società- Pagina 143

Covid, vaccini e speranze per il 2021

Caro 2020 tra pochi giorni non ci sarai più. A non più rivederci, si intende. Rimarrà il tuo ricordo, e che ricordo. Impossibile non ricordarti. Anche chi rimuove, mi sa che il coronavirus ha segnato i nostri destini e le nostre anime. Non darei per scontato che il 2021 sarà migliore ma ci contiamo molto, moltissimo. Ora si punta sul vaccino. Scampato pericolo? Direi proprio, decisamente di no.

Sul vaccino, anzi sui vaccini, come da copione, si litiga e, sempre come da copione si litiga forte, violentemente e costantemente. L’ importante è sempre dire l’incontrario di quello che dice l’altro. Così se il governo dice andiamo a destra l’opposizione dice andiamo a sinistra. Eppure se c’ è una lezione da trarre da questi mesi è che c’era poca solidarietà e che, viceversa la solidarietà è essenziale e preziosa. 7 vaccini, e sta arrivando il vaccino anti Capitalista, quello cubano.  Ci sono poi i complottisti e negazionisti. Giustificano solo i loro personali fallimenti.

Non c’ è altra logica spiegazione. In Francia, addirittura il 55 % della popolazione dichiara di non volersi vaccinare. Sembrerebbe che in Italia solo 1 su 5 non voglia vaccinarsi.  Con delle cose curiose . l’80 % degli elettori del PD che ha fiducia nel vaccino ed il 30 % degli elettori della lega che non si vaccinera’ mai. Sono sondaggi, ovviamente con la solita domanda, veritieri? Unica risposta possibile, si vedrà.
Indubbiamente, dopo la sconfitta di Trump una certa destra sovranista zoppica decisamente. Le cose si complicano sulla sanità ed assistenza. Se gli operatori sanitari non vogliono vaccinarsi per il prof Ichino nessun dubbio : licenziamento per giusta causa. Mi pare ragionevole, tanto non avverrà.  Si sono già espressi in modo contrario sindacato ed ordini professionali.
Tanti giri di parole per poi arrivare alla sostanza: libertà di coscienza. Comunque sembra che la paura fa 90 e che oltre il 90 degli operai sarà solerte e si vaccinera’.
Arriva l’ inafferrabile ed irraggiungibile Toninelli, sostiene che l’app immuni non ha funzionato per colpa di Salvini e Meloni. Nell’assurda ed illogica affermazione ‘ è, direi comunque, un aspetto positivo.  Non è un problema politico , è solo un problema cognitivo. Di totale incapacità di comprendere.  Poi , in alcuni casi , di voluta non capacità di comprendere.  Non il caso di Toninelli.  Lui non ci arriva proprio. Viceversa uno che d’ intelligenza se ne intente come Piero Angela, senza colpo ferire sostiene: intelligenza e sapere fanno rima con conoscenza e studio. Mirabilmente sottolinea: la scienza è tale perché si basa fu fatti dimostrati . L’ ignoranza trova linfa nelle notizie false. Davanti al coronavirus, davanti al vaccino ci sono le nostre qualità come i nostri difetti. Il coronavirus ed il vaccino sta evidenziando i nostri limiti ed i nostri  indubbi pregi. Esserne coscienti. Speriamo vivamente per aver fatto di necessità virtù.
Trent’anni fa andavo con mia figlia Alice nelle librerie.  Era un appuntamento sacro del sabato pomeriggio. Prima del cinema e del Fast Food. Essendo abitudinari si era diventati amici del proprietario. Aveva appena imparato a leggere e mi inondata di mille domande, di mille perché. Ricordo di una favola siciliana. Grandi disegni dai mille colori. Protagonista un piccolo pesce che per proteggersi dal pesce più grande  convinceva i suoi simili nel mettersi insieme diventando più forti per vincere il pesce grande. Ed in fondo, passati oltre trent’anni la morale è sempre la stessa. Organizzati possiamo difenderci e progredire. Individualmente non andiamo da nessuna parte. Non è un discorso politico o, men che peggio ideologico. Perlomeno non solo un discorso politico.
E’ qualcosa più in alto della politica. È  l’agire umano dalla scienza, alle invenzioni, come alle scoperte. Caro 2020, non sei passato invano.  Speriamo. Come tutte le cose che non uccidono rafforzano. Non sarà una passeggiata.  Sicuro. Non ho tantissime certezze. A volte qualche dubbio sul genere umano. Ma ho fiducia nell’ intelligenza collettiva. Ho fiducia non solo nel vaccino. Ho soprattutto fiducia in chi l’ha progettato e realizzato.

Patrizio Tosetto

Il Progetto Lilliput. I piccoli si coalizzano per sopravvivere

Jonathan Swift scrisse un bellissimo romanzo narrando “I viaggi di Gulliver”, un libro di fantasia che ebbe un successo straordinario e che ancora oggi è letto da migliaia di persone. Il primo viaggio intrapreso dal protagonista è nell’isola di Lilliput, dove fa naufragio e sviene sulla spiaggia. Al suo risveglio si trova legato da uomini alti circa 15 centimetri, che sono riusciti ad immobilizzarlo coalizzandosi.

Oggi Lilliput descrive efficacemente il mondo economico attuale: da una parte ci sono i “giganti” della distribuzione (supermercati, ipermercati, e soprattutto centri mondiali di e-commerce quali Amazon e Alibaba), dall’altra i lillipuziani, i piccoli negozi di quartiere, gestiti spesso da una famiglia che porta avanti una tradizione di generazioni di commercianti.
Nell’ultimo secolo i lillipuziani sono stati decimati per tanti fattori concomitanti (elevati costi fissi, margini ridotti, cambiamenti delle abitudini dei consumatori) e hanno rischiato l’estinzione.
Ma ora il fenomeno potrebbe arrestarsi e addirittura rovesciarsi, anche grazie (sembra assurdo, ma è così) alla pandemia che ha fatto riscoprire certi vantaggi del “negozio sotto casa” (niente assembramenti, qualità e freschezza delle derrate alimentari, umanità del rapporto tra acquirente e venditore).

Però non basta, e allora ecco che nasce l’esigenza di coalizzarsi, usufruendo delle moderne tecnologie messe a disposizione dalla rete, mettendo in comune servizi, opportunità, conoscenze.
Un esempio è il “Progetto Lilliput” (sì, proprio il nome dell’isola di Gulliver!) che offre un’idea innovativa del piccolo commercio, coniugando la “bellezza” di essere piccoli con l’efficienza di essere grandi. Si tratta di un’iniziativa lanciata da due giovani e dinamici imprenditori (il designer torinese Stefano Ollino, titolare della True Flava, e la web manager milanese Beatrice Ferri, oggi trapiantata nelle Marche), che puntano a valorizzare i “negozi di quartiere” attraverso una piattaforma comune che valorizza e potenzia la visibilità dei piccoli commercianti.
Una sorta di community e-commerce, un mercato rionale, ma online.

Sulla piattaforma Lilliput si può navigare tra tutte le attività commerciali presenti suddivise per categorie e raggruppate geograficamente: negozi di abbigliamento, centri di bellezza, parrucchieri, ristoranti, librerie alimentari potranno far bella mostra di sé su Lilliput e avranno la possibilità di mettere in vendita dei buoni regalo spendibili poi fisicamente in negozio.
Il meccanismo è quello delle “gift card” delle grandi catene, che offre importanti vantaggi per gli esercenti. Innanzitutto si evitano le consegne e le spedizioni: il consumatore acquista il suo buono e con comodo lo utilizza per gli acquisti futuri. Si realizza così anche un importante obiettivo, quello di riportare in negozio le persone, riscoprire il piacere di scegliere con calma quanto serve, scambiare due chiacchiere con l’esercente.
Inoltre il buono può essere comodamente utilizzato per fare un regalo, donando ad una persona cara non un oggetto scelto da noi (che magari piace a chi lo compra ma non a chi lo riceve!) ma un voucher per comprarsi quello che più gli piace.

E per finire Lilliput accredita in tempo reale al commerciante il valore del buono. Quindi garantisce un incasso immediato anche se il buono verrà speso dopo mesi.
Il sistema non prevede costi fissi per l’attivazione, ma solo un costo percentuale del 10% sul venduto; nella fase di lancio (primo trimestre 2021), Lilliput devolverà la commissione a favore di “SPESA SOSPESA”, progetto che supporta le famiglie in difficoltà, mentre successivamente la donazione sarà d’importo fisso (un euro per ogni transazione).
Anche per questa finalità Lilliput ha ottenuto l’importante patrocinio del Rotary club Torino Nord Ovest, che ne ha apprezzato le valenze sociali, e che si attiverà per la diffusione della piattaforma non solo in ambito regionale ma anche a livello nazionale.

Gianluigi Demarchi

Contatti: info@lillipuziani.com
Telefono 3398747079 (Beatrice) – 3339836665 (Stefano)

Anziani a scuola di tecnologie digitali grazie a Social Community Theatre Centre

Social Community Theatre Centre, gestore di Spazio BAC, il primo centro di prossimità dedicato al Welfare Culturale, ha deciso di offrire gratuitamente a un gruppo di anziani di Torino una formazione di base per l’utilizzo delle tecnologie digitali.

Il progetto si chiama Connessioni, verrà offerto gratuitamente ai beneficiari e può essere sostenuto fino al 1 gennaio con donazioni libere sulla piattaforma di crowdfunding Rete del Dono all’indirizzo https://www.retedeldono.it/it/progetti/sct-centre/connessioni 

Le donazioni servono a coprire una parte dei costi vivi di realizzazione del progetto.
Tutta la parte di creazione del percorso, comunicazione, organizzazione, supervisione metodologica e monitoraggio è presa in carico gratuitamente da Social Community Theatre Centre e dai suoi collaboratori come regalo di Natale 2020 alla cittadinanza.  

Social Community Theatre Centre (SCT Centre) nasce dall’incontro tra Consorzio Corep, Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Torino e Teatro Popolare Europeo con l’obiettivo di dare vita a ricerche, attività di valutazione e progetti artistici di innovazione culturale e di forte impatto sociale. Dal 2003 SCT Centre sviluppa a Torino la metodologia di Teatro Sociale di Comunità con un focus sulla promozione della salute e l’inclusione sociale collaborando in Italia e all’estero con una vasta rete di partner. Dal 2006 ha avviato una collaborazione stabile con la Scuola di Medicina dell’Università di Torino e dal 2010 una convenzione con DorS – Centro per la promozione della Salute della Regione Piemonte. SCT Centre gestisce Spazio BAC curandone l’offerta culturale e formativa in dialogo con le altre realtà che lo abitano. Dentro Spazio BAC hanno sede gli uffici di SCT Centre.

Rete del Dono è la piattaforma di crowdfunding leader per la raccolta di donazioni online a favore di progetti d’utilità sociale ideati e gestiti da organizzazioni non profit (ONP).

La grande corsa al vaccino

È cominciata la grande corsa a fare il vaccino: in tutto il mondo centinaia di migliaia di persone in coda negli ospedali sono immagini storiche che resteranno impresse nella storia nefasta di questo 2020 che volge al termine. Non ne vediamo l’ora e forse questa è l’alba di  un nuovo giorno.

Vaccinarsi è un grande senso di responsabilità, è una gara tra nazioni ad isolare il virus per sconfiggerlo definitivamente. Non serve renderlo obbligatorio, ognuno di noi nel suo intimo profondo sa che, vaccinandosi, contribuirà a rendere migliore il nostro, già martoriato, mondo.

Non farlo può voler dire, a mio parere, non credere nella medicina, nei progressi della scienza, sottovalutare il Covid, negare la sua esistenza è da irresponsabili. Nella storia dell’umanità mai un vaccino è stato preparato ed iniettato in soli 10 mesi. Miracolo?

Anche: per ci crede ma, soprattutto ,un grazie ai tanti scienziati del mondo che hanno alacremente lavorato giorno e notte, credendo e riuscendo a porre fine a questa pandemia. Si perché con il vaccino questo terribile momento pandemico e come in tutte le favole belle torneremo a vivere felici e contenti.

Vincenzo Grassano

L’aiuto di Torino solidale a 17mila famiglie bisognose

‘Torino Solidale’ supporta circa 17 mila nuclei familiari grazie a una rete capillare e di prossimità che si è tradotta in 12 Snodi che hanno assicurato e garantiscono tuttora il rifornimento, lo stoccaggio di beni alimentari e di prima necessità e la distribuzione di pacchi alimentari.

Nei primi dieci giorni dalla partenza della seconda misura urgente di solidarietà alimentare voluta dal Governo oltre 9mila famiglie hanno acquisito il diritto a ricevere buoni spesa e panieri alimentari per almeno i prossimi tre mesi, per un totale impegnato di quasi 1milione e mezzo di buoni da spendere in derrate alimentari nei negozi della città.

La ‘misura urgente’ è stata anche l’occasione per contattare telefonicamente, da parte di operatori sociali specializzati, oltre 2mila nuovi nuclei familiari in difficoltà che hanno deciso di rivolgersi alla rete di solidarietà della Città.

Nelle prossime settimane si andranno progressivamente ad aggiungere ulteriori 8mila nuove famiglie che si sono rivolte alla rete di ‘Torino Solidale’ e che si andranno ad aggiungere alle oltre 6mila già coinvolte nella rete prima di questa seconda manovra straordinaria di supporto alimentare.

Abbiamo provato ad affrontare l’emergenza insieme al terzo settore cercando di pensare fin dal primo momento al medio lungo termine – afferma Sonia Schellino, Assessora alle Politiche Sociali della Città di Torino –. È così che si è costruita un’ampia rete di solidarietà alimentare che è sempre più un esempio di welfare generativo per contribuire a far fronte al bisogno alimentare nella nostra comunità“.

L’informatizzazione della rete ‘Torino Solidale’, accelerata dopo il primo lockdown, ha consentito di rispondere in maniera efficace e soprattutto veloce nella gestione delle nuove risorse stanziate per superare l’emergenza alimentare – dichiara Marco Pironti, Assessore all’Innovazione della Città di Torino -. Aiutare migliaia di famiglie ancor prima del periodo natalizio è stata una priorità dell’Amministrazione. Il lavoro di squadra tra i diversi assessorati, con il supporto del Csi, ha permesso alla nostra città di essere tra le prime a rendere immediatamente efficace e tangibile il nuovo supporto per le famiglie in difficoltà”.

In un anno complicato come quello che sta per concludersi c’è ancor più bisogno di umanità, di generosità e dei gesti d’amore che possono far sentire meno sole le persone con difficoltà.

A questo proposito continua anche la campagna di comunicazione ‘Torino Natale Solidale’, progetto voluto dalla Città in occasione di queste feste, per favorire una raccolta fondi e restituire ai cittadini l’atmosfera natalizia attraverso azioni concrete in aiuto di chi ha problemi economico sociali.

‘Torino Natale Solidale’ possono contribuire anche i singoli cittadini sia con beni alimentari e di prima necessità, sia attraverso il conto corrente che il Comune ha aperto nella Banca Unicredit per raccogliere gli aiuti.

Il bonifico bancario per aiutare chi ha più bisogno deve essere eseguito a favore del Comune di Torino IBAN IT69L0200801033000104431330 – causale ‘Torino Solidale art. 66 dl 18/2020’.

(foto di Vincenzo Solano)

Il sostegno della Regione al socioassistenziale

La Regione approva un disegno di legge a sostegno di un settore che accoglie 52.000 ospiti e dà lavoro a oltre 40.000 persone

Il presidente Cirio: “Abbiamo l’obbligo di aiutare chi aiuta gli anziani e le persone più fragili”

La Regione Piemonte interverrà con un contributo straordinario di 41 milioni di euro per garantire la continuità delle oltre 1800 strutture che erogano prestazioni di carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale ad anziani, minori, disabili, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche e la cui situazione finanziaria è in sofferenza a causa delle maggiori spese e delle minori entrate causate dall’emergenza epidemiologica.

E’ quanto dispone un disegno di legge approvato questa mattina dalla Giunta regionale e poi illustrato nel corso di una videoconferenza stampa dal presidente Alberto Cirio e dagli assessori alle Politiche sociali, Chiara Caucino, alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e alla Ricerca Covid, Matteo Marnati, che passa ora all’esame del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva. In videocollegamento anche il sindaco di Novara, Alessandro Canelli. che nei giorni scorsi si era fatto portavoce delle istanze delle 26 aziende pubbliche piemontesi per i servizi alla persona.

“Abbiamo l’obbligo di aiutare chi aiuta i nostri anziani e le persone più fragili del Piemonte con un intervento di importanza assoluta nei confronti di un settore che, a causa della pandemia, ha dovuto affrontare come tutti costi non previsti e minori entrate – ha esordito il presidente Cirio -. Nel momento in cui si cerca di aiutare chi rischia di non farcela, queste realtà non possono essere dimenticate. Investire 41 milioni è un grande sforzo che la Regione compie senza gravare sui cittadini né tagliare somme alle altre voci del bilancio, per sostenere un servizio la cui efficienza si traduce in maggiore tutela per le persone più vulnerabili. Data la necessità di intervenire al più presto per aiutare il comparto, ai capigruppo del Consiglio regionale abbiamo chiesto di riservare a questo disegno di legge una corsia privilegiata per approvarlo prima della fine dell’anno. Parliamo di un mondo che accoglie 52.000 ospiti e dà lavoro a oltre 40.000 persone”.

Dei 41 milioni di euro, 30 sono destinati alle strutture accreditate e 10 a quelle autorizzate.

In particolare, le strutture contrattualizzate/convenzionate di tipo sanitario e socio-sanitario riceveranno complessivamente 20 milioni per quest’anno e 10 per il prossimo del Fondo sanitario regionale come integrazione tariffaria delle prestazioni acquistate dalle aziende sanitarie locali. La somma andrà a copertura delle maggiori spese per la prevenzione ed il controllo dell’infezione da Covid-19 sostenute nel periodo compreso tra il 21 febbraio 2020 e il 30 giugno 2021.

L’integrazione tariffaria ammonterà a 2,65 euro a giornata per le strutture per anziani, a 1,5 euro per le strutture per persone con disabilità, affette da patologie psichiatriche e per minori, a 1,2 euro per le strutture per persone affette da tossicodipendenza. Le spese ammesse sono quelle per la sanificazione degli ambienti, l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, il personale, la messa in sicurezza degli ospiti e degli operatori, il miglioramento della qualità dell’assistenza, lo smaltimento dei rifiuti speciali.

Alle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali autorizzate al funzionamento viene invece riconosciuto un contributo per posto letto autorizzato al 30.11.2020 per complessivi 10 milioni di euro, che comprendono 6,3 milioni per la copertura dei consumi di energia elettrica presi dalla quota che i concessionari degli impianti di grande derivazione idroelettrica devono versare alla Regione, 2 milioni dei fondo per l’edilizia sociale, 1,8 milioni del fondo della dirigenza regionale, che ha destinato parte del suo compenso all’emergenza Covid.

Un altro stanziamento di 1 milione di euro permetterà alle 26 aziende pubbliche di servizi alla persona, che accolgono circa 3.000 ospiti, di essere esentate dal pagamento dell’Irap a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso.

Tutti questi enti potranno inoltre accedere alle agevolazioni previste dal Fondo di garanzia di Finpiemonte, e richiedere così la concessione di una garanzia sui finanziamenti erogati dalle banche convenzionate.

“L’Amministrazione regionale – ha affermato l’assessore Caucino – mostra grande attenzione verso un mondo così duramente provato dalla pandemia. Uno sforzo rilevante, che testimonia la volontà di sostenere concretamente un sistema che si prende cura di soggetti fragili e bisognosi di attenzione e la cui tenuta è fondamentale sotto molteplici punti di vista, compreso quello occupazionale. Da settimane sto lavorando in questa direzione. La Regione risponde così presente alla richiesta di aiuto avanzata dalle strutture, in attesa che il Governo faccia la sua parte”.

L’assessore Icardi ha evidenziato che “la Sanità compie un grande sforzo: siamo riusciti a recuperare i fondi non spesi per l’emergenza Covid. Già a luglio avevamo deciso un provvedimento di ristoro: ci sarà un aiuto nazionale ed uno regionale. Altre Regioni delle dimensioni del Piemonte hanno messo a disposizione meno fondi. Avremmo potuto aumentare le rette, ma questo si sarebbe tradotto in un ulteriore aggravio per le tasche delle famiglie che sono già messe a dura prova dalla situazione economica. Superata la fase di emergenza avremo modo di ripensare le funzioni che le strutture residenziali avranno nel futuro, oggi esprimiamo la vicinanza della Regione”.

“Al territorio piemontese arrivano anche i fondi, 6 milioni e 300.000 euro calcolati sul prezzo zonale attuale, che derivano dalla monetizzazione della fornitura di energia gratuita che spetta alla Regione dai concessionari degli impianti di grande derivazione idroelettrica – ha puntualizzato l’assessore Marnati – La nuova legge sull’idroelettrico prevede che queste risorse vadano a servizi pubblici tra cui quelli sanitari, socio-sanitari e assistenziali, scolastici, di protezione civile e comunali. Proprio in ragione dell’emergenza epidemiologica, per il primo biennio 2020-2021 sono stati identificati dalla Giunta, quali beneficiari dei fondi, i servizi socio-sanitari e socio-assistenziali del territorio che a causa dell’epidemia versano in grave difficoltà economica. I fondi serviranno per i pagamenti delle bollette per l’energia elettrica”.

“Ringrazio il presidente Cirio e gli assessori competenti per aver accolto tempestivamente le richieste che giungono numerose dal mondo delle Rsa e dei sindacati in ordine ai gravi problemi di natura economico-finanziaria che stanno attraversando – ha dichiarato il sindaco Canelli – La scorsa settimana ho avuto un incontro proprio con il presidente e l’assessore Caucino, rappresentando l’urgenza di intervenire il prima possibile per mettere in sicurezza un settore che, a seguito di questa emergenza sanitaria, ha grossi problemi di liquidità e un impatto sociale rilevantissimo nella nostra città, così come in tutto il territorio piemontese. In particolare, il comparto delle Rsa di tipo pubblico ovvero ex Ipab – ora APSP – sconta ulteriore rigidità di natura giuridico e finanziaria, elemento che rende ancora più fragili tali strutture. Il lavoro però non è terminato. Occorrerà continuare a monitorare la situazione e in prospettiva cercare soluzioni innovative che incentivino sempre più la domiciliazione dell’assistenza e la razionalizzazione dei servizi”.

Le modalità di assegnazione dei contributi saranno definite con una delibera di Giunta successiva all’entrata in vigore della nuova legge.

Nel dettaglio le risorse saranno erogate a oltre 1800 strutture residenziali, che comprendono 40.000 lavoratori e 52.000 ospiti: 772 strutture per anziani (29.000 lavoratori e 40.000 ospiti), 418 strutture per disabili (6.000 lavoratori e 6.000 ospiti), 311 strutture per pazienti psichiatrici (oltre 2.000 lavoratori e quasi 3.000 ospiti), 227 strutture per minori (con circa 1.900 lavoratori e oltre 2.000 ospiti), 82 strutture per le dipendenze (con oltre 900 lavoratori e oltre 1.200 ospiti).

Durante la videoconferenza stampa è stato anche ricordato il piano di screening varato dalla Regione a fine ottobre, in base al quale fino al 1° marzo verranno effettuati complessivamente 750.000 tamponi rapidi ad ospiti e dipendenti delle residenze per anziani e delle altre strutture assistenziali

Massimo Gotta vice presidente di Meritocrazia Italia

L’avvocato Massimo Gotta, del foro di Torino, ha ricevuto l’incarico di vice presidente nazionale di Meritocrazia Italia,  l’associazione “nata poco più di due anni fa con l’intento di promuovere la spontanea valorizzazione del merito, della formazione e della premialità dell’impegno, con il fine ultimo di perseguire giustizia ed equità sociale, quali presupposti per la riscoperta di valori primari dimenticati ed il rilancio del Paese.

Avvocato specializzato in diritto civile e commerciale, già presidente dell’associazione forense Aiga, distretto di Torino, attivo nell’ambito della politica forense sin dagli inizi della professione, Massimo Gotta ha accolto la nomina con grande entusiasmo e senso di responsabilità, ritenendo che la stessa possa favorire la crescita della neo associazione, che già annovera migliaia di iscritti su tutto il territorio nazionale, anche a livello regionale.

“Questa nomina è il frutto del grande impegno, della serietà, della competenza e dello straordinario garbo di Massimo, che nel suo percorso in Meritocrazia Italia ha sempre dimostrato un grande senso istituzionale, rivestendo prima il ruolo di coordinatore regionale e poi di consigliere di presidenza” il commento del presidente nazionale di Meritocrazia Italia, Walter Mauriello.

Riscoprire i borghi del Piemonte

Il Piemonte dei Borghi, una storia lunga 50 anni fatta da 1.181 Comuni. Così si intitola il numero speciale della rivista Comunità Montagna, periodico dell’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani (Uncem), pubblicato a dicembre 2020. 

La scelta di collaborazione tra il Consiglio regionale del Piemonte e Uncem nasce dalla volontà di celebrare i 50 anni della Regione Piemonte con un approfondimento sui numerosi borghi che costellano e arricchiscono il nostro territorio.
“La montagna non può essere considerata un tema settoriale delle politiche regionali, ma trasversale – afferma in apertura il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia -. Le aree montane sono caratterizzate da specificità che richiedono un continuo dialogo tra tutti i soggetti coinvolti, affinché vengano formulate politiche per la programmazione a servizio delle comunità locali. Occorre modificare il destino e la percezione delle nostre montagne: da territori da abbandonare a spazi che devono potersi riappropriare della propria identità”.

Il numero speciale di Comunità Montagna, in 48 pagine a colori diffuse per ora online ma presto anche su carta, approfondisce i numerosi temi legati ai borghi piemontesi – non solo di montagna – con l’intervento di esperti, politici, tecnici che si occupano delle condizioni di vita in altura.

Partendo dal turismo di prossimità che in questi mesi di pandemia nella nostra regione si è spesso rivolto verso i vicini territori montani, si arriva ad indagare sulla possibilità di lavorare in remoto anche dai borghi più sperduti, riutilizzare le vecchie costruzioni con metodi innovativi di recupero e riuso, aumentare la fruizione turistica senza snaturare i luoghi e apprezzare con rispetto la natura di boschi e laghi che oggi ancora domina le nostre montagne.

La frazione Casanova ringrazia don Adriano Gennari

Il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra evidenzia l’accoglienza riservata dai parrocchiani allo stimato sacerdote cottolenghino torinese. Il 28 Dicembre alle 15.10 il prelato in diretta su ‘Radio Maria’.

“La piccola frazione di Casanova di Carmagnola ringrazia Don Adriano Gennari”.

Lo rileva il giornalista cattolico e saggista Maurizio Scandurra, da sempre vicino all’opera caritatevole e misericordiosa dell’ottimo sacerdote cottolenghino torinese: apprezzato in tutto il mondo per le sue intense preghiere di intercessione a favore di malati, poveri e sofferenti. Nonché per l’impagabile attività della ‘Mensa dei Poveri’ di Via Belfiore 12 a Torino, nata nel lontano 2008 (proprio in tempo di crisi mondiale, allora come oggi) ed eroicamente distintasi nel far fronte giornalmente alle più che raddoppiate richieste di cibo pervenute in tempo di pandemia.
“Dopo la splendida e toccante testimonianza su Don Gennari rilasciata dalla voce storica dei Matia Bazar Silvia Mezzanotte sul numero attualmente in edicola del settimanale ‘Maria Con te,’ persino il locale organo di informazione parrocchiale, ‘La Nostra Voce’ del 24 Dicembre 2020 ha dedicato lo stesso giorno, singolare coincidenza, una pagina intera alle oggettive virtù dell’amato presule, con un ampio articolo intitolato per l’appunto ‘Don Adriano, uomo di preghiera’”.
Un importante riconoscimento, “a cui mi permetto di aggiungere altri importanti aspetti degni di menzione, che probabilmente hanno faticato a trovar posto in pagina per motivi di spazio”, argomenta Scandurra.
“Fu proprio Don Adriano a restituire nuova vita al Monastero Abbaziale di Casanova, antico plesso religioso del 1100 che subì profonde trasformazioni nei secoli, prima di conoscere un lento declino e un progressivo abbandono dal 1970 che di fatto spense i riflettori sulla piccola frazione: che, ammetto, anch’io ignoravo esistesse, antecedentemente all’avvento del minuto sacerdote ricciolino dal cuore grande”.
“Un piccolo borgo”, approfondisce il giornalista cattolico, “che ha conosciuto una seconda rinascita a fine anni Novanta grazie all’arrivo di quest’uomo profondamente innamorato del Vangelo e in special modo di quel Signore Gesù Cristo che preferisce nascondersi, come sempre nella Storia, nei volti e nelle vite degli ultimi, lontano dagli schiamazzi della quotidianità”.
Ed è stato proprio “tramite la generosità straripante e contagiosa dei volontari e dei benefattori del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione O.D.V.”, la Onlus da lui fondata nonché omonima Comunità di fedeli in cammino e di preghiera riconosciuta dall’Arcivescovo di Torino Monsignor Cesare Nosiglia, se oggi l’antica struttura ha ritrovato il primigenio splendore, rendendo noto ed esportando il nome della minuscola frazione in tutta Italia e anche extra moenia”.
Ma quel che più conta è che oggi il magnifico e plurisecolare monastero “è una Casa di Spiritualità e Centro di Ascolto – puntualizza il giornalista – ove ogni sabato già dal mattino presto, per incontrare Don Adriano, c’è un via vai paragonabile a quello conosciuto in anni più distanti da un Santo già assunto alla gloria degli altari: Padre Pio. E che fa a tutti gli effetti di Casanova a suo modo una piccola Pietrelcina”.
E poco importa “se i Casanovesi hanno dovuto attendere per decenni l’arrivo di una figura così magnetica e trascinante, capace di fare in maniera straordinaria le cose ordinarie, proprio come i santi. E, soprattutto, per rivedere nuovamente la chiesa stracolma di persone desiderose di partecipare alle celebrazioni eucaristiche: come forse, in questa Unità Pastorale, ab illo tempore non si è mai vista. Ma com’è da sempre abituale consuetudine per tutte le seguitissime funzioni presiedute da Don Adriano Gennari”, osserva Maurizio Scandurra, con l’augurio che “il Comune di Carmagnola e i residenti del luogo possano presto impegnarsi seriamente e congiuntamente per una repentina e doverosa riqualificazione della piazza antistante il Monastero, facendone un punto di attrazione e fruizione turistica”.
E Lunedì 28 Dicembre Don Adriano parlerà in diretta a partire dalle ore 15.10 sulle frequenze di ‘Radio Maria’ nel consueto spazio a lui dedicato intitolato ‘Alla scoperta del Cristianesimo’.

Letterine e disegni dei bimbi alle case di riposo

 “Si è conclusa il 23 dicembre  consegna, da parte dei volontari dell’Associazione Infanzia e Famiglia AIEF a molte case di riposo di Torino e Provincia, delle oltre 2mila letterine e disegni con gli auguri di Natale realizzati dai bambini delle scuole primarie e dell’infanzia, oltre che da numerosi cittadini, per gli anziani ricoverati nelle Rsa.

Il progetto “letterine per un sorriso” vuole essere un piccolo gesto di affetto e solidarietà per dedicare un sorriso sotto l’albero a tutti gli anziani isolati da mesi. Ci tengo a ringraziare di cuore le scuole che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, il corpo docente con gli alunni, tutti i volontari, lo staff delle Rsa e il Distretto Rotaract 2031 che hanno reso possibile il concretizzarsi di questa iniziativa ” dichiara Tommaso Varaldo, Presidente dell’Associazione Infanzia e Famiglia – AIEF
“Torino, Chieri, Oulx, Sestriere, Chiomonte, Rivoli, Settimo Torinese, Volpiano, Pinerolo, Buriasco, Castelnuovo Don Bosco, Rivalta sono solo alcuni dei Comuni in cui molte scuole hanno realizzato il materiale poi consegnato alle Rsa. Ci piace pensare che questo piccolo scambio intergenerazionale, anche se a distanza, aiuterà a combattere l’isolamento sociale delle persone anziane durante questi giorni di festa”, conclude Varaldo.