Torino- Pagina 10

TorinoDanza Festival entra nel circuito di Big Pulse Alliance 

Il Festival di TorinoDanza assume una dimensione ancora più internazionale, entrando a far parte di BIG PULSE DANCE ALLIANCE, un nuovo network di dodici festival e istituzioni di danza europei, che ha quale finalità il rafforzamento e lo sviluppo del settore della danza contemporanea in tutta Europa.

Nell’ambito del Sismograf Dance Festival che si tiene a Olot in Spagna sono stati illustrati i prossimi progetti e le attività di BIG PULSE DANCE ALLIANCE, annunciando anche i primi artisti selezionati dalle Commissioni di Big Pulse, che ha ricevuto il cofinanziamento da parte del Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.
“La partecipazione al network Big Pulse Dance Alliance – spiega il Direttore di TorinoDanza Anna Cremonini – conferma il posizionamento di TOrinodanza quale un festival nel cuore dell’Europa. Si tratta di una occasione straordinaria di crescita e si sviluppo per la nostra manifestazione, che sarà ancora maggiormente in grado di intercettare i gusti, le tendenze creative e innovative della danza
Internazionale”.
Big Pulse Alliande ha quale mission quella di avvicinare artisti e pubblico grazie a progetti transnazionali, capaci di sfruttare luoghi teatrali e spazi non convenzionali, riunendo artisti e pub liceo favorendo una coreografia innovativa capace di celebrare il potere del corpo in movimento.
BDPA invita a una manifestazione di interesse da parte di artisti i interessati a sviluppare idee coreografi ed agili, ecologicamente consapevoli e green con i dodici partner paneuropei, che vi hanno aderito.
I progetti dovranno pervenire in lingua inglese all’indirizzo info@torinodanzafestival.it
Scadenza il 16 aprile 2021.

Mara Martellotta

I nuovi componenti del cda di Fondazione Crt

Avanzo di esercizio superiore a 55 milioni di euro, patrimonio netto di oltre 2,27 miliardi, posizione finanziaria netta di 387 milioni, fondo di stabilizzazione delle erogazioni di 144 milioni: il Bilancio tutto in positivo della Fondazione CRT per il 2020 è stato approvato oggi in via definitiva e all’unanimità dal Consiglio di Indirizzo.

 

In un anno pesantemente condizionato dall’emergenza Covid19, la Fondazione CRT ha messo complessivamente a disposizione del territorio 65 milioni di euro, tra tradizionali modalità di intervento (per welfare, salute pubblica, contrasto della povertà educativa, ricerca e formazione, arte e beni culturali) e ulteriori iniziative a prevalente contenuto sociale orientate allo sviluppo (social impact investments o mission related investments).

 

L’onere per le imposte sfiora i 10 milioni di euro e il carico fiscale complessivo sostenuto dalla Fondazione arriva a 14 milioni di euro.

 

Poiché con l’approvazione del Bilancio termina il mandato del Cda eletto nel 2017, il Presidente Giovanni Quaglia ha ringraziato i consiglieri uscenti per l’impegno e la collaborazione, ripercorrendo in sintesi l’attività della Fondazione CRT nell’ultimo quadriennio, con il sostegno erogativo a circa 5.500 iniziative non profit e risorse per 265 milioni di euro.

 

Nella riunione di oggi il Consiglio di Indirizzo ha quindi nominato i sei nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione che resterà in carica per 4 anni, fino al 2025: nel “board” guidato dal Presidente Quaglia entrano Caterina Bima (notaio), Davide Canavesio (imprenditore e manager), Anna Maria Di Mascio (rappresentante del mondo della cooperazione e del Terzo Settore), Marco Giovannini (imprenditore), Maurizio Irrera (professore e avvocato), Antonello Monti (imprenditore, esperto in ambito nazionale nella gestione dei beni ecclesiastici).

 

“Il nuovo Cda, eletto dal Consiglio di Indirizzo, è formato da personalità di grande esperienza e alto profilo, rappresentative del territorio e di diversi settori e aree culturali – commenta il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia, nel congratularsi con i neoeletti –. Questa scelta di terzietà rafforza il dialogo con il territorio e la capacità di co-progettare e co-programmare, insieme alle istituzioni elettive e ai corpi intermedi, le traiettorie di sviluppo e crescita per il bene comune, in linea con il recente pronunciamento della Corte Costituzionale”.

Dalla vendita di Iveco ai cinesi all’Istituto per l’intelligenza artificiale. Sberleffi per Torino

Oggi l’assemblea ordinaria degli azionisti di Iveco dovrebbe esprimersi sulla vendita o meno ai cinesi. Iveco è un gioiello della galassia Exor ( di cui john Elkan è il presidente) , il suo quartier generale è a Torino, ma nelle stanze dei bottoni cittadini regna il silenzio.

La stampa, il giornale di famiglia,   pubblica con grande enfasi l’assegnazione a Torino di un quarto di finale della coppa Davis, una settimana d tennis. Fumo negli occhi? La sindaca Appendino esulta , ma sull’Iveco, un altro pezzo da 90 dell’industria automobilistica torinese che prende il volo , non dice nulla. Le forze politiche tacciono, distratte o ignoranti.

A rompere il silenzio un articolo dell’ex top manager Fiat Giorgio Garuzzo sulle pagine torinesi del Corriere della sera. Un articolo di dura critica dal titolo “ Perchè Iveco deve restare a guida italiana” . Garuzzo ricorda come  Iveco fu una delle idee  di strategia industriale fra le più importanti dell’Italia degli anni ’80. “L’azionista Fiat potè andarne giustamente orgoglioso” , scrive Garuzzo. “A molti giovani manager italiani, come ai progettisti e ai tecnici, si aprivano opportunità di carriera nel mondo…si era costruito il gruppo industriale  più internazionale di cui il nostro Paese disponesse, l’unico di tali dimensioni a godere di una quota di mercato da numero uno in Europa. Tutto sotto il controllo di management italiano. Nell’eventuale passaggio di Iveco in mano cinese di cui oggi si parla si potrebbe vedere quasi uno storico sberleffo”.

Il 29 marzo Bloomberg  aveva confermato i rumors che da tempo agitavano le ovattate stanze della finanza mondiale : “China FawGroup Co”, scriveva Bloomberg, “ sta procedendo con i preparativi per una potenziale offerta per il business di autocarri e autobus Iveco di proprietà della miliardaria CNH Industrial della famiglia Agnelli”

Aggiungeva Bloomberg le preoccupazioni del governo francese edel ministro per lo sviluppo economico italiano, Giancarlo Giorgetti, che avrebbe dichiarato all’inizio di marzo che “il paese ha bisogno di elaborare una “strategia di difesa” per quanto riguarda Iveco.”  E sottolineava come “La vendita di uno dei produttori di autocarri più iconici d’Europa potrebbe scuotere il settore e potenzialmente attirare le critiche interne alla famiglia Agnelli per aver venduto uno dei suoi beni storici a un acquirente straniero. John Elkann, il 44enne leader del clan miliardario che ha fondato la Fiat, è stato impegnato negli ultimi anni a fare affari mentre riduceva la dipendenza della famiglia dagli investimenti automobilistici e si è trasferito in nuove aree come i beni di lusso e i servizi finanziari“

E faceva notare come “La Fiat Chrysler Automobiles NV di Agnelli ha  accettato nel 2018 di vendere la sua attività di ricambi auto Magneti Marelli alla giapponese Calsonic Kansei Corp. All’inizio di quest’anno, Fiat Chrysler ha completato una combinazione con il produttore Peugeot PSA Group per formareStellantis , il quarto più grande produttore di automobili al mondo . L’accordo ha visto diminuire l’influenza della famiglia Agnelli, sebbene la sua holding Exor rimanga il principale azionista unico della società combinata.”

Guardando a Torino, tutta la vicenda ha alcuni aspetti preoccupanti e molte conferme. Non solo per il continuo depauperamento del patrimonio ex Fiat e per il disimpegno  dalla città di quella che possiamo continuare a chiamare  la famiglia Agnelli. Possono cambiare le strategie industriali ed economiche della famiglia , ma Exor avrebbe la possibilità di compensare le perdite con altri investimenti importanti sul territorio torinese, che producano sviluppo, che portino centri direzionali, sedi, almeno italiane, di multinazionali. Perché non fare avere a Torino qualche ricaduta positiva dagli investimenti in “beni di lusso e i servizi finanziari“? Ma se Jonh Elkan non ci pensa,  nessuno nemmeno glielo chiede.

Per Torino la conferma di una pericolosa china, iniziata oltre vent’anni fa, quando si abbaiava alla luna di un nuovo modello di sviluppo per la più grande area industriale europea e intanto si perdevano banche e assicurazioni , scomparivano o non decollavano grandi appuntamenti fieristici , si chiudevano industrie nella impotenza di una classe dirigente sempre meno influente a livello nazionale e povera di idee che non fossero pure chimere. Ma intanto si sviluppano piste ciclabili e si punta sui monopattini, mentre sulla Tav, grazie al Governo Conte e alla Ministra Demicheli condizionati dai 5 stelle, si è  accumulato un ritardo di 2 anni sui progetti da inviare in Europa e sulla nomina del Commissario.

Un ultimo preoccupante sussurro gira per la città : che fine ha fatto la sede italiana dell ‘istituto per l’intelligenza artificiale che doveva essere collocata a Torino, dopo che la sindaca aveva rinunciato a competere con la onnivora Milano per la sede del TUB, il tribunale europeo dei bevetti?

Assicurava  a ottobre 2020 a Il sole 24 ore l’assessore comunale Pironti: a gennaio il dossier per la sede e le 600 assunzioni di scienziati. Vuole qualcuno chiedere a Pironti spiegazioni?  E’ vero che le sedi saranno 8 ? Perchè a Napoli si fanno progetti e si preparano sedi? Perché tutti tacciono?

IBIS

 

La Taurinense ricorda il Maresciallo Massimiliano Taddeo ad un anno dalla scomparsa

Nel sud del Libano gli alpini della Brigata Taurinense ricordano il Sottufficiale scomparso lo scorso anno.

Presso la Base di Shama, nel sud del Libano, lo scorso 10 aprile è stata officiata una Santa messa in ricordo del Maresciallo Massimiliano Taddeo, l’alpino della Taurinense che, il 7 aprile 2020, perse la vita in un incidente stradale mentre si recava presso l’Unità di crisi della Regione Piemonte dove operava nell’ambito dell’emergenza da Covid-19.

La celebrazione, officiata da Don Diego Maritano, cappellano della Brigata Taurinense e del Contingente Italiano in Libano, nasce dalla volontà del Generale Davide Scalabrin, Comandante della Brigata Taurinense, e dei numerosi colleghi del Maresciallo Taddeo presenti in Libano, di dedicare un momento di ricordo alla memoria del collega. Dopo la funzione religiosa, i commilitoni di Massimiliano si sono quindi video-collegati con i familiari del Sottufficiale scomparso per esprimere la loro vicinanza morale e spirituale.

 

Lo studio del Poli: mascherine e distanziamento fondamentali contro la diffusione del virus

Un team di ricercatori del Politecnico di Torino e della New York University ha elaborato un modello matematico riproducendo i comportamenti differenziati per singolo stato americano attraverso i sondaggi di Facebook e i dati pubblicati dal New York Times

Il team internazionale di ricercatori del Politecnico di Torino e della New York University Tandon School of Engineering ha sviluppato un modello basato sulla teoria delle reti per rappresentare e prevedere gli effetti delle due più comuni misure di contenimento sulla diffusione di malattie a trasmissione aerea come il Covid-19: l’uso di mascherine e il distanziamento sociale. Dallo studio, calibrato sugli Stati Uniti ma applicabile ad altre realtà nazionali, appare chiaro che la generazione di focolai può essere efficacemente prevenuta solo se almeno il 60% della popolazione si attiene a entrambe le misure.

 

 

Il modello adottato per lo studio del Covid-19 – pubblicato su Chaos il 13 aprile 2021 (DOI: 10.1063/5.0041993) “How adherence to public health measures shapes epidemic spreading: a temporal network model,” firmato da Brandon M Behring, Alessandro Rizzo, e Maurizio Porfiri – si basa sulla teoria delle reti, uno strumento che trova applicazione nei campi più disparati, dal marketing allo studio degli stormi di uccelli. Il modello prevede che ogni persona rappresenti un nodo della rete e ogni connessione un potenziale contatto che possa trasmettere l’infezione. È stato inoltre usato un modello della malattia adeguato al Covid-19, in cui gli individui attraversano le fasi di suscettibilità, incubazione, infezione, e guarigione o morte (modello SEIR).

 

Il modello tiene conto della variazione dell’attività degli individui e della loro eterogeneità di comportamento, rispecchiando numerosi studi di osservazione che rivelano che nelle comunità solo un numero ristretto di individui forma molti contatti con la popolazione, mentre il resto della popolazione forma un numero basso di contatti. Il modello valuta l’efficacia delle due misure (distanziamento sociale e mascherine), sia adottate in maniera esclusiva, sia in maniera combinata. Sulla base di queste premesse, la popolazione viene divisa in due gruppi: coloro che indossano mascherine e praticano il distanziamento sociale con regolarità e coloro che non lo fanno. La conclusione conferma le indicazioni fornite da alcuni virologi fin dall’inizio della pandemia: né il distanziamento sociale, né l’uso delle mascherine sono efficaci da sole come misure di prevenzione della diffusione del virus, a meno che un’alta percentuale della popolazione non adotti entrambe le misure.

 

In questo studio sono stati riprodotti i comportamenti dei differenti stati USA attraverso dati pubblici provenienti da sondaggi eseguiti da Facebook e dati di mobilità ricavati dall’Insitute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington che rivelano che, in generale, le persone che indossano le mascherine sono anche molto propense a ridurre la loro mobilità.

 

Grazie ai dati pubblici messi a disposizione dal New York Times per ciascuno dei 50 stati USA i ricercatori sono riusciti a confermare che il modello riesce a classificare correttamente ogni stato sulla base della relazione tra l’adozione di mascherine e distanziamento, e l’andamento dell’epidemia.

 

“Gli stati che soffrono maggiormente per la pandemia sono quelli in cui le misure di distanziamento e l’uso delle mascherine sono poco adottate”, dichiara il professor Alessandro Rizzo, “e questa osservazione è in accordo con quanto previsto dal nostro modello. È importante sensibilizzare la popolazione ad aderire alle misure di prevenzione in qualunque momento, per accelerare la diminuzione del numero di casi”.

 

Le “Proposte per Torino” di Insieme

Housing sociale: da esperimento a pratica diffusa online mercoledì 14, ore 21

Si è costituito a Torino il gruppo di Insieme, il nuovo partito di ispirazione cristiana avviato lo scorso 4 ottobre sulla scia del cosiddetto “Manifesto Zamagni” (per info www.insieme-per.it).

In linea con la natura programmatica del partito, che si rivolge a tutte “le persone di buona volontà” che ne condividono le proposte concrete, è stato elaborato un ampio documento – “Proposte per Torino e per la sua Area metropolitana”, allegato a questa mail – con il contributo di una ventina di persone, esperte in campi diversi e interessate a dare risposte ai tanti problemi di una città in continuo declino.

Parte ora una serie di incontri di approfondimento su temi specifici trattati nel documento, che comincia con: Housing sociale: da esperimento a pratica diffusa.

Se ne parlerà mercoledì 14 aprile, dalle ore 21, in un incontro online introdotto da Alessandro Risso per Insieme Torino, con i contributi di:

Guido Montanari – assessore urbanistica e vicesindaco di Torino 2016-2019;

Nanni Tosco – già presidente Ufficio Pio Compagnia di San Paolo;

Emanuele Ferragatta – presidente Synergica, gestore Don Orione Housing;

Guido Geninatti – presidente Co-Abitare, gestore Opera Barolo Housing;

Alberto Berger – presidente UCID Bolzano, esperto di impresa sociale.

Seguirà il dibattito con domande e interventi dei presenti.

Chi fosse interessato a partecipare può richiedere il link per collegarsi alla riunione scrivendo a insieme.torino.2021@gmail.com

Alla guida senza patente e assicurazione: i controlli dei civich

Tra i controlli di Sicurezza Stradale effettuati dalla Polizia Municipale nel weekend, oltre alle solite infrazioni per eccesso di velocità (190 nella sola giornata di domenica), sono sempre più frequenti le violazioni per guida senza patente di veicoli privi di assicurazione, senza revisione periodica e talvolta addirittura mai immatricolati.

Nel pomeriggio di domenica, in corso Vigevano, durante un servizio ordinario di controlli sulla sicurezza stradale, gli agenti del Reparto Radiomobile della Polizia Municipale hanno fermato un uomo alla guida di quella che lui definiva una bicicletta con pedalata assistita, ma che di fatto consisteva in un ciclomotore elettrico.

Il mezzo, mai immatricolato, privo di targa e di assicurazione è stato posto sotto sequestro, mentre il conducente, un uomo di 42 anni di nazionalità nigeriana, è stato sanzionato per guida senza casco di veicolo mai immatricolato, privo di assicurazione e targa.

Poco più tardi, in via Palestrina, gli agenti hanno notato un’automobile che procedeva in maniera irregolare. Il veicolo è stato fermato e gli agenti hanno constatato che il conducente, un 22enne di nazionalità argentina, era sprovvisto di qualsiasi documento.  Anche il passeggero, un 18enne di cittadinanza peruviana, era sprovvisto di documenti d’identità. Entrambi sono stati identificati in seguito agli accertamenti effettuati presso il Comando della Polizia Municipale di via Bologna. All’arrivo presso il Comando, il conducente ha cercato di disfarsi di una modesta quantità di marijuana e successivamente si è rifiutato di sottoporsi agli accertamenti ematici richiesti dagli agenti. L’uomo è stato sanzionato per guida senza patente e guida in stato di alterazione, mentre sia la sostanza stupefacente che il veicolo sono stati posti sotto sequestro amministrativo.

In corso Potenza, invece, gli agenti del Reparto Radiomobile impegnati nei controlli della velocità, hanno fermato un uomo alla guida di un ciclomotore che transitava sul marciapiede dove era posizionato il punto di rilevamento. Il motociclista, un uomo di nazionalità italiana di 74 anni, guidava senza patente (in quanto gli era stata ritirata nel 2017) un mezzo privo di assicurazione da diversi anni e mai sottoposto a revisione periodica. Il ciclomotore è stato posto sotto sequestro mentre il conducente è stato sanzionato per guida senza patente di un motociclo privo di assicurazione e revisione su marciapiede, per un totale di 4.440 euro.

Torino: Rubano cellulare e si danno alla fuga, due arresti

Sono circa le 13 quando un cittadino ferma la pattuglia del commissariato Centro in transito su corso Vittorio Emanuele II, riferendo di aver appena subito un furto a bordo della propria auto da parte di 3 soggetti.

Uno di questi, cittadino algerino di 50 anni, è in fuga sotto i portici della stazione Porta Nuova. Il cinquantenne viene immediatamente bloccato e perquisito, rinvenendo nella tasca dei pantaloni un coltellino.

Una volta in commissariato, il cittadino racconta ai poliziotti quanto accaduto in precedenza. Questi stava caricando il baule della propria auto quando aveva visto avvicinarsi 3 soggetti, uno dei quali aveva subito aperto la portiera e cominciato a rovistare all’interno. La vittima aveva poi messo in fuga il gruppo, accorgendosi però di essere stato derubato del proprio cellulare. Aveva tentato allora d’inseguire il reo che, dopo alcuni metri, aveva gettato in terra il telefono e proseguito, senza successo, la sua corsa.

Lo straniero, con numerosi precedenti di Polizia ed un obbligo di presentazione alla firma, è stato arrestato per furto aggravato.

Alcuni giorni dopo, gli operatori, servendosi delle descrizione fornite dalla vittima, risalgono ad uno dei due complici dell’algerino: si tratta di un connazionale ventinovenne, arrestato dagli operatori nel mese di febbraio e con obbligo di presentazione giornaliera alla firma presso lo stesso commissariato Centro.

Lo straniero, che a poche ore di distanza dal furto commesso si era rasato i capelli nel tentativo di eludere il suo riconoscimento, è stato denunciato per furto.

Boom e-commerce, le Poste hanno assunto 31 nuovi addetti a Torino

A partire da giovedì 1° aprile sono entrati in servizio nei centri di recapito di Torino e provincia, 31 portalettere. La selezione dei neo-assunti è avvenuta tra il personale che ha già lavorato in passato come portalettere o addetto allo smistamento con uno o più contratti a tempo determinato e per una durata complessiva di almeno 9 mesi.

 

I nuovi ingressi sono stati inseriti nelle attività di consegna di corrispondenza e pacchi nei 42 Centri di recapito presenti sul territorio provinciale per poter supportare le attività legate agli ingenti volumi di pacchi in circolazione sul network postale a seguito dello sviluppo dell’e-commerce che nel 2020 hanno fatto registrare un aumento del 172% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Prosegue dunque anche attraverso queste assunzioni, l’impegno di Poste Italiane nel creare nuove opportunità di lavoro nel nostro Paese anche in un anno segnato dall’emergenza sanitaria ed economica.

Le politiche attive concordate con le Organizzazioni Sindacali contribuiscono a realizzare in modo efficace le strategie delineate nel piano industriale, in particolare per quanto riguarda l’attuale organizzazione del recapito, pensata per rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini e per cogliere tutte le opportunità offerte dalla crescita dell’e-commerce grazie anche ad una maggiore flessibilità e ad un’estensione degli orari di consegna.

 

Dal 1862 Poste Italiane consegna lettere alle famiglie e alle imprese italiane, ma negli ultimi anni è il settore dei pacchi a trainare il business dell’Azienda, tanto che per la prima volta, nell’ultimo trimestre del 2020, la crescita dei ricavi da pacchi ha compensato il calo dei ricavi della corrispondenza tradizionale.

Anche in termini assoluti, i 210 milioni di pacchi consegnati in un anno a livello nazionale (+41% rispetto al 2019, e a dicembre una media record di 1,3 milioni al giorno) hanno segnato un risultato più che raddoppiato rispetto al 2016.

Nel nuovo anno, la consegna e-commerce di Poste Italiane si arricchisce di una flotta green completamente rinnovata. La fornitura di nuovi mezzi a energia pulita da poco su strada, rende sempre più ecologica, agevole e sicura la consegna della corrispondenza e pacchi.

Il rinnovo della flotta aziendale è uno degli obiettivi di Poste Italiane che proseguirà per tutto il 2021, coinvolgendo numerose località su tutto il territorio regionale.

Con i nuovi mezzi elettrici, inoltre, la mobilità di Poste Italiane diventa ancora più sostenibile, in linea con l’ESG – Environmental Social and Governance, il piano d’azione in materia di sostenibilità ambientale e sociale che ha l’obiettivo di garantire la definizione degli indirizzi del Gruppo con ricadute positive per l’ambiente e per il territorio. Previsti a Torino 5 nuovi tricicli elettrici, che si aggiungono ai 67 già in uso nella Città Metropolitana, con una potenza di 4 kW e una velocità massima di 45 km/h, in linea con i limiti imposti dal codice della strada nei centri abitati e sono dotati di un vano di carico di circa 270 litri e di un’autonomia energetica di circa 60 km, tale da permettere ai portalettere di consegnare la corrispondenza giornaliera con una sola ricarica.

In consegna anche 65 tricicli “basso-emissivi”, di cui 12 già operativi sulle strade di Torino, dotati di motore basso emisivo  125cm3 Euro-5 che consente una velocità massima di circa 74 km/h  per un’autonomia di circa 270 km e con un vano di carico di 250 litri.

La particolare conformazione dei veicolo a tre ruote ne aumenta la stabilità e la sicurezza per il conducente e permette l’installazione di uno speciale baule che aumenta la quantità di pacchi e lettere trasportabili, caratteristica ancora più importante visto il costante aumento dei pacchi da consegnare grazie allo sviluppo importante dell’e-commerce registrato a seguito del lockdown.

A completare il rinnovo della flotta aziendale della provincia di Torino la messa in opera di 20 Quadricicli ad alimentazione elettrica, di cui 9 già operativi, della potenza di circa 6kW, un’autonomia di 70 km, una velocità massima di circa 45 km/h e un vano di carico di 400 litri.

Per ogni nuovo mezzo elettrico, inoltre, Poste Italiane metterà in funzione anche una nuova colonnina elettrica per la ricarica, confermando la volontà di garantire una maggiore sostenibilità ambientale su tutto il territorio e permettere una sempre maggiore diffusione della propria flotta elettrica su tutte le regioni italiane.

 

Accanto ai mezzi anche nuovi servizi. Attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, sarà infatti possibile consultare lo stato della spedizione direttamente via WhatsApp. Con il servizio di tracciatura online, già disponibile su web ed APP, è possibile tracciare lo stato della spedizione in modo semplice e veloce, per qualsiasi tipo di prodotto di Poste Italiane.

Inviando un messaggio WhatsApp al numero 3715003715, si entra in contatto con l’Assistente Digitale Poste, che restituisce un apposito link alle informazioni richieste per verificare lo stato della spedizione. Per eseguire la tracciatura è necessario indicare il codice di invio presente sotto il simbolo a barre del prodotto inviato o, in caso di acquisto online, il numero fornito dal venditore.

Johnson&Johnson e AstraZeneca, giovedì le dosi al San Giovanni Bosco

Giovedì 15 aprile il corriere di Poste Italiane, SDA, consegnerà presso l’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino le prime 2600 dosi del vaccino Johnson&Johnson e ulteriori 2500 dosi di AstraZeneca.

Giovedì alcuni mezzi speciali, attrezzati con celle frigorifere, prenderanno in carico i vaccini a Chiavari e proseguiranno il loro viaggio, per raggiungere la loro destinazione finale presso le strutture della provincia.

In totale il Corriere SDA in collaborazione con l’Esercito Italiano consegnerà in Piemonte 25.100 dosi di vaccini Johnson&Johnson e AstraZeneca.