ilTorinese

L’impegno della delegazione di Torino di Fondazione Veronesi

Per la ricerca scientifica nel campo dell’oncologia pediatrica

 I fondi raccolti durante lo scorso anno, grazie al grande impegno della delegazione torinese – guidata da Adele Artom – hanno permesso di contribuire all’avviamento del «Registro di trattamento con CAR-T», ossia una banca dati efficiente che consentirebbe di individuare in modo veloce le cure più efficaci per i bambini e gli adolescenti affetti da tumori del sangue (come ad esempio le leucemie), permettendo loro di avere maggiori possibilità di guarigione e minori effetti collaterali delle terapie.

Un grande impegno che verrà celebrato durante l’annuale cerimonia dedicata ai finanziamenti alla ricerca scientifica di Fondazione Umberto Veronesi, che si terrà mercoledì 15 maggio alle ore 11.00 presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano.

La delegazione torinese, composta da Adele Artom, Giovanna Ardoino, Carlo Buzzi, Nicoletta Crocioni, Patrizia Fischer, Chiara Crocioni, Patrizia Griffa, Julica Napolitano e Paola Toso Grillo, è da anni impegnata nel sostegno alla ricerca d’eccellenza, con la realizzazione di eventi di raccolta fondi ed è da sempre sensibile all’importanza della divulgazione scientifica, organizzando incontri dedicati agli studenti e alla società civile.

“La delegazione torinese è nata nel 2015 e da allora ha sempre portato avanti il suo impegno a sostegno della ricerca scientifica in oncologia pediatrica. Crediamo fortemente che tutti i bambini debbano essere curati con le migliori terapie possibili e per tale motivo in molti hanno aderito alle nostre iniziative di raccolta fondi e di divulgazione sul territorio, a loro porgo il mio sentito ringraziamento per aver contribuito al raggiungimento di questo importante risultato” – dichiara Adele Artom, Responsabile della Delegazione di Torino.

Investimento in oro senza tasse, finita la pacchia

Per secoli investire in oro è stato considerato un eccellente affare non solo per la possibilità di conservare nel tempo un capitale al riparo da rischi planetari (guerre, crisi economiche, fallimenti
bancari), ma anche di ottenere consistenti guadagni e, soprattutto, di passare importi anche consistenti senza pagare imposte. Acquistare lingotti oppure monete d’oro (sterline, marenghi, dollari, krugerrand, pesos) significava trasformare denaro (spesso contante, frutto magari di transazioni “in nero” o addirittura illegali e
criminose) in un bene rifugio facilmente conservabile in una cassetta di sicurezza al riparo da occhi
indiscreti e trasmissibile senza controlli.
Ricordiamo che nel nostro Paese per i privati è divenuto possibile acquistare e vendere oro da investimento in lingotti solo dal 2000, con la legge che abolì il monopolio dell’oro da parte
dell’Ufficio italiano dei cambi, stabilendo inoltre che la negoziazione dell’oro fosse esente da IVA. Per quanto riguarda il semplice possesso, il privato cittadino che acquista, non è tenuto a fare alcuna dichiarazione.
Un’area di “franchigia” che il governo ha deciso di rimuovere per rendere l’investimento in oro
equiparabile all’investimento immobiliare o in titoli, soggetto quindi a tassazione sulle plusvalenze
conseguite.
Un atto di elementare giustizia fiscale che ha posto rimedio a secoli di evasione. L’imposta colpisce la plusvalenza , cioè il guadagno dovuto dal maggior prezzo di vendita rispetto a
quello di acquisto. L’aliquota è quella ”ordinaria” prevista per ogni tipo di guadagno da investimento, cioè il 26%.
Se ad esempio si acquista un lingotto a 1.000 € e lo si rivende a 1.300 €, sul guadagno di 300 € si
pagherà un’imposta di 78 €. Come in ogni altro caso d’investimento, il prezzo di acquisto e di vendita va documentato con fatture rilasciate da operatori accreditati.
E qui nasce per molti un problema.
Chi ha ricevuto oro grazie ad un’eredità, oppure ha accumulato negli anni le monete regalategli per
comunione, compleanno o altri eventi importanti non ha sicuramente traccia dell’acquisto.
Scatta allora il calcolo “presuntivo”, che fino a dicembre 2023 prevedeva il pagamento del 26% su
una plusvalenza forfetariamente fissata nel 25% della vendita: ad esempio, vendendo un lingotto a
1.300 € non possedendo la certificazione del prezzo di acquisto, si doveva pagare un’imposta pari a
84,5 €. In pratica, il venditore pagava una “patrimoniale” pari al 6,5% del valore di vendita.
Come accennato, però, il regime fiscale tutto sommato “morbido” è stato modificato con la legge di
bilancio 2024 (Articolo 92 a-c L. 30 dicembre 2023, n. 213 ), che ha stabilito che per tutte le vendite di oro di cui non si possiede la documentazione relativa al valore iniziale si paghi un’imposta pari al 26% del prezzo incassato. Riprendendo l’esempio precedente, su 1.300 € l’imposta schizza a 338 € , quattro volte il livello precedente.
Che cosa fare oggi in questo scenario?
Dal punto di vista puramente finanziario l’investimento appare meno conveniente di prima proprio
per il carico fiscale che riduce i profitti che potrebbero essere conseguiti.
Ma ovviamente, poiché comprare oro non è solo un’operazione finanziaria, sicuramente l’aggravio
non fermerà gli acquisti, legati soprattutto al bisogno di sicurezza in un momento di forti tensioni
internazionali.
E resta ancora uno spiraglio di esenzione: le transazioni fra privati, infatti, restano al difuori
dell’area tassabile perché solo nel caso in cui ci si rivolga ad un intermediario ufficiale, occorre
esibire la documentazione richiesta dalla legge.
Certo, probabilmente i compratori pretenderanno uno “sconto” sul prezzo per cautelarsi dal rischio
di dover essere loro, un domani, a subire la tassazione; ma sicuramente lo spazio c’è e continuerà ad
esserci finché il metallo giallo circolerà…
Gianluigi De Marchi 
Giornalista e scrittore
demarketing2008@libero.it

Foody 2025: ortofrutta e Horeca nel Mercato Agro Alimentare di Milano

Giovedì 16 maggio alle ore 18.00, “Parla Con Me” torna in diretta con un episodio interessante che ospiterà un ospite speciale: il Maestro Chef della Frutta, Andrea Lopopolo.

Durante la trasmissione, condotta da Simona Riccio, Agrifood & Organic Specialist e fondatrice di “Parla Con Me”, si parlerà dell‘inaugurazione del nuovo Padiglione Ortofrutta 1 del mercato alimentare di Milano, avvenuta recentemente con la partecipazione del Sindaco di Milano Giuseppe Sala e altri attori del settore. Questo nuovo padiglione segna un importante traguardo nell’ambito del piano Foody 2025, rappresentando un impegno verso la modernizzazione e la digitalizzazione del settore agroalimentare.

La trasmissione sarà un’occasione per approfondire il dialogo tra il settore ortofrutticolo e l’Horeca, esplorando le opportunità e le sfide legate alla promozione del consumo di frutta e ortaggi. Andrea Lopopolo, noto come il Maestro Chef della Frutta, condividerà la sua esperienza e la sua visione sull’importanza di unire i due settori per creare servizi innovativi che promuovono uno stile di vita sano e sostenibile.

Andrea Lopopolo ha partecipato personalmente all’inaugurazione del nuovo Padiglione Ortofrutta 1 del mercato alimentare di Milano, e potrà quindi condividere in prima persona la sua esperienza e la visione sulla sinergia tra il settore ortofrutticolo e l’Horeca

“Parla Con Me” sarà trasmesso in diretta sulla pagina LinkedIn Top Voices e Facebook di Simona Riccio, oltre al canale YouTube di Parla Con Me. Tutte le informazioni e gli aggiornamenti saranno condivisi attraverso i canali social ufficiali.

Appuntamento  giovedì 7 marzo alle ore 18.00 su www.parlaconmeofficial.it.

Per riascoltare tutte le edizioni precedenti potete visitare il sito www.parlaconmeofficial.it

Volpiano, un incontro con Enrico Pandiani


A partire dal recente «Ombra», un’occasione per riscoprire i successi del giallista

Venerdì 17 maggio alle 21, a Volpiano nella Sala «Maria Foglia» di via Trieste 1, è in programma un incontro con lo scrittore Enrico Pandiani; ingresso libero.

Così la presentazione: «Approfittando dell’uscita del suo ultimo giallo intitolato “Ombra” (2023), la biblioteca comunale di Volpiano ha invitato Enrico Pandiani per condividere con i lettori la sua esperienza di autore: un momento unico per ripercorrere i suoi successi e comprendere le sfumature di una delle penne thriller più apprezzate d’Italia».

Torino, il pubblico premia la mostra di Toulouse -Lautrec 

Al Mastio della Cittadella con 15 mila presenze in soli 15 giorni dall’apertura

 

E venerdì 17 alle ore 19.30, serata spettacolo dal titolo Note di Belle Époque  a cura dell’artista Francesco Bergamasco. Biglietto unico con visita della mostra a 20 euro

 

        Sono bastati 15 giorni per registrare un record di presenze, al Museo Storico Nazionale D’Artiglieria – Mastio della Cittadella a Torino, con oltre 15mila visitatori che hanno affollato la mostra Henri de Toulouse Lautrec – Il mondo del circo e di Montmartre, dedicata al pittore della Ville Lumière di tardo Ottocento. Ma per gli amanti della Belle Époque le sorprese non sono ancora finite. Domani, venerdì 16, con inizio alle ore 19.30, si svolgerà la rassegna musicale, a cura di ErreMusica APS, dal titolo “Note di Belle Époque”.

Interprete della serata spettacolo sarà l’artista Francesco Bergamasco che realizzerà, nel programma musicale Viaggio a Parigi, le opere di Fauré (Notturno n.1 e 5), di Roussel (Suite op. 14 – Prélude, Sicilienne, Bourré e Ronde), di Satie (Gymnopédie n.1 e Gnossienne n.3) e Ravel (Valses nobles et sentimentales).

 

L’iniziativa, che consente anche la visita alla mostra di Toulouse-Lautrec con la cura di Joan Abelló, prodotta da Navigare srl e patrocinata da Regione Piemonte e da Città di Torino, consentirà a soli 20 euro di ammirare oltre 100 opere, tra manifesti, illustrazioni e litografie, provenienti da collezioni private spagnole.

    Il percorso espositivo, realizzato in 5 sezioni: I manifesti e le illustrazioniLe Donne ed EllesIl circoI ritrattiL’esperienza multimediale, ripercorre la breve vita e l’attività artistica del giovane aristocratico Henri de Toulouse-Lautrec, riconosciuto come uno degli artisti bohémien più rappresentativi dell’epoca.

    Di particolare interesse in mostra anche le 12 stampe della serie Elles, datate 1952, nella seconda sezione, con ritratti di prostitute del quartiere Montmartre con le quali Toulouse-Lautrec condivideva una particolare quotidianità, avendo scelto di abitare nelle maisons closes parigine per diverso tempo.

      Per favorire l’avvicinamento dei visitatori al contesto storico in cui visse Lautrec, il percorso accoglie anche una suggestiva sala ispirata ai camerini dei locali notturni della Belle Époque, realizzata dalla società specializzata Blurred, con una parte multimediale, e con arredi ispirati agli ambienti dipinti nell’opera Al Salon di rue des Moulin. Grazie, inoltre, ad una particolare illuminazione, i visitatori avranno l’opportunità di scattare selfie per immortalare l’esperienza della visita alla mostra.

     La mostra è realizzata in coproduzione con Diffusione Cultura S.r.l e AICS Comitato Provinciale di Torino e in collaborazione Difesa Servizi S.p.A., Reial Cercle Artìstic, Glocal Project Consulting e Ono Arte Contemporanea. Apertura tutti i giorni con orario continuato (lun-ven 9:30-19:30; sabato, domenica e festivi 9:30-20:30) sino al 21 luglio. Prevendita on-line: www.ticketone.it. Info: www.navigaresrl.com.

Menù di primavera elegante e colorato al “Les petites Madeleines” del Turin Palace

Piove oltre i portici di via Sacchi e maggio sembra un concetto lontano. Quest’aria decadente porta dritto al “Les petites Madeleines”, il ristorante del Turin Palace. Nuvole e acquazzoni non permettono di aprire la terrazza dell’hotel a quattro stelle, una finestra su tutta Torino, ma la primavera si spalanca sincera muovendo i primi passi nella sala del ristorante. È l’effetto immediato delle pareti ottocentesche d’un verde appena accennato e delle tovagliette viola come distese di zafferano. Ci si accomoda su questo prato morbido e ronzano subito in testa i “Canti orfici” di Dino Campana (Einaudi, ET Poesia, 231 pagine). L’atmosfera è sottile e offre l’eleganza e i colori delle parole del poeta di Marradi. Si può mettere definitivamente da parte la malinconia delle temperature esterne e aprire, con appetito, le danze: si concluderanno solo a tarda sera e solo dopo aver visitato la terrazza, nonostante sia cullata dalla pioggia.

Il ristorante del Turin Palace tra pioggia e cibi di primavera

La carta di primavera sul tavolo ci dice che possiamo ordinare senza troppi pensieri. Attingiamo a piene mani da quella parte di menù dedicata agli asparagi, una selezione di pietanze pensata per onorare i frutti di stagione.

Si parte, quindi, con tartare di Fassona con asparagi e, per restare in tema, uovo a bassa temperatura con asparagi.

Sui primi piatti non ci sono dubbi: gnocchi di barbabietole, spugnole e blu del Monviso e, ancora, maccheroncini alle acciughe con olio aromatizzato al peperoncino e pangrattato.

 

Resta solo da decidere l’accompagnamento, ma per questo ci si affida subito a Luca, il sommelier. Scopriamo che al ristorante del Turin Palace il Nebbiolo si serve anche freddo. Pensare questo rosso intenso nel secchiello del ghiaccio fa strano, ma c’è un aneddoto dietro questa usanza. Pare che, infatti, così lo desiderò il poi futuro presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson quando, nel 1787, visitò Torino.

Un fiume di vino al Turin Palace

Dopo gli accenni di storia, torniamo presto al presente e iniziamo ad assaporare la magia della bottiglia che sarà regina della cena: un Verduno Velaperga di Ascheri. Il colore rosso scarico e il suo profumo suggeriscono subito che si tratta di una rarità, così come raro è il vitigno da cui nasce. L’etichetta blu spiega poi che è un vino solidale: una parte della produzione viene infatti donata alla onlus “Gusto della Solidarietà” per finanziare i progetti dei gruppi di Volontariato Vincenziano. È perfetto anche unito agli omaggi dello chef: un’oliva tonnata, finta ma perfetta, e un gazpacho con verdure. Ma il vero tocco di grazia arriva col pane, armonia di dolcezza e sapidità, accompagnato da un burro salato che, in bocca, diventa una danza. Le portate principali sono solo un’altra ventata di primavera: dal quadro verde e giallo dell’uovo al dominio dell’asparago fino alle note limonose della pasta.

Dolci poesie

Per rinforzare i dessert, ancora una volta, ci si affida a “quello che consiglia Luca”. E Luca, per tiramisù e millefiori di bosco, yogurt e yuzu, sceglie, rispettivamente, un ice wine ucraino (Chateau Chizay) e un forteto della Luja Piasa Rischei Loazzolo Doc.

Come dargli torto. E come darne allo chef, che per chiudere in bellezza ci omaggia con rocher, bavarese al lampone e gelatina. Nel frattempo, ormai, l’ultima metro è persa. Per qualche altro istante si sta tra le pareti un po’ fiorite un po’ rigate della sala, a rubare quella pace che sa donare un posto come questo. Poi, al momento di andar via, si hanno in dono i sorrisi del personale e una piccola confezione di madeleines che non avrà lunga vita. Prima di rientrare, però, va sciolta una promessa: il giro nella terrazza che una primavera piovosa ha tenuto chiusa più a lungo del solito.

 

Una terrazza per sognare al Turin Palace

Una volta su, è lampante che Torino abbracciata dal buio è ancora più bella. Porta in grembo inquietudine e mistero. Quasi si vede Dino Campana, che studiò per qualche tempo in un liceo poco lontano dal Turin Palace, mentre scrive del suo vagare: “Di notte, nella piazza deserta, quando nuvole vaghe correvano verso strane costellazioni, alla triste luce elettrica io sentivo la mia infinita solitudine” (p. 140). Ci si può sentire così di fronte a questo panorama struggente, ma l’aedo marradese in quegli stessi “ricordi di un vagabondo” (p. 142) parla anche di un passare di “ore di sogno […] che scioglievano in tenerezze i grumi più acri del mio dolore, ore di felicità completa che aboliva il tempo e il mondo intero, lungo sorso alle sorgenti dell’Oblio”. Ed ecco, infine, si sa che, oltre la pioggia, è proprio questo che lascia un po’ di primavera ritrovata in un maggio lontano.

Daniela Melis

“Le città delle piante”, torna il Festival del verde nei Comuni torinesi

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Dal 20 al 26 maggio a Torino e nell’ area metropolitana torna l’appuntamento con la natura in città: un’intera settimana per offrire ai cittadini un racconto inedito del verde urbano. 

Saranno 11 i comuni coinvolti (Carignano, Collegno, Moncalieri, Nichelino, Pino Torinese, Rivalta di Torino, San Mauro Torinese, San Secondo di Pinerolo, Santena, Settimo Torinese, Torino) a cui si aggiungono trasferte “extra-provinciali” a Cuneo e in provincia di Asti. Con alcuni comuni aderenti il Festival ha promosso un concorso dal titolo “1 mq di giardino” per la progettazione e la successiva realizzazione di un’area dimostrativa di verde pubblico resistente ai cambiamenti climatici. oltre 150 appuntamenti diffusi in più di 100 tra parchi pubblici, giardini, orti urbani, musei e altri territori fino a sconfinare a Cuneo.

Dopo l’edizione sperimentale dello scorso anno con il coinvolgimento di oltre 20 mila persone,  torna a Torino e area metropolitana il Festival del Verde – www.festivalverde.it raddoppiando il numero di iniziative. Visite guidate negli spazi verdi più suggestivi, tour nell’agricoltura urbana, reading e presentazioni di libri, attività di volontariato, escursioni naturalistiche per scoprire il verde urbano come mai è stato presentato.

“Le città delle piante” è il titolo di questa edizione dedicata a quella rete di ecosistemi urbani e naturali che convivono e interagiscono ogni giorno con gli esseri umani e le loro tecnologie. Il Festival, il cui maggior sostenitore è la Fondazione Compagnia di San Paolo, offre un racconto complessivo attraverso l’esperienza diretta delle storie invisibili di questi ambienti spesso nascosti. Ogni evento del Festival è categorizzato in base a una delle cinque città delle piante (Città verdi da coltivare, Città verdi da curare, Città del verde salubre, Città del patrimonio verde, Città della cultura verde).

Il week-end del Festival del Verde (24-26 maggio) ospita anche FLOR Primavera che porterà ai Giardini Reali di Torino circa 150 tra florovivaisti, agricoltori e artigiani green, e Verde Svelato, un percorso sperimentale che aprirà per la prima volta le porte di piccoli e grandi giardini “segreti”, aree verdi private solitamente nascoste e inaccessibili alla cittadinanza che saranno visitabili in esclusiva per la manifestazione. Durante il Festival, inoltre, la mostra artistica d’illustrazione Germogli si trasformerà in una “Street Expo” lungo Via Po, proponendo le opere di 16 illustratori emergenti che raccontano con la loro arte la bellezza della Natura.

Con il Festival di quest’anno inizia anche una prima mappatura dei giardini e degli orti scolastici della Città di Torino che quest’anno saranno aperti in via straordinaria per un giorno mentre le scolaresche saranno ospitate a FLOR Primavera la mattina di venerdì 24 maggio.

Per il Festival del Verde, da lunedì 20 a venerdì 24 maggio, apre con biglietto di ingresso a prezzo ridotto l’Orto botanico dell’Università di Torino dove sarà possibile partecipare a una visita guidata gratuita condotta da esperti.

Anche quest’anno abbiamo registrato una grande adesione ed entusiasmo delle realtà, pubbliche e private, che contribuiscono a migliorare e curare il verde urbano di Torino e dell’area metropolitana. – Spiega Giustino Ballato, Presidente di Orticola del Piemonte e co-ideatore del Festival – L’obiettivo è avvicinare il maggior numero possibile di cittadini a un mondo straordinario come quello delle piante in città”.

I grandi parchi e giardini pubblici saranno i protagonisti di “I segreti del verde (urbano) – Storie e alberi della città di Torino”, una serie di passeggiate gratuite condotte dai tecnici del verde pubblico alla scoperta delle storie inedite della città vegetale: dai platani di Carlo Alberto al parco suor Michelotti alle rarità botaniche dei Giardini reali bassi fino al bosco naturale di Parco Leopardi. Mentre l’inconsueto olivo che cresce nell’area verde di pertinenza dell’anagrafe centrale di Torino sarà al centro di un racconto dedicato alla diffusione di questo albero in Piemonte. In collaborazione con Torino Spazio Pubblico, il progetto di cittadinanza attiva per la cura di spazi pubblici e beni comuni promosso dalla Città di Torino, sarà possibile inoltre partecipare alle attività di manutenzione del verde in diverse aree e giardini. Da non perdere anche la passeggiata nell’area di alto valore naturalistico presso il bosco morenico di Rivalta di Torino.

Il 25 e 26 maggio sarà inoltre possibile visitare un’ala del Parco di Villa Abegg, La scoperta del Parco sarà accompagnata da un ricco programma di attività curato dall’Assessorato alla Cura della città, Verde pubblico e Parchi con la Divisione Verde pubblico della Città di Torino, in collaborazione con l’Associazione culturale Web Garden, lo IED di Torino, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) dell’Università degli Studi di Torino e l’Accademia di Agricoltura di Torino.

Il Festival del Verde offre l’opportunità di conoscere, con una visita guidata gratuita mercoledì 22 maggio, il Museo della Frutta Francesco Garnier Valletti e l’Accademia di Agricoltura di via Andrea Doria che sarà accessibile nel fine settimana. In calendario anche una visita al Giardino di Palazzo Madama con approfondimento sulle piante che attirano api e impollinatori. Nel Festival grande spazio anche all’agricoltura urbana: dall’orto collettivo e frutteto delle donne al Parco Mennea gestito da ColtivaTo, weTree e altre associazioni fino a quelli del Bunker e del Viale della Frutta. A Pino Torinese, invece, il Festival “Dalla collina alla Tavola”.

Questa settimana così ricca di eventi – aggiunge Fabio Marzano, co-ideatore del Festival – offre anche una grande opportunità di informazione sul verde urbano, sia pubblico che privato, e sul valore del nostro patrimonio naturalistico”.

Dal 24 al 26 Maggio torna anche la terza edizione di “Un grado e mezzo. Festival su clima e ambiente”, quest’anno inserito nel calendario di Festival del Verde con l’obiettivo di far germogliare nuove e fruttuose collaborazioni.

Il valore di 1,5°C è il limite di innalzamento della temperatura media globale che non dovrebbe essere superato a fine secolo, rispetto ai valori preindustriali, per garantirci un futuro meno incerto, più sano e più equo. Il festival “Un grado e mezzo” nasce per far riflettere il pubblico sul futuro che ci aspetta: una 3 giorni di appuntamenti, gratuiti e aperti a tutti, dedicati alla salvaguardia dell’ambiente, per parlare di cambiamento climatico sotto diversi punti di vista mescolando registri differenti. Ospitati alla Biblioteca civica Alberto Geisser, sulle sponde del Po, eccellenze della ricerca italiana si alterneranno a scrittori, giornalisti, divulgatori per discutere di un tema importantissimo: l’acqua. Ad aprire i lavori l’alpinista e divulgatore Hervé Barmasse che accompagnerà il pubblico in un affascinante viaggio per riflettere e farsi affascinare dallo stretto rapporto che lega acqua e montagne.

Maggiori informazioni sul Festival del Verde al link www.festivalverde.it

Ai bianconeri la Coppa Italia: Atalanta-Juventus 0-1

La Juve vince per la 15^ volta la Coppa Italia. Allo stadio Olimpico di Roma i bianconeri hanno sconfitto 1-0 l’Atalanta nella finale della 77esima edizione del trofeo grazie al gol di Vlahovic dopo 4 minuti. Si tratta della quinta Coppa Italia per Allegri.

Uomo accoltella la moglie al culmine di una lite

A San Maurizio Canavese una donna albanese di 58 anni è stata ferita con tre coltellate dal marito. È stata ricoverata in codice rosso al San Giovanni Bosco di Torino. Il marito di 62 anni, è stato arrestato dai carabinieri per tentato femminicidio e maltrattamenti in famiglia. L’aggressione sembra sia avvenuta nel corso di una lite per futili motivi.

Insegnante abusava di studentessa tredicenne

Un docente che fino a febbraio insegnava in una scuola media della provincia torinese sarebbe indagato per violenza sessuale pluriaggravata. Il professore è infatti stato denunciato dai genitori di una studentessa tredicenne. Per l’accusa, secondo quanto scrive La Stampa, l’uomo avrebbe circuito la giovane studentessa molestandola nei bagni e nelle aule della scuola. Sarebbero agli atti anche messaggi WhatsApp inviati alla ragazza. La minorenne non voleva più andare a scuola. Da qui i sospetti del padre che ha scoperto la vicenda.