ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 605

La grande battaglia di Mosul

FOCUS  / di Filippo Re

Dalla Grande Moschea di Al Nuri a Mosul annunciò con un sermone al mondo la sua missione per realizzare un immenso Califfato nelle terre dell’Islam e quel giorno, il 29 giugno 2014, decise di farsi chiamarsi Califfo Abu Bakr al Baghdadi. Non a caso scelse l’antica moschea di Nur ed-din o Norandino, grande e potente nemico della Cristianità, il condottiero e sultano che nove secoli fa riunificò le forze musulmane tra il Nilo e l’Eufrate, tra l’Egitto e la Siria, per combattere i Crociati, con il Saladino alla testa dell’esercito e suo illustre successore. La rinascita del Califfato non ci sarà mai e in quella moschea di Mosul il Califfo del terrore non ci tornerà più. Ora quel santuario islamico è diventato un luogo simbolico per l’esercito iracheno e per le forze curde: si trova a Mosul ovest, poco oltre il Tigri, all’interno della Città vecchia, in un labirinto di viuzze in cui sarà difficile avanzare con i blindati e i carri armati e con gli stessi soldati a rischio di autobombe, kamikaze e sotto il tiro incessante dei cecchini. Quanti morti per Mosul ?

Perde terreno nelle città l’Isis ma rialza la testa nelle retrovie del sedicente Califfato. Dopo la presa dell’aeroporto le forze irachene sono entrate nei quartieri occidentali dell’antica Ninive difesi da 3-4000 miliziani dello “Stato islamico” nascosti nei vicoli e nei tunnel, confusi tra oltre 700.000 civili usati spesso come scudi umani, con bambini kamikaze, con violenze e stupri, con uomini, donne e ragazzi che assistono a decapitazioni e stragi quotidiane. Ci vorranno forse diverse settimane per liberare Mosul ovest e al tempo stesso occorrerà fare attenzione a non concentrare tutte le forze nell’area occidentale del Tigri rischiando di perdere la parte orientale della città appena conquistata dopo più di tre mesi di durissimi combattimenti costati almeno 2500 vittime.

. (AP Photo/Osama Sami)

Visto come è andata a Palmira, più volte occupata, persa e di nuovo conquistata, non si esclude la possibilità di un clamoroso ritorno dei miliziani neri sulla riva orientale mentre sulla sponda opposta bisognerà vedere come reagirà quella parte di popolazione sunnita che simpatizza per il Califfo preferendolo perfino al governo sciita di Baghdad e alle temute milizie iraniane. Riconquistare Mosul significa riprendersi non solo la seconda città irachena ma soprattutto tornare in possesso di un importante snodo commerciale e logistico verso la Siria nonchè assicurarsi il controllo delle risorse energetiche e idriche situate nel nord del Paese. Come la diga di Mosul, protetta da 500 militari italiani insieme agli americani e ai peshmerga curdi, in un’area ad alto rischio, per evitare che lo sbarramento possa essere colpito e distrutto dai terroristi (ci sono già stati momenti di tensione e scontri) e far sì che i lavori di risistemazione di questa infrastruttura fondamentale per il Paese procedano nella massima tranquillità. Nell’estate 2014 la diga era caduta nelle mani dell’Isis ma dopo pochi giorni era stata ripresa dai curdi con la copertura di raid aerei americani. Situazione sempre ingarbugliata anche ai tavoli del negoziato di Ginevra, ripreso dopo una lunga pausa, nonostante l’incrollabile ottimismo di Staffan de Mistura, l’inviato dell’Onu per la Siria, secondo cui ” il 2017 sarà sicuramente l’anno della fine del conflitto” ma prima di arrivarci sarà necessario un miracolo. Nella città svizzera proseguono fiaccamente i colloqui con la mediazione delle Nazioni Unite tra il regime di Damasco e i gruppi di opposizione (senza Isis e qaedisti) riuniti nell’Alto comitato per i negoziati. Sui colloqui incombe anche la minaccia del terrorismo che rischia di far saltare le trattative e avvelenare un clima già molto teso. Gli uomini del Califfo sono sulla difensiva anche in Siria e dopo aver perso Al Bab a nord e altri 15 villaggi liberati dai ribelli armati dalla Turchia, dai curdi e dalle truppe governative, reagiscono con attentati mentre i qaedisti seminano il terrore con gli stessi metodi sprofondando la Siria in un’altra stagione del terrore. Kamikaze si fanno esplodere presso Al Bab, vicino ad Aleppo, e a 30 km dal confine turco provocando oltre 60 morti, con la firma dell’Isis, e la paura torna a Homs, la terza città siriana rioccupata dall’esercito di Assad nel 2014 dopo un accordo con l’Onu, sconvolta da un attacco suicida, rivendicato dai qaedisti di Fateh al-Cham (ex al Nusra) contro la sede dei servizi segreti uccidendo almeno 42 persone tra cui il capo dell’intelligence di Assad, il generale Hassan Daaboul. La diplomazia è di nuovo al lavoro ma pochi se ne sono accorti. Si deve discutere di elezioni e della nuova Costituzione e di un percorso di transizione politica al presidente Assad ma il dialogo si blocca sovente per le accuse reciproche e i veti incrociati. Della nuova Carta costituzionale si sa poco: in base ai contenuti della bozza russa, che però deve essere accettata da tutte le parti in causa, dovrebbe essere eliminata la parola “araba”.

Lo Stato verrebbe indicato con il nome “Repubblica siriana” al posto dell’attuale “Repubblica araba siriana” e sparirebbe la dicitura: “la giurisprudenza islamica è la fonte principale della legislazione”. La novità più importante riguarderebbe tuttavia la possibilità di usare le lingue araba e curda come idiomi paritetici. La tregua sembra reggere ma si continua a combattere contro i gruppi jihadisti, dall’Isis ad Al Nusra, esclusi dal cessate il fuoco, il Paese è tutt’altro che pacificato, Assad vuole vincere la guerra e ci sta riuscendo mentre le opposizioni brancolano nel buio e nell’ambiguità, in attesa di una mossa del presidente Trump pronto a firmare il piano anti-Isis preparato dal Pentagono. Un altro scoglio da superare riguarda il ruolo degli iraniani nel futuro della Siria che gli oppositori rifiutano di accettare come interlocutori al tavolo della pace.

(dal settimanale “La Voce e il Tempo”)

 

 

Filippo Re

 

Linea di confine. Spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni

“Senza un’effettiva parità di genere la società si priva di energie importanti. Chi sostiene la via delle “quote rose” anche oggi sbaglia perché realizzare la parità significa far crescere il potenziale di sviluppo della società italiana nel suo insieme”

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L’Anpi e Israele 
Ha ragioni da vendere il vicepresidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti ,uomo sempre aperto al confronto delle idee, a criticare  il patrocinio concesso dall’Anpi di Biella al film “Israele il cancro”, innanzi tutto a cominciare dal titolo. Definire Israele il cancro tradisce un antisemitismo viscerale , incapace di comprendere la storia dell’unico stato democratico del Medio Oriente. Certo, Israele ha commesso degli  errori, anche gravi, ma non va mai dimenticato il fatto incontestabile che nei territori israeliani si vive costantemente con l’ansia di morire ad opera dei terroristi palestinesi. Un’associazione di partigiani dovrebbe ispirarsi ai valori della libertà  e non a quelli dell’apriorismo fazioso. Soprattutto ,affrontando il tema spinoso dei palestinesi che vivono sicuramente una tragedia,dovrebbe anche considerare le ragioni israeliane. E’, per altri versi, un vecchio vizio delle estreme di sinistra e di destra , quello di essere  antiisraeliane e filo palestinesi a prescindere. Ricordo nel 1967,durante la guerra di aggressione ad Israele voluta da Nasser ,gli attacchi contro il piccolo stato “ebraico” di esponenti del vecchio PCI, dimentichi dei motivi storici che portarono ,dopo la II guerra mondiale, a creare quella realtà. Anche Eugenio Scalfari fu della partita ,suscitando l’aspra critica del suo  iniziale maestro Pannunzio. Non parliamo  della estrema destra  che riversa il  terribile antisemitismo della Shoah  nel presente. E non posso dimenticare che l’ebrea Natalia  Levi Ginzburg scrisse  cose piuttosto  imbarazzanti sull’argomento. Erano anni difficili, c’era il Muro di Berlino, oggi si vorrebbe più ponderatezza nel valutare una realtà complessa come il Medio Oriente, a partire dalla minaccia incombente dell’ Isis che per l’Europa rappresenta una sorta di nuovo nazismo volto, anch’esso, allo sterminio .

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L’autostrada del Conte

L’autostrada Torino- Pinerolo, estremamente utile per favorire il turismo invernale, e non solo quello, venne fortemente osteggiata e venne realizzata con grande ritardo. Veniva definita l’autostrada del Conte. Il conte era Edoardo Calleri di Sala, politico democristiano di gran peso, presidente della Cassa di Risparmio di Torino e poi dal 1970 presidente della Giunta Regionale,il primo presidente affiancato prima da Paolo Vittorelli e poi da Aldo Viglione presidenti del Consiglio regionale. Lo conobbi a Moncalieri, di cui era stato sindaco, eletto nel 1964,dove si fece promotore del secondo ponte sul Po (senza il quale il traffico era sempre intasato), anch’esso definito, dall’opposizione comunista, il ponte del Conte o ,più semplicemente, il ponte di Calleri. Era un uomo di poche parole ,ma di grande competenza amministrativa. Aveva una straordinaria resistenza alla fatica e nei dibattiti sapeva fare le ore piccole ,bevendo Coca-Cola. Lo consideravano un ras,ma sicuramente l’uomo era di grande qualità.Una qualità oggi davvero quasi impensabile. Forse non seppe circondarsi di collaboratori validi,come spesso succede anche ai non mediocri.Laureato in medicina,era in grado di tener testa e di mettere in difficoltà architetti esperti nelle discussioni urbanistiche.Era stato giovanissimo resistente a fianco del padre ammiraglio. Donat Cattin, che era suo fiero avversario, riconobbe la sua competenza e la sua onestà,al di là della competizione politica che fu durissima. La sua carriera venne interrotta da una vicenda giudiziaria su cui si fece un gran baccano,ma da cui il Conte uscì, alla fine ,indenne. Calleri aveva una residenza in quel di Bricherasio. La mamma era una Cacherano di Bricherasio,un donna straordinaria che conobbi quando abitava nel palazzo di via Maria Vittoria che ,per caso ,divenne quindici anni dopo sede del Centro “Pannunzio”. Era colta e amabile,ospitava un suo nipote,mio grande amico e coetaneo,che studiava all’Università .A volte mi parlava con un certo orgoglio del figlio,anche se intravvedeva i pericoli della politica.L’autostrada Torino -Pinerolo c’è ormai da molti anni ( senza quell’idea di Calleri le Olimpiadi invernali del 2006 non si sarebbero potute fare )e nessuno pensa più a collegarla al conte Calleri. Ma negli anni ’70 non si sarebbe dovuta realizzare perché avrebbe sveltito l’arrivo del Conte a Bricherasio. Incredibile,ma vero,basterebbe andare a rileggere i giornali di quel periodo.Miserie della politica,stoltezza degli uomini faziosi di quegli anni.

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Lotto marzo torinese

L’8 marzo di quest’anno sembra essere cambiato rispetto al passato, non solo perché l’iniziativa di quest’anno è senza l’apostrofo.Sono state tante le iniziative.alcune molto azzeccate, altre, come quella di bloccare il traffico, assai meno. L’elemento fondamentale ci sembra una maggiore consapevolezza rispetto al passato e una partecipazione molto alta. Soprattutto la partecipazione maschile , non osteggiata, ha rivelato,almeno l’8 marzo, la consapevolezza da parte di tutti che quella che un tempo si chiamava la “questione femminile”, riguarda la società nel suo complesso. Senza un’effettiva parità di genere la società si priva di energie importanti. Chi sostiene la via delle “quote rose” anche oggi sbaglia perché realizzare la parità significa far crescere il potenziale di sviluppo della società italiana nel suo insieme.

 

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Torino Esposizioni

Il palazzo di corso Massimo d’Azeglio-progettato nel 1938 e inaugurato l’anno dopo(!) – segnò un’eccellenza torinese importante :in quei padiglioni si tenevano il Salone della moda,dell’auto e quello della tecnica e lì nacque quello del libro voluto e realizzato in primis dall’intuizione e dalla tenacia di Angelo Pezzana. Oggi è quasi totalmente in stato di abbandono e le scritte ne devastano la facciata. I progetti ci sono e appaiono anche ambiziosi,ma nessuno si pronuncia sul destino di un edificio oggi quasi totalmente inutilizzato. Cosa pensa di farne la nuova Amministrazione torinese ? Sarebbe doveroso domandarlo.

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LETTERE  (indirizzare le mail a quaglieni@gmail.com)

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La rinata piazza Carlina sembra molto bella dopo i lunghi lavori per il parcheggio sotterraneo,ma il monumento a Cavour appare abbandonato,mentre necessiterebbe di un restauro urgente. Cosa ne pensa ?

Carlo Angeli

E’ stata una grande battaglia di Carlo Callieri che , già prima dei lavori per il parcheggio, aveva cercato di attrarre l’attenzione sul monumento a Cavour bisognoso di restauro. Uno, definito “leggero” dall’arch. Paolo Fiora , nel 1991 aveva posto riparo ai danni del tempo,ma in questi ultimi anni c’è stato anche il vandalismo che si è accanito contro il monumento. Addirittura si sono aggiunte recentemente persino delle scritte fatte con lo spray giallo. Ricordo che nel 2011 , 150 ° della morte del più grande statista italiano,quando deposi una corona d’alloro al monumento, essa scomparve nel giro di due giorni.Evidentemente a certi “ torinesi” Cavour non piace. Oggi quel monumento nella piazza rinnovata sembra ancora in condizioni peggiori rispetto a prima. Se il Comune non provvede,occorrerebbe che ci pensasse qualche sodalizio con un Service. I Rotary e i Lions torinesi, ad esempio. Magari insieme.

pfq

La salute per tutti

La pratica di attività motorie, uno stile di vita attivo e una sana alimentazione costituiscono un importante strumento di prevenzione rispetto a numerose patologie. Da tempo il Consiglio regionale del Piemonte, con gli Stati Generali dello Sport e del Benessere, ha avviato un lavoro su questi temi con una particolare attenzione rivolta ai giovani. In quest’ottica va letto il concorso per le scuole “La salute per tutti. Movimento, alimentazione sana e corretti stili di vita per il benessere della persona” organizzato, per l’anno scolastico 2016/2017, con la Consulta regionale dei Giovani, in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte e con il patrocinio del Coni Piemonte.

La premiazione degli istituti vincitori è stata ospitata al Teatro Carignano, sabato 11 marzo, alla presenza del presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, del consigliere delegato alla Consulta Giovani Giorgio Bertola, del presidente Comitato regionale del Piemonte del CONI Gianfranco Porqueddu e del dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte Franco Calcagno. Durante la mattinata è stato anche lanciato un evento nazionale che ha visto come testimonial Tommaso Cerasuolo, cantante dei Perturbazione. Il 30 maggio lo Juventus Stadium ospiterà la partita del Cuore 2017 e dal Carignano è partita la sfida di “Un Cuore Rap”: i giovani piemontesi sono invitati a produrre un brano rap, il migliore avrà l’occasione di esibirsi live prima della partita. “Chiediamo aiuto ai ragazzi di portare all’interno delle loro famiglie l’attenzione per l’attività fisica e per una corretta alimentazione – così il presidente Laus, durante i saluti – l’unica cosa che può salvare il mondo è la consapevolezza.

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Per questo abbiamo il dovere di rispettare innanzitutto noi stessi per poi rispettare la nostra società. Importanti studi scientifici ci dicono che numerose patologie anche gravi possono essere evitate con il movimento e con una maggiore attenzione a cosa mangiamo”. Uno stimolo che “è stato raccolto immediatamente dalla Consulta Giovani”, ha spiegato Bertola. Riflessione condivisa da Calcagno: “Quando vogliamo che una campagna abbia successo, dobbiamo passare dai ragazzi perché sono gli insegnanti migliori. Corretti stili di vita e corretta alimentazione sono fondamentali per il benessere. Vogliamo aumentare l’educazione motoria a scuola, l’educazione fisica non è solo movimento, ma insegnamento di valori”.L’importanza dell’educazione fisica a scuola è stata ripresa anche da Porqueddu: “Pensiamo che sia importante avere l’attività motoria obbligatoria fin dalla scuola materna, come già accade in altri paesi. Abbiamo avviato un progetto in collaborazione con il Ministero e speriamo che vada in porto”.L’appuntamento al Carignano ha visto alternarsi sul palco numerosi giovani atleti agonisti di diverse discipline e la nutrizionista del Centro di Medicina preventiva dell’Università di Torino, Felicina Biorci, che ha tenuto una breve lezione sull’importanza della corretta e sana alimentazione.Tra i relatori, infine, Riccardo D’Elicio, presidente del Cus Torino, che ha ricordato il progetto #dilloatutti che vede coinvolti gli Stati Generali dello Sport, ed Enrico Giraudo, ricercatore dell’istituto di Candiolo per la ricerca sul cancro. La premiazione si è chiusa con l’esibizione della cantante Chiara dello Iacovo.

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Liberi dentro. Riflessioni sul carcere

“Il carcere è come una malattia e, come tutte le malattie, è difficile da raccontare a chi non l’ha vissuta”. Con queste parole il garante regionale dei detenuti Bruno Mellano ha accolto gli studenti della Facoltà di Giurisprudenza di Torino che hanno assistito – venerdì 10 marzo nell’Aula consiliare di Palazzo Lascaris – alla proiezione del docufilm “Spes contra spem – Liberi dentro” di Ambrogio Crespi, frutto del dialogo e della riflessione comune di detenuti e operatori penitenziari della Casa di reclusione di Opera (Mi).

L’iniziativa, organizzata dall’Ufficio del garante regionale per i detenuti in collaborazione con il dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, è stata aperta con i saluti del presidente e della vicepresidente dell’Assemblea regionale Mauro Laus, che presiede anche il Comitato regionale per i diritti umani, e Daniela Ruffino.

“Non esiste Costituzione, in nessuna parte del mondo, che non preveda che della libertà si possa essere privati per ragioni serie, previste dalle leggi e con la garanzia che i dirtitti individuali siano rispettati – ha sottolineato Laus -. Ma non può esistere nessuna Costituzione, nessuna legge, in nessuna parte del mondo, che possa prevedere che una donna o un uomo possano essere privati della loro dignità. Questo è il cuore della questione dei diritti umani da cui tutti i passi successivi dipendono: alzare una barriera a difesa della dignità della persona che non possa essere violata, nemmeno quando si pone a tutela del più spietato dei malviventi”.

Moderati da Mellano, sono intervenuti Claudio Sarzotti, ordinario di Filosofia del diritto all’Università di Torino e presidente di Antigone Piemonte, Rita Bernardini, Sergio d’Elia e Sergio Segio rispettivamente presidente, segretario e membro del direttivo dell’Associazione Nessuno tocchi Caino per evidenziare la necessità di un carcere autenticamente rieducativo e capace di offrire possibilità di riscatto e inserimento anche e soprattutto ai 1.277 condannati all’ergastolo ostativo.

Prodotto da Nessuno tocchi Caino e Indexway e presentato con successo alla 73^ Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia e alla Festa del Cinema di Roma, “Spes contra spem” propone le testimonianze incrociate di detenuti e operatori penitenziari della Casa di reclusione di Opera (Mi) e si compone d’immagini e interviste con detenuti condannati all’ergastolo, il direttore del carcere, agenti di polizia penitenziaria e il presidente del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Santi Consolo, che ha sottolineato più volte che “il problema non è tanto l’ergastolo quanto l’ergastolo ostativo, che uccide la speranza della libertà nella persona e ne annienta la volontà”.

Dalle testimonianze è emerso con chiarezza non solo un cambiamento interiore dei detenuti – nel loro modo di pensare, di sentire e di agire – ma anche la rottura esplicita con logiche e comportamenti del passato e una maggiore fiducia nelle istituzioni e la constatazione che l’istituzione carcere può rendere possibile il cambiamento e riconversione di persone detenute in persone autenticamente libere.

All’evento erano presenti, tra gli altri, i consiglieri regionali Stefania Batzella e Gian Paolo Andrissi e i garanti comunali dei detenuti d’Ivrea (To) Armando Michelizza e di Saluzzo (Cn) Bruna Chiotti.

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“Finalmente” arrivano i corsi di guida per donne insicure al volante

Si tratta di un corso dedicato a tutte coloro che -ovviamente già in possesso della patente- non si sentono ancora sicure alla guida della loro auto, che sono stanche di sentirsi dire dal proprio marito o dal proprio fidanzato di non essere capaci a guidare

“Donne al volante..pericolo costante”. Quante volte abbiamo sentito, utilizzato e scherzato sopra a questa frase per commentare magari una donna alla guida di una vettura. Da dove nasca questo detto non si sa, il perché lo si usi è facilmente immaginabile: è un pensiero piuttosto diffuso e comune tra la maggior parte delle persone, che il gentil sesso al volante sia meno capace e per così dire più “pericoloso” rispetto ad un uomo. Ebbene su questa teoria (non ancora scientificamente provata ma attualmente in fase di studio), le autoscuole Solferino hanno cercato di trovare una soluzione e hanno proposto un vero e proprio “corso di recupero” per tutte quelle donne che vogliono dire addio alle paure che insorgono quando si trovano alla guida. Si tratta di un corso dedicato a tutte coloro che -ovviamente già in possesso della patente- non si sentono ancora sicure alla guida della loro auto, che sono stanche di sentirsi dire dal proprio marito o dal proprio fidanzato di non essere capaci a guidare; per tutte quelle donne diciamo un po’ più mature, che magari hanno preso la patente molti anni fa ma che poi per motivi personali, familiari e via dicendo, hanno parcheggiato l’ auto nel garage dimenticandosi, per così dire, come ci si comporta alla guida di una macchina. Il volantino con il suo disegnino un po’ d’altri tempi, volutamente stereotipato (vi è raffigurata una donna al volante con l’aria un po’ spaurita e con un buffo cappellino sulla testa) è molto chiaro e diretto : “Donne al volante..” recita il titolo. E poi più sfumato : “Sicurezza costante”. Più in basso ovviamente qualche domanda che lascia intendere lo scopo del corso : ” Paura di guidare?” e ancora : “Parcheggiare è il tuo incubo?”. Ovviamente gli ideatori del progetto hanno garantito che non esiste nulla di discriminatorio in tutto questo, anzi si dovrebbe considerare un vero e proprio kit di lezioni “in rosa” proposto dalla rete nazionale “La nuova guida” , e a cui le autoscuole Solferino hanno aderito. “La società ora è cambiata – spiega a Repubblica il titolare Mario Forneris- Un tempo la patente si prendeva, magari su consiglio dei genitori, anche in modo facile, poi però mancava il conseguimento dell’abilità alla guida. Le ragioni per cui una donna poteva smettere di guidare potevano essere tante. Molte ad esempio hanno abbandonato l’auto dopo un grave incidente” – E prosegue- “Ovviamente anche se la pubblicità è dedicata alle donne, il corso si rivolge anche a quegli uomini che vogliono combattere stress e ansia al volante”. Insomma, ripetiamo, non c’è nulla di discriminatorio, maschilista o retrogrado in tutto questo. Come hanno più volte sottolineato i sostenitori del progetto, il corso non è solo rivolto a tutte quelle donne che a causa di un incidente o per svariati motivi hanno dimenticato come si guida e non si sono esercitate abbastanza nel fare parcheggi o nello stare in mezzo al traffico, ma anche a tutti quegli uomini che sono affetti da un po’ d’ansia mentre si trovano alla guida della propria auto. D’altronde che importanza può avere il fatto che il volantino sia tutto al femminile e che sia rivolto direttamente alle donne, rappresentate per di più dallo stereotipo di una donnina spaurita, vestita anni 50′? Quindi caro gentil sesso, dopo anni di estenuanti battaglie per avere riconosciuti gli stessi diritti degli uomini, almeno adesso potrete ambire a saper guidare come loro.

 

Simona Pili Stella

Fiat Torino e Zonta Moncalieri per i diritti delle donne

Prosegue l’impegno della Fiat Torino nel sociale a fianco di realtà che lottano per tutelare diritti universali. In tale ottica lunedì prossimo la Fiat Torino ospiterà la campagna “Zonta Says No to Violence against Women”. Una serata all’insegna della sensibilizzazione sulla violenza di genere organizzata dallo Zonta Moncalieri, organismo che unisce donne impegnate in diverse professioni inserite nella più vasta confederazione di club Zonta International.

Durante la partita contro la Dolomiti Energia Trentino saranno appesi striscioni, fatto visionare un video sulla campagna italiana “Giù le mani dalle donne” e vi sarà un piccolo banchetto informativo. Ogni anno, in Italia, cento donne vengono uccise dagli uomini che sostengono di amarle, a migliaia quelle sfregiate, aggredite, picchiate, perseguitate. Secondo dati Istat, solamente nel nostro Paese 7 milioni di donne hanno subito una forma di abuso. Perché la violenza non è solamente quella fisica, ma è il mobbing e la discriminazione sul posto di lavoro, la pressione psicologica subita nella propria casa, i fischi per strada e gli sguardi indesiderati alle proprie gambe. Lo Zonta Moncalieri, fondato nel 2004, offre alle donne servizi di assistenza, patrocini, borse di studio. La vision dell’organizzazione internazionale immagina un mondo dove ogni donna sia in grado di raggiungere il suo pieno potenziale, che raggiunga posizioni decisionali in condizioni di parità con gli uomini, che non abbia più paura. Un evento, quello del PalaRuffini, che vedrà impegnato l’intero Distretto 03 dello Zonta.

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Appuntamento da non perdere dunque,lunedì 13 dalle 20.45 al Pala Ruffini.

Premio per l’Ortopedia al Mauriziano

L’American Academy of Orthopaedic Surgeons, il Congresso più importante al mondo di Ortopedia, premia il team di Ortopedia e Traumatologia, diretto dal professor Roberto Rossi

L’Ortopedia universitaria dell’ospedale Mauriziano di Torino (diretta dal professor Roberto Rossi) riceverà nei prossimi giorni il primo Premio internazionale come miglior video di protesica di ginocchio come tecniche all’avanguardia, durante il Congresso più importante al mondo di Ortopedia e Traumatologia (American Academy of Orthopaedics and Traumatology Meeting), che si terrà quest’anno a San Diego (California). Previsti circa 30 mila ortopedici da tutto il mondo.

Il riconoscimento è riferito alle ricostruzioni e riparazioni dell’apparato estensore del ginocchio nei primi impianti di protesi di ginocchio o nelle revisioni, casi molto complessi. Questa problematica è una delle complicanze da gestire per salvare una protesi di ginocchio. Al Mauriziano nell’ultimo anno sono triplicate le richieste di interventi di questo tipo ed i pazienti arrivano non solo dal Piemonte ma anche da tutta Italia. Questo è motivo di orgoglio e prestigio per il Centro di riferimento di chirurgia del ginocchio del Mauriziano. L’artrosi di ginocchio e la traumatologia sportiva del legamento con riparazione cartilaginea e di ricostruzione sono in continuo aumento.

Ma non solo. L’équipe del Mauriziano, in collaborazione con i colleghi del San Luigi di Orbassano (diretti dal professor Filippo Castoldi), ha ottenuto altri due riconoscimenti: uno sulla chirurgia artroscopica del gomito ed uno sul trattamento chirurgico delle fratture di spalla, tecnica innovativa creata con il primario dell’ospedale di Ciriè dottor Marco Assom.

L’unione di centri ha determinato il successo di quest’anno.

Tief, bilancio positivo

Si è svolto a Torino,il 6 e 7 marzo 2017,presso il Centro Congressi Torino Incontra, la terza edizione del TURIN ISLAMIC ECONOMIC FORUM, il primo in assoluto ad essere promosso da una municipalità. Il Forum, organizzato da Città di Torino, Università degli Studi, Camera di Commercio di Torino e Assaif (Associazione per lo Sviluppo di Strumenti Alternativi e di Innovazione Finanziaria), ha lo scopo di fornire a rappresentanti di istituzioni e a imprese piemontesi, italiane, europee e del mondo islamico, la possibilità di approfondire la conoscenza delle opportunità offerte , a Torino e in Piemonte, da settori dell’economia importanti e in espansione, al fine di favorire investimenti e sviluppo del territorio. Tra questi il Parco della Salute pensato dalla Regione Piemonte, Altec Aerospazio che ha presentato l’accordo con la Malesia per le città spaziali e i voli suborbitali in partnership con la Virgin, e il progetto del Museo dello Spazio a Torino. “Il Turin Islamic Economic Forum – ha sottolineato la Sindaca Chiara Appendino – ci ha dato infatti una nuova occasione per mostrare quanto – in termini di progetti, know-how e opportunità per investitori pubblici e privati – è offerto dai settori aerospazio, biomedicale, automotive, delle energie rinnovabili e negli altri ambiti segnalati dal nostro programma “Open for Business”. Durante la “ due giorni” si è anche discusso di finanza islamica e di inclusione. Abdullah Mohamed al Awar, Ceo del Dubai Islamic Forum, ha illustrato lo strumento principe attraverso cui poter fare passare gli investimenti : i Sukuk, Bond islamici, basati su beni materiali e non sulla speculazione finanziaria, proibita dal Corano. Al TIEF inoltre è stato presentato un ddl che dovrebbe facilitare l’apertura in Italia ( Torino conta di ottenere la prima) di banche di finanza islamica. Si tratta di evitare la doppia tassazione e consentire al tempo stesso alle banche “tradizionali” di aprire “ islamic windows”. Particolarmente importante è stato il memorandum siglato nella seconda e ultima giornata del Forum fra la Sindaca Appendino , il Ceo del Dubai Islamic Economy Development Centre, Abdulla Al Awar , e Alberto Brugnoni , Direttore generale di Assaif . L’intesa impegna reciprocamente le istituzioni e l’associazione a organizzare nel corso dei prossimi appuntamenti con il “ Turin Economic Islamic Forum” e il “ Global Islamic Economy Summit”, incontri Business to Business di una giornata, chiamati Tief Dxb quello di Dubai e Gies To quello di Torino. Un’interessante proposta è stata poi quella illustrata dalla Direttrice del Centro di conservazione e restauro di Venaria, Elisa Rosso: il Centro offre il proprio know how di altissimo livello maturato dai restauratori che vi lavorano per andare in soccorso al mondo dell’arte nel mirino dell’ Isis, ad esempio per salvare e recuperare i tesori di Palmira, o a rischio per altri fattori magari solo ambientali. “ In pratica – ha spiegato la Direttrice – proponiamo un intervento suddiviso in tre fasi: progettazione e realizzazione di un laboratorio di restauro mobile personalizzato secondo le esigenze del committente, attività di formazione per restauratori e tecnici locali intensiva al nostro centro di Venaria, supporto a distanza per tre anni. Si tratterebbe di un’unità mobile, consistente in un paio di camper dotati di attrezzature scientifiche e strumentazioni specifiche, una sorta di laboratorio in grado di ospitare fino a 12 tecnici , pensato per intervenire sul campo”. Iniziativa che i rappresentanti delle istituzioni arabe presenti in sala hanno subito giudicato interessante. Anche molto interessante è stata l’idea di dar vita a un circuito di mostre fra Torino e i paesi islamici. A lanciare la proposta durante il panel del TIEF dedicato all’ecosistema museo per lo sviluppo economico, è stata la Direttrice dei Musei Reali torinesi, Enrica Pagella, che ha ricordato il suo recente viaggio nel Bahrein per presentare le collezioni sabaude. “ La sceicca del Bahrein – ha detto la Dott.ssa Pagella – mi ha invitata a tenere una conferenza sui Musei Reali e io la inviterò a Torino a parlare dei loro siti archeologici”. Il TIEF si è concluso con una Tavola rotonda sul “ Connecting People Trough Sport “. Moderava l’Assessore allo Sport della Città di Torino Roberto Finardi. Relatori Chiara Appendino, Andrea Agnelli e Abdulla Mohammed Al Awar. Arrivederci alla quarta edizione del TIEF, dunque!

Helen Alterio

Settecento “agenti pulenti” per i 100 anni di Lions

Sensibilizzare i giovani alla conoscenza, al rispetto e alla salvaguardia dei monumenti è l’obiettivo di “Missione Agenti Pulenti”, service a favore dei giovani e dell’ambiente che intende promuovere dei momenti di confronto e di educazione sui temi della conoscenza della nostra storia, del rispetto degli spazi comuni, dei beni di interesse storico artistico e in generale di educazione alla cittadinanza.

Il progetto “Missione Agenti Pulenti – Proteggiamo i monumenti” trova ispirazione dagli obiettivi internazionali del Lions Club International, che quest’anno per il Centenario della sua fondazione ha focalizzato i service su quattro macro-aree: ambiente, fame, vista e giovani. E li adatta al contesto italiano particolarmente ricco di testimonianze materiali della nostra storia: un vero e proprio ambiente culturale che va fatto conoscere e rispettare innanzitutto ai nostri giovani cittadini.

Il service, che quest’anno giunge alla terza edizione e ha coinvolto nel 2016 circa 600 ragazzi degli ultimi anni della scuola primaria, viene portato avanti con la collaborazione degli insegnanti di classe, che svilupperanno la conoscenza storico-artistica del monumento prescelto, ma anche con il determinante coinvolgimento istituzionale dei funzionari tecnici delle Soprintendenze del Piemonte e della Valle d’Aosta e dei docenti-restauratori del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, sede dell’omonimo corso di laurea magistrale dell’Università di Torino. La “Missione” si articola in tre fasi, in un arco temporale di tre mesi (marzo-maggio). La prima fase, quella della Conoscenza, è svolta in aula dai docenti della scuola e serve a raccontare le caratteristiche dei monumenti. Poi si passa a Imparare e Responsabilizzare, una fase di incontro tra i ragazzi e i funzionari della Soprintendenza finalizzata all’approfondimento del tema del rispetto e della tutela dei Beni Culturali e a illustrare le modalità di intervento e a conoscere i materiali. Infine la fase più importante, quella di Intervento, che è il momento di reale partecipazione attiva degli studenti che operano sotto la guida esperta di tutor restauratori. L’iniziativa ha ottenuto, anche per quest’anno, il patrocinio della Regione Piemonte, della Regione Valle d’Aosta e dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte. I partecipanti all’incontro di lunedì 13 marzo potranno eccezionalmente visitare i Laboratori del Centro che ospitano importanti opere d’arte in restauro, mentre 36 ragazzi delle classi 3a  G e 4a G della scuola elementare VIII Marzo di Venaria Reale saranno i primi AGENTI PULENTI del Centenario Lions: dopo aver seguito le lezioni dei restauratori si cimenteranno presso i laboratori del Centro Conservazione e Restauro con le attività pratiche e più divertenti sperimentando varie operazioni di pulitura.

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LUNEDÌ 13 MARZO – ORE 11,00

CENTRO CONSERVAZIONE E RESTAURO DELLA REGGIA DI VENARIA

VIA XX SETTEMBRE, 18 VENARIA REALE, TORINO

Conferenza Stampa per la presentazione del Service Lions

“MISSIONE AGENTI PULENTI PROTEGGIAMO I MONUMENTI”

Interverranno il Governatore del Distretto Lions Gabriella Gastaldi; il presidente del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, Stefano Trucco; la referente del progetto per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Torino, Valeria Moratti; il Soprintendente della Valle d’Aosta, Roberto Domaine; un rappresentante dell’Ufficio Scolastico Regionale.

 

Festa della Donna – Jiggeni Afrik

Sabato 11 marzo, dalle 16 fino alle 22, l’Associazione dei Senegalesi di Torino (AST) organizza la celebrazione della Festa della Donna – Jiggeni Afrik, nel Centro Interculturale in corso Taranto 160. Sarà l’occasione per festeggiare il ruolo delle donne africane e, in particolare, delle donne senegalesi, oltre che favorire il dialogo e l’incontro fra le culture in una società sempre più multietnica. L’incontro offrirà la possibilità di confrontare la comunità senegalese e gli studenti del programma di mobilità internazionale New African Diasporas – Transnational Communities, Cultures and Economies” coordinato in Italia dal CSA. Gli studenti provengono da molte Università negli Stati Uniti e sono ospitati presso alcune famiglie della comunità. Le attività avranno inizio con il saluto da parte delle autorità regionali, cittadine e consolari, oltre che da parte dei rappresentati del Centro Interculturale, dell’AST e del CSA, introdotto dal gruppo Combo Jazz diretto da Fulvio Chiara, a cura dei Corsi di Formazione Musicale della Città di Torino.

Il pomeriggio proseguirà con lo spettacolo “Giovine Italia”, grazie al contributo di Alma Teatro, e un intervento di Nelly Diop, intellettuale che introdurrà il tema della giornata. Le attività culturali proseguiranno con Ciooluk demb (Gli abiti di ieri) un’esibizione dei costumi del Senegal indossati da alcune studentesse della diaspora. Costumi e musica di accompagnamento saranno forniti dall’AST. Verrà presentato un intervento sul “Protagonismo delle Donne in Africa e nel Mondo”. Sarà proiettata la presentazione video di “Afropolitan LAB”, di Andrea Ciommiento, e sarà proposto lo spettacolo “Arte Migrante”. Infine si esibiranno altre comunità della Africa Nera. La giornata si concluderà con unaperitivo accompagnato da un concerto di musica tradizionale senegalese. Una giornata  per immergersi nelle immagini e nei colori delle donne africane, nelle sonorità del continente senza trascurare il piacere dei profumi e dei sapori.L’evento, con il patrocinio della Città di Torino e di Regione Piemonte, è realizzato in collaborazione con il Centro Piemontese di Studi Africani (CSA) e il Centro Interculturale della Città di Torino.

MC www.comune.torino.it

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INFO: Associazione dei Senegalesi di Torino (AST)

segreteria@ast-torino.org