CASA DEL QUARTIERE DI SAN SALVARIO
via Morgari 14
CASA DEL QUARTIERE DI SAN SALVARIO
via Morgari 14
MOBILITAZIONE ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI IN 30 PIAZZE DAL 26 AL 28 OTTOBRE
Nel fine settimana dal 26 al 28 ottobre in oltre 30 piazze italiane saranno presenti tavoli di raccolta firme per sollecitare il Parlamento a calendarizzare la discussione in aula della proposta di legge di iniziativa popolare “Eutanasia Legale” e i Parlamentari all’adesione all’intergruppo per le scelte di fine vita. Tutte le informazioni su https://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/comunicati/eutanasia-ora-tornare-piazza/
Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni: “È necessario rendere obbligatoria la pronuncia del Parlamento sui disegni di legge di iniziativa popolare, con puntuale calendarizzazione – come recita il Contratto di Governo di Lega e Movimento 5 Stelle. Questo è il momento, dunque, di dare seguito a questo proposito. Ora infatti il Parlamento ha la strada spianata per affrontare finalmente il tema, e per discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale, depositata nel 2013, sull’esempio di quanto sta accadendo anche nel Parlamento spagnolo. Questa sentenza è un grande successo della nonviolenza e della disobbedienza civile, che trasmette a ciascuna e ciascun Parlamentare la forza necessaria per finalmente approvare buone regole per vivere liberi fino alla fine. Mi auguro che già da oggi arrivino nuove adesioni al nostro intergruppo per l’eutanasia legale e il finevita”.
L’avv. Filomena Gallo, segretario dell’associazione Luca Coscioni: “Quello della Corte costituzionale non è solo un rinvio, e meno che mai una decisione pilatesca, come alcuni affermano di ritenere. La Corte ha infatti evidenziato con ordinanza che l’attuale, che l’assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti”. La Corte ha dunque emanato una ordinanza di incostituzionalità accertata, ma non dichiarata, e ha indicato un termine preciso al Parlamento per emanare una legge. Se il Parlamento non farà la legge, la Consulta giudici interverrà con sentenza il prossimo 24 settembre 2019. Si tratta dunque di una decisione storica e senza precedenti da parte della Corte Costituzionale. Attendiamo le motivazioni, ma possiamo già dire che la Costituzione ha prevalso sulle istanze paternalistiche del codice penale del 1930 e sulla grave inerzia del legislatore, che nonostante le varie sollecitazioni, non si è mai determinato a regolare la materia del suicidio medicalmente assistito. La Corte ha esercitato a pieno il ruolo giudici delle leggi. E’ esattamente quanto la disobbedienza civile di Marco Cappato si prefiggeva”
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PIEMONTE
28 ottobre – Torino, dalle 11:00 alle 13:00, in Via Garibaldi angolo via San Dalmazzo (in caso di pioggia, via Roma angolo Piazza Castello). Nell’occasione si raccoglieranno firme anche per l’iniziativa dei cittadini europei “Welcoming Europe“.
Il Nursing Up: “Ora basta, si è arrivati ad un solo infermiere per 370 detenuti”
A Vercelli si sta trascinando da anni una situazione assurda e inaccettabile che non può più attendere per essere sanata. Si tratta della drammatica carenza di personale infermieristico assegnato alla Sanità Penitenziaria, presso la Casa Circondariale di Vercelli. Stiamo parlando di una realtà in cui, spesso, si ha un solo infermiere per 370 detenuti (quando la capienza massima della struttura dovrebbe essere di 230 unità). Una condizione di lavoro ingestibile, che si somma a gravi carenze strutturali e igienico-sanitarie, climatiche, organizzative e del lavoro in carcere. Tutto ciò senza la minima considerazione da parte della Direzione dell’Asl di tutti gli appelli inviati in passato. “Il Nursing Up denuncia la grave mancanza di risposte della Direzione della ASL di Vercelli nei confronti di questo enorme disagio più volte manifestato, cui costringe quotidianamente gli infermieri – sottolineaClaudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, sindacato degli Infermieri -. Nonostante la normativa regionale definisca i requisiti minimi di personale infermieristico stabiliti in rapporto al numero dei ristretti, secondo la DGR n. 29-3386 del 30 maggio 2016, con un organico di almeno due unità per una capienza massima di 230 detenuti. Invece, ed è gravissimo, a Vercelli sono mediamente presenti ben 370 persone e spesso un solo infermiere in servizio. Manca inoltre un coordinatore dedicato che, sempre secondo il modello organizzativo della Regione, dovrebbe fare riferimento al responsabile infermieristico del territorio che non c’è”.
“Decida Lei il giorno, io propongo il luogo. Se ci diamo appuntamento alle 13, credo che per le 13,50 potremo essere dentro”
In aula l’Assessora Cerutti ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di LeU Marco Grimaldi sulla chiusura della mensa universitaria Borsellino. Il 31 luglio del 2018 sono infatti giunti a scadenza il contratto di affitto tra il gestore della mensa e la società proprietaria – che ha in concessione tutta la residenza Borsellino – e la convenzione con EDISU. Benché la scadenza fosse nota da tempo, ciò ha determinato la chiusura della mensa, come paventato dagli studenti.
La mensa, situata nella Cittadella Politecnica (dove, secondo i dati più recenti, viene consumata più della metà dei pasti delle mense EDISU di tutto il Piemonte) e operante come esercizio convenzionato al fianco delle mense universitarie date in appalto da EDISU, garantiva quasi 500 pasti ogni giorno e circa 100mila in un anno (seconda in Piemonte per numero di pasti erogati). Si tratta di un numero importante, che negli ultimi due anni è cresciuto significativamente (41,5%) in risposta alle nuove tariffe approvate dalla Regione Piemonte con l’esplicito obiettivo di incentivare l’utilizzo delle mense stesse, aumentato infatti complessivamente del 46% rispetto al 2015/16. Tale politica ha prodotto pertanto numerosi vantaggi per gli studenti e ha ricondotto verso un cammino di crescita il servizio di ristorazione EDISU. La chiusura della mensa ha dunque lasciato circa 500 studenti senza pasto e 10 dipendenti senza lavoro. Inoltre, proprio come temevano i rappresentanti di Alter.Polis, ha fatto sì che tutti gli studenti del Politecnico e gli ospiti delle residenze Borsellino e Mollino fossero costretti a riversarsi su un’unica struttura di ristorazione, la mensa Castelfidardo, già pesantemente congestionata, compromettendo la tenuta del servizio di ristorazione nell’area della Cittadella Politecnica. La situazione sta infatti creando da giorni code lunghissime all’ora di pranzo di fronte alla mensa Castelfidardo, unica convenzionata con EDISU nell’area del Politecnico e sola struttura in cui sia possibile mangiare a prezzi calmierati. L’Assessora al diritto allo studio universitario ha annunciato che la convocazione di un tavolo di confronto con l’EDISU, il Politecnico di Torino, le organizzazioni sindacali e le associazioni studentesche avrà luogo non prima di un approfondimento sull’affluenza della mensa Castelfidardo, su un bando per la Borsellino andato a vuoto e su altri aspetti critici. “Già a giugno avevamo sollevato il problema con un’interrogazione. Gli studenti hanno ripetuto per mesi che non ci sarebbe stato bisogno di un monitoraggio per capire che la Castelfidardo sarebbe arrivata a saturazione. Così è stato, l’emergenza è già qui e ora. Per i ragazzi, ingolfati in code da 40/50 minuti, e per i lavoratori” – dichiara Grimaldi. – “La popolazione universitaria torinese è in continua crescita, gli iscritti a Torino residenti fuori regione sono quasi 34mila, con una crescita del 9% rispetto allo scorso anno. Sappiamo benissimo che per uno studente, tanto più se fuori sede, la mensa è un elemento discriminante. Magnifico Rettore, venga con me a pranzo. Decida Lei il giorno, io propongo il luogo. Se ci diamo appuntamento alle 13, credo che per le 13,50 potremo essere dentro”.
“La tutela della maternità è prevista dalla #legge194, quella che regola anche le norme sull’aborto, e che nell’ultimo periodo viene contestata da più parti. Tutto l’impianto della legge si basa sull’importanza di sostenere le donne attraverso i servizi socio-sanitari per aiutarle a una maternità consapevole e il più possibile protetta. E’ giusto che sia così e che lo Stato faccia ancora di più per tutelare le donne e i loro figli. Ma non possiamo dimenticare che quella stesse legge garantisce il sacrosanto diritto di scelta, che può essere quello dell’interruzione volontaria di gravidanza. Un diritto conquistato con fatica e anni di lotte e che nessuno, oggi, può permettersi di mettere in discussione”. Lo afferma la consigliera regionale di Movimento Libero Indipendente, Stefania Batzella, in un post su Facebook commentando la notizia che, dopo Verona e Ferrara, anche in consiglio comunale a Roma verrà discussa una mozione sulla legge 194 contro il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza.
“Ho pronto un emendamento, che proporrò di introdurre nella manovra, per abbassare quantomeno al 10 per cento l’Iva sulle prestazioni veterinarie (oggi sottoposte all’aliquota massima)”. Lo dice l’on. Michela Vittoria Brambilla, Fi, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, commentando la decisione del governo spagnolo di ridurre al 10 per cento l’Iva sulle prestazioni veterinarie: la misura produrrà minori entrate per 35 milioni di euro, da compensare con i proventi della tassazione ambientale.“Del ruolo sempre maggiore che il rapporto con gli animali d’affezione ha nella nostra vita quotidiana – avverte l’on. Brambilla – lo Stato purtroppo si ricorda soprattutto quando si tratta di far cassa: alle cure veterinarie si applica l’aliquota Iva massima, mentre le detrazioni previste sono così basse da rasentare l’irrilevanza, praticamente una presa in giro. Già nella scorsa legislatura – prosegue la parlamentare – primi tra tutti avevamo denunciato questo stato di cose, individuando possibili rimedi. La strada maestra, riproposta anche in questa legislatura (AC25), sarebbe a nostro avviso quella dell’esenzione dal pagamento dell’Iva di tutte le spese veterinarie in favore di animali legalmente registrati. La riduzione sostenuta dal governo spagnolo ci incoraggia ad insistere, per vedere attuato concretamente, in prospettiva, il principio dell’ ”one health”, sancito dall’Organizzazione mondiale della sanità, dall’Organizzazione mondiale della sanità animale e dalla FAO: la salute è una sola, umana e animale”.
Alla Leopolda, luogo nel quale si riunisce da 9 anni la corrente di Renzi ( che controlla il Pd ) si è discusso come se alle nostre spalle non ci fossero il 4 marzo e le sconfitte subite alle amministrative e al referendum. Del resto questa è la strategia di Renzi che ha potuto dispiegarsi perché i suoi uomini controllano i ” gangli ” vitali del Partito: le Presidenze del Partito e dei gruppi parlamentari. La strategia di Renzi era chiara: prendere tempo, rinviando il congresso per annacquare le proprie responsabilità e impedire che se ne discutesse . Ci è riuscito anche per responsabilità dei suoi oppositori interni. L’importante era far calare il sipario sulle scelte compiute in questi anni che sono la causa del disastro, un disastro peraltro largamente annunciato. Alla Leopolda è andato in onda lo stesso film. Se la sono cantata e se la sono suonata. Non sono mancati gli effetti scenici, ma che tristezza e se mi è consentito che arroganza e presunzione. Si è parlato del governo giallo-verde e del fatto che ci porterà a sbattere, dimenticandosi che è nato anche perché Renzi ha impedito che si aprisse un confronto tra pd e 5 Stelle; cosa che ha fatto non già discutendone in qualche organismo di partito, ma ponendo il diktat da Fazio, ospite alla Leopolda. Si è proposta una contromanovra che forse sarebbe spettato al Pd avanzare in occasione del Forum del pd che si svolgerà nei prossimi giorni; per di più alla presenza di Pier Carlo Padoan, Ministro tecnico indicato da Napolitano e convertitosi al renzismo. Si è proposto da vita ai Comitati di Resistenza Civica che saranno costituiti in tutto il Paese, che risponderanno a Renzi e che i maligni considerano l’embrione di un nuovo Partito che Renzi sarebbe pronto a fondare se perderà il controllo del Pd o se le europee andranno peggio del previsto. Ma soprattutto alla Leopolda si è discusso come se Renzi avesse deciso di scendere in questo momento nell’agone della politica e si trattasse, con una coraggiosa proposta di rinnovamento delle idee, del Partito e della leadership, di reagire ad una serie sconfitte e se queste sconfitte non fossero state subite proprio da Renzi. Nessuno tra i presenti che si sia alzato per dire: ” scusate è tutto giusto quello che dire contro il governo attuale , ma perché siamo passati al 18%, perché noi che eravamo al governo e che ci eravamo con Renzi abbiamo perso il referendum e perché abbiamo perso tutte le elezioni amministrative?” Si é trattato di Minestra riscaldata o di una operazione di maquillage politico, ma la sostanza non cambia.
Wilmer Ronzani
Numerosi i partecipanti provenienti da tutta Italia, testimonianza che un’altra politica è oggi possibile, una politica fatta di dialogo, di incontro e di pensiero. Una politica capace di mettere al centro la cultura, dopo anni di deculturizzazione massiccia Nazione Futura propone una ricetta controtendenza, dare voce ad una politica pensata capace di offrire uno spazio di discussione attorno al quale coagulare idee e progetti. Tanti gli intellettuali ed i pensatori intervenuti Corrado Ocone, Giovanni Orsina, Marcello De Angelis, Diego Fusaro solo per citarne alcuni. Tanti gli spunti di riflessione e le idee poste in discussione, in primis ci siamo interrogati se esiste o no oggi, uno spazio per le vecchie categorie ideologiche destra e sinistra, categorie che appaiono sempre più superate nei fatti, dal contrapporsi di due visioni del mondo e della società, una sovranista e conservatrice ed una mondialista riformista. Ma ancor di più ci siamo interrogati sull’importanza e la centralità della cultura e in particolare della cultura di destra con i suoi valori e la sua tradizione. Nazione futura cresce sempre più e lo fa con la consapevolezza che il cammino è ancora molto lungo ed impervio, ma forti ed animati da una sana passione e giovanile entusiasmo, di certo non molleremo e proseguiremo con il nostro lavoro culturale a servizio della politica e del nostro Paese. Un grazie va al nostro Presidente il giovanissimo editore Francesco Giubilei e a tutto il Direttivo Nazionale.
Ferrante De Benedictis
Vicepresidente Nazionale Nazione Futura