ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 353

Mobilità sostenibile, approvato il piano regionale per la sostituzione dei bus inquinanti

112 milioni di euro destinati alla Regione per il rinnovo dei mezzi del trasporto pubblico locale su gomma. Marnati: “Prosegue senza sosta la lotta per migliorare la qualità dell’aria”. Gabusi: “Una risposta concreta per gli obiettivi di mobilità e sostenibilità”.

112 milioni di euro: sono le risorse della Regione Piemonte, provenienti da diverse fonti di finanziamento, per rinnovare il parco dei mezzi del trasporto pubblico locale su gomma. Risorse che, unitamente a quelle destinate ai singoli Comuni e alla Città metropolitana di Torino con i fondi ministeriali del piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, portano il totale a 186 milioni di euro. Un percorso avviato nel luglio scorso

Ieri la Giunta ha approvato il programma regionale degli investimenti che, nell’arco temporale 2021-2023, permetterà la sostituzione stimata di 573 mezzi che andrebbero ad aggiungersi ai circa 286 acquistati dai Comuni e Città Metropolitana con i fondi ministeriali del piano strategico nazionale della mobilità sostenibile, portando così alla sostituzione di 859 mezzi della flotta regionale del trasporto pubblico.

Da una prima stima, si valuta che il progetto consentirà una riduzione di emissioni in atmosfera pari a 573 tonnellate all’anno per gli ossidi di azoto, e 13 tonnellate all’anno di Pm10.

Il programma di rinnovo dei mezzi pubblici va in direzione di una sempre maggiore sostenibilità. All’orizzonte del 2023 non vi saranno più autobus circolanti di classe ambientale inferiore ad Euro 3. Gli autobus di categoria Euro 3 passeranno da 791 a meno della metà (337), mentre i veicoli ecologici, con motorizzazione Diesel Euro 6 o lbrida E6, elettrici o a metano risulteranno il 57% del totale. Il 26% della flotta sarà comunque costituito da autobus Euro 5.

“La misura per la rottamazione degli autobus inquinanti – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – è il frutto di un grande lavoro di squadra tra le direzioni ambiente e trasporti con l’obiettivo principale di combattere l’inquinamento prioritariamente nelle città. Le cospicue risorse permetteranno la sostituzione di centinaia di autobus vecchi e pesantemente inquinanti. Prosegue senza sosta la lotta per il miglioramento della qualità dell’aria”.

Un’esigenza, quella della sostituzione dei mezzi, dettata non solo dalla vetustà della flotta piemontese, che è caratterizzata da un’età media piuttosto elevata, ma anche dalla inderogabile necessità di migliorare la qualità dell’aria con la riduzione delle emissioni di inquinanti in atmosfera.

“Siamo finalmente nelle condizioni – sottolinea l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi – di poter dare una risposta concreta alle esigenze di mobilità e protezione dell’ambiente che una regione moderna deve necessariamente avere. Siamo riusciti a sbloccare fondi che erano fermi da anni e abbiamo lavorato ad un sistema di reperimento delle risorse da più fonti che sta funzionando bene e che ci consente di guardare avanti con sicurezza anche in un periodo difficile come quello attuale”.

Contribuiscono infatti a questo finanziamento il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014- 2020 del Ministero dei Trasporti, il Fondo per le Regioni del Bacino Padano 2018 2022 del ministero dell’Ambiente, e risorse del Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile e dal decreto interministeriale n. 223/2020.

Dei 2.660 bus necessari a garantire il servizio attualmente circolanti in Piemonte, 1.396 sono sulla rete interurbana, 1264 sulla suburbana, con un’età media, per entrambe le tipologie, di 10 anni e mezzo; di queste 1.123 sono diesel con omologazione ambientale fino all’euro 4 compreso (42%), 1.177 unità diesel con omologazione ambientale successiva all’euro 4 (44%) e 360 unità con alimentazioni ecologiche (metano, elettrico, altro che rappresentano il 14%).

La Regione: “Non diminuiscono i fondi per le politiche sociali”

“Per il 2021 siamo faticosamente riusciti a raggiungere il traguardo di non ridurre in alcun modo, rispetto al 2020, i fondi strategici relativi alle politiche sociali, alla domiciliarità, all’assistenza dei malati psichiatrici, agli anziani non autosufficienti, ai disabili e le somme relative al fondo indistinto. Ciò malgrado le difficoltà, anche finanziarie, causate dal Covid”. Lo ha annunciato l’assessore Chiara Caucino in Commissione Sanità, presieduta da Alessandro Stecco.

La Commissione, a maggioranza, ha espresso parere consultivo favorevole al Disegno di legge 129 “Bilancio di previsione finanziario 2021-2023″, relativamente alle materie di competenza.

“Abbiamo aggiunto 1 milione – ha precisato Caucino –  per valorizzare i beni invenduti e intensificare la lotta allo spreco alimentare soprattutto per potenziare la rete per stoccare e distribuire gli alimenti e i fondi destinati ai ristori per le Rsa e a chi presta servizi sanitari e sociosanitari previsti dalla legge da poco approvata in Aula”. “All’appello mancano ancora le previsioni di spesa che arriveranno dai trasferimenti statali e i fondi europei. Su alcune voci abbiamo dovuto ridurre, ma non abbiamo usato la logica dei tagli lineari e contiamo di poter recuperare almeno qualcosa in fase di assestamento”, ha concluso Caucino.

Nel corso del dibattito Monica Canalis (Pd) ha apprezzato la volontà di non sacrificare voci decisamente importanti e ha evidenziato la necessità, pur avendo aggiunto 4 milioni di euro per la fragilità sociale, di tornare alla spesa storica, pari a 55 milioni. Rispondendo a Daniele Valle (Pd) Caucino ha sottolineato che il fondo per le non autosufficienze e per i progetti di vita indipendente ammonta, nel complesso, a oltre 45 milioni di euro.

Nella seduta di Commissione di lunedì 1 marzo l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha invece illustrato il bilancio di previsione per la Sanità.

“Si tratta di un documento ancora in fieri – ha premesso – perché al momento sono stati attribuiti in minima parte i finanziamenti extra fondo vincolato del Ministero della Salute e la quota vincolata del Fondo sanitario nazionale da parte del Ministero dell’Economia, che arriveranno nel corso dell’anno. Nel 2020, i primi ammontarono a oltre 84 milioni di euro, i secondi a circa 352 milioni. La stessa difficoltà nel quantificare le voci è inoltre presente per i fondi Ue e per il ‘payback’ sul rimborso dei farmaci”.

“Il fondo sanitario indistinto – ha aggiunto – è stato iscritto prudenzialmente come lo scorso anno intorno agli 8,5 miliardi di euro, mentre le spese regionali si attestano per il 2021 a 28,1 milioni di euro, di cui 10 milioni per l’indennizzo degli emotrasfusi”.

Rispondendo al vicepresidente Domenico Rossi (Pd) sul finanziamento delle borse di studio per la formazione dei medici specialistici, Icardi ha rinnovato alla Commissione la proposta di iniziare un percorso per “studiare un meccanismo che soddisfi pienamente il fabbisogno del Piemonte a partire dalle coperture statali e degli enti privati”.

Francesca Frediani (M4o) ha spiegato che i fondi regionali per l’indennizzo degli emotrasfusi “dovrebbero essere di provenienza statale, ma da un paio d’anni non vengono erogati”.

Rispondendo a Diego Sarno e Valle (Pd) in materia di edilizia sanitaria, l’assessore ha annunciato che “nel nuovo Dpcm sugli ospedali finanziati a livello nazionale dall’Inail, al Piemonte, che in passato è stato forse un po’ penalizzato, verrà data una certa importanza”.

Domenico Ravetti (Pd) ha infine risposto che il bilancio non prevede al momento “costi relativi alla futura Azienda Zero perché la sua realizzazione deve ancora affrontare l’esame della Commissione e dell’Aula”.

“L’enigma del neurone giovane”

Il  nuovo libro in cui il ricercatore Luca Bonfanti indaga il mondo della plasticità cerebrale attraverso una narrazione avvincente

 

Si intitola ‘”L’enigma del neurone giovane “ il nuovo libro di recente dato alle stampe dal professor Luca Bonfanti , pubblicato dalla storica casa editrice Dedalo, nella collana “Le grandi voci”.
Professore di Anatomia al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Torino, Luca Bonfanti è anche ricercatore al “Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi” ed è stato tra i primi a studiare la genesi dei neuroni in un cervello adulto. Da oltre venticinque anni si occupa di indagare sulla plasticità del cervello e sulle sue cellule staminali e, più recentemente, è stato tra gli scopritori di un nuovo tipo di cellule ‘giovani’: i neuroni immaturi.

“Questo libro – spiega il Professor Luca Bonfanti – mi è stato chiesto dalla casa editrice Dedalo, che un anno e mezzo fa ha creato la collana intitolata “Le grandi voci della cultura italiana”, comprendente una serie di lectio magistralis realizzate da studiosi appartenenti a discipline diverse, che fossero libri di meno di un centinaio di pagine. Ho così deciso di affrontare il tema dei “neuroni giovani “, che esistono in diverse forme, generate ex novo e non. Ricerche recenti hanno evidenziato importanti differenze tra la specie umana e alcune altre specie animali, quali i topi, rivelando come forse abbiamo “scelto” i diversi tipi di plasticità nel corso dell’evoluzione”.

“Per catturare l’attenzione del lettore – spiega il professor Bonfanti – ho inserito nella narrazione del libro le accese controversie tra scienziati di correnti opposte, che attribuiscono l’esistenza dei neuroni giovani nell’uomo per l’intera vita o soltanto in età giovanile. Nell’arco di circa trent’anni sono stati prodotti nel campo di questa disciplina circa undicimila lavori scientifici. In questo libro, in cui, a tratti, la storia sembra assumere i toni di un thriller, conduco il lettore alla scoperta degli enigmi che gli scienziati stanno cercando di risolvere sulla complessa materia della plasticità cerebrale, illustrando come la ricerca stia compiendo passi davvero importanti tra intrighi e scoperte rivoluzionarie. L’ambizione da parte delle neuroscienze è, infatti, quella di rispondere al dilemma se potremo riuscire in futuro a mantenere giovane il nostro cervello, mantenendo a lungo l’immaturità di alcune cellule o trovando addirittura dei “neuroni di ricambio”.
Ovviamente non possiamo rivelare qui la soluzione dell’enigma.

Mara Martellotta

Medicina generale, una legge per le forme associative

Il Consiglio regionale, presieduto da Stefano Allasia, ha approvato a maggioranza la legge per lo sviluppo delle forme associative della Medicina generale.

Il provvedimento, presentato per la Giunta dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi, prevede – per il biennio 2021-2022 – uno stanziamento di 10 milioni di euro annui per potenziare le attuali forme associative di “medicina di gruppo” e “medicina di rete” della Medicina generale. I medici che sceglieranno di lavorare in una di queste due modalità associative potranno essere supportati da personale di studio. In particolare, il 60 per cento dei medici potrà disporre di personale di segreteria (oggi sono il 43%) e il 40 per cento di personale infermieristico (oggi sono il 19%). Si prevede inoltre che la Regione adotti un Piano di assistenza territoriale con la costituzione di servizi a gestione infermieristica nell’ambito distrettuale delle Asl e con il potenziamento della figura dell’infermiere di famiglia e di comunità per implementare i servizi territoriali e domiciliari.

Idrogeno: regione al lavoro per il centro di alta tecnologia

Via libera dalla Giunta all’istituzione di un gruppo di lavoro il cui obiettivo è quello di impostare una strategia regionale per l’idrogeno. Marnati: “Con lo sviluppo dell’idrogeno nell’ industria e nella mobilità avremo nuove opportunità di crescita nell’economia con nuove occupazioni e allo stesso tempo tutela dell’ambiente”

Puntare a sviluppare la tecnologia dell’idrogeno per raggiungere gli obiettivi ambiziosi di decarbonizzazione del sistema energetico e dei trasporti al 2050. La Regione Piemonte avvia un percorso per definire la strategia regionale per l’idrogeno attraverso l’istituzione di un gruppo di lavoro interdirezionale, per valorizzare le competenze e i punti di forza presenti sul territorio e per attrarre investimenti e finanziamenti. La giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente, Energia, Ricerca e Innovazione della Regione Piemonte, Matteo Marnati, ha approvato l’istituzione del tavolo di lavoro.

“Ci prepariamo alla transizione ecologica sviluppando nuove tecnologie e nuovi mezzi per produrre energia senza inquinare – afferma Marnati – Con lo sviluppo dell’idrogeno nell’ industria e nella mobilità avremo nuove opportunità di crescita nell’economia con nuove occupazioni e allo stesso tempo tutela dell’ambiente. Il Piemonte è una regione con un potenziale straordinario che deve essere incentivato e sostenuto attraverso i fondi europei in arrivo”.

L’obiettivo finale è quello di candidare il Piemonte ad ospitare la sede del “Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno” previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato nel gennaio dell’anno scorso dal Consiglio dei ministri.

La strategia è articolata in tre punti fondamentali: qualificare il Piemonte come area di eccellenza per lo sviluppo delle tecnologie connesse all’idrogeno, consolidando la leadership che l’eco-sistema regionale ha costruito su questo tema; accompagnare le iniziative di supporto alle filiere industriali con una strategia di sostegno agli investimenti per quei comparti di maggior rilevanza nei quali l’idrogeno possa essere applicato, nel sistema dei trasporti, ad esempio (treni, autobus e mezzi pesanti per il trasporto di merci) e nel comparto energetico “contribuendo così, da una parte, al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale – aggiunge Marnati – e dall’altro alla competitività del territorio”. E infine valorizzare il sistema dell’innovazione e dell’industria regionale e le sue specializzazioni favorendone la connessione nelle filiere nazionali ed europee.

Mezzi storici: Marazzato e Politecnico insieme

MARAZZATO E POLITECNICO DI TORINO PER UN NUOVO MODO DI VIVERE I MEZZI STORICI

La collezione in capo all’impresa, la più grande d’Europa con oltre 250 esemplari, è oggetto di una ‘Challenge’ con gli studenti di ingegneria e architettura coinvolti nella creazione di un nuovo polo multifunzionale innovativo.

Al via una nuova collaborazione tra il ‘Gruppo Marazzato’ e il Politecnico di Torino. La storica azienda ambientale vercellese, dal 1952 a oggi leader nelle bonifiche ambientali e nel ciclo completo di raccolta e smaltimento rifiuti industriali, possiede anche la più importante, ampia, affascinante e suggestiva collezione di mezzi storici pesanti d’Europa. Oltre 250 camion d’epoca perfettamente restaurati in grado di testimoniare l’evoluzione del trasporto merci su gomma dai primi del Novecento ai giorni nostri.

Ed è così che ‘Marazzato’, dopo l’azzeccata partnership con l’ateneo torinese per il lancio del proprio avveniristico ‘Centro Ricerca e Sviluppo’ a Villastellone (TO), ha scelto nuovamente di puntare sul prezioso bacino di idee che il Politecnico autorevolmente rappresenta.

Come? Optando per una ‘Challenge@PoliTO’ cui affidare la ricerca di soluzioni per la creazione di un polo multifunzionale innovativo legato al motorismo d’epoca, in linea con quanto già fatto anche da altri player nazionali di primo piano quali ‘Regione Piemonte’, ‘Ferrero Spa’, ‘Autostrade Tech Spa’ e ‘Sabelt Spa’.

PoliTo promuove per il secondo semestre dell’Anno Accademico 2020-2021 due tipologie di hub per studenti del corso di laurea magistrale, al fine di incrementarne autonomia, capacità di analisi e misurazione delle performances, strategie di problem-solving. Vi sono le Challenge_By Students, in cui è l’ateneo a stabilire il tema oggetto di sviluppo, e le Challenge_By Firms, in cui a proporre progetti in embrione sono invece le aziende. In questa tipologia s’inserisce la vision del ‘Gruppo Marazzato’, destinata alla creazione di un nuovo modo di concepire l’arte della conservazione e valorizzazione del proprio parco veicoli d’epoca.

Dopo il kickoff iniziale del 3 e 4 marzo scorsi, in cui i venti studenti parte della Challenge guidati dal Responsabile Scientifico, l’Accademica e Architetto Elena Vigliocco, hanno incontrato l’Azienda, essi poi per 14 settimane verranno ripartiti in team multidisciplinari al fine di elaborare una soluzione per ciascun gruppo che verrà proposta e illustrata infine a ‘Marazzato’. Si tratta di matricole provenienti da tutte le declinazioni accademiche: gestionale, meccanica, informatica, architettonica e così via, al fine di arricchire la ricerca di tutti quegli aspetti necessari al corretto sviluppo del progetto d’impresa, in un continuo e proficuo scambio tra gli studenti, il Docente Responsabile Scientifico e i vari Mentors che coadiuvano e supervisionano lo stato avanzamento lavori.

Caratteristica di ogni singola ‘Challenge’ è la sua validità che dà diritto a 8 crediti formativi per studente partecipante. Obiettivo di esse è l’incremento della creatività dei ragazzi e della loro capacità di interazione in gruppi operativi, con scadenze mensili di coordinamento e verifica atte a valutare passo dopo passo il reale andamento dei progetti e la loro potenziale efficacia. All’interno dell’area ‘Trin’ di Trasferimento Tecnologico e Relazioni con l’Industria del Politecnico ha sede il laboratorio fisico denominato ‘CLIK – Connection Lab And Innovation Kitchen’ che ospita lesessions delle singole équipe di lavoro e studio di ciascuna‘Challenge’.

Siamo lieti di proseguire con convinzione e decisione su un sentiero che ha già portato ottimi frutti, e che rafforza la cooperazione tra il ‘Gruppo Marazzato’ e PoliTo in termini di valorizzazione delle giovani human resources in vista di un loro ancor migliore inserimento occupazionale”, affermano i Fratelli Alberto, Davide e Luca Marazzato, terza generazione di imprenditori alla guida dell’impresa di famiglia fondata dal nonno Lucillo e cresciuta esponenzialmente con il padre Carlo, colui che ha dato vita alla sezione ‘Mezzi Storici’ mosso da autentica e viscerale riconoscenza verso quei giganti della strada che hanno fatto la fortuna dell’Italia e della propria, solida impresa che nel 2022 compirà Settant’anni.

Israele riapre con vaccini e tasso Rt uguale a 1

Da domenica 7 marzo Israele riapre quasi tutto, comprese le scuole di ogni ordine e grado ( ricordo che la giornata festiva per Israele è il sabato). Tutti ora parlano di Israele come di un esempio per l’uscita dalla pandemia da Covid 19, ma si sente poco di veramente approfondito sul tema.

Per studio e lavoro leggo on line ogni giorno due quotidiani israeliani ( Haaretz e Jerusalem post ) e vorrei rendermi utile facendo circolare notizie un po’ più precise ,così da far sì il dibattito in Italia sia un po’ meno superficiale.

Allora vediamo: Un elenco parziale delle riaperture in Israele include ,oltre all’istruzione per tutti i gradi presso la maggior parte delle scuole, pranzi all’aperto in bar e ristoranti e per gli avventori con un “badge verde” ( i vaccinati o guariti hanno una app che lo certifica) anche al chiuso. Riaprono anche hotel, sale per eventi e centri congressi. Saranno consentite riunioni fino a 20 persone all’interno e 50 all’aperto, comprese esibizioni dal vivo per i partecipanti con il “badge verde”. Saranno anche consentite le manifestazioni elettorali ( Israele va verso le elezioni parlamentari il 23 marzo per eleggere i 120 membri della Knesset. )  con un massimo di 300 al chiuso e 500 persone all’aperto, per i pazienti COVID-19 vaccinati e guariti.
I tassi di test positivi sul totale non sono molto più bassi che in Italia , erano scesi al 5,2% il 1 ° marzo, dal 9,9% del mese precedente. L’indice RT resta attorno a 1.
Però Il governo ha buone ragioni per agire come ha fatto , spiegano gli esperti israeliani: Israele è il paese più vaccinato al mondo, con 4,8 milioni di vaccinati su una popolazione di 9 milioni. Delle persone di età pari o superiore a 50 anni, l’87% è stato vaccinato o ha avuto COVID-19. I ricoveri per Coronavirus sono in forte e costante calo. Chiunque abbia almeno 16 anni è in grado di ricevere il vaccino da diverse settimane.
L’efficacia dei vaccini è stata ripetutamente dimostrata nelle ricerche condotte da organizzazioni sanitarie israeliane e pubblicate sulle principali riviste mediche.
Dunque ,anche se i tassi di positività non sono bassissimi , in alcuni casi addirittura in lieve crescita , e la presenza di diversi ceppi di virus ha sollevato preoccupazioni, gli esperti sanitari affermano che la campagna di vaccinazione del Paese richiede un cambio di prospettiva: Il significato dell’aumento dell’infezione, soprattutto tra i bambini e i giovani, è molto diverso da un uguale aumento tra gli adulti e la popolazione a rischio: “il numero R ha un significato diverso quando si applica a una popolazione con un rischio ridotto di infezione o che si ammala gravemente del virus”, sottolinea Haaretz. E il quotidiano aggiunge :“Israele è a questo punto un pioniere globale in termini di vaccinazione e dei suoi effetti. I nostri alti tassi di inoculazione ci stanno rendendo un banco di prova per quanto e in che misura i paesi possono fare affidamento sulle vaccinazioni come strumento per riavviare l’economia, l’istruzione e la cultura” .
Insomma, l’esempio di Israele, citato da molti commentatori e politici in tanti talk show, mette ancor più in evidenza le nostre inefficienze , a partire dal pasticcio dei vaccini, dalle lentezze burocratiche europee : leggo da alcuni giorni che l’agenza europea del farmaco Ema si riunirà il 13marzo, con calma…Mentre solo ora si sta apprestando un piano per produrre vaccini in siti italiani. Non si poteva pensarlo 4 o 5 mesi fa? Ora saremmo quasi in grado di produrli.
Carenze che hanno portato alla crisi del governo Conte, accusato anche di non essere in grado di fare un adeguato Recovery plan e dare in tempi brevi i ristori. Su questi temi si dovrà valutare il nuovo governo.

Paolo Girola

Rimborsi alle famiglie per le spese sostenute per disservizi nel trasporto di alunni con disabilità

La Città rimborserà le famiglie delle spese sostenute per accompagnare o prelevare all’uscita da scuola i propri figli con disabilità nel caso si verifichino disservizi nel regolare svolgimento del trasporto dovuto a cause imputabili alle imprese incaricate. La decisione è stata assunta, questa mattina, dalla Giunta Comunale approvando la delibera proposta dall’assessora all’Istruzione Antonietta Di Martino.

Il Comune di Torino, per assicurare a tutti i bambini e i ragazzi l’esercizio del diritto allo studio, fornisce – come prevede la L.104/1992 – il servizio di trasporto gratuito da casa alle strutture scolastiche a favore degli alunni con disabilità nelle scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e secondo grado.

Tale servizio, inoltre, consente ad allievi e studenti di poter usufruire di specifiche attività terapeutiche nell’arco dell’orario di funzionamento della scuola inserendosi, a pieno titolo, nelle politiche di inclusione scolastica promosse e attuate dall’Amministrazione Comunale.

La Città, a fronte della necessità delle famiglie di utilizzare un servizio fondamentale, riconosce loro il rimborso delle spese sostenute nel caso di irregolare funzionamento e, a tale fine, stanzia annualmente nel proprio bilancio una somma per soddisfare le richieste.

Il fondo viene, in parte, incrementato dagli introiti derivanti dall’applicazione di penalità alle imprese che non hanno ottemperato i criteri previsti dal capitolato di gara come un ritardo superiore ai 15 minuti nel passaggio rispetto alla tempistica stabilita  o quando il servizio non viene erogato. In questi casi la famiglia può chiedere l’intervento di un taxi o di altro mezzo idoneo oppure provvedere con auto propria ad accompagnare o prelevare il proprio figlio a/da scuola.

Abbiamo voluto salvaguardare il diritto delle famiglie ad avere un servizio in grado di fare fronte alle loro necessità, soprattutto in questi lunghi mesi di difficoltà dovute allo sviluppo della pandemia – sottolinea Di Martino -. E per venire incontro alle mamme e ai papà la Città ha previsto l’erogazione di rimborsi nel caso in cui ci siano disservizi nel trasporto scolastico quotidiano”.

Per ottenere l’indennizzo, che sarà erogato su presentazione di ricevute o altra documentazione contabile, è necessario utilizzare la modulistica a cui si può accedere dal sito della Città di Torino.

Le modalità del rimborso delle spese sono state disciplinate con regolamento approvato anche dall’Osservatorio per il trasporto degli alunni disabili e da Franco Lepore, disability manager della Città di Torino, che hanno fornito un prezioso contributo alla definizione del testo.

Innovazione: 7 imprese su 10 non conoscono le opportunità di investimento

 Gli imprenditori, soprattutto se proprietari di microimprese, non sono informati sulle opportunità di investimento offerte dal loro territorio, capaci di agevolare l’innovazione. Lo studio, condotto da BitBoss, startup innovativa incubata in I3p, l’incubatore delle imprese innovative del Politecnico di Torino, nasce in relazione ad un’opportunità recentemente avviata dalla Città Metropolitana di Torino, che ha dato il via ad un’iniziativa rivolta esclusivamente alle microimprese che operano sul territorio.

Si tratta del Bando Innometro, uno strumento volto a favorire il trasferimento tecnologico dal mondo dell’innovazione e della ricerca verso le microimprese del territorio. Il bando prevede un sostegno finanziario che consiste in un contributo a fondo perduto del 50% delle spese relative ad un progetto innovativo combinato con un sistema di percorsi di affiancamento alle imprese da parte di soggetti esperti in ambito tecnologico. Purtroppo però i diretti interessati, ovvero gli imprenditori, non sono informati su questa opportunità e rischiano quindi di perdere un’interessante occasione di investimento volto all’innovazione.

Dalla ricerca condotta da BitBoss, che ha intervistato 156 piccoli imprenditori proprietari di microimprese sul territorio di Torino, è emerso come il 70,4% di loro non fosse a conoscenza dell’esistenza del Bando Innometro, dimostrandosi in seguito interessati all’opportunità offerta dalla Città Metropolitana di Torino.

“Una delle cause della scarsa crescita nel nostro Paese è data dal fatto che le microimprese, così presenti nel tessuto economico italiano, non dispongono delle risorse necessarie per innovare e molto spesso mancano di una vera e propria cultura dell’innovazione”, afferma Davide Leoncino, responsabile marketing di BitBoss.

“Le occasioni per innovare ci sono ma serve uno sforzo congiunto di istituzioni, attori dell’ecosistema dell’innovazione e dell’informazione affinché queste opportunità vengano effettivamente colte e si generi un impatto concreto sul territorio”, conclude Leoncino.

BitBoss (www.bitboss.it) è una startup innovativa incubata in I3P, l’incubatore delle imprese innovative del Politecnico di Torino. Progetta e sviluppa prodotti digitali basati sulla tecnologia, la creatività e l’innovazione e collabora ogni giorno con developer freelance sparsi in tutta Italia.

Per maggiori informazioni sul Bando Innometro si può consultare la pagina dedicata al bando sul sito di BitBoss www.bitboss.it/bando-innometro.

Testimoni di Geova: presentata la Bibbia in 33 lingue

Riceviamo e pubblichiamo / Nel 2020 i Testimoni di Geova hanno presentato la Traduzione del Nuovo Mondo in altre 33 lingue: si tratta del numero più alto di traduzioni pubblicate in un solo anno da quando uscì la loro prima traduzione nel 1950. Tra le 33 traduzioni bibliche rese disponibili nel 2020, va ricordata la storica presentazione della prima Bibbia completa al mondo in una lingua dei segni, la lingua dei segni americana (ASL). Dal 2010 i Testimoni hanno pubblicato una media di 21 traduzioni bibliche ogni anno. Al 31 dicembre 2020, la Traduzione del Nuovo Mondo viene distribuita, in modo del tutto gratuito, in ben 195 lingue.

I Testimoni di Geova producono e distribuiscono Bibbie sin dai primi anni del XX secolo. In quegli anni acquisirono i diritti di stampa, tra le altre, di due note versioni delle Sacre Scritture, la King James Version e l’American Standard Version. Negli anni ’40, tuttavia, i Testimoni iniziarono a lavorare a una traduzione che usasse un linguaggio più moderno e che ripristinasse il nome di Dio, Geova, contenuto nei manoscritti biblici più antichi circa 7.000 volte. Così a partire dal 1950, la Traduzione del Nuovo Mondo fu presentata in vari volumi consecutivi fino al 1961, quando fu completata l’intera Bibbia. Nel 1967 venne presentata la prima traduzione italiana di questa edizione.

Nel 2003, nel suo libro Truth in Translation, Jason BeDuhn, che è professore di studi religiosi presso l’Università dell’Arizona del Nord, ha affermato che la Traduzione del Nuovo Mondo (NW) “risulta la più accurata tra le [nove] traduzioni prese in esame”. E ha aggiunto: “Le differenze sono in gran parte da attribuire alla maggiore accuratezza della NW dovuta alla traduzione letterale e attenta delle espressioni originali degli scrittori neotestamentari”.

La Traduzione del Nuovo Mondo in italiano è stata recentemente aggiornata per migliorarne la leggibilità grazie a un linguaggio più semplice ed è accessibile gratuitamente sul sito JW.ORG.

Il Prof. Simone Turco, comparatista, che si occupa di studi linguistici e letterari presso l’Università di Genova, ha commentato: “La Traduzione del Nuovo Mondo è una versione biblica encomiabile. Pur avendo come obiettivo la leggibilità, non sacrifica l’accuratezza necessaria a trasmettere correttamente la profondità del testo. Adottando un registro moderno, ma calibrato secondo i vari contesti scritturali, essa tende alla naturalezza; la stessa naturalezza — e semplicità — che si suppone i lettori o ascoltatori antichi percepissero nei testi loro coevi.”

Nel corso del 2021 i Testimoni di Geova hanno in programma di presentare la Bibbia completa o parti di essa in altre 36 lingue.

o parti di essa in altre 36 lingue.