POLITICA- Pagina 586

AGRICOLTURA, PICHETTO (FI): IL GOVERNO E LE REGIONI STUDINO SOLUZIONI AD ABOLIZIONE VOUCHER

“Il Governo nazionale e le Regioni devono studiare al più presto come ovviare all’abolizione dei voucher. Ci stiamo approssimando al momento in cui il comparto agricolo ha necessità di assumere lavoratori stagionali e ad oggi non é stato offerto loro uno strumento alternativo ai voucher”. A sostenerlo Gilberto Pichetto, il coordinatore regionale di Forza Italia in Piemonte.

Spiega l’esponente di Forza Italia: “Il fatto che i voucher costituissero – per questo comparto – una via preferenziale é evidente, in particolare se guardiamo ai dati dell’ultimo mese nei quali potevano essere comprati: le aziende ne hanno fatto incetta“.

Conclude Pichetto: “Comprendo che Renzi e Gentiloni abbiano dovuto disinnescare gli effetti di una nuova, probabile, sconfitta nel referendum sui voucher, dopo quella rimediata sulle riforme costituzionali. La troppa fretta ha però creato lo stato di disagio che stanno denunciando le organizzazioni degli agricoltori. Non si può infatti cancellare, in fretta e furia, uno strumento senza riflettere agli effetti che produce in tema di occupazione e di impatto su alcuni settori. Il pericolo é che questa situazione porti più nero e più caporalato nelle nostre campagne e questo risulta inaccettabile. Presenteremo come Forza Italia ordini del giorno nei vari enti locali chiedendo che le Regioni e il Governo attivino uno strumento capace di dare risposta agli agricoltori“.

 

(foto: il Torinese)

Piemonte. Lega Nord: subito legge su Referendum Consultivo per indire consultazione su autonomia

“La Lega vuole arrivare ad avere al più presto una legge regionale che disciplini il referendum consultivo, in modo da poter poi indire una consultazione sull’autonomia. Esattamente al pari di quello che sta succedendo in Lombardia e Veneto, vogliamo che possano essere i Piemontesi a decidere direttamente il futuro della nostra Regione”: così Riccardo Molinari, segretario nazionale della Lega Nord Piemont, sul referendum sull’autonomia del Piemonte. “A rassicurarci sui tempi e a condividere con noi la necessità di raggiungere l’obiettivo di una legge sul referendum consultivo – spiega Alessandro Benvenuto, consigliere regionale del Carroccio – è stato lo stesso presidente del consiglio regionale, a cui ho personalmente inviato una lettera in merito non più di qualche settimana fa. Dal presidente Laus abbiamo ottenuto un impegno che ci porta a vedere più vicino questo traguardo”. “Che il Piemonte oggi abbia bisogno di una maggiore autonomia – sottolineano Molinari e Benvenuto – è indiscutibile. Solo con essa una parte consistente di tasse e imposte, che oggi finisce nelle casse statali, rimarrebbe sul territorio, andando ad alimentare in modo significativo le possibilità di crescita della Regione stessa”. “La Lega vuole che siano i Piemontesi a poter decidere – concludono i due leghisti – e per farlo serve l’approvazione in tempi rapidi di una legge che conferisca loro questo diritto”.

Marino: no al divieto, per gli eletti nei comuni, di svolgere attività professionali negli altri enti locali della provincia

“Come sottolineato già dall’UNCEM e da molti comuni italiani, la previsione, inserita nel decreto legislativo 24 aprile 2017, numero 50, atta a vietare al detentore di cariche elettive comunali, qualsivoglia tipologia di incarico conferito da pubbliche amministrazioni della provincia o nell’area metropolitana di elezione, rappresenterebbe il configurarsi di una situazione insostenibile”. Ad affermarlo il Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, che prosegue: “Comprendo il senso e i timori di fondo del legislatore nel prevedere tale normativa, che giunge anche dopo alcune interpretazioni, potremmo definire forzate, da parte della Corte dei Conti; ma seguire questa strada porterebbe a limitare oltremodo, soprattutto nei piccoli comuni, l’elettorato passivo, a discapito di quei professionisti, come architetti, ingegneri e geometri, che vedrebbero de facto l’impossibilità di continuare a praticare la propria professione se eletti. Non occorre dimenticare, inoltre, come già esista una normativa puntuale e precisa sull’incompatibilità rispetto alle cariche elettive, per quelle fattispecie che potrebbero creare gravi conflitti di interesse o distorsioni del sistema. Soprattutto con riferimento ai comuni sotto i 10 mila e i 30 mila abitanti – continua il Presidente Marino – si tratta di realtà nelle quali la carica elettiva è esercitata per passione e per senso del bene pubblico e in cui l’indennità, quasi simbolica, non può permettere in alcun modo l’autosostentamento. Per tali motivi – conclude Marino – mi sono impegnato perché potesse essere presentato, al testo in esame alla Camera, un emendamento correttivo della situazione: è importante che il Parlamento sia consapevole della problematica e intervenga quanto prima per apportare i dovuti correttivi”.

NASCE A MILANO IL MOVIMENTO ANIMALISTA, INDIPENDENTE DAI PARTITI

CON EDGAR MEYER ED ESPONENTI DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE. SILVIO BERLUSCONI SOCIO FONDATORE

Nasce a Milano, con un’assemblea costituente, il Movimento animalista, una forza politica indipendente da qualsiasi altro partito, che pone la tutela degli animali e dei loro diritti in cima alle sue priorità: una novità per l’Italia.  Presidente del nuovo partito è Michela Vittoria Brambilla, numero uno della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, al suo fianco Edgar Meyer, che guida Gaia Animali & Ambiente, e un gran numero di responsabili provinciali e regionali provenienti delle principali associazioni animaliste Italiane, con storie politiche e personali diversissime (dai verdi al centrodestra). Socio fondatore e convinto sostenitore dell’iniziativa Silvio Berlusconi. “Sono felicemente diventato – dice alla platea – uno dei milioni e milioni di italiani che considerano i propri animali domestici come membri della famiglia, si preoccupano del loro benessere e, così facendo, rendono l’Italia più bella e più civile”

“L’idea di fondare il Movimento animalista – spiega l’ex ministro del Turismo – viene dal basso, nasce dalla presa d’atto della generale insensibilità per la tutela dei diritti degli animali da parte di chi, a tutti i livelli, ci governa. Assistiamo ad un paradosso: mentre la società civile è sempre più attenta ai temi animalisti, politici e amministratori quando va bene li ignorano e quando va male prendono la direzione  contraria, in ossequio a lobby controinteressate che si presumono portatrici di voti. Ebbene, noi siamo qui non solo per ricordare che votano anche gli amici degli animali,  e sono la maggioranza, ma soprattutto per dare al nostro impegno, finora di natura sociale, un chiaro sbocco politico”. Politico non vuol dire partitico. “Il Movimento – specifica l’on. Brambilla – non è legato ad alcun partito ed è assolutamente indipendente, presenterà il proprio simbolo, sosterrà i propri candidati, con l’obiettivo di portare “gente nostra” nelle istituzioni e quindi cambiare realmente le cose”. Del resto, in Europa, vi sono numerose formazioni politiche che si sono date come priorità la difesa non degli interessi a breve termine dell’uomo o di qualche categoria di uomini, ma dei diritti degli esseri viventi tutti, della natura e dell’ambiente.  

Il Movimento animalista si batterà dunque contro ogni forma di violenza e di sfruttamento degli animali, per aumentarne la protezione e migliorare la convivenza tra l’uomo e gli altri esseri senzienti. Con alcune priorità già definite, tra cui la riforma costituzionale perché l’esigenza di una maggior tutela degli animali sia recepita al più alto livello, riconoscendo i nostri piccoli amici come esseri senzienti, l’inasprimento delle pene per chi li maltratta e li uccide, il divieto di sfruttarli a maggior ragione per divertimento o per alimentare l’industria del superfluo, la lotta al randagismo,  il superamento dei divieti che limitano la libera circolazione con animali al seguito, l’introduzione di un sistema sanitario agevolato per pagare le cure veterinarie nelle famiglie meno abbienti.

Ad impegnarsi in prima persona per la realizzazione di questo programma, con ruoli dirigenziali in tutta l’Italia, sono centinaia di attivisti molto determinati che da anni si occupano di questi problemi e ne hanno abbastanza di aspettare risposte da amministratori ed istituzioni a dir poco distratti o, peggio, asserviti a ben precisi interessi economici. Hanno accettato di assumere un incarico nel Movimento, infatti, imprenditori, professionisti, persone affermate nella vita e nel lavoro che sono anche importanti esponenti delle maggiori associazioni animaliste del Paese in tutto più di cinquanta, tra cui Enpa, Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente,  Oipa, Gaia Animali &Ambiente, Leal, Animalisti Italiani, SOS Levrieri, Earth, Anima Equina, Banco Alimentare Zoologico, Animalisti onlus, Cani e Mici per Amici – e di tante altre ancora molto attive nei rispettivi territori – come Arcadia Onlus, Una Cuccia per la Vita, Amico Peloso, Lida, Grandi Amici Onlus, I Pelosetti, Zampa su Zampa, Io non ti Mangio, Anpana,I Ca’ de Castiú, Como Scodinzola, ChiaraMilia, Salva un Cane, Animal Emergency Europe, Emi, Amici di Fido, Una Copertina per Snoopy, International Animal Protection League Italia, Il Mio Amico, Uniti per gli Animali, Diamoci La Zampa, Gagi Greyhard Adopt Center, Gli Angeli Randagi del Vesuvio, Animal Liberation, Una Zampa per la Vita, Ialp, Anime Randagie, Amici di Fiocco, Educanamente, BauBau Village, Amici per i Baffi, Associazione Animalista per i Randagi, Animalissimi Onlus, L’Altra Zampa, Felici nella Coda, Save The Dog, Animal Asian Foundation, Proteggiamo i Nostri Amici Animali in Maremma Onlus, Gatti Mammoni, Liv, Branco Misto ASD Bolzano, Ghismo Onlus e via dicendo.

Non certo inattesa la presenza di Berlusconi. “Avete ragione, la politica è stata troppo distratta e non ha dato ai nostri amici animali le tutele che meritano. É ora che restituiamo loro almeno una parte di tutto l’amore che ci danno. Convivere con uno o più animali domestici – ha ricordato – è un’esperienza bellissima, appagante. Devo dire che la mia vita è cambiata da quando sono arrivati Dudù, Dudina, i loro figli, la golden retriever Harley, il chihuahua Rambo e Sole, un simpaticissimo meticcio proveniente dal canile di Olbia. Anche per questo – afferma l’ex premier – ho deciso di essere qui con voi e sono orgoglioso di aver partecipato alla fondazione del Movimento animalista, di cui, ne sono certo, sentiremo subito forte ed alta la voce”.

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, in visita in Piemonte

Domenica 21 e lunedì 22 maggio il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, sarà in visita in Piemonte accompagnato dall’eurodeputato Alberto Cirio.
Domenica 21 maggio, alle ore 11.30, sarà ad Alba per la presentazione delle iniziative congiunte a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto tra Banca d’Alba e la BCC Sibillini, banca di credito cooperativo marchigiana, in occasione dell’Assemblea annuale di Banca d’Alba.
 
Alle ore 12.30 si sposterà a Grana, dove il sindaco Cristiano Gavazza e il Presidente della Provincia di Asti, Marco Gabusi, gli conferiranno la cittadinanza onoraria.
Alle 17.30 visiterà il Salone internazionale del libro, accompagnato dalla sindaca di Torino, Chiara Appendino, e dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino.
Lunedì 22 maggio, alle ore 9, presso il Comune di Mondovì incontrerà i Sindaci del Monregalese.
 
Alle ore 10, presso la Camera di commercio di Cuneo, parteciperà all’incontro organizzato da Unioncamere Piemonte e Confindustria Piemonte con i vertici regionali delle categorie produttive.
 
Alle ore 15, a Torino, prima di ripartire, il presidente Tajani visiterà il Sacrario dei Caduti della Prima Guerra Mondiale, ospitato nella chiesa della Gran Madre di Dio.

Moschee, Grimaldi (SEL-SI), Curti (PD): la libertà di culto non si discute

“Non ci sono religioni ‘sorvegliate speciali’”

 

Oggi in Commissione Urbanistica è cominciata la discussione sulla proposta di legge a prima firma Vignale (FI) relativa alla realizzazione di nuovi edifici destinati all’esercizio del culto.

La legge pone particolare attenzione alla religione islamica, come esempio di associazione che “non sottoscrivendo intese con lo Stato italiano, deve tuttavia definire in maniera precisa la propria attività sul nostro territorio”, poiché – così recita la relazione introduttiva – “sovente la legge coranica prevale rispetto alle norme del Paese ospitante”. Si chiede pertanto di sottoporre moschee e luoghi di culto islamico a regolamentazione per garantire la piena trasparenza dei finanziamenti per la loro costruzione e gestione. Ma, soprattutto, si pretende di stabilire che “gli imam limitino la loro predicazione ai soli precetti di culto, parlino in italiano e siano in grado di accompagnare le comunità musulmane praticanti in un processo di crescente integrazione, senza configgere con l’ordine pubblico e con la sicurezza del Paese”.

 

“Il disegno di legge presenta evidenti aspetti di incostituzionalità” – dichiara il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi. – “Innanzitutto interviene su una materia, quella dei rapporti fra la Repubblica e le confessioni religiose, regolata dalla Carta (Art. 117) e dunque di competenza legislativa esclusiva dello Stato. Inoltre, la sentenza n. 63 del 2016 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’incostituzionalità di una legge regionale della Lombardia analoga a questa, ritenuta discriminatoria e limitante la libertà religiosa. La sentenza ha sancito che ‘l’esercizio del culto è componente essenziale della libertà religiosa e non può essere soggetto, anche nella sua forma pubblica, ad alcun controllo o limitazione’”.

La pdl Vignale ricalca quella nazionale proposta da Santanché (A.C. 2976) sulla regolamentazione della costituzione di moschee e dell’attività degli imam. La proposta prevede l’istituzione di un registro pubblico delle moschee e di un albo nazionale degli imam, sottoposto a una Commissione che ne valuterebbe l’idoneità.

“I precetti costituzionali che riconoscono la libertà di culto all’interno di un quadro condiviso di principi (in particolare gli artt. 3,7,8,19 e 20 e, indirettamente gli artt.2,17,18,21 della Costituzione Italiana) esprimono molto chiaramente la volontà di garantire uno dei diritti fondamentali della persona e dei cittadini” – dichiara l’ex Assessora della Città di Torino Ilda Curti. – “La nozione di ‘luogo di culto’ intesa come ‘servizio pubblico’ deriva invece dalla disciplina urbanistica e da quella fiscale, norma i luoghi di culto delle confessioni che hanno un’intesa con lo Stato (chiese cattoliche, Sinagoghe, Templi valdesi e protestanti e poco più). Non esiste invece una disciplina che normi gli altri luoghi di culto, quelli senza intesa con lo Stato. Tuttavia la Carta è chiara: la libertà di culto è garantita non solo agli individui ma a questi in forma associata, organizzata e pubblica”.

“Il punto è che l’esistenza o meno di Centri islamici formali e aperti dipende dalla volontà di chi amministra un territorio” – dichiarano Grimaldi e Curti – “Per dirla in altri termini: a Treviso si prega nei garage, a Torino si possono fare le pratiche edilizie e si ottiene il permesso a costruire come qualsiasi altro cittadino, impresa o associazione che rispetti le leggi e l’ordinamento edilizio e urbanistico. Di sicuro da qui non si torna indietro. E ancor più certamente non accetteremo l’equiparazione fra islam e terrorismo che genera ‘sorvegliati speciali’ sottoposti a restrizioni, obblighi e controlli discriminatori”.

ISLAM: IN PIEMONTE UNA NUOVA LEGGE PER IL CENSIMENTO DELLE MOSCHEE E CREAZIONE DELL’ALBO DEGLI IMAM

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Giro di vite del Piemonte sui centri culturali islamici. Il Movimento nazionale per la sovranità ha presentato una proposta di legge di regolamentazione dei centri culturali islamici che per la prima volta introduce il referendum comunali sugli edifici di culto e li sottopone ai vincoli introdotti dalla legge regionale n. 7 del 1989, sui luoghi di culto. Verranno introdotti anche un registro delle moschee presenti in Piemonte ed un albo regionale degli Imam .

 

“Il progetto di legge in esame intende regolamentare le attività pertinenti alle pratiche religiose delle comunità musulmane in maniera conforme all’ordinamento italiano, regolamentando edificazione, ristrutturazione, cambio di destinazione d’uso dei luoghi di culto islamici, sia il censimento degli imam” si legge nel testo della relazione della proposta di legge, presentata in conferenza stampa da Gian Luca Vignale, primo firmatario e da Marco Botta, coordinatore regionale del MNS.

 

Oggi la proposta di legge inizia l’iter di discussione in II Commissione consiliare.

 

Le nuove regole valgono per i centri culturali nati dopo l’entrata in vigore delle norme, mentre per quelli esistenti già prima, la possibilità di svolgere attività legate al culto è vincolata all’adeguamento a quanto previsto dalla PdL n. 211 entro 180 giorni dall’approvazione.

 

La concessione per la costruzione di nuovi edifici di culto per le confessioni che non hanno sottoscritto un’intesa con lo Stato, verrà concessa dalla Regione Piemonte previa consultazione da parte della popolazione del comune interessato.

 

Viene previsto anche un registro regionale delle moschee e degli Imam. Ciascun Imam dovrà essere noto alla Regione, indicando anche eventuali finanziatori italiani o esteri.

Tra i requisiti indispensabili per provvedere all’iscrizione, vi sono la residenza legale in Italia per almeno cinque anni, la maggiore età, il non aver riportato condanne penali, nonché la conoscenza e la condivisione dei principi ispiratori del processo di integrazione della comunità degli immigrati di fede islamica nella comunità nazionale italiana. L’iscrizione viene revocata in caso di condanne penale o se il comportamento dell’imam pregiudica l’ordine o la sicurezza pubblica.

 

I Comuni avranno la possibilità di vigilare sullo svolgimento delle attività compiute all’interno della moschea.

 

“Questa proposta di legge – spiega Gian Luca Vignale, capogruppo in Regione Piemonte del Movimento Nazionale per la Sovranità – risponde alla duplice esigenza di garantire contemporaneamente la trasparenza e la sicurezza di tutti i luoghi di culto, dando ai Comuni regole certe su centri culturali che spesso sono vere e proprie moschee senza alcuna regolamentazione, né sicurezza per i fedeli”.

 

“ Le ultime notizie – conclude Marco Botta, coordinatore regionale del MNS – su infiltrazioni terroristiche nei luoghi di culto o su attività di fiancheggiamento creano insicurezza e paure. Per riportare il dialogo e rassicurare i cittadini servono norme certe. D’altronde con questa norma non facciamo altro che applicare anche alla fede islamica paletti e regole certe che hanno tutti gli altri istituti di culto presenti in Italia e far emergere dall’anonimato decine di luoghi di preghiera”.

 

Il Tar e le firme “farlocche”

di Pier Franco Quaglieni

Premetto che il TAR è stato sovente di aiuto ai cittadini , sanzionando casi di cattiva amministrazione. Una tutela alle garanzie del cittadino rispetto alla Pubblica amministrazione a volte insensibile alle ragioni di chi non ha difese. Premetto anche che mi avrebbe fatto molto dispiacere che almeno due consiglieri regionali Pd che stimo molto,Boeti e Gariglio,fossero stati dichiarati decaduti. Aggiungo che il  prof. Vittorio Barosio,legale del Pd,che conosco ed apprezzo da anni,si è rivelato anche questa volta un grande avvocato. I ricorrenti contro le firme false del Pd sono stati un po’ in ingenui e approssimativi. Detto questo, ritengo che il TAR sia sia contraddetto respingendo un ricorso, considerato fondato. Ritengo, inoltre, che il TAR dovesse applicare la legge vigente , piuttosto che auspicarne un cambiamento. Non ero un ammiratore della Giunta Cota  che non ha  dato gran prova di se’, mutande verdi a parte, su cui si è speculato in modo indecente, ma mi pare che abbia una qualche ragione Pichetto Fratin  nel sostenere che con  Cota  e Chiamparino il TAR non abbia usato lo stesso metro di giudizio. Certi avvocati della Bresso erano più bravi ed agguerriti, ma questo non basta. Nel momento che i raccoglitori delle firme del Pd hanno patteggiato, hanno riconosciuto il loro errore( usando una parola gentile ) nel raccogliere le  firme farlocche e le parole della sentenza del tribunale penale sono state molto dure ed esplicite in proposito.Capisco che le ragioni dei difensori di Chiamparino  potevano essere apparentemente più convincenti di quelle della legale della signora Borgarello, ma io cittadino resto poco convinto di come stanno andando le cose. La giustizia deve essere giusta,ma anche rapida,perché il rinvio può lasciare il dubbio che si possa favorire il proseguimento della legislatura. La raccolta delle firme non è un fatto meramente formale. L’averle raccolte in modo “superficiale “significa offendere la democrazia .Un’ultima considerazione di carattere politico : sia Cota sia Chiamparino – firme  false a parte – avevano raccolto la maggioranza dei voti che in democrazia costituisce il fatto decisivo

Matteo Salvini vince le primarie della Lega Nord

Matteo Salvini vince le primarie della Lega Nord. In Piemonte, con l’87% dei consensi, percentuale superiore a quella della media nazionale, batte l’avversario, Gianni Fava, che ha ottenuto il 13%. A Torino Salvini ha registrato l’83,2% delle preferenze, Fava il 16,8%. E’ andato al voto più del 60 per cento degli iscritti. Su Facebook il segretario piemontese del Carroccio Riccardo Molinari ringrazia ” tutti i militanti piemontesi che hanno lavorato ai seggi e che hanno partecipato a questa grande giornata di democrazia interna. La Lega Nord Piemont ha bisogno di unità e coesione, ci aspettano grandi battaglie da vincere tutti insieme, a partire da quella per l’autonomia della nostra splendida terra”

 

(foto: il Torinese)

Elezioni, nei comuni del Torinese si scaldano i motori

Sono scaduti sabato i termini per la presentazione delle candidature a sindaco e delle liste di appoggio nei due comuni della Valcerrina torinese, Cavagnolo e Monteu da Po. Tutto come previsto a Cavagnolo: qui si confronteranno il sindaco uscente, Mario Corsato, uno dei primi cittadini più “navigati” della Città Metropolitana di Torino, con un lungo curriculum amministrativo, sia come sindaco che come consigliere comunale, anche di opposizione. A sostenerlo, come era stato annunciato con largo anticipo, c’è l’Unione Cavagnolese. E nella sua squadra ci sono i componenti dell’attuale giunta, Mauro Oggero, vice sindaco da marzo e l’assessore Maria Luisa Ponzetti. Sul fronte opposto c’è, invece, Andrea Gavazza, già vice sindaco nella giunta Corsato, sino alle sue dimissioni a marzo, dove aveva le deleghe a bilancio e politiche giovanili. Gavazza, componente dello staff dell’assessore regionale Gianna Pentenero, è sostenuto dalla lista Adesso Cavagnolo, tra i cui componenti c’è Tiziana Zaniolo, dipendente regionale e moglie di Carlo Giacometto, commissario provinciale di Forza Italia di Torino. A Monteu da Po, invece, le liste sono diventate tre, una delle quali “esterna” al paese, grazie anche alla possibilità di non raccogliere firme di sostegno alle candidature, propria dei comuni sotto i mille abitanti. Torna in campo, dopo aver esitato se ricandidarsi a primoo cittadino, il sindaco uscente Laura Gastaldo, che avrebbe voluto passare il testimone a qualcuno della sua maggioranza, poi si è posta nuovamente alla testa di “Monteu un nuovo inizio” per portare avanti i progetti iniziati. Con lei c’è l’assessore Marco Ferrero, mentre non sarà della partita il vice sindaco Giulio Guido Bracco. A contrastare la sua eventuale riconferma c’è la lista locale “La nuova fronda” che candida a primo cittadino Vittorio Covacci, anch’egli di Monteu da Po, mentre Gianfranco Filombra è l’aspirante sindaco presentato dal Nuovo Cdu – Cristiani democratici uniti, partito guidato da Mario Tassone (già vice segretario dell’Udc) fondato nel 2014

Massimo Iaretti