ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 689

Il caso panchine rosse. Salvini: "Roba da papponi". Laus: "Facciamole in tutta Italia"

 Ma Nadia Conticelli, consigliera regionale del Pd e presidente della Circoscrizione, non ci sta e risponde via Facebook al leader del Carroccio: “La lotta alla violenza è lotta per la sicurezza. Di tutti”
panchine donne violenza

Ai tempi del social network anche le panchine – se sono rosse – diventano un caso. Stiamo parlando delle panchine dipinte di rosso ideate a Torino come simbolo della battaglia contro la violenza alle donne. Il segretario della Lega Nord Matteo Salvini ha dato ragione ai suoi consiglieri leghisti della Circoscrizione 6. che hanno votato contro il progetto di ridipingere altre dieci panchine. “Bene, è solo una presa in giro: su quelle panchine si siedono i papponi”, ha detto alla Stampa. Ma Nadia Conticelli, consigliera regionale del Pd e presidente della Circoscrizione, non ci sta e gli risponde via Facebook: “La lotta alla violenza è lotta per la sicurezza. Di tutti”, e si  fa fotografare seduta su una delle panchine  con il cartello “io non sono un pappone”. A dimostrare che a sedersi non sono (almeno, non solo) i papponi ma  anche., aggiunge la consigliera “studenti, insegnanti, operai, ingegneri, pensionati, designer, badanti. Noi insomma che siamo Torino”. Nel dibattito su Fb entra anche il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Mauro Laus, referente per le Pari Opportunità della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali: “Salvini conferma la sua pochezza culturale e decide al posto delle donne. Invece io decido con le donne”. Laus aggiunge che è disposto  a sostenere il progetto della Commissione Pari Opportunità piemontese di ampliare su scala regionale e nazionale la campagna di sensibilizzazione delle panchine rosse.

(foto: www.comune.torino.it)

Il Chiampa lancia l'idea della Casa del Vino made in Piemonte

chiampa BICIE un coordinamento regionale degli eventi legati all’enologia

Per promuovere il  vino piemontese il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ha in mente una Casa del Vino, da realizzare a Torino, e un coordinamento regionale degli eventi legati all’enologia e all’agricoltura ad essa connessa. Il governatore, che è anche presidente dell’Arev, l’associazione che rappresenta le 75 regioni Vendemmia vinoviticole europee, ha lanciato la proposta in occasione della presentazione delle nuove etichette di ‘Piemonte Barbera, tradizione che si rinnova’, il progetto della Cia di Asti, della cantina di Vinchio e del Consorzio della Barbera all’Enoteca regionale di Nizza Monferrato.

Regione, approvato il Bilancio di previsione 2016-2018

con reg lascarisIl documento di previsione finanziario, che era approdato in Aula dopo numerose sedute in Commissione, pareggia in 19,7 miliardi di euro in termini di competenza e 18,5 in termini di cassa (il fondo di riserva 2016 è pari a 1,4)

La maggioranza di palazzo Lascaris con 28 voti a favore e 6 contrari delle opposizioni, eccetto il gruppo M5S che aveva abbandonato l’Aula), ha approvato a maggioranza il Bilancio di previsione finanziaria 2016-2018” Nella seduta del 31 marzo è stato previsto il contingentamento dei tempi, per non fare notte.  La richiesta è giunta dalla maggioranza, per l’imminente scadenza dell’esercizio provvisorio del Bilancio. Il documento di previsione finanziario, che era approdato in Aula dopo numerose sedute in Commissione, pareggia in 19,7 miliardi di euro in termini di competenza e 18,5 in termini di cassa (il fondo di riserva 2016 è pari a 1,4). Nell’esercizio finanziario 2017 sono previste entrate e spese nell’ordine di 18,6 in termini di competenza. L’esercizio finanziario 2018 pareggia in 18,2 miliardi. La quota più ingente, come sempre, alla sanità alla quale sono dedicate circa l’83% delle risorse del bilancio regionale (attorno agli 8 miliardi di euro). Al secondo posto gli stanziamenti per i trasporti con 533 milioni. L’esame in Aula è stato caratterizzato dalla discussione di oltre 200 emendamenti, dei quali 12 approvati. Quasi la totalità di quelli provenienti dalle opposizioni sono stati respinti eccetto due del gruppo Forza Italia.

In particolare un emendamento dell’Esecutivo ha proposto numerose integrazioni anche raccogliendo sollecitazioni provenienti dalle opposizioni. Nella proposta del vicepresidente della Giunta regionale, con delega al Bilancio, sono stati previsti spostamenti di risorse (circa 4 milioni di euro) per far fronte a diverse esigenza emerse recentemente anche a causa dell’approvazione di nuove leggi. Tra queste viene stanziato un milione di euro per far fronte all’emergenza di lotta parassitaria e di risarcimento dei danni agli agricoltori causati dal coleottero Popillia japonica (che ha colpito soprattutto il Parco del Ticino). Un altro milione è riservato per il sostegno al fondo sociale per le locazioni mentre, 150 mila euro, vanno al sostegno della recente legge contro la violenza di genere. Per l’Edisu sono stanziati un milione nel 2016 e altri 2 nel 2017; per la Formazione professionale, invece, sono previsti ulteriori 12 milioni nel 2017. Prima della votazione finale sono stati approvati 27 ordini del giorno collegati (alcuni anche delle opposizioni) a fronte di altri 16 respinti (vedi scheda dedicata).

consiglio lascarisIL DIBATTITO IN AULA

Prima delle dichiarazioni di voto il presidente della Giunta regionale, esprimendo soddisfazione per il lavoro svolto sul Bilancio ha rilevato come “la Giunta e la maggioranza con questo documento si trovino a metà del percorso politico e programmatico di questa amministrazione. Credo che con questo bilancio si cominci a intravedere la luce in fondo al tunnel e non più il treno in senso contrario. Ora dobbiamo guidare in modo accorto. Il nostro obiettivo è anche restituire al Consiglio regionale la dignità di essere utile alla nostra comunità”.

  • Il presidente del gruppo M5S ha giustificato l’uscita dall’Aula con “la mancanza di volontà di confrontarsi della Giunta regionale e della maggioranza, per non voler in minima parte riconoscere il lavoro delle opposizioni e per la scelta dell’Ufficio di presidenza di assumere un provvedimento inaccettabile nei confronti di due componenti del gruppo”.
  • Il capogruppo Pd ha dichiarato il voto favorevole in quanto pur “portandoci dietro un debito di 10 miliardi abbiamo gestito un Bilancio che da risposte alla società: ci siamo concentrati non sulle colpe dei padri ma sul futuro dei figli”.
  • “Anche con l’entrata in vigore della nuova riforma costituzionale – ha affermato il presidente del gruppo FI – il potere normativo della Regioni è ancora enorme e in questi due anni si poteva fare di più. Mi auguro che nel prossimo triennio la Giunta regionale possa mettere in atto le necessarie azioni di cambiamento, dalle politiche sociali alla sanità”.
  • Secondo il capogruppo di Fratelli d’Italia, “La Giunta regionale ha abdicato al suo ruolo. Il Bilancio è un provvedimento blindato che l’Aula ha dovuto digerire sfogandosi in patetici atti d’indirizzo in una fase di assestamento che non avrà risorse: una presa in giro. Un bel pesce d’aprile per tutti i piemontesi.”
  • Voto contrario dichiarato anche dalla presidente del gruppo della Lega Nord perché “manca completamente l’idea della progettualità, della velocità e della prospettiva. Il presidente della Giunta regionale poteva essere più coraggioso, non essendo interessato ad una rielezione”.
  • Il capogruppo di Sel, dichiarando la sua lealtà politica alla maggioranza ha evidenziato alcuni dati favorevoli alla azione dell’attuale governo regionale, “7mila persone rischiavano di perdere la casa nel 2013, ora sono solo 5mila. 4mila studenti non prendevano la borsa di studio oggi sono solo mille. 30 mila le famiglie senza assegni cura oggi solo più 16 mila”.

AB – www.cr.piemonte.it

Il successo della app contro lo spreco di cibo targata Torino

mercato sebatopoliSi chiama  Last Minute Sotto Casa

Ogni mese, per un anno e mezzo ha salvato 2,5 tonnellate di cibo, di cui 1 tonnellata nella città di Torino. Proprio sotto la Mole è nata la  start up nell’incubatore del Politecnico, che oggi sta per  sbarcare anche oltre confine, in Spagna e Portogallo. Si chiama  Last Minute Sotto Casa, app che combatte lo spreco alimentare e vuole espandersi all’estero grazie a un accordo con Day Gruppo Up e con il network LifeGate. Sono più o meno 50 mila in Italia gli utenti registrati sulla app e 300 gli esercizi commerciali che propongono a prezzi scontati i prodotti in eccedenza.

(Foto: il Torinese)

Empowering women: Elisa Sasso, artigiana ceramista

Sabrina Allegra è una sociologa freelance specializzata in temi riguardanti il genere. Con il fotografo Stefano Di Marco ha realizzato un reportage (Empowering women through their job and passion) focalizzando l’attenzione sull’empowerment delle donne attraverso la loro professione. Il reportage comprende sei storie di donne, corredate di foto

Di Sabrina Allegra  www.womensocialinclusion.org

 Foto  di Stefano Di Marco www.stefanodimarco.com

 
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6 / ELISA SASSO, ARTIGIANA CERAMISTA

CHI È ELISA SASSO?

Elisa, quasi trentatreenne, è un’artigiana ceramista formalmente da un anno con il suo brand Elisa Sasso Creazioni Ceramiche, anche se in realtà lavora la ceramica da circa otto anni. Inizia a vendere i suoi prodotti prima nella cerchia di amici e parenti e poi nei circuiti dei mercatini. Oggi Elisa è impegnata, oltre che nella produzione   e vendita delle sue ceramiche, nella conduzione di laboratori per le scuole. Elisa ci confida inoltre che, presso il suo laboratorio di Pinerolo, ci saranno presto delle novità per gli aspiranti ceramisti.

 

COME NASCE LA PASSIONE PER LA CERAMICA?

Elisa inizia a frequentare 3-4 cicli di un corso di ceramica presso l’Associazione Aquarius di Torino. Affascinata da questo mondo, continua a svolgere workshop e corsi più brevi sulle tecniche minori e sulle alte temperature. Ciò che appassiona Elisa è il lavoro manuale in sé, ma soprattutto è il concretizzare un’esperienza in un prodotto finito, che capita di dover ripetere in decine e decine di pezzi per i suoi affezionati clienti.

Non so più se si tratta di passione o di necessità, nel senso che molto spesso mi ritrovo a mettere pezzi di vita vissuta, ricordi ed esperienze negli oggetti che realizzo.

Le sue creazioni, specialmente quelle che piacciono alle persone, partono sempre da qualcosa di intimo e personale. L’argilla diventa un canale privilegiato di espressione personale. La sua passione la porta poi in Turchia, grazie a un progetto europeo sull’apprendimento di alcune tecniche di decorazione. Un’esperienza che si rivela di alto valore umano, oltre che tecnico. La ceramica, arte diffusa in tutto il mondo, ha il potere di unire i popoli e le loro culture. Ogni tradizione ceramica racchiude un fascino unico per Elisa, fatto di tecniche e materie prime differenti che rendono irripetibile ogni manufatto.Due anni e mezzo fa si conclude un’altra esperienza che segna fortemente il cammino di Elisa: il Giappone. Tre mesi di apprendimento intensivo di lavorazione della porcellana, presso un rinomato e giovane maestro a 40 km dalla città di Nagoya. Elisa racconta di quanto i ceramisti siano venerati dai giapponesi, godono infatti di sasso12un considerevole rispetto che rimanda alla millenaria tradizione del tè, dei suoi rituali e dell’eccellente cura dei dettagli. La porcellana è un materiale meraviglioso, ma molto costoso e difficile, che Elisa non esclude un giorno di cominciare a lavorare.

Elisa parte per questa avventura senza pensarci su, lascia tutto, ma una volta arrivata a destinazione ad aspettarla non trova le condizioni lavorative tipiche dell’apprendistato. La realtà in cui si ritrova è ben diversa: 9 ore di lavoro in una piccola fabbrica, per sei giorni su sette, a contatto con polvere e sotto stress. Ma non basta perché, oltre a tutto ciò, Elisa affronta un altro ostacolo: in base a qualche precetto della tradizione giapponese, le donne non possono stare al tornio, sono adibite a mescolare i colori, a lavori molto più poveri e all’utilizzo degli stampi.

Il Giappone ha cambiato parecchio Elisa e sono tanti i risvolti personali che si porta dietro. La prova è stata dura più che mai, sia a livello fisico che psicologico, ma è proprio da qui che torna a casa con la massima certezza di ciò che vuole fare nella sua vita.

LA FONTE DI ISPIRAZIONE NELLA SUA PROFESSIONE?

L’ideale per Elisa è un viaggio, sia per rigenerarsi che per far nascere nuove idee. Quando non è possibile è sufficiente il riposo totale dalla ceramica, trascorrere del tempo con un’amica o andare in montagna con la cagnolina Petra. Lo stile di Elisa lo riconosci tra gli altri per i suoi elementi decorativi fantasiosi e freschi che rimandano a mondi onirici e simbolici. Elisa ci apre la porta del suo giardino segreto, mostrandoci gli angoli più intimi e personali. Ci presenta i pois e le righe, che nelle sue creazioni non mancano mai. Ci sono poi le casette da appendere al collo, alle quali lei tiene tanto. Per esempio, la sua prima casa di ceramica è nata dal bisogno di avere finalmente una sola casa, dopo averne cambiate ben undici. E poi ci sono le sue amatissime mongolfiere, simbolo di un grande amore che dopo tanti anni finisce e come una mongolfiera si alza in volo. La ceramica è per molti un’attività terapeutica ed entra a far parte della vita di Elisa in un momento in cui era indispensabile ritagliarsi uno spazio e un tempo tutto suo. Manipolare l’argilla, racconta Elisa, ha dei risvolti curativi per l’anima: attraverso la materia riesce ad esorcizzare le esperienze sia positive che negative che le capitano. L’argilla ha infatti delle proprietà eccezionali, tra cui quella di assorbire gli stati d’animo di colui o colei che la lavora.

QUANTO É IMPORTANTE AVERE UNA PERSONA DI RIFERIMENTO SU CUI CONTARE?

Lei si ritiene molto fortunata, può contare su qualcuno che capisca le sue esigenze e creda in lei. Fra le tante persone incontrate che hanno segnato il suo percorso professionale, Elisa ricorda la sua prima insegnante. Una persona molto dura, ma che vede in lei fin da subito qualcosa di diverso dalla semplice hobbista. Nel processo evolutivo dell’artista è necessario superare i maestri per andare oltre e trovare se stessi. Elisa lungo il suo cammino di ceramista ha incontrato persone che nel bene e nel male l’hanno aiutata a far tesoro dell’esperienze vissute. Esiste un’altra persona che ha sempre creduto in Elisa ed è una delle due sorelle, capace di dire la cosa giusta al momento giusto e di esserci nel momento del bisogno.

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QUALI SONO LE DIFFICOLTÁ INCONTRATE IN AMBITO PROFESSIONALE?

Tanti e diversi gli ostacoli incontrati. All’inzio erano più di tipo concreto, come il procurarsi le materie prime necessarie e trovare uno spazio adeguato. Tutto ciò di cui aveva bisogno se l’è conquistato un po’ per volta con le sue forze. Un percorso tortuoso che inizia con il suo primo tornio acquistato quando ancora studiava all’università. Elisa ha affrontato difficoltà economiche ma anche emotive, perchè ci sono quei momenti in cui ti scoraggi. L’emotività e la sensibilità, che caratterizzano Elisa, se da un lato rappresentano degli elementi tangibili nelle sue creazioni, in certi momenti facilitano la deconcentrazione dal suo lavoro.Essere artigiana e imprenditrice di se stessa, com’era già emerso nella storia di Grazia Isoardi, comporta avere una limitata disponibiità di tempo. Una risorsa preziosa che va razionalizzata al massimo oltre che per la propria attività professionale, per la vita affettiva. Elisa in laboratorio è molto abile a massimizzare il tempo: per produrre una ciotolina di ceramica il tempo medio è di circa 45 minuti. Ci sono molti passaggi da considerare e in generale la tecnica di Elisa è molto sperimentale e “anarchica”: ammette che per questo le capita di sbagliare ma sovente il risultato è sorprendente ed è fiera di farsi guidare dall’istinto.

 

IN QUANTO DONNA?

Elisa racconta di avere un compagno che l’aiuta tantissimo a casa, c’è un rapporto paritario e generalmente le cose si fanno insieme. Quella domestica rimane tuttavia una questione da tenere a mente e da organizzare, finendo per sommarsi al resto degli impegni.

A proposito dell’essere una ceramista, Elisa parla del magico legame esistente tra la donna e l’argilla. I ceramisti uomini sono tanti e sicuramente la forza fisica può aiutare, così come il coraggio nell’utilizzo del fuoco o dell’alta tensione. Ma, secondo Elisa, la manipolazione e la creazione di oggetti che contengono” rimandano a qualcosa di intrinsecamente connesso all’essere donna.

COSA SOGNAVA DA PICCOLA ELISA?

Elisa da piccola adorava gli animali e sognava di diventare veterinaria. Nei primi anni dell’adolescenza era molto affascinata dal diritto e la scelta universitaria vacillava tra due ambiti molto diversi fra loro, l’Accademia delle Belle Arti e Giurisprudenza. Alla fine Elisa segue un percorso diverso da entrambi, Scienze dei beni culturali, in cui lo studio di Storia dell’arte le trasmette il senso dell’estetica che lei applica con sapienza nelle sue creazioni.

OGGI LE DONNE SONO DAVVERO LIBERE DI SCEGLIERE IL LORO DESTINO?

Rispetto alle sue coetanee e amiche Elisa è da considerarsi un’eccezione. Non sono molte le donne che conosce ad aver preso in mano la loro vita. Spesso ci si accontenta di un lavoro che non piace ma di cui si ha bisogno o che non si ha il coraggio di cambiare. Elisa fin da molto giovane sapeva che avrebbe fatto il possibile per non diventare un’adulta alienata dal suo lavoro. Un atto di coraggio e di responsabilità è sicuramente quello di concedersi almeno una volta nella vita la possibilità di provarci, di darsi fiducia. I fallimenti possono capitare e forse servono anche per farsi le ossa. A livello familiare il gene dell’audacia non manca per niente. Le donne della sua famiglia sono state intraprendenti e audaci, a partire dalla nonna materna, commerciante di abiti per quasi cinquant’anni, che con sua sorella ha iniziato l’attività imprenditoriale negli anni ’60. La mamma di Elisa è stata un altro modello di tenacia e determinazione. Elisa ricorda di avere sei anni quando la mamma si laurea in Psicoterapia all’Università di Padova, un settore dove all’epoca le donne erano quasi inesistenti.

 Nel mondo dell’artigianato e del libero professionismo, il “fare rete” ha un ruolo non trascurabile. Essere artigiane comporta passare del tempo in solitudine, per esempio in laboratorio, e la presenza di una rete di colleghe/i a cui fare riferimento può rappresentare un punto di forza. Elisa fa parte di un collettivo composto da 12 artigiane di Pinerolo e partecipa all’ambizioso progetto Ceramica: singolare, femminile promosso da DonnArgilla, un collettivo di ceramiste provenienti da tutta Italia. Attraverso la raccolta fondi #adotta una mostra verrà finanziata l’esposizione delle loro creazioni che si terrà a Roma il prossimo ottobre.

 

SOGNI E PROGETTI PER IL FUTURO?

Oggi Elisa è una persona serena che ha concretizzato la sua passione nella sua attività di artigiana ed è in attesa di un bimbo o una bimba. Elisa augura a suo/a figlio/a di non dover vivere le ansie e le pressioni derivanti dal mondo circostante, che in parte lei ha vissuto, ma di riuscire a trovare la propria strada, qualsiasi essa sia. Elisa farà di tutto per educare questa nuova vita alla libertà di pensiero, e quale modo migliore di farlo se non attraverso il viaggio! Elisa ama molto viaggiare, lei e il suo compagno sono due viaggiatori e non vedono l’ora di programmare il loro primo viaggio in tre!

ELISA SASSO IN SINTESI?

Eclettica, emotiva e tenace.

Il Buondì non è servito a salvare l'ex Bistefani

La Bauli chiude a Villanova ma propone di riassorbire tutti i dipendenti. Ma l’idea del trasferimento a Verona porta a scelte non facili per i lavoratori

Bistefani

I Buondì, unico tra i marchi e le produzioni passate nel 2013 di proprietà dalla Bistefani alla Bauli non sono stati sufficienti a salvare lo stabilimento di Villanova Monferrato. Stefano Zancan, amministratore delegato della società di Castel d’Azzano (Verona) dall’inizio dell’anno, lunedì non ha avuto mezzi termini nell’incontro con i sindacati in cui ha annunciato la chiusura, spiegando che i costi fissi di produzione dell’impianto monferrino sono altissimi e che l’acquisizione della struttura da parte del precedente managment dalla famiglia Viale, era stata un errore. “All’epoca c’erano state dichiarazioni di impegno nel potenziare la fabbrica – dice Marco Malpassi di Flai Cgil – ma non si è mai visto un piano industriale. Zancan ha rilevato che gli altri marchi acquisiti sono marginali (Girella, Yo Yo, e i Krumiri Bistefani), mentre il Buondì, nonostante un calo di produzione da 160mila quintali a circa 80mila è un qualcosa in cui credere, di qui la proposta di riassorbire tutti i 114 dipendenti dello stabilimento di Villanova Monferrato”. E sin qui va bene, ma il rovescio della medaglia è che chi accetterà dovrà trasferirsi a Verona dove saranno spostate le produzioni. Si tratta di una scelta certamente non facile e che in questo momento divide trasversalmente i lavoratori, soprattutto quelli più avanti negli anni, con famiglia e magari un mutuo da pagare che vedrebbero completamente stravolta la loro vita. Proprio per questa motivo non sono state al momento messe in campo iniziative particolari, anche in attesa di quello che sarà l’esito dell’incontro che si terrà tra la proprietà e le organizzazioni sindacali il 31 marzo prossimo all’Unione industriale ad Alessandria. “E’ un altro duro colpo all’economia del Casalese – dice Valerio Scarrone, direttore del Consorzio Servizi Unione Artigiani di Casale – che avrà sicuramente dei riflessi sulle nostre imprese che tradizionalmente costituiscono indotto, in settori come la manutenzione o i trasporti, andando ad impoverire il territorio”. Non mancano le reazioni da tutto il mondo politico. Da Roma, sul proprio sito, il deputato Fabio Lavagno spiega di aver interrogato il Governo per chiedere l’apertura di un tavolo nazionale di confronto per tutelare la continuità occupazionale dei dipendenti e, raggiunto telefonicamente aggiunge che “per quanto difficile sarebbe importante che qualche imprenditore potesse prendere in mano il destino produttivo del sito di Villanova, pertanto ho voluto portare all’attenzione della Regione questa grave crisi”. Proprio a Torino il consiglio regionale si è occupato dei lavoratori ex Bistefani. “Dobbiamo impegnarci tutti – ha detto il consigliere Domenico Ravetti – in una riflessione su ragionie possibili opportunità per superare questo momento”. Prossimamente il consiglio dedicherà un’intera seduta alle questioni alessandrine legate all’occupazione. Federico Riboldi (che ha presentato un’interrogazione in Provincia) ed il consigliere Emanuele Capra, da un lato, chiedono ai sindaci di Casale e Villanova Monferrato di intervenire, dall’altro propongono “alla proprietà di ispirarsi a Natuzzi, che, a offerto 12mila euro per operaio ad altre aziende che si impegnassero a riassumerlo con un contratto fisso oltre ad un indennizzo al dipendente”.

Massimo Iaretti

 

DELLA FONDAZIONE CRT FINO A 50.000 EURO PER L’ACQUISTO DI OGNI NUOVA AMBULANZA

pronto-soccorso- soccorsiÈ aperto il bando Missione Soccorso della Fondazione CRT, per il rinnovamento dei mezzi di primo soccorso delle organizzazioni che fanno capo al 118 e operano in Piemonte e in Valle d’Aosta. Per l’acquisto di ciascun mezzo è previsto un contributo fino a 50.000 euro. Il sostegno della Fondazione CRT garantisce il ricambio delle autoambulanze non più convenzionabili – circa un quinto del totale – operanti sul territorio, 24 ore su 24, e costituisce un “polmone” fondamentale per il mantenimento dell’efficienza del servizio d’emergenza sanitario. Dal 2002 a oggi, il bando Missione Soccorso ha permesso l’acquisto di 430 ambulanze, con un investimento di oltre 20 milioni di euro.

 

“La Fondazione CRT è al fianco della rete di primo soccorso del territorio, promuovendo un approccio di sistema – dichiara Massimo Lapucci, Segretario Generale della Fondazione CRT –. Il nostro intervento contribuisce a rendere ancora più efficiente il servizio del 118, che è un modello di riferimento a livello nazionale, e incentiva ulteriormente il prezioso lavoro dei volontari”. La scadenza del bando è il 15 aprile 2016.

 

Empowering women: Adriana Russo, fotografa e videomaker

Sabrina Allegra è una sociologa freelance specializzata in temi riguardanti il genere. Con il fotografo Stefano Di Marco ha realizzato un reportage  (Empowering women through their job and passion) focalizzando l’attenzione sull’empowerment delle donne attraverso la loro professione. Il reportage comprende sei storie di donne, corredate di foto

Di Sabrina Allegra  http://www.womensocialinclusion.org/

 Foto  di Stefano Di Marco http://www.stefanodimarco.com/

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5/ ADRIANA RUSSO, FOTOGRAFA E VIDEOMAKER

CHI È ADRIANA RUSSO?

Siciliana e passionale, Adriana nella sua professione di fotografa e videografa si occupa di raccontare le storie delle persone e le emozioni vissute. Adriana dirige la sua attività presso lo studio Wedon-Produzioni video di Rivoli, specializzato in servizi video per matrimoni, in stretta collaborazione con lo studio fotografico Monocromo studio di Paola Licciardi (per conoscere la storia di Paola vai alla sua intervista).

 

COME NASCE LA PASSIONE PER LE IMMAGINI?

Adriana coltiva la passione per l’arte fin da piccola: ha sempre amato disegnare, in particolar modo i fumetti.

Crescendo intraprende altre strade, ma al quinto anno della Facoltà di Lingue realizza che il suo destino è un altro. Inizia ad occuparsi di grafica per un’azienda, prima come impiegata e poi come grafica, per poi mettersi in proprio con un socio. La consistente esperienza maturata sul campo e l’incontro con l’attuale collega Paola Licciardi sono le premesse per un’ulteriore crescita professionale, culminata nel progetto Monocromo studio e Wedon produzioni video.

LA SUA FONTE DI ISPIRAZIONE NELLA SUA PROFESSIONE?

Adriana nel suo lavoro si lascia guidare dalla passione. La sua è una sorta di missione il cui obiettivo ultimo è di raccontare attraverso i suoi occhi quello che vede, rendendolo nel tempo immortale. Il percorso che porta alla realizzazione di questo obiettivo è colmo di attenzioni dedicate alle persone che si rivolgono a lei, andando oltre al mero servizio offerto. Dalle prime chiacchere in studio sino al fatidico “giorno del sì”, Adriana studia attentamente chi ha di fronte personalizzando il servizio richiesto. Nei servizi video prodotti da Adriana traspare, infatti, umanità e sincerità rese possibili dal vivere l’evento da vicino. É come se la telecamera catturasse ed assorbisse l’emozione degli sposi riproducendola sia nelle immagini che nei video.

QUANTO É IMPORTANTE AVERE UNA PERSONA DI RIFERIMENTO SU CUI CONTARE?

Circa quattro anni fa Adriana decide di prendere in mano la sua vita e di trasferirsi a Torino per realizzare nuovi sogni e progetti. Lasciare casa e famiglia non è stato facile, racconta. La sua famiglia era molto scettica rispetto alle scelte di vita di Adriana, temevano che a 32 anni fosse un azzardo mollare tutto per ricominciare da zero. Grazie al supporto di sua sorella, che ha sempre creduto in lei, riesce gradualmente a far capire alla sua famiglia quanto per lei fosse importante realizzare se stessa. Dopo tanta gavetta e tanti sacrifici, Adriana è riuscita a trasformare la sua passione in una vera e propria professione.

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QUALI SONO LE DIFFICOLTÁ INCONTRATE IN AMBITO PROFESSIONALE?

Le difficoltà più grandi che ha affrontato Adriana sono sicuramente imputabili al suo accento siciliano. Se pensavate che pregiudizi e discriminazioni contro i meridionali fossero una storia passata, riconducibile agli anni del boom economico e delle grandi migrazioni al nord, dovete ricredervi. Adriana racconta come, agli inizi della sua carriera di fotografa e videomaker, il suo accento l’avesse relegata alla posizione di assistente anziché di prima fotografa. Un fatto inacettabile che per fortuna non l’ha mai scoraggiata. Un’altra difficoltà incontrata nel mondo del lavoro, e questa volta soprattutto in Meridione, è la concezione di fotografa o videomaker come semplice esecutore di un servizio. In questi casi, chi paga si sente in diritto di imporre la propria visione senza lasciare al professionista lo spazio creativo necessario. La fotografia e la videografia sono delle vere e proprie forme d’arte, nonostante le discordanze in materia, e come tali vanno intese. Altro punto che talvolta gioca a sfavore di Adriana è la sua giovane età: essere giovani a primo impatto può far rima con principiante. In un Paese come il nostro, dove i giovani fanno fatica a farsi largo nell’ascesa professionale, non stupisce affatto questo pregiudizio. Un elemento in più che fa onore alla perseveranza e professionalità di Adriana.

 

 

IN QUANTO DONNA?

Tradizionalmente il professionista in campo fotografico è sempre stato uomo. Ci sono tante spiegazioni per questo dato di fatto, nessuna che abbia però a che fare con meriti e competenze di genere innate. La democratizzazione di certe professioni accessibili non più solo agli uomini, ma anche a professioniste donne, ha costituito un successo innegabile, sebbene permangano delle diffidenze di fondo. Nonostante la fatica iniziale nel trasmettere fiducia ai suoi clienti, Adriana confida come, nel suo lavoro, l’essere donna rappresenti una marcia in più. Il saper cogliere dettagli, raccontare un evento riportandone a galla le sensazioni e le emozioni dei protagonisti sono il marchio di fabbrica di Adriana.

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COSA SOGNAVA DA PICCOLA ADRIANA

Quand’era piccola Adriana sognava di fare il Presidente della Repubblica: avrebbe potuto essere la prima Presidentessa nella storia repubblicana d’Italia! Politica a parte, l’arte e la tecnologia hanno sempre avuto un gran fascino per Adriana. Senza sapere con precisione quale sarebbe stata la sua strada, Adriana desiderava trovare il suo posto nel mondo, lasciando in qualche modo la propria impronta attraverso il suo lavoro.

OGGI LE DONNE SONO DAVVERO LIBERE DI SCEGLIERE IL LORO DESTINO?

Adriana ha trascorso gran parte della sua vita a Scicli, in provincia di Ragusa, e dalla sua intervista emergono considerazioni molto interessanti sulla realtà meridionale e su quella settentrionale. Mentre al Nord la donna si sente più libera di esprimersi, al Sud è molto difficile che la donna possa trovare una sua collocazione. Fa molto fatica, non le viene data neanche l’opportunità. Il ruolo assegnatole dalla società è quello di mamma e moglie. Se lavora è perché deve portare a casa il secondo stipendio, non certo per realizzare le sue passioni e se ci sono donne impegnate a realizzarsi è perché possono contare sul sostegno di qualcuno che crede in loro. Ma in generale, difficilmente le donne del Sud riescono a portare a termine il loro progetto di vita: “se hanno una passione questa diventa semmai un hobby’’. Adriana crede fermamente che a Scicli, come in altri luoghi del Sud, debba cambiare la cultura e con essa il modo di pensare della gente, perché non esistono professioni maschili e professioni femminili. “Ci sono lavori e ci sono passioni che possono muovere le montagne. Se ognuno di noi potesse trovare il proprio posto nel mondo si avrebbero effetti positivi per la società tutta”. Superare queste barriere mentali dipende in primo luogo dalle donne: “possiamo fare tutto se ci muove la passione, a prescindere dalla famiglia e dai figli”. In un Meridione ancora troppo maschilista, il motore del cambiamento siamo noi stesse. Adriana è parte di questo cambiamento, una piccola ma preziosa goccia nel mare, un esempio positivo per chiunque voglia mettersi in proprio, al Nord come al Sud, credendo nelle proprie competenze e senza mai tradire la propria vocazione. Secondo Adriana, l’ambizione primaria nella vita di ciascuno dovrebbe essere il raggiungimento della serenità personale, a qualunque costo.

 

ADRIANA RUSSO IN SINTESI?

Determinata, passionale, umile.

La nonna le ha sempre insegnato ad essere umile e a non sentirsi mai arrivata. Le ha trasmesso l’importanza del continuo apprendimento, anche dal confronto con chi la circonda, perché si può imparare da tutti, anche dai propri assistenti. Nella circolazione delle buone idee, non c’è gerarchia che tenga sostiene Adriana.

www.womensocialinclusion.org

www.stefanodimarco.com

Nursing Up: “Allarme personale in Sanità: la Regione vuole esternalizzare?”

Il segretario regionale Claudio Delli Carri: “Andranno seguite le linee guida in arrivo da Roma, la Regione non tenti colpi di testa facendosi regole sue. Basta con politiche che pensano solo ai bilanci, si torni a mettere al centro la persona”
 
LETTO OSPEDALE

Il calcolo del reale fabbisogno del personale nella sanità, che in questi giorni tiene banco in Regione, temiamo nasconda la volontà di iniziare a esternalizzare. Ciò in barba alle linee guida nazionali, anch’esse in prossimità di essere approvate al Ministero, a Roma, e alle reali necessità della sanità per la qualità dei servizi offerti alla persona, e solo per un calcolo e per necessità di bilancio. Perché se si nega la necessità di personale, stabilendo che quello che c’è nella sanità piemontese è sufficiente, non tenendo invece conto di tutte le occorrenze che si generano nella normale gestione di un sistema, si pensi al part time, ad esempio, a maternità e ad aspettative, tutto solo per non sforare il tetto di spesa e poi attingere così ad altre voci dei bilanci, come quelle di beni e servizi, per esternalizzare le prestazioni e i servizi che si erogano, il risultato sarà disastroso. E tutto solo per una mera operazione economica con decisioni che guardano ai bilanci, alle cifre, e non alla qualità dei servizi o alle persone che devono invece fruire degli ospedali. Ancora una volta nella programmazione sanitaria della Regione Piemonte non si mette al centro la persona ma solo la questione economica.

soccorso cto ambulanza ospedaleL’allarme lanciato dal sindacato Nursing Up sulla situazione del fabbisogno del personale in sanità è alto. E il sindacato degli Infermieri Italiani è pronto a ogni azione per opporsi a decisioni che possano spalancare le porte alle esternalizzazioni, quando la vera necessità è invece di assumere, attingendo anche dalle grandi sacche di disoccupazione che attanagliano purtroppo anche gli infermieri.

“Solo la scorsa settimana siamo stati in Regione per parlare del fabbisogno di personale in sanità – spiegano Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up, il sindacato degli Infermieri Italiani, assieme a Roberto Aleo, segretario provinciale di Torino del Nursing Up -, e abbiamo chiaramente capito che la Regione vuole accelerare nella creazione di un tavolo tecnico che quantifichi il fabbisogno di tale personale, forse scavalcando il Ministero. Un’accelerazione strana visto che a Roma, al Ministero, è partito il tavolo tecnico sulla professione infermieristica, al quale sarà presente anche il Nursing Up, dove si definiranno le linee guida proprio sullo stesso tema. E sempre dal Ministero è arrivato anche il parere sugli orari di lavoro e su turni di riposo in cui è scritto nero su bianco della grave carenza di personale in sanità. Per questo non ci spieghiamo la fretta in Regione.

Noi crediamo che le linee guida che arriveranno dal Ministero saranno le uniche da seguire, perché non è possibile che ogni regione si faccia le sue regole.

Per questo invitiamo la Regione a riflettere sui passi che sta compiendo. In nessun caso sarà accettabile un documento in cui non sia chiara la necessità di assumere per far funzionare al meglio gli ospedali che oggi sono ancora in difficoltà. Se il famoso buco in sanità non c’è più, o è stato ripagato, allora la Regione appronti ora un piano di assunzioni che tenga conto delle reali necessità dei cittadini di avere una sanità d’eccellenza. E non pensi di giocare la carta delle esternalizzazioni”.

ospedale pinerolo

“La necessità di seguire le linee guida del Ministero – aggiunge Aleo – è chiara. Non si può pensare di avere una sanità di un certo tipo, magari al Sud e una completamente diversa in altre regioni, magari al Nord. Un paziente per le stesse patologie deve sapere di poter esser curato allo stesso modo, con la stessa eccellenza ovunque nel Paese”.

“È l’obbiettivo che è sbagliato – conclude Delli Carri -. Nel senso che nella programmazione della Regione ancora una volta si intravvede l’unico fine di far tornare i conti, di sottostare alle leggi del soldo e dei bilanci. La sanità invece deve avere come obbiettivo centrale la persone, il benessere del paziente. Il servizio sanitario deve offrire eccellenza perché si tratta di una partita giocata sulla salute e sulla vita della gente. E l’eccellenza la si raggiunge con personale infermieristico che opera nei giusti orari, nel giusto numero, con il supporto di un adeguato numero di operatori come gli Oss, perché ognuno possa dare il massimo nel proprio ruolo. Le persone non sono cifre o numeri e l’esternalizzazione non farebbe che acuire il problema demolendo la qualità dei servizio erogati”.

 

Il Segretario Regionale

Nursing Up Piemonte

Claudio Delli Carri

Pensioni e lavoro, sindacati in piazza (sulle bici)

A TORINO CORTEO IN BICICLETTA, DA PORTA SUSA A PIAZZA CASTELLO,
DOVE SARANNO ALLESTITI TRE GAZEBO INFORMATIVI SULLA PREVIDENZA

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO 

SINDACATI BICICLETTA
Cambiare la legge Monti-Fornero, aggiungendo flessibilità in uscita, considerando i lavori  più faticosi, permettendo di andare in pensione con 41 anni di contribuzione, erogando  pensioni più dignitose, rivalutate secondo le indicazioni della Corte Costituzionale.  Questi sono alcuni degli obiettivi della mobilitazione nazionale, indetta da CGIL CISL UIL  per sabato 2 aprile, con manifestazioni in tutti i capoluoghi per dare visibilità alla  vertenza.  Il Governo non ha aperto alcun confronto sul tema delle pensioni e continua a pensare di  scaricare per intero i costi di qualunque modifica sui lavoratori, mettendo anche nel mirino le pensioni di reversibilità, nonostante le smentite non credibili.
Tutto ciò mentre i problemi diventano più acuti sul versante della disoccupazione  giovanile e dei tanti cittadini che sono senza reddito, per aver perso il lavoro e per aver  esaurito gli ammortizzatori sociali. CGIL CISL UIL hanno presentato da tempo una piattaforma unitaria sulla previdenza, chiedendo modifiche sostanziali e ponendo anche il problema delle future pensioni, per le quali è necessario ricostruire un quadro di solidarietà, che tenga assieme le  generazioni e giustifichi il sistema previdenziale italiano a ripartizione.
Sabato 2 aprile, a Torino, si svolgerà un corteo in bicicletta, per dare vita  simbolicamente alla staffetta che rappresenta il diritto ad andare in pensione  e quello di avere un lavoro.Il corteo in bicicletta partirà alle ore 15.30 da Porta Susa, per arrivare in  piazza Castello, dove dalle 14.00 alle 18.00 saranno allestiti tre gazebo  informativi sulla vertenza previdenziale e sulle proposte di CGIL CISL UIL.
Invitiamo tutte le cittadine e i cittadini a partecipare!