ilTorinese

Automotive in difficoltà. E l’outlook Stellantis passa da stabile a negativo

Dall’agenzia zia Fitch giunge la conferma per il rating a lungo termine di Stellantis BBB, ma l’outlook passa da stabile a negativo. L’outlook negativo  secondo l’agenzia di rating “riflette le incertezze e i rischi di esecuzione associati al piano di risanamento aziendale, insieme ai potenziali deflussi di cassa correlati alla sua implementazione”.  Intanto a Torino cresce la preoccupazione per il comparto automotive anche alla luce della cessione di Iveco. Si attendono gli sviluppi degli interventi annunciati su Mirafiori, non senza preoccupazioni da parte dei sindacati.

La conferma riflette la nostra opinione che il profilo aziendale rimanga solido, supportato da un solido portafoglio di brand e prodotti in linea con quello di società simili

Piazza Basilicata, tra nuovi giochi inclusivi e spazi più sicuri

Un giardino più accessibile, vivibile e dotato di nuove attrezzature ludiche inclusive: è questo il nuovo volto del giardino di piazza Basilicata, nel quartiere Mirafiori Nord, restituito alla cittadinanza al termine degli interventi di riqualificazione.

Nel dettaglio, l’area giochi è stata arricchita da cinque nuovi giochi, accessibili e inclusivi, con la manutenzione dei giochi a molla esistenti; nelle tre piastre gioco è stata inoltre posata una nuova pavimentazione antitrauma colorata.

Per migliorare l’accessibilità e la sicurezza dell’area, è stata completamente rifatta la vecchia pavimentazione ammalorata del piazzale attorno ai giochi, sostituita da una con marmette autobloccanti in calcestruzzo a tre colori, per complessivi 720 mq. Sono stati inoltre eseguiti interventi di manutenzione delle panchine, sostituiti i cestini ed è stata realizzata una pulizia delle caditoie della fognatura.

I lavori sono stati realizzati con fondi PNRR nell’ambito del Piano Integrato Urbano della Città di Torino, che prevede interventi di manutenzione straordinaria delle aree verdi interne e limitrofe alle Biblioteche Civiche. In totale sono 36 in totale le aree interessate, di cui 28 aree giochi. Per il giardino di piazza Basilicata, la biblioteca di riferimento è la “Passerin D’Entrèves” di via Guido Reni.

Oggi sono stati riaperti anche due giardini riqualificati nel territorio della Circoscrizione 3: il giardino di via Fossati, ultimato dopo la riqualificazione dell’area giochi, e quello di via Ponzio. Le riaperture continueranno la prossima settimana con l’inaugurazione dei giardini Piero Coggiola (Circoscrizione 4) e di strada della Magra (Circoscrizione 6).

TORINO CLICK

Ersilia Zamponi, la scrittrice che insegnava l’italiano con i giochi di parole 

Ci ha lasciati Ersilia Zamponi, straordinaria insegnante, educatrice e scrittrice. Era nata a Omegna nel 1040, vent’anni dopo uno dei suoi grandi maestri, Gianni Rodari, anch’esso omegnese. Ricordarli insieme è un fatto naturale. E’ passato più di mezzo secolo anni da quel 1973 che vide la casa editrice Einaudi pubblicare la Grammatica della fantasia di Rodari. Un libro che, come dice il sottotitolo, rappresenta una “introduzione all’arte di inventare storie”. È l’unico volume che lo scrittore nato sulla sponda più a nord del lago d’Orta, non dedicò alla narrativa proponendo un contenuto teorico, dovuto alla paziente trascrizione a macchina da parte di una stagista di Reggio Emilia di alcuni appunti rimasti a lungo dimenticati. Gli appunti in questione, risalenti agli anni ’40, facevano parte della raccolta del Quaderno della fantasia. La Grammatica della fantasia era una sorta di manuale utile a stimolare la creatività. Un libro attuale e utilissimo, ricco di spunti, suggerimenti e strumenti per chi crede nella pedagogia della creatività e attribuisce il giusto valore educativo e didattico all’immaginazione. Partendo dalle parole o dalle lettere che compongono le parole stesse, Rodari suggeriva una quarantina di giochi attraverso immagini, nonsense, indovinelli e favole. Ogni gioco aveva un forte valore simbolico che apriva a un infinità di possibilità creative sia per il bambino che per l’insegnante, utilizzando come strumento la propria fantasia.

Leggendo il libro si apprende come le fiabe non siano intoccabili e come si possa giocare con esse, smontandole e ricreandole, coinvolgendo i bambini in prima persona nel loro processo formativo. La prova migliore che è possibile imparare l’italiano in un modo divertente e creativo attraverso i giochi di parole, in piena continuità con il lavoro di Rodari, venne offerta proprio da Ersilia Zampini con un libro molto bello, diventato ormai un classico: i Draghi locopei. Ersilia Zamponi, anch’essa concittadina del più grande autore italiano per ragazzi del Novecento,  pubblicò questo bellissimo testo nel 1986 da Einaudi,  quand’era docente di lettere presso la scuola media “Gianni Rodari” di Crusinallo, una delle frazioni di Omegna, esplicitando bene l’uso intelligente fantasioso dei giochi di parole (lo stesso titolo dell’opera non era che l’anagramma dell’espressione “giochi di parole”). Il piacere dell’invenzione linguistica, l’emozione dell’intuire e dell’indovinare, la trasgressione del nonsense, l’intelligenza dell’ironia venivano stimolate magistralmente, pagina dopo pagina. Scriveva Ersilia Zamponi: “Nei giochi di parole il gusto che si prova assume molteplici forme; può essere: la soddisfazione per una invenzione linguistica che piace, l’emozione dell’intuire e dell’indovinare, la sorpresa di una combinazione casuale, la sfida dell’enigma o la trasgressione del nonsense, la spensieratezza della comicità, l’intelligenza dell’ironia…Giocando con le parole, i ragazzi arricchiscono il lessico; imparano ad apprezzare il vocabolario, che diventa potente alleato di gioco; colgono il valore della regola, la quale offre il principio di organizzazione e suggerisce la forma, in cui poi essi trovano la soddisfazione del risultato”. Un modo strepitoso di raccogliere l’eredità di Rodari, facendola vivere e respirare. E un modo intelligente, quello di entrambi, di insegnare l’uso corretto di una lingua che oggi, troppo spesso e con leggerezza, viene sottoposta a quotidiane violenze e scempiaggini. Umberto Eco, nella presentazione del libro scrisse: ”Ci lamentiamo che i nostri ragazzi, spendendo ore e ore alla tv, non siano più capaci di parlare e usare bene la lingua. Basterebbe insegnargli che con la lingua si può anche giocare, e si divertirebbero persino ad andare a caccia degli errori sintattici dei presentatori tv”. E concludeva con una nota di speranza: “Coraggio ragazzi, malgrado i programmi ufficiali la scuola sopravvive”. Credo sia un modo corretto per ricordare Ersilia Zamponi, alla quale intere generazioni debbono esserle riconoscenti e grate.

Marco Travaglini

 

Il Motovelodromo torinese celebra la “Vuelta a España”

“C’era una Vuelta”, in occasione della partenza da Torino della 80^ edizione

Sabato 23 agosto/Fino al 20 agosto, le prenotazioni per la “Cena in Rosso”

E’ sicuramente una delle più appassionanti e prestigiose corse del ciclismo mondiale. Giunta quest’anno alla sua 80^ edizione, la “Vuelta a España”, valida come “prova” dell’“UCI World Tour 2025”, si svolgerà dal 23 agosto prossimo al 14 settembre, per un totale di 3.144 chilometri, suddivisi in 21 tappe, con partenza in Italia (notizia delle notizie!) da Torino e arrivo, come da tradizione, a Madrid. Saranno ben 4 le tappe piemontesi, a iniziare dalla prima Torino Venaria Reale – Novara, seguita da Alba – Limone Piemonte, San Maurizio Canavese – Ceres e Susa– Voiron (Francia).

Dunque è proprio per celebrare il Km 0 della prima tappa sotto la Mole, che il “Motovelodromo Fausto Coppi” di corso Casale organizza sabato 23 agosto (giorno del “via”) una serie di appuntamenti di indubbio interesse, che si terranno dal mattino alla sera, all’insegna del “grande” ciclismo, della cultura sportiva e della convivialità. Ospite d’eccezione, l’ex ciclista torinese Fabio Felline vincitore della“Maglia Verde – Vuelta a España 2016”.

Particolarmente articolata e studiata con lodevole attenzione la giornata. Il primo appuntamento, alle 11, vedrà il giornalista – scrittore ed esperto di ciclismo (lui stesso da ragazzo ciclista militante tra le file del “Castelnuovo Don Bosco”) nonché opinionista Rai, Beppe Conti. Giornalista alla “Gazzetta dello Sport” e firma di lustro per “Tuttosport” e “Bicisport”, Conti è anche autore di numerosi libri dedicati al suo, da sempre, sport del cuore, che ha raccontato e racconta non solo sotto l’aspetto puramente sportivo, ma anche appassionandosi e facendo appassionare i lettori agli aspetti più decisamente “umani” dell’ambiente a “due ruote”, con una particolare predilezione, ad esempio, per la storica rivalità fra lo Sceriffo – Francesco Moser ed il novarese Beppe Saronni. Nel 2020, in occasione del 57° “Bancarella Sport” riceve il prestigioso Premio “Bruno Raschi” e nel 2021 il “Premio Selezione Bancarella Sport” con “Dolomiti da leggenda”, edito da “Reverdito”. Nell’incontro programmato al “Motovelodromo”, Beppe Conti racconterà del “Giro di Spagna” con storie e curiosità tratte dal suo nuovo libro “C’era una Vuelta” (di qui il titolo dato alla Giornata di corso Casale) edito da “Graphot”. Storie e racconti diventati leggenda e legati a nomi storici del grande ciclismo, che hanno affrontato la corsa iberica tra successi, delusioni, sofferenze, vittorie e momenti di gloria. Per quanto riguarda i ciclisti di casa nostra, la “Vuelta” ha visto sei italiani trionfare e tanti altri aggiudicarsi tappe importanti: da Angelo Conterno, il primo italiano a vincerla nel 1956, a Felice Gimondiche se l’è aggiudicata nel 1968. Dal fantastico record di Giovanni Battaglin, che in 48 giorni ha trionfato nella “Vuelta” e nel “Giro d’Italia” nel 1981, a Marco Giovannetti, fino alle vittorie di Vincenzo Nibali e Fabio Aru. Ma la “Vuelta” è anche stata l’ultima grande corsa a tappe della vita per Fausto Coppi e il sogno mai realizzato di Indurain, spagnolo di Pamplona.

Due gli appuntamenti della serata.

Alle 20 si terrà la “Cena in Rosso” sulla “pista storica” per celebrare la prestigiosa “maglia rossa (la “maglia roja”) della corsa spagnola. Nel menù, ovvio!, “paella” e “sangria”.

Alle 21, musica! Ad intrattenere gli intervenuti il “concerto live”, sostenuto dalla “Città di Torino”, del “Cane Vecchio Sa-und”, la curiosa band(musicale ma non solo) nata durante le telecronache di ciclismo su “Eurosport” fra Luca Gregorio, Riccardo Magnini e Moreno Moser, nipote di Francesco.

La tappa del Km 0, davanti al monumento intitolato a Fausto Coppi, potrà inoltre essere seguita in diretta su maxischermo.

Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito. Il costo della “Cena in Rosso” è di 25 euro a persona, con prenotazione obbligatoria entro mercoledì 20 agosto: tel. 379/15510930.

Per ulteriori info: “Motovelodromo Fausto Coppi”, corso Casale 144, Torino; tel. 011/3828188 o www.motovelodromo.to.it

g.m.

Nelle foto: Il “Motovelodromo” ripreso dall’alto; Beppe Conti; “Cane Vecchio Sa-und”

La Comunità di Nole e Villanova Canavese salutano Don Antonio

La Comunità di Nole e Villanova Canavese saluteranno don Antonio con un programma piuttosto fitto di appuntamenti che si protrarranno dal 3 al 14 settembre prossimo.
Mercoledì 3 settembre alle ore 21 si inaugurerà il restauro dei due dipinti presso la Chiesa Parrocchiale di San Vincenzo M. Di Nole, con interventi del Coro parrocchiale di Nole.
Venerdì 5 alle 16.30 si terrà la Santa Messa presso la Cappella della Casa di Riposo di Nole e saluto agli ospiti.

Sabato 6 alle 16.30 verrà inaugurato il restauro del Pilone dietro al cimitero di Nole, a  cura del gruppo ‘L Nòst Pais. Alle 17 non sarà celebrata la Santa Messa a Nole, ma alle 18.15 si terrà una Santa Messa di Ringraziamento con la comunità di Villanova presso la  Chiesa Parrocchiale di San Massimo.
Domenica 7 settembre alle 10.30 si terrà una Santa Messa solenne di ringraziamento con la comunità di Nole presso la Cappella di San Grato, mentre in caso di maltempo presso la chiesa parrocchiale. Alle 13 si terrà il pranzo comunitario al  Nole Forum con prenotazioni possibili al numero Whatsapp 3409529883 o presso gli uffici parrocchiali di Nole.
Alle 15.30  si terranno lo spettacolo e festa in onore di Don Antonio,  a cura della Comunità d Nole  e Villanova, con merenda conclusiva presso il Nole Forum.
Domenica 14 settembre si terrà l’ingresso parrocchiale di don Antonio a Settimo Torinese, con partenza alle ore 8.20 con pullman da Villanova, in piazza Principessa Mafalda, e alle ore 8.30 in pullman da Nole in piazza Piovano Rusca. Iscrizioni al numero Whatsapp 3397460622 oppure presso gli uffici parrocchiali di Nole.
Alle ore 10 si terrà la solenne Santa Messa presieduta dal cardinale Roberto Repole presso la  chiesa di San Giuseppe Artigiano e processione alla Chiesa di San Pietro in Vincoli, a seguire rinfresco e festa insieme. Alle ore 14 circa il rientro a Nole e Villanova.

Contatti info@comune.nole.it

Telefono 0119299711

MARA MARTELLOTTA

Personale sanitario dell’Arma, Usic scrive a Crosetto

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri

AL MINISTRO DELLA DIFESA
E, PER CONOSCENZA, AL COMANDANTE GENERALE DELL’ARMA DEI CARABINIERI: RICHIESTA DI CONFRONTO SULLE TUTELE E LA VALORIZZAZIONE DEL PERSONALE SANITARIO DELL’ARMA DEI CARABINIERI NELL’AMBITO DELLA RIFORMA DEL SERVIZIO SANITARIO MILITARE NAZIONALE.

Egregio Signor Ministro della Difesa,
con la presente, desideriamo esprimerLe le nostre preoccupazioni, nell’interesse di tutti i tesserati dell’USIC, ma anche dei colleghi che, pur non essendo iscritti a nessun sindacato, ci hanno contattato per manifestare il loro timore in relazione al progetto di costituzione di un Servizio Sanitario Militare Nazionale che sta circolando.
La costituzione di tale Servizio Sanitario Interforze pare rappresentare un’iniziativa di grande importanza per la razionalizzazione del comparto sanitario delle Forze Armate. Tuttavia, l’attuale processo di costituzione di tale servizio solleva profonde perplessità e crescenti preoccupazioni riguardo alle modalità attuative, in particolare per quanto concerne il personale sanitario dell’Arma dei Carabinieri. A tal proposito, la circolazione di bozze non ufficiali di tale riordino sta generando agitazione e confusione tra il personale interessato.
Pur riconoscendo il nobile intento di tale riforma, si evidenzia la mancanza di un adeguato processo partecipativo con le rappresentanze sindacali, in palese contrasto con i principi di trasparenza, condivisione e rispetto delle prerogative sindacali sanciti dal D.lgs. 46/2022. Questa lacuna sta generando una serie di criticità che, a nostro avviso, comprometterebbero l’efficacia della riforma e lederebbero i diritti e la dignità professionale del personale coinvolto.
In particolare, la mancanza di un dialogo preventivo con le Organizzazioni Sindacali Militari (O.S.M.) si tradurrebbe in una totale assenza di valutazione delle significative ripercussioni su impiego, mansioni, mobilità, equilibrio vita-lavoro e prospettive di carriera del personale sanitario dell’Arma.
Alla luce di questa situazione di incertezza e preoccupazione del personale sanitario dell’Arma dei Carabinieri, Le chiediamo cortesemente di poter avviare con urgenza un confronto costruttivo mediante l’istituzione di un tavolo tecnico con le rappresentanze sindacali, al fine di definire criteri trasparenti, equi e condivisi per l’attuazione della riforma.
In vista di questo auspicato tavolo tecnico, Le saremmo grati se volesse trasmetterci una copia ufficiale del progetto di riforma, nonché una relazione tecnico-organizzativa dettagliata che illustri l’assetto del SSMN, le figure professionali coinvolte, i criteri di assegnazione e l’ubicazione delle strutture.
Confidando in un’attenta e pronta valutazione delle nostre istanze, restiamo a disposizione per ogni chiarimento e confronto, nella certezza che si possa giungere a una soluzione che preservi le prerogative e l’identità del personale coinvolto, garantendo al contempo il successo e l’efficacia del nuovo servizio sanitario
Cordialmente.

Il Segretario Generale Antonio Tarallo

Roma, 5 agosto 202

Tracce di Templari, da Ventimiglia a Seborga

Quel giorno, nel dedalo di viuzze a Ventimiglia Alta, tra chiese quasi millenarie, San Michele, la cattedrale di Santa Maria Assunta e la chiesa di San Francesco, un templare pugnalò a morte un capitano genovese. Templari e genovesi venivano spesso alle mani in città. Sovente si accendevano zuffe e risse anche per futili motivi e a volte finiva proprio male. L’ostilità tra i contendenti aveva raggiunto livelli molto alti dopo la conquista genovese della città più occidentale della Liguria. I ventimigliesi, gli antichi intemelii, non volevano finire sotto il controllo della Repubblica di Genova, cercarono di resistere con tutte le loro forze ma nel 1221 dovettero arrendersi al lungo assedio per mare e per terra. La durezza del dominio della Superba scatenò ben presto la reazione violenta degli abitanti che facendosi scudo dei templari, più energici e meglio armati, affrontavano spavaldi i genovesi e talvolta ci scappava il morto. Ebbene, quel giorno di otto secoli fa, le cronache del tempo riportano la notizia che il templare fra Raimondo Galiana scatenò la propria rabbia contro gli occupanti genovesi uccidendo un capitano della Superba. Perché i Templari si trovavano a Ventimiglia? La città dell’estremo ponente ligure era un importante centro commerciale e marinaro con un continuo viavai di gente.
I Templari assicuravano la scorta armata ai pellegrini diretti a Santiago di Compostela, nella Galizia spagnola, e ai mercanti in cammino verso le fiere di Arles e di Nimes. Tra templari e genovesi non correva buon sangue né in patria né nei territori d’Oltremare. Cavalieri rosso-crociati e genovesi erano schierati in due opposti partiti nel Vicino Oriente e le lotte tra di loro erano frequenti. I genovesi erano alleati con i cavalieri di Gerusalemme e con gli spagnoli mentre i templari erano insieme a veneziani e pisani, Ma accadeva anche qualcos’altro. Correva infatti la voce che nell’estremo ponente ligure, transitavano antiche reliquie sacre e altri oggetti misteriosi. Furono i Templari della vicina Seborga, piccolo borgo di meno di 300 abitanti nell’entroterra di Bordighera, a portarli via e a nasconderli? È solo leggenda o c’è qualcosa di vero? In fondo, sia l’Ordine del Tempio sia il fantomatico Principato di Seborga sono spesso avvolti in un’aura di mistero e non si può escludere che qualcosa potrebbe essere ancora nascosto nello stesso Principato ligure. E che dire di Ventimiglia che ancora oggi ospita i raduni mondiali di Templari del terzo millennio organizzati dal Gran Priorato del Principato di Monaco dell’Ordre du Temple de Jèrusalem? Perché proprio nell’antica Albintimilium, l’odierna Ventimiglia? Anche qui, nella parte più occidentale della costa ligure, la memoria dei cavalieri Templari è ancora viva. Quanti misteri…alla Giacobbo, il gigante di Freedom che li risolve…quasi sempre.
Eppure una spiegazione c’è anche in questo caso: qui i Cavalieri Bianchi ci sono stati davvero. E a Seborga? Non ci sono prove storiche concrete che dimostrino la presenza dei Templari in questo piccolo paese anche se la tradizione locale e alcune leggende mantengono in vita il legame tra il borgo e l’ordine cavalleresco. Un modo sicuro per arricchire il fascino storico e culturale della località collinare a nord di Bordighera. Si narra addirittura, secondo alcune leggende, che nel 1117 San Bernardo di Chiaravalle, monaco, abate e promotore della II Crociata (1147-1150) si recò a Seborga e consacrò i primi nove cavalieri templari nella chiesa a lui dedicata, prima della loro partenza per le Crociate. In paese si svolgono raduni che richiamano la presenza dei Templari e il Principato di Seborga, nato negli anni Novanta del secolo scorso per rivendicare una “favolosa” indipendenza, riconosce l’Ordine dei cavalieri bianchi. Secondo alcuni storici non si tratta solo di leggenda ma la tradizione templare di cui Seborga si vanta sarebbe suffragata da una documentazione di tutto rispetto. In effetti, camminando per il paese si vedono croci templari ovunque, nelle vie e sugli edifici. Perfino una birra locale riporta l’effigie dei cavalieri sulla bottiglia, Siamo nel cuore dell’Ordine del Tempio? Qualcuno dice di sì, tanti altri sono molto più prudenti anche se la tradizione seborghina vede proprio in questo borgo i primi passi compiuti dai mitici cavalieri templari.
Filippo Re
nelle foto, paese collinare di Seborga , Cattedrale di Santa Maria Assunta a Ventimiglia Alta, Templari a Seborga

Ambiente, Spinetta Marengo: incontro in Regione

Parole confortanti sono quelle che sono state espresse dagli assessori alla Sanità Federico Riboldi e all’Ambiente Matteo Marnati al termine dell’incontro conclusosi il 4 agosto scorso con i vertici italiani di Syensqo e la direzione dell’impianto di Spinetta Marengo, incontro cui era presente anche il Coordinatore della Commissione tecnica della Task Force Pfas, Fabrizio Priano.

“Sono stati compiuti importanti passi in avanti per arrivare a un accordo preciso e puntuale per la salvaguardia  ambientale e della salute dei cittadini- hanno dichiarato i due assessori.
Un incontro proficuo che siamo fiduciosi porti nero su bianco gli impegni dell’azienda per la futura produzione,  le bonifiche ambientali e la salute di lavoratori e cittadini”.

Sul tavolo molti i temi affrontati nell’ambito del Pfas, e non solo, per arrivare a settembre ad un accordo ad ampio raggio, che preveda una produzione sempre più  sostenibile, accompagnata da investimenti sulla bonifica del sito. “Entro fine settembre vorremmo giungere alla chiusura dell’accordo- hanno sottolineato gli assessori Riboldi e Marnati- dove saranno anche specificate nel dettaglio le modalità di monitoraggio, affidate ad un ente certificatore terzo”.

“L’impegno della Regione Piemonte sui Pfas e sullo stabilimento di Spinetta Marengo rimane alto e determinato, quindi ringraziamo l’azienda per il confronto costruttivo su questo tema, che, ricordiamo, ha al centro la salvaguardia della salute e dell’ambiente e, soprattutto, l’uscita dalla produzione e dall’uso di fluorotensioattivi – hanno concluso Federico Riboldi e Matteo Marnati.

Mara Martellotta

Pentenero (Pd): un welfare che include e sostiene

“Il Piemonte deve tornare a prendersi cura dei più fragili”

4 agosto 2025 – “Esprimo la mia soddisfazione per l’approvazione dell’ordine del giorno collegato all’Assestamento di Bilancio che impegna la Giunta regionale a intervenire con urgenza per ripensare il welfare regionale, renderlo sostenibile e universale, e a dedicare tutte le risorse necessarie, provenienti dall’extra gettito IRPEF, per garantire il pieno riconoscimento dei diritti dei cittadini e delle cittadine piemontesi in materia di cura e assistenza per la non autosufficienza, incrementando gli investimenti sia per quanto riguarda l’assistenza domiciliare che quella residenziale e semi-residenziale. Il sistema socio-sanitario piemontese, infatti, è al collasso. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e la crescita della domanda di assistenza stanno mettendo a dura prova un modello che, pur essendo stato fondamentale per le nostre comunità, oggi rischia di non reggere più” spiega la Presidente del Gruppo Pd del Consiglio regionale Gianna Pentenero.

“Oltre 23.000 persone non autosufficienti sono in lista d’attesa per un posto in RSA, e molte altre stanno ancora attendendo di essere valutate. il Patto per un welfare innovativo e sostenibile esclude semi-residenzialità, domiciliarità e servizi territoriali. Su tali settori non sono pertanto allo stato previsti aumenti delle risorse destinate – aggravando ulteriormente la situazione e mettendo seriamente a rischio la tenuta del welfare piemontese – tanto per quanto riguarda la continuità dei percorsi di assistenza che per quanto riguarda gli attuali livelli occupazionali, l’adeguatezza dei salari e delle condizioni di lavoro. Occorrono con urgenza azioni concrete: attivare i tavoli di lavoro previsti, aumentare il budget sanitario, estendere gli aumenti tariffari anche ai servizi semiresidenziali, domiciliari e territoriali” aggiunge la Presidente Pentenero.

“E’, inoltre, necessario – prosegue Gianna Pentenero – garantire gli aumenti salariali previsti dal nuovo contratto collettivo per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative sociali. Parliamo di oltre 30.000 persone che ogni giorno garantiscono assistenza, cura e dignità ai più fragili. Non possiamo permettere che il loro lavoro venga svalutato o reso insostenibile. La Regione deve dare indicazioni chiare alle ASL sulla spesa per la non autosufficienza, garantire la piena operatività delle strutture e attivare un confronto serio con ANCI Piemonte per tutelare anche i servizi gestiti direttamente dagli enti locali”.

“Ribadisco, ancora una volta, che il welfare non rappresenta un costo, ma un investimento per il futuro della nostra comunità. Il Piemonte ha bisogno di un sistema che metta al centro le persone, i territori e chi ogni giorno lavora per garantire assistenza e inclusione” conclude Pentenero.

CS