ilTorinese

Venerdì 21 marzo sciopero dei trasporti

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Venerdì 21 marzo 2025 è previsto uno sciopero nazionale indetto dalle Organizzazioni Sindacali ADL – COBAS – SGB – CUB Trasporti per il rinnovo del CCNL Autoferrotranvieri di 24 ore.

IL SERVIZIO SARÀ GARANTITO NELLE SEGUENTI FASCE ORARIE:

  • Servizio URBANOSUBURBANO, METROPOLITANA, CENTRI SERVIZIO AL CLIENTE: dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00
  • Servizio EXTRAURBANO, Servizio bus cooperativo Linea 3971 (tratta Ciriè – Ceres): da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30

Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito.

Più opportunità e servizi per gli animali

E anche per le famiglie che li ospitano e tutta la comunità. Un gruppo di lavoro per le modifiche alla Legge

Mario Salvatore Castello, Consigliere Segretario del Consiglio regionale del Piemonte con delega ai Garanti regionali, al corso per il patentino per i proprietari di cani: “Stiamo lavorando per incrementare i corsi, ma anche per realizzare nuove attività e maggiori servizi”

“Più opportunità e servizi per migliorare la qualità della vita degli animali domestici, delle famiglie che li ospitano e, di riflesso, per tutta la comunità, favorendo la convivenza tra tutti”: è l’annuncio che il Consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza, Mario Salvatore Castello, che è delegato ai Garanti regionali, ha voluto anticipare intervenendo, insieme e Paolo Guiso, Garante regionale per il benessere animale, al corso per il patentino per i proprietari di cani, organizzato dal Comune di Pianezza insieme a ProLoco Pianezzese, AslTo3, Enpa, e Ordine dei Medici Veterinari, ai sensi dell’Ordinanza Ministeriale 6 agosto 2013.

“Lavoreremo perché i corsi per i proprietari di cani, in particolare, e di animali domestici, in generale, siano realizzati anche in altri comuni – ha detto Castello -; realizzeremo altre iniziative di analisi e sensibilizzazione per migliorare la consapevolezza delle famiglie che ospitano animali da compagnia e la convivenza civile, oltre un corretto approccio agli spazi pubblici. Istituiremo un gruppo di lavoro per proporre integrazioni alla attuale Testo Unico regionale sul benessere animale”.

Eternit Bis, la difesa indigna le vittime

Penultima udienza il 19 marzo 2025 al Tribunale di Torino del processo «Eternit Bis», in cui Sicurezza e Lavoro è stata ammessa come parte civile, dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Cristina Domaneschi.

In aula ha preso la parola l’avvocato Astolfo Di Amato, in difesa del magnate svizzero Stephan Schmidheiny, accusato di 392 omicidi, commessi sia in danno di lavoratori dello stabilimento Eternitdi Casale Monferrato (Alessandria) che della popolazione delle aree limitrofe.

Di Amato ha sollevato la questione dell’ammissibilità dell’appello del pubblico ministro, in seguito alla recente sentenza dello scorso febbraio della Cassazione in merito al processo Eternit ‘gemello’ celebrato a Napoli.

Ha quindi approfondito la posizione di garanzia dell’imputato Stephan Schmidheiny, affermando che «non può essere ritenuto responsabile di tutto ciò che accadeva nello stabilimento Eternit di Casale Monferrato», anche perché «il Gruppo era enorme» e contava «60 stabilimenti in tutto il mondo».

Ha poi sostenuto che all’epoca era «inesistente il tema delle alternative all’amianto» ed era «difficilissimo» misurare le fibre di amianto e che comunque negli anni Settanta e Ottanta si riteneva che il mesotelioma fosse frutto di un’esposizione massiccia all’amianto e che soltanto nel 1997 in Italia si arrivò a sostenere che un’esposizione anche minima all’amianto può determinare il mesotelioma.

Affermazioni molto discutibili, alla quali hanno assistito in rispettoso silenzio i parenti delle vittime e alcuni studenti e studentesse arrivati da Casale Monferrato. Anche se qualcuno ha amaramente sorriso quando l’avvocato Di Amato ha ricordato che Max Schmidheiny, il padre dell’imputato Stephan, aveva mandato l’altro figlio, ThomasSchmidheiny, a «impratichirsi» in uno stabilimento Eternit in Brasile. Come a dire che l’amianto non era ritenuto pericoloso. Anche se non crediamo che il giovane rampollo dovesse spalare fibre di amianto o frantumarlo all’aperto, come avveniva nello stabilimento piemontese.

«Dopo il tentativo del consulente della difesa Canzio Romano di screditare autorevoli studi scientifici sull’amianto e le audaci tesi dell’avvocato Guido Carlo Alleva, arriva un altro ennesimo triste capitolo del processo Eternit bis di Torino – dichiara Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavorocon affermazioni sempre più discutibili da parte della difesa dell’imputato Stephan Schmidheiny, accusato di 392 omicidi».

«In questo difficile momento del lungo e complesso percorso per ottenere giustizia – afferma Quirico – ci stringiamo ancora di più ai familiari delle vittime dell’amianto, che affrontano con grande dignità il dolore della perdita dei loro cari, al quale si aggiunge il dolore per le ardite argomentazionidella difesa, e attendiamo una sentenza giusta, che possa almeno in parte riparare i torti subiti».

Nella prossima udienza, in calendario alle ore 9 digiovedì 17 aprile 2025 nella maxi aula 6 del Palagiustizia di Torino, prenderà nuovamente la parola per la difesa l’avvocato Guido Carlo Alleva. Nel pomeriggio è attesa la sentenza.

Sicurezza e Lavoro

Incontro tra Thomas Schael e il Sindaco Stefano Lo Russo

Con le dovute proporzioni è stato un incontro tra due Sindaci quello che è avvenuto questa mattina tra il Sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo ed il Commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino Thomas Schael. E sì, perché nel piccolo anche la CDSS è una piccola città con 9600 dipendenti, 2500 studenti e specializzandi e 15000 cittadini che entrano al giorno, e con la gestione di situazioni, soprattutto strutturali, molto simili a quelle di un comune. Non per niente Thomas Schael si definisce un “city manager”.  Si è parlato del futuro del Parco della Salute, della Scienza, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino. Lo Russo ha condiviso l’intenzione di accelerare che ha espresso Schael, che gli ha presentato quanto già esposto il giorno precedente al Magnifico Rettore Stefano Geuna per dare un quadro prospettico su quello che dovrà entrare nel futuro Parco e quanto invece dovrà essere ricollocato e in quali sedi. In particolare si dovrà decidere il futuro delle attuali Molinette dal punto di vista clinico assistenziale e dal punto di vista universitario, qualora una parte dovesse diventare uno studentato. E’ evidente che una parte fondamentale della discussione ha toccato l’aspetto urbanistico della zona tra Molinette e zona Lingotto, dove sorgerà il Parco. Cogenti gli argomenti relativi i parcheggi vicini alla nuova location e la viabilità che dovrà unire gli ospedali attuali e quello del futuro. Il Sindaco ha apprezzato le proposte del Commissario. I due si sono aggiornati per incontrarsi nuovamente al più presto proprio nell’ottica di un’accelerazione, che mai come in questo momento è diventata indispensabile per il futuro della sanità torinese e piemontese, grazie ad una nuova struttura che dovrà allargare gli orizzonti a livello europeo.
cs

Piemonte: col Piano rifiuti speciali arrivano due bandi da 36 e 80 milioni

Durante la discussione generale sul Piano Rifiuti speciali che si è svolta oggi in Commissione Ambiente, presidente Sergio Bartoli, l’assessore Matteo Marnati ha presentato gli aggiornamenti al 2024 del piano: “Attraverso l’approvazione di questo piano per i Rifiuti speciali – ha detto – con il regolamento interno aggiornato alle nuove direttive europee, sbloccheremo a breve i fondi necessari per attivare due nuovi bandi: 36 milioni per sviluppare le filiere dell’economia circolare piemontese e circa 80 milioni per le imprese, con un bando per il miglioramento dei processi produttivi, sia per risparmio e efficientamento energetico, ma anche per sostenere l’economia dei processi industriali”.

Il presidente Bartoli e l’assessore Marnati

“Con il tavolo rifiuti – ha proseguito l’assessore – realizzato con le associazioni di categoria per sviluppare tutte le filiere dei sottoprodotti, stiamo puntando tantissimo sul tema dell’economia circolare e della bioeconomia: sarà uno dei punti chiave all’interno delle prossime programmazioni per utilizzare gli scarti di lavorazione e farli diventare nuovi prodotti o nuova materia prima”.
I consiglieri Mauro Calderoni (Pd), Alberto Unia (M5s), Paola Antonetto (Fdi), Alberto Avetta (Pd), Vittoria Nallo (Sue), sono intervenuti per chiedere chiarimenti all’assessore.

La Commissione ha anche espresso voto favorevole a maggioranza sul parere preventivo circa la proposta di regolamento regionale “Criteri per la redazione del progetto di gestione degli invasi”.

Moderati: “Nuovo Piano Regolatore, quale futuro per la città?” 

Oggi si è svolto, presso la Sala delle Colonne di piazza Palazzo di Città 1, a Torino, il convegno promosso dal Gruppo Consiliare Moderati del Comune di Torino sul tema del “Nuovo Piano Regolatore, quale futuro per la città?”

I lavori sono stati introdotti dal Capogruppo dei Moderati in Comune Simone Fissolo, il ruolo di moderatore è stato assunto da Giacomo Portas, leader dei Moderati, e sono intervenuti il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, l’Assessore all’urbanistica della Città di Torino Paolo Mazzoleni, la Vicepresidente Ance Torino Paola Orsini e il Presidente della Commissione Edilizia della Città di Torino Subhash Mukerjee.

“Noi Moderati in Consiglio Comunale sosteniamo il nuovo Piano Regolatore – ha dichiarato Simone Fissolo – sono trent’anni (1995) che Torino ha approvato l’ultimo Piano Regolatore. Oggi alcune sopravvenute esigenze quali la decrescita demografica cittadina e il cambiamento di abitudini dettato dalla pandemia da Covid 19 hanno fatto in modo che il Piano Regolatore trentennale dovesse essere revisionato e aggiornato. Il nuovo Piano Regolatore si basa su tre aspetti principali che riguardano la bonifica e la trasformazione dei luoghi abbandonati, la transizione energetica ecologica per la riduzione della CO2 e affrontare la decrescita demografica”.

“Credo che un nuovo Piano Regolatore sia fondamentale – dichiara il Sindaco di Torino Stafano Lo Russo – per accompagnare il cambiamento che si fa sempre più veloce della città. La finalità di questo Piano Regolatore su cui si sta celermente lavorando si basa sul costruire traiettorie di sviluppo sostenibile per i prossimi 30 anni. Da qui nasce l’esigenza di una visione e di una sua dinamicità per stare al passo con il rapido cambiamento in corso. Il Comune per la prima volta ha messo in atto 909 milioni di fondi di investimento pubblico per far sì, inoltre, che aumentino quelli privati.

L’Assessore Mazzoleni è intervenuto per spiegare il contenuto e le dinamiche del nuovo Piano Regolatore su cui si sta lavorando, tenendo conto di Torino come quarta città italiana per dimensione e importanza, caratterizzata dalla dimensione di prossimità dei quartieri, che è stata accelerata durante la pandemia.

“Abbiamo un’idea chiara di città che possiamo costruire. Torino è una città caratterizzata dalla presenza di quartieri dotati di una loro centralità che garantiscono una maggiore facilità di organizzazione politica e sociale. Il nuovo Piano Regolatore si basa su tre pilastri fondamentali: la città come innovazione, la città come welfare e la città come ecosistema. La finalità è quella di aumentare la qualità all’interno dei servizi nello spazio pubblico, stimolando Torino ad accettare e accogliere la sfida della sostenibilità. Il Piano Regolatore deve influire sui quartieri, rafforzando le loro rispettive centralità e potenziandone gli spazi di riferimento per la vita quotidiana dei residenti. Fondamentali saranno le connessioni tra i quartieri determinate da un efficientamento delle linee di trasporto pubblico (nel Piano Regolatore vigente non vi sono riferimenti al settore del trasporto urbano e metropolitano). Gli spazi inutilizzati della città dovranno essere trasformati in centri di innovazione, polifunzionali, di creatività, promuovendo un mix dinamico di attività. Al centro del progetto va assolutamente inserita la valorizzazione del tessuto urbano con una maggiore estensione delle aree verdi, degli spazi pubblici e servizi utili ai quartieri. Il prossimo Piano Regolatore dovrà tutelare e collegare parchi, fiumi, viali alberati e corridoi ecologici per un maggiore benessere urbano e rendere la città maggiormente resiliente. Il nuovo Piano Regolatore, che dovrà essere adattivo, flessibile, efficace, attivabile, digitale e aggiornabile, dovrà anche regolare i rapporti tra Torino e i comuni limitrofi, evitando periferie isolate incentivando la trasformazione lungo i bordi urbani”.

Hanno concluso i lavori del convegno Paola Orsini e Subhash Mukerjee, che hanno sottolineato l’importanza di un nuovo Piano Regolatore quale strumento fondamentale per attuare un cambiamento e un processo di rigenerazione urbana che deve adattarsi alle molte esigenze della città. Deve essere chiaro, hanno evidenziato, che la sua comparsa non porterà un cambiamento improvviso, ma sarà necessario un costante lavoro per la sua attuazione.

Mara Martellotta

La Cassazione conferma associazione per delinquere nel gruppo dei Drughi

La Corte di Cassazione ha confermato la sussitenza dell’associazione a delinquere nel  gruppo ultrà juventino dei Drughi. Tale reato viene riconosciuto per la prima volta nell’ambito di questioni di gruppi di tifosi.

Last Banner, così era stato chiamato il processo,  è stato celebrato a Torino a seguito dell’inchiesta della Digos  a proposito delle pressioni fatte sulla Juventus dalla curva nel corso della stagione calcistica 2018-2019 al fine di non rinunciare ad alcuni privilegi. la Cassazione si è occupata di cinque imputati: tra loro anche esponenti dei Drughi.

I ricorsi delle difese sono stati respinti e i giudici hanno annullato con rinvio una sola parte  della sentenza della Corte d’appello. Bisognerà quindi fare luce  sulla richiesta di 25 biglietti gratuiti (non consegnati)  per le partite allo stadio.

Tre dei 5 ultras che passeranno dalla Corte d’Appello appartenevano al gruppo dei Drughi.

 

Il 74% degli studenti universitari dorme meno di quanto dovrebbe

Da una recente ricerca, che ha coinvolto 600 studenti del Corso di Laurea di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, emerge che il 74% degli studenti universitari dorme meno di quanto raccomandato dall’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno ed il 19% soffre di disturbo del ritmo circadiano con posticipo di fase (gufi patologici). Questo è un disturbo caratterizzato dalla tendenza ad andare a letto ed addormentarsi più tardi rispetto alla media della popolazione con ipnotipo normale (intermedi) o anticipato (cosiddette allodole), con necessità di protrarre il sonno nella mattinata quando possibile. Il disturbo, trattabile mediante tecniche non farmacologiche, è statisticamente associato ad una peggiore qualità di vita in termini di stress percepito (74 vs 60% dei soggetti gufi patologici rispetto ad intermedi ed allodole), affaticamento diurno (54% vs 44%), qualità del sonno (74% vs 49%), sonnolenza patologica (24 vs 17%), sintomatologia ansiosa (moderata-grave 20% vs 10%) e depressiva (moderata-grave 23% vs 10%). I gufi patologici presentano infine un profitto scolastico meno buono in termini di media ponderata (-1 punto) e voto di maturità (- 4,5 punti) rispetto alle allodole ed agli intermedi.
La ricerca è stata coordinata dal Centro di riferimento regionale per i disturbi del sonno (responsabile professor Alessandro Cicolin) della Città della Salute e della Scienza di Torino e Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini e dal Dipartimento di Psicologia (diretto dalla professoressa Daniela Converso) dell’Università di Torino.
I risultati dello studio confermano l’importanza di un buon sonno non solo per la salute fisica e mentale ma anche per l’efficienza scolastica e lavorativa, esattamente il contrario del proverbio che recita “Chi dorme non piglia pesci”…
Il sonno è un bisogno fondamentale per la vita e per il benessere fisico e mentale, come l’acqua, il cibo, l’aria… E’ infatti coinvolto nei processi che regolano attenzione, memoria ed emozioni, ormoni e funzione cardiovascolare.  Non può sorprendere quindi che numerose evidenze scientifiche dimostrino che le alterazioni del sonno, in termini di quantità o di qualità, rappresentino un fattore di rischio per infarto, ictus, diabete, obesità, cancro e demenza.
La Giornata mondiale del sonno (World Sleep Day 2025) focalizza l’attenzione proprio sull’importanza del riposo per una buona funzionalità diurna e per la salute in generale. A Torino la Giornata prevede incontri pubblici nelle principali piazze (San Carlo, Carignano e Carlo Alberto in data sabato 22 marzo) ed ospedali (Molinette, Regina Margherita e CTO, venerdì 28 marzo) ed un incontro con gli esperti del settore e le Associazioni dei pazienti (sabato 29 marzo presso l’Aula magna dell‘ospedale Molinette di Torino (corso Bramante 88). L’evento rappresenta anche un’occasione per la popolazione ed i pazienti per incontrare le Associazioni nazionali del settore: RLS-Italia (sindrome delle gambe senza riposo), AIPAS-APS (sindrome delle apnee nel sonno) e la neonata Protocolloinsonnia (insonnie). Infine la notte del 22 marzo vedrà la Mole Antonelliana illuminata di azzurro per augurare a tutta la popolazione torinese un sereno e soddisfacente riposo!

Ad Avigliana due fratelli feriti a coltellate dal cognato

Nella giornata di mercoledì 19 marzo, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Torino ha convalidato il fermo di indiziato di delitto – operato d’urgenza e d’iniziativa della Polizia Giudiziaria – eseguito dai militari della Compagnia di Rivoli nei confronti di un cittadino quarantunenne di nazionalità marocchina che lo scorso 12 marzo si sarebbe reso responsabile di un duplice tentato omicidio verso due connazionali suoi parenti.
Il presunto reo, cognato delle vittime, la sera dei fatti, dopo una discussione scoppiata per futili motivi e probabilmente legata al difficile rapporto di convivenza dei tre, avrebbe inferto alcune coltellate alle braccia di entrambi.
I Carabinieri, allertati dal personale del 118 intervenuto nell’abitazione dove si è consumata l’aggressione, hanno dovuto ricostruire con attenzione la dinamica, in considerazione di una prima versione dei fatti poco credibile resa agli investigatori che attribuiva il tentato omicidio ad un quarto soggetto dall’identità ignota.
La speditiva attività di indagine condotta dai militari ha fatto emergere come il quarantunenne abbia di fatto aggredito in un primo momento una delle due vittime, ferendola gravemente alle braccia con un coltello, per poi colpire anche la seconda intervenuta per separarli. L’uomo, prima dell’arrivo dei sanitari e dei Carabinieri, si sarebbe poi lui stesso inferto dei tagli superficiali alle braccia, con il chiaro intento di dissimulare un’aggressione commessa da un quarto individuo.
Il quarantunenne, ristretto in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è ora gravemente indiziato di tentato omicidio aggravato e continuato. Le due vittime sono invece ricoverate e non versano in pericolo di vita.

La telemedicina per deospedalizzare i pazienti con malattia renale cronica

«Sono un paziente seguito dalla Nefrologia dell’Asl VCO dal 2013, epoca in cui sono stato sottoposto a biopsia renale. Nel 2022 purtroppo la mia insufficienza renale è giunta ad uno stadio che mi ha portato alla necessita della dialisi, ma grazie al direttore Borzumati e alle infermiere dell’ambulatorio di Malattia Renale Avanzata mi è stato proposta una terapia da eseguirsi direttamente a domicilio. Oltre al fatto di non essere obbligato a dovere andare in ospedale, l’utilizzo della telemedicina mi ha permesso di essere costantemente in contatto con il centro di riferimento che si trova all’ospedale di Verbania».

Questo il racconto di Cristiano, un paziente che ha potuto usufruire del sistema informatico di gestione della telemedicina utilizzato dalla struttura di Nefrologia e Dialisi e composto da diversi device medicali, tra cui una stazione periferica (Totem trasportabile) a domicilio del paziente (casa/RSA), una stazione di controllo in sede ospedaliera, un centro di controllo informatico con server cloud, che consente agli Operatori Sanitari in Ospedale di addestrare i pazienti/caregivers a domicilio nel processo di Dialisi Peritoneale e di effettuare Teleassistenze e Televisite. Il sistema ad oggi permette di seguire i pazienti trattati a domicilio con dialisi peritoneale (in media 25-30 pz /anno) in condizioni di maggiore sicurezza e qualità in termini di prestazione erogata.

«Attraverso la videodialisi – ha proseguito Cristiano – ho potuto essere seguito dalle infermiere e dalla dottoressa Bonvegna con videovisite e collegamenti con cui mi seguivano nel post addestramento. Successivamente, dopo essere diventato autonomo nella gestione della dialisi, mi è stato fornito un altro strumento: la webApp, che mi permette di inviare i miei parametri tutti i giorni, direttamente al centro dialisi. Sono soddisfatto della gestione della mia malattia dal punto di vista clinico e dell’assistenza, nonostante la realtà di provincia i dottori e le infermiere che mi seguono sono all’avanguardia e il poter restare a casa mi permette una buona qualità di vita nonostante la malattia. Ora aspetto il trapianto di rene fiducioso».

I dati parlano di 113 tra televisite e teleleassistenza nel 2022, 196 nel 2023 e 443 nel 2024. Da sottolineare anche la riduzione del rischio infettivo, perché grazie al sistema di telemedicina si è ridotto in modo significativo il numero dei viaggi dei pazienti verso l’ospedale e degli operatori sanitari verso il domicilio del paziente, consentendo una sensibile riduzione del drop-out.

Come ha raccontato il paziente Cristiano, dal 2021 è stato anche avviato l’utilizzo di un secondo modulo, che consente agli Operatori Sanitari in Ospedale di utilizzare una web App per inviare direttamente su smartphone, tablet o PC del paziente una scheda digitale per il recupero dei parametri richiesti (pressione, frequenza cardiaca, glicemia, peso, terapia assunta), i dati condotti su canale digitale protetto giungono al cruscotto paziente e resi disponibili ai Sanitari in forma di grafico. Ciò ha permesso di effettuare un telemonitoraggio per valutare l’andamento clinico e l’aderenza della terapia, migliorando la qualità delle cure nell’ottica di una medicina di prossimità e precisione.

Dal 2024 il programma di telemedicina in ambito nefrologico è stato inoltre esteso ai pazienti con malattia renale cronica avanzata che si accingono ad avviare il trattamento dialitico, per permettere una scelta del tipo di dialisi più consapevole e condivisa con il nucleo familiare, senza la necessità di continui viaggi fra domicilio ed ospedale.

Nel corso dell’anno otto famiglie, diffusamente dislocate nel VCO sono state supportate con tale tipo di sistema.

Oltre a ottimizzare quanto già fatto, nel 2025 è anche intenzione dell’Asl VCO sviluppare ulteriormente il programma, avviando una stabile interazione con i Medici di Medicina Generale (MMG) associati e le Case di Comunità per la gestione clinica condivisa, secondo Percorsi di Salute e Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PSDTA) opportunamente redatti, dei pazienti affetti da malattia renale cronica di grado moderato, cui possono essere evitate periodiche visite in presenza in ospedale attraverso l’utilizzo della telemedicina (televisite di controllo o teleconsulto) fruibili nelle opportune sedi della medicina territoriale e prenotabili su apposite agende CUP.

Tutto questo, oltre a migliorare l’interazione ospedale-territorio, tra Specialisti Ospedalieri e MMG nella gestione delle patologie croniche, ha l’obiettivo di determinare un miglioramento della appropriatezza prescrittiva e generare un riverbero positivo sulle liste d’attesa nell’ambito specifico.

Nell’esperienza condotta si è toccato con mano l’efficace utilizzo della sanità digitale a domicilio, applicabile anche per lo svolgimento di procedure sanitarie relativamente complesse come l’effettuazione di un programma di dialisi, con un’operatività improntata alla semplificazione e migliore fruibilità delle cure abbinate a un adeguato profilo di sicurezza.

Il Direttore di Nefrologia e Dialisi, Maurizio Borzumati: «Il progetto di videodialisi consente una migliore qualità di vita per i pazienti che possono effettuare a casa, in sicurezza, con una riduzione degli accessi ospedalieri, la terapia. Inoltre ha migliorato la modalità operativa delle figure professionali coinvolte, soprattutto dei caregiver. La videodialisi ha permesso di toccare con mano nell’ambito dell’assistenza e delle terapie erogate a domicilio, il valore della medicina di prossimità e della sanità digitale applicabile anche allo svolgimento di procedure sanitarie relativamente complesse, quale può essere un programma di dialisi».

La Coordinatrice del Servizio di dialisi peritoneale, Michela De Nicola: «L’utilizzo della videoassistenza ha consentito di ridurre le complicanze e di far sentire i pazienti e i loro caregiver sicuri nella gestione di una terapia salvavita effettuata al domicilio. Oltre alla videodialisi e alla WebApp, con un programma scientifico abbiamo sviluppato la presa in carico dei pazienti con malattia renale avanzata che stanno per iniziare il trattamento dialitico, seguendoli con il programma di telemedicina per visite e counseling evitando loro la necessità di frequenti viaggi in ospedale».

Il Direttore Generale, Francesco Cattel: «Mi complimento con il Direttore, con la Coordinatrice e con gli operatori della Nefrologia e Dialisi per i risultati ottenuti che pongono il paziente e le sue esigenze al centro del percorso di diagnosi e cura utilizzando una procedura di telemedicina avanzata. Il progetto consente una migliore presa in carico da parte dei caregiver e dà attuazione a una medicina di prossimità molto utile e importante per i pazienti cronici, in un territorio di montagna come il Verbano Cusio Ossola».

L’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi: «L’esempio dell’Asl VCO conferma come la telemedicina non sia solo vantaggiosa per i pazienti, ma anche per i professionisti e, più in generale, per la sanità pubblica; riuscendo a ottimizzare le prestazioni e incidere positivamente sulle liste di attesa. Inoltre, in zone particolarmente disagiate come quelle comprese all’interno del VCO, la telemedicina permette di garantire l’assistenza ai pazienti direttamente al loro domicilio, un vantaggio importante anche per le famiglie e i caregiver».