ilTorinese

Io non rischio, le buone pratiche di Protezione civile

Anche la Regione Piemonte partecipa alla campagna nazionale Io non rischio, dedicata alle buone pratiche di Protezione civile.

Per scoprire cosa ciascuno di noi può fare per ridurre i rischi sul proprio territorio, i volontari e le volontarie di Protezione civile invitano la cittadinanza domenica prossima, 13 ottobre, nelle seguenti piazze:

– ad Alessandria in piazzetta della Lega

– ad Asti in piazza Alfieri

– a Cuneo in piazza Galimberti

– a Novara in piazza Duomo

– a Torino in piazza Castello

– a Verbania Pallanza in piazza Garibaldi.

Quest’anno le piazze del Piemonte assumeranno una veste provinciale: le associazioni di volontariato di ogni provincia contribuiranno con un lavoro sinergico all’allestimento della piazza, segno tangibile di come la collaborazione fattiva possa essere un punto di forza determinante.

Oltre ai punti informativi dove i volontari comunicatori dialogheranno con i cittadini sulle buone pratiche di Protezione civile saranno allestiti diversi spazi, dedicati ad attività per adulti e bambini, finalizzate a trasmettere i valori della campagna Io Non Rischio. Così, a Torino, Asti e Novara sarà presente un’attività di sensibilizzazione ed educazione nata per gli studenti della scuola secondaria di primo grado e realizzata dalla Regione Piemonte in collaborazione con il Politecnico di Torino, che si propone attraverso un gioco virtuale di promuovere l’adozione di comportamenti corretti e misure di autoprotezione nelle situazioni di emergenza. I partecipanti alla simulazione indosseranno dei visori collegati ad una piattaforma virtuale e saranno immersi in uno scenario di rischio alluvione dove dovranno, giocando, districarsi in diverse situazioni critiche. L’attività sarà gestita da tecnici e funzionari del Settore Protezione civile della Regione Piemonte.

Sul sito ufficiale www.iononrischio.gov.it e sui profili social della campagna (Facebook, Twitter e Instagram) è possibile consultare materiali informativi, reperire informazioni utili e aggiornamenti sugli appuntamenti in programma. Per restare aggiornati seguire l’hashtag #iononrischio2024.

«Io non rischio fornisce indicazioni preziose per educare e preparare famiglie, scuole ed aziende ad essere pronte per fronteggiare situazioni di pericolo. Invitiamo pertanto – sostengono il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Protezione civile Marco Gabusi – tutte le cittadine e tutti i cittadini del Piemonte a partecipare attivamente a questa campagna, adottando misure preventive e diffondendo la cultura della sicurezza, priorità assoluta per la nostra Regione. Crediamo fermamente che l’informazione e la preparazione siano fondamentali per affrontare qualsiasi emergenza e siamo convinti che insieme possiamo ridurre i rischi e garantire un futuro più sicuro per tutti. Ringraziamo la Protezione civile e tutti coloro che si impegnano per la riuscita di questa iniziativa. La sicurezza è un impegno collettivo, e insieme possiamo fare la differenza».

Pedalata “per non dimenticare”

Nell’ambito di Io non rischio si inserisce anche domenica 13 ottobre la Pedalata “Per non dimenticare”, in ricordo delle vittime dell’alluvione avvenuta in Piemonte 30 anni fa, nel novembre 1994.

I partecipanti andranno in bicicletta da Cuneo ad Alessandria per ricordare quanto avvenuto in quei giorni. Il programma prevede il ritrovo alle ore 9 in piazza Galimberti a Cuneo, la partenza alle ore 9.30 dalla postazione Io Non Rischio, una sosta ad Alba presso la chiesa di San Giuseppe, l’arrivo in piazza Alfieri ad Asti alle ore 13, la ripartenza alle ore 14.30 con arrivo in piazzetta della Lega ad Alessandria alle ore 16. L’evento è organizzato dalla Protezione civile di Alba “Proteggere insieme” e dal gruppo “Bike is life #pedaliamoitalia”. Per informazioni eventi@pedaliamoitalia.org

Io non rischio è un appuntamento nazionale che si svolgerà in tutta Italia, grazie all’impegno di migliaia di volontarie e volontari di Protezione civile, in occasione della Giornata internazionale per la Riduzione del Rischio dei Disastri. L’obiettivo è diffondere la consapevolezza di ciò che ognuno di noi può fare per ridurre gli effetti di rischi come terremoto, maremoto, alluvione, incendi boschivi ma anche il rischio vulcanico a Stromboli, Vulcano e Campi Flegrei. Fondamentale, infatti, è il ruolo attivo dei cittadini, che hanno il potere di trasformare questa consapevolezza in azione attraverso scelte concrete, da adottare nel proprio quotidiano per proteggere loro stessi e l’ambiente in cui si vive.

Questa campagna di comunicazione pubblica sulle buone pratiche di Protezione civile è basata sulla sinergia tra scienza, volontariato e istituzioni e si rivolge a tutti, con messaggi chiari e riconoscibili, per trasformare la consapevolezza in azione, 365 giorni l’anno.

La campagna è promossa e realizzata dal Dipartimento nazionale della Protezione civile in collaborazione con Anpas – Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, Ingv – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ReLUIS – Consorzio interuniversitario dei laboratori di Ingegneria sismica e Fondazione CIMA, in accordo con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e l’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Per informazioni sulle piazze:

Regione Piemonte, Settore Protezione Civile: Tel. 335 128 9596

e-mail: iononrischio@regione.piemonte.it

Il Toret: quando i simboli dissetano

 

Malinconica e borghese, Torino è una cartolina daltri tempi che non accetta di piegarsi allestetica della contemporaneità.
Il grattacielo San Paolo e quello sede della Regione sbirciano dallo skyline, eppure la loro altitudine viene zittita dalla moltitudine degli edifici barocchi e liberty che continuano a testimoniare la vera essenza della città, la metropolitana viaggia sommessa e non vista, mentre larancione dei tram storici continua a brillare ancorata ai cavi elettrici, mentre le abitudini dei cittadini, segnate dalla nostalgia di un passato non così lontano, non si conformano allirruente modernità.
Torino persiste nel suo essere retrò, si preserva dalla frenesia delle metropoli e si conferma un capoluogo a misura duomo, con tutti i pro e i controche tale scelta comporta.
Il tempo trascorre ma lantica città dei Savoia si conferma unica nel suo genere, con le sue particolarità e contraddizioni, con i suoi caffè storici e le catene commerciali dei brand internazionali, con il traffico della tangenziale che la sfiora ed i pullman brulicanti di passeggeri sudaticcima ben vestiti.
Numerosi sono gli aspetti che si possono approfondire della nostra bella Torino, molti vengono trattati spesso, altri invece rimangono argomenti meno noti, in questa serie di articoli ho deciso di soffermarmi sui primati che la città ha conquistato nel tempo, alcuni sono stati messi in dubbio, altri riconfermati ed altri ancora superati, eppure tutti hanno contribuito e lo fanno ancora- a rendere la remota Augusta Taurinorum così pregevole e singolare.

 

1. Torino capitale… anche del cinema!

2.La Mole e la sua altezza: quando Torino sfiorava il cielo

3.Torinesi golosi: le prelibatezze da gustare sotto i portici

4. Torino e le sue mummie: il Museo egizio

5.Torino sotto terra: come muoversi anche senza il conducente

6. Chi ce lha la piazza più grande dEuropa? Piazza Vittorio sotto accusa

7. Torino policulturale: Portapalazzo

8.Torino, la città più magica

9. Il Turet: quando i simboli dissetano

10. Liberty torinese: quando leleganza si fa ferro

 

9. Il Turet: quando i simboli dissetano

Eccoci quasi arrivati alla fine del ciclo di articoli sui primati torinesi, e come in tutti gli elenchi ho voluto lasciare “il meglio” per ultimo.
Lo sapete da dove deriva la parola “rubinetto”? Questa la definizione dal dizionario: “Dal fr. robinet, der. di robin, nome dato pop. ai montoni, perché le chiavette, in passato, avevano spesso la forma di una testa di montone •sec. XVI.” Si, l’etimologia fa riferimento ai “montoni”, forse proprio per questo motivo le fontane costruite tra il Quattrocento e il Cinquecento hanno spesso forma di testa di animale, tale tradizione svanisce tuttavia nel corso dei secoli, per lasciare spazio a costruzioni più semplici e lineari. Questo accade quasi dappertutto, tranne che in una città, indovinate quale?
Il record di cui vorrei raccontarvi oggi è assai peculiare, nonché decisamente riconducibile alla nostra urbe, mi riferisco ai famosi “torèt”.
Credo che per noi abitanti del luogo, tale dettaglio urbano, sia qualcosa di “abituale”, una presenza quasi scontata e banale, perché come tutti siamo anestetizzati e distaccati nei confronti dei beni che già possediamo, mentre tutto il nostro desiderio si rivolge costantemente alle meraviglie che si trovano dall’altra parte del mondo.
Quando re-impareremo a guardare, ci accorgeremo del minuzioso incanto delle fontanelle che pullulano tra le nostre piazze e le nostre vie, mi riferisco a quelle strutture a forma di “torèt” che i turisti si fermano a fotografare, spesso divertiti e stupiti, giacché non capita in molte altre metropoli di imbattersi in simili fonti d’acqua.


Anche il numero di tali impianti è sbalorditivo: sono 800 i “piccoli tori” che si occupano senza sosta di dissetare gratuitamente la cittadinanza e i visitatori.
È bene ricordare che la comunità pedemontana continua a costruire le proprie sorgenti cittadine, sempre con tali sembianze, da più di centosessant’anni, rifacendosi all’antica tradizione che associa per assonanza – e altre motivazioni relative alla mitologia- l’effige del toro e la denominazione “Torino”.
Si sa, l’acqua corrente non è sempre stata disponibile presso le abitazioni del popolo. Nell’Ottocento le persone prelevavano l’acqua dai pozzi dislocati nei vari cortili o in quelli artesiani, dove le acque sotterranee emergevano naturalmente, senza bisogno di specifici strumenti di estrazione. Tale abitudine comportava però problemi igienico-sanitari, annessi ad esempio all’inquinamento delle fonti o alle eventuali contamizioni delle falde.
La città sabauda allora – che ci piaccia o meno- si ispira ad un progetto diffusosi nelle capitali della Francia, ossia
un sistema idrico costituito da fontanelle che forniscono acqua 24 ore su 24. Per differenziarsi dai nemici-amici gallici i torinesi ideano una specifica forma, tutta nostrana, per sorgenti urbane: ecco la nascita del “torèt”.


Grazie a tali invenzioni, anche nel capoluogo piemontese, diventa possibile ovviare alle numerose difficoltà quotidiane incontrate dalla popolazione. Intorno al 1859, viene progettato il primo acquedotto che irrori svariate fontanelle pubbliche, inoltre, nel 1861 – dopo un mese dall’unità d’Italia- la Giunta Comunale individua ben 81 zone da predisporre proprio come “punti d’acqua” potabile.
Un anno dopo vengono presentati i famigerati progetti delle “fontanelle”, tali e quali a quelli che tutt’ora possiamo visionare passeggiando per le strade. Da subito vengono redatte delle mappe per rendere più facilmente trovabili queste costruzioni, all’inizio si contano ben 45 “torèt”, poi nel tempo, il numero delle fontane aumenta sempre più, fino a raggiungere la moltitudine da record odierna.
Il primo esemplare viene edificato all’angolo tra via San Donato e via Balbis, nei pressi di Piazza Statuto; oggi però la struttura appare piuttosto nuova, questo perchè dopo più di cent’anni di onorato servizio il piccolo toro originale è stato sostituito, la collocazione però è rimasta la medesima.
Il “torèt” si presenta sempre uguale in ciascuna delle sue copie: forma parallelepipeda di circa un metro d’altezza, l’estremità superiore è arcuata, con una griglia di scolo in basso, spesso dotata di una conca centrale da cui possono bere anche gli amici a quattro zampe. Il materiale utilizzato è la ghisa, il colore che ricopre la lega ferrosa è un particolare tono di verde, facilmente definibile “verde bottiglia”. E poi c’è ovviamente l’elemento distintivo:
il rubinetto a forma di testa di toro.


Fin dal principio tali gorghi mostrano un’estetica inconfondibile, divengono subito un caratteristico arredo urbano, tant’è che oggi sono addirittura acquistabili in formato di gadget-portachiavi, piccoli souvenir ideati dal Comune di Torino per promuovere l’immagine dell’antica città dei Savoia.
Dietro all’apparente frivolezza dell’oggetto si cela un’attenzione rivolta all’ambiente e alla salute, la manutenzione delle fontane è affidata alla SMAT (la Società Metropolitana Acque Torino), che si occupa di erogare agli avventori assetati acqua gratuita, di buona qualità e regolarmente controllata, il ricambio costante del flusso impedisce così la formazione di ristagni che potrebbero generare la proliferazione di batteri. È bene sottolineare inoltre che non vi è alcuno spreco idrico: l’acqua “non bevuta” ritorna infatti nelle falde sotterranee –
oltretutto in qualità ancora migliore rispetto a prima-.
Esistono anche dei “torèt” versione “ingrandita”, si tratta delle ironiche e bizzarre sculture realizzate da Nicola Russo a partire dal 2021. Il lavoro dell’artista nasce dall’idea che i piccoli tori possano rompere la fontanella che li tiene soggiogati, mostrandosi in tutta la propria possanza di mammifero artiodattilo. Le sculture possono apparire panciute e goffe, ma si sa, “noi del nord” non siamo noti per ilarità e autoironia, Nicola Russo ha così dovuto spiegare le proprie creazioni poste sul territorio cittadino: “il toret vede la sua amata città vivere un momento di difficoltà a causa del Covid e allora decide di uscire dal suo guscio in ghisa, per dare un segno di cambiamento e per spingere tutta la città a una rinascita.

 

Non importa se è panciuto e goffo, lui si mostra così com’è fatto per portare il suo messaggio di speranza. Il suo è quindi “un gesto di coraggio, perché senza coraggio non c’è futuro”.
È bene dunque superare lo scetticismo del primo sguardo, anche perchè l’iniziativa dello scultore ha un duplice intento virtuoso: da una parte egli si appoggia solo ad aziende piemontesi, in modo da incentivare una ricaduta economica sul territorio, dall’altra lo scultore ha deciso di devolvere parte dei ricavati alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus di Candiolo.
Anche stavolta mi viene da terminare con un “ Ὁ μῦθος δηλοῖ ὅτι ” (“la favola insegna che”). Mai fermarsi alle apparenze, perché dietro la semplicità si cela sempre la preziosità di un grande insegnamento e nella goffaggine di un sorriso si può trovare la forza per proseguire ciascuno nel proprio percorso.

Alessia Cagnotto

Pallone Granata al bomber Duvàn Zapata

Consegna del premio martedì 15 ottobre nel Castello reale di Moncalieri

La seconda edizione del premio Pallone Granata va a Duvàn Zapata.

E’ questa la scelta fatta dall’Associazione Ex Calciatori Granata, che con questo importante riconoscimento incorona il migliore giocatore granata del campionato 2023-2024.

In seguito al serio infortunio patito da Zapata nell’ultima partita di campionato, l’Associazione Ex Calciatori Granata formula a Duvan i più affettuosi auguri e tutti i suoi esponenti esprimono la convinzione che recupererà presto e ritornerà più forte di prima a guidare l’attacco del Torino.

Dopo aver premiato lo scorso anno Alessandro Buongiorno, in questa edizione il Pallone Granata va meritatamente a Duvàn Esteban Zapata Banguero, attuale Capitano del Torino, che nello scorso campionato ha giocato 30 partite da titolare e segnato 12 reti, risultando il miglior marcatore della squadra.

Oltre che per le indubbie qualità tecniche e agonistiche, Zapata è stato scelto per le sue doti umane e per il forte attaccamento ai valori granata dalla giuria presieduta da Claudio Sala e composta da 18 grandi Campioni del Torino di diverse generazioni: tra i quali i “Gemelli del Gol” Paolo Pulici e Francesco Graziani; il Giaguaro Luciano Castellini e Renato Zaccarelli; i pilastri dell’Associazione Ex Calciatori Granata Serino Rampanti e Giuseppe Pallavicini; campioni più recenti come Bobo Vieri, Marco Ferrante, Silvano Benedetti e Antonino Asta.

Nell’occasione è stato anche designato il vincitore della seconda edizione del Trofeo avv. Sergio Cozzolino, attribuito al miglior giocatore granata, del campionato Primavera 2023-2024: Aaron Giammaglichella, 19 anni, centrocampista offensivo con il “vizio” del goal,titolare della Nazionale Italiana Under 19, con presenze anche nell’Under 20. Giammaglichella, che ha esordito a settembre in Serie A, veste la maglia del Torino da 14 anni ed ha fatto tutta la trafila delle giovanili.

Il Pallone Granata è un’iniziativa ideata ed organizzata dall’Associazione Ex Calciatori Granata, che si svolge con il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di Torino e del Comune di Moncalieri.

La cerimonia di premiazione, con la consegna del Pallone Granata a Duvan Zapata e del trofeo Avv. Cozzolino ad Aaron Giammaglichella, avverrà martedì 15 ottobre, alle ore 18, nella suggestiva Cavallerizza del Castello Reale di Moncalieri (To).

La manifestazione, così come lo scorso anno, vedrà presenti i vertici dell’Associazione Ex Calciatori Granata, i membri della qualificata giuria, rappresentati delle istituzioni e personalità del mondo economico, politico, sportivo e culturale.

Il Pallone Granata, un’esclusiva opera artistica realizzata montando un pallone a riquadri oro e granata su un autentico mattone del vecchio Filadelfia, e il Trofeo avv. Sergio Cozzolino verranno consegnati da Claudio Sala, capitano del Torino dello scudetto 1976 ed attuale Presidente dell’Associazione Ex Calciatori Granata Ets, mentre Serino Rampanti, autentica anima del sodalizio, illustrerà le finalità dell’Associazione.

Vi saranno poi interviste alle Leggende Granata presenti.

A seguire alcuni momenti musicali organizzati da VERTIGO LIVE CLUB, che vedranno sul palco i più famosi cantanti granata, e una degustazione di prodotti di eccellenza del territorio, offerta dallo sponsor dell’Associazione PrestoFresco Supermercati, insieme a SALUMI BERETTA ed INALPI.

GIURIA PALLONE GRANATA

Presidente della Giuria: Claudio SALA

Membri della giuria (in ordine alfabetico): Aldo AGROPPI, Tonino ASTA, Silvano BENEDETTI, Luciano CASTELLINI, Angelo CERESER, Antonio COMI, Marco FERRANTE, Natalino FOSSATI, Diego FUSER, Francesco GRAZIANI, Gigi LENTINI, Beppe PALLAVICINI, Paolo PULICI, Serino RAMPANTI, Roberto SALVADORI, Nello SANTIN, Bobo VIERI, Renato ZACCARELLI.

 

A Biella in 280 da tutto il Piemonte per la “Festa regionale ANAP”

 

 

In 280 sono arrivati a Biella, da tutto il Piemonte, per ritrovarsi e godere dei primi scorci autunnali.

Sono i pensionati di Confartigianato Piemonte che domenica 6 ottobre hanno partecipato alla “Festa regionale ANAP“, organizzata e promossa dall’ANAP Piemonte, Associazione Nazionale Anziani e Pensionati della Confartigianato, che a livello nazionale associa più di 300mila persone mentre

ANAP Piemonte rappresenta circa 22mila persone.

Per ANAP Piemonte erano presenti il Presidente regionale, Giuseppe Falcocchio, Il Presidente di ANAP Biella, Leonardo Cavaliere, il coordinatore Anap Biella, Presidente di Confartigianato Biella e vicepresidente di Confartigianato Imprese Piemonte, Cristiano Gatti e il Segretario di Confartigianato Imprese Piemonte Carlo Napoli.

“La Festa Regionale ANAP è stata per l’intero sistema Confartigianato del Piemonte un momento di unità e condivisione -spiega Giuseppe Falcocchio. Abbiamo ascoltato con piacere i commenti di alcuni soci ANAP e questi, oltre ad esprimere pieno apprezzamento per la giornata di festa che si stava svolgendo, hanno saputo cogliere pienamente il senso più ampio del nostro operato: accoglienza, crescita e visione comune”.

“L’incontro di Biella – conclude Falcocchio  – non è stato solo un appuntamento conviviale, ma è servito anche per far conoscere a un pubblico vasto e competente come quello dei pensionati ANAP, la mostra nazionale “Fatti ad arte” un appuntamento dedicato all’alto artigianato, che ha messo in mostra i manufatti  in bilico tra sperimentazione e manualità, capaci di generare valore culturale ed economico.”

Nel pomeriggio, presso l’Auditorium della Città studi di Biella hanno sfilato le creazioni di tre sarte biellesi: Tatiana Fusi, Angela Maltese e Maria Barbieri.

 

Hanno partecipato all’evento il Sindaco di Biella, Marzio Olivero e il Presidente della Provincia di Biella, Emanuele Ramella Pralungo.

L’Anap, Associazione Nazionale Anziani e Pensionati di Confartigianato, opera in Italia  da più  di trent’anni, grazie ai  suoi gruppi regionali e provinciali, con l’obiettivo di garantire tutela, rappresentanza, difesa ed informazione agli anziani e ai pensionati. Oltre alla tradizionale attività di rappresentanza sindacale, l’Anap si propone di  favorire l’elevazione della  qualità di vita dei propri soci attraverso  iniziative mirate  alla  socializzazione ed alla  valorizzazione del ruolo  svolto da ciascuno nell’ambito del contesto sociale  in cui è inserito. L’Associazione è inoltre impegnata nel dare impulso al pensionamento ed all’invecchiamento attivo, attraverso la gestione di servizi qualificati, l’avvio di collaborazioni e convenzioni siglate nell’interesse  della  categoria e la  promozione del volontariato degli anziani, sia in campo sociale che associativo. Sul piano politico sindacale, porta avanti sia in ambito nazionale che a livello territoriale, rivendicazioni mirate a sostenere il potere d’acquisto dei pensionati, a facilitare l’accesso al lavoro degli anziani anche attraverso l’introduzione di agevolazioni fiscali e contributive, ad equiparare la normativa che regola gli assegni familiari tra pensionati autonomi e dipendenti, nonché a finanziare in maniera  adeguata il Fondo per la non autosufficienza.

A Le Gru la rianimazione cardiopolmonare

Il 19 e 20 ottobre a Le Gru due giorni per dare spazio a un’importante iniziativa organizzata da IRC (Italian Resuscitation Council) e Croce Rossa Italiana dedica alla sensibilizzazione sulla rianimazione cardiopolmonare nell’ambito della settimana di Settimana VIVA! campagna di sensibilizzazione europea che dal 2013 promuove la cultura del primo soccorso

L’arresto cardiaco è un problema che interessa tutti, all’improvviso colpisce ogni anno in Italia circa 50.000 persone in situazioni di emergenza, i primi soccorritori – che siano colleghi, amici o le persone che incrociamo sulla nostra strada. L’inizio tempestivo delle manovre salvavita, come il massaggio cardiaco e la defibrillazione, può raddoppiare o triplicare le possibilità di sopravvivenza. Gru un gruppo di esperti – composto da formatori IRC, medici, infermieri, ostetriche e formatori della Croce Rossa Italiana, tutti quotidianamente impegnati in ambito clinico – sarà a disposizione del pubblico per dimostrare le tecniche di rianimazione cardiopolmonare. Attraverso l’uso di manichini, chiunque potrà cimentarsi nel riconoscere un arresto cardiaco e apprendere come intervenire correttamente con il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore.
Saranno allestite sei stazioni dedicate alla rianimazione su manichini adulti, due stazioni specifiche per bambini che vorranno esercitarsi e altre due stazioni per le manovre di disostruzione delle vie aeree.


L’iniziativa vedrà anche il coinvolgimento attivo degli studenti dell’Università degli Studi di Torino del Corso di Laurea di Infermieristiche sede Città della Salute e della Scienza di Torino, Azienda Sanitaria Locale Città di Torino, TO4 Ivrea e Orbassano Polo Medicina Orbassano e Candiolo, nonché il Corso di Laurea in Ostetricia e di Medicina . L’Ordine delle Professioni Infermieristiche sarà presente in entrambe le giornate, a sostegno dell’iniziativa, per contribuire a far comprendere alla popolazione il ruolo essenziale degli infermieri nel sistema sanitario e nella risposta alle emergenze.
Un’occasione unica per apprendere competenze salvavita e contribuire alla diffusione della cultura del soccorso.

Le Gru è il più grande centro commerciale in Piemonte e uno dei più importanti in Italia. Con i suoi 100.000 metri quadrati di superficie coperta e climatizzata, 4.700 posti auto gratuiti, è pensato come un vero villaggio, elegante e funzionale, che offre oltre 150 esercizi commerciali con insegne di prestigio, una scelta merceologica ampia e di qualità, un’area ristorazione e alimentari unica con bar, ristoranti, fast food e l’Area Mercato. Oltre al grande ipermercato il benzinaio e il villaggio fitness offre anche diversi servizi al cliente: farmacia, parrucchieri, lavasecco e sartoria, agenzia di viaggi, tabaccaio, e molto altro, compresa una biglietteria e un punto di relazione con il pubblico che offre informazioni e servizi legati alla cultura e la mobilità sostenibile. Le Gru è diventato negli anni un punto di riferimento anche per l’intrattenimento: l’obiettivo è divertire e fornire contenuti e spunti di riflessione ai propri visitatori attraverso progetti sociali, legati a solidarietà, sostenibilità e inclusività, incontri con le scuole, laboratori e intrattenimenti per le famiglie, eventi dedicati a tecnologia, design, arte, sport e cultura a 360°, coinvolgendo associazioni, enti e realtà locali. Dal 2022 è iniziato il restyling di Le Gru: un rinnovamento completo dal punto di vista architettonico, di efficienza energetica e di potenziamento dell’offerta commerciale. Un viaggio che porta a Le Gru una nuova vita: dove gli spazi si fanno più accoglienti, moderni, più a misura, dove i materiali e le forme richiamano l’armonia della natura. Un viaggio che porta a un grande cambiamento strutturale, ma che preserva la cultura di ospitalità, intrattenimento e creatività insiti nel DNA di Le Gru e offre ogni giorno una sorpresa: nuovi brand, nuove esperienze, nuovi eventi.

GABRIELLA DAGHERO

“Mamma ho perso… Aureli!”

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QUARTO APPUNTAMENTO DI  PIAZZA PARADISO CABARET’

Domenica 13 ottobre alle 18.30 – ingresso libero

Piazza Upim, Centro commerciale Piazza Paradiso (primo piano)

Domenica 13 ottobre, alle ore 18.30, presso il centro commerciale Piazza Paradiso di Collegno (piazza Bruno Trentin 1) arriva un’artista che ha imparato a stupire con le sue mille voci: Emanuela Aureli, imitatrice talentuosa e molto amata dal pubblico. Per il quarto appuntamento della rassegna gratuita “Piazza Paradiso Cabaret”, porta aCollegno il suo spettacolo “Mamma ho perso … Aureli!”. L’ingresso allo spettacolo, come sempre, è gratuito; l’appuntamento sarà introdotto dal comico torinese Mauro Villata, “maestro di palco” della rassegna.

Mamma ho perso… Aureli! è un one woman show in cui l’artista si diverte a mettere in scena i suoi personaggi con i quali negli anni si è fatta conoscere al grande pubblico. Con brillante ironia, racconta i suoi inizi artistici, la gioia di essere diventata mamma attraverso racconti che entusiasmano il pubblico e lo divertono. Un divertimento sano, cambi di voci, di espressioni mimiche grazie alle quali Emanuela Aureli, riesce velocemente ad impersonare i suoi personaggi più famosi, tenendo il pubblico inchiodato per molto tempo.

Una voce bellissima ed una grande dote: quella di divertirsi e di divertire, facendo sfoggio della propria speciale autoironia. Aneddoti, curiosità e grande allegria sono i compagni di viaggio. L’Aureli sembra non essere mai sola sul palco, si vedranno passare cantanti come Albano, Orietta Berti, Mahmoud, Fiorella Mannoia, Malika Ayane, Pino Daniele, i Ricchi e Poveri, Vasco Rossi, Loredana Bertè, Celine Dion, Il Volo, Noemi, Iva Zanicchi, Patty Pravo, Katia Ricciarelli e tanti altri che sembrano uscire magicamente sulla scena. Ma non finisce qui, si continua con Milly Carlucci, Mara Venier, Sofia Loren, Maria De Filippi, Barbara D’Urso, Antonella Clerici, Cristiano Malgioglio, Il Papa, il Presidente Mattarella e altri ancora. Ecco che “Mamma ho perso… l’Aureli” diventa lo slogan divertente, il filo conduttore che unisce i suoi mille volti, che piano piano prendono il sopravvento e come per magia le rubano l’anima e la sua vera identità.

La rassegna di “Piazza Paradiso Cabaret” proseguirà con gli spettacoli di: Marco Marzocca (venerdì 18 ottobre) ed Andrea Agresti e la sua band (Domenica 27 ottobre).

Il Centro Commerciale Piazza Paradiso nasce da un progetto di riqualificazione urbana di un ex complesso industriale e si compone di tre piani: uno interrato e destinato a parcheggi e due fuoriterra di galleria commerciale, con oltre 30 punti vendita. Al piano terra si trovano l’ipermercato, a insegna Ipercoop, e varie attività commerciali e di servizio quali Marionnaud, Vision Ottica, Kasanova, centro TIM, Max Battaglia Parrucchieri, Stroili Gioielli, (In)Estasy, Centro Wind 3, Yo Yogurt, Lavasecco, Sale e Tabacchi e NewDigital Foto. Il primo piano ospita esercizi commerciali (Pittarosso, Upim, Sottotono, Maison et Cadeaux, Unigross, Libreria Ubik, Jerry abbigliamento, il centro estetico Coralline), una food court (In Primis, Food Paradise, ODS Store, Amo Pokè e Caffè Vergnano), l’Area Playground per i bambini, il CinemaParadiso e il Centro Dentistico DentalPro.

La tradizione incontra l’innovazione a Bosconero

 

1° rassegna enogastronomica “Sapori e tradizioni: viaggio nei gusti autentici del Canavese.

 

La prima rassegna dedicata al gusto e ai sapori Canavesani scalda i motori e presenta un evento che comprende quattro appuntamenti sicuramente da non perdere. Questa prima edizione ha la finalità di valorizzare al massimo le eccellenze del territorio, offrendo ai partecipanti un’esperienza all’insegna dei sapori autentici  della tradizione locale. Un’occasione per scoprire, o ancor di piùriscoprire, i prodotti tipici Canavesani: dai vini ai formaggi freschi, dagli agnolotti alla zucca. Accanto ai sapori della tradizione, si potranno scoprire interessanti rivisitazioni in chiave più moderna. Cuochi locali proporranno versioni innovative tutte da scoprire. Tecniche culinarie con ingredienti locali di eccellenza. Tutto questo per un’esperienza gastronomica con uno sguardo rivolto al futuro. La Pro Loco di Bosconero(To) – organizzatrice dell’evento – ha voluto dare particolare attenzione alla filiera corta, garantendo i produttori locali che operano nel rispetto della sostenibilità e in special modo nella qualità. L’obiettivo comune è promuovere una maggiore consapevolezza dell’importanza del consumo di eccellenze locali, autentici e a chilometro zero. “Sapori e tradizioni: viaggio nel gusto nel cuore Canavesano” intende offrire quasi tutto il meglio che la tradizione enogastronomica Canavesana sa offrire. Un appuntamento per vivere quattro eventi all’insegna del gusto, della convivialità e dell’orgoglio territoriale. E veniamo alle date. Si comincia sabato 12 ottobre con “Madame la Zucca”: cena in arancio con un menù tutto a base di zucca. Dal “Cibo del Signore”, l’hummus di zucca al flan di zucca con il formaggio, dalle “chicche di zucca” alle polpette, sempre di cucurbita. L’incontro successivo è fissato per domenica 3 novembre intorno alle 16.00. In scena la tradizionale castagnata d’autunno, il frutto in tutte le sue versioni. Sabato 16 novembre – ore 20.30 e domenica 17 ore 12.30 –  uno dei piatti tipici di quasi tutto il Piemonte: la “Bagna Caoda”, questa specie di salsa a base di olio, burro, aglio e alici viene servito bollente in appositi recipienti di coccio – con fornellino acceso – unita a verdure di tutti i tipi, compreso il cardo.  Gran pranzo del “Bollito Misto alla Piemontese” domenica 1° dicembre, si comincia intorno alle 12.30. Questo piatto è protagonista indiscusso su tutte le tavole, nazionali e internazionali. E’ preparato con i classici tagli di carne della tradizione locale. Incontro quasi imperdibile per tutti gli amanti del “Bollito”. Tutti gli incontri avvengono nel Salone pluriuso “Don Manavello” a Bosconero Canavese, città Metropolitana di Torino. Maggiori informazioni si possono avere al numero 3384106173.

Il Gruppo Argos ST acquisisce la torinese SIVE

Il progetto industriale di Argos ST prosegue con l’acquisizione di SIVE, una realtà specializzata in nanotecnologie. Nuove implementazioni e nuovi campi applicativi per un ecosistema industriale basato sull’eccellenza italiana

 Il Gruppo Argos ST, specializzato in trattamenti superficiali e rivestimenti industriali, annuncia l’acquisizione della torinese SIVE S.P.A (SIVE) – azienda che da oltre 40 anni realizza trattamenti superficiali su plastica e metallo – con l’obiettivo strategico di perseguire la propria vision di diventare un riferimento nel settore e potenziare la Business Unit Polymers & Metals. Con questa operazione, Argos ST amplia il proprio ecosistema industriale, integrando le competenze avanzate di SIVE.

L’acquisizione di SIVE rappresenta un passo fondamentale per implementare il nostro know-how con le eccellenze del territorio” commenta Andrea Siano, Presidente del Gruppo Argos STIl nostro obiettivo è quello di consolidare ulteriormente la presenza del Gruppo nel Nord Italia, in particolare nell’area industriale di Torino, e continuare la nostra crescita come leader nei trattamenti e rivestimenti superficiali”.

Dal 2020, il Gruppo Argos Surface Technologies ha ampliato la propria struttura industriale, passando da 3 a 12 stabilimenti. L’ampliamento di lavorazioni, competenze e sedi ha permesso di raggiungere un organico di oltre 400 dipendenti, professionisti con un know-how industriale in grado di arricchire e rendere sempre più competitiva ed efficiente la produzione, e di registrare un fatturato di circa 60 milioni nel 2023.

SIVE è una realtà storica con sede a Cirié (TO) che negli ultimi anni è cresciuta grazie ai continui investimenti in impianti dedicati ai rivestimenti nanotecnologici, oltre alla ricerca e formazione di personale altamente qualificato che le ha permesso di affermarsi nei mercati dell’elettronica ed automazione, oltre che dell’automotive e del bianco (elettrodomestici) a livello internazionale.

Con quest’ultima acquisizione Agos ST potrà dunque inserirsi in nuovi comparti applicativi come le nanotecnologie, la metallizzazione in alto vuoto per applicazioni automotive, illuminotecnica ed elettronica, la metallizzazione chimica su plastica e la marcatura laser.

Questi nuovi campi applicativi contribuiranno a diversificare ulteriormente l’offerta del Gruppo, incrementando l’efficienza operativa e accelerando l’innovazione tecnologica.

Siamo entusiasti di entrare a far parte di un gruppo industriale solido come Argos Surface Technologies. La nostra esperienza nel campo delle nanotecnologie e dei rivestimenti avanzati ci permetterà di integrare competenze uniche e favorire lo sviluppo di soluzioni innovative per nuovi mercati”, ha dichiarato Fulvio Detomatis, di SIVE.

 Sei musei e archivi di impresa partecipano al progetto “A scuola d’impresa”

Archivio Storico Intesa Sanpaolo, Associazione Archivio Storico Olivetti, Aurora Penne – Museo Officina della Scrittura, Mu-Ch Museo della Chimica, Museo e Archivio Storico Reale Mutua e Museo Lavazza e Archivio Storico Lavazza partecipano alla seconda edizione del progetto ideato da Museimpresa e Heritage Hub – LIUC dedicato alle scuole superiori.

Sei musei e archivi di impresa torinesi partecipano al progetto ideato da Museimpresa e Heritage Hub – LIUC A scuola d’impresa” che ha lo scopo di creare uno scambio tra le nuove generazioni e le eccellenze storiche della manifattura italiana.

In questa seconda edizione che si svolgerà durante l’anno scolastico appena iniziato, le scuole superiori potranno collaborare con uno dei 43 musei e archivi d’impresa (associati a Museimpresa) che hanno aderito, tra i quali Archivio Storico Intesa SanpaoloAssociazione Archivio Storico OlivettiAurora Penne – Museo Officina della ScritturaMu-Ch Museo della Chimica, Museo e Archivio Storico Reale Mutua e Museo Lavazza e Archivio Storico Lavazza.

Per il Mu-Ch Museo della Chimica è la prima adesione mentre per gli altri cinque è una riconferma di un impegno avviato già lo scorso anno, quando hanno deciso di aderire alla prima edizione.

Il progetto è nato con l’obiettivo – oltre che di diffondere una consapevolezza sulla storia dell’impresa italiana e dei suoi valori – di far conoscere i musei e gli archivi d’impresa e consentire agli studenti di acquisire competenze trasversali utili per orientarsi nel percorso di studi e nella scelta della professione futura.

L’iniziativa è dedicata alle classi del triennio delle scuole secondarie di secondo grado di tutti gli indirizzi di studio, è gratuito e riconosciuto come percorso per l’Orientamento e PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento) e si articola su una durata massima di 6 mesi.

Nella nuova edizione, in una prima fase teorica, verranno forniti alle classi spunti di conoscenza sullo sviluppo industriale e imprenditoriale in Italia, con un focus dedicato ai settori produttivi, al management culturale, a Museimpresa e agli archivi/musei che ne compongono la rete a livello nazionale. Nella seconda fase, quella pratica e applicativa, gli studenti si metteranno alla prova, lavorando a stretto contatto con il museo o archivio d’impresa con il quale la classe avrà deciso di collaborare, realizzando un project work che dovrà rispondere a un’esigenza comunicativa reale, di valorizzazione e/o organizzativa.

Alla prima edizione, che si è svolta durante lo scorso anno scolastico, hanno partecipato 928 studenti, 40 scuole in 12 regioni, 47 docenti e 31 musei e archivi di impresa in tutta Italia.

I docenti interessati possono iscrivere le loro classi entro il 15 ottobre e indicare il museo o archivio d’impresa preferito, anche se ubicato in una regione diversa da quella del proprio istituto scolastico.

Qui l’elenco completo dei musei e degli archivi d’impresa partecipanti per l’anno scolastico 2024-2025 sul Museimpresa nella sezione “Per le scuole”.

Museimpresa

Museimpresa, l’Associazione Italiana degli Archivi e dei Musei d’Impresa, fondata nel 2001 per iniziativa di Assolombarda e Confindustria, riunisce musei e archivi di oltre centoquaranta imprese italiane, accomunate dall’idea che le aziende, le fabbriche, le società di servizi siano luoghi dove il passato e il futuro s’incontrano e in cui la cultura d’impresa, tra testimonianza e innovazione sia un asset fondamentale di competitività.

Il Consiglio comunale vuole il Bibliomouse

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una mozione che chiede a Sindaco e Giunta di interloquire con la direzione dell’Ospedale infantile Regina Margherita con l’intento di ripristinare l’esperienza di Bibliomouse, spazio dedicato alla lettura, allo svago e alla socializzazione, particolarmente gradito dalle famiglie e dai piccoli pazienti nelle lunghe giornate di ricovero.

Il progetto, realizzato nel 2001 grazie alla collaborazione fra istituzioni e associazioni di volontariato, era gestito da operatrici del Comune di Torino e consisteva in uno spazio allestito come una vera e propria biblioteca, con tavoli e spazi di lettura, che diventava un servizio mobile per raggiungere nei reparti i piccoli pazienti impossibilitati a muoversi.

Dotato di un ingente patrimonio librario, costantemente rinnovato grazie a numerose donazioni da parte di privati, Bibliomouse è rimasto operativo fino allo scatenarsi della pandemia del coronavirus, quando è stato sospeso per motivi sanitari.

Ad oggi, Bibliomouse non ha ancora riaperto e il consigliere Luca Pidello (PD), presentatore della mozione, nel ricordare come le valutazioni su quell’esperienza siano state sempre più che positive, sottolinea l’importanza di farla ripartire, anche rafforzandola con la presenza dei docenti della nuova sezione di scuola dell’infanzia presenti all’interno dell’ospedale.