“Questo è il marciapiede di corso Taranto 23 di fronte a Milanesio: chi lo deve tenere pulito?”, si chiede la lettrice Rosanna Buttari, che ci invia questa foto. Giriamo il quesito a chi di competenza, affinché il decoro urbano venga ripristinato.
“Questo è il marciapiede di corso Taranto 23 di fronte a Milanesio: chi lo deve tenere pulito?”, si chiede la lettrice Rosanna Buttari, che ci invia questa foto. Giriamo il quesito a chi di competenza, affinché il decoro urbano venga ripristinato.
“Il ritorno del gruppo Mondadori alla 31/a edizione del Salone del Libro di Torino è un ulteriore segnale del riconoscimento della qualità del lavoro svolto, e che stiamo svolgendo, negli oltre trent’anni di vita della nostra fiera, luogo di incontro e di crescita per tutta la filiera della lettura. Il Salone del Libro di Torino si conferma sempre di più un punto di riferimento e di eccellenza a livello nazionale e internazionale”. E’ il commento della sindaca di Torino Chiara Appendino e della presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino alla notizia del ritorno di Mondadori a Librolandia.
(foto: il Torinese)
I moduli per le domande si ritirano in Municipio all’Ufficio Casa
A partire da martedì 10 ottobre gli inquilini a rischio di sfratto esecutivo e in condizione di morosità incolpevole possono presentare domanda per ottenere un contributo, anche parziale, sul debito accertato.
Il sostegno, nella misura massima di 8mila euro, viene erogato ai conduttori di immobili di edilizia privata situati nel territorio di Volpiano, incapaci di far fronte al canone d’affitto a seguito di perdita del lavoro per licenziamento, riduzione dell’orario di lavoro a seguito di accordi aziendali o sindacali, cassa integrazione che limiti fortemente la capacità reddituale, mancato rinnovo di contratti a termine o lavori atipici, cessazione di attività libero-professionale derivante da cause di forza maggiore, e malattia grave, infortunio o decesso di un componente del nucleo familiare che abbia comportato una consistente riduzione del reddito o l’impiego di ingenti somme per spese mediche e assistenziali. La presenza nel nucleo familiare di un componente ultrasettantenne o minore, con invalidità accertata uguale o maggiore al 74% oppure in carico ai servizi sociali, costituisce preferenza per l’eventuale concessione del contributo. Tra i requisiti richiesti, un reddito con valore Isee non superiore ai 26mila euro.
L’obiettivo della misura è prevenire l’esecuzione degli sfratti. Viene consentito, perciò, di sanare la morosità a fronte della rinuncia o del differimento dello sfratto da parte del proprietario dell’immobile, oppure assicurare il versamento del deposito cauzionale di un nuovo contratto di locazione e alcune mensilità relative a un nuovo contratto a canone concordato.
Per presentare domanda è necessario compilare il modulo disponibile presso l’Ufficio Casa situato al primo piano del Municipio (piazza Vittorio Emanuele II, 12) e consegnarlo, sempre in Municipio, all’Ufficio Protocollo, unitamente a fotocopia del documento d’identità (copia del permesso di soggiorno per i cittadini stranieri), copia del contratto di locazione, atto di intimazione di sfratto o citazione per la convalida dello sfratto, documentazione attestante la morosità incolpevole, eventuale certificazione di invalidità di uno dei componenti il nucleo familiare.
Le domande sono valutate da apposita commissione secondo l’ordine d’arrivo al protocollo; i contributi vengono erogati fino al limite delle risorse disponibili e nella misura stabilita dalla commissione.
Ulteriori informazioni in Municipio presso l’Ufficio Casa (orari: lunedì e giovedì dalle ore 10 alle 13, martedì e venerdì dalle ore 9 alle 12, giovedì anche al pomeriggio dalle ore 16.30 alle 18.30, chiuso il mercoledì mattina), oppure sul sito del Comune (www.comune.volpiano.to.it).
50 ANNI FA L’EPISODIO DELL’URNA RUBATA
Fra qualche settimana, a fine novembre, ricorrerà il cinquantesimo anniversario di un evento che, a suo modo, è entrato nella storia dell’Italia contemporanea: l’occupazione a Torino dell’allora sede delle Facoltà umanistiche, Palazzo Campana.
Fu il primo episodio importante della nascita di quel che fu chiamato il Movimento Studentesco. Il maggio francese venne sei mesi dopo. Da lì partirono molte vicende, non sempre positive. Ma ne riparleremo nella data giusta. Oggi vorrei raccontare un episodio minore, dell’ottobre del ‘67, ricordato da pochi ma che ebbe il suo significato e segnò la mia formazione politica.
50 anni fa gli studenti universitari, o almeno quelli politicizzati, si organizzavano in associazioni che concorrevano alle elezioni degli organismi rappresentativi studenteschi. Da destra a sinistra esistevano il FUAN (neofascisti), il Viva Verdi (monarchici, guidati da Luigi Rossi di Montelera, poi deputato DC), l’Associazione Goliardica Italiana (liberali, fra cui ricordo Diego Marconi e Mercedes Bresso), l’Intesa (cattolici, con molte personalità di spicco, fra tutte Beppe Gatti, poi consigliere comunale di Torino per la DC e alto dirigente), e infine l’Unione Goliardica Italiana, che, dopo essere stata originariamente un’associazione unitaria con personalità come Pannella Occhetto e Craxi ai vertici, organizzava ormai solo gli studenti di sinistra.
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Nell’UGI di Torino militavano studenti comunisti, socialisti, psiuppini, nonché molti “cani sciolti”. All’inizio dell’anno accademico un congresso fra gli iscritti doveva eleggere i nuovi dirigenti. Nell’ottobre del ‘67 si riunì l’assemblea alla Camera del Lavoro, che allora era in via Principe Amedeo (oggi trasformata in un magnifico palazzo di appartamenti, di proprietà dell’INPGI). I socialisti negli ultimi anni a Torino erano in minoranza, pur essendo l’UGI nazionale guidata da un socialista lombardiano, Marcello Inghilesi. Ma fra le matricole io avevo fatto molto lavoro organizzativo e quell’anno le new entry cambiavano gli equilibri. In assemblea si votava per appello nominale e voto segreto, con una grande urna in fondo al salone. I dirigenti di maggioranza (Luigi Bobbio, proprio oggi purtroppo improvvisamente scomparso, Massimo Negarville, erede eretico di un’importante famiglia comunista, Laura Derossi, Giovanni De Luna e molti altri che divennero illustri esponenti della sinistra extraparlamentare) nel corso dell’assemblea, man a mano che i votanti si avvicinavano all’urna, si resero conto di rischiare di non vincere il congresso. Allora successe il patatrac. L’appello era arrivato alla lettera V.
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Di colpo andò via la luce. Nel buio fitto l’urna con le schede votate fu trafugata e quando la luce tornò il congresso fu sospeso e rinviato ad altra data. Era successo che il portinaio della CGIL, allertato del rischio che gli odiati socialisti potessero vincere il congresso, aveva tolto la corrente. Negarville molti anni dopo ammise di aver fatto sparire l’urna con le schede. Qualcun altro, che non cito per non far polemica, se ne vantò. Erano le avvisaglie della teoria, che divenne ben presto prassi, del superamento della democrazia elettiva, sostituita dalla democrazia assembleare (che scimmiottava i soviet). All’epoca avevo 19 anni e, insieme ai miei compagni, una cieca fiducia nella democrazia e nel rispetto delle regole. Fu una grande delusione. Ci battemmo per difenderle. Poco più di un mese dopo ottenemmo l’ultimo successo: l’avvio dell’occupazione delle aule di Palazzo Campana fu deliberata con votazione a scrutinio segreto, con larga partecipazione. Dopo di allora il movimento, di assemblea in assemblea, rinunciò a regolarsi e prese altre strade. Primo embrione di una cattiva cultura, che degenerò fino ai terribili anni ‘70. Ma è un’altra storia. L’episodio dell’urna rubata mi rimase impresso nella memoria, insieme alle tante elucubrazioni che provavano a giustificarlo. E mi convinse che nella contrapposizione fra “democrazia sostanziale” e “democrazia formale” solo la seconda, anche se meno ammantata di romanticismo rivoluzionario, garantisce la libertà di tutti.
A Palazzo Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, gli ufficiali del 12° corso dell’Accademia Militare hanno celebrato i sessant’anni trascorsi dalla nomina a Sottotenente. Accompagnati dai propri familiari, con la commozione e l’orgoglio di chi a distanza di tanti anni ritorna nei luoghi dai quali ha mosso i primi passi di una vita dedicata al Paese, gli ufficiali del 12° hanno partecipato a un serrato programma di iniziative. Dopo il saluto del Comandante della Scuola, generale di corpo d’armata Claudio Berto, e la Santa Messa officiata dal cappellano militare don Maritano, i partecipanti al raduno hanno assistito a una conferenza del professor Bruno Barberis studioso della Sacra Sindone. Particolarmente toccante la deposizione della corona ai Caduti, circostanza nella quale sono stati ricordati anche gli ufficiali del
12° “andati avanti”. Fra di essi, come più volte ricordato dal generale Enzo Conte, il capo corso del 12° tenente generale Luigi Giovenale per tutti esempio di generosità, professionalità e dedizione al dovere. La firma dell’albo d’onore dinanzi alla Bandiera d’Istituto ha consentito ai presenti di ricordare i valori supremi che quotidianamente ispirano i soldati in armi e in congedo nell’assolvimento dei propri compiti. A suggellare il profondo significato di una giornata trascorsa non soltanto all’insegna dei ricordi, la presenza di numerosi ufficiali del 197° corso “Tenacia”, da pochi giorni giunti alla Scuola di Applicazione. Ad accomunare la saggezza degli ufficiali del 12° e l’entusiasmo dei ragazzi del 197° la fierezza di servire in armi il Paese: una consapevolezza dalla quale discende quell’orgoglio che i sessant’anni trascorsi non hanno per nulla scalfito.
Un incidente sul lavoro o un malore? Un operaio italiano di 45 anni è morto nel complesso Fiat Mirafiori. Si tratterebbe, in base alle prime notizie, di un manovratore di una società esterna che si occupa delle manovre dei treni nel raccordo ferroviario del Drosso. Le cause del decesso sono da stabilire, sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e i tecnici dello Spresal. Sembra che avesse finito di caricare delle bisarche, ma sul corpo non sarebbero stati trovati segni di schiacciamento.
E’ morto a Torino uno dei tre figli di Norberto Bobbio, Luigi, docente all’Ateneo subalpino. Gli altri due figli del filosofo sono Andrea e Marco. Aveva 73 anni, era tra i leader di Lotta Continua negli anni ’70 e politologo esperto di politiche pubbliche. Oltre a una storia di Lotta Continua, tra i suoi lavori, rammenta l’agenzia Ansa, il ‘Terzo rapporto sulle priorità nazionali: quale federalismo per l’Italia?’, ‘I governi locali nelle democrazie contemporanee’, ‘Le crisi urbane: che cosa succede dopo? Le politiche per la gestione della conflittualità legata ai problemi dell’immigrazione’. .
Donati oltre 300 libri per le Biblioteche civiche torinesi. E prosegue l’iniziativa Buono da leggere
Grande affollamento nei due giorni dell’undicesima edizione di Portici di Carta, che ha chiuso i battenti alle 20 di domenica 8 ottobre 2017. Il direttore editoriale del Salone Internazionale del Libro, Nicola Lagioia: «Conclusione in gloria per questo Portici di Carta, con un oratorio di San Filippo Neri stracolmo, così come stracolme sono state le strade di Torino in questi due giorni dedicati ai libri. Grazie. Noi del Salone Internazionale del Libro siamo un po’ stremati ma felici. Ci prendiamo poche ore di pausa, e poi voliamo a Francoforte alla Buchmesse. Tanti editori italiani e stranieri ci aspettano, per costruire tutti insieme il grande progetto della 31a edizione. Appuntamento dal 10 al 14 maggio e già fra pochissimo con la ripartenza dei Giorni Selvaggi». «Grande successo per l’edizione di Portici di quest’anno – commenta l’Assessora alla Cultura della Città di
Torino, Francesca Leon – dovuta alla partecipazione di tutti e soprattutto dei cittadini che hanno affollato ininterrottamente le bancarelle e gli appuntamenti del programma culturale, dedicando una “due giorni” alla lettura e ai libri». Sold-out allo spazio eventi dell’Oratorio San Filippo per gli incontri con Erri De Luca, la dedica a Paolo Villaggio, la Premio Campiello Donatella Di Pietrantonio, lo spettacolo di Gabriella Greison dedicato a Marie Curie ed Hedy Lamarr, il reading-concerto di Giorgio Licalzi con Giuseppe Culicchia, Andrea Bajani e Tiziano Scarpa. Sempre affollato lo Spazio Bambini di piazza San Carlo letteralmente preso d’assalto per le fiabe, letture, giochi e animazioni proposte da minibombo editore ospite, dalle Biblioteche civiche torinesi, Associazione Iter e dai ragazzi del Servizio Civile Nazionale.
(foto: il Torinese)