CULTURA- Pagina 8

Giunto alla seconda edizione il bando aulArte di Fondazione Crt

Giunto alla seconda edizione il bando aulArte, ideato e promosso dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT in collaborazione con la Direzione Scolastica Regionale del Piemonte, dedicherà un programma di formazione docenti gratuito a cura dei Dipartimenti Educazione delle istituzioni di arte contemporanea.

Dopo il successo della prima edizione, che ha coinvolto 8 istituti della scuola primaria per un totale di 16 classi e circa 400 studenti, il progetto rivolto alle scuole del Piemonte e finalizzato a favorire la conoscenza e la divulgazione dell’arte contemporanea nell’ambito dei programmi scolastici ha destinato un contributo per favorire l’accesso ai luoghi di cultura da parte degli studenti e delle studentesse dei 25 istituti piemontesi selezionati a giugno, a cui affiancherà un programma gratuito di formazione docenti a cura dei Dipartimenti Educazione delle istituzioni di arte contemporanea, con l’obiettivo di fornire strumenti utili a sviluppare autonomamente una didattica che utilizzi l’arte contemporanea all’interno della programmazione ministeriale.

Gli appuntamenti del programma verranno presentati sabato 14 settembre alle ore 10.00 nel Duomo delle OGR Torino, alla presenza del Segretario Generale di Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT Luigi Cerutti e del Dirigente tecnico del MIM – Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Maria Cecilia Micheletti, insieme ai rappresentanti dei Dipartimenti Educazione delle istituzioni coinvolte nel progetto – Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Cittadellarte – Fondazione Pistoletto, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Fondazione Ferrero, Fondazione Merz, PAV Parco Arte Vivente, Pinacoteca Agnelli – che illustreranno le loro proposte e le modalità per poter partecipare alle giornate di formazione, che si terranno tra ottobre 2024 e maggio 2025.

L’evento è gratuito e aperto alle e ai docenti del Piemonte di ogni ordine e grado, previa prenotazione su https://www.eventbrite.it/e/biglietti-aularte-943461457617

Una serata alla scoperta della luna alla Palazzina di Caccia di Stupinigi

Venerdì 13 settembre, ore 18.30

Per Diana. La luna sopra il cervo

Nei giorni di fine estate dedicati alla luna, il cielo diventa protagonista a Stupinigi in un evento eccezionale in programma venerdì 13 settembre, al tramonto, sulla terrazza della Palazzina di Caccia, verso il parco storico.

La serata alla scoperta della luna prevede un percorso nelle sale alla scoperta di storie, aneddoti e personaggi legati al tema dell’astronomia, come la principessa di Carignano, Giuseppina di Lorena Armagnac (1753-1797), moglie di Vittorio Amedeo di Carignano e nonna di Carlo Alberto: una donna straordinaria per i suoi molteplici interessi, tra cui l’astronomia, di cui la Palazzina conserva un ritratto nell’appartamento di Levante. Al termine della visita guidata, una “lezione di cielo” nel Salone d’Onore e infine, dalla terrazza, l’osservazione guidata della luna dai telescopi dello staff del Planetarioaccompagnata da un calice di vino e una friandise salata, a cura dell’associazione Tutela Baratuciat e Vitigni storici.

L’evento è organizzato dai Servizi Educativi della Palazzina di Caccia di Stupinigi in collaborazione con Infini.to-Planetario di Torino.

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Venerdì 13 settembre, ore 18.30

Per Diana. La luna sopra il cervo

Costo: 30 euro

Prenotazione obbligatoria

Info e prenotazioni: stupinigi@info.ordinemauriziano.it

Dal martedì al venerdì 10-17.30, entro il giovedì precedente la visita

www.ordinemauriziano.it

“Suoni d’Africa” con la fascinosa magia di antichi strumenti

Si chiude a “Casa Lajolo” la rassegna musicale “La notte, di luci e di note”

Venerdì 13 settembre, ore 20,30

Piossasco (Torino)

Prima protagonista la “kora”. Accompagnata dal ritmo composito delle “cas cas”. E, insieme, altri antichi (poco conosciuti o sconosciuti) strumenti che magicamente regalano suoni e melodie ripescate nel tempo e capaci di riproporre l’avvincente atmosfera delle antiche e profonde, spesso storicamente “calpestate”, terre d’Africa. Sarà il giardino illuminato di “Casa Lajolo” a Piossasco a fare da cornice, venerdì 13 settembre, alle 20,30, a “Suoni d’Africa”, appuntamento di chiusura della rassegna “La notte, di luci e di note” pensata per permettere di vivere, anche di sera, la settecentesca dimora storica gestita da “Fondazione Casa Lajolo” e il suo magnifico giardino a tre gradoni.

Elena Russo e Carla Azzaro le giovani musiciste protagoniste della serata. Torinese, la prima si esibirà alla “kora” (arpa tradizionale africana, suonata dai “griot” – bardi o cantastorie – dell’etnia Mandinka diffusa in Senegal, Gambia, Guinea e Mali), mentre la ragusana Azzaro sarà impegnata alle percussioni africane studiate con due grandi delle “nere” sonorità, Masserigne Fall e Lorenzo Gasperoni.

La promessa degli organizzatori é quella di una serata intensa e carica di emozioni, in cui lasciarsi rapire da note insolite, singolari, cifre poetiche di universi lontani dove perdersi e smarrire i confini di spazio e tempo.

“Suoni d’Africa” condurrà, infatti, “in un’esplorazione – si sottolinea – della musica tradizionale africana, un mondo dove le zucche si trasformano in tamburi e dove  ritmi e melodie si intrecciano e svelano i misteri delle ‘cas cas’ e dei ‘caxixi’, della ‘calebasse’ e della ‘kora’”: antichi strumenti ancora assai diffusi in tutta l’Africa occidentale, costruiti a mano o con semplici utensili, usando materiali messi a disposizione dalla natura. “Ne nascono composizioni ed esecuzioni spontanee che costituiscono il richiamo, la cornice e spesso anche l’essenza di feste e celebrazioni e che si prestano naturalmente a fare da sfondo e alternativamente a essere protagoniste di una serata”.

Importante è ancora sottolineare che tutti i concerti organizzati nell’ambito della rassegna “La notte, di luci e di note” nascono  in occasione dell’inaugurazione del nuovo “sistema di illuminotecnica”, realizzato grazie al bando “PNRR-Parchi” indirizzato a giardini storici e finanziato dai “Fondi Next Generation EU”, grazie ai quali è stata resa possibile la valorizzazione dei  punti più suggestivi del Giardino di “Casa Lajolo”, organizzato “a stanze” e ricco di scenari sempre nuovi.

Le luci richiamano l’attenzione sugli alberi secolari, come il cedro e il pino, giocano con muretti e aiuole, invitando a muoversi tra il piazzale in ghiaia con la collezione di agrumi in vasi, il giardino all’italiana delineato da cordonature e sculture in bosso e affiancato da un boschetto all’inglese delimitato da sette “Taxus baccata”, e poi più in giù, a guardare verso ulivi e alberi da frutto, aprendosi all’ orto-giardino e al frutteto.

Nel biglietto (20 euro, under 25 pagano 15 euro), dopo un calice di vino di benvenuto della “Cantina L’Autin” di Pinerolo, la possibilità di visitare e passeggiare nel giardino illuminato. Acquistando due biglietti (nella stessa data) il terzo è al 50 per cento. Informazioni e prenotazioni dei concerti: info@casalajolo.it.

Per ulteriori info: “Casa Lajolo”, via San Vito 23, Piossasco (Torino); tel. 333/3270586 o www.casalajolo.it

g.m.

Nelle foto: “Casa Lajolo” in notturna, Elena Russo e Carla Azzaro

La cultura dietro l’angolo: feste di fine estate

Riprendono dopo la pausa estiva gli appuntamenti de La cultura dietro l’angolo, che dallo scorso maggio porta la cultura in tutta la città. Obiettivo della manifestazione, giunta alla sua terza edizione, è la costruzione di relazioni di comunità e per questo, più che ai grandi numeri, mira alla cura e alla valorizzazione di ogni persona coinvolta. Il primo appuntamento di settembre saranno le feste di fine estate, giovedì 12 e venerdì 13 settembre, tra concerti, spettacoli teatrali, performance artistiche, giochi e molto altro nei dieci presidi territoriali.

LE FESTE DI FINE ESTATE

Ognuna delle dieci feste nasce dalla co-progettazione di un ente culturale e di un presidio territoriale e sarà un’occasione per promuovere e far scoprire alla cittadinanza tutti gli eventi e le opportunità del ricco programma dell’edizione 2024 , che conta oltre 240 attività culturali diffuse in tutto il territorio cittadino.

Giovedì 12 settembre 2024

Dalle 16:30 la Biblioteca civica Don Milani ospiterà Spiriti della Luna, una lettura teatrale di Lucilla Giagnoni a cura di TPE – Teatro Piemonte Europa; dalle 17 Più Spazioquattro ospiterà Gold Show, uno spettacolo teatrale di e con Giorgia Goldini, a cura di Fondazione TRG; dalle 17 la Casa del Quartiere di San Salvario ospiterà un laboratorio tra scatti di polaroid e le suggestioni del concerto di Shuai Kanno, a cura di Gallerie d’Italia; dalle 17 il Centro Interculturale ospiterà il laboratorio Di foglia in foglia, ispirato al tema del paesaggio e ai lavori dell’artista Stefano Arienti, a cura di GAM – Galleria d’Arte Moderna; dalle 17 la Biblioteca civica Calvino ospiterà Tubology – La scienza del tubo, uno spettacolo bizzarro e sorprendente, a cura di CentroScienza Onlus.

Venerdì 13 settembre 2024

Dalle 17 Beeozanam ospiterà il laboratorio Storie egizie a colori, a cura del Museo Egizio; dalle 17 Fabbrica delle E / Binaria ospiterà lo spettacolo Tubology – La scienza del tubo, a cura di CentroScienza Onlus; dalle 17 i Bagni pubblici di Via Agliè ospiteranno Dante Giullare, incontro spettacolare di e con Matthias Martelli, a cura del Teatro Stabile di Torino; dalle 17:30 la Casa nel Parco ospiterà il concerto di Kosobate Quartet a cura di Unione Musicale; dalle 18:30 Officine Caos – Casa del Quartiere Vallette ospiterà la lettura teatrale Se ci sei batti un colpo con Irene Ivaldi, a cura di TPE – Teatro Piemonte Europa.

LA CONNESSIONE CON MITO PER LA CITTÀ

Con la terza edizione, La cultura dietro l’angolo rafforza la sinergia con MITO per la Città – la rassegna che affianca la programmazione principale di MITO SettembreMusica con l’aspirazione di coinvolgere anche chi, per varie ragioni o impedimenti, non potrebbe partecipare al festival -, portando piccoli concerti e interventi musicali secondo il seguente calendario.

Giovedì 12 settembre h 17, Biblioteca civica Don Milani: Three Bones, trio di tromboni

Giovedì 12 settembre h 18, Casa del Quartiere di San Salvario: Shuai Kanno, pianoforte

Venerdì 13 settembre h 18, Beeozanam: Psyché, quartetto di flauti

Sabato 14 settembre h 18, Bagni Pubblici via Aglié: Psyché, quartetto di flauti

Martedì 17 settembre h 17, Casa del Quartiere Vallette: TrentaDuo, duo di contrabbassi

Mercoledì 18 settembre h 17, Biblioteca civica Calvino: Psyché, quartetto di flauti

Giovedì 19 settembre h 17, Centro Interculturale: Shuai Kanno, pianoforte

PROSEGUE IL PROGRAMMA DELLA TERZA EDIZIONE

Riprende da settembre il programma principale degli appuntamenti de La cultura dietro l’angolo, che proseguirà fino a dicembre con un ricco calendario di appuntamenti gratuiti di musica, teatro, scienza, arte, storia e fotografia, consultabile sul sito www.laculturadietrolangolo.it.

La card

Per partecipare alle attività de La cultura dietro l’angolo basterà recarsi in uno dei dieci presidi territoriali, dove verrà rilasciata una tessera, che permette anche di accedere gratuitamente o a prezzi scontati a preziose proposte e occasioni culturali. La card consente infatti di visitare gratuitamente le collezioni permanenti del Museo Egizio, della GAM e delle Gallerie d’Italia fino alla fine dell’anno e di usufruire di riduzioni sul prezzo dei biglietti per concerti, spettacoli e incontri delle stagioni di Unione Musicale, TPE, Fondazione TRG, Teatro Stabile di Torino e Associazione CentroScienza Onlus. I biglietti, in numero limitato per ciascuno spettacolo, sono acquistabili esclusivamente recandosi nei diversi presidi territoriali muniti di card.

I partner

La cultura dietro l’angolo è un progetto della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Città di Torino, in collaborazione con la Fondazione per la Cultura Torino. L’iniziativa è sviluppata con la Fondazione Ufficio Pio, Arci Torino, la Rete Case del Quartiere, la Rete di Torino Solidale. La realizzazione del programma 2024 è resa possibile grazie alla sinergia, all’impegno collettivo e allo scambio di competenze tra queste realtà e tutti i soggetti coinvolti nella co-programmazione e nella co-progettazione, che per quest’anno sono: Associazione CentroScienza Onlus, Museo Egizio, Unione Musicale, Fondazione TRG, TPE – Teatro Piemonte Europa, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, coordinati dall’Associazione Abbonamento Musei, in collaborazione con dieci presidi civici territoriali: Casa nel Parco nella Circoscrizione 2; Fabbrica delle E/Binaria nella Circoscrizione 3; Più SpazioQuattro nella Circoscrizione 4; Officine CAOS – Casa del Quartiere Vallette e Beeozanam nella Circoscrizione 5; Bagni Pubblici di via Agliè, Biblioteca civica “Don Lorenzo Milani” e Centro Interculturale della Città di Torino nella Circoscrizione 6; Biblioteca civica “Italo Calvino” nella Circoscrizione 7; Casa del Quartiere di San Salvario nella Circoscrizione 8. Il programma si avvale, inoltre, del prezioso contributo di altri presidi della Rete Torino Solidale, come Cascina Roccafranca, Gruppo Abele e la Consulta per le Persone in Difficoltà.

(foto archivio)

La Festa della Nascita alla Reggia di Venaria

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Dopo il notevole successo delle tre precedenti edizioni con oltre 2500 partecipanti, domenica 15 settembre prossimo, nello scenario dei Giardini della Reggia di Venaria, torna la “Festa della nascita”, un gioioso evento di benvenuto alla vita, organizzato per celebrare ed accogliere in comunità l’arrivo dei nuovi nati e delle nuove nate nel 2023 e 2024.

Un’intera giornata dalle 10 alle 19 all’insegna del relax e della bellezza che quest’anno presenta molte novità.  Il numero dei Comuni che promuove la festa sale  a 31, nuovi partner, un’ampia mobilitazione del mondo della salute e un’area dedicata al rapporto con la natura.

La Festa è  rivolta aTutte le famiglie con bambini e bambine nati nel 2023 e 2024, percorrere l’opportunità di far conoscere le offerte da parte dei servizi locali, del mondo della cultura, della Sanità e dell’educazione.

Nei giardini saranno allestite isole dedicate a vari temi e scopo della festa è  quello di far conoscere le opportunità legate ai servizi locali, al mondo della cultura, della Sanità  e dell’educazione. Si svolgeranno laboratori, attività ludico ricreative e  formative e i genitori avranno l’occasione di vivere momenti emozionanti, scattare immagini indimenticabili e incontrare esperti, confrontarsi con loro sulla genitorialità, sul “ben-essere” dei bambini e delle bambine e su quello della famiglia.

Anche quest’anno il programma prevede una tappa musicale di MiTo per la Città,  estensione del cartellone principale di Mito Settembre Musica all’intero tessuto urbano, che spesso era fuori dai confini cittadini, diffondendo il ben-essere attraverso l’ascolto di buona musica.

Le esperienze culturali e nella natura vissute dalle famiglie sono riconosciute da un corpus crescente di ricerche scientifiche come risorse determinanti per lo sviluppo sociale e biologico già dai primi mille giorni, il periodo che prende avvio dal concepimento è tra i più importanti sotto il profilo della crescita del patrimonio neurale e rimane una risorsa per tutta l’esistenza.

All’iniziativa partecipano i Comuni di Alpignano, Avigliana, Beinasco, Borgaro Torinese, Brandizzo, Bruino, Carmagnola, Chieri, Chivasso, Cirié,  Collegno,  Cuorgnè,  Druento, Foglizzo, Grugliasco  La Cassa, La Loggia, Leinì,  Moncalieri, Piacenza, Pinerolo, Rivoli, Rosta, San Gillio, San Maurizio Canavese e San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Torino, Venaria Reale, Volpiano. Queste città hanno adottato,  come segno di attenzione verso la prima infanzia, il “passaporto culturale #nati con la cultura”, ideato dalla Fondazione Medicina a misura di donna, che consente il libero accesso alle famiglie in oltre 45 musei FAMILY AND KIDS FRIENDLY dell’abbonamento Musei nel primo anno di vita dei bambini e delle bambine. Il Passaporto è consegnato alla nascita dalle strutture sanitarie o inviato dalle amministrazioni cittadine aderenti ed è scaricabile per tutti i nati anche dal sito web naticonlacultura.it

L’appuntamento è curato dal Consorzio delle Residenze Reali Sabaude con CCW Cultural Welfare Center ETS e la Rete delle Donne.

In occasione della Festa della nascita viene lanciato dalla Regione Piemonte il progetto sperimentale “Nati con la natura”, sviluppato dal tavolo “Primi 1000 giorni nell’ambito del piano regionale di prevenzione”.

Il format Festa della Nascita è patrocinato da CSB- Centro per la Salute del Bambino, Fondazione Medicina a Misura di Donna UNICEF.

Il progetto rientra nell’azione del sistema ”Milleculle: nutrirsi di cultura”, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo con il bando Cultura per crescere,  che pone in rete i principali progetticulturali dedicati alla prima infanzia in cooperazione con i mondi della sanità e dell’educazione , “Nati per leggere” ( biblioteche), “Nati con la cultura” (musei) “Nati per la musica” che abbracciano il mondo sanitario, sociale, educativo a favore delle famiglie.

 

Mara Martellotta

“Fondazione Time2” Al via i Laboratori di “Open”

Nello spazio di corso Stati Uniti, a Torino, dedicato a persone “con” e “senza” disabilità

Iscrizioni dal 9 al 22 settembre

Dal doppiaggio alle tecniche teatrali, dalla fotografia all’illustrazione e al racconto in podcast: si sono riaperte lunedì 9 e proseguiranno fino a domenica 22 settembrele iscrizioni ai Laboratori di “Open”, lo spazio di diversità di “Fondazione Time2”, Fondazione filantropica famigliare nata di recente a Torino (corso Stati Uniti, 62/b) su iniziativa di Antonella e Manuela Lavazza, che anche quest’anno propone molte e nuove attività (consultabili sul sito di “Open”) per ragazzi dai 15 ai 29 anni “con” e “senza”disabilità.

Con la riapertura dei “Laboratori” – oltre alla “Sala Studio” con le sue 24 postazioni dotate di wi-fi gratuito e la “Caffetteria” diventata ormai un luogo di incontro, condivisione e tempo libero – prende nuovamente avvio anche lo “spazio di ascolto” di “Open”, con percorsi gratuiti di counseling a persone di età compresa tra i 18 e i 26 anni organizzato in collaborazione l’ “Istituto Change – Ecologia delle Comunicazioni nei Sistemi Umani” di via Valperga Caluso, a Torino.

Appuntamento particolarmente atteso, già moto seguito nella scorsa stagione laboratoriale, sarà sicuramente l’appuntamento con il “Teatro”, laboratorio tenuto in collaborazione con “Fondazione TRG – Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus”, che si propone di trasmettere le tecniche della recitazione, dall’espressione corporea, all’arte di stare in scena e all’improvvisazione (dal 10 ottobresino al 29 maggio 2025). A condurre le attività sarà Francesco Puleo e il corso si concluderà con la realizzazione di uno spettacolo che andrà in scena sul palco della “Casa del Teatro Ragazzi e Giovani” di Torino.

Quali le potenzialità della nostra voce? Come padroneggiare la nostra espressione e le nostre emozioni? Domande cui si propone di dare invece risposta il “Laboratorio di doppiaggio, consapevolezza corporea e tecniche di recitazione teatrale” (dal 7 ottobre al 25 gennaio 2025). Il corso, tenuto da Luisa Trompetto, mirerà a insegnare le principali tecniche del doppiaggio: dalla lettura del copione con le immagini a schermo alla padronanza dei tempi, volumi e intenzioni adeguate alle caratteristiche del personaggio da doppiare.

Con il “Laboratorio di scrittura, recitazione, montaggio e registrazione di un podcast” (dall’11 ottobre al 29 novembre) – realizzato in collaborazione con “Fondazione TRG” e tenuto dalla speaker radiofonica e podcaster Francesca Bacinotti e dal conduttore Matteo di Palma – si scoprirà come raccontare storie e comunicarle in maniera efficace per realizzare contenuti originali, mentre con “Fare fotografia” – condotto da Paola Mongelli (dall’8 ottobre al 28 gennaio 2025) – si punterà a immortalare le immagini in modo creativo e personale, oltre allo studio dei lavori di grandi fotografi contemporanei e non.

Per finire il “Laboratorio di illustrazione”, diviso in due moduli: quello “grafico”, curato da Roberto Blefari (dal 9 ottobre al 29 gennaio 2025) e quello dedicato alla “creatività manuale”, tenuto da Francesca Tabasso (dal 4 febbraio al 27 maggio 2025).

Ai vari laboratori si potrà accedere tramite l’iscrizione sul sito di “Open Time2”. Il costo dei laboratori è di 20 Euro, eccetto il “Laboratorio di Teatro” che ha un costo di 35 Euro.

Per maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione e sui posti disponibili ci si può rivolgere a open@fondazionetime2.it

g.m.

Nelle foto: Open Teatro, Open Podcast, Open Illustrazione

Una mostra organizzata dall’istituto Confucio nella galleria Umberto I spiega le origini della scrittura cinese

 

Dal 12 al 28 settembre  i curiosi e gli appassionati di cultura cinese e quanti passeggeranno nella galleria Umberto I di Torino potranno scoprire l’affascinante storia della nascita della scrittura in Cina, grazie alla mostra organizzata dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino.

Diciassette pannelli, in italiano e in cinese, raccontano le origini dei caratteri cinesi, i cosiddetti ideogrammi. Pochi sanno che sono in connessione con le pratiche divinatorie dell’antica Cina. Le prime testimonianze di scrittura sono state rinvenute sulle “ossa oracolari”, gusci di tartarughe e ossi di animali su cui erano incise le domande da porre alle potenze dell’Aldilà.

La mostra si integra nella quotidianità della galleria Umberto I, coinvolgendo attivamente le attività commerciali che espongono nelle loro vetrine riproduzioni di frammenti di ossi e di gusci di tartaruga. Tre eventi speciali attendono il pubblico della galleria: dopo l’inaugurazione che si terrà giovedì 12 settembre alle ore 18.30, alla stessa ora lunedì 16, in occasione della Festa di Mezz’Autunno, si terranno delle dimostrazioni di calligrafia cinese, per introdurre il pubblico all’affascinante universo dei caratteri, dalle forme più arcaiche a quelle più  moderne. Venerdì 27 settembre,  alle 18.30, in occasione della Notte Europea dei Ricercatori e delle Ricercatrici si tenterà di rispondere alla domanda “La scrittura è  magica” un incontro con la professoressa Stefania Stafutti dell’Università di Torino.

 

Mara Martellotta

 

Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio

Oltre Torino: storie miti e leggende del Torinese dimenticato

È luomo a costruire il tempo e il tempo quando si specchia, si riflette nellarte. 

Lespressione artistica si fa portavoce estetica del sentire e degli ideali dei differenti periodi storici, aiutandoci a comprendere le motivazioni, le cause e gli effetti di determinati accadimenti e, soprattutto, di specifiche reazioni o comportamenti. Già agli albori del tempo luomo si mise a creare dei graffiti nelle grotte non solo per indicare come si andava a caccia o si partecipava ad un rituale magico, ma perché  sentì forte la necessità di esprimersi e di comunicare.

Così in età moderna – se mi è consentito questo salto temporale – anche i grandi artisti rinascimentali si apprestarono a realizzare le loro indimenticabili opere, spinti da quella fiamma interiore che si eternò sulla tela o sul marmo.  Non furono da meno gli  autoridelle Avanguardie del Novecento  che, con i propri lavori disperati, diedero forma visibile al dissidio interiore che li animava nel periodo tanto travagliato del cosiddetto Secolo Breve.

Negli anni che precedettero il primo conflitto mondiale nacque un movimento seducente ingenuo e ottimista, che sognava di ricreare la natura traendo da essa motivi di ispirazione per modellare il ferro e i metalli, nella piena convinzione di dar vita a fiori in vetro e lapislazzuli che non sarebbero mai appassiti: gli elementi decorativi, i ghirigori del Liberty, si diramarono in tutta Europa proprio come fa ledera nei boschi. Le linee rotonde e i dettagli giocosi ed elaborati incarnarono quella leggerezza che caratterizzò i primissimi anni del Novecento, e ad oggi sono ancora visibili anche nella nostra Torino, a testimonianza di unarte raffinatissima, che ha reso la città sabauda capitale del Liberty, e a prova che larte e gli ideali sopravvivono a qualsiasi avversità e al tempo impietoso. (ac)

Torino Liberty

1.  Il Liberty: la linea che invase l’Europa
2.  Torino, capitale italiana del Liberty
3.  Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio
4.  Liberty misterioso: Villa Scott
5.  Inseguendo il Liberty: consigli “di viaggio” per torinesi amanti del Liberty e curiosi turisti
6.  Inseguendo il Liberty: altri consigli per chi va a spasso per la città
7.  Storia di un cocktail: il Vermouth, dal bicchiere alla pubblicità
8.  La Venaria Reale ospita il Liberty:  Mucha  e  Grasset
9.  La linea che veglia su chi è stato:  Il Liberty al Cimitero Monumentale
10.  Quando il Liberty va in vacanza: Villa  Grock

Articolo 3. Il cuore del Liberty nel cuore di Torino: Casa Fenoglio

Con lEsposizione Internazionale di Arte Decorativa Moderna del 1902, Torino assume il ruolo di  polo di riferimento per il Liberty italiano. LEsposizione del 1902 è un evento di grandissimo successo, e numerosi sono gli architetti che offrono il proprio contributo, ma il protagonista indiscusso di questa stagione èPietro Fenoglio, il geniale ingegnere-architetto torinese, che abitònella palazzina di Corso Galileo Ferraris, 55.

Allinizio del Novecento, Torino vede in particolare il quartiere di Cit Turin al centro della propria trasformazione. A partire da Piazza Statuto si dirama il grande Corso Francia che, con le sue vie limitrofe, costituisce in questa zona un quartiere ricco di architetture in stile Art Nouveau unico nel suo genere. Un tratto urbanistico in cui sono presenti numerose testimonianze dellopera di Fenoglio, riconoscibile dai caratteristici colori pastello, dalle decorazioni che alternano soggetti floreali a elementi geometrici e dallaudace utilizzo del vetro e del ferro. 

Personalità artistica di estremo rilievo, Pietro Fenoglio contribuisce in modo particolare a rimodellare Torino secondo il gusto Liberty. Nato a Torino nel 1865, larchitetto-ingegnere orienta il suo campo dinteresse nelledilizia residenziale e nellarchitettura industriale. Nato da una famiglia di costruttori edili, frequenta la Regia Scuola di Applicazione per ingegneri di Torino; subito dopo la laurea, conseguita nel 1889, inizia unintensa attività lavorativa, raggiungendo ottimi risultati in ambito architettonico. Partecipa, nel 1902, allOrganizzazione internazionale di Arte Decorativa Moderna di Torino e in questoccasione approfondisce la conoscenza dello stile liberty, riuscendo poi a concretizzare quanto appreso nei numerosi interventi edilizi di carattere residenziale, ancora oggi visibili nel territorio cittadino. La sua attività di progettista si estende anche al campo dellarchitettura industriale, come testimoniano la Conceria Fiorio (1900 – Via Durandi, 11) o la Manifattura Gilardini (1904 – Lungo Dora Firenze, 19). Nel 1912, Pietro entra a far parte del Consiglio di Amministrazione della Banca Commerciale Italiana ed è tra i promotori della SocietàIdroelettrica Piemonte. Colto da morte improvvisa, Pietro Fenoglio muore il 22 agosto 1927, a soli 62 anni, nella grande casa di famiglia a Corio Canavese.

Tra tutte le sue realizzazioni spicca lopera più bella e più nota per la ricchezza degli ornati: Casa Fenoglio-La Fleur (1902), considerata unanimemente il più significativo esempio di stile Liberty in Italia. Progettata in ogni più piccolo particolare da Pietro Fenoglio per la sua famiglia, la palazzina di Corso Francia, angolo Via Principi dAcaja, trae ispirazione certamente dallArt Nouveau belga e francese, ma lobiettivo dellIngegnere è di dar vita al modello Liberty. La costruzione si articola su due corpi di fabbrica disposti ad elle, raccordati, nella parte angolare, da una straordinaria torre – bovindo più alta di un piano, in corrispondenza del soggiorno. Manifesto estetico di Fenoglio, ledificio – tre piani fuori terra, più il piano mansardato –  riflette lestro creativo dellarchitetto, che riesce a coniugare la rassicurante imponenza della parte muraria e le sue articolazioni funzionali, con la plasticità tipicamente Art Nouveau, che ne permea lesito complessivo. Meravigliosa, e di fortissimo impatto scenico, è la torre angolare, che vede convergere verso di sé le due ali della costruzione e su cui spicca il bovindo con i grandi vetri colorati che si aprono a sinuosi e animosi intrecci in ferro battuto. Unedicola di coronamento sovrasta lelegante terrazzino che sporge sopra le spettacolari vetrate.  Sulle facciate, infissi dalle linee tondeggianti, intrecci di alghe: un ricchissimo apparato ornamentale, che risponde a pieno allautentico Liberty. Gli stilemi fitomorfi trovano completa realizzazione, in particolare negli elementi del rosone superiore e nel modulo angolare. Altrettanto affascinanti per la loro eleganza sono landrone e il corpo scala a pianta esagonale. Si rimane davvero estasiati di fronte a quelle scale così belle, eleganti, raffinate, uniche. Straordinarie anche le porte in legno di noce, le vetrate, i mancorrenti, e le maniglie dottone che ripropongono lintreccio di germogli di fiori. 

La palazzina non è mai stata abitata dalla famiglia Fenoglio, e fu venduta, due anni dopo lultimazione, a Giorgio La Fleur, imprenditore del settore automobilistico, il quale volle aggiungere il proprio nome allimmobile, come testimonia una targa apposta nel settore angolare della struttura. Limprenditore vi abitò fino alla morte. Dopo un lungo periodo di decadenza,  la palazzina venne frazionata e ceduta a privati che negli anni Novanta si sono occupati del suo restauro conservativo.

Alessia Cagnotto

“Le ossa della Terra. Primo Levi e la montagna”

 

Al “Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi”, una mostra dedicata al grande cantore della Shoah e al suo profondo amore per la montagna

Dal 26 gennaio al 13 ottobre

La montagna come totale libertà. Come luogo miracoloso capace di darti forza, ancor più forza, dopo l’ennesima caduta. Di spingerti a ignorare e a sfidare le più terribili ingiustizie e nefandezze concepite dal genere umano. Libertà che in pianura te la sogni, manco a pagarla a peso d’oro. Eppure sarà proprio fra le tanto amate montagne della Vallée che il grande Primo Levi, dopo l’armistizio dell’8 settembredel ’43, perderà la sua libertà. Una trappola mortale che lo segnerà per tutta la vita. “In montagna – annotava il chimico-scrittore in “Piombo” da ‘Il sistema periodico’è diverso, le rocce, che sono le ossa della terra, si vedono scoperte, suonano sotto le scarpe ferrate ed è facile distinguere le diverse qualità: le pianure non fanno per noi”. Parole di totale abbandono e confessione d’amore per quelle “terre alte”, che Primo Levi (Torino, 1919 – 1987) continuerà a frequentare e a raccontare fino agli ultimi suoi giorni in terra.

 

Una passione narrata oggi, con saggia intelligenza, nelle sale del “Museomontagna” di Torino, in una rassegna (programmata fino a domenica 13 ottobreprossimo) con cui la struttura museale di Piazzale Monte dei Cappuccini inaugura insieme due importanti eventi: la celebrazione dei suoi primi 150 anni di vita e la “Giornata della Memoria”, in calendario, come ogni anno, il prossimo 27 gennaio. Il percorso espositivo (a cura di Guido Vaglio con Roberta Mori e sviluppato in collaborazione con il torinese “Centro Internazionale di Studi Primo Levi”) invita a scoprire il legame ancora poco conosciuto tra lo scrittore torinese e la montagna, nato negli anni dell’adolescenza e tragicamente legato al destino dello scrittore. Fu infatti in Valle d’Aosta, nel villaggio di Amay sul Col de Joux, che fu arrestato dalla milizia fascista, insieme ad altri due compagni della piccola banda di “Giustizia e Libertà”, nel dicembre del ’43, per essere  trasferito, come ebreo e partigiano, nel Campo di Fossoli prima e successivamente ad Auschwitz, in Polonia. All’indomani dell’8 settembre 1943, l’espressione “andare in montagna” era infatti diventata sinonimo di una precisa scelta di campo, quella di aderire alla “lotta partigiana”. Sopravvissuto al lager (in quella perfetta tempesta di improbabile “casualità” raccontata nell’iconico “Se questo è un uomo”) e tornato a Torino nell’ottobre del ’45, sarà ancora una volta la montagna a favorire e a consolidare l’amicizia di Levi con altri due protagonisti del nostro Novecento: Mario Rigoni Stern e Nuto Revelli, testimoniata in mostra dalla “pietra” con incisione della poesia“A Mario e a Nuto”, proveniente dalla “Fondazione Nuto Revelli” di Cuneo.

Levi fece incidere la poesia su una pietra di fiume per suggellare una sorta di patto “di cui la montagna, da cui quella pietra veniva, costituiva in qualche modo il testimone – scrive Marco Revelli nel catalogo della mostra –come se la montagna rappresentasse l’occasione di un nuovo inizio”. Particolare curioso, troviamo anche in mostra, per la prima volta esposto al pubblico – fra fotografie storiche, oggetti, documenti, volumi,manoscritti ed estratti video provenienti da archivi pubblici e privati, oltre che dai familiari dello scrittore, dal “Centro Primo Levi” e dallo stesso “Museo” – un paio di sci di Primo Leviche testimonia la sua breve esperienza partigiana, lasciati dallo scrittore ad Amay e poi utilizzati dal partigiano Ives Francisco per fuggire in Svizzera.

I documenti “Le cronache di Milano” eI Libri segreti” provenienti dall’archivio di Massimo Gentili-Tedeschi forniscono invece uno spaccato inedito del 1942, periodo in cui Levi trovò un impiego alla fabbrica “Wander” di Crescenzago e si trasferì a Milano, ospite della cugina Ada Della Torre. Qui trascorse, con altri sei giovani torinesi, un breve ma intenso periodo di vita in comune, testimoniato da disegni, caricature, filastrocche e vignette che raccontano la vita di quel periodo con leggerezza e ironia, pur nella consapevolezza della situazione in cui si viveva, il cui esito tragico non avrebbe tardato a manifestarsi.

Esemplari anche le “Citazioni” di Levi che accompagnano in mostra il visitatore. Otto parole-chiave in cui si traduce perfettamente l’essenza dell’amore dello scrittore per la montagna che era e sarà sempre per lui: Natura, Materia, Letteratura, Trasgressione,Riscatto, Amicizia, Scelta e Liberazione. In un’unica espressione: la “carne dell’orso”, di cui parla nel bellissimo capitolo “Ferro” da “Il sistema periodico”, quale frase a lui rivolta dal grande amico di vita e di scalate, Sandro Delmastro, durante un rischioso bivacco in quota in pieno inverno. “Il peggio che ci possa capitare – così Sandro – è di assaggiare la carne dell’orso”. Quella carne, molti anni dopo, rimpianta da Levi “poiché, di tutto quanto la vita mi ha dato di buono, nulla ha avuto, neppure alla lontana, il sapore di quella carne, che è il sapore di essere forti e liberi, liberi anche di sbagliare, e padroni del proprio destino”.

Gianni Milani

“Le ossa della Terra. Primo levi e la montagna”

Museo Nazionale della Montagna, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, Torino; tel. 011/6604104 o www.museomontagna,org

Fino al 13 ottobre

Orari: dal mart. al ven. 10,30/18; sab. e dom. 10/18

Nelle foto, da “Centro Studi Primo Levi”, “Fondazione Nuto Revelli” e “Famiglia Levi”: “Prmo Levi sul tetto del Rifugio Sella” (Cogne, aprile 1940), “Sci”, “Pietra di fiume Po” e “Primo Levi al Pian de la Tornetta” (31 luglio 1983)

 

Panorama Monferrato tra vigneti e castelli

Panorama Monferrato è  una mostra diffusa curata da Carlo Falciani, che rappresenta il quarto appuntamento di un progetto culturale ideato da Italics, una rete istituzionale costituita da 74 autorevoli gallerie, rassegna che si dipana tra vigneti, castelli, pievi nei paesi di Camagna, Vignale, Montemagno e  Castagnole, in Piemonte.

Storico dell’arte e curatore indipendente, tra i massimi studiosi di pittura Toscana del Cinquecento, Carlo Falciani  succede a Vincenzo De Bellis, che ha curato le edizioni di Procida e Monopoli rispettivamente nel 2021 e 2022, e Cristiana Perrella, che è stata curatrice dell’edizione a L’Aquila nel 2023, con il compito di creare un dialogo sorprendente e fecondo tra arte, patrimonio culturale e paesaggio.

Questa edizione di Panorama, la quarta, che vanta un giorno in più delle precedenti, propone un dialogo trasversale tra moderno e contemporaneo e tra architettura e paesaggio. La mostra trova ispirazione nei principi de ‘La civil conversazione’, opera scritta dal diplomatico monferrino Stefano Guazzo, pubblicata nel 1574 e tradotta in cinque lingue. Viene proposta da questa edizione di Panorama l’idea di una civiltà del dialogo, nata in Monferrato e divenuta fondamentale per l’Europa tra Cinque e Seicento. La civil conversation parla di un uomo malato di malinconia e recluso a causa di una pandemia, che riceve le visite del medico e inizia un dialogo con lui su cui si fonda l’etica della comunità.

Il primo punto da cui si parte per questa mostra è  la cittadina di Camagna, con il tema “Lavoro e radici”. Nell’ex Cottolengo compaiono le grandi fotografie di Moira Ricci (1977), che sono composizioni rigorose di case contadine della Maremma che evocano la durezza di una vita rurale; sono presenti le grandi installazioni di terra e capelli di Binta Diaw, artista degli anni Novanta italo senegalese, ma attiva a Milano, che si interroga sulle sue origini.

La seconda tappa è  a Vignale con ‘Ritratto e identità’.  Ritrarre è un tema centrale nella storia dell’arte ma non sempre significa riprodurre le fattezze di un soggetto. Accanto ai ritratti di gentiluomini e dame della metà  del Settecento di Carlo Amalfi, ne compaiono altri moderni. Un esempio inconsueto è  rappresentato dal ritratto allegorico di giovane realizzato da Mirabello Cavallori, dove questi viene dipinto a grandezza naturale,  con il cuore aperto e la scritta latina “lontano vicino”, nella veste l’iscrizione “nella vita e nella morte”. L’opera dialoga con i light box della cubana Susanna Pilar (1984) e le fotografie di lei, la mamma, la zia vestite da sposa, persone provenienti da una famiglia di schiavi e per le quali il matrimonio rappresentava un’uscita da uno stato di costrizione.

Gli ultimi due paesi connessi sono Montemagno e Castagnole. Il primo con “Caducità e morte” prelude alla precarietà.  È poi presente il video di Thomas Gates che riproduce un coro gospel all’interno di una chiesa distrutta e che dialoga  con la statua lignea del Maestro della Santa Caterina Gualino, di linea gotica e completamente rovinata dai tarli.

A Castagnole, nella “Casa della Maestra” troviamo un ambiente trasfigurato delle memorie, su cui dominano la statua di Fausto Melotti ( 1901-1986) ‘Contrappunto Piano’, un quadro di fiori in via di appassimento di Giorgio Morandi (1890-1964), un’opera di Claudio Parmiggiani (1943) che altro non è  se non l’impronta di una vasta libreria.

MARA MARTELLOTTA