Altro che emergenza sanitaria. Qui siamo perennemente in emergenza, punto e basta.
Quarta ondata di Covid. Chi l’avrebbe detto. Ed ora scopriamo che ogni sei mesi dobbiamo vaccinarci per avere il green pass.
Pazienza, ce ne faremo una ragione. Dove non ce ne facciamo una ragione è l’emergenza delle morti sul lavoro. Oltre mille morti sul lavoro. Mancano i controlli. Bassi i costi e dunque poca attenzione. Emergenza emigrazione. Continuano gli sbarchi e Continuano le assegnazioni di profughi. Non sappiamo come rigirarci. Cercare di salvarli qui a Torino come nel mare è un atto dovuto. Come i senza tetto. Oltre 2500 nella nostra Città e solo 800 posti per accoglierli. E fa freddo, tanto freddo. È Natale. Un altro motivo per cercare di resistere. L’emergenza produce paure, troppe paure che molte volte si trasformano in ansia ed angoscia. Ma è Natale , come non fare gli auguri ai volontari che assistono i senza tetto. Come non augurare Buon Natale ai medici e personale sanitario. In prima linea da due anni a questa parte. Persino Buon Natale ai no vax , dannosi a sé stessi e soprattutto agli altri. Che vengano fulminati sulla via di Damasco e ritrovino la ragione persa. NON Buon Natale a chi incentiva il lavoro nero. Tragica premessa per le morti sul lavoro. Con la speranza che paghino con la galera le loro colpe. Dunque a Natale tutti buoni. Almeno per 48 ore . Con la convinzione che la solidarietà ci ritornerà moltiplicata mille. Nessuno si salva da solo.
E buon Natale al Sindaco di Torino Stefano Lo Russo. E buon Natale al presidente Alberto Cirio. Insomma Buon Natale a tutti . Tranne per i cattivi che, fortunatamente, continuano ad essere una minoranza. Buon Natale. Come quella canzone di Venditti: Quando verrà Natale tutto il Mondo cambierà. Ripetendosi. Quando verrà Natale tutto il mondo cambierà. Sappiamo che non è vero. Ma per 5 minuti amiamo crederlo. Un po’di speranza non guasta mai.
Patrizio Tosetto

Il Natale è arrivato anche per i torinesi, per chi era già preparato e per chi invece è già in ritardo, il Natale è giunto per chi lo aspettava dall’anno scorso e per chi invece non vede l’ora che finisca.
Quello che mi piacerebbe fare è, se me lo permettete, raccontarvi qualcosa di più riguardo a questa festività dibattuta e bistrattata, tanto antica quanto complessa, le cui simbologie si sovrappongono nel tempo, eppure sopravvivono, nella meravigliosa banalità dei gesti che tutt’oggi ancora compiamo, in questo preciso momento dell’anno.Non vi è una tradizione autorevole circa la data dell’istituzione del Natale, anche se si ritiene che le origini della festa vadano ricercate nell’antica Roma, quando, a partire dal III secolo, si celebrava, proprio il 25 dicembre, il natale del “Sole invitto”. In un secondo momento, i cristiani sovrappongono al culto pagano la nascita del “vero sole”, Cristo. In meno di un secolo, tale tradizione si diffonde in tutta la cristianità ed è adottata anche nelle Chiese Orientali. Al Natale è collegato il ciclo dell’anno liturgico, comprendente il periodo di preparazione, l’Avvento, il tempo effettivo del Natale – dal 24 dicembre al 5 gennaio – e, infine, l’Epifania, che va dal 6 al 13 gennaio. La festa di Natale si prolunga, secondo il rito cristiano, per otto giorni, quest’ultimo – il 1 gennaio – prende il nome di “Festum sanctae Dei Genetricis Mariae in octava Domini”. A livello popolare sopravvivono usanze e simbologie assai antiche, precedenti e annesse alle celebrazioni romane, legate al culto del solstizio d’inverno, quali il ceppo, l’accensione di fuochi e falò, l’addobbare un albero, generalmente un abete – il famigerato Albero di Natale – lo scambio di auguri e regali, soprattutto rivolti ai più piccoli e la costruzione del presepe, usanza tipica dell’Europa centro-settentrionale.
Non c’è da stupirsi che il piccolo Gesù, la luce che porta alla verità e scaccia l’ignoranza del politeismo, nasca proprio in questo giorno, quando la Natura si prepara a fiorire nuovamente e il sole pare “ri-nascere”. Le Sacre Scritture, tuttavia, non forniscono indicazioni troppo precise a proposito della nascita del Redentore, nonostante ciò, durante il pontificato di Giulio I, viene stabilito che la nascita di Cristo avviene proprio il 25 dicembre; Papa Leone Magno, un secolo dopo, riconferma tale ricorrenza; nel 529 Giustiniano dichiara ufficialmente tale giornata festività dell’Impero.