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Bilancio dei primi tre mesi da Non Eletto in Consiglio Comunale di Mino Giachino 

“Se i politici pagati da noi fossero costretti a presentare il Resoconto del loro lavoro forse ci sarebbero più fatti e il Paese e Torino  si riprenderebbero?”

 
Caro direttore, la politica è in crisi di risultati e di credibilità , il Paese è in declino e Torino ancora di più, perché dal 1996 (25 anni) cresce meno della media nazionale senza che mai uno degli eletti e ben pagati ve lo abbia detto . L’unico che lo ripete dal 2008 è il sottoscritto e non a caso non è stato candidato in Parlamento .Eppure gli eletti  in Parlamento o nelle Amministrazioni hanno la grande possibilità , se conoscono i problemi se hanno esperienza amministrativa e competenza…e se sentono dentro la passione per la propria Città e per il proprio Paese, di migliorare leggi o gli stanziamenti decisi dai Governi. Possono fare molto se vogliono e se sono in gamba, soprattutto se non vogliono solo pensare alla gnocca o al sole come disse un giorno un simpatico deputato.
Negli ultimi anni la qualità purtroppo è diminuita molto . Il declino del Paese e di Torino in particolare dipende dalla perdita di tante aziende, dal trasferimento di tante aziende ma anche dalla minore qualità della sua classe politica.
La politica è in crisi ma per rilanciare Torino, la sua economia e il lavoro, occoree una grande politica e una grande amministrazione .
Se i politici fossero costretti a render conto ufficialmente al Paese e agli elettori ogni anno di cosa hanno fatto forse le cose andrebbero meglio. E questo sarebbe anche utile per far ritornare la gente a votare . D’altronde gli eletti dal Parlamento  sino ai Comuni sono retribuiti e molte bene con i soldi pubblici. Così come fanno gli Amministratori di una azienda  privata che presentano i conti almeno una volta all’anno se non ogni trimestre anche gli eletti ogni anno dovrebbero presentare l’elenco delle cose fatte, così le maggioranze .
La Nuova amministrazione Comunale di Torino non ha neanche presentato il programma dei primi 100 giorni e  mi pare non abbia ancora chiaro il programma per rilanciare Torino la sua economia e il lavoro, malgrado le dolci sollecitazioni che Luigi La Spina, grande giornalista torinese, ogni tanto scrive su La Stampa.
Per dare il mio contributo al cambiamento voglio presentare ai torinesi il Bilancio del mio impegno per Torino dopo tre mesi dal giorno delle elezioni dalle quali io non sono stato eletto Consigliere Comunale. Perché si può fare politica con risultati importanti , vedi il risultato ottenuto per  la TAV, anche se non si è  eletti.
Partendo sempre dai dati economici non brillanti di Torino e dall’aumento della disoccupazione e della povertà ,
A) il 10 Novembre ho presentato la proposta della TAV VALLEY, la prospettiva di sviluppo e di rilancio economico che ci darà la realizzazione della TAV.
B) il 3 Dicembre con Giovanna Giordano abbiamo tenuto una Conferenza Stampa per sollecitare la accelerazione dei lavori della TAV, i cui ritardi vengono pagati dalla  economia e dal lavoro di Torino e della Bassa Valle di Susa.
C) mi sono occupato della assoluta mancanza di Sicurezza in Barriera di MILANO e in particolare nella zona attorno alla Parrocchia della Pace scrivendo più volte al Sindaco e al Prefetto . Il Prefetto Ruberto mi ha risposto e soprattutto su richiesta dell’Arcivescovo NOSIGLIA ha organizzato un positivo incontro del Comitato di Sicurezza che ha messo in moto l’intervento di Carabinieri e Polizia. Ieri sono intervenuti anche i Vigili Urbani.
D) PROPOSTA SETTORE AUTOMOTIVE. Visto che nella Legge di Bilancio del 2022 o legge finanziaria non erano previsti stanziamenti per un settore in grande trasformazione che vale ancora 1/4 della economia piemontese , ho lanciato la proposta di un TAVOLO AUTO NAZIONALE formato dai parlamentari delle 7 Regioni che avrebbe un peso enorme col Governo. L’obiettivo è una politica industriale dell’automotive che sostenga un settore che per l’Italia vale più di 1 milione di posti di lavoro e tanti miliardi di esportazioni e di entrate fiscali per lo Stato. Dentro il settore auto vi è tanta ricerca e innovazione e Torino e l’Italia hanno competenze uniche da salvaguardare per continuare ad essere importanti nella Mobilità del futuro. Le ricadute sul lavoro, sui giovani, sui Politecnici e sulle Scuole professionali sarebbero enormi e salverebbero aziende centenarie vedi la Cornaglia per fare un nome. Non si tratta di fare un favore agli eredi Agnelli ma al lavoro italiano.
Sulla mia proposta ho ricevuto pareri favorevoli dai Deputati e Senatori del PD, di Italia Viva, della Lega , di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Ora la Lega sta preparando una Mozione che verrà discussa con i Ministri Giorgetti e Cingolani.
Nei prossimi mesi continuerò ad impegnarmi per il rilancio di Torino con la Tav, l’Aeroporto , la Linea 2 della Metro e sulla Assistenza sociale.
Mino Giachino
Associazione SILAVORO

Costanzo, carcere di Torino: “caos allarmante”

Dopo che Rosalia Marino, la reggente uscente del carcere Lorusso e Cotugno di Torino, ha deciso di lasciare l’incarico denunciando di aver invece incontrato un silenzio assordante e  l’assenza di una qualunque reazione se non quella di cercare un capro espiatorio, credo sia il momento che il Ministero della Giustizia e della salute prendano in mano la situazione.
La direttrice uscente ha parlato di un tasso di sovraffollamento molto alto, un intero padiglione a vocazione sanitaria, una Atsm (articolazione per la tutela della salute mentale) maschile e femminile, dove vengono trasferiti detenuti con problemi fisici e psichiatrici che necessiterebbero di cure adeguate.
Anche il carcere di Torino Le Vallette è recentemente finito al centro delle cronache per la morte di Antonio Raddi, deceduto nel dicembre del 2019 per un’infezione polmonare dopo aver perso 25 chili.
Ho interrogato sia il Ministero della Salute che della Giustizia per chiedere conto della situazione allarmante che impedisce di garantire la dovuta assistenza sanitaria ai detenuti e che vede problemi endemici che devono essere presi di petto dal Ministero della Giustizia, in Piemonte e nel resto d’Italia”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Alternativa).

Gli amministratori No Green Pass chiedono verifica dei provvedimenti del Governo

Riceviamo e pubblichiamo

“Il Coordinamento Nazionale Amministratori Locali No Green Pass comunica agli organi di stampa che il 14 gennaio ha depositato presso la Stazione dei Carabinieri della città di Chieri, un atto al vaglio della magistratura affinché si proceda nella verifica della legittimità dei provvedimenti emanati dal Governo nei decreti legge che si sono susseguiti a partire dal DL n. 44 del 1/04/2021 arrivando ai decreti legge emanati nel corso delle festività (n. 221/2021 del 24 dicembre, n. 229/2021 del 30 dicembre e n. 1/2022 del 7 gennaio 2022). 

Ci eravamo promessi, come Coordinamento Nazionale, di essere l’ultimo baluardo delle libertà costituzionalmente sancite e per questo motivo abbiamo deciso di procedere attraverso gli strumenti democratici a nostra disposizione.
La denuncia è stata depositata dall’intero Ufficio di Presidenza composto dal Presidente Lauria Giuseppe e dai due Vicepresidenti Furgiuele Luigi e Borrini Antonio.
Questa iniziativa verrà allargata non sono a tutti gli amministratori sul territorio nazionale che vorranno aderire, ma tutti i cittadini che lo riterranno opportuno.
Come cittadini italiani e soprattutto come amministratori locali,
siamo certi che la magistratura farà il suo corso”.
Giuseppe Lauria, Presidente Coord. Nazionale Amm. Locali No Green Pass
Luigi Furgiuele, Vicepresidente Coord. Nazionale Amm. Locali No Green Pass
Antonio Borrini, Vicepresidente Coord. Nazionale Amm. Locali No Green Pass

I piccoli Comuni: “non solo soldi ai grandi”

Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo  che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.  (Cesare Pavese)

NON SOLO SOLDI PER I GRANDI MA ANCHE PER I PICCOLI COMUNI, LA CITTA’ METROPOLITANA COINVOLGA I PICCOLI NELLA PIANIFICAZIONE DEI FONDI PER IL PNRR

Dai giornali ho appreso la discussione sulla ripartizione dei fondi P.N.R.R. in capo alla Città Metropolitana di Torino.

Oggetto di tale discussione sembrerebbe essere la parte di fondi messa a disposizione per i comuni di grandi dimensioni. Dovrebbe trattarsi solo della parte di quanto verrà trasferito in seguito ai Comuni della ex Provincia di Torino , in questo caso i fondi riservati ai Comuni “grandi”, limite minimo dai 15.000 abitanti, mentre la tranche più corposa sarà attribuita a tutti i Comuni “piccoli” (inferiore ai 15mila).

La suddivisione di questi fondi sarebbe, comunque, avvenuta prima dell’insediamento del nuovo Consiglio della Città Metropolitana (insediatosi nella giornata del 12/01/2022). Detto questo, vista la nomina e la distribuzione delle deleghe, confido nella capacità amministrativa dei neo eletti, in maggioranza Sindaci che conoscono e vivono tutti i giorni le criticità dei paesi (sono rappresentanti di aree e Comuni che sconfinano da quelli di montagna a quelli di pianura, passando perquelli collinari). Mi auguro che riescano a lenire la spaccatura provocata dal nuovo ente metropolitano nato da una legge che, nell’attesa che qualcuno la riformi dopo la sentenza di anticostituzionalità pronunciata dalla Corte Costituzionale, ha provocato un evidente e innegabile Torino dipendenza.

Quando si intraprende un nuovo percorso, è d’obbligo l’ottimismo, ed è con questo spirito positivo che attendiamo riscontri e tutele nei confronti del cuore pulsante della Città Metropolitana: i Piccoli Comuni.

Ci aspettiamo, in conclusione, che il nuovo Sindaco Metropolitano e il nuovo Consiglio coinvolgano i piccoli comuni nella pianificazione territoriale e ci tengano informati dei fondi che dovrebbero arrivare in modo da predisporre per tempo i progetti per gli investimenti attesi dai territori.

Noi di Anpci come sempre rimaniamo aperti al confronto, ed al dialogo costruttivo, per il bene del nostro territorio e dei nostri abitanti.


Franco Cominetto Presidente Anpci

Città Metropolitana di Torino

Sassoli e l’eredità dei cattolici democratici e popolari

Un anno fa se ne andava Franco Marini. Un esponente di primo piano del sindacato, della politica e delle istituzioni del nostro paese.

Pochi giorni fa ci ha lasciato David Sassoli. Un leader politico, una figura autorevole e qualificata del cattolicesimo democratico e popolare del nostro paese, e soprattutto, una persona stimata e ben voluta da tutti. Amici e avversari politici; cittadini comuni e uomini e donne impegnati nelle istituzioni; persone che seguivano la sua conduzione giornalistica e televisiva al Tg1 e persone che lo hanno seguito in tutti questi anni del suo impegno associativo, culturale, politico e istituzionale. Il giudizio è sempre lo stesso: era una persona perbene e semplice, capace di trasmettere una speranza e un futuro a tutte le generazioni partendo dalla proprie radici culturali ed etiche.

Ecco, ho voluto ricordare questi due grandi uomini, queste due grandi figure umane e politiche dei nostri tempi per arrivare ad una riflessione: Marini e Sassoli hanno rappresentato un universo valoriale, politico e culturale che non può e che non deve essere archiviato. Certo, persone diverse – come ovvio e scontato – ma con talenti simili che affondavano le radici nell’umanesimo cristiano e popolare e che hanno contribuito, attraverso il loro magistero concreto, a segnare in profondità la presenza, laica, dei cattolici nella società contemporanea. Italiana ed europea.
Ma, per fermarsi a David Sassoli scomparso pochi giorni fa, credo sia doveroso farsi una domanda. Semplice ma altrettanto impegnativa. E cioè, possiamo fare a meno di ciò che ha rappresentato concretamente David nel suo campo di impegno? Ovvero l’associazionismo cattolico, i gruppi cattolici, la politica, il partito, le istituzioni? A questa domanda va data una risposta. Non burocratica e protocollare o emotiva ma politica, culturale ed umana. Certo, David aveva uno stile – il suo stile era garbato, sobrio ed umile ma determinato e coraggioso nel riaffermare le sue ragioni e le sue convinzioni – ma dentro lo stile c’era un modo essere culturale e politico nella società contemporanea. Inconfondibile. l’Italia di oggi, ma l’Europa tutta, non possono fare a meno di questo filone ideale, di questo pensiero costituente, di questa cultura che ha ricostruito le sorti democratiche del nostro paese e dello stesso vecchio continente. Il dibattito, come ovvio, non può ridursi alla sola modalità organizzativa con cui si può tradurre questo insegnamento profondo e profondamente ancorato ai tempi in cui ognuno di noi vive. Perchè la sola dimensione politica ed organizzativa è importante e decisiva per chi non si limita ad una presenza puramente testimoniale ma, al contempo, dobbiamo prendere atto che il magistero di uomini come David Sassoli era riconoscibile anche e soprattutto per il suo “esempio”. Cioè, detto in altri termini, una presenza da “testimoni” nella concreta attività politica ed istituzionale. Cosa nè semplice nè dettata da ragioni politiciste ma percepibili, appunto, attraverso l’esempio e lo stile che venivano indirettamente e inconsapevolmente trasmessi ma immediatamente percepiti dai cittadini e dalla pubblica opinione. Di tutte le fedi politiche di tutti e da tutti gli orientamenti culturali.
Ecco, ho voluto ricordare all’inizio due persone, due cattolici democratici, popolari e sociali, due testimoni, due maestri, due leader che ci hanno lasciato ma che qualcuno – cioè noi cattolici democratici e popolari e sociali – ha semplicemente il dovere di proseguire quello che hanno concretamente segnato in anni di impegni a favore dei ceti popolari e degli ultimi. E lo dovremmo fare con umiltà, con un profondo senso del limite e, soprattutto, con la convinzione e la consapevolezza che abbiamo solo da imparare da quello che loro hanno trasmesso con l’esempio, con lo stile e con la proposta.
E la lezione, lo stile, l’esempio e la forza della testimonianza incarnate ad interpretate con umiltà e tenacia e con un coraggio inaudito da David Sassoli in questi anni e in questi ultimi mesi non possono e non devono essere cancellati o ridimensionati nella cittadella politica italiana. Non per il bene dei cattolici democratici, popolari e sociali ma per il futuro della nostra democrazia e per il destino del nostro paese e delle stesse istituzioni democratiche.

Giorgio Merlo

La Buona Destra: Sanità piemontese in sofferenza

A causa dell’attuale ondata di contagi, continua la grave sofferenza del Sistema Sanitario Regionale che si ripercuote su un sempre crescente numero di strutture ospedaliere riconvertite che portano all’impossibilità di diagnosi e cura per i pazienti con patologie diverse dal Covid.

“Da settimane il nostro Sistema Sanitario è in grave difficoltà, e come denunciato più volte da Assomed e Nursind, il personale si ritrovanell’impossibilità di garantire adeguata assistenza ai pazienti non
affetti da Covid”, così Claudio Desirò Coordinatore Regionale Buona Destra Piemonte, “L’aumento dei posti letto per pazienti Covid basso intensivi, annunciato ieri dall’Assessore Icardi, permetterà alla nostra Regione di non essere declassata in fascia arancione, ma non porterà ulteriori benefici a tutti quei pazienti che si vedono rimandare interventi, visite specialistiche ed esami ospedalieri, per patologie croniche o acute non connesse alla pandemia”.

“Nel corso dell’ultimo anno e mezzo non si è provveduto ad interventi strutturali che permettessero alla nostra Regione di poter
affrontare in modo più sereno un’ulteriore ondata ampiamente prevedibile”, continua Desirò, “le carenze di personale non sono
state adeguatamente coperte ed i posti letto, anche attraverso accordi con la sanità privata, vengono aumentati solo oggi per evitare la nuova
e più restrittiva colorazione”.

“In questi giorni”, conclude Desirò, “si è aggiunta la tegola dei Pronto Soccorso, ingolfati di pazienti che attendono anche giorni prima di trovare un posto letto per un ricovero ordinario”.

Secondo la Buona Destra del Piemonte, ritrovarsi in queste condizioni di estrema difficoltà dopo due lunghi anni di emergenza sanitaria, non
può essere considerato accettabile. L’auspicio è che nei prossimi mesi si mettano in atto quelle misure necessarie affinché, in caso di nuove ondate il nostro Sistema Sanitario possa reggere in condizioni di minor stress, assicurando l’Assistenza Sanitaria a tutti i cittadini piemontesi che in questi mesi si sono dimostrati tra i più sensibili e disponibili ad aderire copiosamente alla campagna vaccinale.

Presidio di Azione Studentesca davanti all’ufficio scolastico regionale

Oggi i militanti di Azione Studentesca hanno organizzato un presidio davanti all’ufficio scolastico regionale di via Coazze 18 per protestare contro le politiche studentesche del governo Draghi e del ministro Bianchi.

“Oggi abbiamo organizzato un presidio per criticare le politiche studentesche Ministro Bianchi ed il governo Draghi.
Noi studenti siamo stufi dei continui ritardi del ministero e di misure anti-contagio incomprensibili. Vogliamo un altro modello di scuola in cui gli studenti siano partecipi e vengano ascoltati dal ministero e continueremo a manifestare per far sentire la nostra voce.”
Commentano I militanti di Azione Studentesca.
“Ho partecipato al presidio organizzato dai ragazzi di Azione Studentesca per denunciare il caos scuola determinato dai ritardi del Governo.
Ad appena una settimana dalla ripresa delle lezioni si moltiplicano le segnalazioni di disagi per gli istituti scolastici per via di assenze del personale e studenti. Il ritorno in presenza non doveva rappresentare una mera vittoria politica per il Governo, piuttosto un obiettivo per il bene di studenti e famiglie, da perseguire attuando tutte le misure strutturali del caso, dalla ventilazione delle aule al miglioramento dei trasporti. Questo, purtroppo, non è stato fatto e il riavvio delle lezioni si sta rivelando particolarmente critico.” Commenta il Consigliere comunale Paola Ambrogio di Fratelli d’Italia

Smart working, Grimaldi (LUV): Il Governo ammetta che ha sbagliato e torni indietro

E la Regione estenda il lavoro agile per i dipendenti.

La situazione pandemica non è più assolutamente paragonabile a quella del novembre scorso, la quarta ondata sta dilagando, la variante Omicron è ancora più contagiosa e il Piemonte è in procinto di passare in zona arancione. In questo contesto il Governo e il Ministro Brunetta non hanno il coraggio di ammettere che affrettarsi a smantellare il più possibile ogni forma di smart working è stato un errore dal quale dobbiamo tornare indietro” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

Ho chiesto con un’interrogazione alla Regione di modificare con urgenza l’ultima circolare sul lavoro agile e garantire ai dipendenti di usufruire maggiormente di questa modalità, proprio come sta facendo il Consiglio stesso già dalla seconda settimana di gennaio” – prosegue Grimaldi. – “Lo smart working permette una minore possibilità di contagio sui luoghi di lavoro e un alleggerimento dei mezzi pubblici ed è stato più volete dimostrato che garantisce i medesimi livelli di efficienza. Non può essere un pregiudizio sulla pubblica amministrazione a mettere a rischio i nostri dipendenti, le Regioni dovrebbero dirlo chiaro al Governo”.

Ruffino (CI): “Necessaria la proroga del credito d’imposta per aiutare gli esercenti”

“Nel Decreto Milleproroghe intendo proporre per gli esercenti la proroga del credito di imposta sul 100 per cento delle commissioni bancarie addebitate per transazioni con carte di credito, di debito o prepagate, oltre il termine del 30 giugno 2022, previsto dal decreto Sostegni-bis”. Lo afferma Daniela Ruffino, deputata di Coraggio Italia che, oltre alla proroga del credito d’imposta al 100 per cento propone “di azzerare le commissioni bancarie: il Governo dovrebbe sottoscrivere un protocollo d’intesa con ABI, prevedendo, quantomeno, un progressiva riduzione fino all’annullamento di tali commissioni, considerando che l’incremento delle transazioni elettroniche tramite POS è vantaggioso per le banche, perché fa crescere l’intermediazione bancaria e le richieste di conti correnti bancari e carte di pagamento”. Per Ruffino servono segnali concreti per contrastare il periodo durissimo che stanno vivendo i commercianti. “Ad esempio – spiega – una proroga sull’applicazione delle sanzioni che si applicano agli esercizi commerciali che operano in aree disagiate prive di rete e che sono costretti a rifiutare i pagamenti elettronici”.
“L’alternativa – conclude Ruffino – è il crollo delle attività a conduzione famigliare che resistono a fronte di sacrifici e la perdita di ulteriori posti di lavoro”.

Pd: “PNRR Sanità: 517 milioni per il Piemonte. In consiglio regionale i piani di attuazione”

 E’ stata siglata in Conferenza Stato-Regioni la ripartizione delle prime risorse della missione 6 del PNRR, quella relativa alla sanità.

Al Piemonte arriveranno 517 milioni di euro collegati a obiettivi specifici: 82 case della comunità, 43 COT, 27 Ospedali di Comunità, 21 mila persone da formare con competenze manageriali. E poi ancora risorse per la digitalizzazione dei DEA, l’acquisto di grandi apparecchiature e per rendere gli ospedali antisismici.

L’accordo prevede che Regioni e Province Autonome firmino i Contratti di Integrazione e Sviluppo (CIS) entro il 31 maggio del 2022. Gli stessi CIS devono contenere i “Piani Operativi Regionali”, inclusi gli “Action Plan” per ciascuna linea di intervento.

Questo significa che nelle prossime settimane occorre definire tempistiche, localizzazioni precise e modalità di intervento. Quali saranno le 82 case di comunità finanziate dal PNRR e quali, invece, da risorse regionali, visto che l’assessore ha sempre dichiarato che ne avremmo comunque realizzate 90. Il tempo dei rinvii e della mancata condivisione è terminato.

La programmazione sanitaria è in capo al Consiglio Regionale, ci aspettiamo dunque di visionare e poter discutere in tale sede, già nei prossimi giorni, i piani operativi regionali e i relativi action plan per gli investimenti del Piemonte.

Raffaele Gallo – Presidente del Gruppo PD

Domenico Rossi – Vice-Presidente della Commissione Sanità