
« Ci vuole maggiore coraggio. Gli europeisti devono affrontare la sfida europea che abbiamo davanti con maggiore coraggio e determinazione. Questo lo dobbiamo a tutti gli italiani e agli europei che credono nell’Unione europea». A dirlo è Mercedes Bresso, eurodeputata uscente e candidata per il Partito Democratico alle prossime elezioni europee del 26 maggio, commentando i dati dell’analista Arnaldo Ferrari Nasi di www.analisipolitica.it pubblicati venerdì 26 aprile – da ItaliaOggi.
« Secondo Nasi il 66% degli italiani sarebbe pro-Europa e il 33% vorrebbe gli Stati Uniti d’Europa. Non solo, perché anche tra gli elettori leghisti il trend sarebbe lo stesso: solo il 25% dei leghisti vorrebbe l’uscita dall’Italia dall’Europa. Numeri che confermano una cosa: l’Unione europea è l’unico orizzonte possibile» – ha continuato Bresso.
« L’Europa che conosciamo ha ampi margini di miglioramento ed è per questo motivo che è necessario un impegno di chi ha vere competenze per rendere il progetto europeo più vicino ai cittadini e alle loro esigenze. Questo però non vuol dire gettare via il bambino con l’acqua sporca e gli europei questo lo sanno. Secondo Eurobarometro infatti soltanto il 19% della popolazione italiana sarebbe per l’ItalExit, l’uscita dall’Unione europea. Questo perché l’Europa ormai fa parte della nostra quotidianità sotto mille punti di vista» – ha proseguito Mercedes Bresso.
« Ciò non vuol dire che una fetta di popolazione, a tratti consistente, non sia euroscettica. Lo scontento che serpeggia nelle nostre società è dovuto soprattutto alla crisi economica degli ultimi anni. Chi però non è soddisfatto dell’Europa non vuole abbandonare l’UE, vuole risposte alle loro esigenze. È per questo che dobbiamo lavorare su quattro importanti principi. L’Europa dovrà essere federale, sociale, ci dovrà proteggere contro gli effetti negativi della globalizzazione e dovrà essere leader nella lotta al cambiamento climatico. Questi devono essere i quattro pilastri sui quali lavorare per convertire gli euro-scettici in europeisti. Il Partito Democratico, che è l’unico partito che dice chiaramente di volere gli Stati Uniti d’Europa, è l’unica risposta possibile per quel 33% di europei che vogliono gli Stati Uniti d’Europa» – ha concluso Mercedes Bresso.
In provincia di Varese un altro morto sul lavoro. Che sfida. Dopo la solita passerella di dichiarazioni di condanna e di preoccupazione. Una tragica ed irritante passerella di litanie assolutamente inutili e solo formali. Dopo il nulla, nessun aumento dei controlli e inasprimento delle pene, o trasferimento del personale agli uffici dell’ Ispettorato del Lavoro. Questo governo non ha fatto nulla come del resto gli altri. Il Ministro Bongiorno ci tenta con provvedimenti che languiscono al Consiglio dei Ministri. Governo impegnato in continue scaramucce, come nel caso del sottosegretario Armando Siri, dove volano gli stracci con Conte che vuole le sue dimissioni. Mi sto perdendo ma non è lui che lo nomina? Altre sceneggiate con il Fregoli che ora si sente un novello Rambo. Molti giustificandolo dicono: cosa c è di male? Ma sì, tutto sotto controllo, Salvini è un ministro della Repubblica italiana, il Ministro dell’ Interno segretario di ben due partiti denominati Lega. Uno per il Sud e l’altro per il centro nord, e si presenta alle elezioni europee. Confermiamo: tutto nella norma . Unico raffronto con un certo Mussolini che con il libro alzava un moschetto. Coincidenze della Storia. Neppure Giorgio Almirante è arrivato a tanto. E per festeggiare il 25 Aprile va a Corleone. Se poi qualcuno osa contraddirlo, niente soldi ai comuni in crisi come Roma. Il rinviare tutto al parlamento é un’altra bufala. Questa volta ce l’ ha dura Giggino nel salvare capra e cavoli.
Chiampa nella formazione delle liste fa da sé. Ha dato uno scappellotto al Pd che non ha voluto l’assessore Pentenero ricandidata nel listino. É stata un buon assessore al lavoro con le scarse se non totalmente assenti risorse economiche. I suoi Chiampa non li molla. E siamo curiosi in caso di sua vittoria di vedere chi riconfermerà in giunta. Il Pd emaciato, oramai a ruota, fa buon viso a cattiva sorte. Vuol dire che se vincerà sarà grazie al Chiampa e se si perderà sarà uguale, con la non recondita possibilità del Chiampa più votato e della coalizione di centro destra più votata. Molti gli elettori che faranno voto disgiunto. Intanto Giachino e Vignale ci sono riusciti . La lista civica si farà, che poi tanto ma tanto civica non sembra proprio. I due da molti lustri sono in politica. Tutto fa. E sono da apprezzare, perché
sfidano la sorte delle preferenze. Incredibilmente – udite udite – Molinari si differenzia da Matteo (Salvini), l’ incontrastato per antonomasia. Lui alle Manifestazioni sul 25 Aprile ci va precisando: vado per mio nonno partigiano e perché la Resistenza non è un valore solo dei comunisti. Verissimo, verissimo. Del resto nessuno ha detto diversamente, è il suo Capo che ha nutrito dubbi in proposito. L’ opposto di fascismo non è comunismo. L’ opposto di fascismo è democrazia.
governo. Rimane Crosetto cuneese ed antifascista che aderisce da lontano alla manifestazione di Roma. Ma non è sodale della papalina Meloni? Esistono solo le persone. Così il Chiampa, la Meloni e Salvini come Renzi. Tutto il resto è una finzione. Salvini vince le elezioni un anno fa dicendo e promettendo che nel giro di poco tempo rimpatrierà 600mila clandestini. Ora il Viminale sostiene che i clandestini in Italia sono 90mila. Con il Presidente della Repubblica Mattarella che come sempre si preoccupa: le promesse via web non siano più importanti di ciò che accade. Appunto, da 600mila a 90mila. Un optional la precisazione. Difficile far politica in queste condizioni. Poi arriva la foto di una donna svestita anni ’40. Sono i fascisti che la pubblicano per dimostrare l’ atrocità dei partigiani in Italia. Peccato che sia un falso: siamo in Ucraina durante l’occupazione nazifascista. La ragazza era ebrea e torturata dai nazisti. La menzogna è propedeutica alla dittatura. La verità è fondamentale per la democrazia. Ricordarlo non fa male.Salvini apre la campagna elettorale
Matteo Salvini prima a Biella e poi a Torino ha dato il via alla campagna elettorale della Lega in Piemonte. Il vicepremier e ministro dell’Interno dice a proposito della Tav: “Se in Piemonte vince la Lega, si farà” e poi aggiunge: “una Lega forte a Roma e in Piemonte, significa che la regione sarà collegata al resto d’Europa”. Replica a distanza Chiamparino: “il governo Conte-Salvini-Di Maio, di cui è azionista di maggioranza, ha bloccato tutto”. Il comizio torinese del leader leghista si è tenuto in piazza Carlo Alberto in presenza del segretario regionale del Carroccio Riccardo Molinari e dei candidati alle Regionali.
Sono 15 le liste presentate per le Regionali e cinque i candidati presidenti. Massimiliano Panero di Casapound Destre Unite, ad oggi è escluso poiché la commissione elettorale ha bocciato la lista, ma lui farà ricorso al Tar. Sergio Chiamparino è sostenuto da sette liste del centrosinistra: Pd, Moderati, +Europa Si Tav, Chiamparino per il Piemonte del Sì, Demos, Liberi Uguali Verdi e L’Italia in Comune. Alberto Cirio, assessore nella precedente legislatura regionale di Roberto Cota, è candidato per il centrodestra, sostenuto da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Udc e Sì Tav Sì Lavoro per il Piemonte nel Cuore. Si presenta alle Regionali anche il Popolo della Famiglia di Adinolfi, con Valter Boero, docente universitario, per la carica di presidente. Intanto il candidato
alla presidenza della Regione, Giorgio Bertola, di M5s, ha presentato il proprio listino di candidati e si è detto “orgoglioso di presentare rappresentanti di tutte le otto province, tutte le età e professioni, persone convinte della necessità di un cambiamento sociale. E spero anche sia l’ultima volta che in Piemonte si debba presentare un listino: noi crediamo che i 50 consiglieri debbano essere eletti direttamente dai cittadini”. Nel listino pentastellato ci sono 7 uomini e 3 donne. La più giovane, Roberta Cavuoti, ha 26 anni, ed è esperta in materia tributaria e fiscale. Il più anziano è invece Giuseppe Paschetto, professore di matematica di Biella di 64 anni.
Clelia Ventimiglia
TRA I CAPILISTA LA SCRITTRICE ELENA LOEWENTHAL, VIRGINIA CAMOLETTO (LA PIU’ GIOVANE CANDIDATA DELLE REGIONALI) E SILVIO VIALE
La Lista +EUROPA, che sostiene la candidatura di Sergio Chiamparino a Presidente della Regione, ha deciso di inserire la scritta “SÌ TAV” all’interno del simbolo elettorale per rimarcare la necessità strategica per il Piemonte e l’Italia di essere collegati con la linea Torino-Lione alla rete di trasporti ad alta velocità europea.
“Piemonte regione d’Europa” sarà lo slogan utilizzato in campagna elettorale per sottolineare la necessità per la nostra regione di rimanere ancorata alle regioni più ricche dell’Europa continentale, auspicando una integrazione sempre più stretta dell’Unione Europea, avendo come obiettivo gli Stati Uniti d’Europa.
Tra i candidati capilista sono presenti, tra gli altri:
Elena Loewenthal (capolista a Torino e Cuneo), scrittrice e traduttrice, collabora con il quotidiano La Stampa e con Tuttolibri, vincitrice nel 2003 del premio Grinzane Cavour con il suo primo romanzo “Lo strappo dell’anima. Una storia vera”;
Virginia Camoletto (capolista a Torino), studentessa, la più giovane candidata alle elezioni regionali che ha compiuto la maggiore età il 24 aprile;
Silvio Viale (capolista a Torino), ginecologo radicale, responsabile dell’IVG al Sant’Anna di Torino che con la sua battaglia ha consentito la legalizzazione in Italia dell’aborto farmacologico;
Antonello De Stefano (capolista a Novara), scrittore, sindacalista, già assessore alla cultura ad Arona;
Roswitha Flaibani (capolista a Vercelli), garante comunale delle carceri, storica militante radicale vercellese.
Nel listino del Presidente Chiamparino è candidata la torinese Silvja Manzi, Segretaria di Radicali Italiani nonché amministratrice nazionale di +EUROPA.
I responsabili piemontesi di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia e Udc – Paolo Zangrillo, Riccardo Molinari, Fabrizio Comba e Paolo Greco Lucchina – si sono riuniti con il candidato alla presidenza della Regione Piemonte per la coalizione di Centrodestra, Alberto Cirio, per ultimare e sottoscrivere il programma elettorale.
“INACCETTABILE RISCRITTURA DELLA STORIA”
Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra europea e candidato nel collegio nord ovest per la lista La Sinistra ha commentato:
“La decisione del Commissario straordinario di non indire la celebrazione ufficiale del 25 aprile a Cumiana, comune medaglia d’oro al valor civile, è gravissima, un vero e proprio atto di riscrittura della storia. E’ inaccettabile che un funzionario dello stato, nelle sue funzioni ufficiali, si permetta di ignorare in modo così sfacciato il sacrificio partigiano e la festa della liberazione attorno a cui la comunità locale e nazionale è stata costruita. Il Prefetto di Torino non ha nulla da dire? Il ministro degli interni, solitamente così loquace, non ha nulla da dire? Si tratta forse di una disposizione centrale quella di togliere valore alle celebrazioni del 25 aprile? Nel denunciare questo inaccettabile comportamento voglio ringraziare tutte le associazioni locali, dall’ANPI all’ANA, che stanno adoperandosi per non far mancare alla città di Cumiana la celebrazione del 25 aprile ed invito tutta la popolazione cumianese a partecipare. Oggi come nel 43/44 la risposta al fascismo viene prima dalla società che dallo stato.”
Solidarietà della sindaca agli agenti feriti
La sindaca Chiara Appendino ha espresso “la vicinanza della Città ai due agenti di polizia aggrediti e feriti a Torino. A loro insieme agli auguri di pronta guarigione, il ringraziamento per l’importante e difficile lavoro di presidio del territorio svolto quotidianamente al servizio della comunità cittadina, anche nelle giornate di festa”.
Area di crisi, arriva la firma del decreto
Altra balla di Conte e Toninelli.Trionfanti hanno detto di aver sbloccato la Asti Cuneo. Vero l’opposto. Hanno bloccato anche questo dopo aver bloccato tutto il resto. Ci hanno ripensato ma oramai la frittata era fatta. Allo stato attuale dell’arte bisogna riprendere tutto da capo. Che cosa gli abbiamo fatto ai pentastellati non è dato saperlo. Non hanno fatto tutto da soli. Eppure i leghisti continuano nel volare nei consensi anche se, in verità, qualche voce fuori dal coro comincia ad esserci. Politologi sostengono che il Nord profondo tradirà Salvini. Lui imperterrito va avanti. Porti chiusi e prima di tutto gli italiani. Ma ogni leghista che si rispetti mostra ancora il distintivo raffigurante Alberto Da Giussano, simbolo del Nord comunardo contro l’ imperialismo dell’ Imperatore. Solo Laura Castelli chiede chi è raffigurato. Potenza della scuola italiana. Anche per i leghisti il primo amore non si scorda mai. Nel mentre il centro sinistra piemontese fa campagna acquisti. Chiampa vola alto, dopo Salizzoni il costituzionalista Dogliani. Ed anche il frenetico Portas non è da meno. Scrofani arriva direttamente dalla Federazione giuoco calcio. E sempre Portas, sondaggista per passione e per professione dichiara: solo 6 punti di distacco tra Chiampa e Cirio. Si può fare. Altro sondaggio che circola. In questo caso leggero vantaggio di Chiampa con una conferma: prende più voti il Presidente uscente della sua coalizione e Cirio meno voti della coalizione di riferimento. Ma ecco il dato saliente: il 47% è indeciso. Dunque tutto aperto. Il centro destra non se ne cura. Bisticci a go- go per i posti nel listino, sicuri dell’ immancabile Vittoria. I più scatenati Fratelli d Italia. La
Meloni si è abbeverata di Forza Italia. I suoi (almeno) in Piemonte da lì arrivano. Non limitandosi, pensate c’ è chi addirittura giunge dall’Italia dei Valori, transita con Airaudo e vira decisamente verso Roberto Rosso diventando innamorato ( politicamente parlando, s’intende) della Meloni. Fascino dei vincenti. I più preoccupati quelli di Forza Italia. “Qui ne usciamo con le ossa rotta comunque vada”.
alcun esponente piemontese al Parlamento europeo. Di qualsiasi schieramento. Un gioco di preferenze potrebbe penalizzarci. Siamo molto ma molto preoccupati essendo sovranisti magari di risulta. Sarebbe la prima volta dal 1979, prime elezioni europee. E come da copione, la Tav va avanti ed il governo rifinanzia. Udite udite, Giggino ha cambiato idea sull’argomento: la Tav la voglio concludere. Faccia tosta? Sicuramente faccia disinvolta. E a questo punto non capiamo quelli del PD: “tanto Giggino è solo inaffidabile”. Viceversa dovrebbero sottolineare il positivo cambio di direzione. Tutto è sempre comunque negativo. Peccato. Gli irriducibili del no Tav mi ricordano quella barzelletta sul Tamigi, con il maggiordomo ed il Sir che leggeva tranquillamente il Time. Solo quando il maggiordomo gli ha comunicato che il Tamigi era straripato ha capito il problema. Comunque meglio insistere. Ne va della nostra sopravvivenza non solo economica. Infatti mi sono stufato di ricordare i bei tempi che furono. Ora desidero, anzi pretendo, un futuro per i miei figli non assicurato da chi ha sempre solo detto no. E’ arrivato il tempo si saper dire sopratutto sì.



