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“Villa Morlini”

casa-chiusaIl povero Sparagnetti, che di nome faceva Gaudenzio, sacrestano pio e devoto di San Rocco, inorridì alla notizia. “Oh, mamma mia, che vergogna! Che vergogna per tutto il paese!”. Il pover uomo si teneva la testa tra le mani, scuotendola a destra e sinistra, disperato e sconvolto. L’ultima trovata del Borlazza era davvero scandalosa: trasformare Brovello Carpugnino in un set per un film di quelli scollacciati, con le attrici che interpretavano quelle signorine che un tempo praticavano il mestiere al riparo delle mura di quelle che venivano chiamate “case chiuse”. Roba da matti, da non credere alle orecchie. E già in giro c’era chi sogghignava, chi – tra amici – si dava di gomito strizzando l’occhio e chi biascicando qualche preghiera, tra un singhiozzo e l’altro, immaginava già di finire sulla bocca di tutto il Vergante. Lo Sparagnetti se li immaginava già, i discorsi ai mercati o nei bar dei paesi vicini: “Avete sentito la notizia? Quelli di Brovello metteranno su un gran casino. No, non una gazzarra..proprio un casino, di quelli dove i militari e quelli che avevano quell’abitudine andavano a dar prova della loro virilità”. E giù risate. “Una gran bella figura di emme”, sospirava il sacrestano. Intanto il Borlazza, vicesindaco factotum con l’ambizione di far le cose in grande e rimanere ( si esprimeva con queste parole..) “inciso nella memoria dei miei concittadini”, non stava più nella pelle. Nessuno aveva capito come mai la scelta del regista Amleto Ciaccorelli fosse caduta proprio su Brovello Carpugnino come set per le riprese del film ma sta di fatto che il piccolo comune aveva “bagnato il naso” alle più titolate concorrenti, da Verbania a Stersa, da Baveno ad Arona. Così, in quattro e quattr’otto Brovello, per i più ardimentosi, era diventata “Brovellowood” mentre per i critici , i bacchettoni e i benpensanti era assurta al poco edificante ruolo di “paese delle puttanate”.  Eppure, a ben vedere, i più erano attratti – per curiosità ma soprattutto per ammirazione – dalle belle donne che interpretavano le “signorine” di Villa Morlini, la casa di tolleranza che dava il titolo alla pellicola. “I bei tempi di Villa Morlini” poteva vantare un cast di prim’ordine, con le due protagoniste –  Silvietta Tocca e Melania Cantuccini – dotate di grande talento artistico ma anche di un notevole “personale”. Soprattutto la Cantuccini, ragazza dalle grandi misure del tutto naturali, non lasciava indifferente nessuno dei brovellesi di sesso maschile. Anche gli amministratori erano coinvolti nel film. Il sindaco Mariano Contatto e l’assessore Tripelli figuravano come semplici comparse mentre al Borlazza era stato proposto un ruolo un tantino più importante: quello del cliente abituale. Persino allo Sparagnetti era stata offerta una particina, da ragioniere contabile, prontamente e segnatamente rifiutata dal sacrestano che, a scanso d’equivoci, accompagnò il suo no con una decisa sgranatura del rosario e un imprecisato numero di segni della croce. In breve tempo e per qualche settimana, non si parlò d’altro sulle due sponde del Lago Maggiore.

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E anche sul lago d’Orta, nella zona di Mergozzo, in Ossola e giù, giù, a ridosso delle risaie della “bassa” novarese. Brovello, grazie al film, era sulla bocca di tutti. Nella ricostruzione scenica, accurata fin nei dettagli, nulla è lasciato al caso. Semmai si dava spazio  alla fantasia di coloro che – scrutando le ragazze che  si presentano in fantasiose combinazioni di veli , merlettature o deshabillé , in calze nere o guêpières – immaginavano di frequentare le stanze  dei bordelli di lusso, affrescate di dipinti erotici con angeli caduti in pose peccaminose e donne semivestite, mollemente sdraiate sui divani. Per i più anziani non era necessario un gran sforzo di fantasia ma semmai un rivangare lontani ricordi , rinverdendo episodi autobiografici, mentre per i giovani come il Borlazza era un tourbillon di novità ad alta tensione. Sì, perché il vicesindaco, costretto in un abito di foggia sartoriale anni cinquanta, rosso in volto come un peperone, si era talmente immedesimato al punto che il regista più volte dovette sospendere le riprese per calmarne gli ardori. E soprattutto per tagliare quel fastidioso e  ripetuto “Cavolo, cavolo” che il Borlazza non riusciva a disciplinare, intercalandolo ad ogni pur breve frase. Al vicesindaco il copione riservò anche una lunga battuta, fortemente critica nei confronti della senatrice Lina Merlin, veneta e socialista, firmataria della legge che chiuse i bordelli.  Rivolgendosi alla sua foto su di un giornale aperto sul banco dietro il quale sedeva la maîtresse Margherita, , la tenutaria della casa di tolleranza “Villa Morlini “ , nell’ultima sera d’apertura prima che chiudesse per sempre i battenti, la sera di sabato 20 settembre 1958 il Borlazza, sospirando a lungo, citava il senatore Pieraccini, uno dei più fieri avversari della Merlin, parlando delle anguille. Le anguille? Sì, le anguille. Infatti, il politico fiorentino disse “ Le anguille quando entrano in amore fanno un lunghissimo viaggio di migliaia di chilometri; vanno tutte quante a trovare il loro letto di nozze. Consideri, onorevole Merlin, quanto è potente lo stimolo sessuale!”. Solo che, detta dal Borlazza, la frase suonò ben altra, soprattutto quando aggiunse.. “Cavolo, altro che balle! Le anguille sì che ci danno dentro”. E così, tra uno stop e l’altro, prima che il regista e il cameraman dessero in escandescenze, la battuta venne cancellata, con il vicesindaco che non se ne faceva una ragione, masticando amaro ( “Che sfiga, che casa-chiusa-3sfiga..”) e il resto della troupe esasperata. Così, in breve, le riprese terminarono, con grande sollievo dello Sparagnetti, di Don Tullio e della maggior parte della comunità brovellese di sesso femminile. Un po’ d’amaro in bocca rimase, invece, al vicesindaco perché maturò il sospetto, senza capirne le ragioni vere, che l’esperienza della “Brovellowood” era quasi del tutto “andata a puttane”. Esito al quale, inconsapevolmente, aveva contribuito da protagonista, aggiungendo l’ultimo “tocco” di classe quando – rivolgendosi alle due protagoniste – le apostrofò con un sonoro “saprei io come farvi contente se vi avessi tra le mani, gallinelle”. Amleto Ciaccorelli  e la sua troupe se ne andarono da Brovello pronunciando un “grazie” piuttosto freddo e maldisposto. E al vicesindaco non restò che il pensiero, a metà tra l’incuriosito e l’invidioso, di quelle incredibili creature che, dalle acque dolci risalivano fino al Mar dei Sargassi all’unico scopo di copulare e riprodursi.

Marco Travaglini

Autocrocetta con i campioni dello sport per BMW X7 e BMW THE 7

Martedì 28 maggio la Concessionaria BMW Autocrocetta insieme con il Panigaccio 2.0 ha dato vita ad un Evento dedicato alle nuove vetture che ridefiniscono il concetto di Lusso secondo la Casa Bavarese: Nuova BMW X7 e Nuova BMW THE 7.Protagoniste della scena, le vetture hanno convinto da subito i presenti, per la  loro straordinaria bellezza. BMW X7 e BMW THE 7, nonostante le imponenti dimensioni sono  capaci di trasmettere grazia e leggerezza grazie al design puristico e alle linee sportive. L’Evento si è svolto dapprima nella corte esterna dove gli ospiti hanno avuto modo di scoprire l’aperitivo secondo Panigaccio 2.0, caratterizzato da un’esperienza di Show Cooking e dalla degustazione dei vini Ferrari.In un secondo momento gli ospiti sono stati guidati in un’esperienza gastronomica all’interno della struttura, dove hanno potuto assaporare una cena accompagnati dai Sommelier AIS. L’evento ha inoltre visto la partecipazione dell’Allenatore Moreno Longo e del Campione di Snowboard Simone Malusà, nonché del Cantante Duccio Devoti che si è esibito ed ha presentato le nuove punte di diamante del marchio dell’Elica.

 
 
 

Autocrocetta: con Sgarbi insieme per la cultura 

Nel corso dell’evento sono state eseguite alcune arie di repertorio sacro, in onore del poeta Guido Gozzano

San Gaudenzio è stata la prima parrocchia di Agliè, una chiesa del 1300 dove sono conservate le spoglie del poeta crepuscolare Guido Gozzano. Vittorio Sgarbi la visitò alcuni anni fa, e domenica 19 Maggio è tornato ospite per inaugurare il completamento del primo lotto di lavori. “Noi di Autocrocetta – dicono i responsabili della concessionaria torinese – abbiamo scelto di essere dalla parte della cultura”.  Nel corso dell’evento sono state eseguite alcune arie di repertorio sacro, in onore del poeta Guido Gozzano. La chiesa di San Gaudenzio fa parte del percorso dei luoghi gozzaniani di Agliè, un percorso turistico che comprende anche piazza Castello, Palazzo Mautino (la casa materna del poeta), villa Gozzano e villa Flora (casa paterna e villa di Palmira Zacchi), villa Colla (la casa dell’amico Ettore), il monumento nel giardino della cappella Mautino, il Meleto (la casa di campagna delle vacanze estive), il capanno (luogo privilegiato dell’ispirazione poetica) e Vill’Amarena sulla collina che sovrasta il castello ducale. Hanno accompagnato l’evento: Il tenore Federico Forte e il soprano Masako Ichijo cantante lirica giapponese residente a Torino, colei che ho cantato nel Patrimonio Mondiale Palazzina di Sutupinigi da solista. Al pianoforte si è esibito Gianni Bertolotti.
 
 

Autocrocetta per "Maliarosa"

“Maliarosa è un progetto che ci vede orgogliosamente partner, perché è un progetto ambizioso fatto di passione e dedizione”, commentano i responsabili di Autocrocetta
Il Concept parte dall’idea di un imprenditore, una scelta che nasce dalla volontà di rappresentare nella maniera più pura la vicinanza del mondo delle biciclette da corsa a quello delle motociclette da corsa. Una motocicletta unica nel suo genere, costruita da Aldo Querio Gianetto della AQG di Colleretto Castelnuovo, per il vincitore del prossimo 102°Giro d’Italia. Un tributo, appunto, che idealmente tutto il Canavese donerà al vincitore della prossima corsa in rosa. “La presentazione, in grande stile, è avvenuta domenica sera al castello Malgrà, in qualità di sponsor del progetto, noi di Autocrocetta abbiamo partecipato all’evento e ne seguiremo le tappe con grande interesse”. Dal 5 maggio sono disponibili le immagini sul sito www.maliarosa.it e sono indicati i luoghi in cui la motocicletta verrà esposta in attesa del passaggio del giro. Inoltre sulla carena della moto è stata realizzata una piantina stilizzata dal percorso che la carovana in rosa dovrà sostenere da Colleretto al Pian del Lupo, quasi 1000 metri di salita. Sprinter velocisti o cacciatori di tappa, non si fanno preferenze, questa motocicletta conquista tutti!

 

Assicurazione ingegneri: cos’è e come funziona

L’assicurazione ingegnere è obbligatoria dal 14 agosto 2013 per ogni professionista iscritto all’ordine che eserciti in modo effettivo la professione

Vi forniamo qui informazioni sulla polizza ingegneri, in modo da chiarire esattamente chi è obbligato a sottoscriverla e chi può esserne esente

La vita dei professionisti in Italia è cambiata con il decreto legge 138 del 13 agosto 2011 convertito con modifiche dalla legge 148/2011 e regolamentato poi dal Dpr 137/2012 che ha riformato la normativa in materia di professioni e ha istituito l’obbligatorietà per i professionisti iscritti ad ordini o albi professionali di stipulare una polizza responsabilità civile. L’assicurazione ingegnere, è una polizza assicurativa per responsabilità civile a tutela del cliente nel caso in cui si verifichi un danno con dolo, colpa lieve o grave. L’assicurazione Rc ingegneri tutela innanzitutto il patrimonio personale del professionista; in secondo luogo è una tutela contro le eventuali richieste di risarcimento per danni avanzate di terzi a seguito di imprudenza, imperizia e negligenza. L’assicurazione per professionisti prevede un premio annuale e il suo costo varia a seconda dei fattori di rischio e della copertura.

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Assicurazione ingegneri: chi è obbligato a sottoscriverla

Il Dpr 137/2012 però ha sollevato molte perplessità circa l’applicazione pratica delle nuove disposizioni. Visti i dubbi che questo tipo di polizza ha sollevato il Centro studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha chiarito che l’assicurazione ingegneri è obbligatoria per gli iscritti all’Ordine che esercitano la professione e firmano progetti. Anche le società e le società di professionisti che si presentano come soggetti professionali unitari e autonomi, sono tenute a stipulare un’assicurazione ingegnere. È tenuto a stipulare la polizza professionale anche l’ingegnere libero professionista che svolge attività anche al di fuori della società. Nello specifico è obbligatoria per tutti coloro che esercitano la professione assumendo incarichi di progettazione o di collaudo opere. Sono, invece, esentati dall’obbligo di assicurazione gli ingegneri dipendenti della Pubblica Amministrazione, dal momento che l’impegno della polizza è a carico dell’amministrazione stessa. Ne sono esenti anche i dipendenti di aziende che non firmano i progetti. Non è tenuto all’obbligatorietà il singolo socio che svolge la propria attività professionale in via esclusiva all’interno della società. Infine, non sono soggette ad obbligo di copertura assicurativa le prestazioni di ingegneri svolte prima del 15 agosto 2013 oppure gli ingegneri che svolgono incarichi di ricerca e di insegnamento, sia quelli con un regolare contratto di collaborazione.

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Cosa copre l’assicurazione professionale ingegneri

Il mercato offre una formula definita “All risks” che prevede la copertura totale delle attività svolte, tranne ciò che è espressamente escluso o limitato dalle condizioni della polizza stessa. In pratica le coperture All risks coprono ogni attività consentita dalla legge e dai regolamenti, ogni attività professionale autorizzata da qualsiasi fonte o ente ufficiale. La polizza professionale tutela l’assicurato dagli errori o dalle negligenze commessi durante lo svolgimento della sua attività. Il professionista verrà rimborsato per le perdite generate da inchieste di risarcimento avanzate dai possibili clienti e per le eventuali spese legali.

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Cosa non è compreso nella polizza?

L’ RC Ingegneri non copre le richieste di risarcimento derivanti da:

 

errori commessi prima della data di inizio della polizza e di cui l’assicurato era a conoscenza;

errori commessi da un assicurato non iscritto all’Ordine degli Ingegneri;

frode o atto doloso commesso dall’ assicurato;

beni o prodotti venduti o forniti da parte dell’assicurato dei suoi sub-appaltatori;

possesso, proprietà o utilizzo da parte o per conto dell’assicurato di terreni, fabbricati, barche, aereomobili, navi o veicoli a propulsione meccanica;

contratti nei quali l’assicurato agisce come appaltatore edile;

opere di alto rischio come ferrovie, funivie, gallerie, dighe e opere subacquee;

inosservanza di obblighi volontariamente assunti dall’assicurato contrattualmente, obbligazioni di natura fiscale , insolvenza o fallimento, danni corporali o materiali, ingiuria e diffamazione, etc.

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Quali sono i costi dell’assicurazione professionale ingegneri?

Il costo dell’assicurazione professionale ingegneri dipende dall’entità di massimale e franchigia. Il contraente può scegliere tra diverse opzioni di massimale che partono da un minimo di 250.000 Euro. Le franchigie differiscono a seconda del fatturato.

Informazione promozionale

 

Camminare, rigenerarsi dolcemente

Rasserenare la mente, ridurre l’ansia, fare esercizio fisico sano e perché no perdere anche qualche chilogrammo sono solo alcuni dei benefici che camminare ci offre. E’ un movimento spontaneo, una azione quotidiana usuale, un gesto scontato forse, ma se fatto consapevolmente e con disciplina, almeno 30 minuti al giorno, può migliorare la nostra salute, il nostro stile di vita e il nostro umore.

Non è solo una considerazione, lo dice la scienza: camminare mette in moto alcuni “neuroni calmanti” capaci di ridurre l’ansia, i pensieri assillanti, lo stress. L’ideale sarebbe passeggiare avvolti dalla natura, beneficiando di un’ambiente che ci permette di staccare completamente, uno scenario che favorisce la meditazione attraverso la contemplazione di un paesaggio silenzioso dalla forza rigeneratrice e potente. Se non si ha la possibilità di andare in un parco ogni giorno va bene anche la camminata urbana o portare fuori il cane, la cosa importante è mantenere un ritmo sostenuto necessario alla produzione delle endorfine, quelle meravigliose sostanze prodotte dal cervello dotate di proprietà calmanti e analgesiche. Un’altra dote della camminata è la capacità di farci perdere peso, praticando questo esercizio con costanza infatti i risultati sono garantiti e andare in palestra passando ore sottoponendosi a pesanti allenamenti sarà solo un ricordo, potremmo dedicarci invece al pilates o allo stretching, attività più riposanti e rilassanti.

I benefici della passeggiata non sono finiti, spostarsi a piedi con un buon ritmo riduce il rischio di malattie cardiache per esempio, uno studio pubblicato dalla American Heart Association afferma infatti che camminare è più efficace che correre, inoltre stimola la creatività e la produttività, aumenta le difese immunitarie e risveglia il metabolismo. Che aspettiamo allora? La primavera sta arrivando, la natura si risveglia, il clima si tempera, tutto ci invita a iniziare questa straordinaria e rasserenante pratica e una volta abituati e allenati si può passare ad un livello più impegnativo come il nordic walking o l’escursionismo. Tutti, adulti e bambini, dovrebbero camminare! E’ salutare, divertente, rilassante e persino gratuito.

Maria La Barbera

 

SALSASIO FESTEGGIA LA  BEATA ENRICHETTA 

Tutto pronto a Salsasio per la festa della Beata Madre Enrichetta Dominici. Il borgo che ha dato i natali alla Superiora Generale delle Suore di Sant’Anna salita agli onori degli Altari ha in programma un triduo di preparazione alla festa solenne di domenica 24 febbraio. Si inizierà giovedì 21, giorno della festa liturgica della Beata di Salsasio con il Rosario della Beata Enrichetta alle ore 17,30 nella chiesa nuova che porta proprio il suo nome, a cui seguirà la Messa con una testimonianza delle Suore di Sant’Anna. Venerdì 22 alle 17,30 Rosario della Beata ed alle 18 Messa nel triduo, mentre sabato 23 vigilia della festa ci si preparerà alla celebrazione solenne di domenica con alle 17,30 il Rosario e alle 18 la Messa festiva. Domenica 24 febbraio si giungerà alla festa con alle ore 9 la Messa solenne nella chiesa antica dove Madre Enrichetta è stata battezzata, segue alle 11 la Messa Solenne della Beata nella chiesa nuova, presieduta dal Parroco di Salsasio don Iosif Patrascan. Dopo i festeggiamenti religiosi, alle 12,30 nell’oratorio di cui lei è Patrona si terrà un pranzo comunitario con un momento di festa.

Ivan Quattrocchio

“Villa Morlini”

casa-chiusaIl povero Sparagnetti, che di nome faceva Gaudenzio, sacrestano pio e devoto di San Rocco, inorridì alla notizia. “Oh, mamma mia, che vergogna! Che vergogna per tutto il paese!”. Il pover uomo si teneva la testa tra le mani, scuotendola a destra e sinistra, disperato e sconvolto. L’ultima trovata del Borlazza era davvero scandalosa: trasformare Brovello Carpugnino in un set per un film di quelli scollacciati, con le attrici che interpretavano quelle signorine che un tempo praticavano il mestiere al riparo delle mura di quelle che venivano chiamate “case chiuse”. Roba da matti, da non credere alle orecchie. E già in giro c’era chi sogghignava, chi – tra amici – si dava di gomito strizzando l’occhio e chi biascicando qualche preghiera, tra un singhiozzo e l’altro, immaginava già di finire sulla bocca di tutto il Vergante. Lo Sparagnetti se li immaginava già, i discorsi ai mercati o nei bar dei paesi vicini: “Avete sentito la notizia? Quelli di Brovello metteranno su un gran casino. No, non una gazzarra..proprio un casino, di quelli dove i militari e quelli che avevano quell’abitudine andavano a dar prova della loro virilità”. E giù risate. “Una gran bella figura di emme”, sospirava il sacrestano. Intanto il Borlazza, vicesindaco factotum con l’ambizione di far le cose in grande e rimanere ( si esprimeva con queste parole..) “inciso nella memoria dei miei concittadini”, non stava più nella pelle. Nessuno aveva capito come mai la scelta del regista Amleto Ciaccorelli fosse caduta proprio su Brovello Carpugnino come set per le riprese del film ma sta di fatto che il piccolo comune aveva “bagnato il naso” alle più titolate concorrenti, da Verbania a Stersa, da Baveno ad Arona. Così, in quattro e quattr’otto Brovello, per i più ardimentosi, era diventata “Brovellowood” mentre per i critici , i bacchettoni e i benpensanti era assurta al poco edificante ruolo di “paese delle puttanate”.  Eppure, a ben vedere, i più erano attratti – per curiosità ma soprattutto per ammirazione – dalle belle donne che interpretavano le “signorine” di Villa Morlini, la casa di tolleranza che dava il titolo alla pellicola. “I bei tempi di Villa Morlini” poteva vantare un cast di prim’ordine, con le due protagoniste –  Silvietta Tocca e Melania Cantuccini – dotate di grande talento artistico ma anche di un notevole “personale”. Soprattutto la Cantuccini, ragazza dalle grandi misure del tutto naturali, non lasciava indifferente nessuno dei brovellesi di sesso maschile. Anche gli amministratori erano coinvolti nel film. Il sindaco Mariano Contatto e l’assessore Tripelli figuravano come semplici comparse mentre al Borlazza era stato proposto un ruolo un tantino più importante: quello del cliente abituale. Persino allo Sparagnetti era stata offerta una particina, da ragioniere contabile, prontamente e segnatamente rifiutata dal sacrestano che, a scanso d’equivoci, accompagnò il suo no con una decisa sgranatura del rosario e un imprecisato numero di segni della croce. In breve tempo e per qualche settimana, non si parlò d’altro sulle due sponde del Lago Maggiore.

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E anche sul lago d’Orta, nella zona di Mergozzo, in Ossola e giù, giù, a ridosso delle risaie della “bassa” novarese. Brovello, grazie al film, era sulla bocca di tutti. Nella ricostruzione scenica, accurata fin nei dettagli, nulla è lasciato al caso. Semmai si dava spazio  alla fantasia di coloro che – scrutando le ragazze che  si presentano in fantasiose combinazioni di veli , merlettature o deshabillé , in calze nere o guêpières – immaginavano di frequentare le stanze  dei bordelli di lusso, affrescate di dipinti erotici con angeli caduti in pose peccaminose e donne semivestite, mollemente sdraiate sui divani. Per i più anziani non era necessario un gran sforzo di fantasia ma semmai un rivangare lontani ricordi , rinverdendo episodi autobiografici, mentre per i giovani come il Borlazza era un tourbillon di novità ad alta tensione. Sì, perché il vicesindaco, costretto in un abito di foggia sartoriale anni cinquanta, rosso in volto come un peperone, si era talmente immedesimato al punto che il regista più volte dovette sospendere le riprese per calmarne gli ardori. E soprattutto per tagliare quel fastidioso e  ripetuto “Cavolo, cavolo” che il Borlazza non riusciva a disciplinare, intercalandolo ad ogni pur breve frase. Al vicesindaco il copione riservò anche una lunga battuta, fortemente critica nei confronti della senatrice Lina Merlin, veneta e socialista, firmataria della legge che chiuse i bordelli.  Rivolgendosi alla sua foto su di un giornale aperto sul banco dietro il quale sedeva la maîtresse Margherita, , la tenutaria della casa di tolleranza “Villa Morlini “ , nell’ultima sera d’apertura prima che chiudesse per sempre i battenti, la sera di sabato 20 settembre 1958 il Borlazza, sospirando a lungo, citava il senatore Pieraccini, uno dei più fieri avversari della Merlin, parlando delle anguille. Le anguille? Sì, le anguille. Infatti, il politico fiorentino disse “ Le anguille quando entrano in amore fanno un lunghissimo viaggio di migliaia di chilometri; vanno tutte quante a trovare il loro letto di nozze. Consideri, onorevole Merlin, quanto è potente lo stimolo sessuale!”. Solo che, detta dal Borlazza, la frase suonò ben altra, soprattutto quando aggiunse.. “Cavolo, altro che balle! Le anguille sì che ci danno dentro”. E così, tra uno stop e l’altro, prima che il regista e il cameraman dessero in escandescenze, la battuta venne cancellata, con il vicesindaco che non se ne faceva una ragione, masticando amaro ( “Che sfiga, che casa-chiusa-3sfiga..”) e il resto della troupe esasperata. Così, in breve, le riprese terminarono, con grande sollievo dello Sparagnetti, di Don Tullio e della maggior parte della comunità brovellese di sesso femminile. Un po’ d’amaro in bocca rimase, invece, al vicesindaco perché maturò il sospetto, senza capirne le ragioni vere, che l’esperienza della “Brovellowood” era quasi del tutto “andata a puttane”. Esito al quale, inconsapevolmente, aveva contribuito da protagonista, aggiungendo l’ultimo “tocco” di classe quando – rivolgendosi alle due protagoniste – le apostrofò con un sonoro “saprei io come farvi contente se vi avessi tra le mani, gallinelle”. Amleto Ciaccorelli  e la sua troupe se ne andarono da Brovello pronunciando un “grazie” piuttosto freddo e maldisposto. E al vicesindaco non restò che il pensiero, a metà tra l’incuriosito e l’invidioso, di quelle incredibili creature che, dalle acque dolci risalivano fino al Mar dei Sargassi all’unico scopo di copulare e riprodursi.

Marco Travaglini

Farmacia da viaggio, il kit di medicinali da portare in vacanza

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Anche questo è periodo di vacanze, settimane bianche, capitali europee innevate e candide, ma anche viaggi al caldo verso mete tropicali, al mare o persi nella natura incontaminata, spesso lontano dai centri abitati e dai principali servizi. In base alla vacanza che si è scelto di fare, al posto dove andremo, alle caratteristiche del luogo ma anche in senso generale è preferibile organizzare una piccola farmacia da viaggio, un kit di prevenzione ed intervento qualora si presentasse un imprevisto legato alla salute. Non accadrà, nulla ma meglio essere previdenti!

Sicuramente è consigliato portare con sé un analgesico per un mal di testa, un mal di denti o un mal di schiena, un antipiretico qualora la febbre decidesse di raggiungerci in vacanza, un medicamento contro i problemi creati dal cibo, la dissenteria per esempio, un antibiotico ad ampio spettro, inoltre, è molto utile in caso di infezioni. Sarebbe opportuno poi aggiungere un antistaminico in caso di allergie, bendaggi e disinfettante per piccoli traumi e un collirio qualora ci fossero fastidi agli occhi. Se la meta prescelta è il mare è importante avere una crema protettiva ad alta protezione e pomate contro le scottature, mentre se nel posto dove andremo sono presenti insetti molesti è necessario uno spray che fa da scudo e visto che ci siamo qualcosa a base di ammoniaca in caso di puntura. Molto importanti sono cerotti o pastiglie che contengono scopolamina in caso di mal di mare, d’auto o nausea in aereo. Sarebbe utile, ma solo in casi di episodi più seri, avere con sé il cortisone. Non dimentichiamo inoltre che mal di gola e tosse sono sempre dietro l’angolo e quindi armarsi di rimedi per affrontarli è consigliabile.Molto importante è, soprattutto in caso di malattie personali conosciute e croniche, non fare affidamento sulla convinzione che troveremo il necessario per curarci nel luogo di vacanza, sarebbe davvero una imprudenza. Per problemi sanitari specifici o vaccini obbligatori è necessario rivolgersi al sito della Farnesina, Viaggiare Informati, mentre per la scelta dei farmaci e rimedi sopracitati è importante interpellare il proprio medico. Le farmacie, molto spesso, mettono a disposizione una lista di farmaci, rimedi e consigli, come per esempio salviettine disinfettanti o detergenti particolari, da mettere in valigia. I viaggi sono momenti di relax, arricchimento e divertimento, essere preparati ad ogni imprevisto, o quasi, legato al nostro benessere e alla nostra salute è una promessa di maggiore serenità.

Maria La Barbera

Camminare, rigenerarsi dolcemente

Rasserenare la mente, ridurre l’ansia, fare esercizio fisico sano e perché no perdere anche qualche chilogrammo sono solo alcuni dei benefici che camminare ci offre. E’ un movimento spontaneo, una azione quotidiana usuale, un gesto scontato forse, ma se fatto consapevolmente e con disciplina, almeno 30 minuti al giorno, può migliorare la nostra salute, il nostro stile di vita e il nostro umore.

Non è solo una considerazione, lo dice la scienza: camminare mette in moto alcuni “neuroni calmanti” capaci di ridurre l’ansia, i pensieri assillanti, lo stress. L’ideale sarebbe passeggiare avvolti dalla natura, beneficiando di un’ambiente che ci permette di staccare completamente, uno scenario che favorisce la meditazione attraverso la contemplazione di un paesaggio silenzioso dalla forza rigeneratrice e potente. Se non si ha la possibilità di andare in un parco ogni giorno va bene anche la camminata urbana o portare fuori il cane, la cosa importante è mantenere un ritmo sostenuto necessario alla produzione delle endorfine, quelle meravigliose sostanze prodotte dal cervello dotate di proprietà calmanti e analgesiche. Un’altra dote della camminata è la capacità di farci perdere peso, praticando questo esercizio con costanza infatti i risultati sono garantiti e andare in palestra passando ore sottoponendosi a pesanti allenamenti sarà solo un ricordo, potremmo dedicarci invece al pilates o allo stretching, attività più riposanti e rilassanti.

I benefici della passeggiata non sono finiti, spostarsi a piedi con un buon ritmo riduce il rischio di malattie cardiache per esempio, uno studio pubblicato dalla American Heart Association afferma infatti che camminare è più efficace che correre, inoltre stimola la creatività e la produttività, aumenta le difese immunitarie e risveglia il metabolismo. Che aspettiamo allora? La primavera sta arrivando, la natura si risveglia, il clima si tempera, tutto ci invita a iniziare questa straordinaria e rasserenante pratica e una volta abituati e allenati si può passare ad un livello più impegnativo come il nordic walking o l’escursionismo. Tutti, adulti e bambini, dovrebbero camminare! E’ salutare, divertente, rilassante e persino gratuito.

Maria La Barbera