Non è bastata una grande rimonta nella seconda metà di gara ad Aurora Petronio, rimasta fuori per soli 10 centesimi dal podio dei 200 farfalla delle Universiadi di Taipei. La nuotatrice torinese della Rari Nantes Torino, classe 1998 e allenata da Andrea Grassini (anch’egli presente a Taipei nello staff della nazionale azzurra), ha chiuso al quarto posto con il tempo di 2’11″50, confermando il piazzamento delle semifinali e migliorando il crono di ieri di 2 decimi esatti. Le medaglie sono andate alla statunitense Ella Frances Eastin, che ha fatto gara a sé concludendo in 2’08”21, alla svizzera Martina Eva Van Berkel (2’11’40) e alla turca Nida Eliz Ustundag (2’11”40). Aurora è passata in ottava posizione sia al primo 50 (30”12) sia a metà gara (1’03”63); ha iniziato la rimonta nella terza vasca, transitando sesta in 1’37”42 e ha continuato il recupero negli ultimi 50 metri, fermandosi come detto a un passo dalle medaglie.
Ieri una delegazione dell’Alto Commissariato dell’ONU ha fatto visita ad una bimba profuga siriana di 13 anni, ricoverata presso la Nefrologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, in dialisi ed in attesa di trapianto renale. Dopo averla seguita in Libano, sono venuti a trovarla per accompagnarla nel progetto di recupero della sua vita di bambina interrotto a causa della guerra e della dialisi ed a sostenerla in questa tappa così importante dell’ingresso nella lista trapianto renale. A luglio è stata inviata alla Nefrologia Pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Bruno Gianoglio), attraverso un corridoio umanitario coordinato dal Sinodo Valdese ed all’intervento dell’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati di guerra, una bimba profuga
siriana di 13 anni in dialisi cronica in Libano dopo la fuga dal suo Paese, a causa di una displasia renale congenita che l’ha portata all’insufficienza renale terminale ad ottobre 2016. La malattia è una malformazione congenita che non era mai stata rilevata sino ad allora e che generalmente porta all’insufficienza renale terminale intorno alla pubertà. La bambina era profuga in Libano insieme ai suoi sei fratelli ed ai genitori, non ha potuto andare a scuola da quasi 6 anni e l’inizio della dialisi, in occasione della diagnosi della malattia per un grave peggioramento delle condizioni generali che ha necessitato di ricovero in ospedale, ha ulteriormente complicato la sua vita. Nella sua condizione di profuga inoltre non era ipotizzabile una prospettiva di trapianto renale. I volontari del Sinodo Valdese di Torino hanno avuto modo di conoscere la bimba nell’ospedale in Libano e con l’aiuto dei delegati dell’Alto Commissariato dell’ONU per i profughi hanno contattato la Nefrologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita per proseguire la dialisi e per portarla al trapianto di rene. Questi bimbi in questi Paesi infatti sarebbero condannati a rimanere in dialisi a vita, spesso allontanandosi dalle loro case e dalla scuola, perché gli ospedali dove è possibile il trattamento sono ad ore di distanza da casa o morirebbero perché la dialisi cronica non è disponibile.
Continuando il progetto di accoglienza già in corso da anni per offrire anche a questi bimbi un futuro di pieno reinserimento nella vita sociale ed un rapido rientro nei loro Paesi dopo il trapianto renale, anche in accordo con il Centro Nazionale Trapianti ed il Coordinamento Regionale Trapianti, la Nefrologia pediatrica ha accolto la bimba a luglio. E’ arrivata a Torino accompagnata dai volontari del Sinodo Valdese con il terrore negli occhi di chi ha vissuto la realtà di un ospedale per profughi e la dialisi in una sala dialisi dove non c’era lo spazio né il tempo per sorridere e giocare con un bambino ed è stata principalmente sorpresa dai sorrisi dei medici e delle infermiere e dal clima tranquillo e sereno del nostro ospedale. Con la supervisione ed il coordinamento della dottoressa Licia Peruzzi, responsabile clinico del Trapianto Renale Pediatrico, sono stati effettuati rapidamente tutti gli esami necessari ed ora é iscritta alla lista nazionale di trapianto renale pediatrico e potrà essere in fase attiva, ovvero chiamabile in ogni momento per ricevere il trapianto, dalla prossima settimana. In questo mese, pur nelle difficoltà del periodo estivo, grazie al Servizio di Mediazione culturale dell’ospedale, sono stati attivati tutti i servizi di supporto per consentire alla bimba di imparare i primi rudimenti della lingua italiana, di inserirsi a Torino in modo da poter iniziare la scuola a settembre ed affrontare più serenamente il percorso del trapianto renale.
Eccellenti anche le performance dell’alta Valsusa e Chisone (88%) e delle Valli di Lanzo (80%
La montagna è la regina dell’estate turistica in Piemonte. Nei mesi di giugno e luglio nelle valli olimpiche si è registrata una crescita di oltre il 10%. Il periodo di maggiore afflusso è sempre agosto, quando nelle settimane centrali del mese gli hotel, soprattutto nel ponte di Ferragosto, hanno segnato picchi del 95% di occupazione delle camere. Eccellenti anche le performance dell’alta Valsusa e Chisone (88%) e delle Valli di Lanzo (80%), sempre nello stesso periodo.Sono stati 32mila i passaggi dagli uffici del turismo gestiti dall’Atl Turismo Torino e Provincia nelle aree montane. Bene nel mese di agosto anche l’occupazione media delle strutture ricettive nelle valli cuneesi dove, secondo un sondaggio, la presenza turistica si attestata intorno al 70%.
A causa di un guasto tecnico alla stazione di Porta Susa si stanno verificando ritardi anche di oltre un’ora nel traffico ferroviario. Verso le 7.30 di questa mattina il sistema di distanziamento e dei segnali dei treni ha iniziato a non funzionare a dovere. Sono nove i treni dell’ Alta Velocità e dodici i regionali ad avere subìto le conseguenze. Sei treni regionali sono stati
cancellati e i ritardi hanno coinvolto anche altre stazioni, compresa Porta Nuova, dove numerosi passeggeri in attesa di partire si sono ammassati vicino ai binari. I tecnici stanno lavorando per risolvere il guasto.
(foto: il Torinese)
Nella notte, a Robassomero, in un incidente stradale un uomo di 45 anni, Marco Valenza, di Vinovo, è morto uscendo di strada in via Lanzo, a bordo di una Fiat Punto. Verso le 2 è l’auto si è schiantata contro il muro di cinta della Mandria. Gli automobilisti di passaggio hanno chiamato il 118, ma per lui non c’è stato nulla da fare. La dinamica dell’incidente è all’esame dei carabinieri della stazione di Fiano.
Ogni giorno il web e i giornali ci dilettano con polemiche a distanza tra esponenti del Pd locale e nazionale. Siamo ancora in periodo di congresso. Ed è quasi logico polemizzare, visto che ci sono più candidati alle segreterie. Insomma, chi dovrebbe essere il numero uno della provincia o della Regione. Ma il congresso non c’ è già stato? Il nazionale…non quelli locali. Non ho capito come si vota ed è irrilevante al fine di una interna vita democratica. Ma probabilmente essenziale per la scelta dei 100 capolista che saranno sicuramente parlamentari, visto che per loro non varrà la preferenza. Renzi ha già fatto sapere che deciderà solo lui, facendo intendere che premierà soltanto i fedelissimi. Gli altri, se vogliono correre, si devono sbattere nel cercare le preferenze tra il popolo. Si capisce in questo modo perché ci sono candidature provenienti dalla stessa componente renziana. Ma c’ è dell altro? Speriamo, con la consapevolezza che i cosiddetti contenuti politici abbiano qualche valenza . Il che vuol dire che l’ iscritto pd scelga in base, appunto, anche ad una proposta. Il tutto ripropone una domanda: qual è la filosofia politica proposta? Francamente non so e non capisco. Ma desidero raccontarvi ciò che mi è successo tre settimane fa. L’ onorevole Anna Rossomando mi ha invitato ad un dibattito a Villadossola, Festival de l’Unità. Con lei scherzo : ma Renzi ha dato il permesso? La risposta: qui ha vinto la mozione Orlando. 160 km e siamo arrivati. Mi ritrovo catapultato in una enclave di comunisti rigorosamente iscritti al Pd. Effigie di Enrico Berlinguer, Stelle Rosse con relativa grigliata. Tanti, vi assicuro, tanti ma tanti volontari con magliette rosse che ricordano il 70° dalla fondazione della casa del popolo. Insomma mi ritrovo catapultato nel passato di un festival del Partito comunista Italiano.
Proprietà della struttura la locale Fondazione Ds presieduta da Pippo Calandra, iscritto attivista e dirigente del PCI della Vall Ossola. Patrizio, che ci fai qui? Cerco qualcosa che forse ho trovato. Una novità che arriva dal passato. Piuttosto che ci fai tu iscritto al Pd? Alternative per chi vuole fare politica di sinistra in questo nostro paese. Iscritti,Pippo? Dimezzati da 1200 a 600. Qui a Villa teniamo duro e lavoriamo 5 mesi all’anno per questo Festival .Del resto Patrizio hai alternative?
No, faccio notare che non è compito mio trovarle: io al massimo spettatore. Spettatore che vorrebbe assistere alla commedia del congresso con un maggiore coinvolgimento politico. Francamente non vedo tutto ciò in queste polemiche agostane. Si dice che le speranze sono le ultime a morire. Affievoliscono ed aumenta l’astensione.
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Eletta un anno fa la sindaca di Torino ha sempre detto e ripetuto : datemi un po’ di tempo e sarò una sindaca migliore di Piero Fassino. Il tempo mi serve per capire e poi farò. Se abbiamo compreso bene il 30 Agosto scadono i termini per presentare il progetto per i fondi per la metro linea 2. Progetto prontamente sospeso più di sei mesi fa. Risulta la convocazione di una riunione del Consiglio comunale il 4 settembre per decidere come definire il progetto che scade ad Agosto.Nel mentre il Ministro Delrio fa la spola da Roma e dopo il Chiampa nazionale ha incontrato la Chiara imbarazzata che supplica : ci sono anche io. Ripetendo: datemi del tempo. Ignavia, approssimazione? Qui non stiamo parlando di politica…cerchiamo di essere logici e non capiamo. Non capiamo perché il progetto è stato sospeso 6 mesi fa. Ma probabilmente essendo il loro grande capo un guitto, sicuramente un grande uomo di spettacolo, tutto con pentastellati diventa spettacolo. Ma qui la tragedia si è trasformata in farsa. Torino piange, non può ridere. E l’unica consolazione è che le ferie agostane rendono tutto ovattato. Resta la tragica domanda: che sarà del futuro di Torino? Non vi preoccupate, è già pronta la risposta: vedremo, è colpa delle scelte fatte in passato dal Pd. Noi ci limitiamo ad osservare: quando i fatti, ripetendosi, confermano le paure, la paura diventa terrore che quello che si temeva stia avvenendo. Venaria, anche un po’ arrabbiata, si è dovuta sostituire a Torino per il G 7. Ora si perdono finanziamenti e possibilità di realizzare linee metropolitane. Cara Chiara Appendino, non c è limite al peggio. E se non si farà la colpa è solo sua, perché il tempo per imparare è finito.
Patrizio Tosetto
Elogio dell’osteria piemontese
Con il suo libro “La Piola”, da poco nelle librerie, Beppe Valperga ci accompagna alla scoperta della “piola”, la tipica osteria piemontese, che sopravvive alle mode e alle tendenze gastrosofiche. Un modello di ristorazione che continua a proporsi all’attenzione dei piemontesi, rimanendo fedele alla sua ispirazione originaria, ovvero di essere un locale popolare, della “gente del quartiere, della frazione, del paese” !
Siccome la prossima rivoluzione sarà una rivoluzione alimentare, è bene che ci predisponiamo a cambiare il mondo in punta di forchetta! Se è nostro interesse conoscere il nostro cibo quotidiano, privilegiare la sostenibilità anche delle strutture distributive, scegliere il negozio specializzato anziché l’ipermercato, altrettanto importante è privilegiare l’offerta di ristorazione legata al territorio, alle sue tradizioni e a i suoi prodotti, continuare a andare in “piola”.
Nelle premesse al libro, Beppe ci avverte che non è un libro di rimpianti, né tanto meno un invito a bere senza ritegno e sottolinea come la filosofia della piòla sopravvive a qualunque difficoltà, perché qui, in piòla, ognuno è quello che è, libero dai condizionamenti della moda del momento!
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Certo che se ritorno col pensiero alle mie frequentazioni di giovane “pioletario”, mi si apre un mondo di ricordi piacevoli e conviviali, di serate con gli amici, di canti e discussioni impegnate, di appuntamenti fissi al sabato sera, perché ci si poteva saziare, e passare la serata, con i pochi spiccioli che avevamo a disposizione. La “piola” è un locale popolare perché è accessibile a tutti, cibo buono, poco elaborato, a prezzi onesti. A conferma che la piòla debba essere un locale con prezzi popolari, Beppe ci racconta una curiosità: da cosa ha origine l’abitudine di chiedere il pagamento del coperto nel conto del ristorante? In passato era consuetudine che gli avventori delle piòle si portassero da casa il cibo da consumare e acquistassero soltanto il vino, o altre bevande. Come addirittura c’era chi non comprava neppure il vino e si portasse da casa un pintone del suo, chiedendo all’oste solo un po’ di amaro pompa, ovvero l’acqua della fontana, ovviamente gratuita. All’oste non restava altro che farsi pagare il coperto, una modica cifra per l’utilizzo dei tavoli e delle sedie: la parola coperto faceva riferimento al soffitto del locale o al pergolato, al riparo dalle intemperie nella brutta stagione, o dal sole in estate.
Nei miei ricordi ci sono “tipi di piole”, diverse per ubicazione (urbana o rurale), spazi a disposizione (al chiuso o sotto la topia), offerta di piatti (leggete il capitolo del libro dedicato a “La dieta in piòla”), così come c’erano i “tipi da piola”, che con le loro ordinarie stravaganze e soprannomi, caratterizzavano i locali per la loro presenza abitudinaria. Su era soliti coniare apposite denominazioni che contraddistinguevano i locali e li caratterizzavano. Noi giovani eravamo i client itineranti, ci piaceva girarle a seconda dei momenti e degli amici che volevamo incontrare. Vi faccio qualche esempio, senza dilungarmi troppo (forse varrebbe la pena di continuare il racconto che ha iniziato Beppe con il suo libro). In Corso Orbassano, a Torino, ad esempio, c’era ’l coridor, così chiamato per la pianta del locale, che era simile a un lungo corridoio, dove la domenica sera bevevamo vino, obbligatoriamente nero e sfuso, sorseggiandolo direttamente dalla scodella che facevamo girare! Si andava, e si va ancora, a “gli imbianchini”, vicino alla Gran Madre, perché il locale era ospitato nella storica Cooperativa Borgo Po e Decoratori. C’erano, e ci sono ancora fortunatamente, tante bocciofile, con annessi campi da gioco, cooperative operaie, di antica origine e tradizione, strutture associative, che offrivano l’occasione di un pasto a prezzi popolari.
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Vi cito qualche esempio fuori porta: in zona Cascine Vica, una bocciofila era soprannominata la “petroliera” in conseguenza del colore e della densità del vino somministrato, così come in zona Bruere c’era la “cantina dell’operaio”, che, benché in zona rurale di recente urbanizzazione, guardava con simpatia alla classe operaia che non andava in Paradiso e si attardava in piòla, magari a discutere di lotta di classe. A Bruere trovavi frequentemente il “4 stagioni”, un tipo così soprannominato perché costantemente ebbro, in tutte le stagioni dell’anno: era di credo politico liberale e, quando la discussione si accendeva con gli avventori di orientamento politico opposto, andava in trasferta a Cascine Vica, in bocciofila,, a incontrare un altro pubblico più accondiscendente, senza, però, mai alzare eccessivamente la voce! Ricordo ancora la “Bottiglieria piemontese”, a Torino in via Napione, dove c’era il mitico “Ercolino”, l’archetipo dell’oste, un omone grande e robusto, che, vedendoti giovane e di taglia ristretta, si sentiva in dovere di metterti un po’ all’ingrasso con le sue porzioni abbondanti, magari un bel piattone di gnocchi alla bava, accompagnato da un secondo con carne e verdure. Già, perché come ci ricorda Beppe, non bisogna “dimenticare che la parola òsto (che si pronuncia ostu) pure significa osteria ma, contemporaneamente, significa oste. In ogni caso il piolista serio, da secoli, va in piòla e non all’òsto, casomai dall’òsto, il padrone della piòla, l’òsto della piòla, di solito un amico”.
Scoprite nel libro di Beppe l’origine e il significato della parola piòla, cosa vuol dire andare in piòla, la filosofia della piòla, le insegne, la vita e il menu della piòla e molte altre curiosità e informazioni sulla vita in piòla.
Non c’è, dunque, nessun nuovo fantasma che si aggira per l’Europa, ma solo una felice prospettiva per trascorrere la serata con gli amici: “Co’ fuma stasseira? ‘ndoma an piòla?
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Ignazio Garau, Presidente Italiabio
FlixBus, boom da Torino a Orio al Serio
Estate 2017: Orio al Serio prima nella classifica delle mete preferite dai Torinesi. Grande successo per le connessioni con la Francia: Lione, Parigi e Nizza in top 5
Aumentano i Torinesi che sposano una forma di turismo intermodale recandosi in aeroporto in autobus: è quanto emerge dalle prenotazioni FlixBus con partenza da Torino registrate tra giugno 2017 e agosto 2017*, che vedono lo scalo di Orio al Serio al primo posto tra le mete preferite di chi parte dal capoluogo per le vacanze estive a bordo degli autobus verdi. Grazie anche all’aggiunta progressiva di nuove corse giornaliere tra la città e l’aeroporto bergamasco, ora collegati fino a sette volte al giorno in circa 2 ore e 40 minuti, il numero dei Torinesi che quest’estate hanno optato per la soluzione di mobilità intermodale ed ecocompatibile proposta da FlixBus è infattiraddoppiato rispetto all’estate 2016. Un trend positivo in cui si riflette anche il sempre maggior prestigio, all’interno della rete nazionale degli autobus verdi, del capoluogo piemontese, il cui traffico passeggeri è triplicato in solo un anno. Andrea Incondi, Managing Director di FlixBus Italia, ha affermato: «L’aumento dei passeggeri che si recano in aeroporto in autobus è indicativo della grande apertura dei Torinesi a una forma di turismo intermodale in cui i mezzi collettivi si offrono come alternativa all’auto privata, con ricadute positive anche per l’ambiente».
Di seguito, la top 10 delle mete preferite di chi quest’estate è partito per le vacanze con FlixBus da Torino:
1. Orio al Serio | 6. Napoli |
2. Milano | 7. Venezia |
3. Lione | 8. Genova |
4. Parigi | 9. Firenze |
5. Nizza | 10. Roma |
Come si può vedere, nella classifica si incontrano, in seconda posizione, Milano (raggiungibile fino a 15 volte al giorno in circa un’ora e 50 minuti) e, a seguire, ben tre destinazioni francesi: Lione (fino a sette corse quotidiane), Parigi (fino a cinque corse giornaliere) e Nizza (due corse al giorno) occupano infatti, rispettivamente, la terza, la quarta e la quinta posizione, mentre il resto della classifica rivela la passione dei Torinesi per le grandi città italiane. Torino si riconferma così tanto un punto di partenza ideale per riscoprire il patrimonio artistico e culturale dell’Italia quanto una porta privilegiata sull’Europa, funzioni destinate a consolidarsi progressivamente anche nei prossimi mesi con l’istituzione di nuovi collegamenti nazionali e internazionali.
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* Sono stati presi in considerazione i viaggi effettuati a giugno e luglio e le previsioni per il mese di agosto.
#CRPerilsociale
Proseguono per tutta l’estate sui canali social del Consiglio regionale del Piemonte le prime due campagne di comunicazione sociale volute dall’Ufficio di presidenza dell’Assemblea legislativa per sensibilizzare l’opinione pubblica su alcuni temi di interesse generale. “Riteniamo sia compito delle istituzioni – spiegano il presidente Mauro Laus con i suoi vice Daniela Ruffino e Nino Boeti, e i consiglieri segretari Angela Motta, Giorgio Bertola e Gabriele Molinari – impegnarsi nella promozione di campagne sociali per informare su alcuni temi di pubblico interesse, promuovere consapevolezza e prevenire fenomeni di disagio, soprattutto tra le fasce deboli della popolazione. Ci concentreremo su alcuni temi che sono all’ordine del giorno del dibattito politico e dell’iniziativa legislativa, utilizzando un linguaggio diretto, anche con l’ausilio di strumenti multimediali, per raggiungere tutte le fasce della popolazione, soprattutto attraverso i canali social dell’Assemblea”. Le prime due campagne, che impegneranno tutta l’estate, riguardano il cyberbullismo e i corretti stili di vita. La campagna sul cyberbullismo, che ha come filo conduttore l’ hashtag #cyberbullismo, coinvolge anche il Corecom, la Consulta Giovani e la Garante regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, e veicola, attraverso i canali Facebook, Twitter, Youtube e Linkedin alcuni video istituzionali che promuovono la consapevolezza sui pericoli della rete. E’ invece caratterizzata dall’hashtag #contagiatidibenessere la campagna sui corretti stili di vita, che è condotta prevalentemente sul canale Instagram, sul quale ogni giorno viene selezionata una foto postata con l’hashtag #contagiatidibenessere, ripostata anche sui canali Facebook e Twitter, e che racconta con un’immagine l’idea del benessere per contagiare e farsi contagiare dai corretti stili di vita. Le prossime campagne sociali che prenderanno il via in autunno riguarderanno invece i disturbi alimentari e l’uso consapevole del denaro, in collaborazione con le Consulte Femminile ed Elette del Consiglio regionale e con l’Osservatorio per il fenomeno dell’usura. Tutte le campagne sociali del Consiglio regionale sono caratterizzate dall’hashtag #CRPerilsociale.
Sì alle unioni civili dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che ha approvato un documento storico dal titolo “Famiglie, matrimonio, coppie, genitorialità”. Si introduce, alla luce della nuova legge Cirinnà, la benedizione liturgica per le coppie civilmente unite che ne facciano richiesta. Ma rimangono alcuni requisiti per riceverla, come quello della necessità per almeno uno dei partner di essere membro della chiesa. Paola Schellenbaum, membro della Commissione famiglie che ha elaborato il documento, parla di momento storico, il primo dal 1971. Oggi si ratifica formalmente una “evoluzione nella tutela dei diritti delle persone dello stesso sesso già in passato auspicata dalle chiese metodiste e valdesi, che già nel 2010 avevano introdotto la possibilità di benedire la relazione di coppie omosessuali”.
(foto: il Torinese)