SEDUZIONE ED EMOZIONI

VENERDI’ 19 OTTOBRE 2018 ORE 20,45 TORINO
Presso: Educatorio della Provvidenza Corso Trento 13 (sito all’interno dell’isola pedonale della Crocetta, sala Auditorium)
Prenotazione tassativa via mail a: centrostudicomunicazione@yahoo.it
(o via sms a 333 1511703)
Relatore:
Massimo TARAMASCO (Ideatore del metodo IDS -ingegneria della seduzione-Esperto di Comunicazione Emozionale Subliminale Love Coach e Formatore, Motivational Speaker, Life Coach ; PNL Master Autore dei best seller ” INGEGNERIA DELLA SEDUZIONE” ed. Anteprima . “A me il cuore Please! Emozioni e Seduzione” ed. Anteprima SITO:http://www.seduzionevip.com/ CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/user/SuperSeduzione)
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Grande opportunità di imparare GRATUITAMENTE tecniche e strategie di seduzione e coinvolgimento emotivo utilizzabili in tutte le aree della vita.
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Programma della LEZIONE GRATUITA:
Seduzione come coinvolgimento emotivo in tutte le aree della vita
Rapporto tra seduzione ed emozioni
Come sedurre con le emozioni
Tecniche di seduzione che facilitano la conquista dell’ anima gemella .
PNL (programmazione neurolinguistica) e Seduzione
Tecniche di PNL per il miglioramento dell’ autostima
Tecniche su come conquistare una donna e mantenere il rapporto nel tempo
Tecniche su come conquistare un uomo e mantenere il rapporto nel tempo
Tecniche di coinvolgimento nei rapporti lavorativi
Tecniche di seduzione nel rapporto genitori-figli

Un corso per comprendere lo yoga

L’organizzazione del corso è a cura della Scuola Yoga Contemporaneo, Associazione sportiva dilettantistica associata al CONI e Affiliata a CSEN

https://yogacontemporaneo.it/formazione-insegnanti-yoga/

Il Corso Formazione Insegnanti Yoga è riconosciuto a livello nazionale dall’Ente Sportivo CSEN. Alla fine del corso i partecipanti possono avere la certificazione e conseguire il diploma nazionale di istruttore di yoga. Di 300 ore di pratica e Teoria (250 ore di istruzione a tempo pieno delle quali 120 ore di pratica) + 50 ore di studio individuale sui testi consigliati e sui materiali forniti. Il programma del corso soddisfa i requisiti delle organizzazioni internazionali di Yoga

L’essenza di 5000 anni di conoscenza: la scienza dei Veda

Questo corso è indicato non solo per chi vuole diventare un insegnante di yoga professionale, ma anche per chi vuole comprendere meglio lo yoga, da diversi punti di vista. L’apprendimento si sviluppa attraverso l’integrazione di diverse metodologie didattiche: lezioni frontali, pratica dello yoga, e-learning e studio individuale. Il corso ti insegna a gestire l’energia dell’intero gruppo. Al corso oltre la filosofia yogica si illustra non solo come costruire le sequenze delle asana e marketing dello yoga, ma anche a capire di cosa hanno bisogno gli studenti che parteciperanno  e offrire quello che  serve per il loro sviluppo. Si spiega realmente come rigenerarsi  continuamente, quali pratiche personali dobbiamo usare per gestire le energie.

Irina

INFORMAZIONI

A Chieri, da Novembre 2018 a giugno 2020, le lezioni si terranno un weekend al mese. La frequentazione del corsi permetterà di migliorare significativamente il livello della pratica personale, acquisire importanti conoscenze teoriche e fare esperienza nella conduzione di lezioni del gruppo di yoga. È previsto un colloquio preliminare.

SEDE DEL CORSO

Presso lo  Studio 5 C.so Matteotti, 8, Chieri (TO).  Alcune lezioni potranno essere svolte in altre sedi.Al termine del corso per conseguire il diploma di istruttore di yoga è necessario superare l’esame, teorico-pratico e la conduzione di una lezione in una classe o di una parte della stessa. L’Accesso agli esami finali è consentito solo agli studenti ammessi ai corsi per insegnanti di yoga, che non avranno superato il 10% delle assenze e avranno eseguito i compiti assegnatigli. E’  possibile conoscere gli insegnanti alle  lezioni. Il calendario completo è sul sito www.yogacontemporaneo.it/calendario 

E’ previsto aiuto continuo anche dopo il corso, supervisione e consultazioni, assistenza garantita 3 anni dopo il corso.

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INFO E ISCRIZIONI
Tel.+39 335.474980
Email: yogacontemporaneo.it@gmail.com

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PROGRAMMA E ORARI

Il corso prevede cinque sezioni di insegnamento: – Pratica di hatha yoga – Metodologie didattiche di insegnamento – Anatomia e fisiologia dello yoga – Filosofia ed etica – Pratica dell’insegnamento Le lezioni si svolgeranno una volta al mese (sabato e domenica) con orario 9,30 – 16,30 Il programma per ogni giorno 9:30 – 11:30 Pratica di hatha yoga 11:30 – 13:30 Lezione teorica 14:00 – 16:00 Lezione teorica 2 Sono previsti 16 incontri complessivi, otto week end da Novembre 2018 a Giugno 2019 e otto da Ottobre 2019 a Giugno 2020. SEDE DEL CORSO: Presso lo Studio 5 C.so Matteotti, 8, Chieri (TO) Alcune lezioni potranno essere svolte in altre sedi Calendario del 1° anno: 17-18 Novembre 8-9 Dicembre 19-20 gennaio 16-17 Febbraio 16-17 Marzo 20-21 Aprile 25-26 Maggio 15-16 Giugno

I benefici dell’aromaterapia

Tutto cominciò nel 1937 quando Rene-Maurice Gattefossé, artefice del termine aromaterapia e dell’omonimo libro, si curò una bruciatura con l’olio essenziale di lavanda, la sua diffusione e conoscenza si devono invece al chirurgo francese Jean Vainet che dopo la seconda guerra mondiale curava ferite e ustioni con gli oli essenziali estendendone poi l’uso anche ai disturbi psichici

L’aromaterapia, che possiamo considerare una parte della fitoterapia, utilizza piante aromatiche ed oli essenziali, questi ultimi possono essere definiti tali solo se provenienti da una sola specie botanica, se non sottoposti a processi chimici o privati di qualsiasi parte essenziale della pianta e se conservati in contenitori scuri, lontani dalla luce. La loro produzione, un vero e proprio processo alchemico, necessita di tecniche precise, come la distillazione o la spremitura a freddo. Sono sostanze volatili, ad evaporazione rapida,   ricche di proprietà curative, energetiche e profumate che non vanno confuse con le essenze, più facili da reperire e meno virtuose. Tra le azioni più importanti sia a livello fisico che psichico abbiamo la stimolazione dell’organismo, l’attivazione di varie funzioni, la rimessa in vigore e il riequilibrio dell’umore. Gocce di mandorle, nocciola o germe di grano per l’apparato gastro-intestinale, timo ed eucalipto per le vie respiratorie, gelsomino e mirra per la pelle secca mentre per quella grassa arancio, cedro, rosmarino e sandalo. Per un massaggio rilassante e rigenerante, bergamotto, limone, pino silvestre e pompelmo.

Le difficoltà di concentrazione possono essere affrontate con bergamotto, issopo, melissa e menta, mentre per la meditazione incenso, ginepro, mirto, rosa e salvia sono l’ideale. Rilassiamoci infine con gocce di arancio, geranio, lavanda, mandarino, rosa, salvia e sandalo. Oltre a rappresentare una visione e uno stile di vita moderni ed evoluti che vedono la relazione tra esseri viventi e ambiente circostante sempre più centrale, una concezione di convivenza armonica tra fauna e flora, farsi curare dalla natura, affidarsi alle proprietà benefiche delle piante, alle loro facoltà curative, senza per questo sconfessare totalmente i poteri della medicina tradizionale, si sta dimostrando un approccio vincente nella risoluzione di molte problematiche. Una pratica, insomma, che più che una alternativa può essere considerata un complemento, un elemento sussidiario alla scienza tradizionale, un cammino verso il benessere e la cura in piena solidarietà con la professione medica riconosciuta.

 

Gianni Colonna in mostra a Moncalvo

Dal 6 ottobre al 16 dicembre sarà aperta al pubblico la mostra dedicata a Gianni Colonna artista torinese, che ora vive in Monferrato, organizzata da Aleramo Onlus nel Museo Civico di Moncalvo con la presentazione di Giuliana Romano Bussola e Maria Rita Mottola. Gianni Colonna è singolare interprete del paesaggio monferrino  trattato attraverso il tema giorno notte in senso metafisico e di realismo magico. La collina, fissata in immagini di essenziale purezza spaziale, è silente, immobile e incontaminata nell’eterno ripetersi dei cicli e ricicli della natura dove gli opposti si riuniscono di continuo nel tempo; non compare figura umana a cui allude solamente la luce che esce dalla porta di casa. Ogni opera, qualunque sia il tema o il soggetto , ha il titolo giorno notte riportando alla memoria il Giorno e La Notte di Michelangelo artista da lui amato. Legato al figurativo, cultore della Bellezza di immagini durature nel tempo, sovrappone sue creazioni su precedenti dipinti dei grandi del passato come “Il riposo nella fuga in Egitto” di Caravaggio, La “Flagellazione di Cristo” di Piero della Francesca ed altre di Rembrandt, Velasquez, Gentileschi ma  anche di artisti più vicini a noi quali Morbelli, De Chirico, Balthus, Max Ernst. Per la prima volta in assoluto, è esposto nel Museo di Moncalvo un suo dipinto giovanile col tema del circo del periodo Blu e Rosa di Pablo Picasso.

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“La danza degli spiriti”, quando l’arte del Continente Nero unisce tradizione e modernità

Anna Alberghina e Bruno Albertino portano a Verona gran parte della loro collezione di arte africana in una mostra intitolata “La danza degli spiriti – Arte africana tra tradizione e modernità”, evento inserito nel programma del 38° Festival di Cinema Africano che si svolge nella città scaligera. La mostra, corredata da un catalogo, edito da Effatà Editrice, ricco di notizie e materiale illustrativo, sarà inaugurata sabato 6 ottobre prossimo alle ore 18 e terminerà il 9 dicembre. La sede è quella del Museo africano, nato nel 1938, una collezione permanente promossa e formata dal Missionari Comboniani, un allestimento ampliato e aggiornato di recente secondo i canoni più attuali, che vede l’uso anche di contenuti video

multimediali ad illustrare e riflettere intorno a momenti e problematiche della vita del continente, a quanto è ancora intimamente legato alle antiche tradizioni come a quel che ci possa essere di più diretto verso la modernità. Attività educative e interculturali all’interno del Museo promuovono nuove strade di conoscenza, che felicemente sboccano in una rete di eventi – visite guidate, degustazioni di cibi di diversa provenienza, promozione della cultura africana, proiezioni di film, concerti, spettacoli. I due collezionisti, già li abbiamo conosciuti su queste stesse pagine negli scorsi mesi, più o meno recenti, per le altre occasioni in cui hanno messo a disposizione dei visitatori – a Cherasco, a Carmagnola, a Rivoli e Oderzo, a Milano e a Spoleto, a Biella – il loro personale patrimonio artistico (composto attualmente di circa 400 pezzi, dei più differenti materiali, tra i quali quelli lignei, appartenenti a tutte le principali etnie del continente, datano dalla metà dell’800 alla prima metà del secolo scorso), sono medici e viaggiatori torinesi, che condividono da oltre trent’anni la passione per quel continente, per i suoi luoghi e i paesaggi, le culture e i riti, per le sue persone. Un patrimonio raccolto attraverso i viaggi e le acquisizioni, attraverso collezioni private e aste in gallerie europee e statunitensi e la ricerca continua sul campo, anche in angoli tra i più strani e impensati, appartati e lontani dai grandi itinerari, una passione via via cresciuta che li ha portati allo studio sempre più approfondito dell’arte del grande paese, con la cura di molte mostre di settore e la pubblicazione di svariati libri sull’argomento, tra i quali “Maschere d’Africa”, “African Style” e “Mama Africa”.

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A Verona, oggi, “La danza degli spiriti” apre un dialogo tra le sculture dell’Africa sub-sahariana e le opere di vari artisti africani contemporanei, in un continuo confronto tra passato e presente: dove il percorso di approfondimento è corredato da testi che accompagnano questo collegamento tra le tradizioni animiste, caratterizzanti le sculture di Otto-Novecento, e i riferimenti a questi contesti che possiamo trovare nel panorama delle arti contemporanee africane. Un dialogo che coinvolge maschere, feticci, figure di maternità e di antenato che popolano il complesso mondo religioso del continente, mai creati per un puro ed esclusivo fine estetico ma per consolidare il legame esistente tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti. Questi temi, fondamentali per l’arte africana, si ritrovano immutati, seppur arricchiti di nuovi contenuti, in quella degli artisti contemporanei. Che è composta da nomi per molti sconosciuti, racchiusi in una nicchia di esperti e appassionati, ma che occupa ormai da alcuni decenni l’attenzione del mercato non soltanto europeo. Colpisce lo stile surreale di Camille-Pierre Bodo, scomparso nel 2015, uno dei maggiori esponenti della pittura congolese, legato alla street art e alla pubblicità, mentre Moke fils affronta con ironia e il tratto della caricatura i personaggi e le strade di Kinshasa. Legate al mondo naïf le opere di Kamau “Cartoon” Joseph (nato nel 1976), estremamente colorato, con al centro la donna colta nei diversi momenti della vita. Tanti i rappresentanti della Scuola Tingatinga, nata in Tanzania nella seconda metà del XX secolo, nell’area di Dar es Salaam, artisti che nelle loro opere, in prevalenza rivolte a soggetti animali, utilizzano la sovrapposizione di strati di vernice industriale smaltata non diluita, raggiungendo una pittura lucida dove i contorni delle figure sono del tutto netti. E poi George Lilanga, anch’egli proveniente dalla Tanzania, che più di ogni altro ha saputo concretizzare la propria pittura sul mercato internazionale e che altrettanto più di ogni altro ha posto nei suoi quadri in equilibrio il bene e il male del continente, tra zone oscure e una fantasiosa voglia di vivere. Per finire con la istintiva pittura di Mohamed Tabal, di origini marocchine, coltivata a esprimere un universo onirico legato al mondo dell’infanzia e alla riscoperta di una religiosità che l’ha accompagnata. Ricordiamo in ultimo che sabato 10 novembre alle ore 16 verrà proposta una visita guidata alla mostra con la presenza dei curatori e collezionisti, mentre il giorno successivo (ore 11) gli stessi narreranno al pubblico le loro esperienze di viaggio.

Elio Rabbione

 

 Le immagini:

George Lilanga, “Dall’alto si vede più lontano”, acrilico su masonite, 60 x 60 cm, 1987

Camille-Pierre Bodo, “Hommage à la maman”, acrilico su tela, 69,5 c 49,5 cm, 2008

Particolare di statua Deblé femminile Senoufo, Costa d’Avorio

 

Giuliana Cusino e le sue donne calate nelle favole

Con “Donne vi voglio cantare” (facendoci riassaporare una buona aria trecentesca) Giuliana Cusino ha abbandonato per un attimo la curatela delle mostre altrui allestite all’interno di “Arte per voi” ad Avigliana e ha pensato a se stessa portando le proprie ceramiche raku in quel di Mantova, nella galleria “Arianna Sartori” (fino a giovedì 4 ottobre). Una ventina di opere, poste su tavola, un piccolo esercito femminile dove trovano posto forme e colori, nati in primo luogo da una spericolata fantasia, gioiosa e animata da suggestioni e leggende lontane, dal piacere della narrazione miniaturizzata in ogni singolo particolare, nell’espressione, nella piacevolezza dell’abito, nell’ambientazione, nei piccoli oggetti o animali chiamati a raccolta intorno a questo o quel personaggio, nei mestieri e negli strumenti; e poi da una tecnica maturata lungo le varie prove, dove l’impegno combatte con la difficoltà del materiale trattato, con gli incidenti di percorso e il caso che può stravolgere ogni risultato, con l’impervia strada della cottura, il tutto forse sconosciuto a quanti raramente abbiano avuto che fare con quanto diciamo. È il mondo della libertà, che incrocia fantasia e realtà e che richiede la perfezione del disegno, l’accostamento dei colori esatto, l’apporto mai banale. Il risultato è allegro, fascinoso, ti spinge a

riscoprire tempi antichi, abbandona il reale per trasportare chi guarda verso dimensioni inaspettate. E allora ecco “Griselda 2”, un busto di donna sulla cui sommità troneggia un favolistico cappello dove case e torri e merlature danno un senso di alto comando, o “Eleonora” dove la giovane protagonista, riccamente vestita ed elegante nella sua rossa acconciatura, non è un piccolo tronco quello che afferra ma una robusta forchetta “con cui si accinge a portare ogni cosa a cottura”, complice un grasso Martin Pescatore; o ancora Morgana, forse sognante dietro quegli occhi chiusi, alle prese con il suo liuto, su cui s’è appollaiato un gufo dietro cui si camuffa “il principe Benvenuto che potrà scegliere con calma la Principessa dei suoi sogni”. Favole, strani uccelli, principi e dame, sogni e pensieri in libertà, la fantasia dove tutto può succedere, un mondo incredibile, fatto di autentiche assurdità, che Cusino confeziona e regala con vera passione.

 

 

Elio Rabbione

 

 

“Eleonora”, ceramica raku su tavola, 67 x 74 cm, 2018

“Morgana”, ceramica raku su tavola, 55 x 65 cm,2018

 

 

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IL MATRIMONIO SECONDO GIVERSO

GIVERSO Gioielli si differenzia come un’antica gioielleria di una famiglia assolutamente unita per amore, esperienza e innovazione di un estro ormai oggi riconosciuto come unico, altamente qualitativo soprattutto per l’assoluto valore dei materiali

Le fedi di Giverso Gioielli sono tutte realizzate a mano in oro certificato etico Fairmined e conforme alla Chain of custody del RJC. Prima gioielleria certificata etica in Piemonte e seconda a livello nazionale (www.giversogioielli.it/responsabilita-etica – Giverso Gioielli : 78. Corso Bramante – Torino) . Quest’ultimo dettaglio li differenzia di gran lunga nel panorama del mercato orafo, dando loro grande unicità e altissimo livello di qualità. Con questo marchio che li contraddistingue, Giverso Gioielli sono davvero professionisti all’avanguardia, non solo precisi nel proprio lavoro ma anche attenti operatori sul mercato nel rispetto di coloro che lavorano nelle miniere, le più certificate, laddove non vige lo sfruttamento del personale addetto ai lavori e dove l’inquinamento estrattivo è ridotto ai minimi termini. Inoltre, tutte le fedi create da Giverso Gioielli appartengono ad un nome e portano con se’ una pergamena descrittiva che ne rileva il significato del nome. Una domanda piuttosto ricorrente, alla luce di un grande avvenimento quale il matrimonio e quella che dice : mi sposo….e adesso ? Quante, quante domande al sol pensiero della conquista di questa notizia. Alla ricerca allora della wedding planner d’assalto e di tutto quanto possa in qualche modo colorare di meraviglia questo avvenimento. Giverso Gioielli, risponde che le dicerie di strada come quelle dei salotti più eleganti, enunciano innumerevoli e squillanti definizioni rivolte al matrimonio. Generalmente pare che all’aggettivo “classico” si dia ormai un’accezione negativa . I giovani sposi come anche coloro , i più “diversamente adulti”, che sul matrimonio avevano e hanno già costruito storie infinite, fiorite e fantasiose da raccontare ai posteri, con gioie e dolori da giostrare a seconda delle situazioni, tendono ormai oggi a voler dare allo stesso una diversa connotazione, cercando quindi di organizzare “l’evento della vita” in modo meno convenzionale, dove originalità, stile e addirittura finalità dello stesso , possano divenire davvero non solo una nuova tendenza ma una risoluzione al volere più significativo e incontaminato. Il matrimonio è quindi per molte persone , si’ una “istituzione” estremamente tradizionale, ma per molte altre sta fortunatamente diventando un tramite all’apparenza statico nella sua modalità di riconoscimento, ma che invece si bea anche di un movimento più personalizzato, veloce, davvero alternativo e innovativo , con risultati a volte persino estremamente bizzarri, discutibili ma meravigliosamente autentici. Ci fu un tempo una sposa inglese ad esempio che balzò all’onore delle cronache perché predispose una dettagliatissima tabella di marcia delle nozze che prevedevano addirittura i tempi esatti in cui il suo futuro marito avrebbe potuto andare in bagno. Oppure, si racconta che una giovane sposa mise al collare dei suoi due deliziosi barboncini bianchi le fedi nuziali destinate al suo matrimonio, ma che a due passi dall’altare i due cani si misero ad abbaiare creando tra loro una rissa mai vista ,che finì poi in un fuggi fuggi generale, che andò a sfogarsi nella corte della chiesa con le fedi ormai scomparse tra l’acciottolato antistante. Ma vissero comunque felici e contenti, tutti! La storia della fede nuziale ad esempio ci porta ai concetti più autentici appartenenti a lealtà e fedeltà, per un anello che simbolicamente legherà due persone per tutta la vita. Non a caso fides in latino significa fede, anche se la sua prima e antica accezione si legò alla lealtà del cittadino romano alla sua amata patria e non alla fedeltà tra due persone che scelgano di unirsi spontaneamente nel vincolo del matrimonio in un amore eterno. E come il significato di fede cambiò in quell’epoca così remota, discostandosi dalla sua più antica definizione, perché non cercare di rendere differente anche la struttura della sua forma “classica”, oggi così convenzionale a tutti ma certamente poco considerata nella sua scelta, nel rispetto del suo vero significato di “amore”. Amore dovrebbe essenzialmente rappresentare la libertà delle scelte, la spontaneità del pensiero e della sua evoluzione, la carezza delle forme , dei colori e non solo nella loro unicità, ma nell’originalità e nell’autenticità di ciò che veramente vorremmo portare con noi per tutto il resto della nostra vita. Tendenzialmente quindi l’abolizione dei vecchi concetti legati al simbolo del matrimonio e non certo la dissacrazione dello stato di fatto che per nulla al mondo dovrebbe cambiare per tutti ma solo per coloro che lo desiderano, potrebbe divenire un tramite “leggero e amabile” di scelta, atto alla soddisfazione di coloro che amano disegnare o far costruire da altrui , maestri orafi e non solo, la loro fede nuziale. Per cui il risultato , la rivoluzione più innovativa, sarà la libertà del pensiero legato davvero al proprio volere e non a quello della convenzionalità più spicciola. Pochi sanno oltretutto che , nella lontana epoca romana, la fede veniva sì conferita ai coniugi come simbolo di unione matrimoniale, ma innanzitutto l’anello nuziale stava a rappresentare e a consolidare una forte protezione personale per avvalorare ulteriormente la forza di un esorcismo contro le tentazioni e gli attacchi di spiriti maligni che inducono all’adulterio. Per cui portarla sempre è una buona protezione oltre che un simbolo. Di ferro, argento, oro , oro etico, platino , o di qualsiasi altra lega, l’anello nuziale ha acquisito e conquistato ovviamente nel tempo e soprattutto nell’epoca attuale, un significato decisamente più nobile e veritiero di quello che aveva nell’antichità pagana , non appena la Chiesa lo costituì come simbolo di alleanza indissolubile tra i coniugi. Tutta una serie di motivi concatenati tra loro, ci portano quindi a pensare che la scelta di una fede nuziale non sia solo il risultato di una passeggiata tra le gioiellerie più o meno note del pianeta terra e neppure una ricerca alla “copia” migliore dell’originale ormai a tutti noi noto, ma diviene una sorta di premio raffinato, atto a coronare ulteriormente il grande evento del matrimonio . E’ una sorta di viaggio nell’anima e nello spirito che più ci appartengono, lontano dalle mode di massa e dalle solite convenzioni, protagonista assoluta della nostra consapevolezza più veritiera di ciò che davvero la nostra percezione più intima ci sussurra. La grande azienda Giverso Gioielli, ormai leader tra gli operatori del settore e sul panorama del pubblico torinese, porta i suoi sposi per mano in un mondo a parte, dove il viaggio per la vita diviene innanzitutto un credo etico e romantico , che non solo incentiva l’estro artistico dei suoi maestri orafi , ma che innanzitutto fa la differenza nella scontatezza di oggi e mette all’avanguardia la ricerca e la risoluzione più affascinante di domani.

Monica Di Maria di Alleri

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La Piazza, accoglienza da sogno e nuovo bistrot

Il Podere La Piazza gode di un panorama mozzafiato. E’ in una fortunata posizione vicino ad Asti e Alba
Accogliente e spazioso, il Podere dispone di 10 camere, una piscina esterna, un ampio giardino, un dehors ed un’elegante sala affrescata adatta ad eventi e cerimonie, oltre all’ampia sala eventi.  Importante e caratteristica è anche la cantina storica del 1700. La Piazza è circondato da curati vigneti, i quali rendono possibile la produzione di un’ottima Barbera.  A partire dal 26 Ottobre, data in cui si terrà l’inaugurazione, inizierà anche l’attività di Bistrot, con menù alla carta.
Podere La Piazza
D.ssa Michela Surano
Strada Piazza 4
Frazione Santa Margherita
14055 Costigliole d’ Asti ( AT )
Tel 0141/966267
Facebook: Podere La Piazza
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Moretti con “Santiago, Italia” chiuderà il Tff

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Il film di chiusura della 36.ma edizione del Torino Film Festival (23 novembre – 1 dicembre 2018) sarà “Santiago, Italia” di Nanni Moretti. Il film-documentario racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia. Prodotto da Sacher Film, Le Pacte, Storyboard Media e Rai Cinema. Il film uscirà al cinema giovedì 6 dicembre 2018 distribuito da Academy Two.