politica- Pagina 281

Alleanze, adesso si facciano nella chiarezza. E senza furbizie

Dunque, le elezioni si avvicinano e la politica italiana cerca di uscire faticosamente dal
trasformismo politico e dall’opportunismo parlamentare che l’ha contraddistinta in quest’ultima
legislatura.

Una delle stagioni più squallide e decadenti nella lunga storia democratica del nostro
paese, caratterizzata da una profonda crisi politica, culturale e soprattutto etica.

Ora, di fronte a questo scenario, forse è arrivato anche il momento di sciogliere il nodo delle
alleanze. O meglio, delle coalizioni da ricostruire dopo la sbornia populista, demagogica e anti
populista scaturita dal voto del marzo 2018. Quella fase, fortunatamente, volge al termine e la
bolla populista si sta sciogliendo, seppur lentamente, come neve al sole e non si può, di
conseguenza, non aprire una nuova stagione.

Molto, però, dipende dalle scelte concette dei partiti. O almeno, dei principali partiti italiani. A
cominciare, appunto, dalla scelta concreta che farà il Partito democratico. E da cosa decide il Pd
dipende anche, seppur in parte, il futuro del partito di “centro” che si va configurando e
consolidando, malgrado gli atteggiamenti grotteschi se non addirittura ridicoli di chi all’interno di
quest’area politica e culturale continua a distribuire patenti di competenza, di onestà e di
presentabilità a destra e a manca. E quindi anche al centro. Nello specifico penso, com’è evidente
a tutti, a Calenda e al suo partito.

Ma, al di là di Calenda, nel merito si confrontano almeno 3 prospettive politiche all’interno del Pd,
al di là e al di fuori del sempre più misterioso “campo largo”.

C’è chi pensa di riproporre, con una versione aggiornata e rivista, l’antica e mai sopita “vocazione
maggioritaria” del partito. Una sorta di revival gramsciano che vede il Pd al centro di tutte le
operazioni politiche supportato da alcuni “satelliti” scelti dall’alto come semplice truppa di
complemento da contrapporre alla destra.

C’è chi, invece, pensa ancora in modo forte e determinato a stringere un ‘alleanza organica e
duratura con il partito populista per eccellenza, cioè il partito di Grillo e di Conte, in nome e per
conto della solita, e ormai un po’ noiosa, alleanza contro la destra illiberale, fascista, sovversiva,
sovranista e chi più ne ha più ne metta. La solita solfa che viene recitata ormai a memoria da
svariati decenni dalla sinistra post comunista alcuni mesi prima di celebrare le elezioni politiche
nazionali. Un modo questo, però, per non battere e archiviare definitivamente la mapalapianta del
populismo demagogico, anti politico, giustizialista e manettaro che continuerebbe, purtroppo, a
circolare nel sottosuolo, e non solo, della società e della politica italiana.

E c’è chi, invece, con maggior realismo e coerenza politica, punta a ricostruire dalla fondamenta
un vero e credibile centro sinistra di governo. Autenticamente riformista e democratico. Un
progetto, questo, che non contempla affatto la deriva populista e che punta, semmai, ad
archiviare definitivamente una stagione politica che sarà ricordata per i danni che ha provocato al
paese e per la distruzione di alcuni caposaldi costitutivi della nostra democrazia rappresentativa e
costituzionale.

Ecco perchè, adesso, si tratta di capire quale di queste strade sarà intrapresa. Con l’avvertenza
che ognuna delle prospettive politiche richiamate, e ben presenti nel dibattito interno al Pd, avrà
delle ricadute politiche altrettanto precise e definite all’interno della cittadella politica italiana. È
inutile richiamare l’attenzione sul fatto che il “centro” che si va costruendo in vista delle elezioni –
e che sarà presente nella consultazione della prossima primavera – opta per una prospettiva di
centro sinistra senza alcuna deriva o condizionamento massimalista, populista o anti politico. Se
così non fosse, credo, ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Come, del resto, capita
sempre in politica per le scelte concrete che un partito fa e compie.

Giorgio Merlo

Il 9-10 luglio il Movimento per la Resistenza Costituzionale a Torino

Riceviamo e pubblichiamo

“A Torino il primo Festival della Resistenza Costituzionale”. 

“Il primo Festival nazionale della Resistenza Costituzionale avrà luogo a Torino nel fine settimana di sabato e domenica 9 e 10 luglio prossimi” ha dichiarato Galgano PALAFERRI Presidente Nazionale  #UpL_UnionePerLeLibertà,  Testimonial di #ITALIA_con_TRUMP e uno dei portavoce del Coordinamento Piemonte che riunisce gruppi, movimenti e partiti di Resistenza Costituzionale, che ha continuato: “un evento di respiro nazionale che porterà sul palco da tutta Italia alcune tra le più significative personalità del vasto movimento per la verità, la giustizia e la salvaguardia dei diritti fondamentali, una realtà che sta tumultuosamente crescendo ed organizzandosi in ogni regione del nostro Paese”.
“A partire dalle ore 16 di sabato 9 luglio e ancora nel pomeriggio di domenica 10 luglio, dal palco di Piazza d’Armi si alterneranno personalità come le Dott.sse De Mari, Balanzoni, il Prof.Meluzzi,  giornalisti e scrittori come la  Perrucchietti e Mario Giordano, testimoni come Rosanna Spatari, e tanti tanti altri”  ha poi ricordato PALAFERRI, precisando che: “ognuno di loro porterà il suo personale contributo alla costruzione dell’Italia di domani, più giusta, più libera, più attenta ai lavoratori, agli ultimi, ai diritti di tutti. Restiamo convinti che il FUTURO ci appartenga, e forse questo futuro è già incominciato. Siamo una grande forza, coesa,compatta, determinata, perchè solo #UnitiSiVince. Ci vediamo in Piazza,Sabato e Domenica. A Torino,già Capitale d’Italia, anche Capitale di Disobbedienza Civile, di Ribellione, per i diritti, la Democrazia, la Difesa della Costituzione, la Pace,il diritto all’autodeterminazione dei Popoli, la LIBERTÀ.
Movimento per la Resistenza Costituzionale

Fondi non autosufficienze. Costanzo: ritardo vergognoso!

MANCATA EROGAZIONE FONDI PER LE NON AUTOSUFFICIENZE, COSTANZO (ITALEXIT): “RITARDO VERGOGNOSO, CONSORZI NON POTRANNO EROGARE ASSEGNI A LUGLIO. PRESENTEREMO INTERROGAZIONE”
“Apprendiamo dal sindaco di Castiglione Torinese Lovera che i fondi nazionali del 2021 per le non auto-sufficienze non sono ancora stati trasferiti da Roma alla Regione Piemonte. Questo comporta conseguenze nefaste per i nostri anziani, che non potranno ricevere gli assegni di cura per carenza di fondi. È quanto emerso ad esempio in una realtà come il CISA di Gassino, che si trova nella spiacevole condizione di non poter erogare le somme per luglio. Trovo questo ritardo vergognoso e irrispettoso nei confronti di soggetti fragili che invece necessiterebbero di tutte le attenzioni. Presenteremo un’interrogazione al Ministero dell’economia e delle disabilità per chiedere conto di questo imperdonabile ritardo.” Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Italexit).

Assunzioni sanità, Icardi: “vaccinati contro le polemiche del Pd”

Al dicembre 2021 il personale della sanità piemontese risulta costituito da 57.358 professionalità, ovvero 2.700 in più rispetto alle 54.664 del 2018.

Per il futuro, accanto alle stabilizzazioni del personale Covid-19 e oltre a garantire il turn-over, la Giunta ha già sottoscritto con le organizzazioni sindacali l’accordo per potenziare il personale sanitario attraverso il Decreto Calabria, che nel prossimo triennio permetterà ulteriori assunzioni, a cominciare dal 2022, non appena sarà definito a livello nazionale il riparto delle risorse per la Sanità delle Regioni e verranno rimborsati dallo Stato i circa 340 milioni residui della spesa per la pandemia anticipati dal Piemonte nel 2021.

«La polemica delle ultime ore sollevata dal Pd sulle assunzioni nella sanità piemontese stupisce – osserva l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi -, ma non sorprende. Stupisce perché quando si chiede conto del turn-over probabilmente i consiglieri d’opposizione non ricordano che i concorsi durante il Covid non si potevano fare, perché erano sospesi per legge a livello nazionale. Probabilmente saranno loro sfuggiti anche gli oltre 5 mila reclutamenti che la Regione ha messo in campo durante l’emergenza e le 1.137 stabilizzazioni che, in accordo con i sindacati, si stanno avviando. Sfuggito poi, naturalmente, che siamo la prima regione in Italia per numero di somministrazioni della quarta dose di vaccino».

«Discorsi fuori luogo e con dati sbagliati, perché non comparabili – aggiunge il presidente della Commissione Sanità del Consiglio, Alessandro Stecco -. Il tema è serio e non merita di essere trattato così per rispetto di tutto il sistema sanitario e anche dei media che divulgano i dati.  La Giunta ha fatto salti mortali in questi anni per potenziare, nel pieno di una delle più gravi pandemie della storia, una sanità fatta di risorse umane eccellenti, ma indebolita da anni di tagli e completamente priva di una rete di medicina territoriale. È abbastanza evidente che i dati del Pd non tengano conto di tutti i contratti ancora attivi siglati per il Covid e delle stabilizzazioni approvate in accordo con le organizzazioni sindacali. Invece di lanciare allarmi ingiustificati, invito a parlare di questo tema nelle sedi opportune, perché è un argomento serio che come tale va affrontato con “grano salis” e non con approssimazione. I fattori, uno fra gli altri la carenza cronica in Italia di personale specializzato, sono tanti e complessi. Ma non c’entrano nulla con quelli usati strumentalmente dal Pd».

Siccità, dibattito al Parlamento Europeo

Il presente della Delegazione italiana del Comitato delle Regioni Alberto Cirio:
“L’Europa ha riconosciuto la gravità della situazione. Chiederemo l’accesso al fondo di solidarietà internazionale”

“Dopo il riconoscimento dello stato di emergenza da parte del Governo italiano, oggi anche l’Europa ha preso atto della grave situazione in corso nel nostro territorio”: lo dichiara il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che stamattina, nel suo ruolo di presidente della Delegazione italiana del Comitato delle Regioni presso l’Ue, ha preso parte al dibattito sulla siccità svoltosi al Parlamento europeo in occasione della plenaria a Strasburgo.

“Abbiamo chiesto e ottenuto questo dibattito affinché le istituzioni europee prendessero atto dell’emergenza che sta colpendo l’Italia e che non può restare un problema solo nazionale – sottolinea il presidente Cirio -. L’Europarlamento con la discussione di oggi ha di fatto riconosciuto l’urgenza della situazione e questo è già un risultato importante, perché rappresenta il presupposto per la richiesta di accesso al fondo di solidarietà internazionale. Inoltre l’Ue e il Governo italiano si sono impegnati a inserire uno strumento nell’Fsc, il Fondo per lo sviluppo e la coesione, sia per destinare risorse all’ammodernamento delle reti idriche urbane, ormai datate e bisognose di interventi che evitino lo spreco e la dispersione dell’acqua, ma anche per i nostri agricoltori affinché possano finalmente essere realizzati dei mini invasi in grado di prevenire e tamponare in futuro emergenze come quella che stiamo vivendo, con danni enormi alle nostre colture. Ringrazio il ministro Carfagna per essersi attivata su questo fronte e il presidente Tajani per averci supportato nell’ottenere l’attenzione dell’Europa”.

Sanità; Grimaldi (LUV): “Tele Cirio mente sapendo di mentire”

Dietro le buone apparenze solo tagli e riduzione dei servizi. Con lui il personale sanitario è diminuito drasticamente».

“Se i dati presentati oggi saranno confermati, direi che il bluff di Tele Cirio è finito. È riuscito a fermare un’inversione di tendenza che durava dal governo Chiamparino, nonostante il piano di rientro imposto da Roma, quando il personale sanitario aumentò di 728 unità” – attacca Grimaldi, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, a margine della conferenza stampa tenutasi questa mattina in Consiglio regionale. – “Da nostre analisi risulta che nel 2021, oltre alle 300 persone andate in pensione, più di 300 si sono dimesse volontariamente per passare al privato: qualcuno può confermare questo dato o smentirlo? Quante di queste figure sono state sostituite? Da troppo tempo l’unica fonte sulla situazione sanitaria è la propaganda di Cirio, che si scontra però con la quotidianità delle persone che hanno a che fare con la Sanità pubblica piemontese: invece che dover cercare i dati a colpi di accessi agli atti, sarebbe meglio affidare a IRES Piemonte studi specifici utili per fotografare la situazione attuale e per tracciare gli spostamenti del personale sanitario in fuga dal pubblico”.

“In questo scenario apocalittico il lavoro negli ospedali è aumentato ed è diventato molto più complicato, le liste di attesa sono esplose e la lotta al Covid ha consumato le energie di tutto il personale sanitario, che oggi preferisce uscire dalle strutture pubbliche per lavorare nella sanità privata. Occorre creare le condizioni affinché nessuno voglia più scappare dagli ospedali, rendendo quei luoghi di nuovo centrali nella gestione dei pazienti. Il primo passo sarebbe quello di smettere di negare la realtà, svestire il vestito buono e l’alito profumato del televenditore e rimettere al centro la Sanità pubblica nella nostra Regione, cominciando dalla stabilizzazione degli amministrativi precari e dalla proroga di tutti i tempi determinati non stabilizzati” – conclude Grimaldi.

Sitaf: Gariglio (Pd), nomine cda incomprensibili e non trasparenti

 

“La nomina nel Cda di Sitaf da parte di Anas dell’avvocato Francesco Rizzo è incomprensibile ed inaccettabile. La risposta del Ministero Infrastrutture e della Mobilità sostenibile alla interrogazione presentata su questa vicenda è offensiva e fuorviante, perché non chiarisce le modalità di tale indicazione”: è quanto dichiara Davide Gariglio, capogruppo Pd in Commissione Trasporti di Montecitorio, sull’atto di sindacato ispettivo discusso oggi, mercoledì 6 luglio, a Montecitorio.

“Sitaf è una società strategica per la mobilità del Piemonte e del Nord Italia; é concessionaria per la costruzione e la gestione del traforo del Fréjus e dell’autostrada Torino-Bardonecchia. Nonostante questo il socio pubblico di minoranza Anas, controllato dallo Stato, ha indicato incomprensibilmente un candidato indipendente senza alcuna esperienza pregressa nel settore. Il gruppo Fs, tramite il Mims, non ha risposto alla domanda: chi e in base a quali criteri ha scelto di nominare l’avvocato Rizzo in Anas. Si tratta di una condotta grave da parte di un gruppo sotto controllo pubblico le cui scelte dovrebbero essere improntate a piena trasparenza”: conclude Davide Gariglio.

Caso Tecnositaf: interrogazione della Lega

Dal Parlamento 

CASOLATI Marzia, BERGESIO, FERRERO Roberta, MONTANI, PIANASSO – Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili

Premesso che:

la SITAF S.p.A. (Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus) è stata costituita a Torino il 29 ottobre 1960 su impulso di enti quali Comune e Provincia di Torino, Camera di Commercio, Unione industriale, primarie compagnie di assicurazione e prestigiosi istituti bancari, con l’obiettivo di liberare la Regione Piemonte e Torino stessa dall’isolamento costituito dalla barriera delle Alpi e per consentire il migliore interscambio commerciale e sociale fra l’Italia e i Paesi dell’Europa nord-occidentale attraverso un Traforo e la relativa via di comunicazione più diretta, ovvero l’autostrada;

a sua volta la SITAF S.p.A., nel tempo, ha costituito 4 società al 100 per cento di proprietà della stessa, così descritte: 1) Sitalfa, società che opera nel settore edilizia, cura la gestione ordinaria e straordinari esclusivamente dell’A32; 2) TecnoSitaf, società tecnologica che opera per SITAF, ANAS ed ha commesse anche all’estero; 3) Musinet Engeenering, società di progettazione, direzione lavori, che opera esclusivamente per SITAF; 4) RO.SS, ex OK-GOL, società che opera nella cantieristica e antincendio Autostradale, per SITAF, ASTM ed ha ulteriori commesse in tutta Italia;

in particolare, la società TecnoSitaf, nel mese di aprile a chiusura del semestre a causa di una perdita presunta di circa 7milioni di euro, è stata messa in liquidazione a fronte di commesse per circa 50 milioni di euro;

nel mese di maggio 2022 commesse per circa 12 milioni di euro sono state dirottate su Sinelec società del gruppo ASTM;

si precisa che ASTM S.p.A. è un gruppo industriale attivo nella gestione di reti autostradali in concessione, nella progettazione e realizzazione di grandi opere infrastrutturali e nella tecnologia. Il gruppo è il secondo operatore autostradale al mondo con circa 4.547 km di rete in gestione in Italia, Brasile e Regno Unito;

si rileva, inoltre, che anche la società RO.SS, leader nel settore cantieristico e antincendio, dopo alcune rivendicazioni sindacali ha ricevuto una proposta di acquisto dalla GSA, Gruppo Servizi Associati, è una società multiservizi attiva in tutta Europa: leader a livello continentale nel campo della sicurezza, salute sul lavoro e vigilanza antincendio, specializzata in tutti gli anelli della safety chain, a protezione di infrastrutture critiche, edifici pubblici e impianti industriali;

a questo punto, ci si chiede se la stessa sorte spetterà anche a Sitalfa e Musinet;

grande preoccupazione destano gli oltre 550 lavoratori occupati nelle quattro società, della cui sorte non è dato sapere,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure intenda adottare al fine di accertare come sia possibile che sia stata avviata una procedura fallimentare nei confronti della società pubblica citata in premessa a fronte di numerose commesse aperte e, per giunta, come sia stato possibile dilapidare il patrimonio della stessa in così poco tempo;

se non ritenga opportuno avviare procedure per valutare l’operato degli organi di amministrazione della stessa SITAF S.p.A..

(4-07205)

Liste d’attesa, le proposte del Pd

VALLE – ROSSI (PD): “A TORINO NIENTE CUP”

Accelerare sulle agende pubbliche e rafforzare il personale

4 luglio 2022 – “Tra le azioni necessarie per migliorare i tempi delle liste d’attesa sicuramente c’è il buon funzionamento del sistema di sovra-cup regionale. Tuttavia gli interventi sul sovracup sono utili, ma non risolvono il problema a monte, cioè la mancanza di disponibilità di medici, strutture e slot di prestazioni prenotabili. La condivisione pubblica delle agende e la loro accessibilità ai cittadini non può essere ulteriormente rimandata, sia per quanto riguarda il pubblico sia per il privato accreditato, ancora solo parzialmente presente” affermano il vicepresidente del Consiglio Regionale Daniele Valle e Domenico Rossi, vicepresidente della Commissione Sanità a fronte dell’informativa avvenuta oggi in IV commissione proprio sul tema del sovracup.

“E’ preoccupante la situazione dell’area torinese, con l’ASL Città di Torino che riesce a prenotare su CUP solo il 56,48% dei primi accessi, contro una media regionale dell’80% e la Città della Salute con solo il 38,93% contro il 71% delle aziende ospedaliere. Su questo occorre un cambio di passo radicale. E’ chiaro che se le persone non riescono ad accedere con facilità alla prenotazione si rivolgono al privato oppure rinunciano” aggiungono in Consiglieri.

“Ma questo è solo un primo passo. Occorre garantire prima di tutto il personale necessario da un lato aumentando quello sanitario e dall’altro rafforzando l’organico del CUP, anche portando a tempo pieno gli attuali part-time. Ma servono anche modalità organizzative tali da permettere una calendarizzazione di medio e lungo periodo nei reparti e slot adeguati nelle agende. È inutile tenere il sovracup aperto di domenica, ad esempio, visto che i medici di base fanno le ricette principalmente da lunedì a venerdì.” concludono i Consiglieri del Partito Democratico.

 

Cultura, via ai bandi pluriennali per consentire a enti e associazioni del territorio di fare programmazione

“Il Piano è frutto del lavoro condiviso con tutti gli attori dei Tavoli della cultura – ha detto l’assessore – ed è in linea con quanto previsto dal Testo unico sulla cultura. Le principali novità riguardano appunto la programmazione su base triennale, fatta salva la cadenza annuale per alcune tipologie di istruttorie per interventi che richiedono tempistiche ridotte, l’attribuzione di un maggior ruolo a enti partecipati e controllati dalla Regione a favore della crescita del sistema culturale, il potenziamento di intese e collaborazioni con i vari livelli della Pa”.
“La Regione continuerà a lavorare anche attraverso il crowdfunding – ha aggiunto Poggio – con l’obiettivo di costruire una comunità di sostenitori, anche in collaborazione con fondazioni bancarie e atenei”.
“Il Piano è frutto di un lavoro iniziato nella scorsa legislatura –  è intervenuto Diego Sarno (Pd) -. Bene la decisione sui bandi triennali, mentre convince poco la scelta di limitare le convenzioni, perché vengono annullate le scelte politiche regionali e questo riduce la progettualità e la visione futura delle politiche pubbliche in materia culturale”.
Su proposta del Partito democratico, nei bandi saranno previsti criteri di premialità per le realtà culturali che svolgeranno le loro attività all’interno dei beni confiscati alle mafie, che in Piemonte sono numerosi e ancora in attesa di assegnazione. E sempre il gruppo Pd ha ottenuto voto favorevole unanime ad un atto di indirizzo collegato che chiede alla Regione di emanare i bandi nella prima metà dell’anno, di abbreviare i tempi di erogazione dei contributi e di coinvolgere Finpiemonte e gli istituti di credito piemontesi per anticipare le risorse regionali a enti e associazioni: “L’iter di partecipazione ai bandi e di rendicontazione vanno semplificati – ha sottolineato il primo firmatario Daniele Valle – così come si dovrà lavorare per cercare di garantire risorse a tutti gli idonei in graduatoria”.
Alberto Preioni (Lega), ha spiegato che “il pubblico deve fare la sua parte, ma per il settore è fondamentale l’apporto dei privati, servono mecenati in grado di investire sugli eventi culturali”; Paolo Bongioanni (FdI) ha chiesto prudenza rispetto alla stipula di convenzioni “che possono diventare rischiose se si cementano nel tempo”; Alessandra Biletta (FI), ha espresso soddisfazione per “un documento aperto a interventi innovativi per superare le difficoltà del sistema, duramente colpito dalla pandemia”.
“Fondamentale migliorare l’accessibilità ai luoghi della cultura per le persone con disabilità” ha ricordato Silvio Magliano (Moderati), mentre Francesca Frediani (M4o) ha parlato della cultura come strumento di contrasto al disagio e dell’importanza di riconvertire spazi abbandonati in luoghi della cultura e Marco Grimaldi (Luv) ha riaffermato l’esigenza di riqualificare spazi come le aree verdi per ospitare grandi eventi pubblici, fruibili da tutti.