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“7° Mangè an n’autra cort” a Castagnole Piemonte

Fra cibo, rievocazioni storiche e buona musica – torna per il “Solstizio d’estate”, uno degli eventi clou dell’enogastronomia piemontese

Sabato 21 giugno

Castagnole Piemonte (Torino)

Il titolo dato all’evento – “Mangè an n’autra cort” – richiama uno dei più iconici (e spesso irriverenti) modi di dire piemontesi: “Cantè an n’autra cort”, come dire vai a rompere le scatole altrove. Assolutamente di tutt’altro tono, invece, l’intento-richiamo degli organizzatori della serata tesa a inaugurare l’estate 2025 a Castagnole Piemonte, comune di poco più di 2mila abitanti alle porte di Torino, che, sabato prossimo 21 giugno, ospiterà la settima edizione di un’esperienza enogastronomica che, sotto il titolo appunto di “Mangè an n’autra cort” (“Mangiare in un altro cortile”), intende attrarre il maggior numero possibile di partecipanti e fondere nel migliore dei modi le storiche cene conviviali di buon vicinato praticate nei borghi antichi e il più moderno street food.

Il via alla festa alle 19 e se ne avrà fino a tarda notte, con l’allestimento in tutte le piazze e le vie del concentrico di stand food & drink, in collaborazione con ben quattordici “Proloco”del Piemonte che delizieranno il pubblico con i loro piatti tipici accompagnati da un buon bicchiere di vino. All’appello risponderanno le “Proloco” di Candiolo, Caramagna, Carmagnola, Castagnole Piemonte, Condove, Envie, Lombriasco, Monforte d’Alba, Osasio, Racconigi, Sommariva Perno, Vergne e Verzuolo. Ciascuna con i suoi piatti più rappresentativi: dal panino “candiolese” e gnocco fritto con Nutella per arrivare alla salsiccia porchetta capocollo e patatine, passando per il pan fritto con salumi nostrani e dadolata di pesche con gelato, via via fino all’agnolotto d’la Vila ravioles della Val Varaita e guancia brasata con puré.

Soddisfatto il gusto, si penserà a coccolare anche l’udito e la vista con la musica del dj-set di Gianluca Martino, Luca Zabellan e Matteo D’Amico che farà da gradevole sottofondo, dalle ore 19, in tutte le vie del paese. Dalle 19,15entrerà in gioco la meravigliosa “rievocazione storica” d’epoca risorgimentale, con la sfilata di oltre 150 figuranti con partenza da via Torino e arrivo in Piazza Cesare Battisti. Protagonisti assoluti il Re Vittorio Emanuele II e il suo grande amore, la Bela Rosin. La rappresentazione, con la regia di Luigi Oddoero, la conduzione di Maurizio Aglioldo e il coordinamento di Lorenzo Piana – in arte “Re Peperone” – vede la partecipazione dell’Associazione storico-culturale di Pinerolo “La Maschera di Ferro”, del Gruppo degli Sbandieratori di Villastellone “Comitato dei Templari”, del Gruppo animazione teatrale di Pinerolo “Piccolo Varietà” e della performancespeciale del mezzo soprano Rosy Zavaglia.

Al termine della sfilata, avrà inizio la serata di intrattenimento per tutta la famiglia in piazza Cesare Battisti. Dalle 22,15 saranno sul palco gli “Annovanta”, il gruppo che farà scatenare il pubblico sulle note dei brani dance più famosi degli anni ’90 e non solo, seguiti in consolle, alle 23,45, dal dj internazionale Roberto Molinaro.

In chiusura, dall’una fino a tarda notte, Christian Express, artista che ama definirsi “progressive-trance, innamorato del suono analogico”. Il tutto con la presentazione della “super voice” di Sandro Bit e la collaborazione di “DAGMA Promotion” e “Treseinovepromotion”.

Per maggiori info è possibile chiamare il numero telefonico 338/2500480 oppure scrivere all’indirizzo e-mail apscfcastagnole@gmail.com

Durante la serata saranno presenti punti informativi a tutti gli ingressi principali del centro cittadino.

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio

Da solitudine e desertificazione a ripopolamento grazie alla movida di qualità

MACELLERIA LOVERA

Negli ultimi anni, segnati dalla pandemia e da un generale rallentamento economico, i portici di Torino hanno visto abbassarsi molte saracinesche. La chiusura di attività storiche ha lasciato interi tratti della città più bui, meno vissuti, e spesso percepiti come meno sicuri. Ma ogni trasformazione urbana può diventare un’occasione, se accolta con visione e coraggio.
Un esempio virtuoso arriva da Corso Vinzaglio, dove la storica Macelleria Lovera ha trovato nuova vita grazie a un gruppo di giovani imprenditori che ha scelto di investire in quel luogo carico di memoria. Senza alterarne l’identità – gli arredi originali, tutelati dalle Belle Arti, sono stati mantenuti – il locale si è trasformato in Macelleria Lovera – cocktail bar e tea room, uno spazio raffinato, curato, accogliente, capace di unire il fascino del passato a un’offerta contemporanea.
Non è solo una riapertura, ma un segnale di rigenerazione urbana concreta. La presenza serale del locale, con i suoi tavolini, la musica soft e un flusso costante di clienti, ha contribuito a riportare vivibilità e sicurezza sotto i portici. È la dimostrazione di come l’ampliamento degli orari di frequentazione da parte dei cittadini migliori la qualità percepita dello spazio pubblico.
Non è un caso che proprio in quell’area, meno di un anno fa, si fosse verificato un episodio finito sulle cronache: un uomo, in evidente stato di alterazione, aveva danneggiato le vetrine in un gesto violento e disperato. Oggi, lo stesso tratto di portici si presenta animato, illuminato, frequentato, e questo anche grazie all’iniziativa privata che ha saputo restituire senso e funzione a un luogo altrimenti in abbandono.
I privati, quando credono nel territorio e lo rispettano, rappresentano una linfa vitale per il tessuto produttivo e sociale della città. Le attività economiche, se ben integrate, diventano presìdi urbani: portano presenza, socialità e coesione. La rinascita della Macelleria Lovera – oggi cocktail bar e tea room – ne è un esempio concreto.
Torino continua a cambiare. E se lo fa mantenendo il legame con la sua storia, può solo crescere meglio.
PIETRO RUSPA

Estate: cosa mangiare per combattere il caldo e magari buttar giù qualche kg?

Abbiamo incontrato Emanuele Calvaruso, biologo nutrizionista,  che terrà una conferenza il 21 giugno alle ore 12 presso Verdessenza in Via San Pio V, 20 per cercare consigli pratici in vista del gran caldo.

Non è ancora ufficiale ma direi che l’estate è ormai arrivata e anzi, tocca lottare con caldo, afa, pressione bassa e energia sotto i piedi. Il primo consiglio che ci viene dato è di non uscire nelle ore più calde e di bere tanto. Ma è possibile sopportare meglio il caldo e l’estate con i suoi aperitivi, i gelati e le cene fuori in comagnia? Lo abbiamo chiesto a Emanuele Calvaruso, biologo nutrizionista specializzato in alimentazione per chi pratica il tennis.

 

Dottor Calvaruso quali sono le caratteristiche principali di una dieta ideale per affrontare al meglio l’estate?

 

Durante il periodo estivo i due aspetti principali da considerare sono la perdita dei liquidi e i raggi UV. La natura ci aiuta a tenere a bada entrambi grazie alla frutta e alla verdura di stagione, ricca in anti ossidanti per limitare i danni dei raggi UV (es. il licopene nel pomodoro) e in acqua e sali minerali per reintegrare i liquidi persi. Perciò la dieta ideale per l’estate prevede  un consumo quotidiano di questi prodotti.

 

Parliamo di ritenzione idrica, problema che affligge sopratutto le donne con gambe appesantite e gonfie. Come si contrasta in estate?

 

Purtroppo l’aumento delle temperature causa un incremento nella ritenzione dei liquidi, ma possiamo comunque contrastarlo con tre semplici mosse: aumentare il consumo di frutta e verdura fresca, evitare i prodotti ricchi in sodio (es. prodotti in scatola) e fare movimento.

Ci sono alimenti che sarebbe meglio evitare nei mesi estivi, anche se generalmente salutari?

 

Per chi soffre di pressione bassa possono essere poco indicati gli alimenti che aumentano la dilatazione dei vasi sanguigni, come ad esempio la capsaicina contenuta nel peperoncino.

In generale però basterà seguire la stagionalità dei prodotti per non cadere in errore.

Quanto è importante l’idratazione durante l’estate e quali sono i modi migliori per mantenersi idratati, oltre all’acqua?

 

L’idratazione in estate è essenziale per evitare di incorrere in colpi di calore, cali di pressione o ritenzione idrica. Si dovrebbe consumare almeno 1,5 – 2 litri di acqua al giornoinsieme a frutta e verdura (preferibilmente cruda o cotta al vapore).

Dobbiamo far uso di integratori e se si quali?

 

Gli integratori migliori sono i prodotti che ci dà la Terra, perché specifici per i bisogni del periodo che stiamo vivendo.

Per chi suda molto però potrebbe essere utile integrare il sodio poiché è il minerale che perdiamo di più. Anche qui però possiamo reintegrarlo senza dover comprare integratori, ma semplicemente con una spremuta di frutta fresca a cui aggiungere una punta di sale da cucina.

Quali sono gli alimenti che non possono assolutamente mancare in estate?

 

Probabilmente sarò ripetitivo, ma insisto sul consumo di frutta e verdura di stagione come caposaldo di una dieta estiva funzionale.

Cosa ne pensa dei pasti freddi come insalate di cereali, poke bowl o smoothie? Sono soluzioni valide dal punto di vista nutrizionale?

 

Potenzialmente possono essere delle ottime alternative fredde comode anche per chi ha la necessità di portarsi il pranzo a lavoro, ma attenzione a mescolare più tipologie di proteine.

Se preparate insalate di cereali o poke cercate di consumarle con una sola fonte proteica e di aggiungere invece più verdure o una fonte di grassi insaturi (frutta secca o avocado per esempio).

Gelati, aperitivi, barbecue: come possiamo goderci questi piaceri estivi senza compromettere l’equilibrio nutrizionale?

 

Partiamo dal presupposto che non è un pasto alla settimana a causare problemi di peso o di salute se abbiamo delle abitudini alimentari sane nel resto della settimana. Riguardo agli alimenti citati per quanto riguarda il gelato sarebbe un’ottima scelta preferire i gusti vegani rispetto ai gusti che contengono latte. Per aperitivi e barbecue invece l’unica difesa possibile è limitarne il numero, in modo da godersi le occasioni, ma senza esagerare con gli eventi che possono portare poi ad aumenti di peso.

E se volessimo perdere qualche kg, può darci una dieta veloce che ci aiuti a sgonfiare?

 

Diciamo che è impossibile dare una dieta generica perché è fondamentale l’anamnesi del paziente per poter preparare un piano su misura per le sue esigenze e valutando anche eventuali problematiche. Consiglio di prediligere una dieta fatta di cereali integrali, verdure e frutta di stagione ed evitare prodotti confezionati e ricchi in sale per affrontare l’estate al meglio senza preoccuparsi della bilancia,

Il Dottor Calvaruso terrà una conferenza il 21 giugno alle ore 12 presso Verdessenza, in Via San Pio V, 20, dove potrete fare domande e magari chiarire dubbi o sfatare miti e credenze.

 

Lori Barozzino

“LangaRide”. In bici tra cantine e vigneti di Langa

L’iniziativa, inizialmente prevista per la scorsa Pasquetta e poi rinviata, si recupera per il Solstizio d’Estate

Sabato 21 giugno

Sessame (Asti)

Nulla di ciò ch’è buono s’ha mai da perdere. Capita anche per “LangaRide”, la “ciclo-eno-gastronomica” organizzata dall’Associazione “Torino Bike Experience” in collaborazione con il Comune astigiano di Sessame (patria del Brachetto), inizialmente prevista per la scorsa Pasquetta (lunedì 21 aprile), poi annullata per maltempo, e oggi diligentemente recuperata nella data simbolica del “Solstizio d’Estate”, sabato prossimo 21 giugno, diventando  anche seconda tappa dell’“Appennino Bike Tour”, Festival che attraversa l’Italia, partendo dalla Liguria e arrivando in Sicilia, dal 20 giugno al 20 luglio.

“LangaRide è un tour ciclo-eno-gastronomico in bicicletta pensato per le famiglie e per il grande pubblico: da un lato, si vive e conosce il territorio delle Langhe Astigiane, ‘Patrimonio Unesco’, fuori dalle rotte più note, dall’altro si degusta” spiegano il sindaco di Sessame, Paolo Carlo Milano, e Alessandro Ippolito, presidente di “Torino Bike Experience”. La pedalata “eno-gastronomica” ha una lunghezza di 15 chilometri circa. L’appuntamento è per le 8,30, nel centro di Sessame, per le iscrizioni e per visitare il “villaggio” allestito ad hoc da “Appennino Bike Tour”. Alle 10,30, parte l’“itinerario facile”, nei dintorni del paese con tappe dai produttori di vino. Al rientro, a pranzo, sarà il celebre “Risotto” di Sessame ad attendere e a rinfrancare i partecipanti. A guidare la comitiva, saranno “accompagnatori ciclistici” qualificati“Uisp” che faranno scoprire gli angoli più suggestivi e  le strade panoramiche del territorio.

Sei le tappe previste, in altrettante Aziende agricole e in ognuna, l’opportunità di conoscere un’etichetta specifica della zona, in abbinamento a salumi e a formaggi tipici, tra i quali il “Roccaverano DOP”.

Per gli “appiedati” ma comunque desiderosi di montare in sella, nessun problema! “LangaRide” offre anche la possibilità di affittare le bici e garantisce, per tutta la giornata, un’assistenza meccanica gratuita. Inoltre, per chi farà acquisti nelle cantine, è garantita la possibilità di farsi portare il vino all’arrivo, quando verrà servito a tutti i partecipanti l’“Aperibike” in collaborazione con i produttori di vino e le sfiziosità di “Ma.Eled”. Non mancherà anche l’“intrattenimento musicale” in piazza con “Felice Reggio & Friends”: si spazierà dal jazz al pop fino alla “musica celtica”.

Prenotazioni: info@langaride.com

E per i ciclisti da dieci e lode, o quasi? Nessuna paura! Si è infatti pensato per loro, impavidi delle due ruote, il LangaRide Gravel”, percorso, di 70 chilometri con 1600 metri di dislivello, patrocinato dai Comuni di Sessame, Roccaverano e Bistagno, prova valida per il “Campionato Gran Gravel 2025” (partenza alle 8). Dal paese di Sessame, il tracciato passa per Bistagno (qui è previsto checkpoint) e, poi, si sale fino a Roccaverano, paese della “Roccaverano DOP”. L’itinerario prosegue, poi, attraversando i vigneti e le colline della Langa astigiana fino a rientrare a Sessame. All’arrivo, nel tardo pomeriggio, l’“Aperibike” per tutti i finisher.

Altra alternativa per chi accompagna i ciclisti, senza alcuna intenzione di montare in sella, la giornata da trascorrere all’“Asti Padel Club”di Sessame. Il pranzo si può consumare nell’area food, degustando il “risotto” di Sessame (piatto tipico locale, omaggiato da una “Sagra”, arrivata quest’anno alla 103^ edizione, che si svolge nel primo fine settimana di maggio) preparato dalla “Proloco”, oppure in una delle strutture convenzionate che collaborano con l’iniziativa come “Fin cu naie” (piazza Martiri della libertà 7), ristorante “Il Giardinetto” (strada Provinciale Valle Bormida 24), Agriturismo “Villa Caffarelli”(sp 25, della Valle Bormida 1).

Per ulteriori info e per iscrizioni: www.langaride.com

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio

 

L’ossessione per la forma fisica: un disturbo chiamato disformismo corporeo

 

La vigoressia  ha dei dati allarmanti e continua a crescere.

Nel momento in cui la cura di sé diventa una ossessione e segue pedissequamente modelli prestabiliti si può parlare di vigoressia (dal latino “vigor” forza e “orexis” fame” che si può tradurre in fame di forza), una condizione conosciuta anche come disformismo corporeo con dismorfia muscolare (DMS-5- TR 2022), un disturbo forse ancora poco conosciuto, ma piuttosto preoccupante e  in grado di causare una battaglia permanente con il proprio aspetto. Chi ne soffre sviluppa una percezione errata del proprio fisico e, sentendosi inadeguato rispetto ai parametri e ai dettami proposti dal contesto a cui si riferisce, corre ai ripari investendo il proprio tempo in attività ginniche molto faticose e ricorrendo a diete massicce e squilibrate. I dati sono allarmanti e in crescita, il 10% della popolazione soffre di vigoressia. La fascia più colpita da questo disturbo è quella tra i 25 e i 35 anni, seguita da quella dei 18-24; l’esordio spesso si manifesta durante l’adolescenza, momento in cui si comincia a costruire un’ identità basata anche sul proprio corpo; parte, quindi,  il percorso di modellamento e  ci si esamina puntualmente per verificare i miglioramenti che vengono postati successivamente su canali online,  come Tik Tok, creando in  questo modo un’onda virale di identificazione, potremmo dire di massa, sempre più potente e pericolosa.

Le psicoterapeute Silvia Bellapi, Simona Porta ed Elena Contento si occupano con scrupolosa attenzione di questa “nuova” patologia e spiegano che “la vigoressia è una ossessione per un corpo muscoloso, modellato e definito che pone come obiettivo quello del raggiungimento dell’ideale di perfezione e di impeccabilità. Il corpo diventa una gabbia, un prodotto che definisce la propria identità, chi siamo e quanto valiamo. Ci si percepisce con molti difetti anche se nella realtà e dall’esterno queste anomalie non vengono rilevate. I sintomi corrispondono a comportamenti e consuetudini precisi: programmi di allenamento estenuanti, preoccupazione eccessiva per le forme corporee, diete molto rigide iperproteiche e ipocaloriche.

È sotto gli occhi di tutti che negli ultimi anni l’attenzione per il corpo, per la forma fisica e soprattutto per la “perfezione”, parametro non esistente in natura, ma frutto di tendenze e credenze perlopiù create artificialmente, sta invadendo le nostre vite attraverso un vero e proprio tormento sui diversi canali social, soprattutto Instagram e Tik Tok, e la proposta continua di modelli ideali nati in televisione, nella moda, nello show business.

“Sui social media queste pratiche sono molto pubblicizzate, si propongono corpi creati dall’intelligenza artificiale irraggiungibili, ideali e di esemplarità non umanamente esistente. Questo disturbo attecchisce maggiormente quando alla base c’è bassa autostima e molta fragilità; le persone che soffrono di questa patologia cercano in tutti i modi di migliorare quello che avvertono essere fisicamente imperfetto, sono insicure e attraverso un corpo desiderabile, e quindi un controllo disciplinare su stessi, riescono a mitigare emozioni negative oltre che ad essere riconosciute e ammirate socialmente” spiegano  le dottoresse Bellapi, Porta e Contento.

Donne e uomini scolpiti, fisici modellati, pelle liscia, tratti perfetti ci si presentano quotidianamente sulle pagine dei media online e durante i programmi tv; questi appaiono favolosi, raccontano dei loro regimi alimentari, delle loro rinunce, delle loro sedute in palestra con pesi, elastici e tanta costanza, maniacale e ossessiva. Questa disciplina che ha l’aria di essere solo una mania salutista, a cui si tende a dare quindi una connotazione positiva, può essere tutt’altro che tale. Le diete estreme che prevedono l’eliminazione totale di carboidrati e di grassi con un uso smodato di proteine, infatti, insieme ad un compulsivo bisogno di fare attività fisica è tutt’altro che un piano benefico per l’organismo.

Ma quali sono i danni fisici e psichici di questa ossessione per un fisico modellato e scolpito? 

Normalmente si manifesta in breve tempo uno di quei comportamenti tipici di molti disturbi psichici: l’isolamento sociale, infatti, per evitare di sgarrare la dieta o saltare allentamenti si rinuncia anche a frequentare i propri pari e a partecipare ad attività ludiche. Altri rischi reali sono quelli fisici e corrispondono a danni muscolari e renali. 

Cosa possono fare gli agenti sociali come la famiglia o la scuola per prevenire ed eventualmente affrontare questa patologia? Le nostre esperte chiosano “bisogna favorire il senso di accettazione, mitigare il giudizio negativo e controllare comportamenti come l’isolamento sociale. È importante lavorare sui sintomi precedenti all’evoluzione della malattia e, se poi la situazione arriva a livelli allarmanti, è consigliato chiedere aiuto ai professionisti. Purtroppo a volte anche le famiglie o i partner degli individui affetti da questo disturbo sono coinvolti in questa spirale ossessiva tendendo così a normalizzare comportamenti disfunzionali; la terapia con approccio multi disciplinare, che comprende quindi l’intervento di psicologi, medici e nutrizionisti  senz’altro rappresenta una soluzione che offre le maggiori garanzie di risanamento.”

 

Pasta risottata alla mediterranea

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Avete letto bene, e’ una pasta ma… cuoce come un risotto, provatela: e’ proprio appetitosa!

 

Ingredienti (per 4 persone):

320gr. di pasta corta tipo penne

15/20 pomodorini tipo Pachino

1 cucchiaio di capperi dissalati

3 cucchiai di olive taggiasche denocciolate sott’olio

1 piccola cipolla

1 spicchio di aglio

3 cucchiai di olio evo

1 bicchierino di vino bianco secco

3 cucchiai di pecorino grattuggiato

acqua per cottura

basilico e  prezzemolo freschi

Sale q.b.

 

In una larga padella mettere a dorare la cipolla,  l’aglio e i capperi tritati, aggiungere poi  le olive e i pomodorini tagliati a meta’, insaporire per qualche minuto poi unire la pasta cruda e rimestare. A questo punto, salare, sfumare con il vino bianco e poi coprire completamente gli ingredienti con acqua calda e rigirare, proprio come… un risotto. Lasciar cuocere per 10 minuti (dipende dal tempo di cottura della pasta) rimestando di tanto in tanto aggiungendo, se occorre, poca acqua. Quando pronta, spolverizzare con basilico, prezzemolo fresco tritati e pecorino grattuggiato. Servire subito. Potete sostituire gli ingredienti secondo i vostri gusti, magari aggiungendo 2 filetti di acciuga… La pasta cotta in questo modo risultera’ molto piu’ gustosa e avvolta da una cremina che vi conquistera’.

Buon appetito.

Paperita Patty

 

“ADAPTATION”: la reazione del mondo al cambiamento climatico

THE PASSWORD  Torino oltre gli asterischi

Per la rubrica The Password: Torino oltre gli asterischi”, in collaborazione con Il Torinese, la redattrice Arianna di Pascale parla di ADAPTATION, un progetto di web-giornalismo costruttivoche racconta le soluzioni di adattamento impiegate dai Paesi europei di fronte al riscaldamento globale.

Quante volte, leggendo dellavanzamento inesorabile del cambiamento climatico, ci siamo trovati davanti a una narrazione catastrofista della situazione? Quante volte ci siamo sentiti impotenti, minuscoli davanti a un avvenimento così immenso? Al giornalista Marco Merola è successo tante, troppe volte. Per questo motivo ha deciso di focalizzare il suo lavoro sul constructive journalism, una forma di giornalismo che si concentra sul positivo che può nascere dal negativo e sulla ricerca di soluzioni: la sfida è proprio dare una prospettiva costruttiva a una narrazione spesso distruttiva. 

Talvolta si pensa alladattamento al cambiamento climatico come a una forma di rassegnazione, allinattività di fronte al problema, ma non è così. L’adattamento è l’altra faccia della medaglia della mitigazione, ed è altrettanto necessario.

Da questa idea nasce ADAPTATION, un documentario interattivo che nasce per raccontare le strategie di adattamento delluomo al cambiamento climatico. Il progetto nasce da unidea di Marco Merola, giornalista che da oltre 20 anni firma reportage per magazine italiani ed esteri su temi legati a scienza, ambiente e tecnologia. Insieme ad altri colleghi ha girato il mondo per documentare le strategie di sopravvivenza e adattamento al cambiamento climatico. Questo formato in continuo rinnovamento permette di prendere un grande tema e di raccontarlo a tappe, attraverso tante storie connesse tra loro ma valide anche singolarmente, narrate con forme comunicative nuove e diversificate.

Per molto tempo la narrazione scientifica ha evitato di parlare di cambiamento climatico, poiché sintomo di una “sconfitta” da parte delluomo. Ci sono voluti almeno 20 anni per accettare lidea di “adattamento”: se ne era parlato già nel corso del protocollo di Kyoto 1997, ma tutt’oggi le posizioni mediatiche e politiche sono ben lontane da una narrazione di questo tipo. Adattarsi, però, è sempre stata la chiave della vita: parafrasando Charles Darwin, chi non evolve muore. E se guardiamo alloggi, i cambiamenti climatici altro non sono che una versione accelerata delle sfide naturali del nostro pianeta: daltronde luomo non è fatto per rassegnarsi, o non saremmo qui oggi.

Sulla pagina web del progetto si legge: “Adattarsi al cambiamento non vuol dire rassegnarvisi, tuttaltro. Significa piuttosto operare per ridurre gli effetti negativi sullambiente e, perché no, costruire modelli di vita differenti dal passato“. Ladattamento non è un’alternativa alla mitigazione, ma la integra, rendendone accettabili tempi e costi. La Banca Mondiale,  in uno studio del 2009, ha stimato che i costi per gli interventi di adattamento ai cambiamenti climatici ammonterebbero a una cifra tra i 70 e i 100 miliardi di dollari allanno fino al 2050a patto che venga rispettato lobiettivo di contenere laumento delle temperature a un massimo di 2°

ADAPTATION propone un viaggio dispirazione alla ricerca di buone pratiche di adattamento. Per il momento, il progetto racconta di due Paesi europei per cui la sfida climatica è particolarmente stringente: l’Olanda e lItaliadi cui per ora sono riportate cinque regioni, tra cui figura anche il Piemonte, grazie al supporto del Politecnico di Torino. Per questa regione, la fotografia climatica risulta abbastanza inclemente: dagli anni Sessanta a oggi le temperature massime giornaliere sono già aumentate di 2°C, mentre quelle minime di 1,5°C. Le precipitazioni non sono affatto regolari, con brevi periodi di piogge violente e periodi di secca sempre più lunghi, rendendo il Piemonte la regione con i territori più aridi della penisola (dati dellOsservatorio ANBI 2024). Gli effetti immediati sono la modificazione della portata dei fiumi, che causa anche inondazioni sempre più frequenti: ricordiamo ad esempio la disastrosa alluvione che nel 1994 ha colpito la città di Alessandria.

Le strategie sono molte e creative: alcuni agricoltori siciliani hanno dato vita ai cosiddetti vigneti eroici, in cui usano dei trenini che si arrampicano sulla roccia per curare i vigneti tutto lanno. C’è anche chi pensa a cosa mangeremo domani: nellisola di Texel, in Olanda, Marc van Rijsselberghe ha creato la prima salt farm del mondo, in cui coltiva semi antichi che riescono a crescere bene con lacqua salata. 

Per concludere, riportiamo alcune parole di Marco Merola, pronunciate durante ledizione 2019 di TEDxNapoli: “Adattamento evoca lungimiranza, adattamento siamo ognuno di noi. Siamo costretti ad adattarci, ma perché è nella nostra natura farlo: noi non combattiamo il cambiamento climatico, tentiamo di abbracciarlo”.

Arianna di Pascale

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A Saluzzo “C’è fermento”

 

Nella capitale dell’antico Marchesato, si festeggiano per quattro giorni i 15 anni del “Salone delle birre artigianali”

Da giovedì 19 a domenica 22 giugno

Saluzzo (Cuneo)

A tutta birra! A Saluzzo, ultimi preparativi e molta attesa per “C’è fermento”, il “Salone delle birre artigianali” che quest’anno spegne quindici candeline e che andrà in scena per tutto il fine settimana, da giovedì 19 a domenica 22 giugno prossimi, presso il Cortile principale de “Il Quartiere”, al civico 1 di piazza Montebello. In collaborazione con la “Città di Saluzzo” e la “Condotta Slow Food del Marchesato di Saluzzo”, l’organizzazione è, come sempre, della “Fondazione Amleto Bertoni”, che per quest’edizione, oltre a 20 birrifici artigianali e a 11 “food truck”, ha scelto di dare ampio spazio alla “musica” conquattro concerti delle band di “saletta live”che, da inizio anno, usufruiscono della “sala prova” messa a disposizione dalla stessa “Fondazione” e dal Comune.

I concerti si terranno ogni giorno a partire dalle 18,30 presso il “Cortile d’Onore”, e, con a seguire, dj set. Per festeggiare i 15 anni del Festival, domenica 22 giugno, ci sarà inoltre la“serata revival” con una bella sorpresa dedicata a chi, negli anni, ha partecipato al Salone. Ampio spazio sarà dato anche a “proposte ludiche” con l’accesso gratuito ai “calciobalilla” e, venerdì 20 giugno, con i “giochi da tavolo” dell’Associazione morettese “Dimensione Arcana”.

“I grandi protagonisti del Salone – afferma Carlo Allemano, presidente della ‘Fondazione Amleto Bertoni’ – saranno come sempre i birrifici artigianali, con il contributo delle proposte del cibo di strada di qualità. Ma non c’è festa senza musica. Per questo saliranno sul palco i giovani che, nei mesi scorsi, hanno provato nella saletta de ‘Il Quartiere’. Riconfermata inoltre la presenza della ‘Birroteca’ e della birra ‘Terres CF 25’, prodotta dal birrificio agricolo ‘Kauss’, nonché l’impegno alla sostenibilità con ‘eVISO’ e ‘C.S.E.A.’ di Saluzzo per azzerare, edizione dopo edizione, l’impatto climatico del Salone, sempre più una grande festa anche perché questa edizione rappresenta un compleanno importante: quindici anni che vogliamo celebrare con tutti coloro che ci hanno seguito e supportato nel tempo”.

In programma, per quanto riguarda gli eventi musicali: giovedì 19 giugno, l’esibizione del duo cantautorale “Devalle” e la voce e chitarra del “Dama Duet”, con grandi classici del rock; venerdì 20 giugno, si alterneranno la theatrical post-punk stoner metal ironic band “The Schwabs” ed il collettivo musicale “#Hahs21#” che mescola musica elettronica con elementi di funk e jazz sperimentale. Sabato 21 giugno, “Denim & Ties”, giovane cover band che propone rock moderno e contemporaneo, si intervallerà con il quartetto “33cl Band” dal repertorio hard rock e rock anni ’70 e ’80. Domenica 22 giugno, infine, il power trio cuneese “Electric Confidence”presenterà i propri inediti ispirati all’“alternative” e “hard rock”, “punk” e “blues”, e la cantautrice “Erica ed altri musicanti” concluderà con sonorità etniche, particolarmente ricercate.

Tutti i concerti saranno ad ingresso libero ed inizieranno alle 18,30. A seguire, giovedì, venerdì e sabato “dj set” fino a chiusura.

g.m.

Nelle foto: immagini di repertorio

 

Locali storici a Torino: il Caffè Elena

A cura di Piemonte Italia.eu

Il locale si apre sul sottoportico di piazza Vittorio Veneto con una devanture formata da due accessi “a portale” e serramenti in luce entro una cornice centinata di marmo rosa.

La lunetta sulla porta d’ingresso ospita un’insegna dipinta con un’iscrizione pubblicitaria della Ditta Carpano, famosa per la produzione del vermuth…

Leggi l’articolo:

https://www.piemonteitalia.eu/it/luoghi/locali-storici-golosi/caff%C3%A8-elena

 

I torinesi e la moda intellettuale

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SCOPRITO   ALLA SCOPERTA DI TORINO

La moda italiana nacque a Torino nel 1911 quando per la prima volta una donna indossò un paio di pantaloni di un sarto francese, subito suscitò incredulità e stupore ma con il tempo le persone iniziarono a prenderla d’esempio creandone nuovi modelli. Poco per volta nacque a Torino l’industria dell’abbigliamento. Dagli anni Trenta agli anni Sessanta Torino fu il polo industriale principale italiano per la produzione del tessile. Solo dagli anni Novanta in poi Milano diventò capitale della moda italiana.
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I BRAND INDIPENDENTI CHE SALVAGUARDANO IL PIANETA

Secondo numerose ricerche i torinesi si ispirano molto alle mode del momento e numerosi sono i brand indipendenti che sono nati proprio in questa città. Tra di essi il brand “Nasco Unico” di Andrea Francardo, un laboratorio artigianale dove le clienti possono scegliere come realizzare il loro capo direttamente nel laboratorio evitando così sprechi di produzione.
Un altro marchio è “Amma” di Luisella Zeppa che produce borse eco-sostenibili, con materiali naturali e lavorate con cura e maestria da tantissime generazioni.
Per chi ama invece i gioielli vi è il marchio “Raduni Ovali” realizzati con pietre preziose, ognuno unico nel suo genere grazie alle attente rifiniture a mano.
Moltissime sono le scelte dei brand e dei negozi, spesso le piccole realtà sono poco conosciute rispetto ai grandi marchi ma possono essere un’ottima occasione per indossare capi unici e con una particolare attenzione verso l’ambiente.
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COSA INDOSSARE IN BASE ALLE OCCASIONI

I grandi marchi di moda influenzano ogni anno il mercato con tessuti e colori diversi, ma per ottenere esattamente il risultato che si vuole ottenere quando indossiamo un capo non dobbiamo solo basarci sulla moda ma anche su delle precise regole di psicologia!
Secondo la scienza infatti indossare degli abiti rossi accellera il battito cardiaco di chi li porta e anche del suo interlocutore, che potrà tradurre quella sensazione in “voglia di fuggire” o “eccitazione”, questo vale soprattutto se la persona che indossa l’indumento è donna. Quindi se ad un primo appuntamento vogliamo fare colpo vestirci di rosso potrebbe essere una buona idea.
Se invece abbiamo un’occasione più formale, ad esempio lavorativa, il colore ideale è spesso il blu perché abbassa il battito cardiaco, rilassa e fa si che l’interlocutore si fidi maggiormente di noi. I politici sono spesso vestiti di blu proprio per questo motivo, Donald Trump per esempio ha il completo blu, la cravatta rossa che indica grinta e lotta e la camicia bianca che suggerisce chiarezza.
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COSA INDOSSARE CON PARSIMONIA

Vi sono poi dei colori che potrebbero non aiutarci a raggiungere il risultato sperato come il nero che suscita l’idea dell’oscuro, velato, misterioso e al contempo lussuoso.
Il bianco stimola in noi l’idea della pulizia ecco perché è molto usato nei camici da lavoro, è però un colore che non suscita emozioni, non è quindi adatto quando vogliamo creare un legame con l’altra persona.

Si occupa di colori anche l’armocromia ma in un accezione puramente estetica e non scientifica, molto utile quando il nostro obiettivo è quello di valorizzarci esteticamente.

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NOEMI GARIANO