” hanno avuto il sopravvento, un ingresso brusco, forzato, la mia mente non vedeva altro che immagini e situazioni collocate e circoscritte, all’interno di stanze prospettiche, dalle quali si poteva comunque “fuggire” da porte e finestre. In seguito la consapevolezza chiara e nitida che la fantasia e l’immaginazione dei miei pensieri non poteva essere circoscritta, e soffocata all’interno di una stanza; trovò maturazione nell’aprile del 1998, quando i miei occhi poterono spaziare verso orizzonti assai più ampi, oltre quelle mura, verso paesaggismi surreali. I lavori che creo e che dipingo, sono immagini che provengono direttamentegolden goose sneakersda dentro, sono espressioni di una realtà che non esiste, immagini catturate dai sogni, situazioni irreali, desideri e aspirazioni che emergono lentamente alla luce”.

Biografia di Gianluca De Grossi

L’attività artistica orientata verso il mondo dell’arte comincia nel maggio del 1994. Nato nel bolognese nel 1970, l’artista ha sempre avuto la tendenza verso il disegno artistico e verso il mondo dei colori. Conseguito il diploma di maestro d’arte, all’istituto statale d’arte di Bologna, decise di abbandonare i canoni accademici a lui imposti, ricercando al contrario un’espressione artistica e iconografica del tutto personale, scegliendo di essere un’artista completamente autodidatta. I primi anni della sua produzione, l’artista realizza opere proiettate su diversi orizzonti, rientrando nella sfera del puro eclettismo,poi successivamente la sua visione artistica subirà una leggera e graduale trasformazione, alla volta di una più decisa personificazione stilistica, che caratterizzerà la mano e la mente dell’autore. La ricerca tecnico espressiva è alla base della sua pittura. Bisogna sottolineare con particolare rilievo la forte tendenza nel ricercare il contrasto dei colori, i quali emergono carichi di luce ed energia, da fondi scuri o variopinti.

CARATTERISTICA TECNICA: uso del pennello, gli sfondi vengono preparati con colori acrilici diluiti, i soggetti vengono rappresentati con colori a olio,non diluito.

CARATTERISTICA TECNICA DAL 2009 IN POI: uso del pennello, l’opera viene realizzata completamente a olio.

La produzione artistica è divisa in 5 periodi o tendenze:

1° periodo : eclettismo

maggio 1994/maggio 1997

Fase di ricerca, sperimentazione

2° periodo: surrealismo prospettico

maggio 1997/aprile 1998

Le stanze prospettiche: ogni contesto, oggetti e soggetti, sono circoscritti all’interno di stanze. Assenza di una o più pareti nella stanza: periodo transitorio che aprirà le porte alla fase pittorica successiva.

3° periodo : surrealismo onirico

aprile 1998/ settembre 2005

Annullamento della stanza prospettica. La mente è libera di Spaziare nell’infinito, verso un paesaggismo surreale, non più soffocato dalle pareti di una stanza.

4° periodo: surrealismo simbolico

settembre 2005/ dicembre 2007

Fase nuova in cui la terra e il cielo sono rispettivamente al loro posto, non più capovolti e sconvolti come nel periodo

precedente.

5° periodo: realismo e surrealismo

dicembre 2007 in poi… Fase in cui oggetti e soggetti della vita quotidiana vengono inseriti in un contesto, a metà strada tra il reale e il surreale.

Il critico Cristiano Galassi ha scritto:

Nel 1924 Andrè Breton scrive “Io credo alla risoluzione futura di questi duestati, all’apparenza così contradditori, che sono il sogno e la realtà, in una sorta drealtà assoluta, di surrealtà”.
Nei lavori di De Grossi il riferimento a tali principi è chiaro ed automatico; nelle sue opere appaiono vividi riferimenti, contestualizzabili comunque al nostro tempo, prevalentemente alla pittura di grandi maestri quali Renè Magritte e Salvador Dalì. Due realtà, apparentemente antitetiche, si fondono nei lavori dell’artista: scene chiaramente oniriche intrecciano la loro esistenza in ambientazioni del tutto naturali, quasi ad omaggiare l’impianto stesso su cui, appunto, si erge la grande stagione del Surrealismo e del Realismo Magico. La pittura di De Grossi , giustamente dettagliata ed attenta al fin più piccolo particolare, ci proietta in un mondo del non-esistente; paesaggi fatati, a volte su pianeti alieni, alberi che diventano dimore di ipotetici abitanti che solo la nostra fantasia può immaginare, ma ecco la sorpresa! A fianco di tutto ciò compare un’automobile sul ciglio di un dirupo, cartelli stradali o carte da gioco che, portate dal vento, volano verso l’infinito. E’ una pittura positiva che immediatamente ci restituisce uno stato d’animo di estrema serenità e di profonda quiete; Gianluca de Grossi distribuisce sulla superficie dei suoi dipinti i particolari del suo mondo con profonda sapienza ed estrema attenzione anche all’equilibrio formale dei suoi lavori.

***
Tutte le info su Gianluca De Grossi: www.degrossi.it
 

Informazione promozionale