TRIBUNA- Pagina 121

Elide Tisi: “Riaprite l’ospedale Valdese”

 

 

elide-tisiI progressivi tagli alla sanità regionale mettono a rischio l’assistenza post ospedaliera per centinaia di pazienti. A denunciarlo sono il vicesindaco Elide Tisi  intervenuta alla riunione della “Conferenza sanitaria cittadina”, convocata per affrontare i temi legati alla programmazione immediata delle attività ospedaliere e territoriali, alla presenza dei direttori generali delle Aziende sanitarie torinesi.

La situazione delle strutture che hanno il dovere di assicurare la salute ai torinesi è estremamente critica – hanno sottolineato il vicesindaco e i presidenti delle Circoscrizioni -. Da parte del governo regionale si susseguono atti normativi e di indirizzo che penalizzano e paralizzeranno la sanità pubblica. Sempre più i percorsi assistenziali sanitari e socio sanitari sul territorio sono insufficienti a rispondere ai bisogni dei cittadini, e vi è una grave incapacità di pianificare reali riconversioni di risorse per garantire risposte appropriate e tempestive. In particolare chiediamo all’assessorato regionale alla Sanità di rivedere immediatamente le decisioni assunte il 4 febbraio, con la quale vengono ridimensionati servizi essenziali a tutela soprattutto dei cittadini più fragili, come gli anziani, anche in relazione agli accordi intercorsi con il Ministero al Tavolo Massicci.

Nel corso della riunione sono stati segnalati i disagi effettivi cui vanno incontro i pazienti che necessitano di interventi di post acuzie, che se dimessi dai reparti ospedalieri si ritrovano nella reale impossibilità di proseguire le cure in strutture dedicate, prima di poter fare ritorno a casa o in una struttura residenziale, a causa della mancanza di una adeguata previsione di utilizzo della rete di posti letto di continuità assistenziale, con il conseguente intasamento dei reparti ospedalieri, sovraffollamento dei pronto soccorso degli ospedali cittadini e aggravio per i malati e le famiglie.

I posti letto da destinare ai percorsi di post acuzie in città ci sono: sono oltre tremila, distribuiti tra strutture pubbliche e private, anche perché il Comune di Torino ha promosso negli ultimi anni un robusto piano di sviluppo per dotare la città della possibilità di rispondere alle esigenze dei propri cittadini con 1200 nuovi posti letto, già realizzati per oltre il 50%. Il fabbisogno stimato di continuità assistenziale a Torino è di 495 posti letto: il provvedimento regionale ne riconosce 240, prevalentemente fuori città. La Conferenza sanitaria cittadina accusa la Regione di “scarsa volontà di confronto sui percorsi socio sanitari e sulle prospettive di ambiti fondamentali per la tutela della salute delle persone più deboli, con gravi rischi che l’incapienza della filiera dei servizi sanitari possa avere risvolti drammatici”.

La Conferenza sanitaria ha approvato un piano elaborato dalla Città e dalle Aziende sanitarie che è stato trasmesso all’assessore regionale Cavallera, nel quale – a partire dai reali fabbisogni di continuità assistenziale – si articola in un triennio lo sviluppo progressivo dei posti letto dedicati. Il vicesindaco Elide Tisi e il presidente della Circoscrizione 8, Mario Cornelio Levi, hanno inoltre chiesto l’immediata riapertura del presidio sanitario Valdese per rispondere alle emergenze a cui quotidianamente sono chiamati a far fronte gli ospedali torinesi.

 

(mge – Ufficio stampa Città di Torino – Foto: Comune di Torino)

 

 

Sergio Chiamparino: “Il Pd fa le sue valutazioni, io le mie”

 

chiampa foto comune“Per ora l’unica scelta che ho fatto è stata quella di rendermi libero e disponibile. Ora spetta al Pd, che con le primarie di oggi avrà un nuovo assetto, fare le sue valutazioni così come io farò le mie”.

 

Così Sergio Chiamparino all’Ansa, a proposito della sua candidatura alla guida della Regione Piemonte.

 

“Le primarie di oggi – ha detto – daranno al Pd un nuovo segretario. Bisognerà quindi riunirsi, discutere e fare le valutazioni del caso”. 

 

(Foto: www.comune.torino.it)

Mario Carossa (lega Nord): “Legge sulla montagna, che brutto atteggiamento il Pd”

carossa“Come al solito l’opposizione di sinistra cerca di strumentalizzare i fatti distorcendo la realtà. Se c’è qualche cosa di brutto sulla legge per la montagna è stato solo il comportamento del Pd che ha cercato, partendo dalla legge Maccanti di cui il provvedimento odierno è figlio, di cambiare tutto per non cambiare nulla. Ad esempio facendo ostruzione per abolire le comunità montane solo di nome ma non di fatto, infischiandosene delle necessarie razionalizzazioni da mettere in atto. Se nella legge licenziata oggi ci sono delle migliorie questo è un vantaggio per i piemontesi. I tentativi del Pd di fare polemica sono quantomeno ridicoli”. Lo ha affermato il Presidente del Gruppo regionale della Lega Nord Mario Carossa, commentando l’approvazione in commissione della nuova legge sulla montagna.

Carossa ha poi aggiunto: “Un esempio delle falsità delle dichiarazioni del Pd è sul fondo per la montagna, il quale era già previsto dalla legge 11 e cioè il provvedimento Maccanti. Una legge che in realtà non è stata affatto stravolta, ma è mutata solo nell’individuazione delle unioni quale unico strumento associativo. Correttamente, infatti, non sono stati innalzati i limiti demografici minimi che consentono di costituire piccole aggregazioni rispondenti alle esigenze del nostro territorio”.

Lubatti e Masini: “Manutenzioni stradali, situazione critica”

cantieriClaudio Lubatti, Assessore ai Trasporti, Viabilità, Infrastrutture del Comune di Torino e Paolo Masini, Assessore allo Sviluppo delle periferie, infrastrutture e manutenzione urbana del Comune di Roma, ritengono doveroso ricordare, di fronte agli attacchi mediatici subiti da Paolo Masini di Roma Capitale sul tema manutenzione strade dopo gli eventi alluvionali delle scorse ore, che tutti i Comuni si trovano in una situazione critica per le risorse disponibili e tutte le Pubbliche Amministrazioni faticano a reperire le risorse necessarie per gli interventi di ripristino manto stradale.

Occorre ragionare a livello centrale sull’importanza di fondi destinati a questo genere di interventi e definire strategie che aiutino le Amministrazioni Locali ad intervenire tempestivamente con attività di cantiere che garantiscano adeguati livelli di sicurezza delle strade. Le risorse trasferite ai Comuni negli ultimi anni si sono ridotte drasticamente con una conseguente ricaduta in termini di lavori effettuati per la manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio. In alcuni casi parliamo di una disponibilità di risorse che è pari a 1/4 rispetto al 2006. Il Patto di stabilità blocca la spesa dei Comuni e impedisce di realizzare opere determinanti per una corretta gestione del territorio. Tutto questo ha un impatto notevole sulla vita quotidiana dei cittadini in termini di sicurezza e qualità della vita

“Chiediamo con forza la disponibilità di maggiori risorse, alzando il tetto dei mutui stipulabili dalle città, da destinare alle spese per la sicurezza e manutenzione delle strade, per l’edilizia scolastica e per la prevenzione ed il risanamento idrogeologico”.
“Questo servirebbe per dare prime risposte ai cittadini e consentire banalmente di percorrere in maggiore sicurezza le nostre strade, mandare i nostri bambini a scuola in un ambiente sicuro e preservare il nostro territorio da eventi drammatici per il nostro territorio”.

 

 (e.v.) Ufficio stampa Città di Torino

(Foto: il Torinese)

L’Arcivescovo incontra i rifugiati

arcivescovo

Venerdì 3 gennaio  mons. Cesare Nosiglia ha incontrato i rifugiati ospiti del centro «Casa del Mondo Unito» di Via Negarville. Dopo la visita dei mesi passati in alcune delle case occupate dai rifugiati in via Paganini e nelle palazzine dell’ex Moi di via Giordano Bruno, l’Arcivescovo ha incontrato gli ospiti del centro del Comune, che ha una capienza di oltre 100 persone ed è gestito dalla cooperativa Esserci. Il Centro rientra nei posti coperti dai fondi delle diverse progettualità della Città di Torino (fondi Morcone e Sprar). Non vi è un conteggio preciso dei rifugiati residenti in città, ma mediamente, in situazioni di normalità, ogni anno le nuove domande d’asilo presentate alla Questura di Torino si aggirano sulle 500 unità. Con l’introduzione della residenza fittizia e personale si riusciranno a censire tutte le presenze dei rifugiati in città, indipendentemente da chi è accolto all’interno di programmi o chi vive in case occupate.

Fino ad aprile 2014 la città ha a disposizione 250 posti finanziati con i fondi Morcone, invece i posti finanziati dal Programma nazionale Sprar, del trienno 2011/2013 sono scaduti a dicembre 2013, mentre per i nuovi del triennio 2014/2016 la lista ufficiale a livello nazionale non è ancora uscita. Le persone per cui la città ha presentato richiesta dei fondi Sprar sono 224: i posti sono destinati ai nuovi arrivi via mare e non potranno accedervi le persone che precedentemente hanno usufruito di altri programmi di accoglienza locali o nazionali e che oggi sono nelle case occupate. Sono circa 600 le persone attualmente presenti nelle 7 diverse case occupate di Torino. I posti dello Sprar sono cresciuti a livello nazionale da 3.000 a 16.000. In ogni caso, pur considerando l’aumento della disponibilità che garantirà accoglienza per i nuovi arrivi, purtroppo esiste un arretrato di mancanza di posti e difficoltà di reale inserimento lavorativo, che ha creato una fascia di marginalità sociale che non si riuscirà ad assorbire in breve tempo.

All’incontro erano presenti con l’Arcivescovo anche il Vicesindaco della Città di Torino, Elide Tisi, il direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti, Sergio Durando, e il presidente della cooperativa Esserci Guido Geninatti. Il Vicesindaco Tisi ha dato il benvenuto e illustrato i programmi di accoglienza della città. Mons. Nosiglia ha visitato la struttura e incontrato i responsabili, ma soprattutto ha desiderato incontrare i rifugiati ospiti nella casa per sentire le loro esperienze.

(www.diocesi.torino.it)

Risorse per gli affitti, il bando a febbraio

ARCHITETTURA

Via libera dalla Giunta comunale alla predisposizione del bando che, attraverso il “Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione”, metterà a disposizione delle famiglie risorse economiche per aiutarle a sostenere le spese relative all’affitto di casa. Le domande saranno raccolte da lunedì 3 febbraio a lunedì 3 marzo, presso il centro che sarà allestito nei locali di corso Peschiera 193, sede della Circoscrizione 3.

Potranno farne richiesta pensionati e lavoratori dipendenti, soggetti con invalidità pari o superiore al 67 per cento e lavoratori in mobilità o licenziati nel 2012 e che, alla data del 28 novembre 2013, siano ancora in attesa di occupazione. Tra gli altri requisiti richiesti, un reddito annuo (riferito all’anno 2012) non superiore a 12mila 506 euro con incidenza del canone di locazione superiore al 20 per cento, avere un contratto di locazione regolarmente registrato ed essere residenti da almeno dieci anni in Italia o da almeno cinque in Piemonte.

Non potranno invece accedere al fondo i locatari di case di lusso, gli assegnatari di alloggi di edilizia sociale, i titolari di diritti proprietà (salvo che si tratti di nuda proprietà), usufrutto, uso e abitazione su uno o più immobili di lusso ubicati in qualunque località del territorio nazionale e, nel caso di immobili di categoria A3, nella provincia di Torino. La Regione Piemonte ha destinato complessivamente al Fondo 12 milioni di euro e, di questi, almeno 4 milioni dovrebbero andare alla città di Torino (la ripartizione delle quote avverrà sulla base del numero delle domande presentate). In occasione dell’ultimo bando, nell’anno 2012, a Torino erano state presentate 7mila e 500 domande.

(Ufficio stampa Comune di Torino)

 

Forconi, esiste anche il diritto a non scioperare

porchietto

“Esiste anche il diritto a non scioperare” a dichiararlo l’assessore regionale al Lavoro Claudia Porchietto commentando lo sciopero dei Forconi.

“In un momento di crisi quale quello attuale – ha spiegato l’esponente della Giunta Cota –, dove una giornata di incasso può fare la differenza, è giusto che si rispetti la libertà di tutti. Anche di chi ha deciso di non aderire alla serrata. È una questione di rispetto e di solidarietà. In questi giorni  ci sono stati ripetuti atti di violenza e minaccia che non sono né accettabili né tollerabili in un Paese civile”.

Porchietto ha concluso: “Le azioni di guerriglia alle quali abbiamo assistito, alcune masochiste visto che si traducono in nuovi costi per i cittadini stessi, devono però dare uno scossone alla politica nazionale e europea. Esiste una tensione sociale che la politica ha il dovere di governare rispondendo con la forza delle riforme e di misure concrete per il rilancio del Paese”.

Finalmente una buona notizia: nessun precario della Regione a casa

cerutti“Questa volta dobbiamo riconoscere l’impegno dell’assessore Vignale, che ha cercato di contenere i danni provocati da una circolare diramata giovedì scorso dal dipartimento nazionale del Ministero alla Funzione Pubblica, che ha di fatto stralciato l’emendamento approvato al Senato, cui si derogava ai tetti sulle assunzioni imposte dalla legge. La soluzione trovata ci sembra un accettabile compresso: nessuno dei lavoratori precari rimarrà a casa. Questa mattina ci è stato infatti illustrato in Commissione Bilancio il Piano Occupazionale della Regione prima della sua approvazione in Giunta.

Questo Piano prevede per il primo gennaio 2014 la stabilizzazione di personale precario operante presso l’ente mediante assunzione a tempo indeterminato a part-time al 50% di 156 unità. Per i rimanenti 37 precari viene proposta la proroga dei contratti a tempo determinato full time, utilizzando per 10 di questi  fondi europei. I criteri con i quali verranno verranno destinate le persone a part time e full time dipenderà dai fabbisogni lavorativi, ma anche dai carichi familiari. Così ha spiegato l’assessore. Noi verificheremo le modalità di applicazione del Piano, nonchè rimandiamo a gennaio la discussione sui dirigenti e direttori, rispetto alle cui scelte, al momento solo annunciate, non siamo affatto soddisfatti”.

“Le idee di Mandela vivranno oltre la sua scomparsa”

fassino piero“Con la morte di Nelson Mandela scompare la corporeità – non la simbologia indomita – di un uomo che ha fatto della propria vita una missione di battaglia all’apartheid e per la libertà. Come è stato per Martin Luther King, con la sua scomparsa non tramonta la forza dolente e implacabile di una idea di giustizia e di equità che – almeno un po’ – ha migliorato il mondo”.

 

E’ quanto ha dichiarato il Sindaco di Torino Piero Fassino. Cittadino onorario di Torino, Mandela sarà ricordato con un momento di raccoglimento in Consiglio Comunale e la Città, fino a lunedì, abbrunerà la bandiera in segno di lutto.

(Foto: www.comune.torino.it)