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Collegamenti tra Italia e Francia, la Regione chiede l’intervento di Tajani

Al Grattacielo Piemonte vertice con il vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani, i presidenti della Regione Piemonte, Alberto Cirio e Valle d’Aosta Renzo Testolin, il sindaco Stefano Lo Russo e le associazioni di categoria

Massimo impegno per migliorare i collegamenti tra Italia e Francia la cui fragilità oggi rischia di avere ripercussioni importanti sulle attività produttive, sulla logistica e sulle esportazioni. E’ questo l’impegno emerso dal tavolo Italia-Francia che si è svolto oggi al Grattacielo Piemonte alla presenza del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del presidente della Regione Valle d’Aosta Renzo Testolin, del sindaco di Torino e della Città metropolitana Stefano Lo Russo e in videocollegamento, del viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi e dell’ambasciatore di Francia in Italia Martin Briens.

Al centro del confronto le chiusure della ferrovia del Frejus a causa della frana che l’ha interrotta ad agosto del 2023, e le chiusure programmate del Monte Bianco – tre mesi all’anno per 18 anni – per la sua manutenzione e messa in sicurezza.

 

Al tavolo hanno partecipato i rappresentanti della Camera di Commercio di Torino e delle associazioni di categoria che hanno illustrato le ricadute in termini economici che derivano dalla perdurante chiusura della tratta ferroviaria verso la Francia e dei lavori di manutenzione del tunnel del Monte Bianco.

«Lo sviluppo dell’economia di tutto il Nord Ovest d’Italia dipende da questi collegamenti, vitali per Piemonte e Liguria e le vie di trasporto devono permetterci di valorizzare i nostri prodotti – ha spiegato il ministro Tajani. “Oggi, mi pare ci sia stato un cambio di passo: c’è un messaggio positivo da parte francese e come Governo faremo di tutto per sostenere l’obiettivo trasporti efficaci, efficienti e tutelando l’ambiente. Abbiamo chiesto ai francesi di accelerare sulla riapertura del Frejus e ci hanno garantito che stanno facendo il massimo per il ripristino della circolazione e sul Monte Bianco abbiamo avuto segnali di grande attenzione: sono disponibili alla realizzazione di una seconda canna, cosa prima mai considerata in precedenza, con l’impegno a riaprire il tunnel per le Feste di Natale per garantire ossigeno al turismo. Presto – conclude – a Nizza faremo una nuova riunione del tavolo binazionale del Trattato del Quirinale per procedere anche da punto di vista politico nello sviluppo delle politiche transfrontaliere».

 

«Abbiamo formalmente richiesto alle autorità francesi di accelerare i tempi di realizzazione e miglioramento dei collegamenti sui valichi alpini tra Italia e Francia. Riteniamo essenziale potenziare queste infrastrutture strategiche per facilitare il flusso di merci e persone, rafforzando così la competitività e la connettività tra i due Paesi. Lavorare insieme per ridurre i tempi è fondamentale per garantire una mobilità più efficiente e sostenibile nell’area transalpina» aggiunge il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi.

«E’ stato un incontro importante perché la presenza del vicepremier ha consentito di avere insieme le istituzioni italiane e francesi per riaffermare la bellezza e l’importanza strategiche del Piemonte e della Valle d’Aosta, ma anche la fragilità dei nostri collegamenti con la Francia – dichiara il presidente della Regione Piemonte, Cirio – Abbiamo la necessità di interventi immediati: oggi l’ambasciatore ha dato letto un messaggio del ministro francese e dato rassicurazioni sul massimo impegno per accelerare il più possibile i tempi per la riapertura della ferrovia del Frejus, sul rispetto della scadenza di dicembre per il tunnel del Tenda e, per la prima volta, è emersa l’importante disponibilità a ragionare tra regioni transfrontaliere e governi confinanti per il raddoppio del Monte Bianco, che noi consideriamo un intervento strategico per il futuro della nostra economia e delle nostre imprese, e anche per una migliore fluidità e sicurezza degli attraversamenti alpini».

 

Il presidente della Valle d’Aosta Testolin, ringraziando il vice premier Tajani per l’attenzione al tema delle reti di trasporto internazionale, ha ricordato la recente interlocuzione con il Ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot «che si è dimostrato sensibile al tema». Sottolineando come il Consiglio Valle si è già nel tempo favorevolmente espresso per la costruzione di una seconda canna del tunnel del Monte Bianco che potrebbe garantire maggior sicurezza, flussi separati e maggior fluidità del traffico, il presidente Testolin ha quindi ribadito «la piena disponibilità delle istituzioni valdostane a collaborare con il Governo nazionale sul dossier da cui dipende lo sviluppo economico non solo della Valle d’Aosta, ma di tutto il Nord Ovest in ambito turistico, commerciale ed industriale».

 

Intervenendo il video collegamento, l’Ambasciatore di Francia Martin Briens ha sottolineato che «i collegamenti transalpini sono strategici per entrambi, Francia e Italia, per i nostri cittadini come per le nostre imprese. Siamo determinati a lavorare insieme per risolvere al più presto tutte le sfide attuali. È il senso del messaggio del Ministro francese degli esteri che ho trasmesso oggi ai nostri partners italiani».

«Quello dei collegamenti da e per la Francia è un tema strategico di Torino e di tutta l’area metropolitana, come già avevamo avuto modo di evidenziare al ministro Tajani nel corso del vertice bilaterale con la ministra degli Esteri francese lo scorso anno, e le criticità infrastrutturali danneggiano il nostro territorio e il suo tessuto produttivo che chiede alle istituzioni di risolverle. Per questo ringraziamo il Ministro per l’attenzione dimostrata oggi al tema con la sua visita e per aver prospettato un’accelerazione per la soluzione del problema» sottolinea il sindaco di Torino e della Città metropolitana, Stefano Lo Russo.

 

«L’incontro di oggi è stato positivo perché si sono potuti approfondire tutti gli aspetti legati ai valichi alpini e soprattutto perché ora il Governo avrà una forza ulteriore nei tavoli di lavoro con la Francia: quella del tessuto economico del Piemonte» aggiungono gli assessori ai Trasporti Marco Gabusi, alle Grandi Opere Enrico Bussalino e alle Attività produttive Andrea Tronzano.

 

Per le categorie economiche, il presidente della Camera di Commercio di Torino, Dario Gallina, sottolinea: «Per noi l’incontro di oggi è di particolare importanza strategica perché la totalità delle associazioni di categoria del territorio si sono riunite e si sono espresse congiuntamente presentando un documento condiviso che ribadisce con forza l’importanza e la strategicità dei collegamenti internazionali, sui quali si basa inevitabilmente la competitività e la crescita dell’intero territorio». Aggiunge il vice presidente della Camera di Commercio, e presidente di FAI Torino, Enzo Pompilio D’Alicandro che è intervenuto a nome delle associazioni di categoria: «Occorre accelerare il ripristino della linea ferroviaria e l’apertura della seconda canna del Frejus, anticipando le scadenze prospettate dalle autorità francesi. Entrambi gli interventi garantirebbero non solo maggiore rapidità dei trasporti e minori costi, ma soprattutto livelli più elevati di sicurezza, che devono riguardare le persone e le merci, in particolare quando si parla di merci pericolose».

Bici Murazzi, pena troppo lieve: la Cassazione annulla sentenza

Mauro Glorioso rimase paralizzato.  Lo studente palermitano fu colpito ai Murazzi di Torino da una  bicicletta fatta cadere da un gruppo di giovani dal muraglione sul Po nel gennaio 2023. La Corte di Cassazione però ieri ha annullato con rinvio la sentenza che nel primo grado di giudizio con rito abbreviato aveva condannato  uno degli imputati alla pena di 10 anni e otto mesi per tentato omicidio.

Fridays for Future in piazza a Torino

Giovani e non solo in piazza oggi a Torino, circa un  migliaio di persone, per lo sciopero del clima di Fridays for Future.  Il corteo si è mosso da piazza Sìtatuto per le vie del centro, creando disagi al traffico. “Possiamo ancora cambiare la rotta e contenere l’aumento della temperatura media globale a +1.5°, quello che manca è il coraggio e la volontà politica di mettere in atto strategie a lungo termine per la difesa dei territori e delle persone.”  Così  commenta il movimento ambientalista.

“La comunità scientifica globale si è espressa all’unanimità: i cambiamenti climatici attuali sono causati dalle attività umane; in particolare i cambiamenti che stiamo vivendo sono più rapidi di quello che si è visto in tutte le ere precedenti, e la causa diretta è il nostro modello economico e la distruzione dell’ambiente necessaria per la sua sopravvivenza. Difendere il clima significa difendere la vita delle persone e per questo Fridays For Future Italia scende in piazza il giorno 11 ottobre 2024 in tutte le piazze d’Italia”.

 

La Reumatologia dell’ospedale Molinette di Torino compie 75 anni

La Reumatologia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino compie 75 anni. E’ stata la prima struttura di diagnosi e cura dedicata specificatamente a questa disciplina in Italia ed ha rappresentato un punto di riferimento per la diagnosi e la cura delle malattie reumatiche.
Con l’introduzione della 𝗟𝘂𝗽𝘂𝘀 𝗖𝗹𝗶𝗻𝗶𝗰, prima in Piemonte, e della 𝗕𝗶𝗼𝗽𝘀𝗶𝗮 𝘀𝗶𝗻𝗼𝘃𝗶𝗮𝗹𝗲, la Reumatologia torinese (diretta dal dottor Enrico Fusaro) continua ad evolversi. L’approccio integrato al paziente e lo sviluppo di strategie diagnostico – terapeutiche avanzate riflettono l’impegno a garantire una vita di qualità per i pazienti reumatici. L’obiettivo è fornire un’assistenza completa e innovativa, attraverso un’intensa attività ambulatoriale e di DayHospital, specializzata in terapie innovative e nella gestione delle complicanze legate alle malattie reumatiche.
In occasione di questo importante anniversario, si terrà un evento di aggiornamento “𝗔𝗽𝗽𝗿𝗼𝗰𝗰𝗶 𝗜𝗻𝘁𝗲𝗿𝗱𝗶𝘀𝗰𝗶𝗽𝗹𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶 𝗶𝗻 𝗥𝗲𝘂𝗺𝗮𝘁𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗮”, che si svolgerà a Torino l’11 ed il 12 ottobre, con focus su 𝗖𝗼𝗺𝗼𝗿𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁à, 𝗘𝘀𝗲𝗿𝗰𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗙𝗶𝘀𝗶𝗰𝗼 𝗲 𝗡𝘂𝘁𝗿𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗠𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶𝗲 𝗥𝗲𝘂𝗺𝗮𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲.

Nell’ex Manifattura Tabacchi il nuovo polo culturale torinese

 

Presentato nello storico Palazzo dell’Arsenale, il progetto del nuovo polo archivistico e culturale torinese che sorgerà nell’ex Manifattura Tabacchi in corso Regio Parco 142.

Il concorso internazionale di progettazione è stato aggiudicato al raggruppamento temporaneo formato da Eutropia Architettura, Pinifarina Architecture, Weber Architects e un gruppo interdisciplinare, tra cui Paisà Landscape.

Uno dei punti qualificanti del lavoro vincitore è quello di fondere la memoria storica del luogo con soluzioni architettoniche contemporanee per accogliere in un nuovo polo culturale la comunità e le giovani generazioni di Torino. Si stabilisce un legame tra la nuova architettura e l’identità industriale originaria, mantenendo un richiamo all’estetica del passato ma offrendo al contempo spazi moderni e funzionali. Determinante per la scelta da parte della commissione esaminatrice, che ha valutato i cinque progetti finalisti oggi esposti in una mini mostra, è stata la connessione paesaggistica tra il sistema urbano e le aree naturali circostanti, con l’introduzione di una nuova rete di percorsi immersi nel verde e un forte legame con l’area fluviale.

Alla presentazione di questa mattina hanno preso parte il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore all’Urbanistica della Città di Torino Paolo Mazzoleni, il direttore della Struttura per la progettazione dell’Agenzia del Demanio Massimiliano Marzo, il direttore generale degli archivi del MiC Antonio Tarasco, il presidente del tribunale di Cuneo Paolo Giovanni De Marchi Albengo, il soprintendente della Città metropolitana di Torino del MiC Corrado Azzollini, il vice rettore dell’Università di Torino Giuseppe Martino Di Giuda, e Luca Settineri, docente del Politecnico di Torino.

«Uno degli aspetti fondamentali di questo progetto è l’idea di valorizzazione del pubblico – dice l’assessore all’Urbanistica della Città di Torino Paolo Mazzoleni – Molti edifici pubblici delle nostre città hanno subito negli ultimi anni una perdita di valore. Credo che, invece, debba esserci un sano principio di rivalorizzazione, ovvero donare senso e rendere utile alla comunità la struttura pubblica. Sicuramente è per loro un destino migliore della semplice monetizzazione. E’ importante inoltre che questo progetto nasca dalla collaborazione di enti e istituzioni diverse. E’ una progettazione complessa con due caratteristiche basilari: la multifunzionalità, ovvero la destinazione della struttura riqualificata a più funzioni, e il fatto che sia un progetto multi scalare, rispondendo sia alle esigenze del quartiere, che a quelle di Torino nord, della Città e della Regione».

Il progetto

Il progetto di riqualificazione, pubblicato sulla piattaforma dell’Ordine degli Architetti della provincia di Milano www.concorrimi.it, darà nuova vita all’ex Manifattura Tabacchi con l’insediamento di diverse funzioni aperte e fruibili dai cittadini. A lavori ultimati, sorgerà un polo archivistico e culturale, con aule di consultazione e un centro studi, mentre le strutture industriali preesistenti accoglieranno un centro universitario completo di residenze, servizi per studenti e aule per l’alta formazione. Lo spazio tra i due nuovi fabbricati, destinati ad archivio dei Ministeri della Giustizia e della Cultura, è pensato come luogo di aggregazione, con una galleria coperta per attività sociali e culturali. Dotazioni efficienti e automazioni robotizzate, consentiranno di massimizzare la capienza degli archivi e la realizzazione di sale conferenze e aule panoramiche.

L’intervento di rigenerazione urbana è improntato su criteri di sostenibilità con 4,5 ettari di territorio restituiti alla città, 6200 mq di superficie pubblica recuperata dopo le demolizioni e ricostruzioni (il 60 per cento in più di aree pubbliche e spazi aperti), la piantumazione di 200 nuovi alberi, 2 mila mq convertiti in spazi per la cultura, 41 mila mq di edifici rigenerati, 280 km di archivi, il 50 per cento in meno di consumo idrico indoor grazie al recupero delle acque piovane e il 90 per cento in meno di consumi energetici per gli edifici esistenti.

Nelle prossime settimane il team vincitore del concorso completerà lo sviluppo della proposta progettuale ed elaborerà il progetto di fattibilità tecnica – economica (PFTE). Il primo livello di progettazione del Lotto 1 del Polo Archivistico sarà ultimato entro il primo trimestre del 2025. Nel frattempo, l’Agenzia ha stanziato 15 milioni di euro per le bonifiche e le demolizioni dei fabbricati: opere che verranno avviate nel primo semestre 2025.

TORINO CLICK

 

Spoke 6, incontro sulla tecnologia per le imprese del made in Italy

Oggi 11 ottobre, MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile (www.mics.tech), Partenariato Esteso finanziato dal MUR (Ministero dell’Università e della Ricerca), e Thales Alenia Space si incontreranno per discutere lo stato di avanzamento dei progetti di ricerca e sviluppo legati all’area tematica dello Spoke 6, dal titolo “La manifattura additiva come fattore dirompente della Twin Transition”.

 

L’evento, che si terrà presso la sede di Thales Alenia Space, vedrà la partecipazione di Federica Bondioli, Leader dello Spoke 6 di MICS, Paolo Fino, Vice Presidente del PE MICS, e i Project leader dei 12 progetti attivi. L’incontro, organizzato nella sede di Thales Alenia Space partner di MICS, sarà un’importante occasione di confronto per analizzare i progressi e definire strategie volte a raggiungere l’ambizioso obiettivo di trasformare radicalmente il settore dell’Additive Manufacturing (AM), rendendolo una tecnologia abilitante per le imprese del Made in Italy in vista della twin transition energetica e digitale.

Oltre ai 15 partner, tra cui 9 aziende di rilievo, sono coinvolti più di 170 ricercatori provenienti sia dal mondo accademico che da quello industriale, a testimonianza della natura interdisciplinare e collaborativa del progetto. Tra questi ricercatori, 84 sono nuovi talenti reclutati specificamente per i progetti in corso. Di particolare rilevanza è anche il fatto che il 42% di questi nuovi assunti sia rappresentato da donne, e che il 33% dei ricercatori provenga da sedi nel Sud Italia, un dato che evidenzia l’impegno del progetto nel promuovere inclusione territoriale e lo sviluppo di competenze in tutto il Paese.

Nadia Mari: “Il potere nascosto delle donne, da crisalidi a farfalle”

Informazione promozionale

Viviamo in una società che spesso si proclama a favore dell’uguaglianza di genere, ma che, nei fatti, continua a perpetuare disuguaglianze strutturali.

Il ruolo centrale delle donne viene celebrato nei discorsi pubblici e nelle dichiarazioni di intenti, ma spesso sminuito attraverso stereotipi, discriminazioni sottili e, soprattutto, la mancanza di opportunità concrete.

 

STEREOTIPI DA ABBATTERE

Gli stereotipi di genere sono tra gli ostacoli più difficili da abbattere. Fin da bambine, alle donne viene insegnato a conformarsi a ruoli prestabiliti, che le vedono spesso limitate a compiti di cura e supporto, anziché incoraggiate a perseguire ambizioni personali o professionali. Questi stereotipi, veicolati dai media e radicati nella cultura popolare, continuano a influenzare le aspettative sociali, impedendo alle donne di esprimere liberamente il loro potenziale. La rappresentazione femminile nei media, spesso iper-sessualizzata o ridotta a ruoli di supporto, perpetua l’idea che le donne siano accessorie al potere e alla leadership, piuttosto che protagoniste della propria vita.

Nonostante i progressi in termini di leggi e diritti formali, molte donne continuano a scontrarsi con il “soffitto di cristallo”, una barriera invisibile che ostacola la loro crescita professionale. Le posizioni di leadership, specialmente nei settori decisionali, sono ancora dominati dagli uomini, e anche quando le donne riescono a raggiungere livelli elevati, spesso devono affrontare ostacoli e pressioni maggiori rispetto ai colleghi uomini. L’idea che le donne non siano abbastanza “competitive” o che debbano necessariamente scegliere tra carriera e famiglia è ancora profondamente radicata. Questa convinzione, tuttavia, maschera la reale mancanza di un adeguato supporto strutturale che permetta di conciliare entrambi i ruoli.

Un altro elemento cruciale è la discriminazione salariale. Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini a parità di mansione e competenze, un divario che si acuisce quando si considerano le donne di colore, appartenenti a minoranze etniche o provenienti da contesti svantaggiati. Questa ingiustizia economica riflette una visione che considera il lavoro femminile meno prezioso o meno meritevole di riconoscimento.

 

IL CAMBIAMENTO

È evidente che il cambiamento non può limitarsi a nuove leggi o regolamenti. Per quanto essenziali, le leggi da sole non sono sufficienti a trasformare una cultura intrinsecamente sessista. Quello di cui abbiamo bisogno è una vera e propria rivoluzione culturale, che metta in discussione i modelli tradizionali e promuova una nuova visione delle donne e del loro ruolo nella società. Questa rivoluzione passa attraverso l’educazione, che deve formare le nuove generazioni a rispettare l’uguaglianza di genere e a valorizzare le differenze come risorse.

Il cambiamento culturale richiede anche una revisione del linguaggio e delle narrazioni sociali. Il linguaggio è uno strumento potente che modella la nostra percezione della realtà: parole e immagini creano realtà. È per questo che è necessario un linguaggio inclusivo e rispettoso, che non riduca le donne a oggetti o accessori, ma le rappresenti come agenti attivi di cambiamento. Bisogna porre fine alla diffusione di modelli tossici di mascolinità e femminilità, che alimentano la disparità di potere e di trattamento.

E poi c’è il tema drammatico della violenza di genere, che rappresenta una delle forme più brutali e manifeste di disuguaglianza. Il femminicidio e la violenza contro le donne non sono episodi isolati, ma il sintomo estremo di una società che ancora non ha superato la mentalità patriarcale. Questo fenomeno è sostenuto da una cultura del possesso, dove la donna viene vista come proprietà, e da un sistema giudiziario e sociale che non sempre riconosce o protegge adeguatamente le vittime.

 

ELIMINARE LE DISUGUAGLIANZE

Per eliminare queste disuguaglianze, le donne non devono solo essere al centro del discorso, ma devono avere lo spazio per esprimere pienamente il loro potenziale, senza limitazioni. Significa garantire loro accesso paritario a tutte le opportunità, che si tratti di lavoro, educazione, politica o vita sociale, e abbattere ogni barriera strutturale che le ostacola. Solo così potremo costruire una società veramente equa, dove il valore di una persona non sia definito dal suo genere, ma dalle sue capacità, ambizioni e sogni. In conclusione, il cambiamento di cui abbiamo bisogno richiede l’impegno collettivo di uomini e donne, e deve coinvolgere ogni aspetto della società, dalle istituzioni politiche ai media, passando per le scuole e le famiglie. Solo trasformando la mentalità collettiva e dando spazio reale alle donne potremo costruire una società più giusta, dove l’uguaglianza non sia solo una parola vuota, ma una realtà concreta.

Questi e molti altri sono i temi trattati nel mio saggio IL POTERE NASCOSTO DELLE DONNE, da crisalidi a farfalle”, disponibile in tutta Italia e in Canton Ticino a partire dal 10 ottobre.

Questo libro esplora la forza delle donne, una forza che è stata spesso repressa o ignorata, ma che ha sempre continuato a pulsare sotto la superficie. Il mio obiettivo è stato quello di proporre una riflessione sul femminismo, liberandolo dai fraintendimenti e dalle connotazioni negative che, purtroppo, ancora oggi lo accompagnano.

Il femminismo che prospetto è un movimento inclusivo e aperto, che coinvolga anche gli uomini, poiché la lotta per l’uguaglianza non può escludere metà della popolazione. Si tratta di un femminismo intersezionale, che riconosce tutte le sfaccettature dell’identità, ponendo attenzione alle intersezioni tra genere, razza, classe sociale e orientamento sessuale. È anche un femminismo che abbraccia tutte le sue espressioni, dall’ecofemminismo, che collega la lotta per i diritti delle donne alla salvaguardia del pianeta, allo xenofemminismo, che mira a superare i confini di genere e razza.

 

UN INVITO ALLA RIFLESSIONE

Il saggio analizza anche il ventennio berlusconiano e il ruolo dei media, che hanno contribuito a plasmare e cristallizzare stereotipi riduttivi della figura femminile, attraverso rappresentazioni sessualizzate e superficiali. Attraverso una rappresentazione superficiale e sessualizzata, i media di quel periodo hanno contribuito a rafforzare una visione limitata del ruolo femminile, relegando spesso le donne a oggetti decorativi o accessori di potere maschile, ostacolando così un’autentica emancipazione culturale e sociale. Inoltre, viene esplorata l’influenza della Chiesa cattolica nel perpetuare una visione tradizionalista del ruolo della donna, spesso limitata a quello di madre e moglie, contribuendo a ostacolare il progresso verso una piena emancipazione e parità di genere.

In conclusione, IL POTERE NASCOSTO DELLE DONNE, Da Crisalidi a Farfalle” non è solo un saggio sulla condizione femminile, ma un invito alla riflessione su come società, media e istituzioni abbiano contribuito a limitare la libertà e il potenziale delle donne. Attraverso un’analisi profonda e intersezionale, arricchita da aneddoti ed esperienze personali, il libro offre strumenti per comprendere e superare le barriere culturali e sociali che ancora oggi ostacolano l’uguaglianza di genere. È un richiamo alla necessità di un cambiamento strutturale che non solo garantisca pari diritti, ma promuova un’autentica liberazione del potenziale femminile, affinché le donne possano finalmente spiccare il volo, come farfalle.

 

L’autrice si racconta

Nata a Forlì e attualmente residente a Bologna, nutro una profonda passione per le lingue e le culture straniere. Dopo aver conseguito la laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università La Sapienza di Roma, ho ulteriormente ampliato il mio bagaglio formativo con un Master in Cooperazione Internazionale all’Alma Mater Studiorum di Bologna, seguito da una specializzazione post-universitaria in Traduzione e Tecniche Traduttive.

Sono coautrice, insieme a Patrick Boylan, dello studio Being Oneof the Group, una ricerca che analizza le dinamiche dell’apprendimento delle lingue straniere attraverso l’integrazione sociale degli studenti in contesti autentici, presentata alla 6th International Pragmatics Conference di Reims, Francia. Nel 2024, ho vinto il primo premio al Concorso Letterario Premio Internazionale Navarro di Sambuca di Sicilia con il mio romanzo Il Giardino dei Gelsomini. Inoltre, ho pubblicato il saggio Il Potere Nascosto delle Donne: da crisalidi a farfalle, con prefazione di Virginia Raggi, edito da Il Filo di Arianna.

Nel corso della mia carriera, ho scritto numerose novelle e racconti, molti dei quali hanno ricevuto riconoscimenti letterari significativi. Scrivo anche articoli per testate online, affrontando temi di attualità e cultura. Parlo fluentemente italiano, inglese, francese, spagnolo e olandese, quest’ultimo appreso durante un periodo di studio all’Università di Nijmegen, nei Paesi Bassi. Attualmente lavoro come traduttrice e sono sempre alla ricerca di nuove esperienze che possano arricchire il mio percorso personale e professionale.

 

Ecco i link ai siti su cui poter acquistare il libro:

Feltrinelli

https://www.ibs.it/algolia-search?ts=as&query=il%20potere%20nascosto%20delle%20donne&query_seo=il%20potere%20nascosto%20delle%20donne&qs=true&filterProduct_type_description=Libri

https://www.lafeltrinelli.it/potere…/e/9791254751053…

Mondadori

https://www.mondadoristore.it/Il-potere-nascosto-delle-donne-Da-crisalidi-a-farfalle-Nadia-Mari/eai979125475105/?utm_source=googleshopping&utm_medium=listing&utm_campaign=cpc&gclsrc=aw.ds&&utm_source=Mondadori&utm_medium=cpc&utm_campaign=PMax+%7C+ALL_A+%7C+ALL_D+%7C+Shopping+%7C+Preorder&gad_source=1&gclid=Cj0KCQjwjY64BhCaARIsAIfc7YYkhRI3veQNbAkg9AO4iBr5RRmr6pIlkjEhvLdIWB9NoH06HgwY4ykaAk_uEALw_wcB

Editore Il Filo di Arianna

https://www.ilfilodiariannaedizioni.eu/…

Libreria Universitaria

https://www.libreriauniversitaria.it/libri-autore_mari…

Amazon

https://www.amazon.it/potere…/dp/B0DJCNNKVQ/ref=sr_1_1…

Il sito:

nadiamari.my.canva.site/nadia-mari

Castello confiscato alla mafia ristrutturato entro il 2025

I lavori di ristrutturazione del castello di Miasino, bene confiscato alla mafia di proprietà della Regione dal 2016, termineranno nella primavera del 2025. Parallelamente verranno avviate le procedure per pubblicare una manifestazione d’interesse necessaria a individuare il soggetto che gestirà il bene, con finalità sociali. È quanto emerso dal sopralluogo, il primo in questa legislatura, della commissione Legalità, presieduta da Domenico Rossi, nella residenza di campagna fatta costruire dai marchesi Solaroli di Briona tra il 1867 e il 1889 tra i comuni di Ameno e Miasino.

“Siamo qui perché la partita dei beni confiscati è fortemente simbolica. Il loro riutilizzo sociale ci ricorda che la lotta alle mafie non può essere delegata solo alle forze dell’ordine e magistratura, ma richiede una rivoluzione sociale e culturale che ci riguarda tutti. Non ci arrenderemo fino a quando il castello non verrà restituito alla collettività, con progetti capaci di produrre economia pulita, cultura e percorsi educativi”, ha spiegato Rossi.
L’assessore al Patrimonio, Gianluca Vignale, ha ricordato che la Regione ha stanziato più di 1,5 milioni di euro per la messa in sicurezza del bene e per rendere fruibile la struttura, con la realizzazione di un ascensore, a tutte le persone con disabilità e difficoltà motorie. È fondamentale – ha ancora sottolineato – accorciare i tempi di concessione perché non deve passare il concetto che un bene confiscato sottragga al territorio le ricadute economiche e sociali che il Castello può avere.
Per il consigliere Gianluca Godio (Fdi) “questa struttura è simbolica per il territorio, ma oggi ci crea qualche preoccupazione. Dovremo capire come trovare l’equilibrio tra la vocazione sociale con la sostenibilità economica per chi gestirà la struttura, ci saranno degli interventi da fare nel parco e nella casa del custode”.
“Va valorizzata la tempistica per valutare ogni incognita e mettere in sicurezza il bene – ha spiegato Annalisa Beccaria (Fi) – per porre al riparo anche i nostri sindaci e non mettere in difficoltà chi gestirà il castello. La sinergia tra i diversi attori darà i propri frutti”.
Al sopralluogo hanno partecipato i consiglieri Elena Rocchi (Lista Cirio), Giulia Marro (Avs), Pasquale Coluccio (M5s), i sindaci di Miasino e Ameno, e diversi amministratori del territorio.

Il Museo MIIT inaugura un autunno ricco di mostre

Proseguono gli scambi artistico-culturali tra il Museo MIIT e altre istituzioni curatoriali estere. Il mese di ottobre sarà denso di mostre nell’ambito del museo. Dal 12 al 19 ottobre si terranno le mostre “Il viaggio nell’arte-alla scoperta di nuovi mondi” e l’esposizione dedicata ad Anna Rota Milani “Lavori su rame”, mentre dal 19 al 31 ottobre si potrà visitare la mostra “Il filo di Turandot”. Le tre mostre sono state organizzate anche per celebrare la Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani).

“Il viaggio nell’arte – alla scoperta di nuovi mondi” è a cura di Antonella Bovino e Guido Folco, con il patrocinio di numerosi enti e associazioni. Presenterà una selezione di artisti contemporanei internazionali che si confronteranno sui temi della ricerca e della sperimentazione del “nuovo”, nel ricordo della realtà storica della scoperta dell’America.

La personale di Anna Rota Milani, visitabile dal 12 al 19 ottobre prossimo, intende far riscoprire una tecnica antica, la pittura su rame. Anna Rota Milani ama sperimentare con la pittura e con i materiali, e quasi inconsapevolmente ripercorre, con l’entusiasmo della scoperta, strade antiche e raffinate. È il caso dei suoi ultimi lavori, che riprendono una tecnica in passato già adottata dall’artista della pittura su rame, sorprendente per gli effetti e resa tonale cromatica grazie alla lucentezza e alla levigatura del supporto. Una differenza fondamentale rende unici i lavori di Anna Rota Milani rispetto ai suoi illustri predecessori che si sono confrontati con questa tecnica, dai maestri fiamminghi al Bronzino, da Caravaggio a Sebastiano Del Piombo, da Guercino a Guido Reni. L’immediatezza della sua esecuzione senza ripensamenti si richiama a veloci spatole di colore, segni e gesti istintivi che segnano lo spazio e la luce. Contrariamente alla pittura manierista del ‘400 e ‘500, così ricca di dettagli, improntata verso un classicismo ridondante e ormai volto verso un lento, seppur provvisorio declino, la pittura e l’arte su rame dell’autrice vivono di immediatezza espressiva, quasi uno specchio riflettente le sue emozioni e della sua sensibilità. Nelle opere di Rota Milani emergono la natura, gli alberi e i paesaggi, ma anche le vedute urbane, con le sequenze dei grattacieli percorse da strade e automobili, sempre colpiscono una espressione vivace di modernità. I soggetti preferiti dall’artista, nella sua sempre attuale pittura a olio, si riflettono nei dipinti su rame, assumendo una valenza concettuale ed estetica nuova e sorprendente. Il supporto dei toni caldi rende bene il contrasto con i colori squillanti dell’olio, e anche con il monocromo, a volte utilizzato dall’artista, li amplifica e armonizza. La scelta di una stesura corposa di pigmento a spatola, mantiene intatta la forza dirompente dell’idea. Anna Rota Milani evoca, con questi lavori, una storia antica, rendendola contemporanea allo sguardo dell’osservatore, testimoniando quanto nell’arte abbia sempre il sopravvento il talento, al di là di tecniche, stili e materiali. Anna Rota Milani restituisce nobiltà e raffinatezza a una tecnica desueta, eppure così affascinante e ricca di valori estetici e artistici. Nell’essenzialità del gesto l’artista ritrova la sintesi ideale, sempre attuale, di una bellezza mentale e metafisica, in cui lo spazio si dissolve nella luce e nel riverbero del supporto del colore, nella potenza e nella corposità della materia, ma anche per il gusto del reale e della sorpresa espressiva che rendono palpitanti di vita i suoi scorci metropolitani. Anna Rota Milani si conferma quindi sperimentatrice elegante di una visione contemporanea del mondo, originale e orientata alla ricerca, attenta alla tradizione, alla storia, al proprio sentire più intimo.

Sabato 12 ottobre, Giornata del Contemporaneo AMACI, MA – EC, inaugura presso il MIIT di Torino “Il filo di Turandot”. In dialogo 26 artisti provenienti da Germania, Colombia, Romania, Italia e Cina che esporranno oltre trenta opere tra olii su tela, fotografie, opere su carta e lavori realizzati su tecniche miste. Il progetto è alla sua seconda edizione, dopo quella realizzata in modalità virtuale nel 2020. “Il filo di Turandot” simboleggia un percorso di lettura, un collegamento, il permesso mentale di esplorare un mondo diverso, il desiderio di avvicinarsi e di comprendersi reciprocamente. Tutto ciò si trasforma in un atto creativo che spinge a realizzare la propria interpretazione in forma artistica. Si tratta di artisti diversi per provenienza e formazione, ma capaci di instaurare tra loro un dialogo all’insegna dell’arte, in un’ottica di confronto e arricchimento spirituale che nasce dal desiderio di conoscere mondi distanti e trarre linfa vitale dalle loro differenze. Come in Turandot, il visitatore dovrà aggirarsi tra contrasti e misteri per comprendere il significato nascosto di ogni opera. La mostra è stata realizzata in collaborazione con Contemporary Oil Painting di Pechino.

Inaugurazione delle mostre, tutte alle ore 18: “Viaggio nell’arte-alla scoperta di nuovi mondi” 12 ottobre 2024 fino al 19 ottobre 2024,

Anna Rota Milani, “Lavori su rame”, 12-19 ottobre

“Il filo di Turandot”, 12-31 ottobre

Italia Arte Museo MIIT, Corso Cairoli 4, Torino

Tel: 0118129776

 

Mara Martellotta

Il 1° Raduno del Volontariato di Protezione Civile

Le volontarie e i volontari di tutto il Piemonte si incontreranno a Torino domenica 20 ottobre 2024 per il 1° Raduno del Volontariato di Protezione Civile.

I gruppi dei volontari di Protezione Civile del Piemonte il 20 ottobre sfileranno per le vie del centro di Torino nell’anno del 30° anniversario della grande alluvione che nella notte tra il 5 e il 6 novembre 1994 colpì le province di Cuneo, Asti e Alessandria, sul Tanaro, e la zona di Vercelli sul Po, causando 68 vittime, decine di feriti e con circa 5500 persone evacuate. Si trattò della prima grande emergenza che coinvolse il Servizio Nazionale della Protezione Civile, istituito nel 1992.


L’evento è organizzato dal Comitato 1° Raduno di Protezione Civile composto dal Coordinamento Regionale del Volontariato di Protezione Civile del PiemonteANPAS Comitato Regionale del PiemonteCroce Rossa Italiana Comitato Regionale del PiemonteCoordinamento delle Sezioni Piemontesi ANACorpo Volontari AIB PiemonteCoordinamento Protezione Civile ANC Regione PiemonteSoccorso Alpino e Speleologico PiemonteseSettore Protezione Civile Regione Piemonte, con il patrocinio di Regione Piemonte, Città di Torino, Anci Piemonte e Uncem Delegazione Piemontese.

La sfilata delle volontarie e dei volontari partirà alle ore 10:00 da piazza Arbarello, percorrerà via Cernaia e via Pietro Micca per arrivare in piazza Castello dove, di fronte a via Roma, saranno esposti degli automezzi di Protezione Civile e verrà allestito un palco da cui uno speaker presenterà i vari gruppi di volontari; dopo un giro intorno a Palazzo Madama il corteo passerà davanti alla Prefettura per sciogliersi nei pressi della Piazzetta Reale.

In piazza Castello, davanti alla Prefettura, verranno predisposti i gazebo ed esposti ulteriori automezzi delle diverse organizzazioni di volontariato che compongono il Sistema di Protezione Civile del Piemonte per far conoscere alla cittadinanza, la storia e le attività dei volontari.

 

Programma

Ore 09:00           Piazza Arbarello assembramento ed inquadramento dei volontari e delle volontarie di Protezione Civile

Ore 10:00           Partenza sfilata con percorso da via Cernaia verso via Pietro Micca

Ore 10:30           Arrivo dei primi volontari in piazza Castello

Ore 12:30           Conclusione della manifestazione

 

Torino, 10 ottobre 2024