POLITICA- Pagina 585

Da Orbassano: “A proposito di TAV e della Politica Piemontese”

Iniziamo dalle affermazioni dichiarate nel contratto di governo al punto 27: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia” . Ridiscutere un progetto come la Tav può significare una notevole perdita di tempo e di occasioni di sviluppo economico per il Piemonte; I parlamentari Piemontesi, sia di maggioranza che minoranza, si devono impegnare efficacemente per sostenere la più importante infrastruttura che potrà risollevare l’economia di Torino e dei comuni vicini, la città di Orbassano per prima, al pari dei politici Lombardi, Veneti e Emiliani; Non a caso il Piemonte soffre dell’aumento della disoccupazione (soprattutto giovanile) e della riduzione del reddito pro capite, mentre le altre regioni padane registrano ben altra vitalità economica; La mancata realizzazione della TAV renderà sempre più isolata l’area Torinese e la conferma del terzo valico che interessa la Lombardia e che sarà aperto nel 2022, rafforzerà sempre più l’asse infrastrutturale Genova-Rotterdam sul quale si concentreranno le attività logistiche e produttive per l’ovvia comodità dei trasporti e temiamo che parte delle attività torinesi si rilocalizzeranno altrove, abbandonando le nostre città; Siamo molto preoccupati per il futuro economico dei nostri territori e invitiamo i politici locali a impegnarsi con tutte le loro energie per mantenere l’impegno della realizzazione della TAV e a non far prevalere la superficialità con cui certe forze politiche stanno liquidando questa importante infrastruttura affermando “che ormai non serve più e che andava fatta 30anni fa”; Vorremmo la conferma che un’importante opera di trasporto pubblico come la stazione della ferrovia metropolitana del San Luigi (FM5) sarà realizzata e per la quale nutriamo qualche timore perché finanziata proprio con l’anticipazione dei fondi della Torino-Lione; Proponiamo di organizzare una mobilitazione delle forze politiche e sociali per far sentire la voce di tutti coloro che sostengono il ruolo   nazionale ed europeo dei nostri territori, soprattutto per non perdere ancora tempo prezioso;

 

 

Il Sindaco di Orbassano                                                         Componente Osservatorio TAV

   Eugenio Gambetta                                                                         Valter Martino

 

Salone del Libro. Valle e Cassiani (Pd): “Apprezziamo situazione diversa”

“Realtà differente da quella frettolosamente prospettata la settimana scorsa” 

 
 “Abbiamo apprezzato quanto esposto dall’Assessore Parigi nella sua relazione sul futuro del Salone del Libro e sulla costruzione di un bando da parte della Regione, attraverso le sue partecipate Circolo dei Lettori e SCR, per la ricerca di un partner che possa contribuire alla realizzazione, all’organizzazione e alla valorizzazione del Salone, anche attraverso la ricerca di investimenti. Le precisazioni dell’Assessore mostrano una situazione diversa rispetto a quella frettolosamente prospettata nel corso della conferenza stampa della settimana scorsa” hanno dichiarato il Presidente della Commissione Cultura del Consiglio regionale Daniele Valle e il Vicepresidente Luca Cassiani. 
 
“Nell’incontro che si svolgerà il 6 giugno prossimo – hanno proseguito Valle e Cassiani – avremo sicuramente la possibilità di approfondire tutti i dettagli del bando annunciato dall’Assessore e della possibile convenzione tra Comune e Regione, con particolare attenzione al ruolo del pubblico nella governance. Desideriamo, inoltre, esprimere il nostro riconoscimento al Circolo dei Lettori che sta svolgendo un lavoro egregio per la valorizzazione del libro sul territorio piemontese e il cui contributo ci ha permesso di chiudere in attivo  l’edizione del Salone di quest’anno”.

TRENO CONTRO TIR. NINO BOETI: “VIAGGIARE NON PUÒ ESSERE UN RISCHIO”

“METTERE IN SICUREZZA IL TRASPORTO FERROVIARIO SIA UNA PRIORITÀ”

 

“Esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime e ai viaggiatori feriti nel grave incidente ferroviario di questa notte a Caluso. In attesa che vengano chiarite cause e responsabilità, quanto avvenuto è un ulteriore segnale dell’urgenza di mettere in sicurezza il trasporto regionale. Non si può morire per un malfunzionamento di un passaggio a livello. I passeggeri devono salire su un treno sapendo che la loro vita è in buone mani: tutti siamo pendolari per lavoro, tutti abbiamo persone amate che salgono su un treno. Viaggiare non può essere un rischio. La messa in sicurezza della rete del trasporto pubblico locale sia una priorità nell’agenda del nuovo governo”.

FONDI UE: “PIEMONTE IN RITARDO SULL’USO DELLE RISORSE”

L’eurodeputato Cirio, con gli esponenti azzurri in Consiglio Regionale Fluttero e Graglia: «Su quasi 3 miliardi di euro, spesi al momento solo 400 milioni. Rischiamo di perderli»

 

 

Sui tre principali fondi europei indiretti gestiti dalla Regione, il Piemonte è fortemente in ritardo: a lanciare l’allarme è l’eurodeputato Alberto Cirio insieme agli esponenti di Forza Italia in Consiglio Regionale Franco Graglia e Andrea Fluttero.

 

Su quasi 3 miliardi di euro (2,9 mld per l’esattezza) assegnati dalla programmazione europea al Piemonte per il periodo 2014-2020, al momento le risorse già allocate sui diversi bandi sono solo un terzo, circa 990 milioni, e quelle spese e già arrivate nelle tasche dei cittadini e del territorio ancora meno, solo 420 milioni di euro.

 

Su due Fondi in particolare il Piemonte è tra le regioni che si posizionano al fondo della classifica italiana per l’uso delle risorse europee. Si tratta del Fondo per lo sviluppo rurale (FEASR) e di quello per lo sviluppo regionale (FESR), rispettivamente al 13° e 18° posto. Migliore invece la gestione del Fondo sociale (FSE) su cui il Piemonte è 3° a livello italiano.

 

«Queste risorse vanno spese entro il 2020 – sottolineano Alberto Cirio, Franco Graglia e Andrea Fluttero – altrimenti il rischio è di perderle. Molti bandi devono ancora essere decisi e su quelli già avviati ci sono stati molto problemi di accesso, lungaggini ed eccesso di complessità e burocrazia». 

 

«Come ho già ribadito più volte – aggiunge l’eurodeputato Cirio –sono a disposizione per dare un supporto alla Regione su questi fondi e per lavorare insieme, fin da adesso, sulla prossima programmazione».

***

 

FONDI UE: LO STATO DELL’ARTE IN PIEMONTE

Dati Commissione UE aggiornati al 21 maggio 2018

 

FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale). Sono le risorse principalmente destinate ai territori e alle imprese per interventi finalizzati a creare sviluppo sostenibile e ripresa dell’occupazione. Su quasi 966 milioni di euro per il Piemonte, al momento le risorse decise – ossia allocate sulle misure già aperte – sono pari all’26,7% (quelle spese il 6,2%). Siamo al 18° posto a livello nazionale, a differenza della Valle d’Aosta, al 2° posto con l’83,4% delle risorse già decise, ma anche a differenza di regioni del sud come la Campania, che su oltre 4 miliardi di euro di dotazione ne ha già allocati più del 70%, posizionandosi al 4° posto in Italia.

 

Una situazione che potrebbe mettere a rischio la “premialità” di circa 50 milioni di euro che, ottimisticamente, era già stata conteggiata e ripartita tra le varie misure. Se dovessimo perderla, la dotazione totale del FESR per il Piemonte passerebbe dagli oltre 960 milioni attuali a poco più di 900. 

 

FEASR (Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale). Sono principalmente le risorse del PSR destinate agli agricoltori e i fondi per i GAL (Gruppi di azione locale). Ad oggi, su quasi 1,1 miliardi di euro di dotazione per il Piemonte, la quota di risorse decise è pari all’31,3% (quelle spese 13%). Siamo al 13° posto delle regioni italiane, seguiti dalla Calabria, a fronte del primo posto della Toscana con il 99,8% già deciso.

 

Sia sul FESR che sul FEASR sono state segnalate notevoli difficoltà di adesione alle misure, farraginosità nella produzione dei documenti e complessità e lunghezza delle istruttorie (in alcuni casi oltre un anno di attesa per conoscere l’esito della propria istanza). A tutto questo si aggiungono i tempi “biblici” di pagamento.

 

FSE (Fondo sociale europeo). Sono principalmente le risorse destinate a inclusione sociale, istruzione, formazione e occupazione.

Qui il Piemonte va meglio e si posiziona al 3° posto nazionale e in testa alle regioni del Nord Ovest, mostrando buona capacità di ricorrere agli aiuti europei. Su quasi 873 milioni di euro, la percentuale di risorse decise è del 45,4% (e spese del 25,3%), a fronte del 17° posto della Lombardia con il 24,2% deciso (e 15,1% speso).

UN ORDINE DEL GIORNO PER SALVAGUARDARE L’OCCUPAZIONE DI FEDEX/TNT

NADIA CONTICELLI – VITTORIO BARAZZOTTO (PD): “ E’ NECESSARIO INTERVENIRE IN TUTTI I MODI POSSIBILI PER TUTELARE I LAVORATORI DI FEDEX/TNT”

“Oggi, in Consiglio regionale, si è tenuta l’audizione di una delegazione sindacale dei lavoratori della FedEx/Tnt che ha denunciato la decisione dell’azienda di prevedere un ridimensionamento e la terziarizzazione delle attività, fatto che rischia di causare, in Piemonte, il licenziamento di 79 lavoratori della FedEx Express Italy e 5 trasferimenti. Il piano prevede la chiusura delle filiali FedEx di Settimo Torinese, Marene, Galliate, Alessandria e Vigliano Biellese”. ha spiegato la Consigliera regionale del Partito Democratico Nadia Conticelli.

“Abbiamo assicurato ai rappresentanti sindacali il massimo impegno della Giunta e del Consiglio regionale – ha proseguito la Consigliera Conticelli – e, attraverso un ordine del giorno presentato in Consiglio regionale e condiviso da tutti i Gruppi, abbiamo rimarcato l’importanza di intervenire con grande sollecitudine per individuare una soluzione che salvaguardi il più possibile gli attuali livelli occupazionali e chiesto alla Giunta regionale di attivarsi, con urgenza, per quanto di propria competenza, nell’ambito del Tavolo di crisi che verrà aperto dal Mise il 25 maggio, dopo gli incontri il 23 e 24 maggio, a Roma, presso l’Unione Industriale, per tutelare i lavoratori di FedEx/Tnt ed evitare l’ennesimo trasferimento di un’importante realtà economica e occupazionale verso la regione Lombardia”.

“E’ necessario – ha concluso il Consigliere regionale Vittorio Barazzotto – intervenire per impedire che questa grave situazione metta, ulteriormente, a dura prova il tessuto economico del nostro territorio e auspico che si possa risolvere una situazione che coinvolge un gruppo con bilanci positivi”.

FINPIEMONTE, TRONZANO (FI): “LO RIBADISCO, CHIAMPARINO LA RANGIUMA NEN”

“L’avevo già detto qualche settimana fa al presidente Chiamparino: la vicenda Finpiemonte la rangiuma nen questa volta. Lo ribadisco oggi dopo che la Giunta regionale, al grido, “contrordine compagni” ritorna sui suoi passi, dismettendo le ambizioni bancarie per Finpiemonte, senza volersi assumere alcuna responsabilità politica per il proprio fallimento”. Ad affermarlo il vicecapogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte Andrea Tronzano. Conclude Tronzano: “Come costume consolidato il Partito Democratico i progetti li condivide esclusivamente con le sue filiere di potere, pronto però a scaricare le responsabilità su altri, socializzando i propri fallimenti sulla collettività, non appena si evidenzia il fallimento. Ci spiace ma quella di Finpiemonte è una debacle ascrivibile esclusivamente al PD che ha continuato a perseguire pervicacemente una strada incompatibile con il dna di Finpiemonte. Lo avevamo detto in tempi non sospetti, conoscendo le potenzialità della nostra finanziaria: se non fosse avvenuta la presunta truffa, sulla quale si pronuncerà la magistratura, il progetto sarebbe comunque fallito per la superficialità politica del centrosinistra”.

BATZELLA (MLI), VIOLENZA CONTRO LE DONNE: “IL FONDO DI SOLIDARIETA’ VA FINANZIATO”

PER IL PATROCINIO LEGALE GRATUITO

 

Deve essere immediatamente finanziato il “fondo di solidarietà per il patrocinio legale gratuito alle donne vittime di violenza e maltrattamenti”, fiore all’occhiello della legge regionale n. 4 del 24 febbraio 2016.

Sono intervenuta più volte in questi anni, sia in Commissione sia in Consiglio regionale, sul tema della copertura del fondo, chiedendo con interrogazioni e ordini del giorno di garantire le risorse, necessarie per aiutare e sostenere tutte quelle donne che ogni giorno vengono picchiate, umiliate, violentate.Ma oggi, dalla denuncia di un’avvocatessa pubblicata sulle pagine locali di un quotidiano nazionale, si scopre che dallo scorso mese di febbraio gli avvocati, che rispondendo all’appello lanciato dalla stessa Regione hanno deciso di farsi carico dell’assistenza delle donne vittime di violenza, non percepiscono il compenso per il loro impegno, perché la Regione non ha versato quanto garantito. E’ inammissibile che la Regione lasci senza risorse una legge fondamentale per supportare e sostenere le donne che ogni giorno subiscono violenze e rischiano di essere ammazzate, donne che hanno bisogno di un supporto per separarsi da uomini violenti e proteggere e crescere i figli in un ambiente più sereno. Per combattere la violenza sulle donne, fenomeno in costante aumento, le parole non bastano. Servono fatti concreti. Lasciare questo fondo senza risorse equivale ad abbandonare al loro destino le donne vittime di violenza. Ho chiesto in Aula un’informativa sul tema da parte della Giunta regionale e il ripristino immediato delle risorse per il “fondo di solidarietà per il patrocinio legale gratuito alle donne vittime di violenza e maltrattamenti”.

 

 

Stefania Batzella

Consigliera regionale Movimento Libero Indipendente

 

Cosa serve per un fronte repubblicano

di Giorgio Merlo

Marco Follini, e con lui molti altri, hanno radicalmente ragione. Per arginare la deriva populista e sovranista nel nostro paese – apparentemente imbattibile, e forse per alcuni anni sarà effettivamente così – va ricreato un fronte repubblicano. Purché sia serio, coerente, robusto culturalmente e che non sia vittima della “dittatura del presente”. Ma, aggiungono giustamente Follini e tutti coloro che autorevolmente condividono questa tesi, vanno riscoperte e riattualizzate anche quelle culture politiche – riformiste e costituzionali – che hanno fondato e accompagnato il cammino della nostra democrazia. Partendo proprio dalla cultura popolare, dalla cultura socialista e dalla cultura liberale che non possono essere evaporate perché tutti si devono sacrificare sull’altare del populismo demagogico e qualunquista che caratterizza settori sempre più ampi della pubblica opinione italiana. Forse è arrivato il momento, soprattutto dopo il verdetto del 4 marzo, di cambiare passo. Ma il tutto si può fare se avvengono almeno 2 condizioni. Innanzitutto occorre piantarla con i “partiti plurali”. Parlo, com’è ovvio, del Pd. Insomma, tutti sanno che l’esperienza del Pd come progetto politico, come mission culturale e come prospettiva di governo e’ fallita. Del Pd veltroniano ormai non c’è più nulla. Dalla “vocazione maggioritaria” al “partito plurale” tutto e’ fallito. Lo sanno e lo dicono quasi tutti. Ma adesso se ne deve prendere atto. Lo squallore che ha caratterizzato l’ultima Assemblea Nazionale del partito e’ ancora sotto gli occhi di tutti. Un’assemblea che viene convocata alla vigilia della formazione del primo governo sovranista/populista nella storia democratica del nostro paese con un solo punto all’ordine del giorno e che viene puntualmente rinviato causa le solite beghe interne di potere legate solo ed esclusivamente agli organigrammi. Uno squallore che non merita ulteriori commenti se non per formulare una domanda semplice : e questa dovrebbe essere l’alternativa politica, culturale, sociale e programmatica all’accordo tra la Lega e i 5 stelle? Non vorrei citare il grande Toto’ ma quasi si è obbligati: “ma mi faccia il piacere..”. La seconda considerazione e’ la necessità che le culture citate dallo stesso Follini e da molti altri, cioè quella popolare, quella socialista e quella liberale, si attrezzino e scendano nuovamente in campo. Non per farsi catturare dalla nostalgia o per essere vittima inconsapevole del richiamo della memoria storica ma, al contrario, per la semplice ragione che senza una ripresa della soggettualita’ politica di queste culture il tutto rischia di essere demandato al nulla. Cioè all’improvvisazione di un pifferaio di turno o alla mera casualità degli accadimenti. Ecco perché adesso serve un rigoroso recupero della politica e dei suoi strumenti tradizionali e costituzionali. A cominciare dal ritorno delle culture politiche e dei partiti popolari e di massa. Ma il tutto è possibile se si dismettono gli abiti della ipocrisia e della falsa modernità. E cioè, i partiti plurali, l’uomo solo al comando, le ricette basate sui sondaggi e la guida politica priva di qualsiasi riferimento culturale. Tutto ciò è semplicemente incompatibile con il ritorno della politica.

TAV, MONTARULI (FDI): “SUBITO 2000 POSTI DI LAVORO IN MENO CON IL NO ALLA GRANDE OPERA”

<<Con il no alla tav rischiano fin da subito di perdere il posto circa 2000 lavoratori, 6000 in prospettiva. Sul contratto del loro futuro neanche l’ombra a meno che non ci si arrenda alla disoccupazione e alla morfina del reddito di cittadinanza.>> Così Augusta Montaruli (nella foto) deputato di Fratelli d’ Italia che prosegue:<<Gli italiani vogliono uscire dalla crisi, hanno intenzione di rimboccarsi le maniche e lavorare ma così verrebbero accompagnati nel precipizio. Il no a tutto e’ un falso risparmio perché porta a decrescita e disoccupazione. In centinaia di marce del no ancora nessuno ci ha spiegato come si riuscirebbe a creare gli stessi posti in alternativa. Nella marcia di lotta e di governo di oggi  Di Maio – Salvini risolvano questa ambiguità. Dopo il no dicano anche ai lavoratori cosa faranno domani.>>

Valsusa – Locatelli (Prc-Se): “patetici i tentativi del M5S di salvarsi l’anima”

«Contrordine cittadine e cittadine. Sulla linea ad Alta Velocità Torino-Lione si può e si deve discutere ma niente sospensioni dei lavori come da avvertimento della commissaria ai trasporti Ue Violeta Bulc. M5S e Lega in perfetto stile democristiano hanno infatti scritto nel contratto di governo che intendono impegnarsi a «ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia». Un artifizio lessicale che tenta inutilmente di mettere in salvo capra e cavoli. Patetici i tentativi online dei M5S di queste ore di stravolgere il significato delle parole. A scanso di equivoci Salvini ci mette il carico: «la maggioranza delle opere pianificate e finanziate andrà assolutamente avanti». Rassicurate le consorterie di affaristi e speculatori che proliferano sulle grandi opere. Per il M5S più che un compromesso con il partner di governo si tratta di una vistosissima retromarcia. Per i cittadini della Valle di Susa si tratta invece di una vera e propria fregatura. Sempre più il patto di governo M5S-Lega si rivela per quello che è: uno specchietto per le allodole che mette in soffitta molte promesse elettorali. La «Valle non si arresta» si legge in una nota che annuncia la manifestazione No Tav di domani da Rosta ad Avigliana, alle porte della Valsusa. La prima manifestazione contro le giravolte e i nuovi inciuci di governo. Rifondazione Comunista ci sarà «contro la realizzazione di grandi opere – come si legge nella nota – utili solo a chi specula sulla loro costruzione»». 

 

Ezio Locatelli segretario provinciale Prc-Se di Torino