I LEGAMI CON L’AREA TORINESE
Le ventisette cappelle, nelle quali è ricompreso il Paradiso, vera ricchezza artistica, che compongono il percorso devozionale del Sacro Monte di Crea, patrimonio dell’Umanità Unesco portano su di esse le lapidi con i nomi delle rispettive vicarie della Diocesi di Casale Monferrato cui sono state assegnate a suo tempo. Partendo da questo dato di fatto il rettore del Santuario di Crea (e vice presidente dell’Ente di gestione dei Sacri Monti piemontesi e lombardi) monsignor Francesco Mancinelli propone che i comuni intestatari prendano a cuore le rispettive cappelle “non però nel senso di contributi finanziari diretti ma di sensibilizzare le rispettive comunità con iniziative di fund rising che consentano la manutenzione ordinaria delle cappelle stesse”. Tra i comuni in questione ci sono anche Vercelli, con la Cappella di Sant’Eusebio, del resto fu proprio il Santo a portare a Crea la statua di Maria, da secoli oggetto di devozione, ed Alessandria con quella che illustra “L’annunciazione dell’Angelo a Maria Vergine”. Per quanto riguarda la Città Metropolitana di Torino, quella de “L’Orazione di Gesù nell’orto”, si riferisce alle parrocchie di Brusasco, Cavagnolo, Monteu da Po, Brozolo e Verrua Savoia. Crea, da secoli, è un punto di riferimento non solo per il Monferrato, ma anche per il Vercellese, l’Astigiano, l’Alessandrino, il Torinese e la vicina Lombardia, soprattutto per le province di Milano, Varese e Como, oltre che il Canton Ticino, dal quale sono arrivati nel 2016 ben sette pellegrinaggi.
Massimo Iaretti