ilTorinese

Al Teatro Juvarra questa sera la Nazionale Italiana di Magia in uno straordinario show

Sabato 14 giugno alle 21, il Circolo Amici della Magia è lieto di ospitare al Teatro Juvarra, in via Juvarra 13, a Torino, lo spettacolo “ITA Team Magic Show”, uno show variegato che porta in scena i 12 finalisti della Nazionale Italiana di Magia, per testare live con il pubblico i numeri che gareggeranno ai prossimi campionati di illusionismo FISM ITALY 2025 WORLD CHAMPIONSHIP OF MAGIC 2025.

Un’occasione unica per ammirare gli artisti che si sono classificati per rappresentare il nostro Paese nella più prestigiosa competizione magica al mondo, che si terrà a Torino dal 14 al 19 luglio prossimi. Tra gli altri, in scena i torinesi Filiberto Selvi, Niccolò Fontana e Piero Venesia, cresciuti artisticamente nei locali del Circolo Amici della Magia di Torino, ma la squadra si compone anche di artisti provenienti da tutta Italia, che si esibiranno in questa serata unica. Tra loro Nick Blaze, Mario Bove, Christopher Castellini, Tiziano Cellai, Francesco Della Bona, I Disguido, Francesco Fontanelli, Raffaele Scircoli e Starman, che spaziano dalla manipolazione alla cartomagia, dal mentalismo alla magia di scena, toccando un po’ tutti i linguaggi e le branche che compongono lo sfaccettato universo dell’illusionismo.

Il Circolo Amici della Magia di Torino è stato fondato nel 1971, ed è un’Associazione Culturale no profit che si prefigge di conservare e divulgare la cultura dell’Arte Magica. Culla di artisti nazionali e internazionali, tra cui Alexander, Arturo Brachetti, Marco Aimone e il giovane Luca Bono. Oggi è una delle realtà magiche più prestigiose e attive al mondo dopo i circoli di Hollywood e Londra.

Info: visitare il sito amicidellamagia.net

Mara Martellotta

Sale operatorie multimediali al CTO 

 

Sono state inaugurate le nuove sale operatorie multimediali blocco Nord dell’ospedale CTO della Città della Salute e della Scienza di Torino (CDSS), frutto di una collaborazione sinergica tra Azienda CDSS, Università degli Studi di Torino e donazioni. Erano presenti Federico Riboldi, Thomas Schael, Paola Cassoni, Giuseppe Massazza e Alessandra D’Alfonso.
Il CTO è da sempre il Centro di riferimento regionale per l’alta complessità di cura ortopedica e riabilitativa della regione Piemonte. Il cuore pulsante dell’ospedale, il blocco operatorio, è stato oggetto di un importante ammodernamento tecnologico e digitale.
Lo aveva programmato Thomas Schael confermando  gli impegni presi con la Direzione Sanitaria di Presidio (diretta dalla dottoressa Alessandra D’Alfonso) ed il Dipartimento di Ortopedia, Traumatologia e Riabilitazione (diretto dal professor Giuseppe Massazza). Come anticipato dopo poche settimane dal suo insediamento, queste sale operatorie utilizzate a pieno regime saranno fondamentali per permettere, come previsto dalle norme nazionali, il rientro a breve in intramoenia tra le mure ospedaliere delle attività chirurgiche, che nel passato si svolgevano o in intramoenia allargata o in extramoenia, come peraltro segnalato dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Torino. Tutto ciò sempre nel rispetto dell’attività ospedaliera istituzionale, che anch’essa potrà beneficiare di questo nuovo blocco operatorio di tre sale per poter cominciare a smaltire le liste d’attesa.
“Considero molto significativa l’inaugurazione di queste sale operatorie dell’ospedale CTO perchè il primo vero step dei miei primi tre mesi da Commissario. Questo è l’inizio di un nuovo progetto che permetterà ai nostri professionisti ed ai pazienti di poter usufruire di un nuovo blocco operatorio che concilia l’assistenza alla formazione, ma soprattutto permetterà di rafforzare l’attività chirurgica in campo traumatologico ed ortopedico per limitare le liste d’attesa e per poter cominciare a far rientrare in intramoenia tutta una serie di attività che finora erano effettuate all’esterno” dichiara Thomas Schael (Commissario CDSS).
L’ammodernamento del blocco delle tre sale operatorie è consistito nella sostituzione dell’impianto illuminante, lampade scialitiche gemellari a led e n. 2 pensili (uno lato anestesia e uno lato chirurgo) di ultima generazione che consentono il posizionamento delle cupole in ogni posizione nello spazio, grazie agli snodi di tipo “libero” (rotazione di 360), con predisposizione per accogliere una telecamera.
Il completo rinnovamento tecnologico è stato realizzato in piena aderenza con le più recenti disposizioni normative e regole tecniche e strutturali applicabili, migliorando altresì una più libera gestione degli spazi di sala.
Gli impianti tecnologici a servizio delle tre sale, pre-sale e corridoi del Blocco operatorio sono stati rinnovati intervenendo sugli impianti elettrici, di illuminazione, gas medicali, antincendio e di ventilazione meccanica.
Nuovi rivestimenti e finiture hanno permesso l’inaugurazione di sale operatorie moderne ed altamente performanti, all’altezza della complessità degli interventi operatori eseguiti al CTO.
L’installazione è stata possibile attraverso la realizzazione di un complesso sistema strutturale di ancoraggio alle strutture portanti in cemento armato esistenti, costituito da nervature in acciaio a limitato spessore, preceduto da un accurato intervento di messa in sicurezza dei solai esistenti in laterocemento risalenti all’epoca di costruzione dell’edificio.
Le Unità di Trattamento dell’Aria a servizio delle sale sono state potenziate attraverso l’installazione di nuovi scambiatori energetici acqua-aria opportunamente dimensionati per affrontare le nuove temperature ambientali estive sempre più severe e torride per effetto del cambiamento climatico. L’importo totale dell’opera interamente finanziato con fondi aziendali, compreso di fornitura e installazioni, è stato di circa 440.000 euro.
L’Università degli Studi di Torino ha affiancato questi interventi di ammodernamento con l’integrazione di moduli digitali che consentiranno di rendere queste sale operatorie multimediali e collegarle con l’Aula magna del CTO, garantendo così la possibilità di integrare la clinica e la didattica.
Il CTO, sede di tre Scuole di specialità in Medicina del lavoro, Ortopedia e Traumatologia e di Medicina Fisica e Riabilitazione, ovvero del corso di Laurea in Fisioterapia numericamente più importante in Italia con i suoi nuovi 100 posti, dovrà garantire una didattica integrata con spazi rinnovati e tecnologicamente all’avanguardia.
Per tale motivo, in accordo con la Direzione, l’Università degli Studi di Torino ha già investito in infrastrutture, cavi in fibre ottiche ed apparati di networking.
La rete che interconnette le 120 sedi dell’Ateneo che garantisce elevati standard di potenza, affidabilità, gestione e riservatezza del dato e continuità operativa è amministrata esclusivamente da personale interno alla Direzione Sistemi Informativi di Ateneo.
L’opera finanziata dall’Università di Torino renderà le sale operatorie ambienti di didattica avanzata in grado di supportare strumenti di realtà immersiva capaci di gestire produzione, condivisione di contenuti multimediali, per i quali sono allo studio progetti specifici ad alto contenuto tecnologico.
100 mila euro sono già stati investiti a tal fine da parte dell’Università di Torino per garantire l’ammodernamento digitale.
In ultimo il progetto sale operatorie integrato con la didattica e la crescita professionale delle nuove generazioni ha attratto Fondazioni.
La Fondazione per la ricerca sui tumori muscoloscheletrici e rari ha deciso di sostenere con una significativa donazione l’impegno dell’ospedale CTO nella realizzazione di sale multimediali, tecnologicamente all’avanguardia con lo specifico obiettivo di favorire la formazione delle nuove generazioni.
“L’ammodernamento tecnologico e l’investimento nelle infrastrutture è uno dei principali obiettivi che abbiamo indicato ai direttori generali. I validi professionisti che operano nelle nostre strutture pubbliche devono essere messi nella condizione di lavorare al meglio. Il Cto è una di queste strutture di riconosciuta eccellenza non solo regionale e quindi è davvero una buona notizia oggi inaugurare le nuove sale operatorie multimediali” dichiara Federico Riboldi (Assessore alla Sanità della Regione Piemonte).
“La sinergia con l’Università di Torino nella realtà della Città della Salute e della Scienza si concretizza oggi in un’altra delle molte azioni che hanno permesso nel tempo di agevolare l’ottimizzazione dell’attività assistenziale con il valore aggiunto delle mission di ricerca e di formazione, proprie dell’Ateneo. L’adeguamento infrastrutturale e l’innovazione tecnologica sono elementi ineludibili per rendere i percorsi assistenziali sempre più performanti e sostenibili, garantendo contestualmente una formazione di nuovi professionisti adeguata alla continua evoluzione degli standard di cura” commenta Paola Cassoni (Direttrice della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino).

Referendum: sì, no, boh?

Si sono tenuti la settimana scorsa i referendum (anche se al plurale sarebbe meglio dire referenda) su cinque temi.

Io mi reco alle urne dal 1981 quando fummo chiamati ad esprimerci, come ora, su 5 referendum che videro un’affluenza di oltre il 79% degli aventi diritto.

Nel corso degli anni, l’istituto referendario è stato più volte utilizzato per i temi più svariati; partendo dal 1946, che vide vincere la scelta repubblicana, ebbero notevole eco quello del 1974 sul divorzio, del 1978 (in particolare quello sul finanziamento pubblico dei partiti) e via così con il nucleare, l’aborto, il porto d’armi, l’ergastolo e via dicendo.

Ad ogni referendum, però, l’affluenza è diminuita (tranne un picco positivo nel 2011) a dimostrazione che l’istituto referendario non è probabilmente più idoneo a raccogliere la volontà dei cittadini.

Quest’ultimo ha poi dimostrato diverse pecche: gli organizzatori sono gli stessi che avevano approvato la legge della quale hanno chiesto l’abrogazione, i comitati promotori hanno fatto pochissima propaganda, specie sui tabelloni fuori dai seggi, cosicché moltissime persone ignoravano che si tenessero i referendum.

Sicuramente a favore dell’astensionismo ha giocato il cambiamento da certificato elettorale consegnato a casa a tessera elettorale, perché il primo comunicava inequivocabilmente che si tenesse una qualche forma di elezione, quando, dove, ecc.

Inoltre, spesso il referendum pone quesiti decisamente riservati ad un pubblico di esperti o, quantomeno, di persone con cultura medio-alta, per cui il quesito può non essere compreso correttamente e la scelta essere dettata dall’ ignoranza circa il quesito posto.

In quest’ultimo caso, poi, è saltato subito agli occhi che il referendum poteva essere l’unica forma per modificare la legge, stante che il Governo gode di ottima salute e le possibilità che i promotori possano un domani salire al Governo e, ipso facto, modificare la legge risultano essere bassissime.

All’indomani della debacle di questi referendum molti si sono posti la domanda se questo istituto sia ancora valido, se realmente possa rappresentare la volontà popolare in un periodo storico in cui le percentuali di elettori degli anni ’60 e ’70 sono solo un lontano ricordo.

Consideriamo che un referendum ha dei costi folli: parliamo di poco più di 88 milioni di euro solo per l’emolumento dei componenti dei seggi, ai quali vanno aggiunti gli straordinari di tutti i dipendenti comunali (i Municipi effettuano apertura straordinaria dal sabato al lunedì) e di quelli dei Tribunali, la stampa delle schede, la realizzazione delle urne, l’illuminazione continua dei seggi (di notte la luce deve restare accesa per sicurezza) giungendo così a oltre 350 milioni di euro.

Qualcuno parla di democrazia ma, stante che non viviamo in una dittatura, è il Parlamento, eletto dai cittadini, che eventualmente modifica le leggi o ne approva di nuove abrogative di quelle precedenti.

Se il popolo decide di eleggere chi non intende modificare le leggi vigenti, va da sé che un eventuale referendum ha scarse probabilità di riuscita.

Qualcuno, nella settimana appena trascorsa, ha avanzato l’ipotesi di addebitare i costi dei referendum ai comitati referendari; è evidente che, nella stragrande maggioranza dei casi, nessuno potrebbe affrontare quei costi vanificando, dunque, ogni tentativo di modifica della legislazione vigente tramite referendum.

Quel che preoccupa, però, è la scarsa partecipazione che accompagna le consultazioni, non solo referendarie: gli elettori danno per scontato l’insuccesso, sono disillusi dalla politica o non sono interessati da quei quesiti?

Fatto sta che quei 350 milioni avrebbero potuto essere impiegati per la sanità, la sicurezza sul lavoro, l’istruzione, l’occupazione o per chissà cosa.

Se aumentassimo il nostro senso civico? Se evitassimo di promulgare leggi che dopo pochi anni necessitano di essere sottoposte a referendum perché palesemente frutto di incapacità governativa o dell’entusiasmo del momento?

Sergio Motta

Risarcimenti agli agricoltori per i danni da fauna selvatica

Le aziende agricole piemontesi che nel 2024 hanno subito danni economici dalla fauna selvatica avranno dalla Regione un risarcimento complessivo di 3,6 milioni di euro.

Lo stanziamento consentirà la copertura dell’83% dei danni periziati, quantificati in 4.640.000 euro.

«È una percentuale che pone il Piemonte al primo posto fra le Regioni italiane per quota di ristoro concretamente riconosciuta ai nostri agricoltori – evidenziano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni – Uno strumento di sostegno diretto alle nostre imprese agricole che agisce in sinergia con le politiche strutturali e gli strumenti messi a disposizione per la prevenzione, come i vari bandi per l’acquisto e posa in opera di barriere fisiche e mezzi di contrasto, e con l’enorme lavoro di gestione della fauna selvatica condotto assieme alle Province, alla Città Metropolitana di Torino, agli Ambiti Territoriali Caccia e ai Comprensori Alpini».

Se i risarcimenti dei danni provocati alle produzioni e alle strutture delle aziende agricole dagli eventi climatici e meteo eccezionali sono gestiti a livello nazionale e coperti direttamente con propri fondi, la Regione si fa invece carico dell’importante voce del risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle colture e agli allevamenti zootecnici (questi ultimi oggetto di un’altra misura regionale).

Nel 2024 le richieste di risarcimento per danni alle colture sono state 4.379 per un importo complessivo di 4.640.000 euro. I danni sono stati provocati per circa il 70% dai cinghiali, per il 12% da ungulati ruminanti, per il 9% da corvidi e per il rimanente da altre specie animali. Le tipologie di danni più frequenti sono la distruzione delle zolle (oltre 14mila ettari) e del prodotto a termine (4,5mila ettari), per una perdita totale quantificata in 177mila quintali. La provincia più colpita è stata quella di Torino con 54mila quintali di prodotto perso, seguita da NovaraAlessandriaBiellaCuneoAstiVcoVercelli: una “classifica” che riflette l’operatività combinata operata sul territorio con le azioni di prevenzione e contrasto. I risarcimenti vengono erogati agli ATC, Ca, Province e Città Metropolitana, gli enti che gestiscono le istruttorie e poi trasferiscono i ristori ai soggetti danneggiati.

Con la copertura dell’83% del danno, il Piemonte è dunque la Regione italiana che assicura i risarcimenti più elevati. Altre riconoscono infatti percentuali inferiori (fino al 70% in Provincia Autonoma di Trento, fino all’80% in Provincia Autonoma di Bolzano e Friuli Venezia Giulia), alcune vincolano la percentuale all’entità del danno (il Veneto riconosce appena il 60% per la quota che eccede i 2.500 euro), altre ancora stabiliscono un massimale al danno (Friuli 5.000 euro, Liguria 8.000) o formule una tantum. La Lombardia ha destinato a questa misura per il 2024 1.800.000 euro, che è la metà di quanto stanziato dal Piemonte. E infine in Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Campania e Puglia i danni registrati nelle aree comprese in ATC e CA sono erogati interamente con fondi a carico di tali enti.

Torna a Murisengo la Trifola Noir 

La Fiera Nazionale del Tartufo “La Trifola NOIR” ritorna domenica 15 giugno  a Murisengo con l’apprezzato programma già sperimentato domenica scorsa. Tartufi neri tuber aestivum prodotti agroalimentari e enologici  e artigianato gremiranno  piazza Boario e via Umberto I fino a piazza della Vittoria, dove sono organizzati il pranzo del Tartufo e lo street food con gli chef Domenico Sorrentino e Alberto De Maio.

Il format ricalca a grandi linee quello della Fiera Nazionale del Tartufo Bianco Trifola d’Or, rinfrescando il taglio con la sua specifica identità, già a partire dalla scelta degli chef, entrambi di elevato target e di qualificata competenza, con un menu su misura , attingendo all’offerta locale, per una proposta a km. zero di filiera corta.

Questa la proposta 4 portate servite a tavola alle ore 12.45. Vitello Tartufo con carne di Fassona cotta a bassa temperatura,  salsa all’antica e Tartufo nero, uovo in camicia con fonduta di toma,atartufo nero e piselli croccanti; risotto OroNero con parmigiano, zafferano e tartufo; torta di nocciole con cremoso di nocciola.

Info e prenotazioni a 3408612316.

La proposta street food , dalle 12 alle 16 e dalle 18 alle 20.30, comprende Cruda di Fassona con Tartufo, robiola fresca con cipolle caramellate, insalatina e Tartufo nero; ravioli di borragine con fonduta di toma, parmigiano e Tartufo nero; torta di nocciole con scaglie di cioccolato e panna, con soluzioni anche senza tartufo.

L’angolo Tartufi sarà  concentrato in piazza Boario,  dove,  a cura del Centro Nazionale dei Tartufi, verrà organizzato un desktop per garantire gli acquisti in fiera.  Torna anche  il concorso con una ricca serie di premi offerti.

Nel pomeriggio alle ore 16 si terrà il seminario di analisi sensoriale per apprezzare le caratteristiche del nero estivo e conoscerne gli impieghi in cucina.

Altri appuntamenti della giornata saranno la Camminata naturalistica alla volta dei boschi del Tartufo nero e della Big Bench Belvedere, con piccola degustazione presso l’azienda agricola Cerrano di Case Battia, accompagnati da una guida escursionistica ambientale, (con ritrovo in piazza Boario, necessaria iscrizione al 3319896641).

Dalle ore 15 alle ore 17 in piazza Boario  spettacolo per bambini con il mago di  Yabadabadoo. Per tutto il giorno visitabile la mostra en plein air Visagi lungo via Umberto I. Dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18 è anche visitabile la mostra dedicata a Nando Eandi allestita nella chiesa di San Michele,  con apertura anche sabato 14 giugno in orario 15-18. Esposizione di paramenti sacri nella chiesa di Sant’Antonio Abate dalle ore 10 alle 17.

Sabato 14 giugno, in attesa della fiera,  alle ore17.15, si terrà un convegno sulla nocciola e il tartufo a cura del Circolo Culturale Marchesi del Monferrato e Coldiretti di Alessandria e, a seguire, focus sul mondo delle Api con BeeO. Rimandata a data da definirsi l’inaugurazione del Belvedere Sant’Antonio.

Cena lungo la via con tartufi e musica in filodiffusione, con prenotazioni al numero 3334343790

Approfondimenti sul sito www.fieradeltartufonero.com

Mara Martellotta

Giuramento del Sindaco e insediamento del nuovo Consiglio Comunale di Ozegna

Nei giorni scorsi  nella sala consiliare di Ozegna, si è svolto il primo Consiglio Comunale del nuovo mandato. Bartoli: “Emozionante per me tornare in quest’aula”

Un momento solenne e significativo, aperto dal giuramento del Sindaco Federico Pozzo, che ha promesso fedeltà alla Costituzione e impegno verso tutta la cittadinanza.

Era presente il consigliere regionale Sergio Bartoli, già sindaco e ora consigliere comunale di Ozegna, presidente della Commissione Ambiente della Regione. Ecco il suo commento : “Per me, tornare a sedere tra i banchi del Consiglio come primo eletto della lista Trasparenza e Futuro – Pozzo Sindaco è stato un onore e una grande emozione. Ringrazio ancora tutti coloro che mi hanno accordato fiducia: continuerò a lavorare con serietà, spirito di servizio e piena dedizione al nostro paese. L’insediamento del Consiglio segna l’inizio di un nuovo percorso, nel segno della continuità, della trasparenza e della concretezza, con l’obiettivo comune di costruire, insieme, il futuro di Ozegna. Auguro a tutti i colleghi Consiglieri – di maggioranza e minoranza – buon lavoro. Le sfide non mancheranno, ma con il contributo di ciascuno potremo affrontarle con equilibrio e senso delle istituzioni”.

 

 

Camera, prima mostra italiana dopo 25 anni di Alfred Eisenstaedt

Camera, il Centro Italiano per la Fotografia,  presenta nella sua sede torinese di via delle Rosine 18, la mostra italiana,  la prima dopo 25 anni, di Alfred Eisenstaedt, che raccoglie 170 fotografie dai primi scatti in Europa ai servizi per Life negli Stati Uniti, fino al famoso ‘Bacio a Times Square’.

Conosciuto soprattutto per la celeberrima fotografia ‘V-J Day in Times Square’, in cui un marinaio bacia un’infermiera in mezzo a una folla festante a New York al termine della seconda guerra mondiale, e si trattò di un bacio di gioia tra due perfetti sconosciuti, a differenza del bacio romantico tra l’infermiera  Greta Zimmer Friedman  e il marinaio George Mendosa, Alfred Eisenstaedt è il protagonista di una mostra personale che Camera gli dedica dal 13 giugno al 21 settembre prossimo .

Si tratta di un’esposizione inedita, a trent’anni dalla morte del fotografo e a 25 anni dall’ultima mostra in Italia, curata da Monica Poggi, in grado di riportare alla luce il talento poliedrico e in continua evoluzione dell’artista, ripercorrendo la sua carriera come fotografo per la rivista  “Life” e la sua capacità unica di raccontare il mondo con sguardo ironico e poetico.

Il percorso espositivo viene tracciato partendo dalla geografia dell’esistenza di Eisenstaedt, evidenziando non solo i cambiamenti avvenuti nei luoghi da lui attraversati, ma anche l’evoluzione del linguaggio di cui si è servito per realizzarli.

Nato nel 1898 a Dirschau, nella Prussia Occidentale, oggi Polonia, l’artista ha un primo approccio casuale con la fotografia durante l’adolescenza, quando uno zio gli regala una Eastman Kodak n. 3, che lo accompagnerà durante tutti gli anni di studio.

Abbandonato il mezzo fotografico  allo scoppio della prima guerra mondiale, lo riprende al ritorno dal fronte e quello che inizialmente sembra  un passatempo diventa presto, pur senza troppa consapevolezza, una carriera.

Tra gli anni Venti e Trenta il fotografo racconta in modo divertito  e ironico il mondo dell’aristocrazia,  incuriosito dalla sua stravaganza. Sono gli anni degli scatti alle famiglie in vacanza a Saint Moritz; celebre l’immagine del cameriere che fa pattinare sul ghiaccio  star del cinema, come Marilyn Monroe e Sophia Loren. Altrettanto celebre l’immagine di una tennista sul campo, prima fotografia che vende al settimanale Der Weltspiegel, segnando l’inizio della sua carriera. A partire da questo momento riceve incarichi e committenza dalle principali riviste tedesche del periodo, che lo faranno viaggiare in tutta Europa come fotoreporter.

Tra i diversi eventi che documenta figura l’ascesa del Nazifascismo ed è suo il potente ritratto di Joseph Goebbels del 1933 che guarda in macchina con un’espressione truce e inquietante e il primo storico incontro tra Mussolini e Hitler a Venezia nel 1934.

In questo periodo  Eisenstaedt descrive le sue fotografie come candid, ovvero capaci di racchiudere l’essenza spontanea del momento, nonostante una forte carica teatrale, ispirandosi alla luce e alla composizione degli antichi maestri. Realizza così  scatti poetici e armoniosi, tra cui anche le sue iconiche fotografie di ballerine di danza classica, in cui risuona l’eco della pittura di Degas. Il suo sguardo non è però solamente poetico  ma, in molti casi, anche ironico e talvolta affine all’estetica surrealista diffusa in Europa a inizio Novecento.

Nel 1935, per fuggire alle leggi razziali, Eisenstaedt emigra negli Stati Uniti  e nel 1936 inizia a collaborare per la celebre rivista “Life”, per la quale firmerà alcuni dei suoi servizi più  conosciuti. Maturato nella grande tradizione giornalistica del vecchio continente, il suo stile  muta progressivamente, passando alla documentazione del veloce progresso della società americana. Abbandona la fotografia pittorica per dare spazio alla società in fermento , osservata con sguardo disincantato; i suoi scatti diventano così dinamici,  mossi, con dettaglia fuori fuoco e con protagonisti provenienti dalla strade di New York.

Nell’arco della sua lunga carriera nella redazione di Life, il fotografo pubblica più di 2500 servizi e oltre 90 copertine, ma la sua foto più nota rimane quella del V-JDay in Times Square.

Dopo la guerra Eisenstaedt torna spesso in Europa, fotografando in particolare l’Italia e la Francia,  che aveva già ritratto prima di fuggire negli States. Nel 1947 si reca in Italia e ritrae i profondi cambiamenti avvenuti nel nostro Paese. Nel 1963 visita Parigi ma, invece di ritrarre l’eleganza e l’opulenza dell’aristocrazia, coglie nei suoi scatti i passanti  e i frequentatori dei mercati. A differenza di importanti fotografi dell’epoca e punti di riferimento della fotografia, tra  cui la collega di Life Margaret  Bourke-White, Eisenstaedt non documenta la guerra, ma ritrae le ragioni e le conseguenze generate nella società, raccontandone il declino e la rinascita.

In mostra si può ammirare anche una sezione dedicata ai personaggi famosi realizzati fin dai primi anni di carriera, con leader politici e celebrità  che hanno segnato il secolo. Tra queste troviamo Sophia Loren, il cui scatto in lingerie sulla copertina di Life nel 1966 suscitò scandalo o quelle di Maria Telkes , Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer,  che offrono al visitatore il suo sguardo su alcune delle menti più brillanti del Novecento. Anche in questo contesto emerge l’evoluzione umana delle figure ritratte.  L’ultima fotografia scattata da Eisenstaedt ritrae il Presidente Bill Clinton con la moglie Hillary e la figlia Chelsea, nell’agosto del 1993, alla Granary Gallery nel West Tisbury nell’isola di Martha’s Vineyard.

Quella di Camera è dunque una riscoperta di un maestro della fotografia, proposta attraverso gli scatti più famosi e quelli meno noti, ma che rivelano pienamente le sfaccettature della sua opera.

Mara  Martellotta

Assemblea Regionale del Partito Liberaldemocratico

Sabato 14 giugno 2025, dalle ore 9:00 alle 13:00, presso l’Auditorium del Centro Polifunzionale in piazza Maria Montessori, a Pino Torinese, si terrà l’Assemblea Regionale del Partito Liberaldemocratico.

L’assemblea è convocata per l’elezione dei delegati al Congresso Nazionale, all’interno della lista collegata alla mozione congressuale nazionale presentata dal candidato Luigi Marattin.

I delegati eletti parteciperanno al Congresso Nazionale del Partito Liberaldemocratico, in programma per:

Sabato 28 giugno 2025, dalle ore 10:30 a San Lazzaro di Savena (Bologna), presso il Centro Congressi UnaHotels, Via Palazzetti n. 1.

Il Congresso sarà aperto a tutte le iscritte e a tutti gli iscritti, anche a coloro che non saranno eletti come delegati.

Golf Club Day

Dalle lezioni gratuite di golf per principianti alla musica dal vivo, dall’opportunità di gustarsi buon cibo in modalità street food all’intrattenimento per bambini, fino a emozionanti test drive. Una giornata dedicata alla famiglia ed un’occasione perfetta per scoprire il mondo del golf, rilassandosi nel verde e concludendo una giornata di relax con un suggestivo aperitivo panoramico in terrazza.

IL PROGRAMMA

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Lezioni di prova di golf gratuite

Dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.3 sessioni dedicate a chi non ha mai giocato o desidera avvicinarsi al golf, sotto la guida attenta ed esperta di istruttori professionisti.

Prenotazione obbligatoria al numero 342/3382473.

Demo Fitting Multimarca per i più esperti

Dalle 10 alle 16 test delle ultime attrezzature golf dei migliori brand, col supporto di tecnici specializzati.

L’esperienza è a pagamento (che avviene in loco il giorno stesso) e con prenotazione obbligatoria al numero 342/3382473.

Corner Golf

In loco sarà presente per tutto il giorno un’area dedicata ai prodotti e servizi più esclusivi del mondo golf e life style, a consulenze personalizzate e alle promozioni speciali per l’iscrizione al golf club.

Dj set & Lounge Experience

Dalle 12 alle 20 una selezione musicale live accompagnerà il pubblico, dall’ora di pranzo fino all’aperitivo serale, creando un’atmosfera allegra e al contempo rilassante.

Area Kids

Dalle 10.30 alle 17.30 giochi, mini golf e attività ludico-creative pensate per intrattenere i più piccoli, consentendo un’occasione di relax anche per i grandi.

Test drive auto

Dalle 11 alle 18 l’occasione per vivere l’emozione della guida con modelli esclusivi.

Street Food Gourmet

Dalle 12 alle 20 una proposta food & drink ampia e gustosa che spazierà dagli hamburger alle specialità gourmet, fino ai dolci e al gelato, senza mai dimenticare le alternative vegetariane.

Aperitivo in Terrazza

Dalle 18 alle 20 drink selezionati e appetitosi finger food, gustati con vista del campo da golf e musica di sottofondo, per chiudere in modo perfetto la giornata.

L’ingresso al “GOLF CLUB DAY” è gratuito, ma con accredito obbligatorio compilando il form al link https://shop.tobevents.it/event/golfclubday

L’evento è stato ideato ed organizzato dall’eccellenza di To Be Company, in collaborazione con numerosi partner, tra cui Immobil Trade, Jolly Sport, Reale Mutua, Beko e Latte Panna.

In merito alla giornata Pier Luigi Rosito, CEO e Founder di To Be Company, dichiara: “Il Golf Club Day prende vita alle porte dell’estate e alle porte di Torino per offrire alle famiglie una giornata di pieno relax, ma al contempo ricca di tante iniziative e, aggiungerei, curiosa. Perché credo che ognuno di noi conosca lo sport del golf, ma in pochi l’abbiano praticato. Questa potrà essere l’occasione giusta per togliersi la curiosità di fare una prova, tra l’altro gratuita, in un contesto dove non mancherà proprio nulla: dalla musica al buon cibo, dall’intrattenimento allo sport appunto.

Il Mocha Mousse e i suoi abbinamenti /2^ parte

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Già ci si siamo avvicinati alle combinazioni del Colore Pantone per l’anno 2025, il Mocha Mousse, più adatte per l’estate, presentando varie tonalità di blu. Il colore che, in questa stagione, ci fa pensare al mare, comunica tranquillità e trasmette fiducia. Volendo aggiungere un terzo colore, possiamo pensare alla combinazione Mocha Mousse-blu-azzurro, oppure a quella, più raffinata, Mocha Mousse-beige (o sabbia)-blu.

Ci sono però colori che utilizziamo con preferenza in estate, per varie ragioni. Tra essi, il giallo e l’arancione.

Il giallo ci rimanda al sole: un colore luminoso e in prevalenza caldo. Chi ama il giallo è spesso creativo, originale, innovativo, curioso, ama le sfide ed è un perfezionista. In genere è ottimista e realizza le proprie ambizioni. Per contro, chi non ama questo colore è una persona che preferisce non rischiare, bensì scegliere percorsi dall’esito sicuro: si tratta delle cosiddette persone “con i piedi per terra”.

L’arancione è un colore secondario, cioè la fusione di rosso e giallo. Ha dunque caratteri propri di entrambi questi colori. E’ il colore del tramonto, ma anche dell’energia, delle persone determinate, di successo, che si impegnano in progetti sempre nuovi. Chi ama l’arancione può essere un po’ volubile e sempre alla ricerca di nuovi amici/he..; si fa perdonare, per il suo senso dell’umorismo e per l’essere, in genere, persona ricca di fascino e stimoli.  Avete notato che le confezioni di vitamine, integratori, etc. hanno spesso questo colore? L’arancione è infatti un colore stimolante: iniziate la vostra giornata con qualcosa di questo colore, come una spremuta d’arancia.

Il Mocha Mousse ben può essere abbinato al giallo o all’arancione in estate. Attenzione a scegliere la migliore tonalità di questi colori. Non tutte, infatti, si prestano a un abbinamento che doni al nostro colore dell’anno 2025 un tocco di vivacità.

Tra gli arancioni, sceglieremo quelli più accesi, o la tonalità corallo. Tra i gialli, saranno perfetti il giallo più tenue del sole al mattino e il giallo del sole nel mezzogiorno; i gialli ambra, oro, grano, mimosa, escludendo, invece, i gialli con tonalità fredde o molto chiari.

Dunque, potremo optare per un abbinamento Mocha Mousse-giallo oppure Mocha Mousse-arancione, scegliendo, di questi colori, la tonalità più adatta a noi o preferita. L’abbinamento si potrà trovare, ad esempio, con un accessorio: raffinato un abito Mocha Mousse con una borsa giallo pannocchia; una gonna svasata Mocha Mousse con una camicia a stampa o a righe verticali arancioni e Mocha Mousse; una borsa da mare in raffia Mocha Mousse e giallo sole; un tailleur in lino Mocha Mousse con camicia o, perché no, Tshirt gialla, da indossare in contesti professionali.

Se non vi ritrovate in queste idee, le proposte non finiscono qui. Alla prossima puntata.

 

 

 

Chiara Prele

Consulente d’immagine