ilTorinese, Autore presso Il Torinese - Pagina 4495 di 4844

ilTorinese

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

***

Chip Cheek “Luna di miele a Cape May” – Feltrinelli- euro 19,50

E’ da tenere d’occhio lo scrittore americano 43enne Chip Cheek perché in questo suo primo romanzo dimostra una certa abilità nell’intrufolarsi nelle pieghe dell’anima dei personaggi, raccontandone dubbi, scatti d’umore e debolezze. Siamo nel 1957 e i giovani Henry ed Effie, inesperti della vita e delle trappole matrimoniali, decidono di passare la luna di miele a Cape May, nel New Jersey, nella casa di mare dove Effie era solita trascorrere le estati della sua infanzia. Arrivano dalla Georgia rurale e sono decisamente provinciali, ingenui, privi di esperienza. Ad aspettarli è una cittadina silenziosa e fuori stagione, la noia è dietro l’angolo. Poi una casa del quartiere si anima con la festa organizzata dall’affascinante e mondana newyorkese Clara che conosce Effie da quando era piccola. I novelli sposi si imbucano al party e, senza rendersene conto, entrano nel cerchio magico di Clara e del suo amante Max. Una conoscenza dapprima superficiale che nel giro di un giorno declina in convivenza. Clara insiste per ospitarli e intorno a loro monta un teatrino di scorribande nelle altre ville chiuse, gite in barca a vela, meeting sulla spiaggia ed altri stratagemmi per debellare tedio e una vita vuota. A smuovere le acque -e soprattutto i sentimenti di Henry- è la giovane artista Alma, sorella dell’irriducibile play boy Max, con il quale Clara tradisce allegramente l’anziano e facoltoso marito. Henry intreccia con Clara una relazione che si sciorina in infuocate notti di passione in una casa al momento disabitata. Decisamente un tradimento hot agli albori di un matrimonio che sembrava promettere bene.

Preparatevi a leggere scene hard, sensualità e scoperta di corpi, sensi di colpa e indecisioni varie, fino a una bollente orgia a 4 in cui trainanti saranno i disinibiti Clara e Max, mentre ad essere travolti saranno i due sposini. E di più non anticipo, solo che sarà l’epitaffio del loro candore e   innocenza, e ne accadranno davvero di tutti i colori…

 

Christi Daugherty “Replica di un omicidio” -Corbaccio-   euro 19,90

L’autrice 44enne ha fatto tesoro della sua esperienza come cronista di nera in un giornale del Texas, e in questo romanzo distilla tutta la sua bravura, che le è valsa vari riconoscimenti e premi per l’attività giornalistica votata alla lotta contro corruzione e criminalità. Sposata con un regista inglese, da anni vive in Gran Bretagna. Nel thriller, ambientato a Savannah in Georgia, il suo alter ego è la giovane giornalista Harper Mc Clain. Ha una tragedia alle spalle che ne ha segnato l’esistenza. Aveva appena 12 anni quando tornata da scuola scopre il cadavere della madre, nuda sul pavimento della cucina, uccisa da una furia di coltellate. A soccorrerla era stato il sergente Smith che non solo aveva condotto le indagini, ma l’aveva anche presa sotto la sua ala protettrice, ospitandola nella sua famiglia e seguendone la crescita. L’assassino della madre non è mai stato individuato ed è questo il buco nero nella sua anima. Ora Harper è la cronista di punta del quotidiano locale e grazie all’amicizia con Smith (diventato capo della sezione omicidi) ha familiarità con le forze dell’ordine e una marcia in più per non bucare mai una notizia ed arrivare prima dei colleghi. Dallo scanner sintonizzato sulle frequenze della polizia irrompe la segnalazione del delitto di una giovane donna, uccisa con le stesse modalità di sua madre, anche lei scoperta in una pozza di sangue dalla figlia 12enne. Insomma una fotocopia dell’assassinio di anni prima che le ha stravolto l’esistenza. Harper è tosta, coraggiosa fino all’incoscienza e si mette ad indagare convinta che dietro le due morti ci sia lo stesso killer. Questa volta la vittima è la bellissima 32enne Marie Whitney, vicedirettrice del dipartimento Arricchimento e Sviluppo del college locale. Donna affascinate e ammaliatrice, straordinaria fundraiser, ambiziosa e arrampicatrice. Harper scava nel suo passato e scopre parecchi scheletri nell’ armadio, a partire dai tanti amanti che ha raggirato in modo spietato. Tra battute d’arresto e proibizioni di indagare ulteriormente (urlate dalla sua caporedattrice e da Smith) lei persevera sulla sua strada convinta che dietro quelle orribili morti ci sia un poliziotto. Mette a repentaglio la sua carriera e quella di chi la ama ….e capite bene che la trama è destinata ad infittirsi fino al finale…sorprendente.

 

Leonardo Padura “La trasparenza del tempo”   -Bompiani- euro 20,00

Ecco la nuova indagine del detective Mario Conde, il personaggio creato da Leonardo Padura, scrittore cubano nato a Mantilla, difficile quartiere dell’Avana, in una Cuba che sta cambiando.

Aperta al consumismo occidentale, con apparenti riforme, dilagante corruzione, possibilità di viaggiare oltreconfine, ma di fatto un paese ancora in difficoltà. Il 60enne MarioConde non è più un poliziotto; disilluso da tempo, guarda con angoscia la sua corsa verso il fine vita. Condivide la sua solitudine con il fedele cane Monnezza, anche lui sul viale del tramonto. Per vivere commercia in libri preziosi e di antiquariato, è attratto da donne dalla bellezza statuaria (sul genere di Sonia Braga) ma è eternamente fidanzato con la compagna di liceo, Tamara, 57enne dalla sensualità prorompente e pazienza infinita. Il suo lento tran tran quotidiano viene stravolto dalla telefonata di Bobby Roque. E’ un vecchio compagno di scuola che non sentiva da anni; ora fa il mercante d’arte tra l’Avana e Miami, è dedito alla santerìa ed è appena stato derubato dal suo amante Bobby, che gli ha letteralmente svaligiato la villa. Soprattutto ha fatto sparire un’importante reliquia, cimelio di famiglia: la statuetta della Vergine nera di Regla. Chiede aiuto a Conde ed è così che ha inizio l’indagine sotto traccia in una Cuba in cui miseria e ubriacature di rum e portulaca sono alleviate dalla musica e dal fascino inquieto di un paese fatto di vicoli, luce tropicale e vite difficili. Conde va a ritroso nel tempo e ricostruisce le tappe che hanno fatto transitare la statuetta dall’Europa a Cuba. Riporta alla luce l’affascinante storia del contadino catalano Antoni Barral, fuggito dal suo paese e imbarcatosi su un mercantile diretto ai Caraibi. Tra miracoli veri o presunti, guarigioni altrimenti inspiegabili, santeria e un coro caleidoscopico di voci, godetevi l’indagine di Mario Conde sullo sfondo di una Cuba brulicante di vita e indimenticabile.

 

 

Confartigianato promuove arte e storia

TE LA RACCONTO IO.. LA MIA CITTA’ IN 14 LUOGHI D’ARTE

INIZIATIVA DI CONFARTIGIANATO IMPRESE ALESSANDRIA

Il Ristorante del Castello di Cereseto ha ospitato domenica 6 ottobre la presentazione dell’iniziativa un incontro conviviale dell’Anap-Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato Imprese Alessandria nel corso della quale è stata presentata l’iniziativa ‘Te la racconto io ! La mia città e i suoi luoghi darte’ riferita in particolare a Casale Monferrato.

Il progetto di Confartigianato Impresa Alessandria (presidente Adelio Ferrari) fu avviato tre anni orsono, grazie al patrocinio ed al contributo della Camera di Commercio di Alessandria, con l’obiettivo di coniugare le bellezze artistiche, architettoniche, storiche di cui le città della provincia sono piene con il tessuto economico e produttivo del territorio che è di piccole e micro realtà imprenditoriali, commerciali, artigianali che lo rendono vivo.

L’iniziativa ha preso avvio tre anni fa ad Alessandria, poi Novi e Tortona per approdare a Casale Monferrato.

In questo modo – ha detto il direttore di Confartigianato Impresa Alessandria, Piero Gulminettisi vanno a rendere le varie attività imprenditoriali testimonial dei vari monumenti che vanno ad adottare attraverso la consegna di folder che possono essere disponibili in forma cartacea o su file per turisti, visitatori o anche gli stessi cittadini e così, come associazione Confartigianato Imprese Alessandria, si offre un importante supporto e si permette alla città di avere uno strumento di comunicazione in più del suo ricchissimo patrimonio.

Nello specifico i monumenti interessati da ‘Te la racconto io !’ a Casale Monferrato sono:  Castello, Teatro Municipale, Torre civica di Santo Stefano, Museo Civico e Pinacoteca, Gipsoteca ‘Leonardo Bistolfi’, Sinagoga-Museo arte ebraica, Cattedrale di Sant’Evasio, Palazzo Sannazzaro, Chiesa di Santa Caterina, Chiesa di San Domenico, Chiesa di Santo Stefano, Palazzo San Giorgio, Palazzo Magnocavalli, Palazzo Gozzani di Treville.

I testi sono stati realizzati dal critico d’arte Rino Tacchella.

All’incontro erano presenti anche il segretario ed il presidente della zona di Casale, Mirco Capra e Renato Brunello il quale ha ricordato che “Confartigianato è presenta da oltre 50 anni a Casale ed ha notevoli imprese artigiane associate”

.

Il sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi (il Comune di Casale ha patrocinato l’iniziativa), intervenuto all’incontro, ha detto che “è un orgoglio vedere persone che conoscono le ricchezze di Casale e del suo territorio e ne rimangono estasiate di fronte alle bellezze di quella che è la vera propria capitale culturale e punto di riferimento di un territorio che l’Unesco ha riconosciuto unico al mondo”.

Massimo Iaretti

Tensioni tra tifosi e nessun gol nello scontro tra Toro e Napoli

Un punto ciascuno   tra i granata e il Napoli e nessuna rete nell’incontro della settima giornata di serie A allo stadio olimpico. Si tratta del primo  pareggio per le due squadre nel  campionato. Una partita molto combattuta ma che ha regalato ben poche emozioni. Si sono verificati momenti di tensione tra i tifosi delle due squadre. A partita già iniziata, una cinquantina di sostenitori del Napoli ha raggiunto la curva Primavera, dove erano presenti  già 500 tifosi partenopei: non avevano  trovato biglietti per il settore ospiti e hanno acquistato quelli in curva.

 

(foto archivio)

Reale Mutua Torino – Biella: il primo passo verso il ritorno…

Il grande basket visto da vicino

Il risultato finale è quello che conta: 79 -71 per Torino, e, visto che vincere era fondamentale e importante nell’ordine … , il dovere è stato compiuto.
Sicuramente non è stata la miglior partita di questa ancora neanche quasi iniziata stagione, ma il risultato da raggiungere può aver influito sulla tensione dei giocatori che non sempre sono sembrati all’altezza delle loro possibilità.
Certo è che l’ostacolo Biella non era granché, né per l’organizzazione di gioco né nei singoli, però la seconda serie nazionale può presentare ostacoli “strani” per squadre tecniche come Torino, in quanto alcune giocate sporche o la lotta coi denti può diventare problematica quando non gestita con serena tranquillità.
Infatti, se possiamo ravvisare un neo, nella gestione della partita, lo troviamo nella capacità di giocare al meglio gli ultimi minuti, fatali in finale di supercoppa, fortunati in altri casi quando l’ultimo tiro che avrebbe dato la vittoria agli avversari si è perso nel nulla.


Anche in questo caso, la vittoria è arrivata anche per demerito avversario (ad esempio, nel finale, palla persa da Biella per raggiunto limite di cinque secondi per fare rimessa dopo time out organizzato apposta, ma tant’è, diamo a Cesare ciò che è di Cesare, la tattica vincente non sembra peculiarità dell’odierno allenatore di Biella … ) ma non bisogna esagerare, e quindi la girerei in questa maniera: pur non giocando bene, o almeno al livello che ci si aspetta dai giocatori della Reale Mutua, si è vinto lo stesso.
Questo lascia ben sperare per il futuro, dove, magari organizzandosi sempre meglio, i giocatori cominceranno ad avere la continuità necessaria per vincere contro compagini meglio attrezzate, anche se Torino sembra, ovviamente per la categoria, aver poco da invidiare alle altre squadre.
Un piccolo commentario sui giocatori di oggi è doveroso e quindi diremmo che a buoni livelli, anche se a fasi alterne, hanno giocato Marks e Toscano, autore di una gran stoppata in recupero su un “ragazzino” maleducato che nell’azione precedente aveva “calpestato” il nostro giocatore, testimoniando che il proverbio “non svegliare il can che dorme” è sempre attuale.
Cappelletti, Alibegovic e Traini si sono esibiti in ottime cose e alcuni momenti molto meno entusiasmanti, anche se hanno contribuito in maniera importante per il raggiungimento di questo primo tassello del campionato. Campani ha giocato bene gli ultimi minuti anche se prima è rimasto un pochino troppo “nascosto”.


Pinkins invece ha giocato molto sotto tono rispetto a quello che ci si aspetta da lui, mentre per Djop daremmo un commento particolare: quando gioca con la testa è un giocatore che ha un gran futuro davanti a sé; talvolta eccede nel voler fermare tutti e tutto con il fisico. Non sempre è così facile, e a volte si dovrà essere costretti a “mollare” senza smettere la pressione per non incorrere inevitabilmente nel fallo che induce poi alla via della panchina. E poi, se il nostro buon allenatore saprà essere comprensivo nei nostri confronti e benevolo con il sorriso, vorremmo dire che Djop non esce per quattro falli, anche lui ne deve commettere cinque…e quindi può rientrare in campo nel finale di partita e non vederla dalla panchina (come nella finale di supercoppa e oggi) quando magari il miglior rimbalzista può essere utile…e il centro avversario (zoppicante…) sta facendo ciò che vuole… .
Oggi comunque non è tempo di giudizi affrettati, bocciature o insane richieste di perfezione alla prima giornata di campionato. Tutto è bene ciò che … comincia … bene e questo è successo.
Come diceva Julio Velasco: “chi vince festeggia e chi perde spiega”, e oggi c’è poco da spiegare. Si è vinto ed è ciò che doveva accadere. Per lo spettacolo ed il bel gioco siamo in attesa del naturale crescere di un gruppo che è ancora all’alba della sua creazione ma ha già una sua identità e sa già vincere.
Per noi di Torino che amiamo la pallacanestro è già una fortuna continuare a vedere il grande basket, e speriamo che resti una bella e divertente abitudine. Go on Torino … Basket, go on Basket Torino.

Paolo Michieletto

Poliziotti uccisi, Siulpe Sap: “Rabbia e dolore. Più sicurezza per le forze dell’ordine”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

COMUNICATO STAMPA SIULP E SAP

ASSASSINATI A SANGUE FREDDO DUE POLIZIOTTI DI TRIESTE. LA RABBIA DEL SIULP E DEL SAP DI TORINO E DI TUTTI I POLIZIOTTI. 

 

ASCOLTATECI!!!!!!!!!!

 

AFFETTO, CORDOGLIO, SOLIDARIETA’, RABBIA, AMAREZZA, SENSO DI ABBANDONO un crogiuolo di  sentimenti si confondono tra i poliziotti affranti dal dolore per la morte dei due colleghi. Resta  il denominatore comune della volontà che le cose cambino perché non è più pensabile continuare in questo modo.

 

La Voglia di essere ascoltati seriamente è tanta.

La Voglia di far sentire pubblicamente e visibilmente la nostra rabbia, il nostro dolore, il nostro affetto alle famiglie dei colleghi assassinati è grande.

La Voglia di protestare e sensibilizzare il Governo del Paese sulla sicurezza dei poliziotti e sul rispetto per gli uomini e le donne in divisa è indispensabile.

La Voglia di difendere l’onore e la memoria dei poliziotti è fondamentale.

 

Dichiarazione dei Segretari Generali Provinciali SIULP e SAP.

La rabbia e il dolore prevalgono in questo drammatico momento. Due colleghi Pierluigi Rotta e Matteo Demengo uccisi per mano di un criminale che doveva essere assicurato alla giustizia.

Non sono i primi poliziotti che sacrificano la loro vita per lo Stato, le Istituzioni, i cittadini. Il loro sangue viene versato in nome di una giustizia e di un sistema legale che non tiene conto della loro sicurezza, men che meno si preoccupa del rispetto e dell’onore di chi rappresenta lo Stato.

Un sistema che consente nell’indifferenza pressoché totale  che i tutori dell’ordine vengano derisi, sbeffeggiati, insultati, aggrediti, feriti e uccisi, salvo, poi, proclamare onori e glorie per i caduti.

Un sistema che ritiene che i morti delle forze dell’ordine possano essere paragonati ad un incidente sul lavoro quand’anche le leggi a protezione dei lavoratori di polizia sono assolutamente insufficienti.

Un sistema distorto e fuorviante a cui,  a volte, si aggiungono i luoghi comuni che insinuano nelle coscienze delle persone il pregiudizio verso i  poliziotti quali soggetti spietati, insensibili ed incapaci.

Adesso comincerà il balletto delle possibili ragioni che hanno acconsentito al criminale di sottrarre la pistola al poliziotto e sparare contro altri. Adesso molti si concentreranno di sottolineare le puntuali dinamiche dell’ omicidio e pochi diranno che l’assassino non dovrebbe avere nessuna attenuante e men che meno leggi premiali. Adesso la questione si sposterà sull’infermità mentale dell’assassino dichiarando che quanto accaduto era inevitabile.

Pochi diranno che l’equipaggiamento dei poliziotti non è sempre adeguato e che i giubbotti “antiproiettile sotto camicia” che costano 600€, chi può, li compra con i propri soldi, così come il resto dell’equipaggiamento che l’Amministrazione non fornisce.

Pochi diranno che  le regole d’ingaggio relativo al trattamento dei sospettati di reato è troppo blando, troppo comprensivo verso il delinquente e poco o niente verso la sicurezza dell’operatore di polizia.

Pochi diranno che i poliziotti servono lo Stato con l’incubo di essere tacciati di usare le “maniere forti” anche se il malvivente e violento e colto in flagranza di reato.

Il sistema legale vuole che i tutori dell’ordine esercitino la loro grande professionalità facendo rispettare le leggi, arrestare i cattivi, difendere le vittime ma sempre con la spada di “Damocle” delle denunce ritorsive, dell’atto dovuto, dei risarcimenti discutibili che pendono quotidianamente sulla loro testa.

E come se non bastasse, continuano Bravo e Perna, ciò che è triste, squallido, vergognoso ed inquietante e che già in queste ore qualcuno cominci ad esprimere il proprio compiacimento sul web sulla morte dei due poveri colleghi.

 Il SIULP ed il SAP chiedono ai rappresentanti dei cittadini di varare al più presto una legge che punisca chi oltraggi la memoria dei caduti in servizio delle forze dell’ordine. Sarebbe un minimo di riconoscimento e di sensibilità verso le vittime del dovere in alcuni casi uccisi due volte da soggetti senza scrupoli e umanità.

La sicurezza e la giustizia che garantiscono la libertà di uno Stato democratico, trionfano laddove chi ha il dovere di garantirle viene a sua volta garantito dalle leggi che devono tutelare innanzi tutto i tutori dell’ordine.

 

 

Ravetti e Salizzoni: “Staffista che prega il Duce, prenda posizione Allasia”

Non spetta a noi, come consiglieri regionali, sindacare opinioni e comportamenti degli staffisti della Giunta. Ma neppure liquidare con un’alzata di spalle l’inginocchiarsi in preghiera di fronte al Duce, come fosse un’innocente goliardata giovanile. Su quest’episodio ci aspettiamo una presa di posizione del Presidente Allasia, nella sua veste di titolare del Comitato Resistenza e Costituzione. I valori resistenziali e l’antifascismo non sono un corollario ma le fondamenta stesse delle istituzioni democratiche”

Domenico RAVETTI Capogruppo PD

Mauro SALIZZONI Vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte

ISU Grand Prix junior di Egna: storico bronzo per Alessia Tornaghi

 La pattinatrice italiana Alessia Tornaghi, 16 anni, allieva di Edoardo De Bernardis dell’Ice Club Torino ha conquistato uno splendido terzo posto nell’ultima tappa del prestigioso circuito dell’ISU Grand Prix junior che si è tenuta presso la Wurth Arena di Egna-Neumarkt (Bolzano) nel fine settimana.

Da undici anni non accadeva che un’atleta azzurra salisse sul podio in una tappa di Grand Prix junior. Soltanto due pattinatrici avevano ottenuto questo storico risultato: Stefania Berton e Carolina Kostner.

La Campionessa italiana assoluta Alessia Tornaghi (Agorà Skating Team), reduce da un bel 9° posto nella tappa di Zagabria della settimana scorsa, dopo un settimo piazzamento nel programma corto, ha realizzato uno straordinario segmento lungo, aggiudicandosi il punteggio di 119.26, suo season best e ha ottenuto un totale di 175.93 che le ha consentito di salire sul podio alle spalle delle russe Sinitsyna e Frolova. La Tornaghi ha, inoltre, realizzato il nuovo primato nazionale juniores, migliorando il precedente di 11 punti.

Alessia Tornaghi, milanese, ha scelto di allenarsi a Torino da due stagioni presso la società Ice Club Torino Asd. Il suo tecnico Edoardo De Bernardis ha realizzato anche le coreografie di entrambi i suoi programmi.

Nel corto ha pattinato  sulle musiche di “Matrix”, interpretando Trinity, il personaggio femminile del film, mentre nel lungo ha interpretato una diva del cinema degli Anni ’50 nel musical “Sunset Boulevard”.

La pattinatrice milanese che lo scorso dicembre, all’esordio in categoria senior, ha conquistato subito il titolo di campionessa italiana assoluta, nel circuito di Grand Prix junior ha dimostrato carattere e ottime doti tecniche e interpretative.

 “Sono contento per Alessia – ha affermato il suo allenatore Edoardo De Bernardis – è una ragazza seria, una grande lavoratrice e in queste ultime gare ha raccolto risultati importanti. Nei mesi scorsi ha dovuto superare un infortunio, ma non ha mai mollato, ha obiettivi precisi e con me collabora in modo eccezionale. La strada è comunque lunga e c’è ancora molto da lavorare.

Il prossimo appuntamento per Alessia Tornaghi sarà il Challenger Senior a Minsk. La pattinatrice italiana affronterà la sua prima gara internazionale nella categoria senior: nella scorsa stagione, infatti, era troppo piccola per essere ammessa a competere in questa categoria.

Hanno ottenuto buoni risultati anche gli altri atleti dell’Ice Club Torino che hanno affrontato la tappa di Grand Prix di Egna: Anaïs Coraducci, nazionale svizzera ha ottenuto il punteggio di 127.97, raggiungendo un tredicesimo posto.

Nel singolo maschile, all’esordio nel prestigioso circuito internazionale, il giovanissimo Raffaele Zich, allenato da Renata Lazzaroni, si è piazzato 21°, in una competizione che l’ha visto contrapposto a pattinatori molto più grandi.

Tra le prime dieci atlete del singolo femminile si è classificata anche Lucrezia Gennaro, atleta coreografata da Edoardo De Bernardis. La Gennaro pattina per l’Ice Skate Academy Padova ed è allenata da  Ludmilla Mladenova.

Rock Jazz e dintorni: i Pixies  e Neri Marcorè

Gli appuntamenti musicali della settimana

 

Lunedì. Al Teatro Regio per beneficenza, Neri Marcorè accompagnato dal Gnu Quartet, reinterpreta le canzoni di Fabrizio De Andrè. Al Concordia di Venaria suoni elettronici con Nick Murphy. In città in alcune sale e altre in Piemonte, viene proiettato per 3 giorni consecutivi, “Us + Them” film concerto diretto e interpretato da Roger Waters.

Martedì. Al Jazz Club si esibisce Tija.

Mercoledì. Al Circolo della Musica di Rivoli è di scena Dillon. Al Blah Blah si esibisce l’artista spagnola Ganges. All’Hiroshima Mon Amour suonano i The Kolors. Al Jazz Club è di scena la Easy Big Band.

Giovedì. Al Cafè Neruda si esibisce il trio del sassofonista Diego Borotti. All’Hiroshima  rock norvegese con i Motorpsycho. Al Jazz Club suona il trio blues dell’armonicista Big Harp. Al Blah Blah sono di scena i Bad Breeding.

Venerdì. Allo Ziggy si esibiscono i Kirlian Camera. Allo Spazio Q35 è di scena il duo Fjaak. Al Jazz Club suonano Max & The Jitterbugs in una serata di”lindy hop”. Al Concordia di Venaria si esibisce il rapper Achille Lauro. Al Blah Blah suonano i Soviet Soviet.

Sabato. Alle OGR arrivano i Pixies, storico gruppo dell’ indie rock statunitense. Al Pala Alpitour  si esibisce Coez. Allo Ziggy è di scena il duo Alien Vampires. Al Blah Blah suonano i Rock’Roll Kamikazes.

 

Pier Luigi Fuggetta

 

Andrea Greco, il giovane cantante che sogna di diventare una rock star

Il lettore Roberto Palombo è fan di Andrea Greco il cantante reggino che si è esibito  al world athletics Championship di Doha

“E’ uno straordinario cantante e anche uno studente modello  – ci scrive Palombo – e vorrei farlo conoscere a tutti i torinesi perché è davvero un bravo ragazzo. Io gli faccio tantissimi auguri di continuare così”.  Il cantante quindicenne, che studia all’estero, ama Bocelli, Dalla e Battisti e ha avuto l’onore di esibirsi davanti all’emiro. Ora ha in programma nuovi prestigiosi appuntamenti.

Mantova rende omaggio alla “nuova maniera” di Giulio Romano

La figura di Giulio Romano, pseudonimo di Giulio Pippi de’ Jannuzzi (Roma, 1492 o 1499 – Mantova, 1546), il più talentuoso tra gli allievi di Raffaello, è celebrata da un importante evento in programma a Palazzo Ducale di Mantova.

Dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020, si tiene “Con nuova e stravagante maniera”. Giulio Romano a Mantova, una mostra nata dalla collaborazione tra il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova e il Musée du Louvre di Parigi, curata da Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Roberta Serra, con la collaborazione di Michela Zurla, che intende illustrare la figura di Giulio Romano e la sua “nuova maniera” di fare arte, in particolare nella città gonzaghesca, mettendone in luce le peculiarità e l’aspetto fortemente innovativo.

Intesa Sanpaolo, nell’ambito di Progetto Cultura, è partner della mostra.

Il progetto elaborato dal comitato scientifico – composto da Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Renato Berzaghi, Paolo Carpeggiani, Sylvia Ferino-Pagden, Augusto Morari, Roberta Serra e Luisa Onesta Tamassia – vede il coinvolgimento del Département des Arts Graphiques del Musée du Louvre che, per la prima volta, concede in prestito un nucleo di settantadue disegni, che ripercorrono, in maniera organica e completa, la carriera professionale di Giulio Romano, dagli esordi a Roma, alla lunga e intensa attività a Mantova, evidenziando la molteplicità dei suoi interessi.

Accanto alle opere del Louvre la mostra propone un’ulteriore e ricca selezione di disegni, provenienti dalle più importanti collezioni museali italiane e straniere (tra cui l’Albertina di Vienna e il Victoria & Albert Museum di Londra, oltre a dipinti, arazzi e stampe.

Sono inoltre utilizzate le più recenti tecnologie digitali al fine di ricreare, attraverso ricostruzioni 3D, oggetti e ambienti giulieschi.

“L’iniziativa di Palazzo Ducale su Giulio Romano – afferma Peter Assmann, direttore del Complesso Museale Palazzo Ducale – vuole essere un grande evento culturale che mostri al mondo l’eccezionalità della figura storica del più celebre allievo ed erede di Raffaello. Maestro del Manierismo, Giulio Romano ha lasciato a Mantova testimonianze straordinarie del suo talento di pittore, architetto e uomo di cultura. “Con nuova e stravagante maniera”, con la prestigiosa collaborazione di una rinomata istituzione europea come il Louvre, rappresenta un’importante chance per la città: andare oltre la tradizionale concezione di mostra temporanea per riunire tutte le forze produttive locali intorno a Palazzo Ducale e rafforzare l’immagine di Mantova come città d’arte in Europa e nel mondo. Al di là della sua importanza culturale specifica si tratta di un’occasione per fare rete tutti insieme verso un unico grande obiettivo di crescita collettiva”.

“La mostra Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova – sottolinea Jean-Luc Martinez, presidente e direttore del Musée du Louvre di Parigi -, che si svolge a Palazzo Ducale di Mantova, è il frutto di un partenariato eccezionale tra il Musée du Louvre e il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova. L’evento espositivo permette di presentare negli ambienti di Palazzo Ducale una scelta di settantadue fogli di Giulio Romano (1492 o 1499 – 1546) scelti all’interno del ricco fondo di disegni di mano dell’artista conservato al Louvre, il più importante oggi noto”.

La mostra si articola in tre sezioni che approfondiscono aspetti diversi dell’attività di Giulio Romano mettendo in luce la “nuova e stravagante maniera” della sua arte, secondo la definizione coniata da Giorgio Vasari nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti.

La prima, Il segno di Giulio, allestita al piano terreno del Castello di San Giorgio, analizza la produzione grafica di Giulio come progettista, designer e pittore presentando il suo fondamentale apporto all’elaborazione del linguaggio manierista. Dagli interventi architettonici agli schizzi per dipinti e oggetti, ogni singolo segno è una novità assoluta da tradurre, copiare e imitare. La forza creatrice di Giulio viene esaminata attraverso una selezione del corpus dei disegni conservati al Musée du Louvre di Parigi.

Attraverso questi disegni si illustrano i momenti immediatamente precedenti l’arrivo nella città gonzaghesca di Giulio Romano per poi presentare la sua lunga attività mantovana, in particolare il suo lavoro come disegnatore e progettista. I suoi fogli raccontano l’evoluzione del suo operare e illustrano le esperienze relative ai diversi cantieri mantovani, del territorio e fuori lo Stato dei Gonzaga, come testimoniato dai disegni per Palazzo Te.

La prima sezione si chiude indagando il suo rapporto con le arti e il passaggio tra la fase di progetto e la sua realizzazione. I disegni qui esposti trattano dell’attività del Pippi come designer, inventore di argenterie e arazzi, avendo cura di affrontare la produzione di Giulio ad ampio spettro. In mostra si trova una decina di fogli in relazione con dipinti e oggetti come vasellame o trionfi da tavola. Viene inoltre presentato un arazzo della serie dei Giochi di putti(Modena, Raffaele Verolino), esposto accanto al disegno preparatorio (Chatsworth, The Devonshire Collections) e a un frammento del cartone preparatorio oggi al Louvre.

La sezione dal titolo Al modo di Giulio, occupa la Corte Nuova e l’Appartamento di Troia, suggerendo un dialogo diretto tra i disegni dell’artista e la decorazione della residenza dei Gonzaga. Il Palazzo Ducale fu il cantiere nel quale Giulio Romano riversa la sua genialità e la sua capacità d’innovare. Sala per sala, laddove è ancora possibile, s’instaura una relazione tra i suoi disegni e gli ambienti reali. È il caso, ad esempio, della Sala dei cavalli dov’è esposto il disegno preparatorio per la decorazione del soffitto con la Caduta di Icaro, confronto che è apprezzabile tramite uno specchio.

In mostra si possono inoltre ammirare i rilievi eseguiti da Ippolito Andreasi detto l’Andreasino che hanno tramandato l’aspetto originario delle stanze progettate da Giulio, particolarmente importanti per approfondire la comprensione delle parti non sopravvissute ai secoli. Così avviene per il Camerino dei Cesari e per la Loggia dei marmidetta poi dei Mesi, ambienti per i quali i disegni dell’Andreasi permettono un confronto diretto tra l’idea di Giulio Romano e quanto sopravvive negli ambienti stessi.

La rassegna si chiude nell’appartamento della Rustica con Alla maniera di Giulio, nella quale viene approfondito, da un lato, il tema di Giulio Romano architetto, analizzato grazie a numerosi disegni provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche europee, tra cui spicca la Copia da Giulio Romano di Andrea Palladio (Londra, Royal Institute of British Achitects), e, dall’altro, quello della sua eredità, con le opere di allievi e discepoli, come Fermo Ghisoni, Giovanni Battista Bertani, Lorenzo Costa e altri.

In questa sezione è stato creato un approfondimento sulle case del Pippi, in particolare su quella di Mantova e sulla produzione di opere religiose. Si possono qui osservare alcune pale d’altare eseguite da artisti della cerchia di Giulio Romano a confronto con i disegni originali del maestro.