AMBIENTE- Pagina 30

Coldiretti: la pioggia caduta (con l’acqua persa) dimostra l’urgenza di un Piano per i piccoli invasi

«Se avessimo potuto trattenere anche solo una piccola parte dell’acqua dilavata via nei fiumi in seguito alle precipitazioni abbondanti di questo weekend avremmo messo al sicuro le coltivazioni per tutta l’estate fino al completamento delle maturazioni». È il commento del presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici dopo la due giorni di pioggia caduta, finalmente abbondante, sui campi, sui frutteti, sui prati e sui boschi del Torinese dove si sono registrati fino a 120 mm di acqua nelle fasce pedemontane e di alta pianura tra Canavese e Pinerolese.

La pioggia abbondante ha scongiurato la catastrofe nei campi proprio nel momento in cui si sono appena completate le semine primaverili e mentre il foraggio sta crescendo nei prati, ma se l’acqua, assorbita dal terreno, favorirà la prima crescita delle piantine il fabbisogno irriguo annuale non è certo soddisfatto con solo due giornate di “innaffiata”. Quello che invece sarebbe sufficiente per tutto l’anno è il volume di acqua che, se fosse presente una rete di infrastrutture di trattenuta e accumulo, costituirebbe una preziosa scorta per salvare i raccolti in caso di siccità.

Per questo Coldiretti Torino torna a chiedere alla Regione un Piano per i piccoli invasi.

«In due giorni sui territori del Torinese, al di sotto della quota neve, è caduta una media di 80 mm di pioggia cumulata. Al netto dell’acqua assorbita dal terreno e di quella che ha dato un po’ di sollievo alle falde è finito nei fiumi, e dunque “transitata” verso il mare, una quantità pari al 50% della portata media del Po a Torino. Si tratta di acqua che è finita nel Po e che rivitalizza il Grande Fiume per tutto il suo corso e che, comunque, fa bene all’ambiente. Ma se fossimo stati in grado di immagazzinare anche solo un decimo di questa acqua, calcolando i fabbisogni idrici delle varie colture, avremmo accumulato circa 15 milioni di metri cubi, pari a circa la metà della capacità della diga idroelettrica di Ceresole Reale, che, ripartiti nei vari comprensori irrigui, avrebbero permesso di gestire un’eventuale crisi idrica estiva. Non capiamo cosa si aspetti a varare una progettazione complessiva in favore dei piccoli invasi sul territorio».

Oltre i 2000 metri di quota è nevicato, ma questa neve non sarà sufficiente per rimpinguare le portate dei fiumi nel periodo estivo, quando solitamente la “piena stagionale” è costituita proprio da acqua di neve fusa che poi lascia posto all’apporto della fusione dei ghiacciai, ormai quasi inconsistenti in tutte le testate delle valli torinesi. «Con rammarico agli agricoltori non resta che sperare che piogge come quelle di questi ultimi due giorni di ripetano con costanza per tutto il periodo estivo. In caso contrario l’agricoltura sarà in crisi anche quest’anno».

‘PoliLine Garden’, il giardino esclusivo che parla all’ambiente

Nasce la prima linea biocompatibile per arredo esterno interamente a incastro e zero manutezione.

Anche il verde ha il suo perché. E’ un tratto di esclusività, che conferisce valore agli ambienti quotidiani. Siano essi giardini, balconi, terrazzi verticali. Ambienti preziosi per migliorare la qualità della vita fra le mura domestiche. Spesso chiamati a trasformarsi in piccole oasi formato famiglia o a uso personale. Un obiettivo ambizioso che richiede un giusto equilibrio fra spazio, contesto, funzionalità, ergonomia, comodità e design.

Sono questi i valori alla base di ‘PoliLine Garden’, ultima nata in casa ‘It Design’, società leader nelle tecnologie d’arredo a impiego domestico. Una linea di ritrovati di ultimissima generazione in grado di rivoluzionare il rapporto con gli oggetti dedicati alle aree esterne: sedie, tavolini, sdraio e lettini prendisole, fioriere, cassapanche assumono così un ruolo nuovo e caratterizzante, in armonia con il contesto che le ospita.

Con numerose opzioni di scelta anche sotto il profilo delle dimensioni e del gusto delle forme, pronti a stupire con semplicità per la praticità e il gusto che li contraddistingue tutti indistintamente.

PoliLine Garden’ è un prodotto che parla al cuore di chi vuole distinguersi. Ricercando la bellezza nella sintonia di motivi e decorazioni che appagano l’occhio confortando il corpo. Garantendo qualità e affidabilità nel tempo. Ripagando l’investimento con la durevolezza di un progetto nato per resistere alle sfide sempre più aggressive e imprevedibili di fenomeni meteorologici in continuo cambiamento. Senza alcun bisogno di manutenzione. Mantenendo colore, appeal e fascino estetico.

Con in più un’importantissima novità: sicuri sotto ogni profilo, gli elementi da arredo da giardino a marchio ‘PoliLineGarden’ sono tutti assemblabili a incastro: senza il minimo ricorso ad attrezzi che espongono a rischi, né tantomeno a utensili elettrici.

Ma c’è di più. Un’ampia gamma di possibilità di combinazione li rende altresì idonei alle situazioni più svariate: dai balconi delle città alle esigenze più sofisticate e complesse come residenze che prevedano anche luoghi comprensivi di area barbecue, piscina, solarium e gazebi esterni per il relax o in cui accogliere e ricevere visite per residenze mono o bifamiliari che prevedano affacci e sbocchi su aree esterne di varia metratura.

Come le opere d’arte, ogni pezzo della serie ‘PoliLineGarden è in sé unico: frutto di fattura artigianale, conferisce allo spazio circostante un tocco di classe in più.

Questo il mood di IT Design Srl, primaria realtà italiana attiva nel cosiddetto settore delle Garden Technologies: una start-up nata a Giaveno, nel Torinese, che da un decennio a questa parte ha contribuito a riscrivere il delicato rapporto tra uomo e green in formato casa.

Architetti, arredatori, interior designers, amanti del bello e del made in Italy: questo l’ampio pubblico cui si rivolge ‘PoliLineGarden’.

Abbiamo puntato su prodotti ecosostenibili realizzati interamente in laminato HPL (High Pression Laminate): 70% cellulosa, 30% resina. Con l’intento di parlare a quanti credono che bellezza, semplicità e rispetto per l’ambiente sono un trinomio che viaggia di pari passo. Chi sceglie ‘PoliLine’ lo fa consapevolmente, investendo su una qualità che è sinonimo di soddisfazione e risparmio. Su prodotti nati per durare a lungo, con manutenzione zero e facilità di pulizia”, spiegano i Fratelli Francesco, Marco e Salvatore Polito, manager di IT Design Srl.

Tutte le informazioni su www.polilinegarden.it.

Distribuzione gas, Iren cede quote

IREN conferma l’intenzione di cedere una quota di minoranza di una newco operativa nel settore delle reti di distribuzione gas entro la fine del 2023, come anticipato nel Piano Industriale al 2030 presentato il 23 Marzo 2023.

L’obiettivo è l’individuazione di un partner finanziario che permetta a Iren di incrementare il livello di competitività in occasione delle future gare per l’affidamento delle concessioni gas sia in territori dove IREN è già presente che in territori nuovi e sinergici, e che supporti il piano di investimenti previsto dal Gruppo a Piano Industriale per le reti di distribuzione gas con oltre €750M di investimenti destinati alla transizione energetica, alla digitalizzazione e all’adeguamento dell’infrastruttura al futuro utilizzo di miscele di gas naturale e idrogeno.

A fine 2022, la rete di distribuzione gas di IREN è composta da 8.160 km di rete e ha un valore tariffario riconosciuto (RAB) pari a 724 milioni di euro.

Le interlocuzioni risultano al momento ancora in una fase preliminare.

Agricoltura pulita: fondi regionali per la riduzione delle emissioni gassose

Qualità dell’aria e riduzione di emissioni gassose in agricoltura: finanziate 270 aziende piemontesi per 6,7 milioni di euro

Sono 270 le aziende agricole piemontesi che riceveranno 6 milioni e 788 mila euro di contributi complessivi, a sostegno di  investimenti nella riduzione delle emissioni di ammoniaca di origine agricola in atmosfera.

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha approvato la graduatoria dei soggetti beneficiari ammissibili a finanziamento (oltre il 95% di coloro che hanno presentato domanda di contributo) sul bando 2022 del Programma di sviluppo rurale 2014 – 2022, Operazione 4.1.3, che cofinanzia le aziende agricole che scelgono di migliorare le proprie performance ambientali nella gestione delle matrici organiche, adottando tecniche di concimazione organica a basso impatto ambientale, tra cui quelle ammesse anche in caso di semaforo antismog acceso, e di rendere più efficiente la gestione della fertilizzazione, così da ridurre i costi colturali e valorizzare gli scarti agricoli in un’ottica di economia circolare.

L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte sottolinea che si tratta di aiuti alle aziende piemontesi che hanno scelto di investire in un’agricoltura sostenibile riducendo le perdite gassose prodotte dagli allevamenti, azione utile a diminuire l’impatto delle attività agro-zootecniche sulla qualità dell’aria.

La graduatoria è pubblicata sul sito della Regione Piemonte: https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/psr-2014-2020-operazione-413-riduzione-emissioni-gas-serra-ammoniaca-atmosfera-1

esito

AMMISSIBILE E FINANZIABILI

PROV COMPETENZA

DOMANDE N.

CONTRIBUTO

AL

25

733.709,23

AT

9

198.665,89

BI

4

43.400,00

CN

149

3.615.893,99

NO

5

109.218,30

TO

73

1.931.697,68

VB

2

83.485,50

VC

3

71.954,00

Totale 

270

6.788.024,58

Il Piemonte liberato da 21.975 chilogrammi di plastica

Il Piemonte liberato da 21.975 chilogrammi di plastica e rifiuti dispersi nell’ambiente in un solo weekend. È l’eccezionale risultato raggiunto da Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, nei 12 appuntamenti di pulizia ambientale tenutisi in contemporanea sabato e domenica per celebrare la “Giornata Mondiale della Terra“. Quasi 600 volontari in azione per sensibilizzare concretamente cittadini, istituzioni e imprese sul grave problema dell’inquinamento legato all’abbandono di rifiuti nell’ambiente. L’iniziativa ha coinvolto attivamente anche dieci università italiane e ha il supporto di MINI, partner che ne sposa i valori legati alla sostenibilità e all’attenzione dell’ambiente. Il weekend dedicato alla Terra avrà un’ulteriore finalità benefica con la piantumazione di alberi grazie alla collaborazione con il media partner Treedom, il primo sito al mondo che permette di piantare un albero a distanza e seguire la storia del progetto agroforestale a cui darà vita.

Siamo orgogliosi dell’impegno, della tenacia e della concretezza messa in campo dai nostri volontari – dichiara Luca De Gaetano, presidente di Plastic Free Onlus – Da nord a sud, siamo riusciti a liberare l’Italia da plastica e rifiuti dispersi dall’ambiente raggiungendo, nonostante il maltempo e le festività, un risultato eccezionale per il Pianeta. Il nostro impegno è costante e continuo – prosegue – Ogni settimana siamo attivi in giornate di pulizia e sensibilizzazione, nelle scuole e nei Comuni nonché con il dialogo con le imprese affinché vi sia una vera transizione ecologica. Invitiamo tutti ad iscriversi sul nostro sito plasticfreeonlus.it e a dare il proprio contributo d’amore concreto per l’ambiente. Un impegno e una attenzione costante oggi, ci permetteranno di avere un Pianeta domani”, conclude De Gaetano.

L’iniziativa ha raccolto l’adesione ufficiale ed attiva di ben dieci università italiane: Università degli Studi di Pavia; LUMSA Roma con sedi anche a Palermo e Taranto; UNICAL Università della Calabria di Rende (CS); Università degli Studi di Urbino – Carlo Bo; UNINT Università degli Studi Internazionali di Roma; Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti/Pescara; Università degli Studi di Bari – Aldo Moro; Università del Salento con sede a Lecce; UNIPO Università del Piemonte Orientale; Istituto Universitario Salesiano di Torino dell’Università Pontificia Salesiana.

Partecipa su www.plasticfreeonlus.it

Rifiuti elettronici, i dati della raccolta in Piemonte

Nei giorni scorsi presso il Palazzo della Regione l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati e il direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE, Fabrizio Longoni, si sono confrontati sui risultati della raccolta dei rifiuti elettronici conseguiti dal Piemonte nel corso dello scorso anno. Un momento di riflessione che aveva l’obiettivo di proporre spunti per accrescere i volumi di raccolta e promuovere la raccolta differenziata di queste apparecchiature tra i cittadini

 

Nella sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte si è tenuta la conferenza stampa “La gestione dei RAEE in Piemonte: presentazione dei risultati della raccolta dei rifiuti elettronici nel 2022” alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente e di Fabrizio Longoni, direttore generale del CdC RAEE, l’ente che si occupa del ritiro, della raccolta e della gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) a livello nazionale.

Il momento di lavoro è stata l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della raccolta di rifiuti elettronici sul territorio regionale, evidenziandone criticità, ma anche punti di forza. Sono stati proposti inoltre spunti di riflessione e possibili azioni per la promozione sul territorio e tra i cittadini della raccolta differenziata dei RAEE.

L’assessore regionale all’Ambiente ha evidenziato che a breve, in Consiglio regionale approderà la discussione del nuovo piano regionale dei rifiuti che spazia su vari aspetti, tra i quali, fondamentale, quello del recupero e del riciclo dei rifiuti nell’ottica del passaggio da un’economia lineare ad una circolare, con la creazione di una filiera che porterà non solo nuova impiantistica ma anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. Si sta ragionando per creare in Piemonte un hub nazionale per il riciclo delle batterie al litio e dei pannelli fotovoltaici. Il Piemonte, nonostante il calo nazionale mostrato per la raccolta dei RAEE, mantiene comunque una posizione migliore rispetto alle altre regioni del Nord. La Regione ha un programma di investimento, che partirà inizialmente con i fondi del PNRR e con quelli del FESR.  Sul PNRR, la forma più sostanziosa di investimento, la Regione Piemonte ottiene un grande risultato: su un totale di 150 milioni di euro stanziati a livello nazionale, infatti, poco meno di un quinto – ovvero 28, 6 milioni di euro – ricadrà sulla nostra regione; fondi che saranno dedicati a potenziare la raccolta differenziata e realizzare, o implementare, nuovi centri di raccolta dei rifiuti, con specifica attenzione ai RAEE di provenienza domestica. Sul FESR (Fondi europei di sviluppo regionale), dove sono destinati 40 milioni di euro, l’obiettivo della Regione Piemonte è quello, entro il 2023, di far partire le misure per avviare bandi destinati all’economia circolare. Dei 40 milioni, 20 sono destinati alle tecnologie per migliorare il riciclo dei rifiuti e 20 per ridurre gli stessi e recuperare al meglio gli scarti.

Il direttore generale del Centro di Coordinamento Longoni ha presentato i risultati della raccolta piemontese dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche sulla base della rendicontazione annuale dei volumi di RAEE avviati a riciclo fatta all’ente dai Sistemi Collettivi che si occupano del ritiro presso i centri di raccolta e i luoghi di raggruppamento organizzati dalla distribuzione e della gestione dei rifiuti tecnologici.

 

I risultati più significativi e salienti sono già stati pubblicati nel rapporto regionale dedicato al Piemonte e disponibile al link https://bit.ly/RRegRAEE2022.

Dal report emerge che nel 2022 la regione ha avviato a corretto riciclo 24.620 tonnellate di RAEE, in calo del -5,9% rispetto al 2021. La flessione è comunque migliore rispetto all’andamento nazionale (-6,2%) e molto più contenuto rispetto alla perdita registrata dall’area del Nord Italia (-8,6%).

Si riduce di conseguenza (-4,8%) anche la raccolta pro capite, pari a 5,78 kg per abitante, valore ancora una volta di sotto sia della media dell’area di appartenenza (6,72 kg/ab) e di quella nazionale (6,12 kg/ab).

La flessione non impatta sulla classifica nazionale: la regione si conferma al tredicesimo posto della graduatoria nazionale.

La riduzione dei volumi regionali tocca quasi tutti i raggruppamenti nei quali vengono suddivisi e raccolti i rifiuti tecnologici, il calo è però inferiore a quello registrato dai singoli raggruppamenti a livello nazionale. Fa eccezione freddo e clima (R1) la cui raccolta cresce dell’1,5% per un totale di 7.453 tonnellate, in controtendenza rispetto alla flessione registrata a livello nazionale (-0,7%).

Il raggruppamento grandi bianchi (R2) perde il 7,4% e scende a 7.672 tonnellate che continuano a essere i maggiori quantitativi raccolti a livello regionale con un peso del 31,2% sul totale raccolto.

Tv e apparecchi con schermi (R3) segna il -14,7% in meno rispetto al 2021, per un totale di 4.703 tonnellate.

I volumi di elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici (R4) registrano una flessione del 4,5% per un totale di 4.673 tonnellate. La raccolta di sorgenti luminose (R5) si ferma a 119 tonnellate, in calo del 3,1% rispetto al 2021.

Raccolta per province

La provincia di Torino raccoglie poco più del 47% dei quantitativi regionali di RAEE, precisamente 11.702 tonnellate di RAEE. Secondo posto per la provincia di Cuneo con 3.753 tonnellate, terzo per Alessandria con 2.437 tonnellate tallonata da Novara con 2.353 tonnellate.

Sono tutte al di sotto delle 1.500 tonnellate le raccolte delle restanti province: 1.403 tonnellate per Verbano-Cusio-Ossola, seguono Vercelli con 1.131 tonnellate e Asti con 1.128 tonnellate il cui risultato al contrario è in crescita del 40,5%. Fanalino di coda con 711 tonnellate è la provincia di Biella.

Pro capite per province

In termini di raccolta pro capite, Verbano-Cusio-Ossola conferma il primato regionale con 9,10 kg/ab, nonostante una flessione del 2,7% rispetto al 2021, tra le più contenute a livello nazionale, che le consente di posizionarsi al 13° posto della classifica italiana.

Vercelli a sua volta si conferma seconda con 6,81 kg/ab. Entrambe le province hanno un dato superiore alla media pro capite del Nord Italia (6,72 kg/ab), al pari di Novara con 6,50 kg/ab e di Cuneo con 6,47 kg/ab.

La provincia di Alessandria si ferma a 5,98 kg/ab, mentre Asti raggiunge i 5,42 kg/ab. Segue la provincia di Torino con 5,3 kg per abitante. Meno fa solo la provincia di Biella con 4,18 kg/ab.

La rete di raccolta regionale

Un’ulteriore analisi ha riguardato il contributo fornito da centri di raccolta comunali (CdR) e luoghi di raggruppamento della distribuzione (LdR) alla raccolta dei RAEE: il 77,1% transita attraverso i CdR, il 22,8% dagli LdR. Ma se questi ultimi hanno incrementato la raccolta dell’1% rispetto al 2021, valore in ogni caso ancora inferiore alla media nazionale (24%), nei centri di raccolta comunale è scesa del 7,7%.

Particolare la situazione della gestione nella provincia di Torino, dove il 45,5% dei RAEE viene consegnato nei negozi di elettronica di consumo.

“La raccolta dei RAEE in Piemonte presenta delle situazioni molto diverse tra provincia e provincia. La situazione di eccellenza del Verbano-Cusio-Ossola che registra una raccolta pro capite di oltre 9 chilogrammi è frutto di una raccolta equilibrata nei cinque raggruppamenti di cui oltre 2 chili pro capite nei raggruppamenti 1, 2 e 4 e quasi 1,5 chili pro capite per R3” ha spiegato Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento RAEE. “A questo dato si contrappongono le raccolte particolarmente esigue di Biella che nei raggruppamenti 1, 2, 3 e 5 riescono a realizzare rispettivamente solo il 57% in R1, il 28% in R2, il 60% in R3 e il 36% in R5 rispetto a quella del Verbano-Cusio-Ossola. In quest’ottica anche la provincia di Torino raccoglie solo il 20% pro capite nel raggruppamento 4 rispetto al “campione” regionale, mostrando quanto sia difficile ottenere buoni risultati nelle grandi città. Ecco perché la presenza di una provincia che stacca nettamente tutte le altre deve essere vista come una dimostrazione della possibilità di raggiungere risultati significativi, che per la regione si tradurrebbero in oltre 14.000 tonnellate di RAEE raccolti in più su base annua: complessivamente un aumento del 57% della raccolta regionale. Un obiettivo estremamente sfidante, ma anche un obiettivo molto remunerativo per i comuni o le società di gestione rifiuti presenti in regione”.

 

Centro di Coordinamento RAEE

Il Centro di Coordinamento RAEE è un consorzio di natura privata, gestito e governato dai Sistemi Collettivi sotto la supervisione del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e del Ministero delle imprese e del made in Italy. È costituito dai Sistemi Collettivi dei produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE), in adempimento all’obbligo previsto dal Decreto Legislativo n. 49 del 14 marzo 2014.

Il compito primario del Centro di Coordinamento RAEE è garantire su tutto il territorio nazionale una corretta gestione dei RAEE originati dalla raccolta differenziata, assicurando che tutti i Sistemi Collettivi lavorino con modalità ed in condizioni operative omogenee; il Centro di Coordinamento RAEE stabilisce, inoltre, come devono essere assegnati i centri di raccolta RAEE ai diversi Sistemi Collettivi.

Amianto, in Piemonte 10 mila siti bonificati

La presidente e i cofondatori dell’Associazione, Giuliana BustoBruno Pesce e Nicola Pondrano hanno auspicato una collaborazione sempre più stretta con le istituzioni che compongono il “Comitato strategico Amianto”, presieduto dal sindaco di Casale, di cui fanno parte anche dagli assessori regionali alla Sanità e alla Difesa del suolo.Un dato particolarmente preoccupante – hanno evidenziato – è quello delle morti che vede il Piemonte seconda regione d’Italia dopo la Lombardia.

L’audizione è stata anche l’occasione per fare il punto sull’andamento delle bonifiche e della ricerca scientifica a cura dell’Asl di Alessandria con il Distretto di Casale e il coordinamento di Azienda zero, per la quale sono previsti fondi nazionali che la Regione attiva con il Dipartimento interaziendale della ricerca e dell’innovazione.

Sono intervenuti, per porre domande, consiglieri dei gruppi Pd, Lega, Ev, M4o – Up.

Una “palla di api cactus”, la più bella foto

In mostra al valdostano “Forte di Bard”, gli scatti premiati della 58^ edizione di “Wildlife Photographer of the Year”

Fino al 16 luglio

Bard (Aosta)

Nuovo ed inedito, adottato per la prima volta in Italia, l’allestimento nelle “Sale delle Cannoniere” al valdostano “Forte di Bard”Fino al 16 luglio, infatti, il complesso fortificato, fatto riedificare nell’Ottocento da Casa Savoia sulla rocca che sovrasta il borgo di Bard (e aperto ai visitatori nel gennaio del 2006) presenterà gli scatti premiati della 58^ edizione di “Wildlife Photographer of the Year” – il più importante riconoscimento internazionale dedicato alla “fotografia naturalistica” promosso dal “Natural History Museum” di Londra – all’interno di “light panels” che hanno il potere di rendere le foto esposte ancora più belle ed emozionanti. Sull’importanza del Premio, sono, ancora una volta, a dirla tutta i numeri che hanno caratterizzato questa nuova edizione. 19 le categorie proposte, 2.493 i fotografi partecipanti provenienti da ben 93 Paesi e 38.575 le immagini selezionate e giudicate in modo anonimo da una Giuria internazionale di esperti, “in base all’originalità, alla narrazione, all’eccellenza tecnica e alla pratica etica”.

“Fotografa naturalista dell’anno” è stata proclamata la fotografa americana Karine Aigner. A portarla in cima al podio “The big buzz”,  straordinaria immagine di una “palla ronzante di api cactus” che rotola sulla sabbia calda in un ranch del Texas. Katanyou Wuttichaitanakornsedicenne tailandese appassionato naturalista e fotografo dall’età di 12 anni, è stato invece premiato come “Young Wildlife Photographer of the Year 2022” per l’immagine “The beauty of baleen”, raffigurante una “balenottera di Bryde” (o “balenottera di Eden”) emersa vicino alla barca di Katanyou, rimasto letteralmente folgorato dai colori e dalle consistenze contrastanti della pelle scura, della gengiva rosa e della massa di “fanoni” (le lamine presenti nella bocca al posto dei denti) simili a spazzole pendenti dalla mascella superiore.

Bene anche per tre italiani. “Battle stations” della torinese Ekaterina Bee, ha vinto nella categoria fino a 10 anni con un suggestivo scatto che immortala due stambecchi alpini che si sfidano per la supremazia. Da segnalare anche le menzioni speciali per il trentino Alessandro Gruzza (“Highly Commended categoria Wetlands – The Bigger Picture”) con la foto “The living reservoir” scattata nelle aree paludose del lago Chungarà sulle Ande Cilene e per il toscano di Camaiore Lorenzo Shoubridge (“Highly Commended categoria Mammals”) con la foto “Dormouse as moth-catcher” che immortala un ghiro intento a cacciare nel “Parco Naturale” del Mont Avic, in Valle d’Aosta fra i Comuni di Champdepraz e Chambave.

Gianni Milani

 

“Wildlife Photographer of the Year”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 16 luglio

Orari: mart. e ven. 10/18; sab. dom. e festivi 10/19; lunedì chiuso

Nelle foto:

–       Karine Aigner: “The big buzz”

–       Ekaterina Bee: “Battle stations”

–       Alessandro Gruzza: “The living reservoir”

–       Lorenzo Shoubridge: “Dormouse as moth-catcher”

Anche Torino ha celebrato l’Earth Day 2023

20 mila passaggi nella giornata,  4 mila la capienza nei giardini reali

Il 22 aprile in tutto il mondo si celebra giorno della terra. Torino l’ha celebrato con una giornata ricca di appuntamenti alla Cavallerizza e ai giardini reali.
Tra panel, dibattiti e una lunga maratona di musica, 20 mila persone hanno presenziato all’evento organizzato da Club Silencio.
Sul palco principale, tra gli altri, Elisa, i cuneesi Marlene Kunz ed Ensi che gioca in casa, arrivando da Alpignano.
L’obiettivo è stato quello di trascorrere una giornata insieme e riflettere su come ridurre le emissioni, smaltire i rifiuti, consumare meno e meglio, proteggere il nostro pianeta.

Lori Barozzino

Torino avvia la raccolta di prossimità per gli oli esausti

Accordo con Conoe e Amiat per la realizzazione del progetto

 

Tra le 1.000 e le 1.500 tonnellate: è la quantità di oli esausti che si stima i Torinesi producano ogni anno e che oggi viene recuperata solo in piccola parte, finendo per lo più negli scarichi fognari e nelle falde acquifere e causando danni all’ambiente e ai sistemi di scarico delle abitazioni. Per favorirne il recupero e il corretto smaltimento, la Città di Torino ha deciso, d’intesa con il Conoe – Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti – e Amiat Gruppo Iren– che a Torino gestisce ed eroga i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti -, di promuovere un accordo volto a favorire la raccolta capillare degli oli vegetali di provenienza domestica.

L’intesa, della durata di tre anni, prevede l’estensione progressiva della raccolta con il posizionamento degli appositi cassonetti in diversi punti della Città: tra questi scuole pubbliche, supermercati, parrocchie e altri luoghi di aggregazione, partendo dalla Circoscrizione Otto per arrivare gradualmente a coprire tutto il territorio comunale.

Tra gli obiettivi strategici del progetto ci sono l’aumento della qualità della differenziata e la promozione dell’economia circolare – spiega l’assessora Chiara Foglietta –. La realizzazione di un circuito virtuoso di raccolta degli oli vegetali esausti provenienti dalle utenze domestiche rappresenta un elemento centrale per la prevenzione della produzione dei rifiuti e la difesa degli ecosistemi, nonché uno strumento concreto per il recupero di materia prima da uno scarto che, mal gestito, ha un impatto negativo sull’ambiente“.

L’olio vegetale esausto, precedentemente filtrato da impurità ed eventuali residui di cibo per ottimizzare il processo di trasformazione da rifiuto a risorsa, dovrà essere raccolto in bottiglie di plastica ben chiuse che verranno conferite direttamente all’interno degli appositi contenitori di colore blu. Sarà possibile conferire olio di oliva e di semi vari usati per frittura, oli di conservazione dei cibi in scatola o in vetro e oli vegetali deteriorati o scaduti.

Dopo alcune sperimentazioni siamo davvero soddisfatti di poter avviare in modo sistematico la raccolta degli oli esausti, che arriverà a coinvolgere tutta Torino – commenta Paola Bragantini, Presidente Amiat Gruppo Iren – È un progetto rilevante, che ci sfida, insieme alla Città e a CONOE, a realizzare quella che potrà diventare un esempio e una best practice anche per altre realtà metropolitane, partendo da un’efficace comunicazione ai cittadini per accompagnarli nell’adozione di una nuova abitudine per la corretta separazione e conferimento di un rifiuto che, altrimenti, costituisce a tutti gli effetti un inquinante”.

Non tutti sanno, infatti, che l’olio usato per una frittura in padella o quelli utilizzati per la conservazione dei cibi in scatola (tonno, funghi, carciofini, condimento per riso ecc.) se non smaltiti correttamente (versandoli nello scarico del lavandino o nel bidone dei rifiuti), sono un danno per l’ambiente. Basta, infatti, un chilo di olio vegetale esausto per inquinare una superficie d’acqua di 1000 metri quadrati, perché impedisce l’ossigenazione compromettendo l’esistenza della flora e della fauna sottostanti. Se invece dispersi nella rete fognaria, come spesso avviene nell’utilizzo domestico, gli oli vegetali esausti ne pregiudicano il buon funzionamento, intasando condutture e depuratori, senza considerare i costi per la collettività: la depurazione delle acque inquinate da questo rifiuto richiede, si calcola,  1,10 euro al chilogrammo e il consumo di almeno 3 kW/h di energia.

L’accordo con la Città di Torino e Amiat è un ulteriore passo per un impegno concreto di tutti i soggetti coinvolti nella filiera del recupero degli oli vegetali esausti, primo fra tutti il CONOE – ha dichiarato il Presidente del Consorzio, Tommaso Campanile – che segue numerosi progetti specifici di recupero sistematico degli oli alimentari esausti in altre importanti città italiane. Gli oli vegetali esausti rappresentano una enorme risorsa se oggetto di pratiche di recupero corrette, consapevoli e costruttive. È un dovere prioritario procedere a costruire intorno a questa tematica una coscienza collettiva improntata ai principi della salvaguardia ambientale che inizia, in prima battuta, con la sottrazione di questo rifiuto a pericolose pratiche di dismissione incontrollata per arrivare ad una riconversione in biodiesel, con conseguenze positive in termini di emissioni di gas serra”.

Una raccolta attenta e corretta degli oli vegetali di scarto, inoltre, evita sprechi di risorse e crea nuove opportunità di riciclo: un’azione che arricchisce la strategia di economia circolare delle città e contribuisce a ridurre le emissioni di CO2 correlate. A differenza di altre tipologie di rifiuti, gli oli esausti si possono riciclare completamente. E così avviene, in effetti, per la quota di rifiuto che attualmente viene avviata al riciclo. Opportunamente trattato, questo rifiuto speciale può infatti tornare a nuova vita sotto diverse forme: biodiesel, soprattutto, ma anche bio-lubrificanti per macchine agricole o nautiche, grassi per la concia delle pelli, cere per auto, saponi, prodotti cosmetici, inchiostri, asfalti, bitumi, mastici e collanti.

Guidata dal claim ‘Trasforma un rifiuto in risorsa’, una campagna di comunicazione congiunta di Città, Conoe e Amiat con l’affissione di manifesti e locandine, la distribuzione di opuscoli informativi e la diffusione di contenuti sui rispettivi canali social accompagnerà il progetto di estensione della raccolta informando i cittadini sulle prossime attivazioni del servizio e sensibilizzandoli anche alla corretta gestione degli oli vegetali esausti..

Il servizio di raccolta di prossimità esteso a tutta la città si aggiunge a quello già attivo presso i centri di raccolta Amiat dove è possibile conferire all’interno dei fusti presenti gli oli vegetali esausti.