CULTURA- Pagina 10

Otto bambini provenienti da Shanghai in THE MUSIC WANDERING PENINSULA

Lunedì 5 febbraio 2024

Ore 18 – Chiesa del Collegio San Giuseppe

Via San Francesco da Paola, 23 – TORINO

Otto bambini provenienti da Shanghai, con la collaborazione di un’orchestra di giovani musicisti e coristi di tutte le età di Torino, saranno protagonisti, lunedì 5 febbraio alle ore 18, di un evento musicale internazionale nell’incantevole cappella del Collegio San Giuseppe (Via San Francesco da Paola 23. Ingresso libero).

I giovanissimi musicisti, diretti dal Maestro Li Xinyu, proporranno un repertorio di ampio respiro, con musiche dei più celebri compositori di tutto il mondo.

L’evento, che conclude il corso di perfezionamento musicale che ha visto coinnvolti Li Xinyu, Alberto Conrado, Alessandro Conrado e Barbata Briano, è organizzato dall’associazione True Voice+ Studio, dal Collegio San Giuseppe e dall’associazione Agamus.

Capodanno cinese, Istituto Confucio: ai Giardini della Reggia di Venaria, alla Galleria Umberto I

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Anche la Mole si accende per celebrare l’anno del Drago

 

Il 9 febbraio inizia l’anno del Drago, il più prestigioso e ambito tra i segni dello zodiaco cinese. L’arrivo del Dragone bacia i nati nel suo segno con doti di grande carisma e con un destino illustre e fortunato, tant’è che corre voce che sia un anno durante il quale aumenta il numero dei nati.

Verrà celebrato dall’Istituto Confucio dell’Università di Torino con una serie di appuntamenti in luoghi diversi della Città.

Già a partire dal 6 febbraio, a chi vorrà assicurarsi per tempo uno scampolo di fortuna, sarà sufficiente recarsi nei Giardini della Reggia di Venaria, dove, in collaborazione con La Venaria Reale e i suoi architetti paesaggisti, sarà presentata una grande installazione a forma di fu, il carattere cinese che rappresenta la felicità e che è un talismano benaugurante sempre presente a Capodanno. Chissà, fotografarsi accanto al fu a partire dal 6 e nelle due settimane successive al Capodanno potrà favorire la buona sorte dei visitatori. Con questo omaggio a una cultura antica e ricca di suggestioni, si vuole anche attrarre i concittadini cinesi a visitare uno dei luoghi più belli e più ricchi di storia del Piemonte.

Il 9 febbraio, alle 18:30, presso la Galleria Umberto I, l’arte dei “madonnari” verrà messa al servizio di questo potente nume e l’artista di strada Francesco Vallone ne realizzerà un grande ritratto con le tecniche tipiche dei madonnari. Accanto a lui, chi vorrà avere il proprio nome scritto in cinese potrà avvalersi della perizia delle maestre calligrafe dell’Istituto Confucio, in un ambiente festoso, decorato per l’occasione, dove sarà anche possibile, se si vorrà, chiudere la serata ordinando un “aperitivo del Drago” (provare per credere!).

L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’Associazione della Galleria Umberto I di Torino ed entrambe le attività godono del Patrocinio del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino.

Non dimentichiamo che la sera del 10 febbraio, alle ore 21, com’è oramai quasi tradizione, anche sull’inconfondibile volta della Mole Antonelliana si accenderà un fu di buon auspicio, realizzato su un progetto grafico a cura dell’Istituto. La proiezione luminosa, che si ripeterà anche l’11 febbraio dalle ore 21 all’1, è stata promossa dal Comune di Torino con il Consolato Generale della Repubblica Popolare Cinese a Milano, in collaborazione con l’Associazione Nuova Generazione Italo-cinese.

L’Istituto collabora anche con molte delle scuole nelle quali si insegna cinese e con le “Classi Confucio” della Regione e dell’Istituto Grazia Deledda di Genova, offrendo assistenza, sostegno e materiali per celebrare la ricorrenza.

A Torino e Asti porterà nelle scuole film e materiali decorativi, raccontando ai ragazzi il significato della festa e organizzando con loro attività laboratoriali diverse.

Museo Regionale Scienze Naturali verso le 50 mila prenotazioni dopo sole tre settimane

Dopo tre settimane dall’inaugurazione, avvenuta venerdì 12 di gennaio, il Museo Regionale di Scienze Naturali, aperto al pubblico dopo interventi resi necessari a seguito dell’incendio (agosto 2013) che ha danneggiato parte dell’edificio, ha totalizzato 45 mila prenotazioni. Di questi in 6.500 hanno già riservato i loro biglietti per i prossimi giorni.

È entusiasmante riscontrare ancora una volta il grande successo che sta registrando il Museo Regionale di Scienze Naturali – affermano il Presidente Alberto Cirio e l’assessore alla cultura della Regione Piemonte, Vittoria Poggio -. Averlo restituito alla cittadinanza era doveroso e l’affluenza record conferma come fosse necessario farlo”.

Da oggi il Museo, che ha festeggiato la riapertura omaggiando l’ingresso (su prenotazione) per i primi 20 giorni, sarà visitabile con un biglietto di 5 euro.

Numeri importanti anche per gli accessi alle piattaforme online. A visitare il sito e i canali social sono stati in oltre 400 mila. Anche il totem con l’avatar di sir Alfred Wallace, in grado di parlare con i visitatori grazie all’uso dell’intelligenza artificiale generativa, novità assoluta del Museo 2024, ha totalizzato ben 10 mila interazioni. Dal MRSN hanno verificato che le domande più frequenti a lui poste sono state “cos’è la linea di Wallace?” (una linea immaginaria che separa dal punto di vista biologico, la regione asiatica da quella relativa all’Oceania) e “qual è il suo rapporto con Darwin?” (avevano idee molto diverse, talvolta opposte).

“Credo che la risposta del pubblico a questi primi giorni di riapertura sia straordinaria e vada al di là di ogni più rosea previsione – dichiara Marco Fino, Direttore del Museo Regionale di Scienze Naturali –. Vedere le sale piene e vissute, come questi giorni, è qualcosa di realmente appagante che ripaga tutti noi dello sforzo affrontato negli ultimi mesi. Ci riempie di orgoglio toccare con mano l’amore che i visitatori, torinesi e non, hanno per questo Museo. Vedere i bambini emozionarsi e sognare ad occhi aperti davanti alle immagini della barriera corallina è meraviglioso. Lo è anche osservare le persone ammirare le collezioni con gli occhi di chi aspettava questo momento da anni. Questo, oltre a renderci molto contenti, ci motiva ulteriormente a continuare con impegno sulla strada intrapresa.

 

Stanno, inoltre, proseguendo le visite didattiche al Museo organizzate con le scuole contattate e invitate dalla Regione.

 

Informazioni:

Via Accademia Albertina, 15 Torino (TO) – https://mrsntorino.it/

Fiabe e filastrocche di animali: passeggiata alla scoperta della Palazzina di Caccia di Stupinigi  

Domenica 4 febbraio, ore 15.45

Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela

 

 

In occasione dell’esposizione, in piazza Castello a Torino, dell’elefante Fritz per la riapertura del Museo Regionale di Scienze Naturali, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, orfana del suo elefante, organizza una visita guidata su fiabe e filastrocche di animali.

Come nella favola dei musicanti di Brema, “Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela” è un percorso tra gli animali legati al vissuto e alle decorazioni della Palazzina. Il cervo, l’elefante e la scimmietta sono i primi tre animali ad accogliere i visitatori in questo strano viaggio nella storia e nella natura. Filastrocche, curiosità e favole che hanno per protagonisti gli animali creano un filo conduttore per un percorso di visita che si trasforma in un gioco per conoscere la vita ed il tempo in cui la palazzina è stata abitata.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Domenica 4 febbraio 2024, ore 15.45

Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela

Prezzo visita guidata: 5 euro + il prezzo del biglietto di ingresso

Biglietti: intero 12 euro; ridotto 8 euro

Gratuito: minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte e Royal Card

Prenotazione obbligatoria per la visita guidata entro il venerdì precedente

Info e prenotazioni: 011 6200601 stupinigi@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Giorni e orari di apertura Palazzina di Caccia di Stupinigi: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).

A Diagon Hall ritornano i “Dialoghi tra prosa e poesia” sull’onda degli Spiriti del Mare

Dopo le due edizioni vincenti di “Dialoghi tra prosa e poesia”, la prima dedicata al tema della finzione e la seconda alla storia della ferrovia come simbolo, il 21 febbraio prossimo, alle ore 19:00, presso lo spazio culturale Diagon Hall, si terrà la terza edizione dei “Dialoghi” dedicata agli Spiriti del Mare.

Protagonisti dei “Dialoghi tra prosa e poesia” saranno Gian Giacomo Della Porta e Jacopo Marenghi.

I Dialoghi saranno incentrati su quegli Spiriti del Mare che accompagnano nel loro viaggio i marinai, a tratti con benevolenza, a tratti con ostilità. A essi viene chiesta benedizione e amicizia e da essi prendono origine la musica e il suono: il suono del ruggito in tempesta e la quieta finale, il canto del mare di Ulisse e quello di Enea. Il mare, con i suoi Spiriti, rappresenta una grande storia di scoperte, segreti e unione di continenti, un mito letterario antico, simbolo di nascita, morte, salvezza e metamorfosi.

Tutti questi temi li ritroviamo nel capolavoro di Shakespeare “La Tempesta”, dal quale impareremo a conoscere meglio lo Spirito di Ariel e del Mago Prospero. La mitologia celtica e quella greca entreranno in contatto grazie alle Sirene, figlie di Afrodite e Spiriti temuti da Ulisse, ai quali verrà a capo solo grazie al noto stratagemma.

Si ascolterà la musica del “Vecchio marinaio” di Samuel Taylor Coleridge, per poi tuffarsi al largo delle coste cubane e salire a bordo della barca da pesca di Santiago, protagonista de “Il vecchio e il mare” di Hemingway. Sarà anche presente il tema del Leviatano attraverso il capolavoro di Melville “Moby Dick”.

Non mancheranno gli Argonauti di Apollonio Rodio e una citazione più contemporanea legata al tema dei migranti e all’ospitalità.

 

Mara Martellotta

Parte dal Forte di Bard il tour di “Wildlife Photographer of the Year 2023”

La natura e i suoi protagonisti. In un click le migliori foto del 2023

59esima edizione. Fra i vincitori anche la piccola torinese Ekaterina Bee

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Bard (Aosta)

Un granchio a ferro di cavallo con il suo carapace protettivo dorato, che si muove lentamente sul fango nelle acque protette dell’isola di Pangatalan nelle Filippine, affiancato da tre piccole carangidi anch’esse dorate e a piccole strisce multicolori: siamo di fronte a uno spettacolo naturale in grado di ricordarci quanto sia grande e inattesa la bellezza del Creato, in ogni sua più piccola e vitale espressione. Ma siamo anche di fronte alla grandezza di una foto e di un “maestro” della fotografia capace di cristallizzare, nell’attimo che conta, quella meraviglia che d’improvviso si mostra ai suoi occhi per donarla a tutti noi. “The golden horseshoe è la foto vincitrice in assoluto della 59esima edizione di “Wildlife Photographer of the Year”, il più datato (1964) e prestigioso riconoscimento dedicato alla “fotografia naturalistica”, promosso dal “Natural History Museum” di Londra. E l’artista che la firma (“fotografo naturalista dell’anno 2023”) è il biologo e fotografo marino francese Laurent Ballesta, già vincitore nel 2021.

“Wildlife Photographer of the Year” fornisce “una piattaforma globale” che mette in mostra alcuni dei migliori talenti della fotografia provenienti da tutto il mondo da quasi 60 anni. Le immagini premiate (e giudicate in modo anonimo da una giuria internazionale di esperti in base all’originalità, alla narrazione, all’eccellenza tecnica e alla pratica etica raccontando e indicando possibilmente un futuro a difesa del Pianeta) intraprendono un “tour internazionale” che sarà visto nel complesso da oltre un milione di persone. Per l’Italia la prima tappa è nelle Sale delle Cannoniere al “Forte di Bard”, dove gli scatti premiati nelle 17 categorie saranno presentati, da sabato 3 febbraio a domenica 2 giugno, in un suggestivo allestimento all’interno di light panels (pannelli retroilluminati) capaci di renderli ancora più emozionanti.

Le cifre: sono 49.957 le iscrizioni da parte di fotografi di tutte le età e livelli di esperienza, provenienti da 95 Paesi, registrate nel concorso di quest’anno e scattate nel corso dell’anno appena concluso.

Accanto alla foto vincitrice del francese Ballesta, altro scatto decisamente curioso e intrigante è quello dell’israeliano Carmel Bechler, vincitore del “Young Wildlife Photographer of the Year 2023”, con l’immagine “Owls’ road house” che immortala alcuni barbagianni all’interno di un edificio abbandonato vicino ad una strada trafficata. L’autore ha sfruttato al massimo la luce naturale e ha utilizzato tempi di esposizione lunghi per catturare le scie luminose del traffico in transito. Occhi e mani al servizio di indubbie capacità tecniche e anima attenta alle voci di un’intensa emozionalità.

Tra i vincitori anche gli italiani Alessandro Falco (abruzzese di Montesilvano, menzione speciale nella sezione “Photojournalism”), i romani Barbara Dall’Angelo (menzione speciale nella sezione “Zone Umide”) e Bruno D’Amicis (menzione speciale nella categoria “Talento naturale”) e il milanese Pietro Formis (menzione speciale nella sezione “Ritratti animali”).

Un plauso speciale e (lo confesso) di parte, per l’undicenne torinese Ekaterina Bee (premiata nella categoria 11-14 anni) e già vincitrice del “Wildlife Photographer of the Year 2022” (nella categoria fino ai 10 anni). Titolo della foto presentata quest’anno: “Out of the blue”. Su una barca nelle acque dell’isola di Skye (Scozia), l’isola più grande dell’arcipelago britannico delle Ebridi, Ekaterina ritrae con sorprendente e rapida abilità, attraverso i varchi creati dal pacato ondeggiare delle acque, l’elegante scivolare di una coppia di “delfini tursiopi” men che meno, in questo caso, “acrobati dei mari”, ma placide creature alla ricerca – pare – della migliore posizione per permettere ad Ekaterina di scattare una foto davvero “da incorniciare”.

 

Gianni Milani

 

“Wildlife Photographer of the Year”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Dal 3 febbraio al 2 giugno

Orari: Mart. – ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19. Lunedì chiuso

 

Nelle foto:

–       Laurent Ballesta: “The golden horseshoe”, 2023

–       Carmel Bechler: “Owls’ road house”, 2023

–       Ekaterina Bee: “Out of the blue”, 2023

La magia delle bambole Lenci

Una passione torinese che si trasformo’ in successo internazionale

Il 23 aprile 1919 nacque a Torino la Lenci ,  “Ludus est nobis constanter industria” (il gioco è per noi costante lavoro), l’azienda delle famose e iconiche bambole conosciute in tutto il mondo che produceva anche altri giocattoli, mobili in legno, articoli per la casa e accessori per l’ abbigliamento.

Lenci non era solo l’acrostico del motto che i coniugi Enrico Scavini ed Elena Konig, donna colta e raffinata di origine austriaca, avevano creato per celebrare la loro attivita’ , ma anche il soprannome della signora che aveva cominciato la sua esperienza ludico-professionale in via Marco Polo 5 insieme al fratello che aveva deciso di aiutarla a creare le magnifiche creazioni che piacevano tanto ai Savoia.

Il marchio composto dall’immagine di una trottola, un filo e lo slogan che fa da cornice fu depositato nel 1922 e diede inizio ad una avventura che, oltre alla produzione e commercializzazione delle bambole, si configurera’ come punto di riferimento per la moda di quegli anni e sara’ motivo di ispirazione di artisti e sorgente di idee e creativita’.

Le Lenci non raffiguravano solo bambini, spesso dalla faccina imbronciata, ma anche silhouette con vestiti etnici e personaggi famosi come Marlene Dietrich e Rodolfo Valentino; raggiunsero presto un grande successo che le porto’ ad esposizioni molto importanti come quella di Parigi, Roma e Zurigo. Nel 1926 fu stampato il catalogo dell’azienda completo di tutti i prodotti che fu ampliato, a sua volta, nel 1927 con l’inserimento delle ceramiche. L’introduzione di nuove oggetti, oltre a rappresentare l’evoluzione della azienda, fu anche un ulteriore sforzo per combattere i diversi tentativi di concorrenza che misero l’azienda in crisi diverse volte. Dal 1928 la Lenci e’ nel momento di massima di espansione, ma questo non evitera’ difficolta’ economiche, dovute agli alti costi di gestione, che richiederanno la compartecipazione di un socio, Pilade Garella, che ne diventera’ proprietario unico nel 1937. Elena Koning rimarra’ come direttore creativo e si occupera’ di assicurarne lo stile e la linea fino alla morte del marito, momento in cui decise di lasciare l’azienda. Nel 1997 la Lenci venne venduta all’azienda Bambole Italiane che, purtroppo, e’ fallira’ nel 2002.

Ancora oggi si utilizza il panno lenci una stoffa non tessuta che viene usata per fare vestiti, ma anche accessori e collane grazie alla sua facilita’ di utilizzo e che rimanda alle famose bambole che erano foderate con un’ ulteriore strato di mussola, per renderle lavabili, e ricoperte di polvere vellutina.

L’avvento della celluloide rese le bambole di pezza obsolete e la produzione si concluse, ma ancora oggi le Lenci possono essere trovate nei mercati e nei negozi di antiquariato oltre che su diversi siti internet di commercio e di collezionisti.

Il loro successo fu talmente importante che vennero esposte nei musei di tutto il mondo tra cui New York e Tokyo, questa fama fu il frutto di una passione, trasformatasi poi in lavoro, che segno’ un periodo magico per Torino che ancora una volta si conferma luogo di fertile di estro e genialita’.

MARIA LA BARBERA

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI
2 – 8 febbraio 2024

 

 

LUNEDI 5 FEBBRAIO

 

Lunedì 5 febbraio ore 17

TORINO CITTÀ LIBERTY? DIONISIACO E APOLLINEO, DALLE PREMESSE BAROCCHE AGLI ESITI LIBERTY

Palazzo Madama – conferenza con Carlo Ostorero

Seconda conferenza del ciclo che approfondisce alcuni dei temi presentati nella mostra Liberty. Torino Capitale, in corso a Palazzo Madama fino al 10 giugno 2024. Al centro della riflessione Torino e l’Europa, attraverso lo specchio dell’architettura, dell’urbanistica e delle arti figurative.

Le conferenze sono a cura di SIAT – Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino.

L’ascesa e il declino della temperie Liberty nella città di Torino, e da qui in tutta Italia, si manifesta in poco più di un trentennio dal 1890 ai primi anni Venti del Novecento. L’eredità barocca della forma urbis e delle più svariate manifestazioni architettoniche e artistiche si riverberano nella straordinaria adesione che la città tributa all’arte nuova. La perdita di fede nell’immortalità dell’arte, la maledizione futurista e il disastro epocale della Grande Guerra determinano la fine della “Bella Epoca”, ma lo spirito che la animò rimarrà, sotto traccia, per risorgere nuovamente.

 

Carlo Luigi Ostorero

Ingegnere, Dottore di Ricerca in Architettura, svolge attività di docente e ricercatore al Politecnico di Torino. Ha svolto esperienze di lavoro, di ricerca e di formazione in Danimarca, Portogallo, Montenegro, Svizzera e Paesi Bassi. Dall’anno 2000 presiede lo Studio Dedalo Architettura in Torino che ha prodotto insieme a colleghi nelle varie specializzazioni dell’architettura, dell’urbanistica e degli impianti numerose opere su committenza pubblica e privata, insigniti di premi internazionali, a titolo personale e collettivo, per il design, per l’architettura e per il restauro. Sull’argomento Liberty ha scritto con i colleghi Beatrice Coda Negozio e Roberto Fraternali una guida sul Liberty a Torino e con il fotografo Roberto Cortese un volume monografico sul Cimitero Monumentale di Torino. Condivide con altri autori l’edizione per la Società di Ingegneri e Architetti di una guida a tutti i periodi di espressione architettonica presenti nella capitale sabauda. Attualmente è il direttore del NLML – New Living Model Lab da lui fondato presso il Politecnico di Torino per lo sviluppo di nuove forme abitative adatte ad affrontare le sfide che i cambiamenti climatici e la crisi sociale ed economica ci impongono.

 

Prossimi appuntamenti

 

Lunedì 25 marzo 2024 ore 17Eredità del liberty torinese con Roberto Fraternali

Lunedì 29 aprile 2024 ore 17: Architettura e opera d’arte totale: dall’impaginato di facciata al dettaglio costruttivo con Beatrice Coda Negozio

Lunedì 20 maggio 2024 ore 17: Un salotto Liberty a Torino. Annibale Rigotti e Maria Calvi in via Oropa con Chiara Rigotti e Marco Corona

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Prenotazione consigliata: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 9.30-13; 14-16)

madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

MERCOLEDI 7 FEBBRAIO

 

Mercoledì 7 febbraio ore 14

PALAZZO MADAMA È EUROPA

7 febbraio – 2 aprile 2024

ore 11 visita in mostra per la stampa

Palazzo Madama – nuove illustrazioni in Corte Medievale

Con i suoi duemila anni di storia, Palazzo Madama incarna significativamente la storia e l’identità europee: nel I secolo porta decumana di Augusta Taurinorum; dal XIII secolo castello medioevale e poi residenza rinascimentale; nel Settecento capolavoro del barocco e nell’Ottocento sede del Senato che decreta l’Italia unita dopo aver svolto lo Statuto Albertino, la carta costituzionale nata dal ciclo rivoluzionario e dai moti europei del 1848, spesso definiti ‘la primavera dei popoli’ in Europa. Promulgato da Carlo Alberto di Savoia Carignano il 3 marzo 1848, con l’Unità d’Italia del 17 marzo 1861 lo Statuto divenne la carta fondamentale del Regno fino all’entrata in vigore della nostra Costituzione repubblicana, che ancora trova in esso fondamenti.

Dopo la commissione da parte del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale – in occasione della Giornata dell’Europa del 9 maggio 2023 e a integrazione di quanto compiuto da Palazzo Madama nel maggio 2022 per la riunione del Consiglio d’Europa nelle sue sale – delle illustrazioni relative a quella che allora era solo l’utopia di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi – è il Manifesto di Ventotene del 1941 – e all’immagine che rievoca la nascita della Comunità Economica Europea con i Trattati di Roma del 25 marzo 1957, due tra i più significativi documenti compiuti dall’Italia per il farsi della comune storia europea, che hanno integrato il progetto Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli e l’hanno accompagnato in 43 paesi del mondo di cinque continenti, Palazzo Madama ha dunque scelto di completare questo intervento proprio con un’illustrazione dedicata allo Statuto Albertino, realizzata da Marta Signori, che ha preso significativamente spunto dalla chiosa del Proclama che annuncia lo Statuto, con le parole di Carlo Alberto.

Un abbrivio della nostra storia moderna che vede infine nuovamente protagonista Palazzo Madama con un nuovo documento essenziale per il farsi d’Europa: il 18 ottobre 1961 ospitando i firmatari della Carta Sociale Europea, il trattato del Consiglio d’Europa che protegge i diritti di ogni individuo nella sua vita quotidiana. Sono il diritto all’abitazione, alla protezione della salute, all’istruzione, al lavoro, alla tutela giuridica e sociale, alla libera circolazione delle persone e alla non discriminazione. Sono i diritti generati dai valori fondanti i popoli europei – la Libertà, il Rispetto della dignità umana, l’Uguaglianza, la Democrazia, la Scienza e il Rispetto dei diritti umani – cui si affiancano i valori primari dell’Unione Europea: la Fraternità, il Lavoro, la Cultura, la Pace, l’Ambiente, lo Stato di diritto e l’Inclusione. Le illustrazioni compiute nel 2022 da Lucio Schiavon, Ale Giorgini, Emiliano Ponzi, Bianca Bagnarelli, Marina Marcolin, Francesco Poroli, Giulia Conoscenti e che ora si completano con l’opera dedicata da Andrea Mongia alla Carta Sociale Europea. Un insieme di immagini che, nell’evocazione creativa dei grandi illustratori, sono capaci di raccontare un’Europa fatta di una comunità di nazioni che si riconoscono nella pacifica convivenza di una molteplicità di linguaggi, sensibilità e valori in costante dialogo tra loro.

www.palazzomadamatorino.it

 

Mercoledì 7 febbraio ore 18

NARCISI E GIACINTI

Palazzo Madama – conferenza botanica a cura di Edoardo Santoro

La mitologia greca ci racconta di Narciso e Giacinto, giovani e belli, ma come erano i fiori spontanei da cui i greci hanno preso ispirazione? I bulbi in primavera attirano da sempre l’attenzione e in particolare narcisi e giacinti sono quelli coi fiori più grandi e profumati. In ogni zona d’Europa c’è un giacinto selvatico differente e così vale per i narcisi gialli e bianchi, citati in molte opere e poesie, ma occorre attendere la super-potenza olandese per l’introduzione di bulbi più colorati e profumati, nati per il mercato del fiore reciso e oggi in commercio in tutti i mercati per gli amanti del giardinaggio.

La conferenza fa parte del ciclo Le piante nella storia del giardinovolto a svelare aspetti storici, botanici e ornamentali di piante che nei secoli hanno avuto un ruolo fondamentale in giardini, parchi e orti botanici.

Ultimo appuntamento

 

Mercoledì 6 marzo 2024 ore 18: Gerani e pelargoni

Costo: €15

Prenotazione obbligatoria.

Info e prenotazioni: t. 011.4429629 (dal lun. al ven. 09.30 – 13.00; 14.00 – 16.00) oppure scrivere a madamadidattica@fondazionetorinomusei.it

 


Theatrum Sabaudiae
 propone visite guidate in museo
alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

La multiforme arte di Franco Bruna

Presentazione dei libri di Franco Bruna editi da Il Pennino, Torino

 

Ricordo di un grande artista torinese nel decennale della sua scomparsa

 

22 gennaio 2024

Ore 18,00

Circolo dei lettori

Via Bogino 9, Torino

Sala Biblioteca

Lunedì 22 gennaio, presso il Circolo dei lettori di Torino, saranno presentati i libri editi da Pennino da Bruno Gambarotta giornalista e scrittore, Angelo Mistrangelo critico d’arte, Monica Bruna figlia dell’artista, Bruno Quaranta scrittore e giornalista, Piero Soria scrittore e giornalista e Claudio Mellana vignettista ed esperto di satira. Modera Dino Aloi editore.

 

Attraverso l’esperienza diretta degli amici relatori si ricorderanno le opere dell’artista riproposte nei libri pubblicati. «La multiforme arte di Franco Bruna», corposa antologia in cui sono raccolte le opere che spaziano dalla caricatura alla vignetta all’illustrazione per arrivare ai dipinti, alle incisioni e ai fumetti. «Omaggio al mondo del fumetto» raccoglie le tavole di Bruna dedicate ai comics rivisitati dal suo personalissimo tratto. «Gli Apostoli» è la raccolta completa di tutte le strip pubblicate su Stampa Sera negli anni Settanta su testi di Piero Soria. «Pianeta fragrante» è un fumetto di fantascienza disegnato negli anni Settanta rimasto inedito nel cassetto. «Il draghetto e altre piccole storie» raccoglie tavole brevi senza parole, inedite, del personaggio ideato dall’artista. In ultimo «La collezione Franco Bruna» in cui sono pubblicati gli oltre 250 disegni di grandi artisti internazionali raccolti in trent’anni da Franco, spaziando da Crepax a Manara, da Pratt a Trudeau.

Sarà anche l’occasione per ricordare un grande amico di Bruna e dei relatori, il vignettista torinese Giorgio Cavallo scomparso nel 1994.

Franco Bruna. Torino 1935 – Cuneo 2014

Caricaturista, illustratore, incisore, pittore e scultore del legno. Dal 1972 ha collaborato con il quotidiano torinese “La Stampa”, successivamente con “La Gazzetta dello Sport” e “Il Corriere della Sera”. Per anni crea caricature per le copertine dei settimanali “L’Espresso” e “Panorama” ed è stato uno dei caricaturisti italiani più noti e apprezzati pubblicando sulle testate più svariate, da “Topolino” ad “Airone”.

Ha realizzato anche libri, fra i quali “Torino Top” e “Tutto lo sport di Franco Bruna”.

Ha illustrato un’edizione speciale del Pinocchio con preziose tavole in bianco e nero.

Ha partecipato regolarmente a importanti eventi umoristici, raccogliendo premi a gogò, fra cui la Palma d’Oro al Salone umoristico internazionale di Bordighera, il Premio Satira Politica a Forte dei Marmi e il premio Giorgio Cavallo a Moncalieri.

 

Informazioni: info@ilpenninodinoaloi.it

 Gallerie d’Italia, si apre la mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976”

È aperta al pubblico dal primo febbraio al 12 maggio 2024, alle Gallerie d’Italia, a Torino, la mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976”, a cura di Aldo Grasso e promossa da Intesa Sanpaolo
L’esposizione, che si avvale del patrocinio della Regione Piemonte e della Città di Torino, presenta 85
fotografie provenienti dall’Archivio Publifoto Intesa San Paolo sul Festival di Sanremo, la più celebre
manifestazione sulla canzone italiana, che rappresenta un capitolo decisivo non soltanto della storia della
della musica e della televisione, ma anche della storia sociale d’Italia. Le fotografie in mostra si soffermano
solo in pochi casi sulle esibizioni degli artisti sul palco, ma conferiscono un grande rilievo ai fuori scena, ai
cantanti durante le prove, alle passerelle degli artisti in giro per la città, agli autografi, al pubblico, agli artisti
ritratti in situazioni curiose, alla sala trucco, all’orchestra e alla sala stampa. Grazie alla media partnership
con la Rai, l’esposizione è arricchita da contributi video-sonori in collaborazione con Rai Teche.
La più celebre manifestazione della canzone italiana nasce nel 1951, organizzata dalla RAI di Torino, in tre
serate, e trasmessa radiofonicamente in presa diretta dal Salone delle Feste del Casinò di Sanremo.
Le prime edizioni furono trasmesse soltanto alla radio, ma dopo il successo crescente, la televisione decise
di appropriarsene. I fotoreporter dell’agenzia Publifoto intuirono l’importanza della manifestazione e, negli
anni in cui l’evento fu ospitato al Casinò di Sanremo, realizzarono circa 15 mila fotografie del Festival, ora
esposte alle Gallerie d’Italia. Nel 1955 la manifestazione comincia ad acquisire una certa popolarità e la
televisione decide di trasmetterla in diretta.
“Il Festival di Sanremo – spiega il critico e curatore della mostra Aldo Grasso – nasceva agli albori come
promozione turistica, sulla copia del Festival del Cinema di Venezia. Infatti le famiglie della buona borghesia
torinese erano solite andare a ‘svernare’ a Sanremo. Amilcare Rambaldi, partigiano e consulente del
Comune di Sanremo, voleva una manifestazione canora per sfruttare ancora di più le potenzialità turistiche
della città. Erano gli anni delle grandi trasformazioni radiofoniche in cui noti presentatori, come Nunzio
Filogamo, si cimentavano nei radiodrammi. La preparazione del Festival di Sanremo avvenne a Torino. Le
prime polemiche che scoppiarono furono relative allo scontro tra i melodici, gli amanti del belcanto, e i
cosiddetti ‘urlatori’. Polemica che negli anni proseguì su più fronti, compreso quello della direzione artistica
da impartire al Festival, chiedendosi se fosse meglio favorire la canzone pop o quella impegnata, in un’epoca
come quella del dopoguerra in cui tutti gli italiani cercavano di ritrovare la gioia del vivere anche attraverso
queste manifestazioni. Il titolo della mostra, “Non ha l’età”, si riferisce alla canzone di Gigliola Cinquetti, del
1964, con la quale vinse il Festival di Sanremo. L’immagine simbolica della mostra è iconica e rappresenta un
giovane Adriano Celentano, intento a cantare dando le spalle al pubblico, un modo di stare sul palcoscenico
oggi totalmente accettato ma che, a quel tempo, diede scandalo. Nel 1955, anno in cui vi fu la prima
trasmissione televisiva del Festival, la presentatrice fu Maria Teresa Ruta, zia dell’attuale, e forse più nota,
Maria Teresa Ruta. L’esposizione ripercorre anche gli anni successivi al 1968, quando fu organizzato un
controfestival da parte di Franca Rame e Dario Fo. Nei primi anni Settanta, durante il periodo dell’austerity,
la RAI si disamora del Festival di Sanremo e, nell’annata in cui i programmi RAI si concludevano alle 22:30,
non fu possibile conoscere neanche il vincitore del Festival. La televisione si appropriò della manifestazione
canora quando questa venne trasferita dal Casinò al teatro Ariston, a parte l’anno in cui si tenne, con scarso
successo, al Palafiori. Con lla presentazione da parte di Pippo Baudo, il Festival si trasformò in una
manifestazione dalle caratteristiche più televisive che non canore, pur tenendo al centro la canzone”.
“Ciò che apprezzo oggi maggiormente di Sanremo è il fatto che abbia riaperto le porte ai giovani musicisti –
precisa Aldo Grasso – invitando per esempio sul palco i vari vincitori dei ‘Talent’. I giovani, oggi, sono ancora
attenti al Festival, anche se la loro percezione dell’evento è diversa da quella degli adulti, proprio perché è
differente l’uso che fanno della televisione, mediata ormai attraverso i social”.
Ne nasce un album di fotografie spesso curiose, inconsuete, che ritraggono gli artisti lontano dai riflettori,
nei momenti di vita che accompagnano le frenetiche giornate del Festival, con una ingenuità e
immediatezza che ce li fanno sentire piuttosto familiari.
Sono fotografie che testimoniano di un’Italia che ha fretta di dimenticare la guerra e la povertà, che vuole
affidare alle canzoni una ritrovata serenità, come nel caso della canzone “Vola colomba”, che esprime un
desiderio di rivalsa circa la questione triestina o giuliana.
La colonna sonora dell’esercito di liberazione americano era stato il boogie-woogie, una musica piena di
energia, ma sconosciuta in Italia. Bisognava trovarne una italiana, legata alla tradizione melodica e al
belcanto.
La mostra si inserisce nell’ambito delle iniziative di valorizzazione dell’Archivio Publifoto, costituito da oltre 7
milioni di fotografie dell’agenzia fondata da Vincenzo Carrese nel 1937, che risulta la più importante agenzia
fotogiornalistica privata nata in Italia negli anni Trenta. L’Archivio è stato acquistato da Intesa Sanpaolo nel
2015 con un’operazione che ne ha evitato la dispersione, ed è curato e gestito dall’Archivio Storico Intesa
Sanpaolo presso le Gallerie d’Italia di Torino. In occasione della mostra, l’Archivio ha completamente
restaurato, digitalizzato e catalogato le oltre 15.000 fotografie dei servizi realizzati al Festival dall’agenzia
Publifoto, e ora consultabile online sul sito dell’Archivio Storico dell’Intesa Sanpaolo.
Lungo il percorso espositivo i visitatori potranno rivivere l’atmosfera di un’antica sala stampa grazie agli
elementi di design provenienti da ADI Design Museum Compasso d’Oro di Milano. L’allestimento è
ulteriormente arricchito dalle copertine originali di vinili che richiamano varie edizioni di Sanremo, grazie al
prestito dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi e da un Cinebox della Mival, grazie a un prestito
concesso da Faro Games.
La mostra presenta inoltre una serie di contenuti audio scaricabili attraverso l’app Gallerie d’Italia, con
approfondimenti dedicati all’iniziativa e all’Archivio Publifoto.
Info: Gallerie d’Italia, piazza San Carlo 156, Torino
Orari: martedì, giovedì, sabato e domenica 9:30/19:30 – mercoledì 9:30/22:30 – lunedì chiuso
Mara Martellotta