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Assunzioni infermieri e Oss in Piemonte? Il Nursing Up: “I lavoratori in uscita sono molti di più dei nuovi assunti”

 

 “Così si rischia di mettere ancora più in crisi il sistema sanitario”

Il sindacato degli infermieri Nursing up lancia l’allarme: “I progetti di assunzione di infermieri e Oss in Piemonte, che sono stati cristallizzati dall’accordo siglato tra le rappresentanze sindacali e la Regione della fine dello scorso anno, vanno ad un incredibile e inaccettabile rilento, tanto che invece di realizzarsi un processo di aumento del personale impiegato negli ospedali e nelle aziende sanitarie del territorio, si sta assistendo al fenomeno opposto. I licenziamenti, i colleghi che lasciano il lavoro per svariati motivi, le uscite, sono decisamente superiori ai nuovi assunti in Piemonte. Un fenomeno che, se non fermato subito, porterà ulteriori possibili problemi ad un sistema sanitario che ha già il personale ridotto all’osso”.

“L’allarme al nostro sindacato arriva da tutto il territorio piemontese. Non si vedono assunzioni reali: le 1500 assunzioni promesse con concorso per ora sono un miraggio e tutte le procedure per il bando o vanno a rilento o proprio non sono partite. Gli unici contratti offerti dalle Aziende sanitarie sono a tempo determinato al massimo per sei mesi, in contrasto con lo spirito dell’accordo regionale che prevedeva sì assunzioni a tempo determinato per tamponare la situazione difficilissima degli organici, ma con contratti fino a 36 mesi che nessuno ad oggi ha proposto.

Il Nursing Up, sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie, denuncia una “situazione stagnante sul fronte assunzioni che non solo non attua i principi dell’accordo con la Regione, ma rischia di creare seri danni al sistema sanitario assottigliando ancora di più gli organici visto che le uscite di lavoratori sono maggiori dei nuovi arrivi”.

Il segretario regionale Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta, Claudio Delli Carri attacca: “Il nuovo anno è già iniziato da un mese e del nuovo bando assunzioni non si sa nulla. Nel frattempo, le aziende sanitarie propongono inaccettabili contratti a termine di sei mesi che, ovviamente, nessun infermiere o Oss gradisce a fronte di una sempre maggiore emorragia di persone che lasciano il posto di lavoro nelle strutture pubbliche. Si tratta di una situazione assurda, che non pensavamo potesse accadere visto l’accordo siglato in Regione. Quando, in sede di trattativa, avevamo acconsentito all’utilizzo di contratti a tempo determinato, in attesa del concorso assunzioni, lo avevamo fatto a patto che i contratti fossero fino a 36 mesi. Di questo passo rischiamo anche di perdere per strada i 450 neolaureati di novembre 2023 che hanno proposte davvero poco appetibili da quando hanno terminato il loro percorso di studi e sono da due mesi fermi in attesa d’occupazione. Professionisti che ora guardano altrove”.

“Inoltre – prosegue Delli Carri – ad oggi, di reinternalizzazione dei servizi non se ne parla più, anzi, di questo passo, con sempre meno personale, le Aziende sanitarie potrebbero pensare ad esternalizzare altri servizi. La situazione sta diventando davvero difficile con sempre meno infermieri e Oss al lavoro che in compenso devono affrontare turni sempre più lunghi e duri per l’assenza di personale adeguato. Un quadro che preoccupa moltissimo, anche perché i tempi del concorso assunzioni appaiono lunghissimi visto che nessuno s’è mosso. Urge che la Regione prenda con decisione la situazione in mano e intervenga sulle aziende per invertire il fenomeno del saldo negativo tra chi lascia il lavoro e chi viene assunto. Il rischio di mettere ancora di più in difficoltà il sistema è serissimo. Anche perché nemmeno sul fronte stabilizzazioni nulla si è mosso, anzi, a quanto ci risulta le varie Aziende sanitarie piemontesi devono ancora trasmettere ad Azienda Zero le graduatorie su cui articolare le stabilizzazioni. E allora che si vuole fare? Che cosa si aspetta a mettere in atto quanto concordato al tavolo con i sindacati? Dobbiamo pensare che all’atto pratico le tante promesse di questa Giunta regionale rimangano tali? Pretendiamo azioni rapide. Se non avremo a breve segnali d’inversione di tendenza sulle assunzioni siamo pronti a mettere in atto tutte le forme di protesta che la normativa ci consente”.

Pnrr, la Regione: “Avviato il 99,9 per cento dei progetti, quasi il 70 per cento in corso o completato”

«E’ stato avviato il 99,9 per cento dei progetti Pnrr su cui la Regione Piemonte ha competenza diretta. Di questi quasi il 70 per cento è già in corso o completato: una fotografia molto positiva che conferma le buone performance del Piemonte nel rispetto della tempistica e nella realizzazione dei lavori. In particolare è già concluso il 50 per cento dei progetti finanziati dalle misure per l’istruzione e la ricerca.
Per quanto riguarda gli interventi della sanità è già concluso il 20 degli interventi e il 70 è in corso: trattandosi di interventi importanti per la salute dei cittadini, abbiamo assegnato alle Asl scadenze più stringenti rispetto a quelle imposte dallo Stato per avere ulteriori garanzie di rispettare i tempi e scongiurare ritardi. Siamo stati tra i primi ad avviare un sistema di monitoraggio interno per garantire il controllo costante su andamento, scadenze e livello di raggiungimento degli obiettivi e, nel caso, individuare tempestivamente eventuali criticità, facilitandone la successiva gestione».
Lo dichiara il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, al termine dell’audizione di fronte alla Sezione di controllo della Corte dei Conti per illustrare i risultati del monitoraggio sull’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, effettuato dagli uffici regionali prendendo in esame i dati aggiornati al 31 dicembre 2023.
Il Pnrr assegna al Piemonte 1,6 miliardi di euro per l’attuazione di 976 interventi su cui la Regione esercita una competenza diretta, è soggetto attuatore o risulta essere l’ente coordinatore e supervisore rispetto all’attuazione e alla rendicontazione.
Il monitoraggio realizzato dalla Regione evidenzia che è stata avviata la quasi totalità dei progetti, il 99,93 per cento, corrispondente al 99,98 per cento delle risorse assegnate, è già completato il 13 per cento degli interventi e il 55 è in corso di realizzazione. La Regione ha peraltro stabilito di separare la fase di avviamento, che riguarda la progettazione e le procedure, da quella dei cantieri in corso, in modo da avere una fotografia ancora più puntuale dello stato di attuazione.
In particolare:
Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo:
Risultano avviati il 99,73 per cento dei 367 progetti, corrispondente al 99,53 per cento degli 80 milioni di euro assegnati. Sono in corso interventi per la metà delle risorse assegnate, gli altri sono in avvio nei prossimi mesi.
Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica:
E’ stata avviata la totalità dei 199 progetti, finanziati con 340 milioni di euro. Di questi il 45 per cento è concluso o in corso.
Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile:
Sono in corso tutti gli interventi per un valore di oltre 140 milioni di euro, in particolare quelli sulla Torino-Ceres appena aperta al traffico ferroviario fino a Germagnano, e sulla linea Canavesana per opere di sicurezza e adeguamento, tra cui l’abbattimento dei passaggi a livello.
Missione 4 – Istruzione e ricerca:
Già concluso il 50 per centro dei progetti, l’altra metà è avviato per un totale di oltre 30 milioni di euro.
Missione 5 – Inclusione e coesione:
E’ già concluso il 20 per cento degli interventi ed è in corso il restante 80 per cento per un totale di 363 progetti, finanziati con oltre 204 milioni di euro
Missione 6 – Salute:
Sono stati avviati tutti i 430 progetti di questa misura, finanziati con circa 800 milioni di euro. E’ già in corso il 70 per cento degli interventi, pari a oltre l’80 per cento delle risorse ed è concluso il 20 per cento. In particolare per quanto riguarda le Case di Comunità, sono già stati firmati i contratti di appalti per 71 delle 82 strutture previste dal Pnrr, e in 22 sono già in corso i lavori. Lavori partiti anche in 9 ospedali di comunità, mentre per quanto riguarda le Cot, le centrali operative territoriali, 26 sono state completate e in funzione, 7 con lavori oltre il 90 per cento.
«Questi numeri confermano che il “cantiere Pnrr” è in pieno svolgimento e che il Piemonte si conferma Regione virtuosa nella spesa dei fondi pubblici e nel suo monitoraggio – ha aggiunto il presidente Cirio – a cui lavorano i nostri uffici, grazie anche alle azioni di controllo collaborativo con la Corte dei Conti, e insieme alla Guardia di Finanza con cui abbiamo già condiviso un protocollo che sarà sottoscritto nelle prossime settimane. Il Pnrr rappresenta per il nostro territorio una grandissima opportunità che impegna tutti noi all’oculato uso delle risorse che sono davvero un investimento per il futuro e per lo sviluppo del territorio».
Il monitoraggio costante dei progetti è disponibile sul sito internet della Regione Piemonte – pnrr.regione.piemonte.it – da oggi on line in una versione rinnovata che consente, per ogni progetto, di conoscere dettagli, risorse, soggetti coinvolti e lo stato di avanzamento.
Il sito è stato concepito per diventare uno strumento di consultazione completo, aggiornato e intuitivo per cittadini, enti locali e imprese, in cui trovare informazioni sullo stato di avanzamento dei progetti, la loro localizzazione e sulle opportunità di finanziamento attive.
La sezione dedicata ai bandi viene infatti aggiornata ogni quindici giorni e fotografa tutti bandi, avvisi e gare del Pnrr, sia a livello regionale sia a livello nazionale, rivolte a enti locali, imprese, terzo settore e cittadini. L’utente può filtrare le opportunità selezionando la missione di appartenenza, la scadenza prevista e i soggetti a cui sono rivolte, con la certezza di individuare facilmente le informazioni di proprio interesse.

Agricoltori in piazza “contro le follie dell’Unione Europea”

Coldiretti: da Torino un centinaio in viaggio verso Bruxelles

 

Sono circa un centinaio gli agricoltori del Torinese che hanno risposto all’appello alla mobilitazione lanciato da Coldiretti per una grande manifestazione di Bruxelles per fermare le politiche europee che minacciano l’agricoltura italiana.

«Una chiamata a raccolta organizzata in Europa, dove serve fare sentire, forte, la voce delle nostre aziende agricole – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Una mobilitazione in vista del Vertice europeo che sta avendo una grande risposta da parte dei nostri soci, a dimostrazione di quanto la nostra agricoltura senta sulla propria pelle l’effetto di politiche europee sconsiderate che limitano le funzioni dell’agricoltura preziose per tutta la società: dalla produzione di cibo naturale e non sintetico, fino al presidio contro il dissesto del territorio».

La manifestazione è, infatti, indetta in occasione del Vertice europeo straordinario sul bilancio dell’Ue, al quale partecipa anche il premier Giorgia Meloni, dove la Commissione europea presenterà la proposta per la deroga alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti previsto dalla Politica agricola comune (Pac).

L’appuntamento “Non è l’Europa che vogliamo” è per giovedì 1° febbraio alle ore 9 in Place du Luxembourg, di fronte al Parlamento europeo, dove assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini ci saranno oltre un migliaio di contadini e allevatori provenienti da tutta Italia per sostenere la proposta e denunciare, con eclatanti azioni dimostrative, gli effetti delle politiche europee che mettono in pericolo la sopravvivenza delle campagne. Un obiettivo che è il risultato della lunga battaglia della Coldiretti insieme alle altre grandi organizzazioni agricole europee a partire dalla francese Fnsea con la quale è stato costruito un fronte comune. Nelle ultime settimane Coldiretti ha intensificato gli incontri con altre realtà europee e con Ministri dell’agricoltura di altri Stati membri.

«Bene la proposta di deroga, che avevamo già ottenuto per la crisi Ucraina, ma ora è necessario sia cancellato definitivamente l’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac).  È una delle eredità dell’era Timmermans, e, come diciamo da anni, è una scelta sbagliata. Non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare» ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare la protesta contro le follie dell’Unione Europea.

Coldiretti chiede di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla Politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale. «Anche per questo – conclude Prandini – serve una decisa svolta nelle politiche Europee per valorizzare le proprie terre fertili e fermare le importazioni sleali per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e del rispetto delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. La nostra battaglia in Europa continuerà in maniera forte e continuativa con proposte per il futuro degli agricoltori».

 

ANCHE CONFAGRICOLTURA A BRUXELLES

In molti Paesi dell’Unione, tra i quali l’Italia, sono in atto proteste da parte di alcuni rappresentanti del mondo agricolo. Il comune denominatore delle rimostranze è la contestazione della PAC – Politica Agricola Comune – e del “Green Deal” applicato all’agricoltura.

Scrive Confagricoltura: “Anche in questa occasione, Confagricoltura, da sempre in prima linea per rappresentare le istanze degli agricoltori, partendo dall’ascolto e comprendendo il disagio del settore, conferma il proprio impegno per portare le questioni poste nelle sedi competenti, in Europa. La Confederazione, infatti, condivide l’attenzione del Governo nazionale rispetto alle richieste degli agricoltori, ma auspica risposte più incisive ed urgenti da parte dell’Unione.

 

In questo senso, la giunta di Confagricoltura, da poco riunitasi a Palazzo della Valle, ha deciso di avviare una serie di iniziative a Bruxelles per chiedere che le richieste degli agricoltori vengano affrontate con maggiore sollecitudine, a tutela di un settore trainante della nostra economia che subisce le conseguenze economiche di uno scenario internazionale ad alta instabilità.

 

Le iniziative già avviate potrebbero portare ad un primo risultato già nei prossimi giorni, segnala Confagricoltura, con il rinnovo della deroga all’obbligo di destinare a finalità non produttive una parte dei seminativi.

 

L’impegno di Confagricoltura punta al raggiungimento dei seguenti obiettivi: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, la tutela delle risorse naturali e del lavoro, il benessere degli animali”.

 

La Confederazione annuncia un’Assemblea Straordinaria a Bruxelles, convocata per il 26 febbraio, durante la quale verrà illustrata la visione dell’Associazione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova PAC.

In attesa del nuovo Prg: costruire in deroga? Si’, ma per rigenerare Torino

La Giunta Comunale ha approvato su proposta dell’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni una delibera con la quale propone al Consiglio comunale una serie di integrazioni agli indirizzi e ai criteri applicativi in tema di permesso di costruire in deroga.

“L’obiettivo è quello di migliorare ulteriormente lo strumento urbanistico della deroga, agevolando e promuovendo una riqualificazione urbana di qualità e anticipando così quelle che saranno le linee guida del Nuovo Piano Regolatore Generale, su cui siamo al lavoro”, spiega l’Assessore Mazzoleni.

Si tratta di un istituto che consente al Consiglio Comunale, “limitatamente alle finalità di rigenerazione urbana, di contenimento del consumo del suolo e di recupero sociale e urbano” di autorizzare comunque un intervento edilizio che abbia maggiore aderenza alla visione di sviluppo della città e dell’interesse collettivo.

Disciplinato dell’articolo 5, commi 9-14, del decreto Legge n. 70/2011, convertito in legge n.106/2011 del c.d. “Decreto Sviluppo” il permesso di costruire in deroga è regolato anche dall’articolo 3 della Legge Regionale n. 16/2018 come sostituito dall’articolo 5 della Legge Regionale 7/2022.

Con la deliberazione approvata questa mattina la Giunta prende atto delle modifiche normative intervenute nel frattempo e intende consolidare, attraverso nuove prescrizioni, le linee di lavoro attuate in questi primi due anni dall’Amministrazione e dal Consiglio.

Tutto ciò permetterà di lavorare sulla qualità delle proposte progettuali elevandone il livello generale e renderà più virtuosi gli interventi, residenziali, commerciali, misti, mentre l’utilizzo dei criteri ambientali minimi e di altri protocolli promuoverà un altissimo grado di sostenibilità e consentirà al Consiglio Comunale e alle Commissioni Edilizia e Paesaggio della Città di avere più elementi per valutarli.”

Accorciare le liste d’attesa in sanità: come verranno impiegati i 25 milioni della Regione?

La questione liste d’attesa in Sanità entra nel Bilancio con 25 milioni

Come verranno utilizzati i 25 milioni messi a Bilancio per combattere le liste d’attesa in ambito sanitario: questo uno dei punti del dibattito, aperto in prima Commissione in Consiglio regionale presieduta da Carlo Riva Vercellotti. Diego Sarno (Pd) ha chiesto all’assessore Andrea Tronzano le modalità di spesa della cifra, annunciata ai commissari, nell’aprire la discussione generale sul Bilancio di previsione 24-26.

Per questo motivo, s’è concordato, sarà convocata una Commissione sanità, al fine di illustrare nel dettaglio le azioni che la Giunta intende intraprendere in tema liste d’attesa. In generale, l’assessore ha spiegato che tra le priorità della manovra “abbiamo le borse di studio, che vogliamo coprire al 100 per cento, quindi ci sarà l’integrazione. Poi, appunto, 25 milioni sulle liste d’attesa, senza dimenticare il leasing del nuovo palazzo della Regione, che diventerà mutuo, ma che per il 2024 ammonta a 7,2 milioni”.

Come termine ultimo per l’approvazione del Bilancio, è stato dato quello della fine di marzo, “perché poi ci saranno le elezioni e l’attività del Consiglio sarà sospesa”, ha ricordato Tronzano, che comunque è in attesa dell’accordo con il Governo per i fondi Fsc, “che potrebbero essere di 20-25 milioni. Prima di tale accordo è difficile presentare il maxiemendamento finale”.

Sul testo, già oggi ci sono 52 emendamenti, tutti presentati dal Pd, che insistono sull’articolo 2, “motivo per cui per ora è inutile iniziare a votare l’articolato”, ha considerato il presidente Riva Vercellotti. Del resto, gli interventi di opposizione, con Giorgio Bertola (Ev), Francesca Frediani (Up), Silvana Accossato (Luv) hanno sottolineato come sia opportuno attendere il maxiemendamento per avere una visione complessiva del provvedimento. Tronzano non ha potuto dare tempi certi in tal senso, “in attesa appunto che si perfezioni l’accordo con il governo”.

Intanto sono stati definiti i relatori del Bilancio in Aula, con Alessandra Biletta (Fi) per la maggioranza, Frediani Raffaele Gallo (Pd) per l’opposizione.

Torino inaugura la cabina di regia per lo sviluppo industriale

Speriamo che non sia uno dei soliti tavoli di lavoro, a volte inconcludenti. Le premesse sono serie: avviare la costruzione di una cabina di regia tra la Città di Torino e le organizzazioni sindacali che veda coinvolti a più livelli anche il mondo dell’industria, dell’impresa, le università, le organizzazioni datoriali e il terzo settore per condividere strategie per lo sviluppo industriale di Torino e dell’area metropolitana.

È la decisione maturata in incontro a Palazzo Civico tra il sindaco Stefano Lo Russo, insieme con l’assessora al Lavoro Gianna Pentenero, e i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Torino. Al centro dell’incontro alcune situazioni di crisi industriale a Torino e nell’area metropolitana, le relative ricadute sull’occupazione e le strategie di sviluppo e rilancio per il futuro.

“È stata un’importante occasione di confronto – commenta il Sindaco – che ci dà l’opportunità di avviare congiuntamente iniziative concrete, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate. La vocazione industriale produce oltre il 30 per cento del PIL della città e va promossa e rafforzata in modo sinergico tra istituzioni. Occorre lavorare in questa direzione, tenendo conto anche delle due grandi emergenze che ci troviamo ad affrontare, ovvero la lotta al cambiamento climatico e la crisi demografica. In questa cornice il confronto con le parti sociali è davvero molto importante, insieme individueremo le priorità da seguire».

I rappresentanti dei sindacati Gabriella Semeraro (CGIL), Domenico Lo Bianco (CISL), Gianni Cortese (UIL): “È positivo che il sindaco Stefano Lo Russo abbia accolto la nostra richiesta per la costituzione di una cabina di Regia finalizzata ad affrontare le crisi industriali dell’Area Metropolitana di Torino e per ragionare concretamente su un percorso che metta al centro lo sviluppo della Città. Tra le priorità individuate c’è la crisi di Stellantis e dell’indotto, la mobilità e la transizione ecologica, la sanità e le strutture ospedaliere. Questo incontro rappresenta l’inizio di un percorso di confronto che dovrà produrre azioni politiche e industriali capaci di ridare slancio alla Città, tutelando il lavoro di qualità e l’accesso ai servizi delle cittadine e dei cittadini”.

Senza fissa dimora: dalla Regione 150mila euro per i tutor sociosanitari

Il quarta Commissione, presieduta da Alessandro Stecco, il Consiglio regionale ha espresso parere consultivo favorevole sulle materie di propria competenza del Bilancio di previsione finanziario 2024-2026.

Dopo le relazioni degli assessori alle Pari opportunità Chiara Caucino e alla Sanità Lugi Icardi, svolte nelle scorse settimane, questa mattina è toccato all’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone, che ha dichiarato “che non sono previste variazioni rispetto al bilancio pluriennale”.

Illustrando gli interventi più significativi, ha evidenziato “la necessità di migliorare i sistemi informativi rafforzando le procedure per la rendicontazione dei fondi ministeriali degli enti gestori, la cui fluidità pesa sull’erogazione dei fondi statali”.

“Gli interventi per la disabilità – ha aggiunto – sono sostanzialmente confermati con 13 milioni di euro, così come i progetti per la vita indipendente”.

“Anche per gli anziani – ha spiegato – è previsto un milione di euro per il mantenimento del benessere in attuazione del Piano per l’invecchiamento attivo”.

“Confermati anche – ha sottolineato – gli interventi per le persone con specifiche fragilità sociali e i 150.000 euro per interventi di supporto alla presa in carico del Servizio sanitario regionale per i senza fissa dimora, in particolare per la formazione dei tutor sociosanitari”.

“Confermati – ha concluso – il rifinanziamento, con 940 mila euro, del progetto ‘Vita nascente’”.

Sono intervenuti, per richieste di spiegazioni, Monica Canalis (Pd), Francesca Frediani (Up) e Sarah Disabato (M5s).

 

La Commissione ha inoltre audito Antonio Rinaudo, coordinatore del gruppo tecnico regionale finalizzato alla definizione di linee di indirizzo in materia di fine vita.

Ha spiegato che il compito del gruppo di lavoro, costituito nell’agosto scorso, è produrre le linee guida e operative per indicare alle Aziende ospedaliere e alle Aziende sanitarie regionali come intervenire in riferimento alla sentenza della Corte costituzionale 242/2019.

Sono intervenuti, per richieste di chiarimenti, il presidente Stecco (Lega), Silvana Accossato (Luv), Diego SarnoMauro Salizzoni (Pd), Frediani (Up), Giorgio Bertola (Ev), Disabato (M5s) e Carlo Riva Vercellotti (Fdi).

Tutti i numeri del Piemonte nell’annuario

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Si rinnova l’appuntamento on-line con l’Annuario Statistico Regionale “I numeri del Piemonte”. La pubblicazione, giunta alla settima edizione, fornisce ad un’ampia utenza un quadro sintetico di dati territoriali. Le informazioni aggiornate e facilmente scaricabili includono centinaia di elaborazioni, tabelle e cartografie, organizzate in 17 sezioni tematiche, come ambiente, demografia, salute e stili di vita, sicurezza, istruzione e cultura, sport, turismo, lavoro, economia, ma anche ricerca e innovazione, mercato immobiliare, trasporti e telecomunicazioni.

Ampio spazio è dedicato agli indicatori territoriali di misura del Benessere equo e sostenibile (BES) e agli indicatori Istat per gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030 (SDGs – Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite.

L’Annuario è realizzato dall’Ufficio di Statistica della Direzione Risorse finanziarie e patrimonio della Regione Piemonte e dalla Sede di Torino dell’Istat, Ufficio territoriale Area Nord-ovest: Piemonte e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Liguria, Lombardia. Per facilitare la lettura delle tavole e dei grafici, ogni sezione include un glossario dei termini utilizzati.  Nella logica di economicità e sostenibilità ambientale non è prevista una versione cartacea dell’Annuario, ma i dati sono consultabili al seguente link:

http://www.regione.piemonte.it/annuariostatisticoregionale

“L’Annuario Statistico ‘I numeri del Piemonte’ è frutto di una continua e consolidata collaborazione tra Istat e Regione Piemonte. Mette a disposizione le principali statistiche riferite al territorio piemontese ed è pertanto un utile strumento di lavoro per decisori pubblici e privati, università ed enti di ricerca, cittadini e studenti con finalità divulgative, scientifiche e professionali – afferma l’Assessore alla Programmazione Finanziaria della Regione Piemonte, Andrea Tronzano – L’Annuario può essere considerato un valido supporto alla programmazione delle politiche e degli interventi regionali”.

Anche a Torino andremo tutti a 30 all’ora?

Nei giorni scorsi è stato approvato  in Sala Rossa un documento (prima firmataria, Elena Apollonio) sulla promozione dell’educazione alla sicurezza stradale. L’ordine del giorno ricorda tra l’altro come una mozione del Consiglio comunale del novembre 2022 abbia impegnato la Città a portare il limite di velocità a 30 km/h e a proclamare Torino “Città 30 all’ora”. È quello approvato di recente è un nuovo documento che va nella stessa direzione. Inoltre, sottolinea come l’anno scorso si siano verificati in città 4132 incidenti stradali, con 22 persone decedute e 2755 ferite.

All’Amministrazione si richiede la promozione di ulteriori azioni ed interventi a sostegno della sicurezza stradale. Fra i provvedimenti portati ad esempio, la realizzazione della Città 30 all’ora, così come avvenuto a Bologna non senza polemiche. Poi, il monitoraggio degli attraversamenti con scarsa visibilità, l’adeguamento dei limiti di velocità alle condizioni di visibilità, la creazione di isole salvagente al centro delle carreggiate “ed ogni utile azione e iniziativa che favorisca la cultura della sicurezza stradale del pedone”.

Inoltre, all’esecutivo di Palazzo Civico si chiede di sollecitare la Regione Piemonte, di concerto con Amministrazioni comunali e Ufficio Regionale Scolastico (coinvolgendo inoltre le Associazioni per la mobilità ciclabile e sostenibile), a un investimento straordinario sull’educazione dei giovani, in particolare studenti degli ultimi due anni delle scuole medie superiori. Occorre inoltre, sottolinea il testo approvato in aula, una sensibilizzazione a larga scala per combattere le cause delle morti, quali eccesso di velocità, uso dei telefonini e distrazione, guida sotto gli effetti dovuti all’assunzione di bevande alcoliche o droghe.

Nei prossimi due anni 650 mila nuove piante nel territorio della Città Metropolitana

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Il 2024 si è aperto con notizie positive sul fronte della tutela dell’ambiente: la Città metropolitana di Torino ha avuto conferma dell’erogazione dei 22 milioni e 220.000 euro che erano stati richiesti al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la realizzazione di 5 progetti di forestazione urbana ed extraurbana presentati a fine settembre. I progetti (relativi alla Missione 4.2.3.1 del bando) consentiranno di intervenire su 5 ambiti metropolitani per mettere a dimora 650.000 piante nei prossimi due anni.

torrente Stura – Comune di Borgaro Città di Torino, SMAT con la riforestazione dell’area del lago Villaretto, del parco Chico Mendes e dell’area SMAT Stura, per una spesa di 4.515.000 euro

torrente Chiusella e fiume Dora Baltea – Comune di Montalto Dora, Comune di Pavone Canavese e in aree del Demanio regionale, con il ripristino dei corridoi ecologici del Chiusella e della Dora Baltea, per una spesa di 2.881.000 euro

torrente Orco – Comune di Foglizzo, Comune di Montanaro, Comune di San Benigno e aree del Demanio regionale, con il ripristino del corridoio ecologico dell’Orco, per una spesa di 6.450.000 euro

Alta Valle di Susa – Comune di Salbertrand, Comune Sauze di Cesana, Comune di Chiomonte, Comune di Exilles, con il ripristino di boschi danneggiati da valanghe in alta Valsusa, per una spesa di 2.365.000 euro

fiume Po – ripristino del corridoio ecologico in aree del Demanio Regionale e del Parco del Po nel tratto tra Città di Chivasso e il confine con la provincia di Vercelli, per una spesa di 7.009.000 euro.

ℹ Per approndire https://bit.ly/3vQHRNK