ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 4

A Terra Madre la Città sigla quattro accordi di cooperazione

Il sindaco Stefano Lo Russo ha firmato, in occasione dell’ultima giornata di Terra Madre Salone del Gusto, quattro protocolli di collaborazione tra Torino e le città di Betlemme (Territori palestinesi), Khouribga (Marocco), Louga (Senegal) e Praia (Capoverde). “Torino e le Città Solidali” è un tassello importante per il consolidamento delle relazioni tra queste città, già impegnate in diversi progetti di cooperazione trans-territoriali.

La firma degli accordi ha visto protagonisti il sindaco Lo Russo e i primi cittadini delle città di Betlemme (Territori palestinesi) Anton G. A. Salman, di Khouribga (Marocco) Mohamed Zekrani, di Praia (Capoverde) Francisco Carvalho. Assente per impegni politici il sindaco di Louga (Senegal) Moustapha Diop, sostituito dal segretario generale della Città di Louga.

Con Betlemme la Città di Torino ha già realizzato azioni nell’ambito energie rinnovabili, dell’acqua e dei mercati e condivide il progetto “Akli Baladi” (“Mangia locale”), presentato al bando Aics-Maeci 2023, che vede tra i partner Slow Food Italia, le città palestinesi di Gerico e Beit Jala e numerose città italiane tra cui Pavia, Caltagirone, Bergamo, Reggio Emilio, Sesto Fiorentino e Bra.

Hanno più di vent’anni anche le relazioni tra Capoverde e Torino, che ospita il consolato onorario capoverdiano. I progetti condivisi riguardano principalmente i temi della riqualificazione e della rigenerazione delle periferie urbane, dei diritti per tutte e per tutti, del contrasto alla violenza di genere e delle politiche alimentari tra cui “Sabor Cabo Verde” e “Prato”. Con Praia, poi, la nostra città condivide l’esperienza di Città ospiti del Forum mondiale sullo sviluppo locale promosso da UNDP, che Torino ha organizzato e ospitato nel 2015 e Praia nel 2017.

È storica anche la collaborazione tra Torino e il Marocco. Tra le ultime iniziative intraprese dalle Città di Torino, nell’ambito di una storica collaborazione con il Marocco, il progetto “Mentor”, che coniuga cooperazione internazionale e migrazione circolare, e l’impegno nel consolidamento dei partenariati con tutte le aree da cui provengono i nuovi cittadini torinesi, a seguito della mozione del Consiglio comunale “Torino guarda oltre”.

Il protocollo firmato con il Senegal è il rinnovo di un accordo già esistente fin dal 2007, che affonda le sue radici nella significativa presenza della comunità senegalese di Torino e nei numerosissimi progetti di cooperazione decentrata realizzati dal 2001 ad oggi sui diversi temi delle politiche locali: lavoro e creatività giovanile, ambiente e rifiuti, turismo responsabile e cultura, come il progetto “Reti al lavoro”.

Nei giorni scorsi le delegazioni delle diverse città, composte dai sindaci, dai responsabili di Cooperazione internazionale e dai rappresentanti delle reti Slow Food locali, hanno visitato le rispettive comunità presenti sul territorio, sono intervenuti in alcuni degli appuntamenti di Terra Madre Salone del Gusto e hanno visitato la nostra città, tra incontri con le istituzioni, aziende e realtà del terzo settore e visite ai musei cittadini.

Fino al 2 ottobre: un aiuto all’agriturismo

Le aziende agricole piemontesi che intendono ampliare la propria attività al settore dell’agriturismo avranno un mese in più di tempo per presentare la domanda per accedere al finanziamento messo a disposizione dalla Regione Piemonte.

È stato infatti prorogato dal 2 settembre al 2 ottobre 2024 il termine di presentazione delle domande per partecipare al bando Investimenti per la diversificazione: uno strumento finanziato attraverso il Complemento Regionale per lo Sviluppo Rurale (Csr 2023-2027) che mette a disposizione complessivamente 9 milioni di euro per sostenere le aziende agricole in nuovi investimenti in attività complementari, fra cui appunto il settore dell’agriturismo, delle fattorie didattiche, la trasformazione diretta dei propri prodotti agricoli in prodotti non agricoli anche a scopi alimentari e lo sviluppo in azienda di attività sociali.

Lo annuncia l’Assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte Paolo Bongioanni, che spiega: «Abbiamo deciso di prorogare i termini del bando accogliendo la sollecitazione unanime delle tre associazioni di categoria, Coldiretti, Confcoltivatori e Cia. C’è infatti un forte interesse da parte delle aziende agricole piemontesi a diversificare la propria attività investendo anche nel settore agrituristico: e questo è assolutamente in sintonia con il progetto di integrazione fra produzioni agroalimentari, cibo di qualità e turismo che intendo sviluppare fra gli obiettivi centrali di questa legislatura».

Il bando – che potenzialmente interessa anche i circa 800 agriturismi già attivi in Piemonte – può finanziare dal 40% al 60 % della spesa gli interventi relativi ai quattro settori indicati fra cui i seguenti interventi: sistemazione del sedime (livellamenti, inghiaiature ecc., con esclusione di asfaltature e realizzazione di platee in cemento) di aree esterne, facenti parte dell’azienda agricola e funzionali all’attività agrituristica svolta, oltre che alla sosta camper e/o roulottes, piazzole per tende, parcheggi auto, zona pic-nic e gioco bambini, e posizionamento di strutture abitative non fisse per l’ospitalità rurale.

Giachino: Finalmente nel 2026 partiranno i lavori per la costruzione della Linea 2 della Metro

Caro Direttore,
L’importante Convegno organizzato oggi nella Sede della Unione Industriali per presentare la Linea 2 della Metro conferma che i torinesi del terzo millennio sono di gran lunga più lenti dei torinesi del 1800 quando il mondo si stupì perché i nostri antenati terminarono prima del previsto la costruzione del Primo Traforo Alpino al mondo, fortemente voluto dal nostro politico più grande, Camillo Benso Conte di Cavour.
L’obiettivo del bravissimo Prof. Bernardino Chiaia infatti è quello di riuscire a iniziare i lavori della costruzione della Linea 2 a febbraio del 2026 , vent’anni dopo la inaugurazione del primo tronco della linea 1.  Vent’anni per preparare un progetto della linea 2 sono in effetti tantissimi e i ritardi come sempre li paga la Città e in particolare la periferia della Città. La Linea 1 ,a parte l scale mobili ferme , ha tolto il 30% del traffico di corso Francia, ha diminuito l’inquinamento da traffico e ha diminuito l’intasamento del traffico oltre a valorizzare le zone vicine al passaggio della Metro e alle sue fermate. La linea 2 che collegherà la Zona Nord (Barriera di Milano) con Mirafiori passando dal Campus Einaudi, dal centro della Città (piazza Carlo Alberto, Porta Nuova dove incrocerà la 1 successivamente , quando saranno trovati i finanziamenti arriverà sino al Politecnico. L’obiettivo della Amministrazione Lorusso è quello di rilanciare Barriera di Milanofacendo partire di lì la Linea 2. Tutto vero ma i ritardi nella progettazione perché venti anni sono francamente un record mondiale, li pagherà tutti Barriera di Milano che dovrà aspettare il 2033 per avere un collegamento metropolitano come hanno tutte le Città europee come Torino. Pensate che Lione , che ha duecentomila abitanti in meno, ha 4 linee di Metropolitana. Sui tempi di realizzazione possiamo fidarci perché aver scelto come Commissario alla realizzazione il Prof. Chiaia e’ stata una idea geniale. Proprio oggi che sono usciti i dati di Prometeia sulla crescita delle economie regionali tra il 2019 e il 2024. Prima la Lombardia cresciuta dello 6.65%, seconda la Puglia cresciuta del 6,18, terza la Emilia Romagna cresciuta del 5,52 , la Campania del 3.38, quattordicesimo il  Piemonte la cui crescita è condizionata per oltre la metà da Torino, cresciuto solo del 1,38. Una crescita così bassa genera tanta disoccupazione e impoverimento come ci ha detto la Caritas. Ecco perché ritardare opere fondamentali come la TAV e la Linea 2 della Metro e’ grave e costa effetti sociali importanti. Sono cose di cui purtroppo non si è parlato in un evento frequentato dalla gente bene come Torino Spiritualità come mi ha scritto una Signora di 82 anni . Ma chi ha deciso di vivere non solo per se stesso ma anche per la Comunità nella quale vive non può assolutamente disinteressarsi dei problemi della metà della Città che non sta bene e che in questi anni ha visto peggiorare la situazione .

Mino GIACHINO
Responsabile piemontese trasporti FDI

Aggiudicata la gara da 500 milioni di Euro per il “Parco della Salute”

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Nocivelli ABP si aggiudica la gara da 500 milioni di Euro per il “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione” di Torino. Ricavi previsti per 1,5 miliardi di Euro

Il progetto, aggiudicato in RTI (Raggruppamento Temporaneo di Imprese) con il Consorzio SIS, ha una durata complessiva di 30 anni per la realizzazione e la gestione delle nuove sedi ospedaliere di Molinette, CTO e Sant’Anna.

 A.B.P. Nocivelli S.p.A., Esco Company leader del settore nelle operazioni di Partenariato Pubblico Privato per la realizzazione di strutture sanitarie e ospedaliere, quotata nel segmento Euronext Growth Milan (Codice ISIN IT0005439861, Ticker ABP:IM), annuncia l’aggiudicazione  della gara per la realizzazione del nuovo “Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione” della Città di Torino, Lotto 1 “Polo della Sanità e della Formazione Clinica e del Polo della Ricerca” al Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) composto dal Consorzio Stabile SIS S.c.p.A. e dalla stessa A.B.P. Nocivelli S.p.A..

Il progetto, del valore complessivo di 500 milioni di Euro, prevede la costruzione delle nuove sedi ospedaliere di Molinette, CTO e Sant’Anna. Il contratto di PPP (Partenariato Pubblico Privato) avrà una durata di 30 anni, di cui 5 anni di lavori per la realizzazione delle opere edilizie e impiantistiche e i successivi 25 anni di gestione dei servizi a corredo dell’opera. Mentre il Consorzio Stabile SIS si occuperà di eseguire le opere edili, Nocivelli ABP sarà deputata alla realizzazione di tutte le opere impiantistiche.

La gestione dei servizi di facility management e del servizio energia sarà invece affidata ad entrambe le società.

Il valore complessivo dei ricavi attesi per l’intera durata della concessione (30 anni) è di 1,5 miliardi di Euro, comprensivi di oneri finanziari e opere e servizi di competenza sia del Consorzio Stabile S.c.p.A. che di Nocivelli ABP.

Si tratta di un’operazione di importanza strategica anche per Nocivelli ABP che impatterà considerevolmente sul portafoglio della società alla quale, nei trent’anni, competeranno circa 500 milioni di euro tra opere e servizi: 200 milioni di Euro di opere che saranno realizzate nei primi 5 anni e 300 milioni di Euro per i servizi che saranno espletati nei successivi 25 anni di gestione.

Conseguentemente, il backlog di Nocivelli ABP passerà dagli 850 milioni stimati in occasione dell’approvazione del bilancio al 30 giugno 2024 a ben 1,4 miliardi di Euro.

Fondi di coesione ai Comuni del Torinese

Sono 44 gli Accordi di programma distribuiti sull’intero territorio piemontese finanziati dalla Regione grazie ad un fondo di 26.377.400 euro. Nella Città metropolitana di Torino sono interessati, per un importo complessivo di oltre 8 milioni di euro, 13 Comuni: 6 delle Valli di Lanzo e Canavese (Lanzo, Locana, Viù, Foglizzo, Nole, Rivarolo) e 7 dell’area sud-ovest (Bibiana, Carmagnola, Rivalta di Torino, Sangano, Orbassano, Villar Perosa, Poirino).

Accordi che permetteranno di realizzare in altrettanti Comuni mense scolastiche, impianti sportivi, ristrutturazione di dimore storiche e valorizzazioni di parchi naturali. Un patto con le istituzioni locali che la Regione ha onorato mediante un’integrazione dei fondi nazionali che ammonta a 2.377.400 euro. La principale fonte di finanziamento proviene dall’Accordo per la Coesione, siglato il 7 dicembre del 2023 dal presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, e dal presidente della Regione Alberto Cirio. ai quali si sono aggiunte le risorse destinate al finanziamento degli interventi di sviluppo locale da realizzare mediante lo strumento dell’Accordo di programma che la Giunta regionale ha deliberato oggi, su proposta dell’assessore ai Fondi di Sviluppo e Coesione Gian Luca Vignale.

Un ulteriore dotazione, che ammonta a due milioni e 377mila euro, che consente lo scorrimento della graduatoria approvata per gli Accordi di Programma 2021-27 insieme ai 24 milioni di euro già stanziati con delibera di Giunta nel dicembre 2023.

“I Fondi di Sviluppo e Coesione permetteranno alla Regione di finanziare molti dei progetti che i Comuni piemontesi hanno presentato attraverso lo strumento dell’Accordo di programma – dichiarano il presidente Cirio e l’assessore Vignale – Non ci siamo, però, limitati a trasferire risorse nazionali verso le istituzioni locali, proprio perché crediamo in questo strumento come collaborazione efficace tra Regione e territori, e abbiamo così deciso di attingere a fondi regionali stanziando quasi due milioni e mezzo. Abbiamo rispettato gli impegni assunti facendo così scorrere la graduatoria e riuscendo a finanziare ben 44 Accordi di programma. Parliamo di opere fondamentali per i rispettivi territori: molti interventi riguardano il settore turistico, culturale e ambientale generando importanti ricadute economiche locali, altri sono nel comparto sportivo con impianti che necessitavano opere di adeguamento e potenziamento da anni. Progetti che grazie alla collaborazione tra Regione ed enti locali ora potranno diventare realtà”.

“Grazie agli Accordi di programma finanziati con i Fondi di Sviluppo e Coesione la Città Metropolitana di Torino ha potuto beneficiare di contributi per 8 milioni e 106mila euro destinati a 13 realtà. È l’ennesimo esempio dell’attenzione dell’amministrazione regionale ai piccoli Comuni piemontesi, che potranno realizzare opere e progetti attesi da anni”, sostengono gli assessori regionali Andrea Tronzano e Maurizio Marrone.

Superbonus 2024, tutte le novità

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Il provvedimento firmato il 18 settembre 2024 dall’Agenzia delle Entrate mette in moto un’opportunità da cogliere al volo per chi ha avviato interventi edilizi. Il contributo a fondo perduto, ossia il Superbonus, sarà accessibile a chi ha realizzato lavori sugli immobili tra gennaio e ottobre 2024, offrendo uno sgravio del 70% sulle spese sostenute.

Non stiamo parlando solo di una detrazione: per molti, si tratta di una vera e propria boccata d’ossigeno in un momento in cui le risorse finanziarie vanno gestite con attenzione.

Il Superbonus 2024 apre così una finestra imperdibile per i contribuenti con redditi bassi, offrendo un contributo a fondo perduto per chi intende migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni. Tra gli interventi coperti, figurano il sisma bonus, l’installazione di impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica per veicoli elettrici, rispondendo così alla crescente domanda di sostenibilità e sicurezza abitativa.

La misura si rivolge a un pubblico specifico: chi ha iniziato i lavori entro il 31 dicembre 2023 e ha raggiunto almeno il 60% dello stato di avanzamento. Il bonus interessa le persone fisiche con un reddito annuo non superiore a 15.000 euro e i condomini che, in questo periodo, stanno investendo sugli immobili. Il tutto, con un tetto di spesa massimo di 96mila euro. È una chance che tocca chi possiede l’immobile o ne ha la gestione diretta e, non da meno, anche gli eredi che ne mantengono la detenzione.

Per ottenere il contributo, i richiedenti dovranno inviare la domanda all’Agenzia delle Entrate entro il 31 ottobre 2024. La procedura sarà telematica e, per chi non ha familiarità con le piattaforme digitali, sarà possibile rivolgersi a intermediari abilitati. È fondamentale, però, allegare una dichiarazione che attesti i requisiti necessari per l’accesso al contributo e fornire una stima precisa delle spese sostenute. A breve, l’Agenzia stabilirà i dettagli tecnici relativi alla procedura.

Una volta inviata la domanda, scatteranno i controlli. Verranno esaminate le informazioni trasmesse, con un occhio particolare alla congruenza tra i dati dichiarati e le spese effettivamente sostenute. Solo dopo questo step arriverà l’accredito del contributo direttamente sul conto corrente bancario o postale del richiedente, intestato o cointestato.

Ma attenzione: l’Agenzia è pronta a verificare anche la correttezza delle erogazioni. Chi avesse percepito indebitamente il contributo dovrà restituire l’importo, con la possibilità di regolarizzare spontaneamente la propria posizione.

Il Superbonus è destinato ai privati che non esercitano attività commerciali o professionali. Le spese coperte riguardano interventi di miglioramento energetico e antisismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica per veicoli elettrici. Ciascun richiedente, come detto, potrà ottenere un contributo massimo per una spesa di 96.000 euro, ma attenzione: solo i bonifici effettuati entro il 31 ottobre 2024 saranno validi per accedere al beneficio.

I fondi saranno distribuiti proporzionalmente tra i richiedenti, in base all’ammontare complessivo delle risorse disponibili e alla domanda. Le percentuali di distribuzione saranno rese note entro il 30 novembre 2024, per garantire una ripartizione equilibrata e trasparente.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

 

Al via Expocasa 2024: un viaggio nell’arredo, tra design, arte e sostenibilità

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Inaugurata la 61ª edizione di Expocasa, che si svolgerà fino al 6 ottobre nei 20.000 metri quadri dell’Oval Lingotto di Torino. Con 250 marchi rappresentati, nel segno della creatività, dell’innovazione e della funzionalità, la manifestazione si rinnova con focus dedicati al  design contemporaneo e al vintage, la selezione di 10 designer under 35, il nuovo progetto “Piano Terra” dedicato alla sostenibilitàmostre, oltre al ricco palinsesto di workshop e un inedito Expocasa off.

 

 Si è aperta ieri la 61ª edizione di Expocasa, manifestazione dedicata al mondo dell’arredamento e delle ristrutturazioni. Organizzata da GL events Italia, fino al 6 ottobre Expocasa occupa i 20.000 metri quadri dell’Oval Lingotto Fiere di Torino. A tagliare il nastro l’amministratore delegato di GL events ItaliaGabor Ganczer, con Andrea Tronzano, assessore regionale allo Sviluppo delle Attività Produttive, Paolo Chiavarino, assessore al Commercio della Città di Torino, e i rappresentanti dei principali partner della manifestazione, tra cui: Federalberghi Torino, CPD Consulta per le persone in difficoltà, CNA Torino, Casartigiani, Confartigianato Torino, Quooker, Scuola Master – Politecnico di Torino, Associazione Balon, Graphic Days.

«Anno dopo anno Expocasa si conferma un punto di riferimento per chi ama la casa e il design. Il nostro impegno è di creare un’esperienza che non sia solo espositiva, ma che favorisca l’incontro tra nuove idee e soluzioni pratiche offrendo ai visitatori l’opportunità di scoprire nuove tendenze e di immaginare uno stile di vita più consapevole e rispettoso dell’ambiente – ha dichiarato Gàbor Ganczer -. In questa edizione diamo ampio spazio al vintage, alla creatività di giovani designer e all’esperienza di grandi marchi, toccando anche temi cruciali come la sostenibilità». E in tema di sostenibilità Expocasa, prima fiera, ha avviato il nuovo progetto “Piano Terra” (in collaborazione con zeroCO2), attraverso il quale ha creato una foresta in Guatemala, la cui estensione corrisponde ai 10.000 metri quadri senza moquette nei corridoi della manifestazione.

«Expocasa è particolarmente importante anche per gli artigiani, che rappresentano un rilevante tessuto economico del nostro territorio. Con il supporto della Regione Piemonte sono numerosi gli artigiani che scelgono questa fiera, che si distingue per la sua offerta in termini di opportunità di business e di visibilità» ha commentato l’assessore Tronzano.

«Ringrazio GL events Italia e Gabor Ganczer per aver portato avanti questo appuntamento storico, evolvendolo e mantenendone sempre alto il livello. Un salone tra i più apprezzati in Italia e un vero punto di riferimento nel nord ovest. Un evento di successo con importanti ricadute economiche sul territorio» ha affermato l’assessore Chiavarino.

Il salone ha preso il via con il dibattito “Slow life, slow kitchen. Per una nuova etica dell’abitare“, che ha visto l’intervento di Giampaolo Allocco, designer pluripremiato in Italia e all’estero, di Walter Nicolino, Coordinatore del Dipartimento di interior design di IAAD. Un viaggio dalla produzione artigianale alla fabbricazione digitale e sostenibile, per dimostrare quanto il design di prodotto sia intrinsecamente legato alla storia umana e al nostro sviluppo. Una riflessione sul design che non è solo gesto estetico, ma anche il risultato di ragionamento funzionale. Un dibattito su come la nostra vita sia circondata da prodotti che testimoniano il nostro tempo. E un’analisi, in particolare, sulla cucina, non più una stanza da tenere nascosta, separata da altri spazi, ma un luogo sociale che rispecchia il desiderio di condividere la preparazione di un pasto anche con gli ospiti.

 

L’opening è stata anche l’occasione per presentare i 10 designer under 35, provenienti da tutta Italia, selezionati dalla Design call lanciata per la prima volta da Expocasa, scegliendo come elementi distintivi per la candidatura i criteri di accessibilità, sostenibilità, territorialità, innovazione e funzionalità.

Comune denominatore di alcuni oggetti selezionati è la multifunzionalità. È il caso di Go Cart, il coffee table che si trasforma in seduta; Seven Chair, la sedia che è anche servo muto; Valeria, lo stendino che diventa un cesto; U, il candelabro che diventa posacenere, porta incenso e altro ancora. Grande attenzione alla luceNam-Emotional Lighting, lampada che si attiva con diverse modalità di illuminazione attraverso il soffio; Virgola, lampada portatile realizzabile in diversi materiali e colori; O-MUV, lampada da comodino che si compone di due corpi luminosi, il primo emana luce neutra, il secondo luce UV che combinata con vernice fotoluminescente crea percorsi illuminati notturni. Protagonisti anche l’up-cycling con X-BENCH panca flessibile e solida creata attraverso un processo che valorizza i rifiuti attraverso il design; la pulizia, con Inlet, dispositivo che consente un’efficiente e rapida pulizia delle ruote prima che le biciclette entrino in casa; i complementi d’arredo con Joinest, sviluppo di una piccola serie di elementi.

I 10 oggetti sono esposti nell’area Design Call al Salone, che attraverso questa iniziativa vuole ricordare come, nella continua evoluzione dell’arredamento, il design consenta di esplorare e interpretare nuove tendenze e come in questo processo sia centrale il ruolo dei giovani che, spesso più inclini a pensare fuori dagli schemi, portano nuove idee e soluzioni creative.

 

L’Oval per 9 giorni è il punto di riferimento per chi è in cerca di idee, supporto tecnico, preventivi, consigli, soluzioni personalizzate. Luci, colori, proposte di arredo, soluzioni green, sostenibilità, decluttering, restauro, finiture incentivi per le strutture ricettive: sono alcuni dei temi che verranno approfonditi nel ricco palinsesto di appuntamenti ospitati da Expocasa.

Il salone si conferma espressione dell’amore per la propria abitazione, della passione per il bello, della curiosità per nuove soluzioni tecniche grazie ai 150 espositori, in rappresentanza di circa 250 brand. Le loro proposte vanno dal classico al contemporaneo, dall’eclettico al minimalista, con un occhio di riguardo al vintage e al modernariato, che trova spazio in un’area dedicata, in risposta a una delle tendenze più attuali nel mondo dell’arredo: l’incontro armonioso tra il fascino del passato e la funzionalità del presente.

E se l’interior design cerca sempre più di unire l’eleganza retrò con linee moderne e materiali innovativi, non secondaria è la tendenza a catapultare l’arte nell’ambiente domestico, una inclinazione che il Salone racconta attraverso la mostra “l’arte a casa tua” che propone attraverso la pittura, la scultura, la fotografia e le installazioni di 11 artisti emergenti.

 

Cento metri quadrati sono dedicati alla Design Square, un concept espositivo che presenta brand innovativi presenti per la prima volta ad Expocasa. Qui la passione per il bello prende vita attraverso il design esplosivo di grandi brand come Kriptonite (presentato da Linea Nuova) e Rochebobois, dando vita a un’esperienza immersiva che unisce estetica e praticità, per il piacere degli appassionati e dei professionisti del settore. A completare l’offerta espositiva anche “Insulti Luminosi”, brand di complemento d’arredo molto popolare sui social media, che propone frasi ironiche utilizzate come corpi illuminanti.

La passione per l’ambiente domestico trova espressione anche nell’inedito poster che l’artista britannico Anthony Burrill dedica all’eventoI am happy here, e che dà il titolo alla mostra allestita qui da Graphic Days, sintesi del piacere di visitare l’evento, di essere a Torino, di poter scegliere in un unico luogo tutte le soluzioni di arredo per la casa e di essere felici nella propria abitazione.

 

Una passione condivisa dai tanti partner di Expocasa, come Quooker, che oltre a presentare il suo innovativo rubinetto, mette a disposizione del salone una parte del proprio stand come area lounge e inoltre funge da punto d’acqua per i visitatori. Ma anche dalla Scuola Master del Politecnico di Torino che all’interno di un atelier ha sviluppato un caso di studio sul tema “immaginare il futuro di Expocasa”: le idee e le tavole progettuali degli studenti sono in mostra presso l’area POLITO. E ancora dall’Associazione Balon che organizza alcuni workshop dedicati al piccolo restauro, da CNA Torino, Casartigiani e Confartigianato Torino, che gestiscono la mostra “bellezze artigiane”, da Federalberghi Torino e CPD Consulta per le persone in difficoltà che hanno collaborato nella messa a punto di due percorsi, dedicati rispettivamente al contract e al design inclusivo.

Per la prima volta, inoltre, il design del Salone varca anche i confini dell’Oval con Expocasa Off: un programma di appuntamenti negli showroom degli espositori partecipanti. Il 3 ottobre dalle 19 alle 20.30 La Natura è di Casa (via Cernaia 24/c Torino) ospita “Colora il tuo benessere”, dove presenta la novità Varier 2024 Variable Monochrome in un contesto di benessere psicofisico: la forma e la funzione ergonomica per il corpo e i benefici del colore per la mente. Il 4 ottobre dalle 18 alle 21 Magica Mobili (via Monte Novegno 30/e Torino) propone cucine, la nuova collezione di arredo bagno e i divani di Franco Ferri. L’incontro sarà animato dal Quooking Show dello Chef Marcello Ferrarini, che preparerà piatti sfiziosi con il sistema Quooker, il rubinetto che consente di ottenere acqua bollente a 100 °C, refrigerata naturale e frizzante, sempre filtrata direttamente dal rubinetto.

 

Expocasa è organizzata da GL events Italia con il patrocinio di Regione PiemonteCittà di TorinoCamera di commercio di Torino e Ascom. Partner Expocasa 2024.

Le anime di Expocasa

  • Area arredo e complemento, con cucine, living, camere da letto, camerette, bagno e benessere, falegnameria.
  • Area vintage per stimolare il gusto del pubblico di Expocasa, in una ricerca continua del bello attraverso contrasti originali tra l’antiquariato, il modernariato, il design ed il nuovo all’interno del proprio spazio abitativo. Per dare vita a spazi che evocano un senso di familiarità, ma con una funzionalità e un’estetica aggiornata.
  • Design square, un volume di 100 metri quadrati con un allestimento total black che all’interno propone una selezione di brand esclusivi.
  • Area tecnicasa, con artigianato, domotica, pavimentazioni, materiali e finiture, serramenti, climatizzazione, sicurezza, ristrutturazioni. Due sezioni che si intersecano con percorsi dedicati all’accessibilità.

 

 Da ricordare

  • L’ingresso è gratuito, previo accredito online
  • Giornalisti: Accredito press / media – Expocasa 2024
  • Orari dal lunedì al venerdì: 15.00 – 21.00
  • Orari sabato e domenica: 10.00 – 21.00
  • ·        INGRESSO NORDOval Lingotto di Torino – (via Giacomo Matté Trucco, 70) per chi arriva in auto
  • ·        INGRESSO SUD: per chi si reca ad Expocasa con il trasporto pubblico o per chi arriva alla stazione ferroviaria Torino, collegata direttamente all’ingresso grazie al nuovo sottopasso pedonale.
  • ·        Per chi arriva da fuori e desidera pernottare a Torino Federalberghi offre un servizio di prenotazioni alberghiere attraverso un widget dedicato e accessibile dal sito di Expocasa.

Montagna, da maneggiare con cura

In montagna si può vivere, si può lavorare, si può produrre cibo buono, pulito e giusto: è il messaggio che Slow Food lancia da Terra Madre Salone del Gusto 2024, a Parco Dora fino al 30 settembre. Si può fare, e lo dimostrano pastori, casare, contadine, castanicoltori, apicoltrici che si sono dati appuntamento a Torino per raccontare al pubblico il loro lavoro, a patto che non si applichi alle terre alte lo stesso modello di sviluppo che, a partire dal secondo dopoguerra, in Italia ha causato lo svuotamento delle aree interne.

 

Secondo Rossano Pazzagli, docente di Storia moderna presso l’Università degli Studi del Molise, «bisogna uscire dalla logica dei numeri per entrare in quella della qualità della vita. Si tratta di sostituire al modello basato su competizione, crescita e velocità, un approccio orientato alla cooperazione, all’equilibrio, alla lentezza». Di ricette, dice, «non ne esistono: ma ci sono esempi». Uno di questi è l’agronomo forestale Carlo Murer che a Valmorel, in provincia di Belluno, insieme ad alcuni amici ha preso in gestione una malga e oggi lavora il latte delle loro vacche in una delle ultime tre latterie turnarie d’Italia, luoghi simbolo della cooperazione montanara. «Fino a qualche decennio fa, da noi c’erano quattro malghe e si allevavano 500 capi – racconta Murer –. Oggi due di quelle strutture sono diventati ostelli e le altre hanno visto ridursi la superficie disponibile al pascolo a causa dell’avanzata del bosco». L’avanzata del bosco, che «oggi occupa il 40% della superficie dell’Italia, per complessivi 12 milioni di ettari» ricorda il presidente di Uncem Marco Bussone, non è necessariamente un buon segnale per la biodiversità, perché coincide con la perdita di terreni un tempo lavorati e custoditi, e per questo anche messi in sicurezza da incendi, frane e smottamenti, dissesti idrogeologici. We are nature, il claim scelto per l’edizione 2024 di Terra Madre Salone del Gusto, significa anche questo: che uomo e natura non sono in antitesi, e che una corretta gestione delle attività antropiche negli ecosistemi naturali può generare benefici per tutti: emblematico, sotto questo profilo, il progetto Salviamo i prati stabili e i pascoli, da pochi giorni entrato ufficialmente a far parte dei Presìdi Slow Food.

 

Le terre alte non sono però soltanto pascoli e allevamento: in una borgata di Ostana (Cuneo), a 1500 metri di quota, Serena Giraudo coltiva verdure, patate, legumi, cereali e frutta su due ettari di terreni in forte pendenza, un tempo abbandonati: «Produco in biologico e trasformo alcuni dei prodotti in composte» spiega. A causa della morfologia dei terreni la fatica è davvero tanta, ma «continuo a pensare di vivere in un luogo privilegiato. In ogni caso bisogna fare attenzione a non idealizzare la scelta di vivere in montagna: le difficoltà ci sono – sottolinea –, ad esempio ai disagi in caso di nevicate, che possono causare l’isolamento».

 

Sul piatto della bilancia, in effetti, vanno posti anche alcuni limiti infrastrutturali delle terre alte. «Tra il 1950 e il 1970 il nostro Paese ha vissuto una grande trasformazione che è stata chiamata con nomi altisonanti come boom e miracolo – aggiunge Pazzagli – ma che in realtà è stato uno sviluppo squilibrato, che ha accentuato le disparità tra pianura e terre alte, così come tra coste ed entroterra. Queste disparità territoriali presto sono diventate disparità sociali: oggi sono aree povere di servizi, ad esempio la sanità, i trasporti, l’istruzione, quindi sono povere di diritti». Un paradosso, se si pensa che la metà dei Comuni italiani, 3850 su 7896, sono montani: «Serve maggiore coesione tra i piccoli comuni, che uniti possono avere più forza e potere decisionale, e servono anche maggiori relazioni tra soggetti pubblici e soggetti privati, perché spesso le aziende attive nelle aree montane sanno trovare risposte ai problemi» sottolinea Bussone. Le reti tematiche di Slow Food lo fanno già: quella dei castanicoltori, ad esempio, unisce comunità, condotte, produttori, cuochi e tecnici consapevoli che le castagne non sono soltanto un frutto straordinario per qualità nutrizionali, versatilità gastronomica, possibilità di conservazione e trasformazione, ma anche un patrimonio eccezionale di biodiversità e una possibilità economica concreta. Una ricchezza delle terre alte, così come lo è il miele. In Italia i Presìdi Slow Food che lo tutelano sono sei, in ogni angolo del Paese: da quello che coinvolge i produttori dell’intero arco alpino a quello sull’Appennino aquilano, dal Carso ai Monti Iblei, fino al Ponente ligure.

 

A Terra Madre, le terre alte si raccontano negli spazi Noi custodiamo Natura, attraverso le  conferenze che vedono i produttori protagonisti, nei Laboratori del Gusto e negli spazi del Mercato Italiano e internazionale. Ecco alcuni appuntamenti ancora disponibili del programma di Terra Madre, mentre il catalogo espositori è consultabile qui:

 

Ci saranno ancora pascoli e pastori?

Sabato 28 settembre alle 18, Spazio Noi custodiamo natura

Su Alpi e Appennini la chiusura di piccole aziende è incessante e lo spopolamento continua.

Le ragioni sono tante: dalla difficoltà a trovare pascoli e alpeggi in affitto – a volte anche a causa di fenomeni mafiosi – alla chiusura dei macelli di piccola dimensione in tutto il Paese, che ha dato una botta definitiva all’allevamento delle razze autoctone. La burocrazia incombe sui piccoli e chi resiste non ha vita facile. I contributi pubblici non riconoscono i servizi ecosistemici resi da chi vive e gestisce le terre alte. Produrre qualità lavorando il latte crudo è sempre più complicato, perché i consumatori sono poco informati. Ne va del futuro delle nostre produzioni alimentari più tradizionali e identitarie ma non solo: anche dell’equilibrio ambientale dei territori più fragili.

 

L’Appuntamento a Tavola

 

Un pranzo alla scoperta del micelio. Antonio Chiodi latini con BIOARTLAB e Federico Chierico

Domenica 29 settembre alle 12, Torino – Ristorante Antonio Chiodi Latini,

Via Bertola, 20/B

Bosco, fogliame, funghi, cibo, raccontati in una forma non convenzionale e attraverso un’esperienza inedita: un pranzo in cui la materia prima diventa conoscenza, portata dopo portata, grazie alla collaborazione tra realtà che escono dagli schemi per costruire un domani diverso. La cucina di sperimentazione di Antonio Chiodi Latini arriva a Terra Madre Salone del Gusto in un pranzo di divulgazione in cui il cibo è parte di un percorso di consapevolezza, di piacere, di immersione nella natura.

Torino città gemellata

Sono molti gli accordi e i legami come “twinned town” della nostra citta’.

Sara’ capitato a molti di leggere dei vistosi cartelli bianchi all’entrata di una citta’ o di un paese con l’indicazione di gemellaggio con un altro luogo del mondo. Oramai e’ una pratica usuale, ma non tutti  sanno che questo simbolico, ma anche concreto, legame tra  localita’, talvolta molto lontane tra loro, si e’intensificato durante la Seconda Guerra Mondiale dopo le unioni intraprese nei primi anni del 1900 e le “amicizie” tra entita’ non statali della Francia e Germania moltissimi anni prima. Le ragioni di questi consorzi tra centri possono essere diverse come, per esempio, avere lo stesso nome, come e’ accaduto tra Toledo in Spagna e Toledo in Ohio,  la condivisione di obiettivi in ambito culturale, politico, economico o l’appartenere alla medesima comunita’ di destino. Questo rapporto tra autonomie locali si puo’definire “diplomazia cittadina” e si traduce effettivamente in tutta una serie di attivita’ che operano in parallelo con convenzioni internazionali, rapporti tra ambasciate e governi. `Oltre ai “gemellaggi” esistono anche degli “accordi” sottoscritti tra autonomie locali; l’ente responsabile all’autorizzazione nel caso dei primi e’ il Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie (DARA) della Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel secondo caso invece interviene il Ministero degli Esteri. Nei fatti questi legami formali si traducono in viaggi e visite reciproche, scambi culturali, partecipazione condivisa ad eventi e a tematiche importanti come la sostenibilita’ o altri argomenti di interesse comune. Prima di far partire un processo di “associazione” e’ necessario conoscere la cultura, la religione e i costumi  del luogo con cui si intende fare il gemellaggio sia in maniera informale, che attraverso la creazione di progetti comuni,questo per esaminare e poi confermare che ci siano tutte le condizioni per una alleanza.

Torino e’ una citta’ molto partecipe da questo punto di vista e colleziona ben 31 relazioni internazionali tra gemellaggi e accordi.

Il piu’ vecchio e’ quello del 1957 con citta’ francese di Chamberya seguito del quale si sono attuati molti progetti culturali, sportivi, legati all’innovazione, ma anche scolastici e universitari.

Nel 1958, invece, si realizzo’ quello con Colonia, Esch-sur-Alzette, Liegi, Lille e Rotterdam firmato per promuovere l’integrazione e la solidarieta’ tra citta appartenenti alla Comunita’europea. Le attuali collaborazioni tra questi centri sono dedicate agli scambi tra i giovani e alla cultura, ma riguardano anche le politiche urbane ed economiche.

Anche negli anni ’90 furono diversi i gemellaggi  a cui e’ stata data vita:

con il Guatemala, per esempio, proposta dal Premio Nobel per la Pace Rigoberta Menchú, cittadina onoraria di Torino dal 1992, scaturita dopo la firma degli Accordi di Pace del Guatemala del 1996; con l’americana Detroit per promuovere scambi economici, scientifici, tecnologici e culturali, con Ekaterinburg della Federazione Russa e con Gaza City. Nel terzo millennio, invece, le “amicizie” stipulate da Torino sono state quella con Zlin della Repubblica Ceca, con cui si collabora anche in campo cinematografico, multimediale e audiovisivo, con le cinesiWenzhou, Shenzhen e Shenyang per cementare ulteriormente i rapporti tra i due paesi, con Skopje, in Macedonia, che ha favorito una cooperazione in fatto di protezione dell’ambiente edenergetica, istruzione, cultura, patrimonio archeologico e storico, la cooperazione tra professori, ricercatori e studenti e gli scambi tra le università; e poi ancora ci si e’ “legati”  a Yangon in Myamar, San Pietroburgo, Salvador de Baja, Salt Lake City, Rosario in Argentina, Praia Capoverde, alla giapponese Nagoya, Nantes, L’Avana, Haifa in Israele, Gwanju in Corea, Glasgow, Cannes, Bacau in Romania a diverse altre.

MARIA LA BARBERA

Una vita selvaggia fra i lupi italiani

LA RAGAZZA DEI LUPI

Molto interessante il saggio di Mia Canestrini, giovane ‘lupologa’ italiana, sia per professione, che per indole personale.

In un non lunghissimo testo, con il tratto veloce e conciso di chi sa comunicare, c’è tutto sulla sua vita, il contatto con la natura e un’infanzia passata in un paradiso ambientale come l’appennino tosco-emiliano.

E’ un’esistenza già segnata dalla sua infanzia, anni verdi con le orecchie già accarezzate da storie di lupi, avvistamenti, pericoli, leggende, paura e fascinazione. Si tratta di tratti ancora infantili e in seguito adolescenziali, che tracceranno però solchi profondi sulla sua vita di adulta.

Nel volume c’è infatti molto sulla vita di una ragazza intelligente, avventurosa, colta e capace, quanto della realtà di un animale immaginifico come il lupo, da sempre lontano e vicino di vita con noi umani, con le sue realtà e le fantasie sulla sua supposta ferocia.

Iscritta alla facoltà di Scienze Naturali e poi specializzata in Conservazione della biodiversità animale, Mia passa oltre dieci anni principalmente nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-emiliano con il ruolo di Tecnico per i progetti LIFE dell’Unione Europea, la salvaguardia dei lupi e loro coesistenza con le persone che vivono su alpi e appennini.

Con il coinvolgimento emotivo di un romanzo, viene tracciata la sua vita operativa in mezzo a boschi e montagne, seguendo gli spostamenti dei branchi, ricercando resti escrementizi dei lupi da gestire in laboratori attrezzati per mapparne alimentazione, età e malattie; e poi cuccioli da salvare, adulti da curare, verifiche sui danni da predazione.

Con minuziosità, il libro della Canestrini pubblica foto sulle tante fototrappole posizionate sui passaggi di esemplari solitari e branchi, commentando gli appostamenti di volontari e del personale addetto, gli incontri con pastori (spesso vittime economiche delle predazioni) e leoperazioni congiunte con i Carabinieri Verdi, verifiche sui resti di razzie su animali domestici, in un ritmo di scrittura affascinante e per niente cattedratico.

Questo libro interessa poi un pubblico non solo residente nei luoghi citati dal libro. Infatti i branchi, inizialmente partiti da est, oltre che scendere sull’appennino, si sono moltiplicati e spostati – lentamente ma progressivamente – verso occidente, arrivando in Val di Susa, Chisone, e la vicina Francia alpina.

Il lupo assurge sempre di più, perciò, a presenza nuovamente globale.

Dietro questi dati statistici, soggiace inoltre la parte più filosofica e archetipica della figura di questo meraviglioso animale (per l’autrice, di un sacro valore esistenziale), da noi temuto, spessoamato, sempre rispettato.

Sono, queste, pagine fitte di incontri e collaborazioni entusiasmanti con le tante persone che hanno interagito con l’autrice per lunghi anni, fino a che .. come in una moderna fiaba, i lupi le hanno fatto trovare l’amore.

FERRUCCIO CAPRA QUARELLI

Mia Canestrini, LA RAGAZZA DEI LUPI, La mia vita selvaggia tra i lupi italiani, Piemme editore, 220 pagine